RELAZIONE su un'Europa sociale forte per transizioni giuste
24.11.2020 - (2020/2084(INI))
Commissione per l'occupazione e gli affari sociali
Relatori: Dennis Radtke, Agnes Jongerius
Relatore per parere (*):
Marcos Ros Sempere, commissione per la cultura e l'istruzione
(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 57 del regolamento
- PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
- MOTIVAZIONE
- PARERE DELLA COMMISSIONE PER LA CULTURA E L'ISTRUZIONE
- PARERE DELLA COMMISSIONE PER I DIRITTI DELLE DONNE E L'UGUAGLIANZA DI GENERE
- INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
- VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
su un'Europa sociale forte per transizioni giuste
Il Parlamento europeo,
– visti gli articoli 3 e 5 del trattato sull'Unione europea (TUE),
– visti gli articoli 9, 151, 152, 153, 156, 157, 162 e 168 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– visti i protocolli 1, 8 e 28 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare il titolo IV (Solidarietà),
– visto il pilastro europeo dei diritti sociali proclamato dal Consiglio europeo, dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea nel novembre 2017,
– vista l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,
– visto l'accordo di Parigi raggiunto dalla COP21 del 2015, in particolare il suo preambolo in cui si esortano le Parti ad attuare le rispettive politiche e misure, per promuovere una giusta transizione della forza lavoro e la creazione di posti di lavoro dignitosi e di qualità in linea con le strategie e le priorità di sviluppo definite a livello nazionale,
– viste le convenzioni e le raccomandazioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), in particolare la convenzione sull'ispezione del lavoro del 1947 (n. 81), la dichiarazione per il centenario dell'OIL del 2019 e gli orientamenti dell'OIL per una transizione giusta verso economie e società ecologicamente sostenibili per tutti,
– visti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, segnatamente gli obiettivi 1, 3, 4, 5, 8, 10 e 13,
– viste la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD) e la sua entrata in vigore nell'UE il 21 gennaio 2011, in conformità della decisione 2010/48/CE del Consiglio, del 26 novembre 2009, relativa alla conclusione, da parte della Comunità europea, della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità,
– vista la convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna,
– vista la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro (direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione)[1],
– vista la direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica[2],
– viste la proposta di direttiva del Consiglio, presentata dalla Commissione, recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale (COM(2008)0426) e la relativa posizione del Parlamento del 2 aprile 2009[3],
– vista la comunicazione della Commissione del 14 gennaio 2020 dal titolo "Un'Europa sociale forte per transizioni giuste" (COM(2020)0014),
– vista la comunicazione della Commissione dell'11 dicembre 2019 sul Green Deal europeo (COM(2019)0640),
– vista la comunicazione della Commissione del 27 maggio 2020 dal titolo "Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione" (COM(2020)0456),
– vista la comunicazione della Commissione del 27 maggio 2020 dal titolo "Il bilancio dell'UE come motore del piano per la ripresa europea" (COM(2020)0442),
– vista la comunicazione della Commissione del 27 maggio 2020 dal titolo "Programma di lavoro adattato 2020 della Commissione" (COM(2020)0440),
– vista la proposta di regolamento del Consiglio, presentata dalla Commissione il 28 maggio 2020, che istituisce uno strumento dell'Unione europea per la ripresa a sostegno dell'economia dopo la pandemia di COVID-19 (COM(2020)0441),
– vista la sua risoluzione del 19 giugno 2020 sulla tutela dei lavoratori frontalieri e stagionali nel contesto della crisi della COVID-19[4],
– vista la relazione della Commissione del 17 giugno 2020 sull'impatto dei cambiamenti demografici (COM(2020) 0241),
– visto il parere del Comitato europeo delle regioni del 18 gennaio 2017 dal titolo "La risposta dell'UE alla sfida demografica" (2017/C 017/08),
– vista la comunicazione della Commissione del 19 febbraio 2020 dal titolo "Plasmare il futuro digitale dell'Europa" (COM(2020)0067),
– vista la proposta di raccomandazione del Consiglio relativa all'istruzione e formazione professionale (IFP) per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza, presentata dalla Commissione il 1o luglio 2020 (COM(2020) 275),
– visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 1o luglio 2020, che accompagna la proposta di raccomandazione del Consiglio relativa a un ponte verso il lavoro, che rafforza la garanzia per i giovani (SWD(2020)0124),
– vista la sua risoluzione legislativa del 10 luglio 2020 sulla proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione[5],
– vista la sua risoluzione legislativa dell'8 luglio 2020 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1303/2013 per quanto riguarda le risorse per la dotazione specifica per l'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile[6],
– vista la sua risoluzione del 10 ottobre 2019 sull'occupazione e le politiche sociali della zona euro[7],
– vista la sua risoluzione legislativa del 4 aprile 2019 sulla proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione[8],
– vista la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: aspetti occupazionali e sociali nella strategia annuale di crescita sostenibile 2020,
– vista la comunicazione della Commissione del 17 dicembre 2019 sulla strategia annuale di crescita sostenibile 2020 (COM(2019)0650),
– vista la proposta di relazione comune sull'occupazione della Commissione e del Consiglio, del 17 dicembre 2019, che accompagna la comunicazione della Commissione sulla strategia annuale di crescita sostenibile 2020,
– vista la decisione (UE) 2019/1181 del Consiglio, dell'8 luglio 2019, relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione[9],
– vista la sua risoluzione del 13 marzo 2019 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: aspetti occupazionali e sociali nell'analisi annuale della crescita 2019[10],
– visti gli "Orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024: Un'Unione più ambiziosa" presentati dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen,
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo, del 23 gennaio 2019, sul tema "Il dialogo sociale per l'innovazione nell'economia digitale",
