RELAZIONE sull'eliminazione del divario digitale di genere: la partecipazione delle donne all'economia digitale
25.11.2020 - (2019/2168(INI))
Commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere
Relatrice: Maria da Graça Carvalho
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sull'eliminazione del divario digitale di genere: la partecipazione delle donne all'economia digitale
Il Parlamento europeo,
– visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 3, secondo comma, del trattato sull'Unione europea (TUE), nonché l'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– viste la Dichiarazione e la Piattaforma d'azione di Pechino, adottate in occasione della quarta Conferenza mondiale sulle donne svoltasi nel 1995, in particolare la problematica "Donne e media",
– viste la Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sulla violenza e le molestie (n. 190) e la raccomandazione dell'OIL sulla violenza e le molestie (n. 206), entrambe del 2019,
– visto il documento finale, del 16 dicembre 2015, della riunione ad alto livello dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla revisione generale dell'attuazione dei risultati del vertice mondiale sulla società dell'informazione,
– viste la comunicazione della Commissione del 6 maggio 2015 dal titolo "Strategia per il mercato unico digitale in Europa" (COM(2015)0192) e la revisione intermedia della sua attuazione, del 10 maggio 2017, intitolata "Un mercato unico digitale connesso per tutti" (COM(2017)0228),
– visto il pilastro europeo dei diritti sociali, in particolare i principi 1, 2, 3 e 20,
– visti i pilastri II (creare le condizioni ideali che consentano alle reti e servizi digitali di prosperare) e III (massimizzare il potenziale di crescita dell'economia digitale) della strategia della Commissione per il mercato unico digitale,
– visto il quadro strategico per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione (ET 2020),
– visti gli studi della Commissione dal titolo "ICT for work: Digital skills in the workplace" (TIC per il lavoro: le competenze digitali sul posto di lavoro) e "Women in the Digital Age" (Donne nell'era digitale),
– vista la comunicazione della Commissione, del 5 marzo 2020, dal titolo "Un'Unione dell'uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025" (COM(2020)0152),
– vista la comunicazione della Commissione del 1° luglio 2020 dal titolo "Un'agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza" (COM(2020)0274),
– vista la relazione della Commissione del 1° ottobre 2013 dal titolo "Women active in the ICT sector" (Donne attive nel settore delle TIC),
– visto lo studio dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), del 26 gennaio 2017, dal titolo "Gender and Digital Agenda" (Genere e agenda digitale europea),
– viste le conclusioni del Consiglio, del 30 maggio 2016, sullo sviluppo dell'alfabetizzazione mediatica e del pensiero critico per mezzo dell'istruzione e della formazione,
– viste le conclusioni del Consiglio, del 6 dicembre 2018, sulla parità di genere, la gioventù e la digitalizzazione,
– viste le conclusioni del Consiglio, del 10 dicembre 2019, sulla parità di genere nelle economie dell'UE: la via da seguire,
– visto il parere del comitato consultivo per le pari opportunità tra donne e uomini, del 19 dicembre 2018, dal titolo "The future of gender equality strategy after 2019: the battles that we win never stay won" (Il futuro della strategia sulla parità di genere dopo il 2019: le battaglie che vinciamo non restano mai vinte per sempre),
– vista la Dichiarazione di impegno sulle donne nel digitale, firmata nel 2019 da 27 ministri e rappresentanti degli Stati membri dell'UE e dalla Norvegia,
– vista la sua risoluzione del 24 maggio 2012 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore[1],
– vista la sua risoluzione del 12 marzo 2013 sull'eliminazione degli stereotipi di genere nell'Unione europea[2],
– vista la sua risoluzione del 12 settembre 2013 sull'Agenda digitale per la crescita, la mobilità e l'occupazione: è ora di cambiare marcia[3] e, in particolare, la Grande coalizione per l'occupazione nel digitale,
– vista la sua risoluzione dell'8 ottobre 2015 sull'applicazione della direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego[4],
– vista la sua risoluzione del 28 aprile 2016 sull'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne nell'era digitale[5],
– visto il Forum 2019 del Vertice mondiale sulla società dell'informazione (WSIS) sul tema "Tecnologie dell'informazione e della comunicazione per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile",
– visto il Forum 2020 del WSIS intitolato "Promuovere la trasformazione digitale e i partenariati globali: linee d'azione del WSIS per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile",
– vista l'interrogazione alla Commissione sull'emancipazione delle donne e delle ragazze attraverso il settore digitale (O-000004/2018 – B8-0010/2018),
– vista la sua risoluzione del 17 aprile 2018 sull'emancipazione delle donne e delle ragazze attraverso il settore digitale[6],
– vista la sua riunione interparlamentare di commissione, svoltasi in occasione della Giornata internazionale della donna 2018, sull'emancipazione delle donne e delle ragazze nel settore dei media e delle TIC,
– vista l'analisi approfondita dal titolo "Empowering Women on the Internet" (Emancipazione delle donne su internet), pubblicata dalla direzione generale delle Politiche interne il 30 ottobre 2015[7],
– visto lo studio intitolato "The underlying causes of the digital gender gap and possible solutions for enhanced digital inclusion of women and girls" (Le cause soggiacenti al divario digitale di genere e possibili soluzioni per una migliore inclusione digitale delle donne e delle ragazze), pubblicato dalla Direzione generale delle Politiche interne il 15 febbraio 2018[8],
– visto lo studio dal titolo "Cyber violence and hate speech online against women" (La violenza informatica e l'incitamento all'odio online contro le donne), pubblicato dalla Direzione generale delle Politiche interne il 16 agosto 2018[9],
– visto lo studio "Education and employment of women in science, technology and the digital economy, including AI and its influence on gender equality" (Istruzione e occupazione delle donne nei campi delle scienze, della tecnologia e dell'economia digitale, compresa l'IA e la sua influenza sulla parità di genere), pubblicato dalla Direzione generale delle politiche interne il 15 aprile 2020[10],
– vista l'indagine dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali, dal titolo "Violenza contro le donne: un'indagine a livello di Unione europea" pubblicata nel marzo 2014,
