RELAZIONE sulla prospettiva di genere nella crisi COVID-19 e nel periodo successivo alla crisi

20.11.2020 - (2020/2121(INI))

Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere
Relatrice: Frances Fitzgerald


Procedura : 2020/2021(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A9-0229/2020


PR_INI

INDICE

Pagina

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

MOTIVAZIONE

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

 



PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla prospettiva di genere nella crisi COVID-19 e nel periodo successivo alla crisi

(2020/2121(INI))

Il Parlamento europeo,

 visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE) e gli articoli 6, 8 e 153 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

 visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

 visto il pilastro europeo dei diritti sociali, in particolare i principi 2, 3, 5, 9, 10, 16 e 20,

 vista l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il principio del "non lasciare indietro nessuno" e in particolare l'obiettivo 1, che mira a mettere fine alla povertà, l'obiettivo 3, che mira a garantire alle persone la possibilità di una vita sana, l'obiettivo 5, che mira a conseguire l'uguaglianza di genere e a migliorare le condizioni di vita delle donne, e l'obiettivo 8, che mira a realizzare una crescita economica sostenibile,

 vista la convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) del 18 dicembre 1979,

 visto l'articolo 6 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, del 3 maggio 2008,

 viste le direttive europee adottate dal 1975 in poi sui diversi aspetti della parità di trattamento tra uomini e donne (direttiva 79/7/CEE[1], direttiva 86/613/CEE[2], direttiva 92/85/CEE[3], direttiva 2004/113/CE[4], direttiva 2006/54/CE[5], direttiva 2010/18/UE[6] e direttiva 2010/41/UE[7]),

 vista la direttiva (UE) 2019/1158 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio[8],

 vista la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul),

 vista la comunicazione della Commissione, del 5 marzo 2020, dal titolo "Un'Unione dell'uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025" (COM(2020)0152),

 visto il documento di lavoro congiunto dei servizi della Commissione, del 21 settembre 2015, dal titolo "Gender Equality and Women's Empowerment: Transforming the Lives of Girls and Women through EU External Relations 2016-2020" (Parità di genere ed emancipazione femminile: trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020) (SWD(2015)0182),

 vista la proposta di decisione del Consiglio, del 4 marzo 2016, relativa alla conclusione da parte dell'Unione europea della convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (COM(2016)0109),

 vista la sua risoluzione del 13 febbraio 2020 sulle priorità dell'UE in vista della 64a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile[9],

 vista la sua risoluzione del 30 gennaio 2020 sul divario retributivo di genere[10],

 vista la sua risoluzione del 13 febbraio 2019 sull'attuale regresso dei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere nell'UE[11],

 vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sull'adesione dell'UE alla Convenzione di Istanbul e altre misure per combattere la violenza di genere[12],

  vista la sua risoluzione del 15 novembre 2018 sui servizi di assistenza nell'UE per una migliore parità di genere[13],

 vista la sua risoluzione del 29 novembre 2018 sulla situazione delle donne con disabilità[14],

 vista la sua risoluzione del 17 aprile 2018 sull'emancipazione delle donne e delle ragazze attraverso il settore digitale[15],

 vista la sua risoluzione del 16 gennaio 2018 sulle donne, le pari opportunità e la giustizia climatica[16],

 vista la sua risoluzione del 3 ottobre 2017 sull'emancipazione economica delle donne nel settore pubblico e privato nell'UE[17],

 vista la sua risoluzione del 14 giugno 2017 sulla necessità di una strategia dell'Unione europea per eliminare e prevenire il divario tra le pensioni degli uomini e delle donne[18],

 vista la sua risoluzione del 14 marzo 2017 sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea nel 2014-2015[19],

 vista la sua risoluzione del 4 aprile 2017 sulle donne e il loro ruolo nelle zone rurali[20],

 vista la sua risoluzione del 14 febbraio 2017 sulla promozione della parità di genere nella salute mentale e nella ricerca clinica[21],

 vista la sua risoluzione dell'8 marzo 2016 sulla situazione delle donne rifugiate e richiedenti asilo nell'Unione europea[22],

 vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2016 sui fattori esterni che rappresentano ostacoli all'imprenditoria femminile europea[23],

 vista la sua risoluzione del 9 settembre 2015 sulla carriera professionale delle donne in ambito scientifico e accademico e sui "soffitti di cristallo" incontrati[24],

 vista la sua risoluzione del 9 giugno 2015 sulla strategia dell'Unione europea per la parità tra donne e uomini dopo il 2015[25],

 viste le conclusioni del Consiglio del 10 dicembre 2019 sul tema "Parità di genere nelle economie dell'UE: prospettive per il futuro",

 vista la relazione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) dal titolo "COVID-19 and the world of work. Fourth edition" (COVID-19 e mondo del lavoro. Quarta edizione), pubblicata il 27 maggio 2020,

 vista l'analisi dell'OIL dal titolo "Sectoral impact, responses and recommendations related to COVID-19" (Impatto settoriale, risposte e raccomandazioni riguardo alla COVID-19),

 vista la relazione dell'OCSE dal titolo "Women at the core of the fight against COVID-19" (Le donne al centro della lotta contro la COVID-19), pubblicata nell'aprile 2020,

 visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 6 marzo 2019 dal titolo "2019 Report on equality between women and men" (Relazione del 2019 sulla parità tra donne e uomini) (SWD(2019)0101),

 vista la relazione di UN Women dal titolo "The Impact of COVID-19 on Women" (L'impatto della COVID-19 sulle donne), pubblicata il 9 aprile 2020,

 vista la relazione di UN Women intitolata "From Insights to Action: Gender Equality in the Wake of COVID-19" (Dalla comprensione all'azione: la parità di genere dopo la COVID-19), pubblicata il 2 settembre 2020,

 vista la pubblicazione di UN Women intitolata "Online and ICT* facilitated violence against women and girls during COVID-19" (La violenza online e agevolata dalle TIC* nei confronti delle donne e delle ragazze nel contesto della COVID-19),

 vista la relazione del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) dal titolo "Impact of the COVID-19 Pandemic on Family Planning and Ending Gender-based Violence, Female Genital Mutilation and Child Marriage" (Impatto della pandemia di COVID-19 sulla pianificazione familiare e l'eliminazione della violenza di genere, delle mutilazioni genitali femminili e dei matrimoni infantili), pubblicata il 27 aprile 2020,

 vista la dichiarazione dell'UNFPA dal titolo "Millions more cases of violence, child marriage, female genital mutilation, unintended pregnancy expected due to the COVID-19 pandemic"(Previsti milioni di altri casi di violenza, matrimoni infantili, mutilazioni genitali femminili e gravidanze indesiderate a causa della pandemia di COVID-19), pubblicata il 28 aprile 2020,

 vista la dichiarazione del 24 marzo 2020 della presidente del Gruppo di esperti del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO), Marceline Naudi, sulla necessità di far rispettare le norme della Convenzione di Istanbul durante una pandemia,

 vista la relazione del Centro comune di ricerca (JRC) dal titolo "How will the COVID-19 crisis affect existing gender divides in Europe?" (Quali saranno gli effetti della crisi COVID-19 sulle divisioni di genere esistenti in Europa?),

 visto l'indice sull'uguaglianza di genere 2019 dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), pubblicato il 15 ottobre 2019,

 vista la relazione dell'EIGE dal titolo "Tackling the gender pay gap: not without a better work-life balance" (Affrontare il divario retributivo di genere: non senza un migliore equilibrio tra attività professionale e vita familiare), pubblicata il 29 maggio 2019,

 vista la relazione dell'EIGE dal titolo "Beijing +25: the fifth review of the implementation of the Beijing Platform for Action in the EU Member States" (Pechino +25: quinto riesame dell'attuazione della Piattaforma d'azione di Pechino negli Stati membri dell'UE), pubblicata il 5 marzo 2020,

 visto l'insieme di dati del 2020 per l'indagine di Eurofound intitolata "Living, Working and COVID-19" (Vita, lavoro e COVID-19),

 vista l'indagine dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) dal titolo "A long way to go for LGBTI equality" (Una lunga strada da percorrere per l'uguaglianza della comunità LGBTI), pubblicata il 14 maggio 2020,

 vista la relazione della FRA dal titolo "A persisting concern: anti-Gypsyism as a barrier to Roma inclusion" (Una preoccupazione costante: l'antiziganismo, un ostacolo all'inclusione dei rom), pubblicata il 5 aprile 2018,

 vista la relazione della FRA dal titolo "La violenza contro le donne: un'indagine a livello di Unione europea", pubblicata il 5 marzo 2014,

 visto il documento programmatico di ILGA Europe intitolato "COVID-19: domestic violence against LGBTI people" (COVID-19: violenza domestica contro le persone LGBTI),

 vista la pubblicazione della Lobby europea delle donne dal titolo "Putting equality between women and men at the heart of the response to COVID-19 across Europe" (La parità tra donne e uomini deve essere il fulcro della risposta alla COVID-19 in tutta Europa),

 vista la pubblicazione della rete europea IPPF intitolata "How to address the impact on women, girls and vulnerable groups and their sexual and reproductive safety" (Come affrontare l'impatto sulle donne, le ragazze e i gruppi vulnerabili e sulla loro sicurezza sessuale e riproduttiva),

 visto il documento programmatico della Lobby europea delle donne dal titolo "Walk-the-talk: EU funds must mirror women's equality" (Dalle parole ai fatti: i fondi dell'UE devono rispecchiare la parità delle donne),

 visto il documento programmatico della Lobby europea delle donne dal titolo "Women must not pay the price for COVID-19!" (Non devono essere le donne a pagare il prezzo per la COVID-19),

 visto lo studio della professoressa Sabine Oertelt-Prigione dal titolo "The impact of sex and gender in the COVID-19 pandemic" (Impatto del sesso e del genere nella pandemia di COVID-19), pubblicato il 27 maggio 2020,

 vista la relazione congiunta del Forum parlamentare europeo per i diritti sessuali e riproduttivi (EPF) e della rete europea della Federazione internazionale per la genitorialità pianificata (IPPF EN) intitolata "Sexual and Reproductive Health and Rights during the COVID-19 pandemic" (La salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti durante la pandemia di COVID-19), pubblicata il 22 aprile 2020,

 visto l'articolo 54 del suo regolamento,

 vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A9-0229/2020),

A. considerando che la crisi COVID-19 e le sue conseguenze hanno chiare prospettive di genere dato che colpiscono le donne e gli uomini in modo diverso e hanno messo in evidenza le disuguaglianze e le lacune esistenti in relazione alla parità di genere e ai diritti delle donne; che pertanto è necessaria una risposta attenta alla prospettiva di genere;