– viste le previsioni economiche della primavera 2020 pubblicate dalla Commissione il 6 maggio 2020,
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo, del 18 settembre 2020, sul tema "Salari minimi dignitosi in tutta Europa",
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo, del 15 luglio 2020, sul tema "Piano di ripresa per l'Europa e quadro finanziario pluriennale 2021-2027",
– visto il parere del Comitato economico e sociale europeo, dell'11 dicembre 2019, sul tema "Norme minime europee comuni in materia di assicurazione contro la disoccupazione negli Stati membri dell'UE: un passo concreto verso l'effettiva attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali",
– visto lo studio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) sul tema "COVID-19: risposte strategiche in tutta Europa",
– vista la relazione tecnica del Centro comune di ricerca intitolata "Le misure di confinamento anti COVID e i mercati del lavoro dell'UE" pubblicata nel 2020 e, in particolare, la sua analisi degli ultimi dati disponibili sui modelli di telelavoro nell'UE,
– visti la Carta sociale europea riveduta e il processo di Torino, avviato nel 2014 allo scopo di rafforzare il sistema del trattato della Carta sociale europea in seno al Consiglio d'Europa nonché nel quadro della sua relazione con il diritto dell'Unione europea,
– visto l'articolo 54 del suo regolamento,
– visti i pareri della commissione per la cultura e l'istruzione e della commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere,
– vista la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A9-0233/2020),
A. considerando che lo sviluppo sostenibile è un obiettivo fondamentale dell'Unione europea; che l'economia sociale di mercato si basa su due pilastri complementari, ossia l'applicazione della concorrenza e misure solide di politica sociale, che dovrebbero portare alla realizzazione della piena occupazione e del progresso sociale; che i tre pilastri dello sviluppo sostenibile sono l'economia, la società e l'ambiente; che lo sviluppo sostenibile si basa, tra l'altro, sulla piena occupazione e il progresso sociale; che ciò costituisce un obiettivo fondamentale dell'Unione europea sancito dall'articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE); che finora è stata assegnata la priorità alla sostenibilità economica e ambientale;
B. considerando che l'Europa si sta confrontando con sfide emergenti, come le crescenti disuguaglianze intergenerazionali, la riduzione delle opportunità e delle risorse sociali, sanitarie, economiche e ambientali, le disparità territoriali e l'accesso ineguale ai servizi sociali e sanitari fondamentali, ai posti di lavoro e alle opportunità di impresa nonché alle infrastrutture sociali; che la riduzione delle disuguaglianze è una responsabilità condivisa tra l'UE e gli Stati membri; che le disuguaglianze, in termini di reddito e di opportunità, sono aumentate nella maggior parte degli Stati membri dalla crisi economica del 2008, mettendo in difficoltà sia la sostenibilità che l'inclusività della crescita e della coesione sociale, e che in tale contesto i progressi verso gli obiettivi di Europa 2020 sono stati difficili;
C. considerando che esiste una necessità forte e riconosciuta di una transizione, in Europa e nel mondo, verso lo sfruttamento sostenibile delle risorse, la riduzione delle emissioni di CO2 e una forte tutela dell'ambiente, al fine di proteggere i mezzi di sussistenza, la sicurezza, la salute e la prosperità delle generazioni future; che le transizioni verso un'economia e una dimensione sociale stabili e sostenibili, verdi e rispettose dell'ambiente richiederanno la cooperazione tra attori pubblici e privati e devono essere accompagnate da un processo di reindustrializzazione, modernizzazione della base industriale e rafforzamento del mercato interno; che le transizioni verde, digitale e demografica interessano in maniera diversa le regioni, i settori, i lavoratori e i gruppi di popolazione europei e che tali transizioni richiederanno un notevole riqualificazione e ridistribuzione della forza lavoro al fine di evitare la distruzione di posti di lavoro nei settori interessati;
D. considerando che le regioni europee in cui vi è la maggiore necessità di una transizione sostenibile sono, in generale, anche quelle che registrano livelli elevati di povertà ed esclusione; che sono necessari misure e investimenti decisivi per una rapida ripresa, che dovrebbe concentrarsi sulla mitigazione degli effetti economici e sociali della pandemia, riavviare l'attività economica, favorire lo sviluppo sostenibile, la transizione verde e la trasformazione digitale nonché attuare i principi del pilastro europeo dei diritti sociali al fine di realizzare stati sociali più efficaci e più forti; che un'Europa competitiva sul piano internazionale deve basarsi su un'Europa sociale forte al fine di creare un percorso verso una crescita sostenibile, un'occupazione di qualità e solidi sistemi di protezione sociale per tutti;
E. considerando che le ricerche di Eurofound rivelano la complessità della dimensione sociale dell'Unione europea e suggeriscono di integrare il quadro di valutazione della situazione sociale che accompagna il pilastro europeo dei diritti sociali con indicatori supplementari riguardanti la qualità dei posti di lavoro, la giustizia sociale e le pari opportunità, sistemi di protezione sociale robusti e la mobilità equa;
F. considerando che la strategia Europa 2020 è stata lanciata nel 2010 per promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; che l'attuazione della strategia di Lisbona avrebbe dovuto attribuire maggiore priorità alla sostenibilità e all'inclusività, invece che alla crescita;
G. considerando che, conformemente all'articolo 151 TFUE, l'Unione e gli Stati membri, tenuti presenti i diritti sociali fondamentali, quali quelli definiti nella Carta sociale europea firmata a Torino il 18 ottobre 1961 e nella Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori del 1989, hanno come obiettivi la promozione dell'occupazione, il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro che consenta la loro parificazione nei progressi, una protezione sociale adeguata, il dialogo sociale, lo sviluppo delle risorse umane atto a consentire un livello occupazionale elevato e duraturo e la lotta contro l'emarginazione; che le iniziative che promanano dal pilastro europeo dei diritti sociali sono una responsabilità condivisa tra l'UE e gli Stati membri, i quali hanno sistemi sociali e tradizioni diversi; che, pertanto, tali iniziative dovrebbero tutelare i sistemi nazionali di contrattazione collettiva, offrendo livelli di protezione più elevati; che i diritti fondamentali, la proporzionalità, la certezza del diritto, l'uguaglianza dinanzi alla legge e la sussidiarietà sono principi generali del diritto dell'UE e, come tali, devono essere rispettati;
