RELAZIONE sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2018, sezione II – Consiglio europeo e Consiglio

2.3.2020 - (2019/2057(DEC))

Commissione per il controllo dei bilanci
Relatore: Tomáš Zdechovský


Procedura : 2019/2057(DEC)
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A9-0038/2020
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A9-0038/2020
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1. PROPOSTA DI DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2018, sezione II – Consiglio europeo e Consiglio

(2019/2057(DEC))

Il Parlamento europeo,

 visto il bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2018[1],

 visti i conti annuali consolidati dell'Unione europea relativi all'esercizio 2018 (COM(2019)0316 – C9-0052/2019)[2],

 vista la relazione annuale del Consiglio sulle revisioni contabili interne effettuate nel 2018, presentata all'autorità competente per il discarico,

 vista la relazione annuale della Corte dei conti sull'esecuzione del bilancio per l'esercizio 2018, corredata delle risposte delle istituzioni[3],

 vista la dichiarazione attestante l'affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni[4], presentata dalla Corte dei conti per l'esercizio 2018 a norma dell'articolo 287 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

 visti l'articolo 314, paragrafo 10, e gli articoli 317, 318 e 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

 visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio[5], in particolare gli articoli 55, 99, 164, 165 e 166,

 visto il regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012[6], in particolare gli articoli 59, 118, 260, 261 e 262,

 visti l'articolo 100 e l'allegato V del suo regolamento,

 visto il parere della commissione per gli affari costituzionali,

 vista la relazione della commissione per il controllo dei bilanci (A9-0038/2020),

1. rinvia la decisione sul discarico al Segretario generale del Consiglio per l'esecuzione del bilancio del Consiglio europeo e del Consiglio per l'esercizio 2018;

2. esprime le sue osservazioni nella risoluzione in appresso;

3. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente decisione e la risoluzione che ne costituisce parte integrante al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione e alla Corte dei conti, e di provvedere alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (serie L).

 


 

2. PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

recante le osservazioni che costituiscono parte integrante della decisione sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2018, sezione II – Consiglio europeo e Consiglio

(2019/2057(DEC))

Il Parlamento europeo,

 vista la sua decisione sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2018, sezione II – Consiglio europeo e Consiglio,

 vista la raccomandazione del Mediatore europeo nel caso 1069/2019/MIG sulla sponsorizzazione della presidenza del Consiglio dell'Unione europea,

 vista la relazione speciale del Mediatore europeo sull'indagine strategica OI/2/2017/TE relativa alla trasparenza del processo legislativo del Consiglio,

 vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2019 sull'indagine strategica OI/2/2017 del Mediatore europeo sulla trasparenza delle discussioni legislative negli organi preparatori del Consiglio UE[7],

 visti l'articolo 100 e l'allegato V del suo regolamento,

 visto il parere della commissione per gli affari costituzionali,

 vista la relazione della commissione per il controllo dei bilanci (A9-0038/2020),

A. considerando che, nel contesto della procedura di discarico, l'autorità di discarico intende sottolineare la particolare importanza di rafforzare ulteriormente la legittimità democratica delle istituzioni dell'Unione migliorando la trasparenza e la responsabilità e attuando il concetto della programmazione di bilancio basata sulla performance e della corretta gestione delle risorse umane;

1. osserva con soddisfazione che, nella sua relazione annuale per il 2018, la Corte dei conti (di seguito "la Corte) ha constatato che per il Consiglio europeo e il Consiglio non sono emerse debolezze significative in merito agli aspetti sottoposti ad audit che riguardano le risorse umane e gli appalti;

2. prende atto delle conclusioni della Corte secondo cui i pagamenti relativi all'esercizio chiuso al 31 dicembre 2018 riguardanti le spese amministrative del Consiglio non presentavano, nell'insieme, errori rilevanti e i sistemi di supervisione e di controllo esaminati si erano rivelati efficaci;

3. si rammarica, come osservazione generale, del fatto che il capitolo 10 "Amministrazione" della relazione annuale 2018 della Corte abbia un campo di applicazione e conclusioni piuttosto limitati, sebbene la rubrica 5 "Amministrazione" del quadro finanziario pluriennale sia considerata a basso rischio;

4. osserva che la Corte ha selezionato un campione di 45 operazioni estratto dalla rubrica 5 "Amministrazione" del quadro finanziario pluriennale per tutte le istituzioni e gli organi dell'Unione; rileva che il campione è stato estratto in modo da essere rappresentativo della gamma di spese a titolo della rubrica 5, che rappresenta il 6,3 % del bilancio dell'Unione; constata che dal lavoro svolto dalla Corte risulta che le spese amministrative sono a basso rischio; ritiene tuttavia che il volume delle operazioni selezionate relativamente alle "altre istituzioni" non sia sufficiente e chiede alla Corte di aumentare di almeno il 10 % il numero delle operazioni da esaminare;