B. considerando che la COVID-19 colpisce i vari gruppi sociali in modi diversi e con un'intensità variabile, compresi le donne e gli uomini, i giovani, gli anziani, le persone con disabilità, le vittime di violenza di genere e violenza domestica, le persone provenienti da contesti socioeconomici diversi, i bambini, i genitori soli e i gruppi minoritari, tra cui i rom, le persone LGBTQI+ e le donne rifugiate e migranti, e che inoltre presenta implicazioni intersettoriali; che le donne e le ragazze saranno colpite in modo sproporzionato nel breve, medio e lungo termine e che la pandemia ha aggravato le disuguaglianze di genere strutturali esistenti, in particolare per le ragazze e le donne provenienti da gruppi emarginati;

C. considerando che le cifre ufficiali sulla mortalità evidenziano che il tasso di mortalità dovuta al virus per gli uomini è maggiore rispetto a quello per le donne, mentre le donne sono maggiormente a rischio di contrarre il virus a causa della loro presenza sproporzionatamente elevata tra i lavoratori in prima linea nei settori essenziali durante la crisi attuale;

D. considerando che l'UE e gli Stati membri non erano preparati a una tale crisi sanitaria; che l'accesso all'assistenza sanitaria senza discriminazioni è un diritto umano fondamentale; che i preesistenti ostacoli all'accesso ai servizi di assistenza essenziali sono stati fortemente aggravati dalla crisi sanitaria; che in seguito alla cancellazione o al rinvio dei servizi sanitari "non essenziali", è emerso un ritardo, e talvolta ostacoli, nell'accesso all'assistenza essenziale in caso di prestazioni urgenti, anche per le donne; che, a tale proposito, l'accesso all'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva e ai servizi connessi è stato ostacolato con gravi conseguenze e che in alcuni Stati membri sono stati compiuti tentativi a livello giuridico per limitare il diritto a un aborto sicuro e legale; che le necessità primarie delle donne includono l'accesso all'assistenza alla maternità e a un parto sicuro, la disponibilità di contraccettivi, l'aborto sicuro e i servizi di fecondazione artificiale nonché disposizioni per la gestione clinica in caso di stupro; che, poiché i sistemi sanitari nazionali attraversano una fase straordinaria e i beni e i servizi essenziali sono più limitati durante la crisi, le donne e le ragazze rischiano di perdere il proprio diritto fondamentale ai servizi sanitari; che gli sforzi volti a contenere il contagio possono sottrarre risorse ai servizi sanitari ordinari e rendere più difficoltoso il già limitato accesso ai servizi connessi alla salute sessuale e riproduttiva;

E. considerando che segnalazioni e dati provenienti da vari Stati membri durante e dopo il periodo di confinamento indicano un aumento preoccupante delle violenze domestiche e fondate sul genere, comprese la violenza fisica, la violenza psicologica, il controllo coercitivo e la violenza cibernetica; che la violenza non è una questione privata, ma una preoccupazione della società; che le misure di confinamento rendono più difficile la ricerca di aiuto da parte delle vittime di violenza domestica poiché sono spesso confinate con l'autore delle violenze e che l'accesso limitato ai servizi di sostegno, come i centri di accoglienza e le linee telefoniche di pronto intervento per le donne, e la carenza di strutture di sostegno e di risorse possono aggravare una pandemia "sommersa" preesistente; che il numero di letti nei centri di accoglienza per donne e ragazze che sono vittime di violenza è pari solamente alla metà di quello richiesto dalla Convenzione di Istanbul; che la vita e il benessere di molte donne appartenenti a gruppi vulnerabili sono maggiormente a rischio a causa della crisi dovuta alla pandemia di COVID-19; che i femminicidi non sono conteggiati nelle statistiche ufficiali dei decessi dovuti alla COVID-19, ma possono essere connessi alla pandemia e alle misure di confinamento adottate durante questo periodo; che le misure di confinamento e isolamento possono aver comportato un rischio maggiore di mutilazione genitale femminile, con casi che passano inosservati a causa della chiusura delle scuole; che le pressioni economiche e sociali stanno esacerbando i fattori che potrebbero comportare un aumento della violenza domestica e di genere nel lungo termine e far sì che le donne abbiano maggiori difficoltà a lasciare i partner violenti;

F. considerando che il maggior utilizzo di Internet durante la pandemia comporta un aumento della violenza di genere online e agevolata dalle TIC e degli abusi sessuali online nei confronti dei minori, in particolare delle ragazze; che le difensore dei diritti umani, le donne impegnate in politica, le giornaliste, le donne che appartengono a minoranze etniche, le donne indigene, le donne lesbiche, bisessuali e transgender e le donne con disabilità sono particolarmente colpiti dalla violenza agevolata dalle TIC; che in Europa il rischio di violenza online è maggiore tra le giovani donne di età compresa tra 18 e 29 anni[26];

G. considerando che la maggior parte dei lavoratori che prestano servizi essenziali nella crisi attuale è costituita da donne, compreso il 76 % degli operatori sanitari (medici, infermiere, ostetriche e personale delle residenze sanitarie assistenziali), l'82 % degli addetti alle casse, il 93 % degli operatori di assistenza all'infanzia e degli insegnanti, il 95 % dei collaboratori e addetti alle pulizie domestiche e l'86 % degli addetti all'assistenza a domicilio[27] nell'UE; che è grazie a loro, sebbene il distanziamento fisico per loro non sia spesso possibile e che si facciano pertanto carico di un rischio maggiore di trasmettere il virus ai loro familiari, che i nostri sistemi economici, sociali e sanitari, la nostra vita pubblica e le attività essenziali continuano a funzionare;

H. considerando che le retribuzioni in molti settori essenziali e a forte prevalenza femminile possono essere basse, e spesso corrispondono solo al salario minimo; che la segregazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro nell'UE è ancora notevole e che le donne sono sovrarappresentate nei settori meno redditizi; che il 30 % delle donne lavora nei settori dell'istruzione, della salute e dei servizi sociali, rispetto all'8 % degli uomini, e che il 7 % delle donne lavora nei settori della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica, rispetto al 33 % degli uomini[28]; che l'OIL segnala che alcuni gruppi saranno colpiti in maniera sproporzionata dalla crisi economica, come ad esempio le persone che entrano nel mercato del lavoro, il che accrescerà le disuguaglianze, e che le donne hanno un accesso minore alla protezione sociale e sosterranno un onere sproporzionato; che vi sono ragioni di temere perdite di posti di lavoro nei settori a prevalenza femminile a causa della crisi; che probabilmente la ripresa nei settori a prevalenza maschile avverrà prima rispetto ai settori a prevalenza femminile; che il piano per la ripesa "Next Generation EU" dovrebbe occuparsi in maniera sufficiente dei settori in cui le donne sono sovrarappresentate; che la proposta della Commissione di un piano per la ripresa mette in risalto che gli investimenti nella transizione digitale sono la chiave per la futura prosperità e resilienza dell'Europa; che l'indice sull'uguaglianza di genere del 2019 segnala persistenti disuguaglianze tra uomini e donne nel settore digitale e che sono necessari sforzi per ridurre i divari di genere e la segregazione del mercato del lavoro durante la trasformazione digitale del mercato del lavoro;

I. considerando che è più probabile che le donne abbiano un'occupazione interinale, a tempo parziale e precaria rispetto agli uomini (il 26,5 % rispetto al 15,1 % degli uomini[29]) e che pertanto subiscono e, nel lungo periodo, subiranno forti ripercussioni a causa delle perdite di posti di lavoro e della cassa integrazione a seguito della crisi;

J. considerando che studi condotti da Eurofound evidenziano che la crisi COVID-19 comporta il grave rischio di cancellare decenni di progressi in relazione alla parità di genere nella partecipazione al mercato del lavoro, in particolare se l'attività nei settori in cui le donne sono sovrarappresentate viene ulteriormente ostacolata[30]; che gli studi evidenziano che la riduzione del divario occupazionale di genere è rimasta stagnante negli ultimi anni e che le disparità persistenti nella partecipazione all'occupazione costano all'Europa oltre 335 miliardi di EUR all'anno, il che equivale al 2,41 % del PIL dell'UE nel 2019[31];

K. considerando che l'impatto di genere della crisi è ben dimostrato dal lavoro dell'EIGE e di UN Women, tra gli altri; che tuttavia l'impatto complessivo della crisi è difficile da misurare, data la mancanza di dati comparabili disaggregati per genere tra i vari Stati membri; che la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto senza precedenti sul mercato del lavoro europeo; che la situazione di ogni singolo settore deve essere attentamente analizzata alla luce di dati disaggregati per genere ed età, sia durante la crisi che durante i periodi di ripresa; che le conseguenze complessive della pandemia sotto il profilo economico, occupazionale e sociale sono ancora sconosciute ma che studi preliminari indicano notevoli perdite di posti di lavoro nei settori dei servizi e dell'industria; che altri settori hanno invece mantenuto la sicurezza dell'occupazione nonostante la crisi, ad esempio il settore pubblico, sanitario e delle TIC;

L. considerando che gli imprenditori delle start-up sono stati notevolmente colpiti dalla crisi;

M. considerando che la pandemia di COVID-19 ha portato alla luce un annoso problema nella prestazione dell'assistenza in molti Stati membri dell'UE; che l'assistenza deve essere considerata in maniera olistica, nel quadro di una serie ininterrotta di azioni che vanno dall'assistenza all'infanzia all'assistenza doposcuola, fino all'assistenza alle persone con disabilità e agli anziani;

