RELAZIONE sulla possibilità di garantire un'eredità politica efficace all'Anno europeo del patrimonio culturale
4.11.2020 - (2019/2194(INI))
Commissione per la cultura e l'istruzione
Relatrice: Dace Melbārde
PR_INI
INDICE
Pagina
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
MOTIVAZIONE
INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla possibilità di garantire un'eredità politica efficace all'Anno europeo del patrimonio culturale
Il Parlamento europeo,
– visti il preambolo del trattato sull'Unione europea (TUE), in cui si afferma che i firmatari si ispirano "alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell'Europa" e desiderano "intensificare la solidarietà tra i loro popoli rispettandone la storia, la cultura e le tradizioni", nonché l'articolo 3, paragrafo 3, TUE[1],
– visto l'articolo 167 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE)[2],
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare l'articolo 22[3],
– vista la Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, approvata dalla Conferenza generale dell'UNESCO in occasione della sua trentatreesima sessione il 20 ottobre 2005[4],
– vista la Convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale, approvata dalla Conferenza generale dell'UNESCO in occasione della sua diciassettesima sessione il 16 novembre 1972 (la Convenzione sul patrimonio mondiale)[5],
– vista la Convezione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale approvata dalla Conferenza generale dell'UNESCO in occasione della sua trentaduesima sessione il 17 ottobre 2003[6],
– vista la Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, approvata dalla Conferenza generale dell'UNESCO in occasione della sua trentunesima sessione il 2 novembre 2001[7],
– vista la convenzione dell'Aia del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato[8],
– vista la Convenzione concernente le misure da adottare per evitare e impedire l'illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà di beni culturali, approvata dalla Conferenza generale dell'UNESCO in occasione della sua sedicesima sessione il 14 novembre 1970[9],
– viste le conclusioni del Consiglio sul piano di lavoro per la cultura 2019-2022[10],
– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 22 maggio 2018, su una nuova agenda europea per la cultura (COM(2018)0267)[11],
– vista la relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 28 ottobre 2019, sull'attuazione, sui risultati e sulla valutazione globale dell'Anno europeo del patrimonio culturale 2018 (COM(2019)0548)[12],
– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, dell'11 dicembre 2019, intitolata "Il Green Deal europeo" (COM(2019)0640)[13],
– vista la direttiva 2014/60/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, relativa alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro e che modifica il regolamento (UE) n. 1024/2012[14],
– vista la sua risoluzione dell'8 settembre 2015 sul tema "Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa"[15],
– vista la sua relazione del 23 novembre 2018 sulla nuova agenda europea per la cultura,
– vista la sua risoluzione del 19 settembre 2019 sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa[16],
– viste le conclusioni del Consiglio del 25 novembre 2014 sulla governance partecipativa del patrimonio culturale[17],
– vista la risoluzione del Consiglio del 26 giugno 2000 relativa alla conservazione e valorizzazione del patrimonio cinematografico europeo[18],
– viste le conclusioni del Consiglio del 21 maggio 2014 relative al patrimonio culturale come risorsa strategica per un'Europa sostenibile[19],
– viste le conclusioni del Consiglio dell'8 giugno 2018 sulla necessità di mettere in rilievo il patrimonio culturale in tutte le politiche dell'UE[20],
– vista la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (Convenzione di Faro) del 13 ottobre 2005[21],
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 5 dicembre 2018 intitolato "European Framework for Action on Cultural Heritage" (Un quadro d'azione europeo sul patrimonio culturale) (SWD(2018)0491)[22],
– vista la risoluzione del Consiglio dell'Unione europea e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 22 novembre 2019, sulla dimensione culturale dello sviluppo sostenibile (13956/19)[23],
– vista l'indagine Eurobarometro sul patrimonio culturale (Speciale Eurobarometro 466)[24],
– vista la comunicazione della Commissione del 22 luglio 2014 intitolata "Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa" (COM(2014)0477)[25],
– visto il parere del Comitato delle regioni del novembre 2014 sulla comunicazione della Commissione "Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa", (2015/C 195/04)[26],
– vista la decisione (UE) 2017/864 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, relativa a un Anno europeo del patrimonio culturale (2018)[27],
– vista la raccomandazione della Commissione, del 27 ottobre 2011, sulla digitalizzazione e l'accessibilità in rete dei materiali culturali e sulla conservazione digitale (2011/711/UE)[28],
– vista la dichiarazione di cooperazione per la digitalizzazione del patrimonio culturale del 9 aprile 2019[29],
– vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul programma di lavoro della Commissione 2020 – Un'Unione più ambiziosa (COM(2020)0037)[30],
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo sul contributo delle zone rurali d'Europa all'Anno europeo del patrimonio culturale 2018 a garanzia della sostenibilità e della coesione urbana/rurale (NAT/738-EESC-2018-01641)[31],
– vista la dichiarazione di Davos del 2018 "Verso una cultura della costruzione di qualità per l'Europa"[32],
– vista la dichiarazione di Leeuwarden, del 23 novembre 2018, sul tema "Adaptive Re-use of the Built Heritage" (Riutilizzo adattivo del patrimonio architettonico)[33],
– vista la dichiarazione adottata in occasione della riunione informale dei ministri degli Stati membri responsabili per gli affari culturali ed europei il 3 maggio 2019 dopo l'incendio della cattedrale di Notre-Dame a Parigi[34],
– vista la Convenzione culturale europea del Consiglio d'Europa del 19 dicembre 1954[35],
– visto il Berlin Call to Action (appello ad agire di Berlino) lanciato da Europa Nostra ("Il patrimonio culturale per il futuro dell'Europa") il 22 giugno 2018[36], e il Manifesto di Parigi ("Relançons l'Europe par la culture et le patrimoine culturel!") pubblicato dalla stessa organizzazione il 30 ottobre 2019[37],
– visto lo studio del 2015 intitolato "Cultural Heritage Counts for Europe" (Il patrimonio culturale è importante per l'Europa")[38],
– vista la dichiarazione di Barcellona sul turismo e il patrimonio culturale ("Better Places to Live, Better Places to Visit" – Posti migliori per vivere, posti migliori da visitare) dell'11 ottobre 2018[39],
– visto lo studio del 2018 intitolato "Safeguarding cultural heritage from natural and man-made disasters" (Proteggere il patrimonio culturale dalle catastrofi naturali e provocate dall'uomo)[40],
– visto il documento pubblicato nel 2019 dal Consiglio internazionale per i monumenti e i siti (ICOMOS), e intitolato "European quality principles for EU-funded interventions with potential impact upon cultural heritage" (Principi di qualità per gli interventi finanziati dall'UE che hanno un potenziale impatto sul patrimonio culturale)[41],
– vista la Carta internazionale sulla salvaguardia e il restauro dei monumenti e dei siti (Carta di Venezia 1964)[42],
– vista la Convenzione di Granada del 1985 per la salvaguardia del patrimonio architettonico d'Europa[43],
– vista la Convenzione della Valletta del 1992 per la protezione del patrimonio archeologico europeo[44],
– visto il premio dell'Unione europea per il patrimonio culturale/premio Europa Nostra,