5. si rammarica del fatto che la richiesta di scindere il bilancio del Consiglio europeo e del Consiglio così da ottenere un bilancio per ciascuna istituzione, avanzata dal Parlamento nelle sue precedenti risoluzioni sul discarico, non sia stata presa in considerazione; invita il Consiglio a scindere il bilancio in tal modo, per motivi di trasparenza e al fine di migliorare la rendicontabilità e l'efficienza della spesa di entrambe le istituzioni;

6. osserva che nel 2018 il Consiglio disponeva di un bilancio complessivo pari a 572 854 377 EUR (rispetto ai 561 576 000 EUR del 2017), con un tasso di esecuzione globale del 91,9 % (rispetto al 93,8 % nel 2017); prende atto dell'aumento di bilancio di 11,3 milioni di EUR, pari al 2,0 %, contro un aumento del 3 % nel 2017 e dello 0,6 % nel 2016;

7. si compiace della gestione finanziaria del Consiglio, nel complesso sana e prudente; riconosce l'evoluzione del bilancio del Consiglio, che è passato da 634 milioni di EUR nel 2010 a 573 milioni di EUR nel 2018, segnando una diminuzione del 9,63 %;

8. rileva che gli stanziamenti riportati dal 2018 al 2019 ammontavano complessivamente a 56 599 584 EUR, pari al 10,7 % (rispetto a 60 576 175 EUR ovvero all'11,5 % nel 2017) e provenivano principalmente da categorie quali i sistemi informatici (18,3 milioni di EUR), gli immobili (16,0 milioni di EUR) e l'interpretazione (11,9 milioni di EUR); prende atto degli stanziamenti annullati nel 2018 dell'ordine di 46 348 862 EUR (rispetto a 35 025 789 EUR nel 2017); ricorda al Consiglio che i riporti costituiscono eccezioni al principio dell'annualità e dovrebbero rispecchiare i fabbisogni effettivi e, pertanto, invita il Consiglio a intensificare gli sforzi per evitare stime di bilancio in eccesso;

9. constata ancora una volta il basso tasso di esecuzione per le spese di viaggio delle delegazioni, con un impegno di 11,1 milioni di EUR rispetto al bilancio definitivo (compresa la ridistribuzione interna) di 22,3 milioni di EUR; osserva che, poiché gli Stati membri hanno dovuto rimborsare importi inutilizzati degli esercizi precedenti, il Consiglio ha impegnato solo 11,1 milioni di EUR per i pagamenti successivi; invita il Consiglio a informare il Parlamento in merito ai risultati raggiunti in relazione a una politica negoziata con gli Stati membri onde superare questa annosa questione;

10. riconosce che il numero di posti nella tabella dell'organico per il 2018 era fissato a 3 031 (contro i 3 027 posti nel 2017); osserva che nel 2018 sono state assunte 137 persone (74 funzionari permanenti e 63 agenti temporanei) e che nel corso del 2018 184 persone (154 funzionari permanenti e 30 agenti temporanei) hanno lasciato l'istituzione, con una conseguente diminuzione netta di 47 posti occupati, che è stata la causa principale della sottoutilizzazione di 18,8 milioni di EUR per la voce di bilancio "tabella dell'organico";

11. riconosce l'aumento del carico di lavoro, che trova espressione nel numero totale di riunioni nel 2018 pari a 7 733, rispetto alle 6 338 riunioni del 2010; prende atto di un altro indicatore quantitativo di attività rappresentato dal numero di atti giuridici pubblicati nella Gazzetta ufficiale, che sono stati 1 210 nel 2018 contro gli 825 del 2010;

12. accoglie con favore gli sforzi compiuti dal Consiglio nell'attuazione del "Piano d'azione per un Segretariato generale del Consiglio (SGC) più dinamico, flessibile e collaborativo"; prende atto delle misure volte a migliorare ulteriormente la gestione finanziaria e i risultati del Consiglio attraverso misure quali l'istituzione di un consiglio consultivo di amministrazione, l'adozione di linee guida per un quadro comune di gestione dei progetti e delle task force (Common Project and Task Force Management Framework), la creazione di una task force Riorganizzazione e la revisione delle norme interne a seguito della pubblicazione del nuovo regolamento finanziario;

13. prende atto della situazione immobiliare del Consiglio, che nel 2018 ha portato a intensi negoziati con le autorità belghe che non hanno proceduto alla vendita dei quattro lotti di terreno adiacenti, nonostante l'accordo sul prezzo finale del progetto immobiliare Europa; rileva che entrambe le parti si sono accordate su una soluzione alternativa che ha consentito di non spendere l'importo iniziale per i terreni dell'ordine di 4 672 944 EUR;