– vista la direttiva 2011/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2011, concernente la prevenzione e la repressione della tratta degli esseri umani e la protezione delle vittime, e che sostituisce la decisione quadro del Consiglio 2002/629/GAI[11],
– viste la comunicazione della Commissione, del 19 giugno 2012, dal titolo "La strategia dell'UE per l'eradicazione della tratta degli esseri umani (2012 – 2016)" (COM(2012)0286) e la relazione intermedia del 17 ottobre 2014 sulla relativa attuazione (SWD(2014)0318),
– visto il quadro di valutazione relativo alle donne nel settore digitale[12],
– visto l'articolo 54 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere (A9-0232/2020),
A. considerando che secondo l'articolo 8 del TFUE, in tutte le sue azioni l'Unione deve mirare ad eliminare le ineguaglianze, nonché a promuovere la parità, tra uomini e donne; che, per conseguire la parità di genere, le ragazze e le giovani donne devono godere di un accesso paritario alla tecnologia e alla formazione online ed essere sicure su internet; che l'obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) n. 5 fa riferimento alla parità di genere e all'emancipazione delle donne e che ciò implica l'uso della tecnologia e di internet;
B. considerando che la digitalizzazione ha radicalmente modificato la maggior parte degli aspetti della nostra vita in modi che creano innumerevoli opportunità, ma determinano anche nuove sfide; che la crisi della pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze si tradurranno, con buona probabilità, in cambiamenti permanenti della vita in Europa, in cui la digitalizzazione rivestirà un ruolo di primo piano; che occorre studiare e valutare l'impatto della digitalizzazione sulle prospettive occupazionali delle donne e le ramificazioni del telelavoro; che la ricerca di un equilibrio tra telelavoro, vita privata e responsabilità di assistenza aggiunge pressioni supplementari e che le donne devono pertanto far fronte a oneri accresciuti sul piano emotivo, mentale e sociale; che, a causa della pandemia, il mercato del lavoro si sta confrontando con la sfida di un'importante trasformazione digitale;
C. considerando che gli stereotipi di genere rappresentano un grave ostacolo alla parità tra uomini e donne, contribuendo alla segregazione di genere nell'istruzione e nel lavoro, aggravando ulteriormente il divario di genere nel settore digitale e impedendo la piena partecipazione delle donne in qualità di utenti, innovatrici e creatrici; che stereotipi diffusi tendono ad attribuire elevate capacità intellettive agli uomini più che alle donne e che tali stereotipi sono fatti propri dai bambini, e in particolare dalle bambine, già a sei anni di età, influenzandone gli interessi;
D. considerando che l'indice sull'uguaglianza di genere 2019 segnala persistenti disuguaglianze di genere nel settore digitale;
E. considerando che i dati Eurostat del 2018 mostrano che circa 1,3 milioni di persone erano impegnate in studi relativi alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) all'interno dell'Unione europea e che le ragazze e le donne costituivano una minoranza, rappresentando solo il 17 % di tutti gli studenti di materie relative alle TIC nell'UE;
F. considerando che il 73 % dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 16 anni si sente a proprio agio nell'utilizzo di dispositivi digitali con cui ha meno familiarità, a fronte di una percentuale del 63 % delle ragazze della stessa fascia di età[13], le quali si sentono meno sicure malgrado dispongano di conoscenze che consentono loro di riuscire meglio dei ragazzi sul piano dell'alfabetizzazione digitale;
G. considerando che gli stereotipi di genere influenzano profondamente le scelte relative alle materie di studio; che pochissime ragazze adolescenti negli Stati membri dell'UE (meno del 3 %) si dicono interessate a lavorare come professionista nell'ambito delle TIC a trent'anni[14]; che gli insegnanti e i genitori possono rafforzare gli stereotipi di genere scoraggiando le ragazze dall'intraprendere una carriera nel settore delle TIC; che, eliminando le aspettative professionali differenziate in base al genere e promuovendo modelli di riferimento femminili nei settori delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) e delle TIC, si possono incoraggiare le ragazze a intraprendere studi nell'ambito delle TIC;
H. considerando che le donne nel settore dell'informazione e della comunicazione guadagnano il 19 % in meno degli uomini; che il divario retributivo di genere contribuisce direttamente al divario pensionistico di genere[15]; che i livelli retributivi degli uomini e delle donne devono essere coerenti con il principio di equità e di uguaglianza;
I. considerando che in tutto il mondo le donne, come gruppo demografico, utilizzano internet con minor frequenza rispetto agli uomini per installare un software, fruire di radio e televisione online o utilizzare servizi bancari o di commercio elettronico online;
J. considerando che, sebbene negli ultimi due anni si sia verificato un aumento del numero di donne che lavorano nel settore della cibersicurezza, le cifre rimangono comunque estremamente basse, poiché le donne rappresentano meno del 20 % dei professionisti della cibersicurezza in Europa;
K. considerando che probabilmente in futuro il 90 % dei lavori richiederà un certo grado di competenze informatiche e alfabetizzazione digitale;
L. considerando che è più probabile che le donne fatichino ad affermarsi nel settore lavorativo delle TIC a causa di diversi ostacoli, come gli stereotipi di genere e ambienti lavorativi non diversificati e a prevalenza maschile; che nel settore delle TIC si verifica una notevole segregazione sia verticale che orizzontale, e che le donne sono spesso sovraqualificate per le posizioni che occupano; che solo una ristretta minoranza di donne riveste posizioni di alto livello nel settore dell'ingegneria del software;
M. considerando che l'utilizzo e la creazione di software stanno diventando attività fondamentali per la trasformazione digitale; che il divario di genere tra gli sviluppatori e gli ingegneri di software è causa di preoccupazioni in termini di partecipazione delle donne al settore, così come di potenziali pregiudizi discriminatori di genere, consapevoli o inconsapevoli, in relazione alle applicazioni dell'intelligenza artificiale, ai videogiochi, ai giocattoli e ad altre applicazioni;