H. considerando che le donne sono sottorappresentate nelle posizioni di leadership economica e politica ove si decidono le risposte strategiche alla COVID-19; che le donne dovrebbero essere coinvolte nel processo decisionale per apportare prospettive diverse e maggiori conoscenze ed esperienze, con un conseguente miglioramento dei risultati delle politiche;
I. considerando che i sistemi di previdenza sociale contribuiscono a garantire una vita dignitosa; che tali sistemi includono la sicurezza sociale, l'assistenza sanitaria, l'istruzione, l'alloggio, l'occupazione, la giustizia e i servizi sociali per i gruppi svantaggiati e svolgono un ruolo fondamentale nel conseguire uno sviluppo sociale sostenibile, promuovere l'uguaglianza e la giustizia sociale e garantire il diritto alla protezione sociale quale sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (1948); che le politiche di protezione sociale sono elementi cruciali delle strategie nazionali di sviluppo volte a ridurre la povertà e la vulnerabilità lungo tutto l'arco della vita e a sostenere una crescita inclusiva e sostenibile;
J. considerando che il dialogo sociale e la contrattazione collettiva sono strumenti fondamentali per datori di lavoro e sindacati al fine di fissare retribuzioni e condizioni di lavoro eque, e che sistemi di contrattazione collettiva solidi aumentano la resilienza degli Stati membri nei periodi di crisi economica; che le società dotate di solidi meccanismi di contrattazione collettiva tendono a essere più ricche e più eque; che il diritto alla contrattazione collettiva è una questione che riguarda tutti i lavoratori europei e può inoltre avere implicazioni fondamentali per la democrazia e lo Stato di diritto, ivi compreso il rispetto dei diritti sociali fondamentali; che la contrattazione collettiva è un diritto fondamentale europeo e le istituzioni dell'UE sono tenute a rispettarla a norma dell'articolo 28 della Carta dei diritti fondamentali; che, in tale contesto, le politiche che rispettano, promuovono e rafforzano la contrattazione collettiva e la posizione dei lavoratori nei sistemi di determinazione delle retribuzioni svolgono un ruolo fondamentale nel conseguimento di buone condizioni di lavoro;
K. considerando che la contrattazione collettiva è uno strumento essenziale per promuovere i diritti nell'ambito del lavoro; che, secondo i dati dell'OCSE, nell'ultimo decennio sia la densità dei sindacati che la copertura della contrattazione collettiva si sono notevolmente ridotte; che la copertura della contrattazione collettiva è in calo dal 2000 in 22 dei 27 Stati membri; che la qualità del lavoro e dell'ambiente lavorativo è superiore, in media, nei paesi con parti sociali ben organizzate e una vasta copertura dei contratti collettivi; che la contrattazione collettiva promuove un buon funzionamento del mercato del lavoro, a patto che abbia una vasta copertura e sia ben coordinata;
L. considerando che, secondo Eurofound, la contrattazione collettiva è sotto pressione e la recessione del 2008 ha portato al suo decentramento; che, per quanto si stimi che nell'UE un lavoratore su sei sia coperto da un contratto collettivo in materia di retribuzione, è difficile ottenere prove affidabili sotto forma di dati più dettagliati sulla copertura della contrattazione collettiva e dei contratti collettivi nell'intera UE; che, in base ai dati forniti dall'Istituto sindacale europeo (ETUI), il livello medio di appartenenza sindacale nell'UE è di circa il 23 % , con tassi di adesione molto variabili tra gli Stati membri, che spaziano dal 74 % all'8 %; che anche l'appartenenza a organizzazioni datoriali e la quota dei mercati che esse rappresentano variano notevolmente;
M. considerando che gli investimenti sociali consistono in investimenti nelle persone, volti a migliorare le loro condizioni di vita; che tra gli ambiti strategici fondamentali per gli investimenti sociali figurano la sicurezza sociale, l'assistenza sanitaria, l'assistenza a lungo termine, l'istruzione, gli alloggi, l'occupazione, la giustizia e i servizi sociali per i gruppi svantaggiati; che politiche sociali ben concepite contribuiscono fortemente allo sviluppo sostenibile e alla crescita, oltre a proteggere le persone dalla povertà e a fungere da stabilizzatori economici;
N. considerando che, tra gli effetti della pandemia di COVID-19, si prevede un aumento del tasso di povertà; che le donne, i giovani, gli anziani, le persone con disabilità e le famiglie numerose corrono maggiori rischi in tal contesto; che il numero di nuclei familiari composti da una sola persona e di persone anziane che vivono sole è in aumento; che i nuclei familiari composti da una sola persona sono maggiormente a rischio di povertà ed esclusione sociale e, in particolare, le donne anziane corrono un rischio di povertà superiore rispetto agli uomini se vivono sole; che le famiglie monoparentali sono maggiormente a rischio di povertà e privazione e hanno difficoltà a gestire il bilancio familiare a causa della presenza di un solo reddito e dei tassi di occupazione inferiori; che un numero crescente di giovani adulti si affida ora ai genitori per avere una protezione dalla povertà, ma che il 29 % delle famiglie con tre generazioni è a rischio di povertà e il 13 % subisce gravi privazioni;
O. considerando che la discriminazione di genere a casa e sul mercato del lavoro può comportare una distribuzione iniqua delle risorse, rendendo le donne più vulnerabili alla povertà e all'esclusione sociale rispetto agli uomini; che, se cadono in povertà, le donne hanno meno opportunità di risollevarsi;
P. considerando che la segregazione, sia orizzontale che verticale, del mercato del lavoro nell'UE è ancora notevole e che le donne sono sovrarappresentate nei settori meno redditizi; che le donne con contratti precari sono state particolarmente colpite dalla pandemia di COVID-19, in quanto sono state le prime a perdere il lavoro, e ciò ha comportato conseguenze finanziarie per le loro famiglie e la loro indipendenza economica, come pure una protezione sociale insufficiente in periodo di crisi;