14. esprime preoccupazione per le allarmanti informazioni riferite dai mezzi di comunicazione circa la costruzione del nuovo edificio Europa; invita il Consiglio a effettuare ricerche approfondite sull'appaltatore principale e sull'intera catena di subappaltatori (secondo i mezzi di comunicazione si arriva a 12), nonché sulle condizioni di lavoro dei lavoratori impiegati, e a fornire alla commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento tutte le constatazioni emerse;

15. constata che il quadro di controllo interno riveduto è entrato in vigore il 1º novembre 2018 ed è formato da cinque componenti, ossia l'ambiente di controllo, la valutazione del rischio, le attività di controllo, le attività di informazione e comunicazione e le attività di monitoraggio, nonché da altri 17 principi e 33 caratteristiche finalizzati a fornire una ragionevole garanzia del conseguimento degli obiettivi fissati;

16. si compiace del fatto che nel 2018 il 92 % delle raccomandazioni di audit interno formulate negli anni 2015-2017 sono state attuate o erano in corso di attuazione; osserva che il programma di lavoro annuale di audit interno per il 2018 si basa su una valutazione del rischio aggiornata, alla luce del riesame dei registri dei rischi, ed è stato attuato in modo efficace; prende atto dei settori oggetto di audit nel 2018, quali la gestione tecnica, gli appalti pubblici in materia di tecnologie dell'informazione, il servizio giuridico e la strategia di comunicazione;

17. osserva che, in relazione alla proposta di un nuovo accordo interistituzionale su un registro per la trasparenza obbligatorio per i rappresentanti di interessi, accessibile in formato leggibile da dispositivo automatico e applicabile al Parlamento, al Consiglio e alla Commissione, si sono svolti due cicli di negoziato nel 2018 durante la presidenza bulgara e uno nel 2019 durante la presidenza rumena; ricorda la decisione del Mediatore europeo (il "Mediatore") del 18 giugno 2019 secondo cui il Segretariato generale del Consiglio dovrebbe tenere un registro completo delle riunioni organizzate tra i rappresentanti di interessi e il Presidente del Consiglio europeo, registro che andrebbe reso pubblico; deplora che il Consiglio non abbia ancora aderito al registro per la trasparenza nonostante tutti i predetti negoziati e invita il Consiglio a dare seguito ai negoziati per giungere a un esito positivo che, in ultima analisi, lo farà aderire al registro; invita il Consiglio a dare prova di un vero impegno nei confronti dei principi di trasparenza e responsabilità adottando misure concrete e seguendo l'esempio dato dalla presidenza finlandese; invita l'intero trio di presidenza a dare l'esempio rifiutandosi di tenere riunioni con lobbisti non registrati;

18. prende atto della raccomandazione del Mediatore secondo cui il Presidente e il gabinetto del Consiglio europeo dovrebbero pubblicare un elenco completo degli incontri tenuti con i lobbisti; si rammarica che il nuovo Presidente del Consiglio europeo debba ancora attuare tale raccomandazione; osserva che, sebbene il Presidente del Consiglio europeo non sembri incontrare molti lobbisti, il principio della trasparenza delle lobby è comunque importante; esorta il Presidente del Consiglio europeo a provvedere a che egli stesso e il suo gabinetto rifiutino tutti gli incontri con i lobbisti non registrati e pubblichino in maniera proattiva un elenco esaustivo degli incontri organizzati con i lobbisti; invita il Segretariato del Consiglio a provvedere a che le norme etiche applicabili al Presidente del Consiglio europeo siano allineate a quelle applicabili al Presidente della Commissione, di modo che le norme in materia di "porte girevoli" si applichino per una durata di tre anni e sia necessaria l'approvazione formale per tutte le nuove funzioni collegate alle attività dell'Unione;

19. si compiace per la creazione, il 1º luglio 2018, del dipartimento Servizi digitali nel quadro di una riorganizzazione del Segretariato generale del Consiglio; osserva che il programma di informazione e gestione è destinato a razionalizzare e digitalizzare i processi operativi fondamentali creando un sistema pienamente integrato di applicazioni e servizi che sarà accessibile agli utenti attraverso una postazione di lavoro digitale, collaborativa e sicura per il personale, le presidenze e i delegati;

20. prende atto dell'intensa copertura mediatica e del livello particolarmente elevato di interesse dimostrato dai media nei confronti dei negoziati relativi al recesso del Regno Unito dall'Unione; valuta positivamente il continuo sviluppo del sito web del Consiglio e l'intenso lavoro finalizzato ad aumentare i visitatori su tutti i canali (aumento del 9 % delle visite del sito web, del 13 % di fan su Facebook, del 26 % di follower su Twitter e del 92 % di follower su Instagram); prende atto dell'elevato numero di briefing approfonditi e conferenze stampa; prende atto della piattaforma multimediale, che consente alla stampa e ai media di visualizzare, scaricare e integrare i video e le foto del Consiglio in qualità ad alta risoluzione; incoraggia inoltre l'uso di piattaforme di social network non esclusive, con un'attenzione particolare per la protezione dei dati degli utenti;