N. considerando che l'indagine dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) sulla violenza contro le donne mette in luce che il 14 % delle donne ha subito molestie informatiche a partire dall'età di 15 anni[16]; che nei siti di istruzione STEM, comprese le scuole, le università e i luoghi di lavoro, sono stati segnalati numerosi casi di molestie sessuali, il che esclude ulteriormente le donne dal settore; che molte donne sono state vittime di nuove forme di molestie sessuali e psicologiche online durante la pandemia di COVID-19, tra cui lo Zoom bombing, lo stalking o le minacce online; che sono urgentemente necessarie misure per affrontare queste nuove forme di molestie sessuali e psicologiche; che l'oggettificazione, l'ipersessualizzazione e lo sfruttamento delle donne online, in particolare attraverso la pornografia su internet, hanno un effetto devastante sulla costruzione della sessualità e, più in generale, sulla parità di genere;
O. considerando che le TIC sono un settore con una bassa percentuale di lavoratrici; che un considerevole numero di donne abbandona gli studi superiori, le opportunità accademiche e la propria carriera nell'ambito delle TIC (un fenomeno descritto con la metafora della "conduttura che perde"), principalmente a causa di un insoddisfacente equilibrio tra vita professionale e vita privata, di vincoli organizzativi e di un ambiente di lavoro a prevalenza maschile; che la perdita di produttività annua per l'economia europea dovuta alle donne che abbandonano i loro posti di lavoro nel settore digitale per diventare inattive è pari a 16,1 miliardi di EUR[17];
P. considerando che il settore informatico ha registrato un significativo aumento del numero di donne nei consigli di amministrazione ma che, nel contempo, è il settore con la più elevata percentuale di consigli di amministrazione composti interamente da uomini;
Q. considerando che competenza digitale significa capacità di acquisire, elaborare e comunicare informazioni digitali e che tale competenza è condizionata dal contesto socioculturale ed economico; che le donne dedicano più tempo degli uomini al lavoro domestico e di assistenza non retribuito; che ciò limita il loro tempo libero e il tempo dedicato al lavoro retribuito o alla possibilità di acquisire competenze e abilità digitali nell'uso di internet; che misure volte a promuovere la sensibilizzazione, a mettere in discussione gli stereotipi e le norme di genere e a meglio ridistribuire il lavoro domestico e di cura dei figli non retribuito, permetterebbero alle donne di partecipare maggiormente ai mercati del lavoro e alla formazione (nei settori digitali) e consentirebbe loro di acquisire migliori competenze digitali;
R. considerando che solo una percentuale marginale degli investitori, degli investitori di capitali di rischio e degli investitori informali è formata da donne; che, dal momento che le ragazze tendono a studiare meno le materie inerenti alle TIC e alle discipline STEM sin dalla scuola primaria e fino all'università, il numero di donne attivo sul mercato del lavoro in tali settori e come fondatrici e proprietarie di imprese private e start-up è significativamente inferiore; che questa minore partecipazione delle donne ai settori tecnologici ha effetti diretti su tutti gli sviluppi sociali e genera pregiudizi in relazione al tipo di innovazioni e nuove tecnologie che vengono immesse sul mercato dei consumatori;
S. considerando che rispetto al 2011 si registra un calo tendenziale del numero delle donne che intraprendono studi superiori nel settore delle TIC; che le donne rappresentano solo il 17 % degli 8 milioni di specialisti nel settore delle TIC nell'UE; che, se più donne accedessero al mercato del lavoro del settore digitale, quest'ultimo trarrebbe notevoli benefici da una riserva ancora inutilizzata di talento, competenze e prospettive diversificate, in grado di accrescere il PIL dell'economia europea di 16 miliardi di EUR all'anno;
T. considerando che, secondo la relazione del 2018 sul divario di genere mondiale pubblicata dal Forum economico mondiale, solo il 22 % dei professionisti nel settore dell'intelligenza artificiale sono donne, rispetto al 78 % degli uomini, il che rappresenta un divario di genere del 72% ancora da colmare; che nel 2019, per ogni investimento di 100 USD a favore delle imprese europee nel settore della tecnologia, 92 USD sono andati a finanziare gruppi formati esclusivamente da uomini[18];
U. considerando che inclusione digitale significa che a tutti gli individui e le comunità è data la possibilità di accedere alle TIC e di utilizzarle; che la mancanza di accesso, di un'offerta di apparecchiature a prezzi abbordabili e di istruzione, nonché le norme socioculturali e le aspettative legate al genere, la minore partecipazione all'istruzione in materia di discipline STEM e TIC, l'impiego limitato di strumenti digitali e la minore attività nelle piattaforme sociali a causa della violenza informatica nei confronti delle ragazze e delle donne sono tutti fattori che concorrono a escluderle dall'inclusione digitale; che la dimensione dell'inclusione di genere digitale deve essere integrata in tutte le iniziative e gli investimenti dell'UE riguardanti le TIC e la digitalizzazione;
V. considerando che inclusione finanziaria digitale significa accesso digitale e utilizzo di servizi finanziari formali adatti alle proprie esigenze e forniti in maniera responsabile a un costo contenuto; che le leggi e le norme che possono pregiudicare il diritto delle donne di partecipare al mercato del lavoro, controllare attività, raccogliere e accedere a finanziamenti per creare imprese formali e prendere decisioni economiche in autonomia sono il motivo principale dell'esclusione finanziaria delle donne; che circa un miliardo di donne non ha ancora accesso a servizi finanziari formali a causa della mancanza di documenti identificativi, telefoni cellulari, competenze digitali e conoscenze finanziarie, oltre che a causa dell'inadeguatezza dei prodotti offerti; che migliorando l'accesso a servizi finanziari digitali responsabili e il loro utilizzo è possibile rafforzare il potere economico delle donne e la loro indipendenza economica;
W. considerando che la capacità delle donne di accedere alle tecnologie digitali e utilizzarle è condizionata da numerosi fattori tra cui gli investimenti, le normative e la concorrenza; che le donne e le ragazze nelle regioni rurali e difficili da raggiungere devono affrontare sfide e superare ostacoli per accedere a internet e alle tecnologie e infrastrutture digitali, il che impedisce loro di beneficiare pienamente del potenziale digitale delle moderne tecnologie; che in particolare nei paesi in via di sviluppo le donne e le ragazze nelle zone rurali lavorano generalmente nel settore agricolo e che il loro lavoro è spesso non retribuito e precario, il che le porta a vivere in contesti tecnologicamente disagiati e determina difficoltà in termini di accessibilità alle tecnologie digitali;
Osservazioni generali