– visti gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare gli obiettivi 4, 11 e 13,
– visto il polo tematico "Cultura, creatività e società inclusiva" del secondo pilastro di Orizzonte Europa[45],
– visto il regolamento (UE) n. 1295/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2013, che istituisce il programma Europa creativa (2014-2020) e che abroga le decisioni n. 1718/2006/CE, n. 1855/2006/CE e n. 1041/2009/CE[46],
– visto il regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio[47],
– visto il regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006[48],
– vista la sua risoluzione, dell'11 settembre 2018, sull'uguaglianza linguistica nell'era digitale[49],
– vista la sua risoluzione, del 13 novembre 2018, sulle norme minime per le minoranze nell'UE[50],
– vista la sua risoluzione dell'11 settembre 2013 sulle lingue europee a rischio di estinzione e la diversità linguistica nell'Unione europea[51],
– visto il regolamento (UE) n. 1291/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020) – Orizzonte 2020 e abroga la decisione n. 1982/2006/CE[52],
– visti gli impegni assunti dalla futura commissaria per l'Innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e i giovani in occasione dell'audizione del 30 settembre 2019 dinanzi al Parlamento europeo,
– visto l'articolo 54 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per la cultura e l'istruzione (A9-0210/2020),
A. considerando che il patrimonio culturale materiale, immateriale, naturale e digitale dell'Europa è una fonte di ricchezza ereditata dal passato che testimonia la storia, la cultura e le tradizioni europee in tutta la loro diversità, si arricchisce costantemente nel tempo e deve essere conservata per essere tramandata alle generazioni future;
B. considerando che il patrimonio culturale europeo è una fonte di ricordi, di memoria collettiva e di conoscenza che rafforza il nostro comune senso di appartenenza;
C. considerando che la cultura e il patrimonio culturale contribuiscono a rafforzare l'identità del singolo, nonché a promuovere la coesione sociale, la stabilità e la comprensione all'interno della società;
D. considerando che il patrimonio culturale rappresenta un valore in sé, e si diversifica su molteplici livelli (locale, regionale, nazionale, europeo e globale) e forme (materiale, immateriale, naturale, digitale e digitalizzata) tra loro interconnessi;
E. considerando che il patrimonio culturale fornisce un importante contributo ai settori culturali e creativi in Europa e altrove;
F. considerando che oltre 300 000 persone in Europa operano nel settore del patrimonio culturale, mentre 7,8 milioni di posti di lavoro in Europa sono indirettamente collegati ad esso;
G. considerando che nel 2018, durante l'Anno europeo del patrimonio culturale, si sono svolti oltre 23 000 eventi che hanno coinvolto più di 12,8 milioni di persone (ossia il 2,5 % della popolazione dell'UE-28)[53] nei vari Stati membri[54];
H. considerando che la visione strategica dell'Anno europeo del patrimonio culturale, espressa dal motto "Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro", rimane valida come principio guida per la sua eredità, finalizzata a costruire legami tra il patrimonio culturale europeo e la produzione culturale attuale, nonché a promuovere la partecipazione dei cittadini europei;
I. considerando che le attività dell'Anno europeo del patrimonio culturale erano incentrate sulla generazione di giovani e su progetti interattivi e creativi;
J. considerando che l'Anno europeo del patrimonio culturale 2018 si è tenuto in un anno caratterizzato da importanti anniversari storici; che nel corso di tale anno si sono svolte numerose celebrazioni ed eventi commemorativi nazionali e internazionali, che hanno lasciato un'impronta significativa sulla mappa culturale europea;
K. considerando che l'Anno europeo del patrimonio culturale può vantare tra i suoi risultati la formazione di una rete europea di soggetti interessati connessi da legami duraturi; che questa rete dovrebbe essere sostenibile e duratura;
L. considerando che le organizzazioni non governative (ONG), locali e paneuropee, insieme alla società civile organizzata, hanno recato un immenso contributo al successo dell'Anno europeo del patrimonio culturale;
M. considerando che secondo l'indagine Eurobarometro sul patrimonio culturale, l'84 % degli intervistati negli Stati membri ritiene importante il patrimonio culturale sia sul piano personale che per la comunità locale; che otto intervistati su dieci (l'80 %) lo ritengono importante per l'Unione europea nel suo complesso;
N considerando che quasi un terzo dei siti inclusi nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO si trova nell'UE-27, tra cui 326 siti culturali, 26 siti naturali e cinque siti misti; che l'Europa nel suo complesso rappresenta quasi la metà di tale lista;
O. considerando che la lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'UNESCO comprende almeno 131 iscrizioni attribuite a paesi dell'UE-27;
P. considerando che l'Europa e il Nord America rappresentano il 52 % delle iscrizioni nel registro internazionale della Memoria del Mondo dell'UNESCO;
Q. considerando che finora 48 siti europei hanno ottenuto il marchio del patrimonio europeo;
R. considerando che, tra i cittadini europei intervistati, quasi nove su dieci (l'88 %) auspicano che il patrimonio culturale europeo divenga oggetto di insegnamento nelle scuole[55];
S. considerando che l'Anno europeo del patrimonio culturale 2018 ha dimostrato che il patrimonio culturale può fornire una base per progetti internazionali che coinvolgono cittadini di tutte le fasce di età e che consentono loro di mettersi in contatto con esperti; che tali progetti si sono rivelati un buon strumento di sensibilizzazione in merito alla storia culturale europea comune;
T. considerando che l'aumento della digitalizzazione offre nuove possibilità e pone nuove sfide ai settori culturali e creativi europei;
U. considerando che il piano di lavoro per la cultura 2019-2022, adottato dal Consiglio il 21 dicembre 2018, indica nella sostenibilità nell'ambito del patrimonio culturale la prima delle cinque priorità della cooperazione europea in materia di politica culturale;
V. considerando che la pandemia di COVID-19 ha perturbato la maggior parte degli eventi culturali e ha gravemente ostacolato la capacità delle persone di visitare, osservare e studiare gran parte del patrimonio culturale europeo e che i mezzi digitali sono spesso l'unico modo possibile per accedervi; che le restrizioni o il divieto di assembramenti ed eventi pubblici, la chiusura di musei e le limitazioni di viaggio hanno avuto conseguenze molto gravi per gli artisti e gli operatori culturali;
W. considerando che, nell'ambito dei negoziati in corso sul QFP 2021-2027, si è aperta una finestra di opportunità per la definizione di condizioni nuove e favorevoli per gli investimenti a favore del patrimonio culturale a titolo dei fondi strutturali e di investimento europei;
Riconoscere il valore del patrimonio culturale
1. ritiene che il patrimonio culturale costituisca una risorsa di inestimabile valore, che ci consente di riflettere sulla storia e di valutarla con sguardo critico e ci aiuta a individuare non solo le differenti memorie, ma anche i fili comuni che ci legano tutti, promuovendo in tal modo la diversità, il dialogo, la coesione, la solidarietà e la comprensione reciproca e arricchendo la conoscenza dei nostri beni materiali, immateriali, naturali e digitali;
2. riconosce il ruolo del patrimonio culturale al fine di stimolare la creatività, l'innovazione e la sostenibilità, nonché sviluppare le capacità intellettuali; ritiene che il patrimonio culturale possa anche essere fonte di ispirazione e fruizione e possa contribuire alle attività ricreative;