Q. considerando che nel 2018 vi erano quasi 109 milioni di persone esposte al rischio di povertà o esclusione sociale nell'UE-27, ossia il 21,7 % della popolazione totale, di cui 23 milioni erano bambini[11]; che l'UE non ha raggiunto il suo obiettivo per il 2020 di ridurre il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale di almeno 20 milioni; che è probabile che il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale aumenterà all'interno dell'Unione per effetto della crisi della COVID-19; che il numero dei senzatetto è aumentato del 70 % negli ultimi dieci anni, registrando una crescita costante nella maggior parte degli Stati membri, e che ogni notte nell'UE almeno 700 000 persone non hanno un riparo; che la COVID-19 ha dimostrato che la situazione dei senzatetto rappresenta una crisi sociale, ma anche di salute pubblica[12]; che circa un quinto della popolazione dell'UE è a rischio di forte indebitamento e che molte persone non ricevono le prestazioni sociali a cui hanno diritto nell'ambito dei rispettivi sistemi nazionali;
R. considerando che un lavoratore su cinque nell'UE ha un lavoro di scarsa qualità; che si prevede che, nel prossimo decennio, la polarizzazione del lavoro e le forme di occupazione atipiche aumenteranno ulteriormente, e che i posti di lavoro aumenteranno nella fascia più alta e in quella più bassa dello spettro delle competenze[13]; che il cambiamento tecnologico e l'utilizzo dell'intelligenza artificiale potrebbero modificare in modo significativo il mercato del lavoro; che ciò comporta ulteriori disparità di reddito; che la domanda di lavoro è stata costantemente più debole nella fascia centrale della distribuzione salariale, in particolare durante i periodi di recessione e di contrazione del lavoro tra il 2008 e il 2013, in parte a causa della transizione del lavoro dai settori della produzione e della costruzione a quello dei servizi; che tale tendenza sarà presumibilmente ancor più rafforzata dalla pandemia; che i lavori poco qualificati saranno sempre essenziali per le società e meritano una paga e condizioni di lavoro dignitose; che la digitalizzazione può creare possibilità e opportunità di miglioramento delle competenze, ma non migliora necessariamente le condizioni di lavoro né crea nuovi posti di lavoro di qualità per tutti;
S. considerando che non vi è quasi nessuna transizione dai contratti di lavoro a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato; che il 60 % dei lavoratori si trova involontariamente prigioniero di un lavoro a tempo determinato; che le percentuali di transizione sono particolarmente basse nei paesi con alti livelli di occupazione a tempo determinato; che anche le amministrazioni pubbliche hanno troppo spesso fatto affidamento su lavoratori temporanei per sostituire i propri dipendenti, applicando condizioni di lavoro più precarie;
T. considerando che le ricerche di Eurofound sulle nuove forme di occupazione mostrano che forme emergenti e sempre più importanti di occupazione, che si discostano dai tradizionali rapporti tra datore di lavoro e lavoratore e/o sono caratterizzate da un'organizzazione del lavoro e da modelli lavorativi non tradizionali, tendono a essere coperte in misura minore dalla protezione sociale, dal dialogo sociale e dalla contrattazione collettiva; che, dato che tali forme di occupazione tendono a essere impiegate più diffusamente durante periodi di difficoltà a livello economico, è opportuno valutare interventi per contrastare la prevista crisi del mercato del lavoro derivante dalla pandemia di COVID-19;
U. considerando che il tasso di disoccupazione è superiore al 7 % e il tasso di disoccupazione giovanile è giunto al 17 % e, secondo le stime, aumenterà ulteriormente a causa della COVID-19[14], specialmente a danno delle donne e dei lavoratori poco qualificati; che, secondo le previsioni, il tasso di disoccupazione nella zona euro aumenterà dall'8,3 % registrato nel 2020 al 9,3 % circa nel 2021, con differenze sostanziali tra gli Stati membri[15]; che il tasso di disoccupazione riguardante gruppi specifici, quali le persone con disabilità, le minoranze etniche come ad esempio i rom, nonché i giovani e gli anziani, può essere significativamente più elevato; che secondo l'indagine di Eurofound sulle condizioni di vita e di lavoro e la pandemia di COVID-19, la crisi della COVID-19 ha avuto un impatto drammatico sul mercato del lavoro, con la disoccupazione che ha colpito l'8 % dei lavoratori dipendenti e il 13 % dei lavoratori autonomi dall'inizio della pandemia; che gli effetti della crisi sono stati avvertiti anche da chi è rimasto nel mercato del lavoro, con una notevole riduzione delle ore lavorate, il che ha causato la perdita di reddito, preoccupazioni sulla futura partecipazione al mercato del lavoro e insicurezza finanziaria;
V. considerando che, secondo Eurostat, nel 2018 vi erano 8,3 milioni di lavoratori a tempo parziale sottoccupati nell'UE-28, 7,6 milioni di persone erano disponibili a lavorare ma non in cerca di lavoro e altri 2,2 milioni di persone cercavano lavoro ma non erano in grado di iniziare a lavorare a breve termine; che nel 2018, in totale, 18,1 milioni di persone hanno vissuto situazioni in qualche modo analoghe alla disoccupazione nell'UE-28;
W. considerando che la lotta alla disoccupazione dei giovani e degli anziani resta una delle sfide più grandi a livello regionale nell'UE;
X. considerando che la crisi della COVID-19 ha messo in luce abusi riguardanti i diritti dei lavoratori transfrontalieri, frontalieri e stagionali e la precarietà della loro situazione, con bassi livelli di protezione sociale e di coordinamento di tale protezione; che vi è pertanto la necessità di una regolamentazione più solida, di un monitoraggio più forte e di un'applicazione efficace delle condizioni di lavoro dignitose, come pure delle condizioni abitative e della salute e sicurezza sul lavoro; che la direttiva relativa al lavoro tramite agenzia interinale deve essere migliorata in merito a tale aspetto;
Y. considerando che il divario nella partecipazione all'occupazione tra le donne e gli uomini era dell'11,7 % nel 2019; che tale differenziale ha un enorme costo economico per l'UE, pari a 320 miliardi di EUR all'anno, ovvero il 2,37 % del PIL dell'UE; che la crisi della COVID-19 colpisce in modo sproporzionato la posizione lavorativa e sociale delle donne, dal momento che il 26,5 % delle donne occupa posti di lavoro precari e le donne rappresentano il 60 % dei lavoratori a tempo parziale; che le donne sono più colpite degli uomini dalle difficoltà derivanti dalla pandemia di COVID-19, a causa dei settori lavorativi in cui la loro presenza è maggioritaria nonché dell'onere dell'assistenza di bambini e anziani, che grava ancora pesantemente sulle loro spalle;