1. invita la Commissione e gli Stati membri ad allineare le misure volte a promuovere la transizione digitale con gli obiettivi dell'Unione in materia di parità di genere; sottolinea che la transizione digitale non dovrebbe lasciare indietro nessuno; accoglie con favore gli impegni della Commissione volti a promuovere la partecipazione delle donne all'economia e alla società digitali e dell'informazione contenuti nella strategia per la parità di genere 2020-2025; invita la Commissione a continuare ad affrontare il grave divario di genere nel settore delle TIC nel quadro dell'agenda digitale, della strategia digitale europea e di tutte le altre politiche in materia di competenze di digitalizzazione e politiche e iniziative di istruzione, con misure concrete volte ad accrescere specificamente la partecipazione delle donne e delle ragazze al settore; sottolinea l'importante impatto di una maggiore partecipazione delle donne al settore digitale ai fini della lotta contro le disparità di genere, gli stereotipi e le discriminazioni, del miglioramento dell'accesso delle donne al mercato del lavoro e delle loro condizioni di lavoro, nonché sul superamento del divario retributivo di genere; invita la Commissione e gli Stati membri a fornire finanziamenti adeguati ai programmi volti ad attrarre un maggior numero di ragazze e donne allo studio e al lavoro nelle discipline STEM, a istituire programmi per l'imprenditorialità che finanzino donne e ragazze che avviano progetti o nuove imprese tecnologici, a sviluppare strategie volte ad aumentare l'inclusione digitale delle ragazze e delle donne e l'inclusione finanziaria digitale in settori connessi alle discipline STEM, all'intelligenza artificiale e al settore della ricerca e dell'innovazione, nonché ad adottare un approccio multilivello per affrontare il divario di genere a tutti i livelli di istruzione e occupazione nel settore digitale;
2. invita la Commissione a tenere debitamente conto delle pari opportunità per donne e uomini nonché del divario digitale di genere nel negoziare i programmi nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) nonché i fondi e i prestiti a titolo del piano per la ripresa, così come a favorire la sensibilizzazione in merito a tali meccanismi tra le donne; sottolinea che l'integrazione della dimensione di genere e il bilancio di genere mediante indicatori misurabili dovrebbero rientrare tra le politiche a sostegno dello sviluppo delle TIC; invita la Commissione a garantire l'integrazione della dimensione di genere nella legge sui servizi digitali e in tutte le future proposte riguardanti il settore digitale;
3. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la piena attuazione della dichiarazione ministeriale d'impegno sulle donne nel settore digitale; invita la Commissione a monitorare l'attuazione dei piani nazionali intersettoriali degli Stati membri riguardanti le donne nel settore digitale;
Formazione
4. sottolinea l'importanza di garantire l'integrazione della dimensione di genere nell'istruzione digitale a tutti i livelli, compresa l'istruzione extracurricolare, informale e non formale, anche per il personale docente; chiede strategie specifiche per le diverse fasce d'età;
5. incoraggia la Commissione e gli Stati membri, così come gli sviluppatori, le imprese e le università ad affrontare il divario di genere nel settore delle TIC e a collaborare onde trovare soluzioni e condividere le migliori prassi per una migliore inclusione delle ragazze in materie pertinenti per l'istruzione digitale da un'età precoce in poi; invita l'UE e gli Stati membri a elaborare, sostenere e attuare le azioni promosse dalle Nazioni Unite e dai suoi organi;
6. invita la Commissione ad affrontare esaustivamente la questione del basso numero di donne che seguono percorsi di studio e intraprendono carriere nell'ambito delle TIC e a garantire una solida prospettiva di genere nel programma Europa digitale e nel piano d'azione aggiornato per l'istruzione digitale, anche provvedendo all'accessibilità materiale di apparecchiature digitali abbordabili; invita gli istituti di istruzione a includere una componente di genere in tutti i programmi di studio, i materiali e le prassi di insegnamento relativi alle discipline STEM e alle TIC sin da un'età precoce, al fine di incoraggiare le ragazze a frequentare corsi di matematica, programmazione e materie scientifiche e relative alle TIC nelle scuole e a continuare a studiare tali materie; incoraggia la Commissione e gli Stati membri a collaborare con gli istituti di istruzione e le organizzazioni della società civile per valutare e riformulare le modalità di istruzione in materia di TIC;
7. sottolinea l'importanza del fatto che le donne e le ragazze contribuiscano a determinare il proprio futuro nelle discipline STEM e che le TIC diventino parte integrante dell'istruzione nella scuola materna e primaria, abbandonando gli stereotipi di genere dannosi sul ruolo di ragazze e ragazzi;
8. invita la Commissione e gli Stati membri a tenere conto della prospettiva di genere nello sviluppo delle politiche in materia di istruzione digitale, per consentire agli studenti di entrambi i sessi di affrontare le sfide future; invita la Commissione e gli Stati membri a istituire programmi di tutoraggio con modelli di riferimento femminili nel settore delle TIC a tutti i livelli di istruzione; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte sia agli studenti, sia ai loro genitori, allo scopo di combattere gli stereotipi di genere nei progetti scolastici e nel mondo del lavoro; sottolinea l'importanza di dare riconoscimento al lavoro svolto da donne, in modo che le ragazze non vedano solo nomi di uomini nei libri scientifici, ma dispongano anche di modelli di riferimento femminili;
9. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita per agevolare la transizione professionale delle donne verso posizioni inerenti alle TIC, nonché la formazione e i programmi finalizzati a potenziare le competenze informatiche, il miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionale di donne e ragazze; sottolinea che la raccomandazione del Consiglio sull'istruzione e la formazione professionale e su un'agenda aggiornata per le competenze per l'Europa deve garantire una prospettiva di genere;
10. invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare politiche e misure volte ad affrontare il fenomeno della "conduttura che perde";
11. chiede che la parità di genere diventi una componente strutturale coerente della futura strategia e delle future politiche per i giovani dell'UE;
Occupazione e imprenditorialità