N. considerando che la chiusura delle scuole, dei centri di assistenza e dei luoghi di lavoro ha aumentato l'iniqua ripartizione delle responsabilità domestiche e di assistenza non remunerate a carico delle donne, le quali spesso, oltre a dover conciliare tali responsabilità con il telelavoro da casa, sono state private di un sostegno sufficiente per la cura dei figli e degli anziani; che il telelavoro non è un sostituto per l'assistenza all'infanzia; che generalmente le donne effettuano 13 ore di lavori domestici e di assistenza non remunerati in più a settimana rispetto agli uomini[32]; che la crisi dovuta alla COVID-19 ha offerto agli uomini l'opportunità di essere maggiormente coinvolti nelle responsabilità di assistenza ma ha anche messo in luce che la ripartizione del lavoro domestico e di assistenza è tuttora molto sbilanciata, per cui è molto probabile che le donne e le ragazze ne risentiranno maggiormente; che la ricerca di un equilibrio tra telelavoro e responsabilità di assistenza aggiunge pressioni supplementari e che le donne devono pertanto far fronte a un onere maggiore sul piano emotivo, mentale e sociale; che tale situazione potrebbe implicare il conseguimento di minori successi sul lavoro e influire sullo sviluppo professionale delle donne rispetto ai loro coetanei maschi;

O. considerando che un onere sproporzionato ed estremo ricade sulle famiglie monoparentali, l'85 % delle quali è costituito da donne, il che equivale a 6,7 milioni di famiglie costituite da madri sole nell'UE[33], di cui quasi la metà è esposta a un grave rischio di esclusione sociale o povertà;

P. considerando che i risultati di un'indagine[34] mostrano che la COVID-19 ha avuto un impatto più gravoso sulle donne con bambini piccoli rispetto agli uomini con la stessa situazione familiare; che quasi un terzo (29 %) delle donne con bambini piccoli ha avuto difficoltà a concentrarsi sul lavoro, rispetto al 16 % degli uomini con bambini piccoli; che le donne con bambini (29 %) che dopo il lavoro sono troppo stanche per occuparsi dei lavori domestici sono il doppio rispetto agli uomini (16 %); che ad aprile 2020 era più probabile che le donne con bambini di età compresa tra 0 e 11 anni si sentissero tese (23 %), sole (14 %) e depresse (14 %) rispetto agli uomini con bambini nella stessa fascia di età (rispettivamente 19 %, 6 % e 9 %);

Q. considerando che la proposta della Commissione di un piano per la ripresa dà risalto agli investimenti nella transizione verde; che l'impatto dei cambiamenti climatici si fa sentire in maniera differente sulle donne, che per vari motivi sono esposte a rischi maggiori e sono sottoposte a oneri più gravosi; che la parità di genere e l'inclusione delle donne nei processi decisionali sono prerequisiti dello sviluppo sostenibile e dell'efficiente gestione delle sfide climatiche; che tutte le azioni per il clima devono includere una prospettiva di genere e intersezionale;

R. considerando che alcuni gruppi della società, come i genitori soli, le vittime di violenza, le donne appartenenti a minoranze razziali e etniche, le donne anziane e le giovani, le donne con disabilità, le donne rom, le donne LGBTQI+, le prostitute, i rifugiati e i migranti sono particolarmente vulnerabili al virus o alle sue conseguenze socioeconomiche e sulla salute, alla luce delle misure adottate e delle carenze esistenti nelle infrastrutture e nei servizi;

S. che le donne senza dimora continuano ad affrontare sfide specifiche nel contesto della pandemia di COVID-19, dato che gli alloggi temporanei e di emergenza espongono in modo particolare alla trasmissione della malattia, alla violenza di genere e alla mancanza di accesso a strutture igieniche e sanitarie;

T. considerando che la COVID-19 è una pandemia globale che colpisce ogni paese del mondo; che la pandemia avrà conseguenze devastanti per le popolazioni, in particolare per le donne e le ragazze, nei paesi con sistemi sanitari affetti da carenze di risorse e per le popolazioni dei paesi coinvolti in conflitti; che a causa della pandemia più di 47 milioni di donne e di ragazze in tutto il mondo scenderanno al di sotto della soglia di povertà entro il 2021[35];

U. considerando che, secondo dati recenti dell'UNFPA, il ritardo o l'interruzione dei programmi di sensibilizzazione ed educazione delle comunità per quanto riguarda le pratiche dannose dovrebbe determinare a livello mondiale 2 milioni di casi in più di mutilazione genitale femminile e oltre 13 milioni in più di matrimoni infantili nel corso del prossimo decennio rispetto alle stime precedenti la pandemia;

V. considerando che la prestazione dei servizi dovrebbe essere basata sulle necessità identificate mediante dati e che le risorse di bilancio dovrebbero essere assegnate sulla base di tale analisi; che i bilanci e l'assegnazione delle risorse devono tenere in considerazione le diverse esigenze e circostanze di donne e uomini;

W. considerando che, data l'esistenza di soffitti di cristallo, le donne non sono coinvolte quanto gli uomini nei processi decisionali relativi alla fase della ripresa; che le donne e le organizzazioni della società civile che le rappresentano devono svolgere un ruolo attivo e centrale nei processi decisionali per garantire che le loro prospettive ed esigenze siano tenute in considerazione nelle decisioni, nella pianificazione, nell'attuazione e nel monitoraggio della fase di ripresa e delle misure connesse a livello locale, regionale, nazionale e dell'UE;

X. considerando che le questioni riguardanti i diritti delle donne e la promozione della parità di genere devono essere integrate e discusse al livello più alto, in particolare in vista dell'attuazione della strategia dell'UE per la parità di genere; che, mentre il Parlamento europeo dispone di una commissione dedicata ai diritti delle donne e all'uguaglianza di genere e la Commissione ha una commissaria esclusivamente responsabile per l'uguaglianza, non esiste una specifica formazione del Consiglio sulla parità di genere e i ministri e segretari di Stato competenti per la parità di genere non dispongono di un forum dedicato di discussione e decisione;

Y. considerando che le azioni essenziali qui identificate svilupperanno la resilienza e la preparazione alle future crisi;

Considerazioni generali

1. sottolinea l'esigenza di un approccio attento alla prospettiva di genere, in cui i principi dell'integrazione della prospettiva di genere e del bilancio di genere siano rispecchiati in tutti gli aspetti della risposta alla crisi COVID-19 per preservare e tutelare i diritti delle donne durante tutta la pandemia e nel periodo successivo e per rafforzare la parità di genere;

2. sottolinea la necessità di applicare gli insegnamenti tratti dalle crisi del passato e dalla crisi attuale allo sviluppo e all'attuazione delle politiche future al fine di non ripetere gli errori del passato, così come la necessità di preparare una risposta attenta alla dimensione di genere in tutte le fasi delle crisi future per prevenirne le conseguenze negative sui diritti delle donne; invita la Commissione a facilitare la creazione di una rete permanente per la condivisione delle migliori pratiche tra gli Stati membri sulle modalità per affrontare gli aspetti della COVID-19 connessi al genere; invita il Consiglio a istituire una formazione dedicata alla parità di genere e un gruppo di lavoro formale, al fine di attuare misure comuni e concrete volte ad affrontare le sfide nell'ambito dei diritti delle donne e della parità di genere e garantire che le questioni riguardanti la parità di genere siano discusse al più alto livello politico;

3. sottolinea che per la Commissione e gli Stati membri le valutazioni dell'impatto di genere dovrebbero rappresentare una prassi ordinaria, anche per quanto riguarda le misure che rientrano nel piano per la ripresa; decide di integrare e rafforzare l'uguaglianza di genere in Next Generation EU mediante la posizione del Parlamento;

4. esorta la Commissione a prendere in esame la prevalenza del virus tra i lavoratori nei settori essenziali durante la crisi attuale, in particolare nella popolazione femminile e tra le minoranze etniche, alla luce della loro presenza sproporzionata in tali settori; esorta la Commissione e gli Stati membri a rispondere con un intervento adeguato per rafforzare la sicurezza sul luogo di lavoro e invita gli Stati membri a migliorare le condizioni di lavoro, anche mediante la direttiva quadro 89/391/CEE[36], la direttiva 92/85/CEE[37] e il quadro strategico dell'UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro per il periodo successivo al 2020;

5. invita la Commissione, Eurostat, gli Stati membri e l'EIGE a raccogliere regolarmente dati sulla COVID-19 disaggregati per genere, età e discriminazione trasversale, tra gli altri fattori, nonché dati sull'impatto socioeconomico del virus; sottolinea che le misure di ripresa devono tenere conto dei dati disaggregati per genere e basarsi su di essi al fine di garantire che le risposte siano globali, prestando un'attenzione particolare agli ambiti in cui i cui dati sono scarsi e non confrontabili, come la violenza contro le donne e i servizi di assistenza; evidenzia che tali dati devono essere prodotti sistematicamente ed essere messi a disposizione del pubblico; mette in risalto la necessità che la Commissione e gli Stati membri sostengano lo sviluppo delle capacità degli istituti nazionali di statistica e di altri soggetti competenti in tale ambito;

6. sottolinea la necessità di un'equa rappresentazione delle donne e degli uomini, anche appartenenti ai gruppi vulnerabili, nei ruoli guida e nel processo decisionale in fase di introduzione e revoca di misure durante le crisi, così come in tutte le fasi dell'elaborazione, dell'adozione e dell'attuazione dei piani per la ripresa, in modo tale che le esigenze e le circostanze specifiche siano pienamente e opportunamente prese in considerazione e che siano pianificate misure efficaci e mirate per garantire che il necessario pacchetto di sostegno risponda alle loro esigenze; invita gli Stati membri a istituire task force dedicate con il coinvolgimento dei portatori di interessi pertinenti e dei rappresentanti delle organizzazioni femminili della società civile durante tali crisi, onde garantire l'integrazione della dimensione di genere; invita i parlamenti nazionali degli Stati membri a istituire commissioni sull'impatto della crisi COVID-19 sulle donne e sulle ragazze per garantire uno spazio dedicato alla discussione e al monitoraggio della crisi e dei suoi impatti di genere; si compiace dell'intenzione della Commissione di incoraggiare l'adozione della proposta di direttiva, del 14 novembre 2012, riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa e relative misure[38] (la cosiddetta "direttiva relativa alla presenza delle donne nei consigli di amministrazione"), ed esorta il Consiglio a sbloccarla e adottarla; sottolinea inoltre che occorre coinvolgere un maggior numero di donne nel meccanismo unionale di protezione civile e negli altri meccanismi di risposta alle crisi sia a livello dell'UE che a livello nazionale; si impegna inoltre a garantire che i gruppi di esperti siano equilibrati sotto il profilo di genere in occasione delle audizioni e dei seminari organizzati dal Parlamento;