21. ribadisce il proprio sostegno alle raccomandazioni del Mediatore sulla trasparenza delle discussioni legislative negli organi preparatori del Consiglio[8]; chiede al Consiglio di intensificare gli sforzi per rendere il processo legislativo più tracciabile e di facile lettura, definirne le tappe all'insegna della trasparenza e normalizzare l'individuazione e la pubblicazione, in tempo utile e in formato leggibile da dispositivo automatico, dei contributi degli Stati membri (ad esempio, dichiarazioni e proposte di emendamenti) ai dibattiti legislativi durante le sessioni del Consiglio, le discussioni preparatorie in seno al Comitato dei rappresentanti permanenti del Consiglio o presso i relativi organi preparatori; invita tuttavia il Consiglio a intensificare gli sforzi in materia di trasparenza, anche pubblicando i documenti legislativi del Consiglio, prevedendo la redazione e la pubblicazione di verbali ufficiali in sede di organi preparatori del Consiglio, così da registrare le posizioni degli Stati membri, nonché mettendo a disposizione più documenti di trilogo in linea con le raccomandazioni del Mediatore; riconosce gli sforzi del Consiglio volti a migliorare la trasparenza attraverso le modifiche in corso al suo sito web e le attività del gruppo per la trasparenza interna; invita il Consiglio a introdurre ulteriori misure al fine di conseguire una politica di trasparenza efficace che consenta al pubblico di seguire con maggiore facilità il processo legislativo dell'Unione;

22. ricorda le conclusioni della relazione speciale del Mediatore sull'indagine strategica OI/2/2017/TE relativa alla trasparenza del processo legislativo del Consiglio, del febbraio 2018, secondo cui "le attuali prassi del Consiglio costituiscono un caso di cattiva amministrazione"; ricorda il documento informale elaborato nell'ottobre 2019 congiuntamente da Belgio, Danimarca, Estonia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Slovenia, Svezia e Paesi Bassi, sul miglioramento della trasparenza e della responsabilità dell'Unione, che chiede specificamente al Consiglio di accrescere l'apertura nei negoziati di trilogo attraverso la pubblicazione sistematica dei documenti legislativi fondamentali; chiede al Consiglio di tenere seriamente conto di tali raccomandazioni nell'interesse della trasparenza e di riferire in merito al Parlamento;

23. esprime profonda preoccupazione circa le informazioni riferite dai media europei in merito alla sponsorizzazione, da parte di imprese, degli Stati membri che ospitano la presidenza dell'Unione e ribadisce le preoccupazioni espresse al riguardo dai cittadini dell'Unione e dai deputati; riconosce che gli Stati membri dovrebbero finanziare le proprie presidenze e si rammarica del fatto che il ricorso alla sponsorizzazione da parte di imprese al fine di coprire alcune delle loro spese sia diventata negli ultimi anni prassi comune; esprime profonda preoccupazione circa i possibili danni alla reputazione e il rischio di perdita di fiducia che l'Unione, le sue istituzioni e, in particolare, il Consiglio potrebbero patire a causa di tale prassi agli occhi dei cittadini europei; sostiene pienamente la valutazione e la raccomandazione[9] del Mediatore secondo cui il Consiglio dovrebbe fornire orientamenti agli Stati membri sulla questione; raccomanda inoltre vivamente al Consiglio di prevedere l'iscrizione in bilancio delle presidenze; chiede al Consiglio di comunicare tale preoccupazione agli Stati membri, in particolare all'attuale trio di presidenza;

24. chiede che il codice di condotta applicabile al Presidente del Consiglio europeo venga allineato a quello della Commissione e del Parlamento, così da rendere necessaria un'approvazione formale per le attività connesse alla legislazione dell'Unione fino a tre anni dopo la cessazione dell'incarico presso il Consiglio;

25. è profondamente preoccupato per l'attuale prassi in materia di sponsorizzazione delle presidenze del Consiglio da parte di imprese private; ricorda la raccomandazione del Mediatore, del 6 gennaio 2020, di pubblicare orientamenti sulla sponsorizzazione delle presidenze del Consiglio, al fine di attenuare i rischi per la reputazione dell'Unione; osserva che il Consiglio sostiene che la questione della sponsorizzazione è di esclusiva responsabilità del governo dello Stato membro che esercita la presidenza; condivide il parere del Mediatore, ossia che il pubblico non opera distinzioni tra la presidenza del Consiglio e lo Stato membro che esercita la presidenza; chiede al Consiglio di tenere seriamente conto di tali raccomandazioni e di riferire in merito al Parlamento;