12. esorta gli Stati membri a recepire e attuare pienamente la direttiva relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare e invita la Commissione a monitorarla efficacemente per garantire che entrambi i genitori possano fruire di congedi di paternità, parentali e per i prestatori di assistenza; incoraggia gli Stati membri a considerare le TIC come un mezzo per promuovere l'equilibrio tra attività professionale e vita privata e a osservare le tendenze della digitalizzazione nel mondo del lavoro, compreso nel settore digitale, al fine di adattare, se del caso, le loro misure già esistenti di conciliazione tra attività professionale e vita privata e di promuovere e rafforzare i loro sistemi miranti a una distribuzione equilibrata delle responsabilità di assistenza; incoraggia, in tale contesto, la Commissione e gli Stati membri a introdurre politiche intese ad affrontare la situazione delle lavoratrici autonome, in particolare delle imprenditrici, nei settori delle TIC e del digitale, e la loro necessità di accedere ai sistemi di protezione sociale, ai congedi di maternità e all'assistenza all'infanzia; sottolinea che il telelavoro consente alle donne di lavorare da casa e ha il potenziale di consentire un migliore equilibrio tra attività professionale e vita privata; osserva, tuttavia, che esso deve essere monitorato e adeguatamente disciplinato dagli Stati membri;
13. sottolinea che il divario retributivo di genere ha un impatto negativo sulle prestazioni di sicurezza sociale e sul divario pensionistico per le donne, anche nel settore digitale; accoglie con favore l'impegno della Commissione a presentare misure vincolanti in materia di trasparenza retributiva entro la fine del 2020, tenendo in debita considerazione le circostanze uniche delle piccole e medie imprese europee e i diversi modelli di mercato del lavoro esistenti nell'UE, al fine di affrontare efficacemente il divario retributivo e pensionistico di genere e la povertà in età avanzata;
14. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la parità di genere nelle imprese nei settori TIC e connessi e nell'economia digitale e ad adottare politiche orizzontali per ridurre il divario di genere nell'economia digitale attraverso misure mirate, compresi fondi europei per finanziare progetti guidati da donne in ambito digitale, la promozione di un numero minimo di ricercatrici per la partecipazione a progetti TIC, corsi di formazione per i dipartimenti delle risorse umane in materia di "pregiudizi discriminatori di genere inconsapevoli" al fine di promuovere assunzioni equilibrate sotto il profilo di genere, la definizione di premi e regimi di incentivazione per le imprese e le organizzazioni che conducono attivamente politiche neutre in termini di genere connesse a obiettivi misurabili, la promozione dell'integrazione della dimensione di genere nelle strategie imprenditoriali nell'ambito della produzione, della progettazione e della commercializzazione di prodotti delle TIC, relazioni annuali sulla diversità e il divario salariale di genere presso le imprese TIC, politiche di appalto pubblico e/o orientamenti sull'acquisto di servizi TIC da parte di fornitori che assicurano un equilibrio di genere nella composizione delle loro imprese e dei loro organi direttivi, la facilitazione della distribuzione di finanziamenti europei a imprese che tengono conto dei criteri dell'equilibrio di genere e incoraggiano l'attuazione di piani e di protocolli per la parità di genere al fine di migliorare e monitorare i risultati delle imprese per quanto riguarda la partecipazione delle donne, anche a livello direttivo e di gestione, nonché programmi di tutoraggio;
15. invita la Commissione e gli Stati membri a valutare esaustivamente le cause e i fattori che determinano l'elevato tasso di abbandono delle carriere nel settore digitale da parte delle donne; invita la Commissione e gli Stati membri ad analizzare le implicazioni della mancanza di equilibrio tra attività professionale e vita privata per la capacità delle donne di partecipare alle misure di miglioramento della formazione necessarie a mantenere il livello di competenze richiesto nel settore delle TIC; invita la Commissione e gli Stati membri a elaborare meccanismi e programmi atti a integrare donne e ragazze in iniziative di istruzione, formazione e occupazione nel settore digitale, a prescindere dal loro status migratorio legale;
16. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'imprenditoria delle donne e la loro partecipazione all'innovazione, nonché ad aumentare le opportunità di finanziamento per le imprenditrici e le start-up digitali gestite da donne e a migliorare l'accessibilità dei finanziamenti esistenti, affinché le donne possano godere delle stesse opportunità di competere sul mercato unico digitale e al fine di incoraggiare una composizione più equilibrata in termini di genere delle istituzioni finanziarie;
17. incoraggia la Commissione e gli Stati membri a incrementare i finanziamenti per la ricerca sulle questioni di genere nel settore delle TIC;
18. ritiene che disporre di un maggior numero di modelli di riferimento femminili sia un fattore della massima importanza, così come aumentare il numero di donne in posizioni dirigenziali nel settore delle TIC; invita i modelli di riferimento maschili a esprimersi a favore della parità di genere nell'economia digitale; sottolinea la necessità che le imprese nel settore delle TIC introducano pratiche volte a promuovere la diversità nell'ambito delle risorse umane, come ad esempio misure a favore dell'equilibrio di genere nelle posizioni dirigenziali di medio e alto livello e nei consigli di amministrazione; si compiace dell'intenzione dichiarata dalla Commissione di incoraggiare l'adozione della proposta di direttiva del 2012 riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa e relative misure (la cosiddetta "direttiva relativa alla presenza delle donne nei consigli di amministrazione"), ed esorta il Consiglio a sbloccarla e adottarla;
I settori culturale, audiovisivo e dei media
19. sottolinea l'impatto dei settori culturale, audiovisivo, pubblicitario e dei media nello sviluppare e rafforzare gli stereotipi di genere e nell'alimentare barriere normative e culturali, perpetuate attraverso il linguaggio e le immagini diffusi;
20. chiede che l'industria audiovisiva e dei media mostri maggiormente donne in professioni attinenti ai settori TIC e STEM, in modo da introdurre una visualizzazione della diversità e delle possibilità nell'ambito delle discipline STEM e delle TIC; invita le imprese nel settore dei media a includere le donne nei gruppi di discussione, negli articoli di giornale e negli altri spazi che contribuiscono a plasmare l'opinione pubblica e il dibattito pubblico su temi di natura tecnologica;