Z. considerando che le persone con disabilità e gli anziani sono particolarmente esposti alla crisi della COVID-19; che sono suscettibili di soffrire in modo sproporzionato e avere esigenze di sostegno particolari che devono essere tenute in considerazione sin dall'inizio nella risposta alla pandemia, e che la ricerca evidenzia che tali gruppi corrono un rischio elevato di sviluppare problemi di salute mentale;
AA. considerando che le regioni europee si trovano ad affrontare tendenze demografiche a lungo termine, tra cui l'allungamento dell'aspettativa di vita, il calo dei tassi di natalità, l'invecchiamento della popolazione, la diminuzione della forza lavoro, la riduzione delle dimensioni dei nuclei familiari e l'aumento dell'urbanizzazione; che la riduzione della quota europea della popolazione mondiale, che secondo le stime sarà inferiore al 4 % entro il 2070, comporterà sfide; che le zone rurali e periferiche sono fortemente colpite dai cambiamenti demografici;
AB. considerando che la pandemia ha colpito in particolar modo gli anziani, aggravando in alcuni casi la situazione di chi è isolato; che gli anziani rischiano maggiormente di non avere accesso a Internet e alle tecnologie moderne e, di conseguenza, corrono un maggior rischio di esclusione, anche digitale;
AC. considerando che la crisi ha determinato un aumento della povertà urbana, colpendo in particolare i nuclei familiari a medio reddito e creando nuovi gruppi a rischio, e sta portando a un peggioramento delle disuguaglianze territoriali, con un aggravamento degli svantaggi sociali nelle zone urbane svantaggiate e delle diseguaglianze nell'accesso ai servizi pubblici, nonché un conseguente aumento della domanda di servizi sociali e di infrastrutture sociali a livello locale, in un momento in cui i bilanci locali sono al limite;
AD. considerando che le ricerche basate sull'indagine europea sulle condizioni di lavoro del 2015 evidenziano che, rispetto a coloro che lavorano nelle sedi dell'azienda, il doppio dei telelavoratori abituali dichiara di lavorare oltre le 48 ore stabilite dalla normativa dell'UE e di riposare meno di 11 ore fra un giorno lavorativo e l'altro; che quasi il 30 % di detti telelavoratori dichiara di lavorare nel proprio tempo libero tutti i giorni o più volte alla settimana, a fronte del 5 % di coloro che lavorano in ufficio; che, inoltre, i telelavoratori abituali riferiscono in maggior misura di soffrire di stress legato al lavoro e disturbi del sonno nonché di avere difficoltà a conciliare il lavoro con le responsabilità familiari;
AE. considerando che, a causa della COVID-19 e delle misure adottate per farvi fronte, in particolare il confinamento e il telelavoro, le donne che vivono relazioni caratterizzate da abusi sono state esposte permanentemente alla violenza, con conseguente aumento del numero di casi di violenza contro le donne; che tra le conseguenze del confinamento in alcuni paesi europei vi è stata un'esplosione dei casi di violenza fondata sul genere e all'interno della famiglia, pari a circa il 30 %; che nel mondo, in totale, più di 243 milioni di donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni hanno subito violenza sessuale e/o fisica negli ultimi 12 mesi;
AF. considerando che la pressione sulle donne è ulteriormente aumentata; che le nuove forme di lavoro imposto, che sono estensibili e vanno a scapito della separazione tra lavoro e vita privata, hanno portato durante il confinamento a un'esplosione di nuove forme di molestie psicologiche e sessuali, sia online che offline; che la stragrande maggioranza delle imprese e dei governi non ha attuato alcuna misura per contrastare tali fenomeni;
1. evidenzia che l'UE ha intrapreso una transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, climaticamente neutra, efficiente sotto il profilo delle risorse e circolare, che deve garantire i massimi livelli di giustizia sociale, aumentando il benessere, il progresso sociale, la sicurezza, la prosperità, l'uguaglianza e l'inclusione, senza lasciare indietro nessuno; ritiene che lo sviluppo sostenibile sia profondamente radicato nel progetto europeo e nei valori europei e che la sostenibilità sociale sia un prerequisito fondamentale per realizzare le transizioni verde, digitale e demografica in maniera equa e inclusiva; insiste sul fatto che, per ridurre le disuguaglianze, tali processi devono essere inquadrati in una transizione che possa offrire opportunità sociali e prosperità condivisa; sottolinea che la giustizia sociale, un lavoro dignitoso con salari di sussistenza, pari opportunità, una mobilità equa e sistemi di previdenza sociale solidi sono elementi essenziali della transizione giusta verso un'Europa sostenibile e sociale;
2. ritiene che questo periodo di ripresa debba essere il momento per realizzare riforme pienamente orientate all'attuazione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), che si basino su solidarietà, integrazione, giustizia sociale, equa ripartizione della ricchezza, parità di genere, sistemi di previdenza sociale pubblici di elevata qualità, occupazione di qualità e crescita sostenibile, seguendo un modello in grado di garantire l'uguaglianza e la protezione sociale, che tenga conto delle esigenze dei gruppi vulnerabili, rafforzi la partecipazione e la cittadinanza e migliori le condizioni di vita di tutti; ritiene che questo sia il modo migliore per l'UE di emergere dall'attuale crisi più sostenibile, resiliente ed equa per la prossima generazione;
3. sottolinea che i progressi verso un'Europa sociale sostenibile, equa e inclusiva richiedono un forte impegno condiviso sia nei confronti dell'avanzamento dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite che riguardo all'attuazione e alla concretizzazione dei principi e diritti contenuti nel pilastro europeo dei diritti sociali; sottolinea che occorre elaborare un'agenda politica ambiziosa con obiettivi e indicatori di sostenibilità sociale individuabili, realizzabili, sostenibili, chiari e obbligatori; sottolinea che il prossimo vertice sociale dell'UE, previsto nel maggio 2021 a Porto, costituirebbe l'occasione perfetta per adottare tale agenda ai massimi livelli politici da parte dei leader dei 27 Stati membri e del Consiglio europeo, del Parlamento europeo e della Commissione europea; chiede il coinvolgimento delle parti sociali nell'intero processo;
Quadro di governance per il progresso sociale