3. sottolinea che le lingue favoriscono e promuovono la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale europeo, dal momento che le madrelingue sono vettori di valori e conoscenze e servono spesso a trasmettere il patrimonio culturale immateriale; esorta la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure più incisive per proteggere, sviluppare e promuovere la diversità linguistica nell'era digitale, anche destinando un bilancio sufficiente alle politiche relative alle lingue classificate come a rischio di estinzione e sviluppando tra i cittadini dell'UE la consapevolezza della ricchezza linguistica e culturale rappresentata dalle comunità interessate;
4. ricorda alla Commissione e agli Stati membri la necessità di includere a pieno titolo il patrimonio culturale delle minoranze presenti in Europa nelle riflessioni sul patrimonio europeo, impegnandosi a riconoscerne e a promuoverne il contributo alla ricchezza e alla diversità culturale, linguistica e artistica dell'Unione, adoperandosi per definire e attuare misure concertate e coordinate per la gestione sostenibile e la promozione di tali culture;
5. sottolinea il ruolo degli eventi culturali europei e paneuropei e dei festival culturali tradizionali al fine di sensibilizzare in merito alla ricchezza e alla diversità culturale dell'Europa; incoraggia gli Stati membri a promuovere e a sostenere tali attività e a proteggere le loro tradizioni; esorta la Commissione a prendere in considerazione il finanziamento di tali iniziative;
Istruzione e competenze
6. ribadisce l'importanza di tutti i tipi di istruzione – formale, non formale e informale – relativi al patrimonio culturale e alle discipline umanistiche, tra cui la storia e la filosofia, a tutte le età; ritiene che occorra prestare particolare attenzione agli alunni e agli studenti con disabilità e a quelli provenienti da contesti svantaggiati; insiste sull'importanza di inserire nei programmi scolastici o nelle attività di sostegno ai programmi diverse forme artistiche, tra cui la musica, il cinema e il teatro, la letteratura, il design e l'architettura; ritiene che vari materiali esistenti prodotti in occasione dell'Anno europeo del patrimonio culturale, come il pertinente kit di eTwinning, debbano essere promossi in modo più attivo; invita la Commissione a integrare in modo più completo il patrimonio culturale nella sua strategia per uno spazio europeo dell'istruzione, al fine di aiutare gli studenti a sviluppare un forte senso di cittadinanza europea;
7. ritiene, a tale proposito, che la Casa della storia europea debba essere dotata di finanziamenti adeguati affinché possa diventare un polo di conoscenza e collaborazione per giovani ricercatori, insegnanti e studenti di tutta l'UE e possa anche fungere da strumento per la promozione del patrimonio culturale europeo; ritiene necessario sviluppare ulteriori modalità per promuovere l'accesso alla Casa attraverso, tra le altre cose, visite digitali, in modo che essa possa volgere pienamente il suo ruolo di portale di accesso per consentire a tutte le fasce del pubblico di conoscere le esperienze europee condivise e le loro diverse interpretazioni; incoraggia, a tale proposito, la creazione graduale, in funzione delle capacità finanziarie, di una rete paneuropea di collaborazione di centri nel quadro della Casa;
8. pone in rilievo il ruolo crescente che l'istruzione digitale può svolgere per favorire l'apprendimento nel campo del patrimonio culturale, e l'apprendimento acquisito attraverso il patrimonio culturale; segnala la necessità di elaborare iniziative di e-learning di elevata qualità, compresi i corsi online aperti e di massa (MOOC), per rendere più accessibile l'apprendimento nel campo del patrimonio culturale e promuovere in tutta Europa le competenze relative al patrimonio stesso; ritiene, al riguardo, che il piano d'azione per l'istruzione digitale possa contribuire in modo significativo alla causa e chiede che il proposto aggiornamento del piano includa il sostegno all'istruzione nel campo del patrimonio culturale;
9. manifesta preoccupazione per la crescente carenza di artigiani specializzati, professionisti del restauro ed esperti di patrimonio culturale, e per le difficoltà riscontrate nell'attirare i giovani verso l'apprendimento di questo tipo di competenze sottolinea la mancanza di un approccio sistemico e di meccanismi efficienti quali corsi di formazione sulle tecniche ancestrali per la trasmissione delle competenze e delle conoscenze pertinenti, il che mette a rischio il patrimonio europeo; ritiene che in futuro la conservazione della qualità del patrimonio culturale sarà possibile solo se le competenze e le conoscenze pertinenti saranno pienamente preservate, anche attraverso mezzi digitali, e tramandate; invita pertanto la Commissione a garantire che le future iniziative in merito alla conservazione del patrimonio culturale includano anche il mantenimento delle conoscenze e delle pratiche necessarie a tal fine; ricorda il valore degli scambi e sottolinea, a tale proposito, l'importanza del programma Erasmus +, che consente anche la mobilità degli apprendisti;
10. ribadisce la necessità di migliorare le condizioni socioeconomiche e di lavoro nonché l'equilibrio di genere, e di favorire le opportunità di mobilità per gli operatori e i lavoratori del settore del patrimonio culturale, comprese le persone con disabilità; rileva, a tale proposito, l'importanza del riconoscimento delle qualifiche professionali;
11. sottolinea la necessità di proseguire e rafforzare gli sforzi di sensibilizzazione in merito al valore del patrimonio culturale per l'Europa, nonché di entrare in contatto con i cittadini e con le parti interessate a livello locale; sottolinea l'importanza di una migliore conoscenza del patrimonio culturale europeo al fine di promuovere la coesione sociale e rileva che l'accesso a tali conoscenze favorirebbe, in particolare, l'inclusione sociale e culturale dei cittadini provenienti da un contesto migratorio e delle loro famiglie;
12. accoglie con favore la proposta, avanzata dalla Commissione, di istituire una nuova comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) sulle industrie culturali e creative (ICC) presso l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), che rifletta la diversità sociale e in cui il patrimonio culturale sia considerato anche come fonte di ispirazione per creazioni e soluzioni contemporanee;
Patrimonio culturale digitale
13. riconosce l'importanza del patrimonio culturale digitale, che consente a un numero crescente di persone, comprese le persone provenienti da contesti svantaggiati e persone con disabilità, di godere di opportunità e di un accesso senza pari al materiale culturale; riconosce il peso crescente del patrimonio culturale digitale, in particolare durante le pandemie e i relativi periodi di distanziamento sociale, in cui visite virtuali a musei, mostre, biblioteche digitali ed enciclopedie online, nonché soluzioni digitali simili e strumenti di comunicazione virtuale, danno conforto e sono l'unico mezzo di accesso e interazione con il patrimonio culturale e, più in generale, con la cultura; sottolinea l'importanza di digitalizzare il materiale culturale, non solo per preservarlo a vantaggio delle generazioni future (funzione di archivio) ma anche per facilitare l'accesso al pubblico, rendendo disponibile online il patrimonio culturale;
14. rileva che i pertinenti progressi della tecnologia quali il sondaggio digitale, la modellazione e la stampa 3D, la realtà aumentata, la realtà virtuale e il ruolo dell'intelligenza artificiale e dei Big Data schiudono nuove possibilità, non solo per la raccolta, la conservazione e la visualizzazione del patrimonio culturale, ma anche per la sua elaborazione, analisi e ricostruzione, nonché per lo sviluppo delle relative applicazioni;