7. invita la Commissione e gli Stati membri a monitorare attentamente e a reagire alla disinformazione, ai discorsi pubblici negativi, a una insufficiente definizione delle priorità, alla limitazione o al rifiuto dell'accesso ai pertinenti servizi o alle iniziative regressive riguardo ai diritti delle donne, ai diritti delle persone LGBTQI+ e all'uguaglianza di genere; esorta la Commissione a monitorare il restringimento dello spazio di attività delle organizzazioni e manifestazioni della società civile connesso alle misure di confinamento, trattandosi di questioni attinenti alla democrazia e ai diritti fondamentali durante la crisi COVID-19 e nel periodo successivo alla crisi; ritiene che potrebbero essere avviate procedure di infrazione in caso di sospetta violazione del diritto dell'UE e che, a tale riguardo, potrebbe essere essenziale un meccanismo di condizionalità per l'erogazione dei fondi dell'UE basato sulla relazione annuale di monitoraggio della Commissione sui valori dell'UE; invita gli Stati membri a garantire che le misure restrittive d'emergenza abbiano unicamente la funzione di combattere la pandemia, siano limitate nel tempo e siano compatibili con i diritti fondamentali;

Aspetti della COVID-19 relativi alla salute e impatto di genere

8. esprime preoccupazione per l'alto tasso di mortalità da COVID-19; prende atto del tasso di mortalità maschile più alto ed esorta l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e le pertinenti agenzie dell'UE a esaminare i diversi impatti sulla salute degli uomini e delle donne; invita la Commissione a continuare a monitorare la situazione al fine di comprendere gli effetti a lungo termine del virus sulla salute di donne e uomini; evidenzia che la ricerca clinica relativa al virus deve prevedere una rappresentanza equilibrata dal punto di vista del genere per valutare quali possano essere i diversi effetti del virus e del potenziale vaccino o trattamento sulle donne e sugli uomini;

9. esorta gli Stati membri a garantire l'accesso agli aspetti essenziali dell'assistenza sanitaria medica e psicologica di qualità per donne e uomini non connessi alla COVID-19, come ad esempio lo screening oncologico e le relative cure, l'assistenza sanitaria materna e neonatale e l'assistenza d'urgenza ai soggetti colpiti da infarto o ictus; esorta gli Stati membri ad agire in conformità degli orientamenti dell'OMS in tali ambiti;

10. si rammarica che, durante la crisi, l'accesso ai servizi connessi alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti sia stato trascurato, limitato o persino messo sotto attacco in alcuni Stati membri; sottolinea la necessità che gli Stati membri garantiscano un accesso di qualità e a prezzi accessibili, senza discriminazioni, ai servizi, alle informazioni e ai beni primari connessi alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti durante la crisi e nel periodo successivo, riconoscendo che si tratta di servizi essenziali, salvavita e spesso urgenti e che dovrebbero essere prestati nel rispetto degli orientamenti dell'OMS e di un approccio incentrato sul paziente e fondato sui diritti umani; respinge con fermezza qualsiasi tentativo di arretrare in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti e di diritti delle persone LGBTQI+ e sottolinea che non dovrebbe essere permesso a coloro che si oppongono alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti di sfruttare la crisi per limitare i diritti delle donne, ad esempio il diritto all'aborto in condizioni di sicurezza; esorta la Commissione ad agevolare lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri, coinvolgendo nel contempo le organizzazioni della società civile, che spesso sono esperte in tali ambiti, per quanto riguarda le nuove modalità di prestazione dell'assistenza connessa alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti e i nuovi metodi per colmare le lacune nella prestazione dei servizi; mette in risalto l'importanza di comunicare con i prestatori di servizi per chiarire che tali servizi continuano a essere essenziali e dovrebbero essere forniti in maniera costante; evidenzia che tutti i servizi per la maternità devono essere disponibili e dotati di opportune risorse e personale adeguato;

11. esorta gli Stati membri a investire in sistemi sanitari solidi e resilienti e a elogiare e sostenere i lavoratori essenziali, come gli operatori sanitari e sociali, garantendo condizioni di lavoro sicure, fornendo l'attrezzatura adeguata, istituendo condizioni che garantiscono la parità di retribuzione, offrendo opportunità di sviluppo professionale, anche mediante l'istruzione superiore, e garantendo l'accesso a servizi quali l'assistenza all'infanzia e i servizi per la salute mentale;

12. esorta la Commissione a tenere conto delle situazioni di emergenza come la COVID-19, compreso il loro impatto su specifiche considerazioni sanitarie legate al genere come la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, nelle sue risposte strategiche in ambito sanitario, tra cui il programma EU4Health, il piano europeo di lotta contro il cancro e la strategia dell'UE in materia di sanità; invita la Commissione e il Consiglio ad affrontare nel programma EU4Health gli aspetti sanitari della strategia per la parità di genere 2020-2025, ad esempio la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti che costituiscono una parte integrante della salute e un elemento essenziale per il benessere e il progresso della parità di genere; chiede un aumento degli investimenti nei servizi essenziali per l'uguaglianza di genere, così come l'inclusione degli esperti sanitari di genere e dell'equilibrio di genere nel programma EU4Health;

13. ribadisce che l'accesso all'assistenza sanitaria è un diritto umano che richiede finanziamenti adeguati; ricorda agli Stati membri di tenere conto delle esigenze uniche di uomini e donne in fase di rafforzamento delle capacità e delle infrastrutture critiche dei sistemi sanitari in conseguenza della COVID-19, in particolare quando si tratta di spesa sanitaria, diagnosi delle malattie e risposta, preparazione di emergenza, ricerca e sviluppo e operatori del settore sanitario;

14. invita gli Stati membri a incrementare le iniziative a sostegno della salute mentale durante e dopo l'attuale crisi, alla luce dello stress, dell'ansia, dalla depressione e della solitudine causati dal confinamento nonché delle preoccupazioni economiche e della violenza di genere o di altri fattori connessi alla crisi, tenendo in considerazione le diverse ripercussioni su donne e uomini; li esorta inoltre a investire risorse finanziarie per garantire la disponibilità di servizi adeguati in caso di necessità; invita la Commissione a organizzare una campagna sulla salute mentale in tutta l'UE;

Violenza di genere durante la pandemia di COVID-19

15. esorta gli Stati membri a far fronte, nella loro risposta alla pandemia di COVID-19, alla violenza di genere cui sono soggette le donne e le ragazze, comprese le donne transessuali, nonché le persone intersessuali e di genere non binario e non convenzionale; esorta gli Stati membri a continuare ad analizzare i dati e le tendenze riguardanti la prevalenza di tutte le forme di violenza domestica e di genere e le relative denunce, come pure le conseguenze per i minori, fintanto che sono in vigore misure di confinamento e durante il periodo immediatamente successivo; riconosce che le risposte pubbliche sono state insufficienti nell'affrontare la violenza contro le donne e le ragazze e nel tenere adeguatamente conto della necessità di prevenire la violenza contro le donne nei piani di risposta alle emergenze, anche in vista di emergenze future, essendo mancata l'attenzione a introdurre deroghe alle norme di confinamento, a creare linee di assistenza telefonica e strumenti e segnali di condivisione delle informazioni, a garantire un accesso costante ai servizi di assistenza sanitaria, a preservare un accesso sicuro alle cliniche legali e alle strutture di accoglienza o a sistemazioni alternative con capacità sufficienti, a servizi di polizia e giustizia, nonché a tribunali di emergenza per l'adozione di opportune ordinanze restrittive e/o di protezione, come pure ad assicurare che tali misure fossero considerate essenziali; chiede agli Stati membri di istituire sistemi di allerta di emergenza sicuri e flessibili, offrire nuovi servizi di assistenza via telefono, email o SMS per un intervento diretto della polizia e predisporre servizi online quali ad esempio linee di soccorso, app nascoste, piattaforme digitali e reti di farmacie, nonché fornire finanziamenti di emergenza per i servizi di sostegno, le organizzazioni non governative e le organizzazioni della società civile; invita gli Stati membri a garantire che i servizi di sostegno adottino un approccio coordinato all'individuazione delle donne a rischio, in modo da garantire che tutte queste misure siano disponibili e accessibili a tutte le donne e le ragazze che rientrano nella loro giurisdizione, comprese quelle con disabilità, indipendentemente dal loro status migratorio, e a fornire una formazione attenta alla prospettiva di genere agli operatori sanitari, come pure agli agenti di polizia che operano in prima linea e ai membri della magistratura; invita gli Stati membri a condividere le innovazioni nazionali e le migliori pratiche nella lotta contro la violenza domestica, per meglio individuare e promuovere le pratiche efficienti, e invita la Commissione a promuovere tali pratiche;

16. invita gli Stati membri, alla luce della pandemia, a garantire un approccio coordinato tra i governi, i servizi pubblici, le strutture di sostegno e il settore privato e ad aggiornare i protocolli per le vittime di violenza di genere in modo che sia più facile per loro chiedere aiuto, denunciare i reati e accedere ai servizi sanitari, incoraggiando inoltre i testimoni a segnalare tali reati; invita la Commissione a elaborare un protocollo dell'Unione europea sulla violenza contro le donne in situazioni di crisi e di emergenza, allo scopo di prevenire la violenza contro le donne e offrire sostegno alle vittime di violenza di genere durante emergenze come la pandemia di COVID-19; sottolinea che tale protocollo dovrebbe includere servizi essenziali di protezione per le vittime; si compiace della proposta della Presidenza tedesca di istituire una linea di assistenza telefonica dell'UE in tutte le lingue dell'Unione per le vittime di violenza domestica e di genere, ed esorta il Consiglio a sostenere tale proposta;