21. rammenta l'importanza di eliminare i pregiudizi discriminatori di genere, sia consapevoli che inconsapevoli, dagli algoritmi, dalle applicazioni dell'IA, dai videogiochi e dai giocattoli che perpetuano stereotipi di genere dannosi e portano a una limitata partecipazione delle donne nel settore digitale, dell'IA e delle TIC; sottolinea la necessità di affrontare il pregiudizio in relazione all'innovazione nel settore delle TIC che fa sì che i progettisti e gli sviluppatori di servizi, software e applicazioni per gli utenti sono per lo più uomini mentre gli utenti sono principalmente donne;
L'emancipazione civica, politica ed economica delle donne
22. sottolinea che le TIC possono accrescere notevolmente la capacità delle donne di partecipare ai processi elettorali, alle consultazioni pubbliche, ai sondaggi e ai dibattiti, nonché di organizzarsi e sostenere i diritti delle donne; invita la Commissione e gli Stati membri a tenere conto della dimensione di genere nell'elaborazione delle iniziative di e-government; sottolinea l'efficacia dell'utilizzo di internet per le campagne, i forum e la promozione della visibilità dei modelli di riferimento femminili;
23. invita la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi in modo costruttivo con le organizzazioni della società civile digitale e a sostenerle, incoraggiandole anche a partecipare alla governance di internet; invita altresì la Commissione e gli Stati membri a collaborare strettamente con le donne e con le organizzazioni delle donne della società civile e a coinvolgerle al fine di rispondere meglio alle preoccupazioni esistenti nella vita quotidiana delle donne e delle ragazze e di attenuarle nella definizione e nell'attuazione delle politiche pubbliche in materia di tecnologia, nonché a promuovere l'inclusione economica e digitale delle donne;
24. incoraggia gli Stati membri e la Commissione a organizzare campagne di sensibilizzazione, formazione e integrazione della dimensione di genere, onde sottolineare l'impatto delle competenze nell'ambito delle TIC sull'emancipazione economica delle donne;
25. ritiene che le donne debbano essere incoraggiate a svolgere un ruolo più cruciale nella progettazione, nello sviluppo, nella costruzione e nella manutenzione delle città o dei comuni intelligenti;
Raccolta dei dati
26. si compiace della creazione del quadro di valutazione delle donne nel settore del digitale come parte integrante dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI), nonché dei quattro nuovi indicatori proposti dall'EIGE nella sua relazione del 2018, dal titolo "La parità di genere e i giovani: opportunità e rischi della digitalizzazione";
27. invita la Commissione e gli Stati membri, nonché le piattaforme e le imprese, a raccogliere dati comparabili disaggregati per genere e per età in merito all'uso delle TIC e a proporre iniziative, compresi studi, volti a comprendere ulteriormente e ad affrontare le cause alla base del divario digitale di genere; esorta la Commissione e gli Stati membri a raccogliere e utilizzare i dati disaggregati per sesso esistenti per promuovere ulteriori attività di ricerca sull'interazione dei diversi fattori che impediscono l'inclusione digitale delle donne e delle ragazze; sottolinea che la raccolta armonizzata dei dati facilita il confronto e la condivisione di dati ed esempi di migliori pratiche da parte degli Stati membri;
Lotta alla violenza di genere: la violenza informatica
28. riconosce con grande preoccupazione l'aumento dei reati digitali e degli atti di intimidazione, bullismo, doxing, aggressione e violenza nei confronti delle donne nel mondo digitale; sottolinea l'importanza dell'alfabetizzazione digitale e mediatica, dell'igiene informatica e della sicurezza informatica; chiede fondi e campagne per sensibilizzare e istruire le donne su come rendere sicuri i loro account e le loro comunicazioni per proteggersi online e su come praticare una comunicazione sociale rispettosa su internet, avvertendo le donne in merito a potenziali molestatori o aggressori, nonché informandole su come chiedere aiuto in caso di eventi problematici; ritiene che tali campagne dovrebbero combattere la violenza di genere e gli stereotipi di genere, educare gli uomini su come comportarsi nei confronti delle donne online e garantire che sia mantenuta la libertà di espressione e di partecipazione significativa delle donne al dibattito pubblico; ritiene inoltre che le imprese e gli sviluppatori dovrebbero affrontare la problematica della violenza e degli abusi online basati sul genere nelle loro infrastrutture attraverso meccanismi efficaci di segnalazione e sospensione; invita gli Stati membri ad agevolare i canali di segnalazione e a sostenere lo sviluppo di strumenti di formazione per le forze di polizia, il sistema giudiziario e il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per consentire alle autorità di contrasto di indagare e perseguire efficacemente gli aggressori dolosi e sostenere le vittime di molestie e violenze online;
29. invita le istituzioni, le agenzie e gli organi dell'UE, nonché gli Stati membri e le rispettive autorità di contrasto, a collaborare e adottare misure concrete per coordinare le loro azioni volte a contrastare l'uso delle TIC a fini criminali, comprese le molestie sessuali online e la tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, e a raccogliere dati disaggregati per genere riguardo alla violenza di genere online; si compiace dell'annuncio della Commissione di un sondaggio sulla violenza di genere; esorta la Commissione e Stati membri a fornire finanziamenti adeguati per lo sviluppo di soluzioni di IA che prevengano e contrastino la violenza online e le molestie sessuali e lo sfruttamento online nei confronti delle donne e delle ragazze e le molestie sul luogo di lavoro; invita gli Stati membri a rivedere il loro diritto penale per assicurare che le nuove forme di violenza digitale siano definite, riconosciute e configurate come reato, nonché a ratificare la Convenzione dell'OIL sulla violenza e le molestie del 2019, che si applica, tra l'altro, alle comunicazioni legate al lavoro;
30. ritiene essenziale, ai fini del conseguimento della parità di genere, creare un'educazione sessuale e relazionale completa e adeguata all'età, che comprenda la lotta contro la violenza online e le molestie sessuali online, nonché la lotta contro l'oggettificazione, l'ipersessualizzazione e lo sfruttamento sessuale online delle donne; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare politiche e misure volte ad affrontare i casi di molestie sessuali nelle scuole e nei luoghi di apprendimento delle discipline STEM, nonché nell'ambito del settore delle TIC; invita i datori di lavoro ad adattare misure in materia di risorse umane per affrontare le forme nuove e vecchie di molestie online, prevedendo corsi di formazione obbligatori e numeri di emergenza per le vittime;