15. sottolinea l'importanza del progetto Europeana, che funge da biblioteca digitale, museo, archivio e piattaforma didattica dell'Europa; chiede maggiori sforzi per sviluppare ulteriormente la piattaforma, anche assegnando ad essa finanziamenti adeguati e promuovendola maggiormente presso il grande pubblico e gli insegnanti;
16. esprime l'opinione che il materiale da digitalizzare debba essere selezionato in maniera imparziale per assicurare la credibilità di collezioni e archivi digitali;
17. sottolinea la necessità di promuovere anche l'esistenza e il valore degli archivi digitalizzati, nonché di migliorare le competenze digitali dei cittadini in modo da ampliare la diffusione dei contenuti digitali;
18. ritiene che le enciclopedie online siano una risorsa inestimabile di informazioni verificate e attendibili che consentono l'accesso al patrimonio culturale e svolgono un ruolo nella conservazione e promozione dello stesso, oltre a essere uno strumento essenziale per classificare e fornire un accesso sostenibile al patrimonio culturale nato in forma digitale; è del parere che sarebbe opportuno destinare maggiori risorse alla promozione, allo sviluppo e ai progressi delle enciclopedie online;
19. ribadisce che l'interoperabilità è un presupposto essenziale per rendere utilizzabili e riutilizzabili i contenuti digitali a lungo termine; sottolinea il ruolo delle norme e dei quadri nel disciplinare tale aspetto;
20. invita a una maggiore cooperazione tra gli Stati membri e i settori pertinenti al fine di promuovere, a livello globale, il patrimonio culturale digitalizzato; accoglie con favore la dichiarazione di cooperazione per la digitalizzazione del patrimonio culturale, che è ora stata firmata da quasi tutti gli Stati membri dell'UE;
21. pone in risalto la necessità di elaborare un quadro generale a livello di Unione europea dotato di finanziamenti adeguati, per tutelare e promuovere sia il patrimonio culturale digitalizzato che quello prodotto originariamente in formato digitale; segnala la necessità di strategie nazionali di conservazione, in cui le decisioni di selezione si basino su principi chiaramente definiti e siano applicate secondo un criterio di responsabilità; prende atto dell'inestimabile contributo che i curatori digitali possono apportare per garantire che il patrimonio culturale digitale sia protetto e sia accessibile al pubblico europeo e mondiale in varie lingue; prende atto con interesse dei numerosi progetti di digitalizzazione già realizzati attraverso il FESR e chiede che il prossimo periodo di programmazione consenta la continuità di questo tipo di finanziamento;
22. chiede un aggiornamento completo della raccomandazione della Commissione, del 27 ottobre 2011, sulla digitalizzazione e l'accessibilità in rete dei materiali culturali e sulla conservazione digitale che rifletta i progressi tecnologici, le sfide e le opportunità dell'ultimo decennio; afferma, tuttavia, che l'attenzione sul patrimonio digitale non dovrebbe andare a scapito della protezione del patrimonio culturale materiale e immateriale esistente e delle professioni ad esso correlate;
Potenziale economico e sostenibilità
23. sottolinea il contributo offerto dal settore del patrimonio culturale allo sviluppo economico, dati gli importanti effetti a cascata che si registrano in altri settori economici; ribadisce la forte correlazione tra il patrimonio culturale e lo sviluppo sostenibile;
24. riconosce il ricco potenziale del turismo culturale sostenibile per la creazione di crescita e occupazione nell'UE, già oggi, infatti, quattro turisti su dieci scelgono la propria destinazione in base all'offerta culturale; sottolinea, tuttavia, che la promozione del turismo culturale deve essere effettuata in modo inclusivo per quanto concerne le comunità e le economie locali, gli stili di vita e le tradizioni e deve garantire un equilibrio tra le esigenze economiche, sociali, culturali e ambientali; osserva che l'offerta del patrimonio culturale recupera solo una minima parte del valore economico che genera, il che comporta la necessità di fonti di finanziamento nuove, alternative e stabili per continuare a fungere da catalizzatore per il turismo sostenibile;
25. sottolinea che l'esistenza di siti del patrimonio culturale incoraggia le persone a viaggiare e a conoscere società e culture diverse; ricorda che il 72 % degli intervistati di età compresa tra i 15 e i 24 anni concorda sul fatto che la presenza di patrimonio culturale può influire sulla scelta della destinazione delle vacanze; sottolinea, al riguardo, il ruolo che può svolgere l'iniziativa DiscoverEU; osserva, tuttavia, che l'iniziativa non ha favorito i giovani in egual misura; invita la Commissione a trovare il modo di coinvolgere maggiormente i giovani provenienti da contesti socialmente svantaggiati, dalle zone rurali e periferiche degli Stati membri e dagli Stati membri senza buone connessioni ferroviarie verso gli altri paesi dell'UE;
26. esorta gli Stati membri a mettere a punto validi meccanismi per impedire il sovrasfruttamento del patrimonio culturale, anche da parte di flussi turistici malgestiti; avverte che l'influenza di interessi commerciali a breve termine rischia di compromettere l'autenticità delle pratiche e dei siti culturali, degradandone la qualità; plaude, al riguardo, al lancio del programma "Il patrimonio culturale in azione" che, attraverso l'apprendimento tra pari, mira a contribuire a rafforzare a livello locale e regionale le politiche in materia di patrimonio culturale; sottolinea di essere pronto a monitorare e a sostenere il programma qualora esso dimostri la propria validità;
27. riconosce l'importanza delle capitali europee della cultura nella promozione delle città e delle regioni, poiché costruendo un quadro economico intorno ai loro progetti culturali, artistici e sociali integrano le nozioni di turismo sostenibile e valorizzano il loro patrimonio materiale e immateriale, nonché le loro tradizioni e innovazioni per il bene e l'apprezzamento di tutti i cittadini europei e non solo;
28. raccomanda di intensificare gli sforzi per incoraggiare i viaggi verso le zone rurali e le destinazioni meno note e meno popolari, nonché gli spostamenti in bassa stagione al fine di promuovere la sostenibilità e l'accessibilità del turismo, in particolare per le persone con disabilità e gli anziani; sottolinea il ruolo che il FEASR può svolgere, in particolare con il programma LEADER, a sostegno delle iniziative turistiche locali; chiede che questo programma sia adeguatamente finanziato nel periodo di programmazione 2021-2027;
29. manifesta preoccupazione per l'impatto esercitato sul patrimonio culturale da inquinamento, vandalismo, furti, inadeguata gestione del turismo e sviluppo incontrollato, oltre che dal riscaldamento globale e dai cambiamenti climatici, in particolare a causa della maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi, tra cui piogge torrenziali, ondate di calore, inondazioni, incendi e rischio di vento; sottolinea la necessità di agire, anche attraverso la condivisione delle conoscenze tra gli Stati membri, e invita la Commissione a proporre azioni concrete per preservare e proteggere il patrimonio culturale, alla luce di questi rischi, naturali e provocati dall'uomo;