17. invita la Commissione a promuovere campagne di sensibilizzazione, di informazione e di patrocinio per contrastare la violenza domestica e di genere in tutte le sue forme, quali la violenza fisica, le molestie sessuali, la violenza online e lo sfruttamento sessuale, in particolare per quanto riguarda le misure di prevenzione e i sistemi flessibili di allerta di emergenza di nuova creazione, al fine di incoraggiare le denunce in coordinamento e in cooperazione con le organizzazioni femminili riconosciute e specializzate; invita la Commissione a collaborare con le piattaforme tecnologiche nell'ambito della legge sui servizi digitali per far fronte alle attività online illegali, compresa la violenza online contro le donne e le ragazze in tutte le sue forme, dato che, sin dall'inizio della pandemia, Internet è stato e continuerà ad essere ampiamente utilizzato per motivi di lavoro, istruzione e intrattenimento;

18. ricorda che il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne ha osservato che la crisi della COVID-19 ha messo in luce la mancanza di una corretta attuazione delle convenzioni fondamentali per la protezione delle donne e la prevenzione della violenza di genere; invita il Consiglio a ultimare con urgenza il processo di ratifica della Convenzione di Istanbul da parte dell'UE sulla base di un'adesione ampia e senza alcuna limitazione nonché a promuoverne la ratifica, la rapida e corretta attuazione e l'applicazione da parte di tutti gli Stati membri; invita i rimanenti Stati membri a ratificare rapidamente la Convenzione e a destinare risorse finanziarie e umane adeguate alla prevenzione e al contrasto della violenza contro le donne e della violenza di genere, come pure alla protezione delle vittime, in particolare durante periodi di crisi; esorta gli Stati membri a tenere conto delle raccomandazioni del gruppo di esperti GREVIO e a migliorare la legislazione per renderla più conforme alle disposizioni della Convenzione di Istanbul, in particolare per quanto riguarda le definizioni comuni degli atti di violenza di genere;

19. invita il Consiglio ad aggiungere la violenza contro le donne all'elenco dei reati nell'UE e invita la Commissione a proporre una direttiva volta ad affrontare tutte le forme di violenza di genere, al fine di istituire un quadro giuridico solido, coordinare la condivisione delle migliori pratiche tra gli Stati membri, promuovere la raccolta di dati precisi e comparativi, misurare accuratamente la portata di questo tipo di violenza ed esaminare la possibilità di elaborare previsioni, nonché valutare l'impatto della COVID-19 sull'erogazione di servizi essenziali alle vittime; si compiace dell'impegno della Commissione di effettuare una nuova indagine dell'UE sulla violenza di genere, i cui risultati saranno presentati nel 2023; sottolinea la necessità di raccogliere dati armonizzati sulla violenza di genere e invita gli Stati membri a raccogliere e fornire i dati pertinenti, se richiesto, anche a Eurostat;

 20. si rammarica del taglio significativo, di circa il 20 %, proposto dalla Commissione per quanto riguarda il Fondo per la giustizia, i diritti e i valori e, di conseguenza, il programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori, nella proposta di quadro finanziario pluriennale (QFP) riveduta, nonostante il bilancio iniziale proposto nel 2018 fosse già modesto; si rammarica che tale decisione sia in contrasto con la sua posizione del 2019 e con gli appelli della società civile a favore di un aumento del bilancio; ricorda che la posizione del Parlamento è giustificata, data l'aggiunta di una sezione dedicata ai valori dell'Unione, che richiede una dotazione aggiuntiva, e alla luce dell'impatto sproporzionato della COVID-19 sulle donne e dell'aumento della violenza di genere durante la crisi, in considerazione del fatto che il programma è l'unico meccanismo di sostegno nei confronti delle organizzazioni della società civile che promuovono la parità di genere e combattono la violenza di genere nell'UE; invita il Consiglio ad aumentare i fondi per conseguire l'obiettivo specifico DAPHNE e gli obiettivi di altri programmi correlati e a garantire che tali fondi siano sufficienti, tenendo conto delle attuali esigenze in linea con la posizione del Parlamento europeo per il 2019, prevedendo per il 2021 finanziamenti adeguati per contrastare l'impatto della COVID-19 sulla violenza di genere; chiede l'adozione urgente di misure chiare e specifiche in materia di genere, mediante l'assegnazione di fondi, per far fronte alle necessità specifiche delle donne in seguito alla crisi, in particolare nei settori dell'occupazione, della violenza di genere e della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, nell'ambito dello strumento dell'Unione europea per la ripresa (Next Generation EU) o del QFP per il periodo 2021-2027, in linea con l'approccio duale della strategia per la parità di genere; invita gli Stati membri e la Commissione a tenerne conto in sede di presentazione dei piani nazionali di risposta alla COVID-19, tenendo in debita considerazione le misure e i finanziamenti esistenti e ponendo la parità di genere al centro della ripresa economica; invita il Consiglio e la Commissione ad applicare l'integrazione della dimensione di genere e il bilancio di genere alle misure di ripresa;

21. osserva con profonda preoccupazione l'impatto della crisi sulle persone LGBTQI+, in particolare i giovani, molti dei quali hanno dovuto mantenere il distanziamento sociale o rimanere in quarantena all'interno di contesti familiari ostili, il che li ha esposti a un rischio maggiore di subire violenza domestica e legata alla fobia nei confronti delle persone LGBTQI+; osserva che una percentuale superiore alla media di persone LGBTQI+ è disoccupata o ha un lavoro precario e risorse finanziarie limitate e instabili, il che comporta la loro permanenza in un contesto ostile e violento; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che tutte le iniziative specifiche per la COVID-19 riguardanti la violenza domestica, di genere e sessuale tengano conto anche del maggiore rischio e delle sfide specifiche con cui si confrontano le persone LGBTQI+ e che i servizi di sostegno alle vittime e le iniziative specifiche per la COVID-19 volte a reagire alla violenza domestica raggiungano in modo esplicito le persone LGBTQI+ vittime di violenza domestica;

22. invita gli Stati membri a garantire la fornitura di un sostegno medico e psicologico efficace, accessibile, a prezzi contenuti e di qualità per le vittime della violenza di genere, tra cui i servizi per la salute sessuale e riproduttiva, soprattutto in periodi di crisi in cui tale sostegno deve essere considerato essenziale; chiede alla Commissione di collaborare strettamente con gli Stati membri per garantire la piena attuazione della direttiva sui diritti delle vittime[39], con particolare attenzione alla prospettiva di genere, a seguito della sua recente relazione sull'attuazione[40], e per rafforzare i diritti delle vittime di violenza di genere nella nuova strategia per i diritti delle vittime;

La COVID-19, l'economia, la ripresa e l'impatto di genere

 23. invita la Commissione, il Parlamento e il Consiglio a tenere conto del fatto che la crisi della COVID-19 colpisce in modo sproporzionato le donne nella sfera socioeconomica, compreso il loro reddito e il loro tasso di occupazione, e comporterà disuguaglianze ancora più profonde tra uomini e donne e discriminazioni nel mercato del lavoro, e invita tali Istituzioni a collaborare con gli Stati membri per esaminare attentamente e adottare disposizioni specifiche per le esigenze socioeconomiche delle donne e degli uomini a seguito della crisi, nonché per esaminare la segregazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro in sede di attuazione dei programmi nell'ambito del bilancio 2021 dell'UE, del prossimo QFP e del Next Generation EU, garantendo che tutti i programmi integrino la prospettiva di genere e il bilancio di genere nonché valutazioni di impatto di genere, sia ex ante che ex post, come indicato nella strategia per la parità di genere 2020-2025 della Commissione; chiede un'attuazione e un monitoraggio efficaci di tale strategia; invita gli Stati membri a integrare un capitolo contenente azioni mirate per promuovere la parità di genere nell'ambito dei piani nazionali di ripresa e resilienza, sviluppati in cooperazione con gli organismi nazionali per la parità;

24. sottolinea che occorrerà riesaminare la natura e l'ubicazione del lavoro dopo la crisi; sottolinea che lavorare da casa non sostituisce l'assistenza all'infanzia o la necessità dell'erogazione e dell'accessibilità di servizi di assistenza all'infanzia di qualità e a prezzi contenuti, né sostituisce gli adeguamenti del luogo di lavoro legati alla disabilità; segnala che il lavoro flessibile, nelle modalità concordate con i datori di lavoro, può offrire a donne e uomini l'opportunità di lavorare da casa o da spazi di lavoro locali di co-working e ha le potenzialità per condurre a un maggiore equilibrio tra vita professionale e vita privata, il che può portare, nel lungo periodo, a una crescita inclusiva sotto il profilo del genere; osserva che tale approccio ha le potenzialità per stimolare le zone rurali e le infrastrutture; invita la Commissione a garantire il conseguimento degli obiettivi di Barcellona; esorta gli Stati membri a ratificare senza indugio la Convenzione OIL n. 190 del 2019 sulla violenza e le molestie e ad attuarla unitamente alla raccomandazione accompagnatoria n. 206, che riguarda tutti i luoghi in cui possono verificarsi violenze e molestie sul lavoro, come i luoghi di lavoro pubblici e privati e le comunicazioni professionali;

25. invita la Commissione a raccogliere dati disaggregati e comparabili sull'erogazione di diversi tipi di assistenza, comprese l'assistenza all'infanzia, l'assistenza agli anziani e l'assistenza alle persone con disabilità, nonché relativi al genere, all'età e alla condizione occupazionale del prestatore di assistenza, da utilizzare per uno studio che prenda in esame il divario di assistenza, nell'ottica di elaborare una strategia dell'UE per i prestatori di assistenza che adotti un approccio globale all'assistenza lungo tutto l'arco della vita, tenendo conto delle esigenze sia di chi riceve, sia di chi presta assistenza; rileva che la strategia dovrebbe rispettare le competenze degli Stati membri e delle regioni, ma dovrebbe mirare a migliorare la cooperazione e il coordinamento a livello dell'Unione attraverso iniziative e investimenti pertinenti, anche nel quadro del programma InvestEU e dello strumento per la ripresa e la resilienza, apportando benefici ai prestatori formali e informali di assistenza e alle persone di cui questi si occupano; sottolinea che la cooperazione e l'azione a livello dell'Unione, unitamente a un utilizzo efficiente dei fondi dell'UE, possono contribuire allo sviluppo di servizi di assistenza di qualità, accessibili e a prezzi contenuti;