26. è profondamente preoccupato per le accuse di conflitto di interessi nei confronti di una serie di rappresentanti degli Stati membri coinvolti nel processo decisionale ad alto livello in materia di politiche e di bilancio; chiede al Consiglio di garantire che i rappresentanti degli Stati membri suscettibili di beneficiare direttamente delle sovvenzioni dell'Unione attraverso le imprese di loro proprietà non partecipino alle pertinenti discussioni e votazioni in materia di politiche o di bilancio; chiede inoltre al Consiglio di unirsi all'appello avanzato dal Parlamento alla Commissione affinché quest'ultima proponga nuove procedure di audit per accelerare le indagini sui casi urgenti e gravi di conflitto di interessi e assicurare che il Parlamento sia adeguatamente informato in merito alle conclusioni dell'audit;

27. si rammarica che, ancora una volta, il Consiglio non abbia risposto alle interrogazioni scritte inviate dal Parlamento e che il Segretario generale del Consiglio non abbia partecipato all'audizione organizzata il 12 novembre 2019 nel contesto del discarico annuale, il che dimostra la persistente e totale mancanza di cooperazione da parte del Consiglio; insiste sul fatto che la spesa del Consiglio deve essere controllata al pari di quella delle altre Istituzioni e sottolinea che gli elementi fondamentali di tale controllo sono stati esposti nelle risoluzioni di discarico degli scorsi anni; ricorda che il Parlamento europeo è l'unica istituzione direttamente eletta dai cittadini dell'Unione e che il suo ruolo nella procedura di discarico è direttamente collegato con il diritto dei cittadini di essere informati sul modo in cui viene utilizzato il denaro pubblico;

Futura cooperazione tra il Consiglio e il Parlamento europeo

28. constata che il ruolo del Parlamento rispetto al discarico del bilancio è stabilito nel trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), nel regolamento finanziario e nel regolamento del Parlamento europeo;

29. osserva che, a norma dell'articolo 319 TFUE, il Parlamento, su raccomandazione del Consiglio, concede il discarico alla Commissione per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione; osserva che il Consiglio detiene un ruolo pienamente riconosciuto quale istituzione che esprime raccomandazioni nell'ambito della procedura di discarico;

30. sottolinea la prerogativa del Parlamento di concedere il discarico a norma degli articoli 316, 317 e 319 TFUE, in linea con l'attuale interpretazione e prassi, e segnatamente di concedere il discarico per ogni rubrica del bilancio singolarmente, al fine di garantire la trasparenza e la responsabilità democratica nei confronti dei contribuenti dell'Unione;

31. ritiene che occorra distinguere tra i diversi ruoli delle rispettive istituzioni nel quadro della procedura di discarico e, di conseguenza, escludere un ruolo equivalente e reciproco delle due istituzioni nell'ambito della procedura annuale di discarico;

32. ricorda che, a norma degli articoli 316 e 335 TFUE, le istituzioni dispongono di autonomia amministrativa e le loro spese sono iscritte in parti separate del bilancio; osserva che, conformemente all'articolo 59 del regolamento finanziario, le istituzioni sono responsabili a titolo individuale dell'esecuzione dei loro bilanci; pone l'accento sull'importanza che le istituzioni agiscano in modo responsabile e professionale nell'esecuzione dei loro rispettivi bilanci;

33. rileva che, nel corso di quasi vent'anni, il Parlamento ha sviluppato la prassi di concedere il discarico a tutte le istituzioni e a tutti gli organi dell'Unione; ricorda che il Parlamento concede il discarico alle istituzioni o agli organismi dell'Unione dopo aver esaminato i documenti pervenuti e le risposte fornite ai questionari scritti e dopo aver ascoltato i rispettivi segretari generali; osserva che tutte le istituzioni e tutti gli organi dell'Unione accettano di partecipare alla procedura di discarico del Parlamento e che l'unica eccezione è rappresentata dal Consiglio; si rammarica che il Consiglio si sia rifiutato di rispondere alle domande poste il 12 novembre 2019 dalla commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento;

34. si compiace che il Consiglio abbia dimostrato la propria disponibilità a giungere a un accordo con il Parlamento sulle modalità di cooperazione nella procedura di discarico;

 

35. si rammarica per la mancanza di cooperazione da parte del Consiglio nella procedura di discarico, che ha indotto il Parlamento a rifiutare di concedere il discarico al Segretario generale del Consiglio dal 2009 a questa parte;

36. sottolinea la necessità di un memorandum d'intesa tra il Consiglio e il Parlamento al fine di trovare soluzioni che risolvano le divergenze di opinioni che da tempo esistono tra il Consiglio e il Parlamento sull'attuale prassi di concedere il discarico.