4. ritiene che l'agenda di Porto dovrebbe adottare un duplice approccio, ossia incentrarsi sulla componente relativa alla sostenibilità sociale dell'Agenda 2030 dell'UE per lo sviluppo sostenibile e, nel contempo, gettare le basi per la concretizzazione dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali mediante l'adozione di un piano d'azione nonché dando seguito alla strategia di Lisbona, stabilendo obiettivi e strumenti ambiziosi e obbligatori per la definizione del percorso verso il progresso e la sostenibilità sociali; ritiene che tale agenda dovrebbe contenere il quadro strategico per un'Europa sociale sostenibile, equa e inclusiva per il 2030;
5. sottolinea che gli obiettivi di una nuova agenda per un'Europa sociale forte devono essere incentrati sulla tutela di ogni individuo e, in particolare, delle persone più vulnerabili e su una ripresa inclusiva e giusta dal punto di vista sociale, e che tali obiettivi devono essere potenziati mediante l'obbligo di applicazione, tenendo conto delle specificità e delle esigenze nazionali e in linea con gli obblighi economici e ambientali il cui rispetto è legato all'accesso ai fondi europei; ritiene che, in tal senso, le azioni strategiche, i programmi e le riforme dell'UE e degli Stati membri dovrebbero essere concepiti in modo tale da contribuire al conseguimento di tali obiettivi obbligatori e che la tutela giuridica dovrebbe comportare che le azioni, le politiche, i programmi o le riforme che possano avere un impatto negativo sui progressi verso il conseguimento di tali obiettivi, o frenarne la realizzazione, dovrebbero essere evitati;
6. è convinto che un quadro di governance per un'Europa sociale e sostenibile debba essere ancorato alle seguenti riforme: l'integrazione del pilastro europeo dei diritti sociali e di un protocollo sul progresso sociale nei trattati, onde tutelare i diritti sociali fondamentali al pari delle libertà economiche nel mercato unico, e l'adozione di un patto per lo sviluppo sostenibile e il progresso sociale che renda obbligatori gli obiettivi sociali e di sostenibilità, al fine di conseguire gli OSS delle Nazioni Unite; ritiene, inoltre, che il processo del semestre europeo debba seguire il metodo comunitario ed essere concordato tra il Consiglio e il Parlamento europeo, mentre un maggior numero di ambiti di politica sociale dovrebbe rientrare nel processo decisionale a maggioranza qualificata, in particolare la non discriminazione, la tutela sociale dei lavoratori (al di fuori delle situazioni transfrontaliere), la tutela dei lavoratori il cui contratto di lavoro sia stato risolto, la rappresentanza e la difesa collettiva degli interessi dei lavoratori e i datori di lavoro e le condizioni di occupazione per i cittadini dei paesi terzi che risiedono legalmente nell'UE;
Risorse finanziarie per una forte Europa sociale e sostenibile
7. invita gli Stati membri ad avvalersi appieno della flessibilità nell'applicazione delle norme dell'UE in materia di finanze pubbliche e politiche fiscali, onde consentire spese eccezionali volte a evitare e mitigare le conseguenze sociali della crisi legata alla pandemia di COVID-19, rafforzare i sistemi di previdenza sociale e finanziare posti di lavoro di qualità, servizi pubblici, la lotta alla povertà e le transizioni verde e digitale; accoglie con favore Next Generation EU, il piano di ripresa dell'UE; sottolinea che la transizione giusta, verde e digitale, può essere realizzata soltanto con un sostegno adeguato all'istruzione e alle infrastrutture di assistenza sociale e sanitaria, al fine di garantire l'equità sociale, la coesione sociale e la prosperità per tutti; esprime preoccupazione per il fatto che nell'attuale crisi i sistemi di previdenza sociale subiscono una pressione senza precedenti e la relativa spesa pubblica aumenterà in modo esponenziale; sottolinea che la spesa per le misure anticrisi non dovrebbe andare a scapito dei meno abbienti, ma dovrebbe essere ripartita equamente; evidenzia pertanto che, per alimentare la ripresa, gli sforzi di investimento compiuti dall'UE attraverso il piano di ripresa devono avere una robusta dimensione sociale che rafforzi i sistemi di previdenza sociale e gli investimenti nella sicurezza sociale, nell'accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione, in alloggi a prezzi abbordabili, nell'occupazione, nella giustizia e nei servizi sociali per i gruppi vulnerabili, al fine di combattere l'impatto sociale della crisi; ritiene che investimenti nell'istruzione, sistemi fiscali progressivi e previdenziali correttamente definiti, investimenti sociali e l'erogazione di servizi pubblici e sociali di qualità siano leve essenziali per evitare il trasferimento degli svantaggi da una generazione all'altra; sottolinea l'importanza dell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali nel contesto del piano europeo di ripresa e dello strumento per la ripresa e la resilienza, al pari del Green Deal e della transizione digitale; chiede pertanto che, nell'ambito delle prossime riforme legate al pacchetto di ripresa, la convergenza sociale verso l'alto costituisca uno dei principali obiettivi dei programmi nazionali di riforma, anche attraverso il sostegno finanziario; ritiene, in tal senso, che i nuovi obiettivi di Porto 2030 dovrebbero essere sostenuti nel piano di ripresa, insieme agli obiettivi economici e ambientali;
8. sottolinea che gli investimenti sociali nel pacchetto di ripresa dovrebbero essere ambiziosi quanto gli obiettivi dell'agenda di Porto, affinché sia garantito anche il sostegno finanziario necessario; ritiene che, pertanto, un importo equivalente agli investimenti nelle priorità ambientali e digitali di ciascun piano per la ripresa e la resilienza debba essere destinato all'attuazione degli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali e al conseguimento degli obiettivi dell'agenda di Porto, e che piani specifici di progresso sociale debbano integrare i piani nazionali per la ripresa e la resilienza e i piani nazionali per l'energia e il clima; ritiene che tali piani di progresso sociale dovrebbero definire in che modo saranno attuati gli obiettivi dell'agenda di Porto e i principi del pilastro europeo dei diritti sociali, la portata degli investimenti sociali, i settori in questione e i risultati dei progressi che si intende conseguire;