26. sottolinea che gli investimenti nell'assistenza sono importanti per garantire la parità di genere e l'emancipazione economica delle donne, creare società resilienti e migliorare la regolarizzazione del lavoro, la sicurezza sociale e le pensioni in un settore a prevalenza femminile, e hanno altresì un effetto positivo sul PIL poiché consentono a un numero maggiore di donne di svolgere lavoro retribuito; sottolinea la necessità di cambiare i paradigmi della prestazione di assistenza, come osservato a seguito della pandemia di COVID-19 e delle misure a essa relative; invita, in tale contesto, la Commissione ad agevolare lo scambio delle migliori pratiche sulla qualità e l'accessibilità, anche sul piano economico, dei servizi di assistenza, come pure sui diversi modelli di servizi di assistenza; esorta la Commissione a prendere in esame la situazione dei prestatori di assistenza informale e a condividere le migliori pratiche sulle modalità con cui gli Stati membri possono regolarizzare il loro lavoro; invita gli Stati membri ad affrontare le esigenze dei prestatori di assistenza al momento del pensionamento; chiede, a tal riguardo, che sia elaborata una proposta di raccomandazione del Consiglio sulla protezione sociale e i servizi disponibili per i prestatori di assistenza;

27. esorta gli Stati membri a incoraggiare gli uomini, ad esempio mediante misure di incentivazione, ad adottare regimi di lavoro flessibili, in quanto di solito sono le donne, in numero sproporzionato, a ricorrere a tali meccanismi; esorta gli Stati membri a recepire e attuare pienamente e senza indugio la direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare e invita la Commissione a monitorare attentamente e sistematicamente l'attuazione della direttiva da parte degli Stati membri su base annuale; incoraggia gli Stati membri a far fronte alle carenze relative all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare, andando oltre le norme stabilite nella direttiva, data in particolare la necessità di affrontare la situazione messa in luce dalle misure adottate in risposta alla COVID-19 e le relative conseguenze per quanto riguarda i protocolli medici nelle strutture, comprese strutture di assistenza all'infanzia di qualità;

28. invita gli Stati membri a istituire, mentre sono ancora in vigore le misure per far fronte alla crisi della COVID-19, un congedo speciale non trasferibile e pienamente retribuito per i prestatori di assistenza e i genitori che lavorano;

29. riconosce le circostanze uniche e difficili che i genitori soli, in ampia maggioranza donne (85 %), hanno affrontato durante la pandemia e il periodo successivo alla crisi per effetto di molteplici oneri, compresa la prestazione continua di assistenza, le preoccupazioni per gli accordi di affidamento, i possibili problemi economici e la solitudine; invita la Commissione e gli Stati membri a tenere in considerazione e prendere ulteriormente in esame la loro situazione specifica, compresi gli oneri aggiuntivi in termini di lavoro, scuola e assistenza, l'accesso ai consulenti legali e l'applicazione degli accordi di affidamento;

30. sottolinea l'importanza di aumentare la partecipazione delle donne all'economia e di garantire una crescita più inclusiva come parte della soluzione della ripresa post-pandemia, dal momento che le pari opportunità e una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro possono aumentare l'occupazione, la prosperità economica e la competitività nell'UE; incoraggia gli Stati membri ad attenersi agli orientamenti della Commissione per le politiche a favore dell'occupazione nell'UE, tenendo debitamente conto dei loro modelli nazionali di mercato del lavoro; invita, a tale proposito, gli Stati membri a tenere in debita considerazione la segregazione del mercato del lavoro, il lavoro precario e i divari retributivi e pensionistici, al fine di migliorare le condizioni di lavoro e la protezione sociale attraverso politiche mirate;

31. sottolinea che la parità di retribuzione tra donne e uomini per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore deve essere un principio guida per la Commissione, il Parlamento e tutti gli Stati membri in sede di definizione delle misure di risposta alla crisi della COVID-19; si compiace dell'impegno della Commissione di presentare misure vincolanti sulla trasparenza retributiva entro la fine del 2020 al fine di affrontare efficacemente il divario retributivo e pensionistico di genere, dato che gli indicatori economici suggeriscono che tale divario si sta ulteriormente aggravando a causa della pandemia; invita, a tale proposito, la Commissione a prendere in considerazione le migliori pratiche degli Stati membri, tenendo debitamente conto, nel contempo, delle condizioni uniche delle piccole e medie imprese (PMI) e dei diversi modelli di mercato del lavoro presenti nell'UE; invita inoltre la Commissione a rivedere la direttiva 2006/54/CE;

32. pone in rilievo le sfide in atto per il settore dell'assistenza domestica e domiciliare e per i suoi lavoratori; invita gli Stati membri a ratificare la Convenzione OIL n. 189 sui lavoratori domestici e a garantire che il settore possa beneficiare di misure volte ad attenuare l'impatto finanziario della crisi, in modo che essi possano riprendere la propria attività in condizioni adeguate; invita gli Stati membri a provvedere alla regolarizzazione del settore del lavoro domestico;

33. valuta positivamente l'Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (CRII) e il pacchetto CRII+, che mobilita la politica di coesione a sostegno dei settori più esposti, e chiede inoltre l'adozione di misure mirate rivolte ai settori che occupano in prevalenza donne; sottolinea l'importanza dello strumento della Commissione di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (SURE), che fornisce sostegno al reddito per i lavoratori disoccupati o in cassa integrazione; sottolinea la necessità di valutare gli effetti di tali strumenti sulla situazione delle donne e degli uomini nel mercato del lavoro dell'UE e di riorientare le future politiche di conseguenza; evidenzia la necessità di programmi di riqualificazione e aggiornamento professionale per le donne, per tenere conto dei mutamenti nel mercato del lavoro per effetto della COVID-19;

34. invita la Commissione a sostenere gli imprenditori, in particolare le donne imprenditrici, che cercano di sviluppare e sfruttare le competenze o gli interessi acquisiti durante il periodo della COVID-19, anche offrendo opportunità imprenditoriali alle madri, ai genitori soli e ad altre persone che intraprendono con minor frequenza attività imprenditoriali, in modo da rafforzare la loro indipendenza economica, e a migliorare l'accesso e la conoscenza dei prestiti, dei finanziamenti con capitale di rischio e del microfinanziamento offerti tramite i programmi e i fondi dell'UE, affinché la crisi diventi un'opportunità per progredire attraverso l'adattamento e la trasformazione nel quadro dell'economia verde e digitale; invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a prestare particolare attenzione al sostegno alle PMI, in particolare alle PMI guidate da donne, che spesso incontrano problemi specifici per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti necessari e che richiederanno un sostegno anche nella fase di ripresa; invita la Commissione, l'EIGE ed Eurostat a intensificare la raccolta di dati sulle PMI a guida femminile, sulle lavoratrici autonome, sulle start-up guidate da donne e sull'impatto della pandemia di COVID-19;

35. invita la Commissione e gli Stati membri ad accrescere la presenza e il contributo delle donne ai settori dell'intelligenza artificiale, della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (discipline STEM) e al settore digitale, nonché all'economia verde; chiede l'elaborazione di un approccio multilivello per affrontare il divario di genere a tutti i livelli dell'istruzione e dell'occupazione in ambito digitale, in modo da colmare il divario digitale che è emerso nel momento in cui il lavoro e l'istruzione, come pure numerosi servizi e strutture, si sono improvvisamente spostati online; sottolinea che l'eliminazione del divario digitale aumenterà la parità di genere non solo per quanto riguarda il mercato del lavoro, ma anche attraverso l'accesso alle tecnologie nella sfera personale; invita la Commissione a integrare la dimensione di genere nella strategia per il mercato unico e nell'agenda digitale, nell'ottica di far fronte in maniera efficace alla sottorappresentanza delle donne in settori in crescita per la futura economia dell'UE; si compiace della creazione, da parte della Commissione, del quadro di valutazione delle donne nel settore del digitale, che monitora la partecipazione delle donne all'economia digitale, il loro uso di Internet e le loro competenze di utenti in tale ambito, nonché le loro competenze specialistiche e la loro occupazione; sottolinea l'importanza di assistere gli Stati membri e la Commissione nell'adottare decisioni informate e nel definire obiettivi pertinenti, in particolare alla luce delle implicazioni della COVID-19;

36. rileva l'importanza di tenere conto della situazione particolare delle donne che rientrano al lavoro in seguito al congedo di maternità, in modo da garantire che possano accedere a prestazioni pubbliche di sostegno senza discriminazione;

37. sottolinea le sfide per il settore agricolo e la filiera alimentare nell'UE, come pure la situazione specifica delle donne nelle zone rurali; sottolinea la necessità di mantenere l'attuale sottoprogramma tematico per le donne nelle zone rurali attraverso i piani strategici della politica agricola comune, con finanziamenti del Fondo europeo agricolo di garanzia e del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale; sottolinea che tale sottoprogramma punta a incoraggiare l'occupazione delle donne e l'imprenditoria femminile; chiede, a tale proposito, lo stanziamento di fondi dell'UE destinati al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro nelle zone rurali; chiede inoltre una riflessione sul ruolo delle donne nelle zone rurali nella salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità nel quadro del Green Deal europeo; invita gli Stati membri a scambiarsi le migliori pratiche riguardo all'adozione di uno statuto professionale per i coniugi coadiuvanti nel settore agricolo e chiede alla Commissione di elaborare orientamenti al riguardo;

COVID-19 e intersezionalità

38. sottolinea che la discriminazione intersezionale e strutturale crea sfide e ostacoli aggiuntivi ed effetti socioeconomici negativi per gruppi specifici di donne, e che pertanto occorre garantire la sicurezza, la protezione e il benessere socioeconomico di tutte le persone e affrontare le loro necessità specifiche tenendo in debita considerazione un approccio intersezionale alle misure anti-crisi e post-crisi;