 

37. è del parere che le risposte ad alcune domande ricorrenti nei questionari inviati alle diverse istituzioni, organi ed agenzie, ad esempio quelle sull'equilibrio di genere e geografico, sul conflitto di interessi, sul lobbismo e la protezione degli informatori, potrebbero eventualmente essere incluse nella relazione di valutazione delle finanze dell'Unione, elaborata conformemente all'articolo 318 TFUE, nella misura in cui tali questioni siano connesse all'esecuzione del bilancio; rammenta che la relazione di cui all'articolo 318 TFUE è esplicitamente menzionata all'articolo 319, paragrafo 1, TFUE come uno dei documenti da esaminare nel contesto della procedura di discarico;

38. rammenta che ciascuna istituzione e ciascun organismo sono tenuti a norma del regolamento finanziario ad adottare le misure opportune per dare seguito alle osservazioni che accompagnano la decisione di discarico del Parlamento europeo e a riferire in merito alle misure adottate a seguito di tali osservazioni; sottolinea che il rifiuto di ottemperare a tale requisito da parte di un'istituzione, dopo essere stata invitata a prendere provvedimenti, può dare adito a un ricorso per carenza a norma dell'articolo 265 TFUE;

39. accoglie con favore le dichiarazioni della vicepresidente designata Věra Jourová e del commissario designato Johannes Hahn durante le rispettive audizioni dinanzi al Parlamento, in cui hanno espresso la loro disponibilità a impegnarsi in tale ambito al fine di contribuire al raggiungimento di una maggiore trasparenza sull'esecuzione del bilancio del Consiglio; fa riferimento alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea in materia di diritto dei contribuenti e dell'opinione pubblica di essere informati sull'impiego delle entrate pubbliche;

40. ritiene che gli impegni assunti dai commissari designati costituiscano un cambiamento positivo di atteggiamento rispetto alla posizione adottata sinora dalla Commissione, espressa nella sua lettera del 23 gennaio 2014, in cui affermava che non bisogna attendersi che la Commissione monitori l'esecuzione dei bilanci delle altre istituzioni;

 

41. chiede al Consiglio di svolgere il suo ruolo specifico e di formulare raccomandazioni di discarico in relazione alle altre istituzioni dell'Unione.


 

 

PARERE DELLA COMMISSIONE PER GLI AFFARI COSTITUZIONALI (5.12.2019)

destinato alla commissione per il controllo dei bilanci

sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2018, sezione II – Consiglio europeo e Consiglio

(2019/2057(DEC))

Relatore per parere: Pascal Durand

 

 

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari costituzionali invita la commissione per il controllo dei bilanci, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che, a norma dell'articolo 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), il Parlamento europeo è l'unica istituzione responsabile della concessione del discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea e che il bilancio del Consiglio costituisce una sezione del bilancio dell'Unione;

B. considerando che, a norma dell'articolo 319 TFUE, il Parlamento dà atto alla Commissione dell'esecuzione del bilancio;

C. considerando che la procedura che consiste nel concedere il discarico separatamente alle singole istituzioni e ai singoli organi dell'Unione rappresenta una prassi consolidata, accettata da tutte le istituzioni ad eccezione del Consiglio, e che tale procedura è stata sviluppata al fine di garantire la trasparenza e la responsabilità democratica nei confronti dei cittadini dell'Unione nonché di intraprendere la necessaria lotta alla frode;

D. considerando che, a norma dell'articolo 319, paragrafo 2, del TFUE, la Commissione deve presentare al Parlamento europeo, su richiesta di quest'ultimo, tutte le informazioni necessarie concernenti l'esecuzione delle spese e il funzionamento dei sistemi di controllo finanziario;

E. considerando che, a norma dell'articolo 100 del regolamento del Parlamento europeo dal titolo "Altre procedure in materia di discarico", le disposizioni che disciplinano la procedura relativa al discarico alla Commissione per l'esecuzione del bilancio, in conformità dell'articolo 319 TFUE, si applicano anche alla procedura relativa al discarico da dare al Presidente del Parlamento europeo per l'esecuzione del bilancio del Parlamento europeo; ai responsabili dell'esecuzione dei bilanci di altre istituzioni e organi dell'Unione europea, quali il Consiglio, la Corte di giustizia dell'Unione europea, la Corte dei conti, il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni; alla Commissione per l'esecuzione del bilancio del Fondo europeo di sviluppo; e agli organi responsabili dell'esecuzione del bilancio di organismi giuridicamente indipendenti che svolgono funzioni dell'Unione;