30. sottolinea il ruolo della società civile e l'importanza e il valore del volontariato per la tutela e persino la scoperta del patrimonio culturale e per metterne in luce l'importanza nonché le conoscenze, le competenze e le energie che i volontari apportano alla causa; invita la Commissione e gli Stati membri a continuare a sostenere azioni in tal senso; prende atto del ruolo che il Corpo europeo di solidarietà può svolgere nel consentire ai giovani di partecipare alla conservazione e al restauro del patrimonio europeo e alla sensibilizzazione su questo tema; accoglie con favore l'invito specifico destinato al patrimonio culturale nell'ambito di tale iniziativa;
31. esprime, inoltre, preoccupazione per le minacce arrecate al patrimonio culturale dal terrorismo sia in Europa che altrove; condanna la distruzione dei siti del patrimonio culturale; ritiene che l'UE debba svolgere un ruolo più attivo nella promozione del restauro, della conservazione e della tutela del patrimonio culturale nel mondo;
32. è del parere che l'UE dovrebbe includere la protezione del patrimonio culturale tra le condizioni per i paesi candidati all'adesione;
33. ribadisce che il traffico e il commercio illecito di oggetti culturali, anche attraverso i canali digitali, rappresenta un grave problema di dimensioni globali, che esige un'azione coordinata non solo tra gli Stati membri, ma anche a livello internazionale; osserva che qualsiasi riflessione sul patrimonio europeo deve anche guardare da una prospettiva nuova alle opere e ai beni culturali che sono stati saccheggiati, rubati o ottenuti illegalmente durante le guerre; ribadisce il proprio sostegno alla promozione attiva della ricerca sulla provenienza nel contesto dell'Anno europeo del patrimonio culturale;
Verso un approccio strategico al patrimonio culturale
34. invita la Commissione ad adottare un approccio maggiormente integrato nei confronti del patrimonio culturale, garantendo la parità di trattamento degli aspetti materiali, immateriali, naturali e digitali e approcciando queste dimensioni quali elementi interconnessi e inseparabili;
35. riconosce il quadro d'azione europeo sul patrimonio culturale; sottolinea che le azioni afferenti al quadro devono essere realizzate e abbinate a risorse adeguate;
36. è del parere che le conclusioni e le raccomandazioni degli studi pertinenti commissionati dalla Commissione dovrebbero riflettersi nelle sue azioni di conservazione del patrimonio culturale;
37. ribadisce la richiesta fatta alla Commissione di creare un portale unico dell'UE, che sarà chiamato "Know Europe", che riunisca le informazioni provenienti da tutti i programmi dell'Unione che finanziano il patrimonio culturale, e di adottare all'interno della Commissione un approccio comune, sulla base di una miglior cooperazione fra i diversi settori di intervento relativi al patrimonio culturale;
38. deplora che il lavoro di comunicazione sul marchio del patrimonio europeo non sia sufficientemente sviluppato e chiede che sia sostenuta l'istituzione di una rete dei siti interessati; ritiene che le località cui è già stato assegnato questo marchio debbano essere promosse e debba essere loro fornito sostegno logistico;
39. invita a una cooperazione strategica tra l'Unione europea e le altre organizzazioni internazionali, in particolare l'UNESCO e il Consiglio d'Europa, al fine di coordinare meglio gli sforzi e le norme comuni volti a preservare e promuovere il patrimonio culturale e a condividere le migliori prassi;
40. rileva che tre quarti dei cittadini europei intervistati sono convinti che le autorità pubbliche dovrebbero destinare risorse più cospicue al patrimonio culturale; segnala la necessità di incrementare i finanziamenti UE a favore delle attività relative al patrimonio culturale;
41. sottolinea la necessità di aumentare i finanziamenti a favore del patrimonio culturale e della cultura in maniera più ampia nel quadro finanziario pluriennale (QFP) post-2020; ribadisce la sua richiesta di raddoppiare il bilancio per il programma Europa creativa e triplicare il bilancio per il programma Erasmus + nel prossimo QFP; sottolinea le potenzialità del programma Europa creativa in termini di costruzione di legami tra arte viva e patrimonio culturale materiale e immateriale; chiede il rafforzamento della dotazione di bilancio per la ricerca sul patrimonio nell'ambito di Orizzonte Europa; sottolinea la necessità di sinergie tra le altre politiche settoriali come pure i fondi strutturali, i diversi programmi dell'Unione, tra cui Orizzonte Europa, Europa creativa e LIFE, e i programmi di finanziamento, al fine di porre veramente in evidenza il patrimonio culturale; osserva l'importanza di aumentare le potenzialità dei fondi strutturali e di investimento europei per quanto riguarda la conservazione del patrimonio culturale; ribadisce la propria posizione secondo cui gli investimenti nelle infrastrutture per il turismo culturale e sostenibile dovrebbero essere considerati quali investimenti su piccola scala e ammissibili al sostegno qualora il cofinanziamento del FESR non superi i 10 milioni di EUR e che, laddove le infrastrutture siano considerate patrimonio culturale mondiale, il massimale dovrebbe essere portato a 20 milioni di EUR;
42. ritiene che il Green Deal europeo debba prevedere azioni tese a mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici sul patrimonio culturale e riconoscere l'importante funzione che il patrimonio culturale può assolvere per la realizzazione degli obiettivi di sostenibilità climatica attraverso l'istruzione, la ricerca e il riadattamento di pratiche tradizionali europee sostenibili;
43. accoglie con favore la risposta rapida e l'espressione di solidarietà, durante la crisi della COVID-19, da parte dei settori culturali e creativi, che hanno reso il patrimonio culturale ampiamente e liberamente accessibile online al pubblico; esprime preoccupazione per l'enorme impatto che le ripercussioni della COVID-19 avranno sul patrimonio culturale e sui settori culturali e creativi; invita la Commissione a effettuare un'analisi completa dell'impatto della pandemia sui settori pertinenti e, in particolare, sul settore del patrimonio culturale; esorta la Commissione e gli Stati membri a offrire un sostegno finanziario adeguato e mirato per alleviare la crisi in questi settori e aiutare le persone che vi lavorano, compreso l'accesso alle prestazioni sociali per coloro che svolgono forme di occupazione atipiche;
44. invita a intensificare gli sforzi per continuare a operare sullo slancio impresso dall'Anno europeo del patrimonio culturale, traducendolo in una duratura eredità politica a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, che a sua volta fornirebbe un contributo positivo sul piano economico, culturale e sociale e contribuirebbe a sviluppare il senso di appartenenza allo spazio culturale europeo per tutti gli europei come pure il senso di responsabilità condivisa per la conservazione, l'arricchimento e la promozione del patrimonio culturale; invita la Commissione a prendere in considerazione la possibilità di organizzare un altro Anno europeo del patrimonio culturale in futuro;
45. chiede che la dimensione culturale dell'integrazione europea, compreso il patrimonio, sia inclusa nei punti strategici all'ordine del giorno della prossima Conferenza sul futuro dell'Europa;
46. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
MOTIVAZIONE
Il patrimonio culturale è la nostra comune fonte di ricchezza che ci è stata tramandata dal passato, viene custodita e utilizzata nel presente e sarà trasmessa alle generazioni future. Il patrimonio culturale ci aiuta a definire la nostra identità e le nostre origini. Da un lato, mette in luce le differenze delle nostre tradizioni, lingue e modi di vita, e, dall'altro, ci serve per identificare il filo comune che ci unisce tutti. Svolge una funzione di valore inestimabile nel recepire e promuovere la diversità, la coesione, la solidarietà e la comprensione.