31. chiede ulteriori misure giuridicamente vincolanti e una direttiva per prevenire e contrastare la violenza di genere, compresa la violenza informatica, che spesso è rivolta nei confronti di donne che sono figure pubbliche, politiche o attiviste, e l'incitamento all'odio online contro le donne; invita la Commissione a garantire che la futura proposta di legge sui servizi digitali e di un nuovo quadro di cooperazione tra le piattaforme online si occupi delle responsabilità delle piattaforme online in relazione all'incitamento all'odio da parte degli utenti e ad altri contenuti dannosi, violenti e sessisti, in modo da salvaguardare la sicurezza delle donne online; invita la Commissione a elaborare definizioni giuridiche armonizzate della violenza online e un nuovo codice di condotta per le piattaforme online per combattere la violenza di genere online;
Ambiti emergenti
32. invita le amministrazioni pubbliche nazionali e le istituzioni dell'UE a collaborare con il settore privato per organizzare campagne riguardanti modelli di riferimento in tutta Europa, incoraggiando le giovani professioniste a scegliere professioni nel settore della cibersicurezza, il che ridurrebbe in misura significativa il divario di competenze, stimolerebbe l'economia e migliorerebbe la resilienza generale dell'industria della cibersicurezza in Europa;
33. sottolinea la necessità di ulteriori sforzi normativi per garantire che l'IA rispetti i principi e i valori della parità di genere e della non discriminazione sanciti dall'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea;
34. mette in risalto la necessità di comprendere in maniera più approfondita, attraverso una prospettiva di genere, ambiti emergenti come quelli delle decisioni per mezzo di algoritmi, della tecnologia della blockchain, delle criptovalute e della sorveglianza dei dati, e di formulare strategie per affrontare tali questioni;
Parità di genere nelle politiche di sviluppo
35. esprime preoccupazione in merito alla possibilità di un aggravarsi del divario digitale di genere nei paesi e nelle regioni in via di sviluppo durante la crisi attuale; sottolinea l'importanza di promuovere l'alfabetizzazione digitale, l'accessibilità digitale e l'abbordabilità delle apparecchiature digitali per donne e ragazze, quali strumenti per conseguire la parità di genere nelle strategie di sviluppo; sottolinea la necessità di destinare fondi per lo sviluppo alla promozione dell'istruzione digitale delle ragazze e delle donne e di sostenere progetti guidati da donne nel settore digitale, in particolare quelli aventi un impatto sociale;
36. rammenta che le persone con disabilità, i gruppi etnici e minoritari, le donne provenienti da diversi contesti socioeconomici, le donne anziane, le donne nelle zone rurali, nonché le donne rifugiate e migranti possono avere difficoltà ad accedere ai servizi digitali e alla relativa infrastruttura; sottolinea l'importanza di un approccio intersezionale a tutte le iniziative di integrazione della dimensione di genere per quanto concerne il rafforzamento dell'accesso delle donne ai servizi digitali e del loro utilizzo, nonché il rafforzamento dell'accesso delle donne all'istruzione e al lavoro nell'economia e nella società digitali; invita gli Stati membri ad affrontare il problema dell'esclusione digitale di tutti i gruppi vulnerabili della società e a rendere loro accessibile l'istruzione in materia di TIC adattando i metodi e i calendari di insegnamento in modo da tenere conto dei diversi fattori determinanti per l'accesso delle donne all'istruzione;
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37. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
MOTIVAZIONE
La digitalizzazione ha cambiato radicalmente le nostre vite, creando nuove opportunità ma anche molteplici sfide. Le pari opportunità sul mercato del lavoro, l'uguaglianza di trattamento sul lavoro e l'impegno per l'equilibrio di genere nel settore digitale sono questioni della massima importanza non solo per l'economia dell'UE, per esempio in termini di crescita del PIL, ma anche come questione di semplice giustizia per tutte le donne e ragazze talentuose che scelgono di intraprendere una carriera in una disciplina STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
L'attuale crisi della COVID-19, che ha rivoluzionato il modo in cui le persone e le imprese utilizzano le TIC e altre tecnologie digitali per lavorare e interagire, non ha fatto altro che mettere in evidenza l'urgente necessità di promuovere l'equilibrio di genere in questo settore.
Le disuguaglianze erano già state individuate decenni fa e nel corso degli anni sono stati profusi sforzi per affrontarle. Ciò nonostante, come dimostrato da un recente studio commissionato dal Dipartimento tematico "Diritti dei cittadini e affari costituzionali" del Parlamento europeo, su richiesta della commissione FEMM, i pregiudizi e le disuguaglianze continuano ad esistere nelle discipline STEM e nel settore digitale (per esempio tecnologie digitali, informatica, tecnologie dell'informazione, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, intelligenza artificiale, cibersicurezza).
La presente relazione individua due principali fenomeni che contribuiscono alla suddetta situazione. Da un lato, per diverse ragioni di stampo culturale, le ragazze tendono a evitare tali settori perché non sembrano offrire opportunità di carriera promettenti. Dall'altro, molte di coloro che imboccano questa strada finiscono per abbandonarla lungo il percorso, da studentesse o da professioniste, a causa di quello che è stato definito l'effetto "conduttura che perde" (leaky pipeline). Le differenze tra uomini e donne si manifestano molto presto e rimangono tristemente note nel corso della vita. Il 73 % dei ragazzi tra i 15 e i 16 anni dichiara di sentirsi a proprio agio nell'utilizzare dispositivi elettronici, a fronte di una percentuale del 63 % tra le ragazze della stessa età. Un dato ancora più preoccupante è che solo il 3 % delle adolescenti si dicono interessate a intraprendere una carriera da professionista nell'ambito delle TIC.
La metafora della "conduttura che perde" si riferisce a una situazione in cui più una donna progredisce nei suoi studi accademici e nella sua professione, più è probabile che abbandoni tale strada. Questo fenomeno è ascrivibile a molteplici condizioni, tra cui ambienti di lavoro non favorevoli alla famiglia, la carenza di colleghe e mentori donne e un'assenza di riconoscimento professionale.