9. ricorda che i regimi di riduzione dell'orario lavorativo sono uno strumento efficace per tutelare i posti di lavoro durante una crisi economica; accoglie con favore l'istituzione dello strumento di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza (SURE) in quanto misura di emergenza per sostenere i regimi di riduzione dell'orario lavorativo degli Stati membri nel contesto della crisi della COVID-19; sottolinea che si tratta di uno strumento essenziale per sostenere i regimi nazionali di riduzione dell'orario lavorativo, consentendo così di salvaguardare posti di lavoro e competenze e di preservare gran parte delle retribuzioni e dei redditi; invita la Commissione a valutare con attenzione le prestazioni di tale strumento temporaneo e a considerare la possibilità di istituire uno strumento speciale permanente in tal senso, da attivare, su richiesta degli Stati membri, in caso di crisi inattese che portino a un aumento costante della spesa per i regimi di riduzione dell'orario lavorativo e misure analoghe; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che l'assistenza finanziaria sia fornita soltanto alle imprese che non sono registrate nei paesi che figurano nell'elenco comune dell'UE delle giurisdizioni dei paesi terzi a fini fiscali, né nei paesi elencati nell'allegato 1 delle conclusioni del Consiglio sulla lista UE riveduta delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali; invita la Commissione e gli Stati membri ad assicurare che i beneficiari rispettino i valori fondamentali sanciti dai trattati e che le imprese che ricevono un sostegno finanziario pubblico proteggano i lavoratori, garantiscano condizioni di lavoro dignitose, rispettino i sindacati e i contratti collettivi applicabili, paghino la propria quota di imposte e si astengano dal riacquisto di azioni o dal pagamento di bonus ai dirigenti o di dividendi agli azionisti; sottolinea l'importanza di combinare i programmi di riduzione dell'orario lavorativo con programmi di istruzione e formazione professionale per i lavoratori interessati;
10. accoglie con favore l'annuncio della Presidente della Commissione europea riguardante la proposta di un regime UE di riassicurazione dell'indennità di disoccupazione, ed esorta la Commissione a presentare la proposta; chiede che tale strumento protegga tutti i tipi di lavoratori, riduca la pressione dovuta agli shock esterni sulle finanze pubbliche e salvaguardi i sistemi nazionali di indennità di disoccupazione durante le crisi che causano un aumento improvviso della spesa; chiede che la proposta copra i paesi dell'UEM, offrendo ai paesi non appartenenti all'UEM la possibilità di aderire;
11. si compiace dell'introduzione di un Fondo per una transizione giusta; sottolinea che una vasta accettazione sociale delle misure a favore della protezione ambientale e dell'azione per il clima è essenziale per la loro effettiva attuazione; esorta gli Stati membri a coinvolgere in maniera effettiva le parti sociali, le amministrazioni regionali e locali e la società civile nell'elaborazione dei piani territoriali per una transizione giusta; rammenta che i cambiamenti climatici e le conseguenti trasformazioni strutturali stanno già avendo gravi ripercussioni su molte regioni europee e sui loro abitanti; sottolinea che la creazione di posti di lavoro verdi e dignitosi è essenziale per conseguire un mercato del lavoro inclusivo ed equilibrato per accompagnare la transizione giusta ed equa verso un'economia basata sulle energie rinnovabili, altamente efficiente sotto il profilo energetico e delle risorse, circolare e neutra in termini di emissioni di carbonio e per garantire che nessuno sia lasciato indietro; insiste sulla necessità di aumentare l'importo proposto dalla Commissione nel maggio 2020 per il Fondo per una transizione giusta, nella sua proposta modificata; chiede che il fondo disponga di mezzi finanziari sufficienti per sostenere le regioni in transizione e garantire che siano creati nuovi posti di lavoro di qualità e che la coesione sociale costituisca il principio guida per l'erogazione del sostegno a titolo del fondo; sottolinea che il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione riveduto è fondamentale nel sostegno dei piani sociali per i lavoratori colpiti dalla ristrutturazione e invita la Commissione e gli Stati membri a concordare un aumento sostanziale del bilancio per tale strumento quale parte del più vasto sostegno finanziario per la transizione giusta europea; chiede un uso sostenibile e ambizioso dei fondi disponibili al fine di sostenere le regioni più vulnerabili e che accusano ritardo, con l'ausilio di misure transitorie, se del caso; ricorda l'importanza della coerenza dei progetti ammissibili con l'obiettivo della neutralità climatica per il 2050 e con i suoi target intermedi del 2030, nonché con il pilastro europeo dei diritti sociali;
12. mette in evidenza i cambiamenti che la transizione giusta comporta nel mercato del lavoro e nella distribuzione dei nuovi posti di lavoro verdi; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare strategie per garantire l'accesso delle donne ai nuovi posti di lavoro verdi e ridurre il divario di genere a livello occupazionale nel settore delle energie rinnovabili;
13. ricorda che, prima della pandemia di COVID-19, più di 100 milioni di europei lottavano quotidianamente contro la povertà e la privazione materiale e che la situazione peggiorerà ulteriormente per effetto della crisi; riconosce il ruolo fondamentale di tutti i fondi e i programmi europei in ambito sociale e il ruolo ancora più importante che il futuro FSE+ e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) assumeranno nei prossimi sette anni; sottolinea che gli sforzi per la ripresa dovrebbero stimolare i posti di lavoro e la crescita, la resilienza e l'equità delle nostre società e dovrebbero essere integrati da una forte dimensione sociale, che affronti le disuguaglianze sociali ed economiche e tenga conto delle esigenze delle persone più duramente colpite dalla crisi, in particolare i gruppi vulnerabili e svantaggiati, come i poveri, i disoccupati, gli anziani, i giovani, le persone con disabilità, i genitori soli, i lavoratori mobili e i migranti; accoglie con favore l'impegno della Commissione di mobilitare il FEG in risposta all'impatto della crisi della COVID-19 a livello sociale ed economico e sottolinea che l'ampliamento dell'ambito di intervento del FEG alle transizioni verde e digitale richiederà finanziamenti sufficienti per gli anni a venire; invita gli Stati membri ad avvalersi appieno di tale Fondo per accompagnare in tali transizioni i lavoratori che hanno perso il posto;