39. sottolinea l'importanza di coinvolgere le donne e le ragazze nell'elaborazione di informazioni accessibili e mirate e di diffondere tali informazioni in tutti i contesti, in particolare in tempi di crisi;

40. sottolinea, che in ragione della più elevata aspettativa di vita e della maggiore probabilità di soffrire di problemi di salute, le donne anziane spesso rappresentano la maggioranza delle persone residenti nelle strutture di assistenza a lungo termine[41], le quali sono diventate i luoghi a maggior rischio di contagio in molti paesi a causa, fra l'altro, della mancanza di risorse e conoscenze sufficienti a garantire la sicurezza e la protezione delle persone che vi risiedono; invita la Commissione ad analizzare i diversi contesti di prestazione di assistenza formale e a lungo termine e il loro livello di resilienza durante la pandemia di COVID-19; invita gli Stati membri a esaminare la prestazione di assistenza alle persone anziane sia in strutture di assistenza residenziali sia in contesti di assistenza basati sulla comunità, anche attraverso la prestazione di assistenza a domicilio 24 ore su 24 o l'impiego di prestatori di assistenza conviventi, e a garantire il benessere delle donne anziane, compreso l'accesso ai servizi assistenziali e sanitari e l'indipendenza economica; invita il Consiglio a stabilire obiettivi concernenti la prestazione di un'assistenza a lungo termine accessibile, a costi contenuti e di qualità, equivalenti agli obiettivi di Barcellona;

41. si rammarica del fatto che molte donne con disabilità, comprese quelle che dipendono da altre persone per l'assistenza quotidiana, e in particolare quelle che vivono in istituti e in altri ambienti chiusi e con elevate esigenze di assistenza, siano state colpite in modo significativo dalla pandemia, ma non siano state in grado di accedere alle loro normali reti di sostegno o di mantenere il distanziamento fisico e abbiano avuto difficoltà ad accedere a beni e servizi; invita gli Stati membri a garantire che tali reti di sostegno siano considerate servizi essenziali e siano adeguatamente adattate alle circostanze, e che le future misure di pianificazione in caso di crisi e di emergenza tengano conto delle esigenze specifiche delle persone con disabilità, in particolare delle donne e delle ragazze; invita l'Unione e gli Stati membri a salvaguardare i diritti di tutte le donne e le ragazze con disabilità sanciti nella Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, tra cui il loro diritto a una vita indipendente e ad accedere all'istruzione, al lavoro e all'occupazione;

42. invita gli Stati membri a garantire che sia dato sostegno alle donne e agli uomini migranti attraverso l'accesso all'assistenza sanitaria essenziale durante la crisi; evidenzia la necessità che i centri di accoglienza e le strutture per i rifugiati tengano in debita considerazione le esigenze delle donne e delle ragazze e i rischi cui esse devono far fronte in considerazione delle note difficoltà del distanziamento sociale e del mantenimento dell'igiene, nonché della loro vulnerabilità alla violenza di genere, e mettano a disposizione fondi adeguati per attenuare tali rischi;

43. pone in evidenza la situazione unica in cui si trovano le donne senza fissa dimora e le donne che praticano la prostituzione e la loro maggiore vulnerabilità alla violenza di genere, nonché la mancanza di accesso a strutture igieniche e sanitarie, a causa della pandemia di COVID-19 e delle successive misure di emergenza; invita gli Stati membri a garantire che sia estesa la prestazione di servizi e di un sostegno adeguato a chi si trova in situazioni precarie, tra cui le donne che vivono in condizioni di povertà o che sono a rischio di povertà, nonché le donne senza fissa dimora o vulnerabili all'esclusione sociale; si compiace della creazione del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), volto a fornire risorse aggiuntive per far fronte alla deprivazione materiale e fornire assistenza sociale; sottolinea la necessità che le donne senza fissa dimora e prive di documenti abbiano accesso all'assistenza sanitaria; invita la Commissione ad affrontare la loro situazione nel prossimo piano d'azione per l'integrazione e l'inclusione; invita gli Stati membri a tenere adeguatamente conto, in sede di definizione dei rispettivi piani di risposta alla pandemia, delle donne senza fissa dimora;

44. evidenzia le necessità aggiuntive dei gruppi minoritari, come le donne di origine rom, che devono far fronte a discriminazioni radicate e violazioni continue dei loro diritti a causa della mancanza di accesso a infrastrutture, servizi e informazioni di base, soprattutto durante il confinamento;

45. sottolinea il carattere essenziale dei servizi di sostegno per le persone LGBTQI+, tra cui il sostegno alla salute mentale, i gruppi di sostegno reciproco e i servizi di sostegno per le vittime della violenza di genere;

46. deplora i casi di discriminazione xenofoba e razziale, che sono aumentati a seguito della crisi, ed esorta la Commissione e gli Stati membri ad adottare un approccio di tolleranza zero nei confronti degli attacchi razzisti e ad adottare altresì, nelle loro risposte, un approccio intersezionale che provveda alle esigenze dei gruppi di popolazione emarginati, tra cui le minoranze razziali ed etniche;

47. esorta gli Stati membri ad approvare e ad attuare la direttiva contro la discriminazione e garantire che le forme di discriminazione multiple e intersezionali siano debellate in tutti gli Stati membri dell'UE;

48. sottolinea la necessità che gli Stati membri garantiscano un accesso ininterrotto dei minori all'istruzione, prestando la dovuta attenzione ai gruppi provenienti da contesti socioeconomici emarginati, ai minori vulnerabili e alle ragazze a rischio di povertà o in condizioni di povertà, che sono maggiormente a rischio di dover contrarre un matrimonio precoce o forzato; sottolinea la necessità di garantire che la didattica a distanza sia pienamente accessibile a tutti; sottolinea la necessità che tutti i giovani dispongano delle risorse e del sostegno necessari durante la chiusura delle scuole e che sia facilitato il loro reinserimento nel sistema d'istruzione una volta superata la crisi;

Azione esterna

49. sottolinea che la natura globale della pandemia di COVID-19 richiede una risposta globale; evidenzia la condizione vulnerabile delle donne e delle ragazze in molte zone del mondo, soprattutto negli Stati fragili e colpiti da conflitti, in relazione alla COVID-19, ad esempio a causa della mancanza di accesso all'assistenza sanitaria, compresa la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, della vulnerabilità alla violenza di genere, tra cui le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci o forzati, dello status occupazionale, della mancanza di accesso all'istruzione e delle condizioni di povertà estrema e fame; osserva che, in numerosi paesi partner, le donne sono impiegate in settori a prevalenza femminile, come l'abbigliamento e la produzione alimentare, che sono stati i settori più colpiti, la qual cosa ha avuto un impatto devastante sui livelli di povertà delle loro famiglie e delle loro comunità, nonché sull'indipendenza economica, la salute e la sicurezza delle donne e delle ragazze; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che il sostegno finanziario fornito ai paesi partner per far fronte alla crisi sia destinato anche al sostegno delle donne e delle ragazze; chiede un sostegno rafforzato a favore dei difensori dei diritti umani delle donne e delle organizzazioni che operano in tale ambito, come pure la loro partecipazione a tutti i livelli del processo decisionale; sottolinea che occorre compiere ogni sforzo possibile per garantire che un futuro vaccino sia disponibile a tutti;

50. valuta positivamente il pacchetto Team Europe, proposto dalla Commissione per sostenere i paesi partner nella lotta contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze, e sottolinea la necessità di un approccio attento alla prospettiva di genere e di una spesa destinata specificamente alla parità di genere nell'assegnazione dei fondi in questione; sottolinea che occorre una risposta alla COVID-19 attenta alla prospettiva di genere nell'ambito dell'attuazione dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) e dello strumento di assistenza pre-adesione III, in modo da tenere conto delle circostanze uniche in cui si trovano le donne e le ragazze e da stimolare la creazione di opportunità nel periodo successivo alla crisi; incoraggia a portare avanti l'istruzione e a darle la priorità in situazioni di emergenza durante questo periodo; invita l'Unione e i suoi Stati membri a dare la priorità alla solidarietà globale, mantenendo un livello sufficiente di finanziamento dell'aiuto pubblico allo sviluppo e sostenendo la risposta dei paesi partner alla crisi in maniera completa; invita l'UE a concentrarsi sul rafforzamento dell'accesso all'assistenza sanitaria, compresa la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, nella sua risposta umanitaria e di sviluppo alla pandemia di COVID-19, nello sviluppo internazionale e nel nuovo piano d'azione dell'UE sulla parità di genere III; sottolinea che l'integrazione della dimensione di genere e i principi di bilancio dovrebbero essere applicati in tutti i programmi geografici e tematici NDICI;

51. invita la Commissione a porre in essere una politica commerciale dell'UE basata sui valori, che garantisca un livello elevato di protezione dei diritti del lavoro e ambientali come pure il rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani, tra cui la parità di genere; ricorda che tutti gli accordi commerciali e di investimento dell'UE devono integrare la dimensione di genere e includere un capitolo ambizioso e applicabile in materia di commercio e sviluppo sostenibile; ricorda che la negoziazione di accordi commerciali potrebbe rappresentare uno strumento importante per promuovere la parità di genere e l'emancipazione delle donne nei paesi terzi; chiede che sia promossa e sostenuta l'inclusione di capitoli specifici in materia di genere negli accordi commerciali e di investimento dell'UE sulla base del loro valore aggiunto, traendo ispirazione dagli esempi internazionali esistenti;

52. invita la Commissione a porre le donne e le ragazze al centro della sua risposta globale e a coinvolgerle pienamente, ascoltarle e dare loro la possibilità di partecipare attivamente alla risposta alla pandemia;

Genere e ripresa

53. invita la Commissione e gli Stati membri a valutare appieno gli effetti specifici di genere e le esigenze che emergono dalla crisi, nonché le sue conseguenze socioeconomiche; invita la Commissione e gli Stati membri a stanziare risorse di bilancio aggiuntive e mirate, anche nell'attuazione del pacchetto di ripresa, per aiutare le donne a riprendersi dalla crisi, in particolare nei settori dell'occupazione, della violenza e della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, nonché a monitorare tale spesa e a integrare la dimensione di genere in tutte le proposte di bilancio, politiche e legislative, in linea con gli impegni assunti nel quadro della strategia per la parità di genere; invita la Commissione a rafforzare il collegamento tra le politiche in materia di cambiamenti climatici, le politiche digitali e la parità di genere nelle sue future proposte; sottolinea che un'azione preparatoria è il modo migliore per sviluppare la resilienza alle crisi future in tutti gli ambiti;

54. chiede l'inclusione della parità di genere tra le priorità strategiche da affrontare nell'ambito della futura Conferenza sul futuro dell'Europa e chiede all'UE di garantire l'equilibrio di genere in seno ai suoi organismi e di coinvolgere nelle sue attività le organizzazioni di donne e le organizzazioni che si battono per i diritti delle donne, in modo da assicurare che le esigenze nelle donne siano tenute in considerazione nel periodo successivo alla pandemia di COVID-19;

55. invita l'Unione e gli Stati membri a mantenere un contesto favorevole alle organizzazioni della società civile, in particolare attraverso il sostegno politico e un livello di finanziamento sufficiente;

°

° °

56. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.