Finalità e azioni
La presente relazione INI mira ad affrontare le cause profonde del divario digitale di genere esistente, a riflettere sui dati disponibili e a proporre misure e azioni concrete per promuovere la partecipazione di donne e ragazze all'economia digitale.
Le cause del divario digitale di genere sono molteplici. La relatrice ha strutturato la relazione seguendo un percorso che va dalle prime fasi dell'istruzione fino all'occupazione, tenendo conto anche delle influenze sociali e culturali, nel tentativo di individuare i circuiti di feedback positivi e le strozzature che impediscono la piena integrazione delle donne e delle ragazze nel settore digitale.
La presente relazione comprende una serie di raccomandazioni rivolte alla Commissione, agli Stati membri e alla società in generale.
La relatrice sottolinea che non spetta soltanto alle autorità e agli organismi pubblici rispondere adeguatamente per contrastare il divario digitale di genere. Altri attori, come personalità pubbliche, soggetti privati o accademici, possono realizzare azioni mirate per rafforzare in modo efficiente la partecipazione e il ruolo di donne e ragazze nell'economia digitale.
È necessario incoraggiare la partecipazione delle donne a posti di lavoro tecnici e ad alto livello, superando gli ostacoli educativi sin dalle prime fasi, nonché le barriere professionali, e garantendo nel contempo l'apprendimento digitale lungo tutto l'arco della vita per le donne.
La relazione include altresì diverse raccomandazioni intese ad affrontare il divario digitale di genere in vari settori come i media, la cultura e il settore audiovisivo, nonché la partecipazione civica, politica ed economica delle donne.
Si fa inoltre riferimento all'importanza della raccolta dei dati, della cibersicurezza e di ulteriori ricerche sulle questioni di genere nel settore delle TIC.
La relatrice è convinta che l'eliminazione del divario di genere stimolerà la prosperità a tutti i livelli e garantirà la giustizia sociale attraverso una maggiore parità tra uomini e donne.
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
12.11.2020 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
28 3 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Christine Anderson, Simona Baldassarre, Robert Biedroń, Vilija Blinkevičiūtė, Annika Bruna, Margarita de la Pisa Carrión, Rosa Estaràs Ferragut, Frances Fitzgerald, Cindy Franssen, Heléne Fritzon, Lina Gálvez Muñoz, Lívia Járóka, Arba Kokalari, Alice Kuhnke, Karen Melchior, Maria Noichl, Sandra Pereira, Pina Picierno, Sirpa Pietikäinen, Samira Rafaela, Evelyn Regner, Diana Riba i Giner, Eugenia Rodríguez Palop, María Soraya Rodríguez Ramos, Sylwia Spurek, Jessica Stegrud, Isabella Tovaglieri, Ernest Urtasun, Hilde Vautmans, Elissavet Vozemberg-Vrionidi, Chrysoula Zacharopoulou |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Maria da Graça Carvalho, Jadwiga Wiśniewska |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
28 |
+ |
PPE |
Maria da Graça Carvalho, Rosa Estaràs Ferragut, Frances Fitzgerald, Cindy Franssen, Lívia Járóka, Arba Kokalari, Sirpa Pietikäinen, Elissavet Vozemberg-Vrionidi |
S&D |
Robert Biedroń, Vilija Blinkevičiūtė, Heléne Fritzon, Lina Gálvez Muñoz, Maria Noichl, Pina Picierno, Evelyn Regner |
Renew |
Karen Melchior, Samira Rafaela, María Soraya Rodríguez Ramos, Hilde Vautmans, Chrysoula Zacharopoulou |
ID |
Simona Baldassarre, Isabella Tovaglieri |
Verts/ALE |
Alice Kuhnke, Diana Riba i Giner, Sylwia Spurek, Ernest Urtasun |
GUE/NGL |
Eugenia Rodríguez Palop |
ECR |
Jadwiga Wiśniewska |
3 |
- |
ID |
Christine Anderson |
ECR |
Margarita de la Pisa Carrión, Jessica Stegrud |
2 |
0 |
ID |
Annika Bruna |
GUE/NGL |
Sandra Pereira |
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
- [1] GU C 264 E del 13.9.2013, pag. 75.
- [2] GU C 36 del 29.1.2016, pag. 18.
- [3] GU C 93 del 9.3.2016, pag. 120.
- [4] GU C 349 del 17.10.2017, pag. 56.
- [5] GU C 66 del 21.2.2018, pag. 44.
- [6] GU C 390 del 18.11.2019, pag. 28.
- [7] Analisi approfondita - "Empowering Women on the Internet", Parlamento europeo, Direzione generale delle Politiche interne, Dipartimento tematico C - Diritti dei cittadini e affari costituzionali, 30 ottobre 2015.
- [8] Studio - "The underlying causes of the digital gender gap and possible solutions for enhanced digital inclusion of women and girls", Parlamento europeo, Direzione generale delle Politiche interne, Dipartimento tematico C - Diritti dei cittadini e affari costituzionali, 15 febbraio 2018.
- [9] Studio - "Cyber violence and hate speech online against women", Parlamento europeo, Direzione generale delle Politiche interne, Dipartimento tematico C - Diritti dei cittadini e affari costituzionali, 16 agosto 2018.
- [10] Studio - "Education and employment of women in science, technology and the digital economy, including AI and its influence on gender equality", Parlamento europeo, Direzione generale delle Politiche interne, Dipartimento tematico C - Diritti dei cittadini e affari costituzionali, 15 aprile 2020.
- [11] GU L 101 del 15.4.2011, pag. 1.
- [12] https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/women-digital-scoreboard
- [13] Indicatore EIGE n. 6. Fonte: Scheda informativa dell'EIGE dal titolo "Parità di genere e digitalizzazione nell'Unione europea", pubblicata l'11 ottobre 2018.
- [14] Scheda informativa dell'EIGE dal titolo "Parità di genere e digitalizzazione nell'Unione europea", pubblicata l'11 ottobre 2018.
- [15] https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/women-ict
-
[16] Sondaggio FRA -
https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2018/604979/IPOL_STU(2018)604979_EN.pdf - [17] Studio della Commissione dal titolo "Women in the Digital Age" (2018).
- [18] https://2019.stateofeuropeantech.com/chapter/diversity-inclusion/article/state-di-european-tech/