F. considerando che tutte le istituzioni sono tenute a cooperare per garantire il buon funzionamento della procedura di discarico nel pieno rispetto delle pertinenti disposizioni del TFUE e del diritto derivato; che la mancanza di cooperazione da parte del Consiglio nella procedura di discarico ha indotto il Parlamento a rifiutare di concedere il discarico al Segretario generale del Consiglio dal 2009; che la persistente mancanza di cooperazione da parte del Consiglio rende impossibile l'adozione di una decisione informata in merito alla concessione del discarico da parte del Parlamento, e che, di conseguenza, ciò ha effetti negativi duraturi sulla percezione che i cittadini hanno in merito alla credibilità delle istituzioni dell'Unione e alla trasparenza dell'impiego dei fondi dell'UE; che tale mancanza di cooperazione ha inoltre effetti negativi sul funzionamento delle istituzioni e scredita la procedura di controllo politico della gestione del bilancio quale prevista dai trattati;

G. considerando che, tenendo conto delle relazioni della Corte dei conti europea, la procedura di discarico è utilizzata per esaminare i conti di un'istituzione al fine di verificare la legittimità e la regolarità dell'esecuzione e il rispetto dei principi della sana gestione finanziaria;

1. sottolinea il ruolo del Parlamento nell'ambito della procedura di discarico, quale disciplinato dal trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dal regolamento finanziario, e, nel pieno riconoscimento del ruolo del Consiglio in quanto istituzione che esprime raccomandazioni nell'ambito della procedura di discarico, sottolinea che occorre mantenere una distinzione tra i ruoli diversi svolti dal Parlamento e dal Consiglio al fine di rispettare il quadro istituzionale stabilito dai trattati e dal regolamento finanziario;

2. ricorda che il Parlamento concede il discarico a ciascuna istituzione, organo e agenzia separatamente, dopo aver esaminato la documentazione fornita e le risposte date alle domande del Parlamento e dopo aver sentito i segretari generali delle altre istituzioni; ritiene che, nel contesto del discarico concesso dal Parlamento alla Commissione come previsto dai trattati, la legittimità democratica, la trasparenza e la responsabilità delle altre istituzioni, organi e agenzie dell'Unione sono anch'esse ulteriormente rafforzate;

3. è del parere che le risposte ad alcune domande ricorrenti nei questionari destinati alle diverse istituzioni, organi ed agenzie, ad esempio quelle sull'equilibrio di genere e geografico, sul conflitto di interessi, sul lobbismo e la protezione degli informatori, potrebbero eventualmente essere incluse nella relazione di valutazione delle finanze dell'Unione, elaborata conformemente all'articolo 318 TFUE, nella misura in cui tali questioni siano connesse all'esecuzione del bilancio; rammenta che la relazione di cui all'articolo 318 TFUE è esplicitamente menzionata all'articolo 319, paragrafo 1, TFUE come uno dei documenti da esaminare nel contesto della procedura di discarico;

4. rammenta che ciascuna istituzione, organo e organismo è tenuto a norma del regolamento finanziario ad adottare le misure opportune per dare seguito alle osservazioni che accompagnano la decisione di discarico del Parlamento europeo e a riferire in merito alle misure adottate a seguito di tali osservazioni; sottolinea che il rifiuto di ottemperare a tale requisito da parte di un'istituzione, dopo essere stata invitata a prendere provvedimenti, può dare adito a un ricorso per carenza a norma dell'articolo 265 TFUE;

5. prende atto dei problemi persistenti sottolineati dal Parlamento europeo in merito alla procedura di discarico, dovuti alla mancanza di cooperazione da parte del Consiglio, che ha indotto il Parlamento a rifiutare la concessione del discarico al Segretario generale del Consiglio per gli esercizi finanziari dal 2009 al 2017; ribadisce che il Consiglio deve partecipare pienamente e in buona fede alla procedura annuale di discarico, come fanno le altre istituzioni, per dar prova di trasparenza e rendere pienamente conto ai cittadini dell'Unione in merito ai fondi affidatigli in quanto istituzione dell'Unione; sottolinea la necessità urgente di un protocollo d'intesa tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla fornitura delle informazioni di cui il Parlamento necessita per adottare una decisione informata sul discarico, che rispetti pienamente i rispettivi ruoli delle due istituzioni nella procedura di discarico; plaude ai progressi compiuti finora nei negoziati tra il Parlamento e il Consiglio sul documento informale sulla cooperazione tra il Parlamento e il Consiglio durante la procedura annuale di discarico e invita entrambe le istituzioni a intensificare i propri sforzi al fine di raggiungere un accordo senza indebiti ritardi; ritiene che, in caso di insuccesso dei negoziati con il Consiglio, i negoziati dovrebbero essere estesi alla Commissione, al fine di garantire che il Parlamento riceva, direttamente o tramite la Commissione, le necessarie informazioni sulle modalità con cui il Consiglio esegue il bilancio;