I cittadini europei sono concordi nell'apprezzare l'importanza del patrimonio culturale. Secondo l'indagine Eurobarometro, l'84 % degli intervistati negli Stati membri ritiene importante il patrimonio culturale sia sul piano personale che per la comunità locale; l'87 % lo giudica importante per la propria regione e il 91 % stima che il patrimonio culturale sia importante per il proprio paese. Inoltre, otto intervistati su dieci (l'80 %) sono convinti che il patrimonio culturale sia importante per l'Unione europea nel suo complesso. Questi valori non registrano differenze sensibili da uno Stato membro all'altro.
Garantire un'eredità politica efficace all'Anno europeo del patrimonio culturale
Per celebrare la diversità e tutti gli aspetti che abbiamo in comune, il 2018 è stato scelto come Anno europeo del patrimonio culturale nell'UE; nel corso dell'anno hanno avuto luogo oltre 23 000 eventi (il marchio "Anno europeo del patrimonio culturale" è stato assegnato a più di 13 000 eventi), che hanno coinvolto 12,8 milioni di persone in tutti gli Stati membri. Gli eventi collegati all'Anno europeo del patrimonio culturale hanno pertanto raggiunto il 2,5 % circa della popolazione dell'UE-28[56].
L'Anno europeo del patrimonio culturale è un'iniziativa sorta dal basso, poiché sono state le organizzazioni della società civile a promuoverne l'avvio e poi a svolgere un ruolo essenziale nella sua preparazione ed attuazione. Tra i risultati più importanti, c'è il fatto che l'Anno europeo del patrimonio culturale è riuscito a imprimere lo slancio necessario e a riunire parti interessate pubbliche e private – in particolare le organizzazioni non governative (ONG) che promuovono il patrimonio culturale a livello locale, regionale o nazionale – formando così un movimento veramente paneuropeo. È essenziale continuare a sfruttare questo slancio per assicurare all'Anno europeo del patrimonio culturale un'eredità politica efficace. Allo stesso modo, è essenziale portare avanti la cooperazione multilaterale avviata nel corso dell'Anno europeo del patrimonio culturale. La relazione sottolinea la necessità di istituire una piattaforma permanente, al cui centro si ponga la società civile organizzata, per la cooperazione e il coordinamento a livello UE delle politiche in materia di patrimonio culturale.
Molto rimane ancora da fare. L'importanza della promozione e della tutela del patrimonio culturale è riconosciuta a livello sia nazionale che europeo, ma è ancora possibile apportare vasti miglioramenti alla cooperazione e al coordinamento tra gli Stati membri a tutti i livelli di governance. Nell'ambito delle istituzioni europee la situazione è analoga. Per quanto riguarda la Commissione europea, la relatrice si rammarica che il testo principale del programma di lavoro 2020[57] della Commissione non menzioni né il patrimonio culturale né, in senso più ampio, la cultura. La Commissione compie un importante lavoro in materia di patrimonio culturale, ma compiti e attività sono sparpagliati tra varie direzioni generali (DG). La presente relazione ribadisce l'invito del Parlamento ad adottare un approccio comune nell'ambito della Commissione, migliorando la cooperazione tra i diversi settori di intervento connessi al patrimonio culturale.
La relatrice invita la Commissione ad adottare un approccio maggiormente integrato nei confronti del patrimonio culturale, considerando gli aspetti materiali, immateriali, naturali e digitali quali elementi interconnessi e inseparabili. La Commissione deve basarsi sul quadro d'azione europeo sul patrimonio culturale, e migliorare la cooperazione tra i diversi settori d'intervento concernenti il patrimonio culturale.
Anche i finanziamenti dell'UE al patrimonio culturale procedono in ordine sparso, giacché sono disponibili, tramite i Fondi strutturali e d'investimento europei, vari programmi tra cui Europa creativa, Orizzonte Europa, Erasmus+ e il prossimo programma Europa digitale. La relazione ribadisce le richieste avanzate dal Parlamento alla Commissione, per l'istituzione di un portale unico dell'UE che riunisca le informazioni provenienti da tutti i programmi dell'UE che finanziano il patrimonio culturale. La relatrice inoltre invita a creare sinergie tra le altre politiche settoriali nonché tra i vari programmi e piani di finanziamento dell'UE per mettere veramente in rilievo il patrimonio culturale.
In tale contesto, la relatrice giudica essenziale garantire un bilancio adeguato ai programmi Erasmus+ ed Europa creativa, che rischiano drastici tagli. Più in generale, il quadro finanziario pluriennale (QFP) ha bisogno di fondi sufficienti, soprattutto alla luce delle nuove iniziative, e in particolare del Green Deal europeo. Nei negoziati per il QFP è sterile concentrarsi sulla soglia dell'1,00 % del RNL dell'UE, se vogliamo puntare alla realizzazione delle accresciute ambizioni dell'UE.
Istruzione e competenze
La relatrice sottolinea l'importanza dell'istruzione nel campo della storia e del patrimonio culturale e rileva la necessità di rafforzare il nesso tra patrimonio culturale e settori educativi. L'istruzione digitale e soprattutto i corsi online aperti su ampia scala, nonché altre iniziative di e-learning dedicate al patrimonio culturale, possono assolvere una funzione importante poiché sono in grado di raggiungere un pubblico assai più vasto soprattutto nelle regioni più remote.
Allo stesso tempo, la relatrice segnala la crescente carenza di professionisti del restauro, portatori di preziosissime competenze per la conservazione, la protezione e il mantenimento dei siti del patrimonio culturale. Nella situazione attuale, la carenza di artigiani specializzati ed esperti di patrimonio culturale – un problema destinato prevedibilmente ad aggravarsi nei prossimi decenni a causa dell'invecchiamento della popolazione – può provocare una diminuzione delle attività connesse al patrimonio culturale, anche per quanto riguarda la conservazione, la ricerca e l'insufficiente promozione della causa del patrimonio culturale. È importante garantire maggiori finanziamenti all'istruzione nel campo del patrimonio culturale, insistendo soprattutto sulla necessità di attirare in questo settore nuovi professionisti.