 

MOTIVAZIONE

La pandemia di COVID-19 ha scosso le fondamenta stesse dell'esistenza in Europa e nel resto del mondo. Ha separato famiglie e amici, interrotto la quotidianità e addirittura messo a repentaglio le democrazie. Ha avuto ripercussioni su ogni aspetto del nostro stile di vita europeo. La crisi, tuttavia, non è stata avvertita in modo uniforme da ogni individuo delle nostre società. La disparità di reddito, la posizione geografica, l'età e, in particolare, il genere, hanno determinato, separatamente, ma anche insieme, il modo in cui la crisi ha colpito e continuerà a colpire i cittadini.

Il genere e il sesso hanno dominato non solo gli aspetti clinici della pandemia di COVID-19, ma anche il modo in cui vi abbiamo risposto. Da problemi urgenti e pressanti come la violenza domestica e un allarmante tasso di mortalità maschile, fino a questioni più strutturali e fondamentali riguardo al valore percepito dei diversi ruoli nella società, è emerso chiaramente che il genere è stato un aspetto essenziale di questo virus e della relativa crisi.

La presente relazione intende prendere in esame quanto accaduto dall'inizio della crisi e nella fase di risposta immediata, anche se sarà necessario analizzare ed esaminare ulteriormente la reazione europea nel periodo successivo alla crisi negli anni a venire.

La COVID-19 è stata un disastro e una tragedia per le società e le economie europee, oltre che personalmente per molti cittadini europei, ma offre anche l'opportunità di operare un cambiamento nelle nostre percezioni, oltre che nei meccanismi che caratterizzano lo stile di vita europeo. Qualunque cambiamento, tuttavia, deve essere radicato in un approccio basato sui diritti, che miri a preservare e far progredire i diritti delle donne, compresa la loro indipendenza economica, l'equilibrio tra attività professionale e vita familiare e la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti.

Per quanto concerne il virus in sé, le nostre conoscenze sono ancora molto limitate, in particolare riguardo ai diversi effetti sulle donne e sugli uomini. Per esempio, è chiaro finora dalle cifre ufficiali che muoiono più uomini a causa del virus, anche se il motivo non è noto. Tuttavia, visto il maggior numero di donne in prima linea come operatrici sanitarie, addette alle pulizie, addette alle casse dei supermercati e prestatrici di assistenza, sono loro ad avere più probabilità di contrarre il virus. Si dovranno analizzare entrambe queste circostanze, tenendo conto, allo stesso tempo, delle differenze di comportamento legate al genere. Le sperimentazioni cliniche e le ricerche che saranno condotte in futuro dovranno anch'esse tenere conto delle differenze di sesso e genere, oltre a eseguire un esame approfondito delle comorbilità e della sensibilità a queste ultime.

Oltre a contrastare la diffusione del virus, nell'immediato occorre assegnare la priorità politica alla lotta contro la violenza domestica e di genere. Non deve più essere accettabile che le donne muoiano tra le mura domestiche per mano di un partner o di un parente. L'UE e gli Stati membri devono operare in stretta collaborazione per intervenire, in particolare ratificando con urgenza la Convenzione di Istanbul, portando avanti una direttiva sul contrasto alla violenza di genere, aggiungendo la violenza contro le donne all'elenco dei cosiddetti "eurocrimini" e condividendo le migliori prassi delle diverse esperienze nazionali riguardo a cosa sia più efficace nella lotta contro questo crimine atroce. È essenziale preservare il sostegno e le risorse per i funzionari e le ONG che lavorano in loco con le vittime e le sopravvissute.

La COVID-19, tuttavia, deve anche portare a un riesame della società nel senso più ampio, tenendo conto dei fondamentali essenziali e preziosi presenti all'interno delle nostre società. Le donne, che durante la crisi sono state la maggioranza dei lavoratori in prima linea nell'ambito dell'assistenza, ma anche nell'erogazione di una quantità sproporzionata di cure e formazione scolastica, hanno avvertito in modo particolare l'impatto della pandemia. Delle modalità per meglio bilanciare l'attività professionale e la vita familiare, una minore esigenza di lunghi spostamenti e la realizzazione di un approccio più equilibrato riguardo alle responsabilità di cura sono solo alcuni aspetti di tali fondamentali che ora andranno riconsiderati. In tale ambito, occorre prestare particolare attenzione alle esigenze delle famiglie nel loro insieme, tenendo conto delle circostanze uniche che caratterizzano le famiglie monoparentali. Una strategia europea per i prestatori di assistenza, il recepimento tempestivo e l'attuazione efficace della direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare nonché un esame approfondito di come i metodi di lavoro possano integrarsi con le realtà della vita familiare sono tutti aspetti che devono essere presi in considerazione.

Quando si coordinano e si portano avanti la risposta alla crisi e i piani di ripresa, tuttavia, bisogna anche essere consapevoli del fatto che le donne non sono affatto un gruppo omogeneo. Si devono valutare approcci diversi, per tenere conto delle esigenze di donne differenti e delle diverse circostanze della vita. Occorre trovare risposte adatte per le diverse circostanze delle donne anziane nelle residenze assistenziali, delle donne in zone rurali e della mancanza di infrastrutture che spesso caratterizza tali aree, delle donne rom, dei membri della comunità LGBTQI+, delle donne con disabilità che potrebbero essere state private dei sostegni a causa dell'emergenza e delle donne migranti, che si trovano prive di accesso a sostegni e infrastrutture essenziali.

Il posto dell'Europa nel mondo, inoltre, richiede una leadership europea in ogni aspetto della risposta al virus, dal contrastare la violenza domestica, preservare l'accesso alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti e combattere la povertà estrema e la fame, al garantire che le donne possano beneficiare della ripresa e non siano colpite in modo sproporzionato dalle sue conseguenze.

La ripresa dalla pandemia di COVID-19, infine, rappresenta un'opportunità significativa per far avanzare le donne mentre cerchiamo di ricostruire le nostre economie e società in modo diverso. Una reale ripresa dalla COVID-19 può avere successo soltanto se si cercherà di realizzare un'Europa più verde, più giusta e più equa dal punto di vista del genere. Di conseguenza, i fondi per la ripresa devono integrare le considerazioni di genere, per garantire che le donne ne possano beneficiare appieno in termini di occupazione, ma anche di imprenditorialità. È possibile, inoltre, sfruttare questa opportunità per garantire che le donne siano meglio rappresentate in settori dove tradizionalmente ciò non avviene, come quello digitale, dell'intelligenza artificiale, delle TIC e STEM.

Il genere è uno degli indicatori chiave in questa crisi per comprendere se una persona si riprenderà senza conseguenze o se avrà molteplici elementi della sua vita stravolti. Abbiamo il dovere e la responsabilità, in quanto decisori e politici, di garantire che le esigenze differenti, ma collegate, delle persone di tutti i generi siano tenute in considerazione e soddisfatte nella risposta alla crisi COVID-19. Se agiremo subito per affrontare i problemi sollevati in questa relazione, potremo essere più preparati alla prossima crisi e costruiremo una società più resiliente, produttiva e giusta.

INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

9.11.2020

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

27

3

3

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Simona Baldassarre, Robert Biedroń, Vilija Blinkevičiūtė, Annika Bruna, Margarita de la Pisa Carrión, Rosa Estaràs Ferragut, Frances Fitzgerald, Cindy Franssen, Heléne Fritzon, Lina Gálvez Muñoz, Lívia Járóka, Arba Kokalari, Alice Kuhnke, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Karen Melchior, Maria Noichl, Sandra Pereira, Pina Picierno, Sirpa Pietikäinen, Samira Rafaela, Evelyn Regner, Diana Riba i Giner, Eugenia Rodríguez Palop, María Soraya Rodríguez Ramos, Sylwia Spurek, Jessica Stegrud, Isabella Tovaglieri, Ernest Urtasun, Hilde Vautmans, Elissavet Vozemberg-Vrionidi, Chrysoula Zacharopoulou

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Maria da Graça Carvalho, Jadwiga Wiśniewska

 



 

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

27

+

PPE

Maria da Graça Carvalho, Rosa Estaràs Ferragut, Frances Fitzgerald, Cindy Franssen, Lívia Járóka, Arba Kokalari, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Sirpa Pietikäinen, Elissavet Vozemberg-Vrionidi

S&D

Robert Biedroń, Vilija Blinkevičiūtė, Heléne Fritzon, Lina Gálvez Muñoz, Maria Noichl, Pina Picierno, Evelyn Regner

Renew

Karen Melchior, Samira Rafaela, María Soraya Rodríguez Ramos, Hilde Vautmans, Chrysoula Zacharopoulou

Verts/ALE

Alice Kuhnke, Diana Riba i Giner, Sylwia Spurek, Ernest Urtasun

GUE

Sandra Pereira , Eugenia Rodriguez Palop

 

3

-

ECR

Margarita De La Pisa Carrion, Jessica Stegrud, Jadwiga Wisniewska

 

3

0

ID

Simona Baldassarre, Annika Bruna, Isabella Tovaglieri

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 

 

Ultimo aggiornamento: 4 dicembre 2020
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