6. accoglie con favore le dichiarazioni della vicepresidente designata Věra Jourová e del commissario designato Johannes Hahn durante le rispettive audizioni dinanzi al Parlamento, in cui hanno espresso la loro disponibilità a impegnarsi in tale ambito al fine di contribuire al raggiungimento di una maggiore trasparenza sull'esecuzione del bilancio del Consiglio; fa riferimento alla giurisprudenza della Corte di giustizia sul diritto dei contribuenti e dell'opinione pubblica di essere informati sull'impiego delle entrate pubbliche;

7. ritiene che gli impegni assunti dai commissari designati costituiscano un cambiamento positivo di atteggiamento rispetto alla posizione adottata sinora dalla Commissione, espressa nella sua lettera del 23 gennaio 2014, in cui affermava che non bisogna attendersi che la Commissione monitori l'esecuzione dei bilanci delle altre istituzioni;

8. suggerisce che, qualora i negoziati su un protocollo d'intesa non siano ripresi rapidamente, il Parlamento insista affinché, nel contesto dei negoziati sul prossimo QFP, sia inserita una clausola di revisione a tempo nella proposta di accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria, in virtù della quale le tre istituzioni si impegnerebbero a definire congiuntamente le modalità pratiche per la condivisione e la fornitura delle informazioni necessarie al Parlamento europeo nel quadro della procedura di discarico, così come ad avviare i negoziati a tal fine senza ritardi;

9. ritiene che, sebbene la situazione attuale possa essere migliorata mediante una cooperazione più efficace tra le istituzioni dell'Unione nel quadro dei trattati, in ultima analisi potrebbe essere presa in considerazione la possibilità di una revisione dei trattati al fine di rendere più chiara la procedura di discarico, dotando il Parlamento della competenza esplicita di concedere il discarico a tutte le istituzioni, organi e organismi individualmente; sottolinea che gli effetti di tali modifiche all'equilibrio interistituzionale quale previsto dai trattati dovrebbero essere attentamente esaminati dalla commissione competente del Parlamento.

 


INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

4.12.2019

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

23

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Gabriele Bischoff, Damian Boeselager, Richard Corbett, Pascal Durand, Daniel Freund, Charles Goerens, Esteban González Pons, Maria Grapini, Laura Huhtasaari, Aileen McLeod, Giuliano Pisapia, Paulo Rangel, Antonio Maria Rinaldi, Domènec Ruiz Devesa, Pedro Silva Pereira, Antonio Tajani, László Trócsányi, Guy Verhofstadt, Loránt Vincze, Rainer Wieland

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Margrete Auken, Vladimír Bilčík, Gilles Boyer, Helmut Scholz

 


 

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

23

+

GUE/NGL

Helmut Scholz

ID

Laura Huhtasaari, Antonio Maria Rinaldi

PPE

Vladimír Bilčík, Esteban González Pons, Paulo Rangel, Antonio Tajani, László Trócsányi, Loránt Vincze, Rainer Wieland

RENEW

Gilles Boyer, Pascal Durand, Charles Goerens, Guy Verhofstadt

S&D

Gabriele Bischoff, Richard Corbett, Maria Grapini, Giuliano Pisapia, Domènec Ruiz Devesa, Pedro Silva Pereira

VERTS/ALE

Damian Boeselager, Daniel Freund, Aileen McLeod

 

0

-

 

 

 

0

0

 

 

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 


 

 

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

19.2.2020

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

23

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Matteo Adinolfi, Olivier Chastel, Caterina Chinnici, Lefteris Christoforou, Luke Ming Flanagan, Isabel García Muñoz, Cristian Ghinea, Monika Hohlmeier, Jean-François Jalkh, Joachim Kuhs, Tsvetelina Penkova, Markus Pieper, Sabrina Pignedoli, Michèle Rivasi, Nico Semsrott, Angelika Winzig, Lara Wolters, Tomáš Zdechovský

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Maria Grapini, David Lega, Marian-Jean Marinescu, Mikuláš Peksa, Ramona Strugariu

Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale

József Szájer

 


 

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

23

+

GUE/NGL

Luke Ming Flanagan

ID

Matteo Adinolfi, Joachim Kuhs

NI

Sabrina Pignedoli

PPE

Lefteris Christoforou, Monika Hohlmeier, David Lega, Marian-Jean Marinescu, Markus Pieper, József Szájer, Angelika Winzig, Tomáš Zdechovský

RENEW

Olivier Chastel, Cristian Ghinea, Ramona Strugariu

S&D

Caterina Chinnici, Isabel García Muñoz, Maria Grapini, Tsvetelina Penkova, Lara Wolters

VERTS/ALE

Mikuláš Peksa, Michèle Rivasi, Nico Semsrott

 

1

-

ID

Jean-François Jalkh

 

0

0

 

 

 

 

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 

 

Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2020
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