Patrimonio culturale digitale
La relatrice desidera mettere in rilievo, in particolare, data la sua crescente importanza, il problema del patrimonio culturale digitale. La relazione sottolinea la necessità di elaborare un quadro generale a livello UE, dotato di finanziamenti adeguati per la promozione e la protezione del patrimonio digitale, in quanto gli sforzi attuali si sono dimostrati frammentati e insufficienti. Inoltre la raccomandazione della Commissione sulla digitalizzazione e l'accessibilità in rete dei materiali culturali e sulla conservazione digitale, risalente al 27 ottobre 2011, è ormai obsoleta e necessita di una revisione per rispecchiare meglio le nuove opportunità, ma anche le sfide, proposte dal progresso tecnologico.
La relazione ha cercato di distinguere tra patrimonio digitalizzato e patrimonio prodotto originariamente in formato digitale poiché a ciascuno dei due aspetti si applicano priorità differenti. Per quanto riguarda il primo, la relazione rimarca l'importanza di rendere disponibili online i contenuti digitalizzati, per ampliarne l'accesso. La relatrice sottolinea inoltre la necessità di selezionare in maniera imparziale il materiale da digitalizzare, per assicurare la credibilità di collezioni e archivi digitali. La relatrice invita poi a intensificare la collaborazione tra gli Stati membri, nonché tra i settori pertinenti, per promuovere in generale il patrimonio culturale digitalizzato, garantendo tra l'altro l'interoperabilità di questi archivi che devono rimanere di dominio pubblico. Si noti a tal proposito che la dichiarazione di cooperazione per la digitalizzazione del patrimonio culturale è stata firmata fino ad oggi da gran parte degli Stati membri ma non da tutti.
Per quanto riguarda il patrimonio prodotto originariamente in formato digitale, è essenziale avviare un'azione a tutto campo per la sua tutela. In tale contesto occorrono meticolose strategie nazionali di conservazione, in cui le decisioni di selezione si basino su principi chiaramente definiti e applicati secondo un criterio di responsabilità. Ancora, il miglioramento delle competenze digitali del pubblico è un prerequisito per ampliare la diffusione dei contenuti digitali. La relatrice sottolinea l'importanza del progetto Europeana, che funge da piattaforma didattica, museo, archivio e biblioteca digitale.
Potenziale economico e sostenibilità
Il settore del patrimonio culturale rappresenta un importante volano di crescita e occupazione, giacché conta in Europa 300 000 addetti, mentre in tutto il continente i posti di lavoro indirettamente collegati ad esso sono 7,8 milioni[58]. L'effetto moltiplicatore che il settore, secondo le stime, esercita sull'occupazione è particolarmente elevato, collocandosi al 26,7, valore superiore a quello di molti altri settori[59]. Il turismo culturale, in particolare, è un importante generatore di crescita nell'UE: quattro turisti su 10 scelgono la propria destinazione sulla base dell'offerta culturale.
La relatrice sottolinea tuttavia che il potenziale economico del settore del patrimonio culturale non deve concretizzarsi a spese della sua sostenibilità, e segnala che l'influenza di interessi commerciali a breve termine rischia di compromettere l'autenticità dei siti culturali degradandone la qualità. La relazione mette in guardia contro l'impatto esercitato sul patrimonio culturale da inquinamento, vandalismo, furti, inadeguata gestione del turismo di massa, oltre che dal riscaldamento globale e dai cambiamenti climatici. Invita la Commissione a elaborare e presentare azioni concrete per conservare e proteggere il patrimonio culturale, alla luce di questi rischi, naturali e provocati dall'uomo.
Per promuovere la sostenibilità, si raccomanda di intensificare gli sforzi per incoraggiare i viaggi verso le destinazioni meno note e meno popolari e le zone rurali, nonché gli spostamenti in bassa stagione. La relatrice nota con soddisfazione il ruolo svolto dagli Itinerari culturali europei, dalle Destinazioni europee di eccellenza (EDEN) e dall'iniziativa Capitale europea del turismo intelligente[60], in quanto esempi positivi di promozione della sostenibilità e di accessibilità nel settore turistico. La relatrice invita la Commissione a ispirarsi alla dichiarazione di Barcellona "Posti migliori per vivere, posti migliori da visitare" per elaborare strategie e azioni nel campo del turismo culturale sostenibile.
La relazione ribadisce che il traffico illecito di oggetti culturali rappresenta un grave problema di dimensioni globali, che esige un'azione coordinata non solo tra gli Stati membri, ma anche a livello internazionale. La relatrice esprime preoccupazione per le minacce recate al patrimonio culturale dal terrorismo sia in Europa che altrove. È essenziale che l'Unione europea svolga un ruolo più attivo nella promozione di restauri, conservazione e protezione del patrimonio culturale, non solo entro i confini dell'UE ma anche nel resto del mondo.
Conclusioni
Il patrimonio culturale è un valore in sé: questo è uno degli aspetti che la presente relazione ha cercato di porre in rilievo. Di conseguenza le discussioni sul patrimonio culturale non dovrebbero concentrarsi solo sul suo contributo ad altri settori – senza dubbio di grande rilevanza – ma anche su ciò che noi, nelle nostre società e nel complesso dell'Unione europea, possiamo fare per promuovere e proteggere il patrimonio culturale. Un aumento dei finanziamenti è la risposta più ovvia. In effetti, quasi tre quarti dei cittadini europei intervistati ritengono che le autorità pubbliche dovrebbero destinare maggiori risorse al patrimonio culturale. Tuttavia l'introduzione di una strategia integrata dell'UE per il patrimonio culturale è altrettanto, se non più, importante, per assicurare a questo patrimonio quell'indispensabile riconoscimento che finora è mancato.
Un'eredità politica efficace per l'Anno europeo del patrimonio culturale consisterebbe nel consolidamento degli sforzi attuali, in un coordinamento più deciso delle attività – a livello non solo degli Stati membri e delle istituzioni dell'UE ma anche della società civile organizzata – oltre che nell'introduzione delle necessarie sinergie tra le parti interessate, le strategie, i progetti e i programmi di finanziamento. In tal modo l'Unione europea si collocherà in una posizione assai migliore per tutelare e promuovere positivamente il patrimonio culturale in tutta Europa e altrove, concretizzandone pienamente i benefici sociali, economici e ambientali, quali strumenti per realizzare le sue principali priorità e i suoi obiettivi strategici.
INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
27.10.2020 |
|
|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
26 0 3 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Isabella Adinolfi, Christine Anderson, Andrea Bocskor, Vlad-Marius Botoş, Ilana Cicurel, Gilbert Collard, Gianantonio Da Re, Laurence Farreng, Tomasz Frankowski, Romeo Franz, Hannes Heide, Irena Joveva, Petra Kammerevert, Niyazi Kizilyürek, Predrag Fred Matić, Dace Melbārde, Victor Negrescu, Niklas Nienaß, Peter Pollák, Marcos Ros Sempere, Domènec Ruiz Devesa, Andrey Slabakov, Massimiliano Smeriglio, Michaela Šojdrová, Sabine Verheyen, Salima Yenbou, Theodoros Zagorakis, Milan Zver |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Pernando Barrena Arza |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
26 |
+ |
PPE |
Andrea Bocskor, Tomasz Frankowski, Peter Pollák, Michaela Šojdrová, Sabine Verheyen, Theodoros Zagorakis, Milan Zver |
S&D |
Hannes Heide, Petra Kammerevert, Predrag Fred Matić, Victor Negrescu, Marcos Ros Sempere, Domènec Ruiz Devesa, Massimiliano Smeriglio |
RENEW |
Vlad-Marius Botoş, Ilana Cicurel, Laurence Farreng, Irena Joveva |
VERTS/ALE |
Romeo Franz, Niklas Nienaß, Salima Yenbou |
ECR |
Dace Melbārde, Andrey Slabakov |
GUE/NGL |
Pernando Barrena Arza, Niyazi Kizilyürek |
NI |
Isabella Adinolfi |
0 |
- |
|
|
3 |
0 |
ID |
Christine Anderson, Gilbert Collard, Gianantonio Da Re |
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
- [1]https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2012:326:FULL:IT:PDF
- [2]https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A12008E167
- [3]https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:12012P/TXT&from=IT
- [4] https://en.unesco.org/creativity/convention.
- [5] http://whc.unesco.org/archive/convention-en.pdf.
- [6] https://ich.unesco.org/doc/src/2003_Convention_Basic_Texts-_2018_version-EN.pdf.
- [7] https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000126065.locale=en.
- [8] https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000082464.locale=en.
- [9] https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000133378.locale=en.
- [10]http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-13948-2018-INIT/it/pdf#http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-13948-2018-INIT/it/pdf
- [11]https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52018DC0267&from=IT
- [12]https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52019DC0548&from=IT
- [13] https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:b828d165-1c22-11ea-8c1f-01aa75ed71a1.0002.02/DOC_1&format=PDF.
- [14] GU L 159 del 28.5.2014, pag. 1.
- [15] GU C 316 del 22.9.2017, pag. 88.
- [16] Testi approvati, P9_TA(2019)0021.
- [17] GU C 463 del 23.12.2014, pag. 1.
- [18] GU C 193 dell'11.7.2000, pag. 1.
- [19] GU C 183 del 14.6.2014, pag. 36.
- [20] GU C 196 dell'8.6.2018, pag. 20.
- [21]https://www.coe.int/it/web/conventions/full-list/-/conventions/rms/0900001680083746
- [22] https://ec.europa.eu/culture/sites/culture/files/library/documents/staff-working-document-european-agenda-culture-2018.pdf.
- [23]https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-13956-2019-INIT/it/pdf
- [24] https://ec.europa.eu/commfrontoffice/publicopinion/index.cfm/ResultDoc/download/DocumentKy/80882.
- [25]https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52014DC0477&from=IT
- [26] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52014IR5515&from=IT
- [27] GU L 131 del 20.5.2017, pag. 1.
- [28] GU L 283 del 29.10.2011, pag. 39.
- [29] https://ec.europa.eu/newsroom/dae/document.cfm?doc_id=58564.
- [30] GU C 196 dell'8.6.2018, pag. 20.
- [31]https://webapi2016.eesc.europa.eu/v1/documents/EESC-2018-01641-00-01-AC-TRA-IT.docx/content
- [32] https://davosdeclaration2018.ch/media/Brochure_Declaration-de-Davos-2018_WEB_2.pdf.
- [33] https://www.ace-cae.eu/uploads/tx_jidocumentsview/LEEUWARDEN_STATEMENT_FINAL_EN-NEW.pdf
- [34] https://www.diplomatie.gouv.fr/en/french-foreign-policy/europe/news/article/declaration-adopted-during-the-informal-meeting-of-european-union-member-state.
- [35] https://www.coe.int/it/web/conventions/full-list/-/conventions/rms/090000168006457e
- [36] https://www.europanostra.org/wp-content/uploads/2018/09/Berlin-Call-Action-Eng.pdf
- [37] https://www.europanostra.org/wp-content/uploads/2019/11/Paris-Manifesto_English.pdf
- [38] http://blogs.encatc.org/culturalheritagecountsforeurope/wp-content/uploads/2015/06/CHCfE_FULL-REPORT_v2.pdf.
- [39]https://onedrive.live.com/?authkey=%21ALGmRQscySOLV5Q&cid=19E1928B8C6B7F5A&id=19E1928B8C6B7F5A%21157090&parId=19E1928B8C6B7F5A%21105860&o=OneUp.
- [40] https://op.europa.eu/portal2012-portlet/html/downloadHandler.jsp?identifier=8fe9ea60-4cea-11e8-be1d-01aa75ed71a1&format=pdf&language=en&productionSystem=cellar&part=.
- [41] http://openarchive.icomos.org/2083/1/European_Qualit/y_Principles_2019_EN.PDF.
- [42] https://www.icomos.org/charters/venice_e.pdf.
- [43]https://rm.coe.int/CoERMPublicCommonSearchServices/DisplayDCTMContent?documentId=090000168007a087.
- [44]https://www.coe.int/it/web/conventions/full-list/-/conventions/rms/090000168007bd25
- [45]https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/research_and_innovation/strategy_on_research_and_innovation/presentations/horizon_europe_en_investing_to_shape_our_future.pdf.
- [46] GU L 347 del 20.12.2013, pag. 221.
- [47] GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320.
- [48] GU L 347 del 20.12.2013, pag. 289.
- [49] Testi approvati, P8_TA(2018)0332.
- [50] Testi approvati, P8_TA(2018)0447.
- [51] GU C 93 del 9.3.2016, pag. 52.
- [52] GU L 347 del 20.12.2013, pag. 104.
- [53] Calcoli basati su: https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Population_and_population_change_statistics
- [54] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52019DC0548&from=IT , pag. 4.
- [55]https://ec.europa.eu/commfrontoffice/publicopinion/index.cfm/ResultDoc/download/DocumentKy/80882 , pag. 68.
- [56] Calcoli basati su https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Population_and_population_change_statistics
- [57] https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar%3A7ae642ea-4340-11ea-b81b-01aa75ed71a1.0002.02/DOC_1&format=PDF
- [58] http://blogs.encatc.org/culturalheritagecountsforeurope/wp-content/uploads/2015/06/CHCfE_FULL-REPORT_v2.pdf
- [59] http://blogs.encatc.org/culturalheritagecountsforeurope/wp-content/uploads/2015/06/CHCfE_FULL-REPORT_v2.pdf
- [60] https://smarttourismcapital.eu