14. esprime preoccupazione per il fatto che, nel contesto della ripresa dalla pandemia di COVID-19, la necessità di affrontare la povertà, inclusa la povertà infantile, diventerà imminente nei prossimi anni; sottolinea che gli Stati membri dovrebbero assegnare almeno il 5 % delle risorse del Fondo sociale europeo (FSE+) in regime di gestione concorrente al sostegno delle attività nel quadro della garanzia europea per l'infanzia; sottolinea che è fondamentale creare un bilancio separato di 3 miliardi di EUR per il primo anno della sua attuazione, durante il quale l'UE risentirà delle conseguenze della pandemia di COVID-19, che avrà un impatto persino maggiore sui bambini in quanto sono l'anello più vulnerabile tra i gruppi svantaggiati, e investire un totale pari ad almeno 20 miliardi di EUR in tale garanzia nel periodo 2021-2027; esorta a integrare ciò con una strategia globale contro la povertà, comprensiva di misure che garantiscano alloggi a prezzi accessibili e affrontino la situazione dei senzatetto; ricorda che qualsiasi strategia per eliminare la povertà infantile deve tenere in considerazione la realtà dei genitori soli e delle famiglie con numerosi figli, dato che le famiglie monoparentali e quelle con numerosi figli rientrano tra i gruppi vulnerabili della società; sottolinea altresì che gli Stati membri dovrebbero assegnare almeno il 3 % delle risorse del FSE+ in regime di gestione concorrente al fine di affrontare la privazione alimentare e materiale e sostenere l'inclusione sociale dei più poveri;
15. sottolinea che la crisi della COVID-19 ha già causato la disoccupazione di molte persone, in particolare giovani, che spesso si trovano ad avere un lavoro precario; accoglie con favore, in tal contesto, i piani della Commissione volti a rafforzare la garanzia europea per i giovani e invita la Commissione e gli Stati membri a rendere prioritaria la lotta alla disoccupazione giovanile; sottolinea che occorre che gli Stati membri continuino a investire risorse sufficienti del FSE+ in misure a sostegno dell'occupazione giovanile e, pertanto, che assegnino almeno il 15 % delle risorse del FSE+ in regime di gestione concorrente ad azioni mirate e riforme strutturali per sostenere l'occupazione giovanile di qualità; ricorda la necessità di una garanzia per i giovani vincolante, più efficace e inclusiva, che offra tirocini e apprendistati remunerati per tutti i gruppi di persone che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET), nel quadro dei criteri qualitativi chiari che disciplinano la garanzia per i giovani; condanna la pratica dei tirocini non retribuiti ove non sia associata all'ottenimento di qualifiche di istruzione, in quanto costituisce una forma di sfruttamento dei giovani lavoratori e una violazione dei loro diritti; invita la Commissione a proporre un quadro giuridico per vietare in modo effettivo e applicabile i tirocini e gli apprendistati non remunerati;
L'agenda di Porto: obiettivi e proposte
16. ritiene che l'agenda di Porto, in quanto solida agenda per un'Europa sociale per lo sviluppo sostenibile, dovrebbe prevedere indicatori di benessere economico, sociale e ambientale e dovrebbe contemplare i seguenti ambiti: lavoro dignitoso, giustizia sociale e pari opportunità, sistemi di protezione sociale robusti e mobilità equa; ritiene che, per ottenere risultati più tangibili, tale nuova agenda dovrebbe combinare obiettivi quantitativi e qualitativi e adottare un approccio fondato sui diritti;
17. invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare attivamente il divario digitale nell'accesso ai servizi pubblici, molti dei quali sono stati digitalizzati durante la pandemia di COVID-19, garantendo il sostegno finanziario dell'UE a favore dell'innovazione sociale a livello locale per rendere i servizi pubblici più facilmente accessibili, compresi lo sviluppo delle capacità e il rafforzamento delle iniziative innovative dal basso per l'inclusione elettronica e l'alfabetizzazione dei dati, al fine di garantire che tutti i cittadini abbiano accesso a servizi di interesse generale di elevata qualità, accessibili e di facile impiego;
1. Lavoro dignitoso e mercati del lavoro sostenibili e inclusivi
18. osserva che le retribuzioni dignitose sono un elemento essenziale per condizioni di lavoro eque e un'economia sociale di mercato fiorente, e che le retribuzioni dovrebbero consentire ai lavoratori di soddisfare le proprie esigenze e quelle delle proprie famiglie; ritiene che ogni lavoratore dell'UE dovrebbe ricevere una retribuzione che garantisca quanto meno un tenore di vita dignitoso; ritiene che il rafforzamento della contrattazione collettiva sia il modo migliore per promuovere retribuzioni dignitose all'interno dell'UE; invita la Commissione a identificare gli ostacoli alla contrattazione collettiva nell'UE e prende atto della proposta di direttiva in materia di retribuzioni minime e contrattazione collettiva; sottolinea che tale direttiva dovrebbe contribuire a eliminare la povertà lavorativa e promuovere la contrattazione collettiva, in linea con le tradizioni nazionali e nel dovuto rispetto dell'autonomia delle parti sociali nazionali e di modelli di contrattazione collettiva correttamente funzionanti; ribadisce il suo invito alla Commissione a condurre uno studio che definisca un indice del salario di sussistenza, al fine di stimare il costo della vita e il reddito approssimativo necessario per soddisfare le esigenze di base di un nucleo familiare in ogni Stato membro e regione, poiché ciò potrebbe fungere da strumento di riferimento per le parti sociali; insiste affinché le retribuzioni minime previste dalla legge siano fissate a un livello superiore alla soglia di dignità, con il pieno coinvolgimento delle parti sociali, poiché in tal modo si contribuisce all'eliminazione della povertà lavorativa, garantendo a ogni lavoratore un reddito superiore alla soglia di povertà tenendo al contempo conto della diversità del costo della vita all'interno degli Stati membri; chiede un approccio coordinato a livello dell'UE al fine di conseguire una crescita dei salari reali, evitare la spirale al ribasso di una malsana concorrenza sui costi del lavoro e aumentare la convergenza sociale verso l'alto per tutti;
19. invita la Commissione e gli Stati membri, insieme alle parti sociali, a impegnarsi per raggiungere una copertura della contrattazione collettiva pari al 90 % entro il 2030 nei sistemi nazionali che combinano la regolamentazione obbligatoria e delle parti sociali per quanto riguarda l'occupazione e le condizioni lavorative; sottolinea che la contrattazione collettiva contribuisce all'economia sociale di mercato, come auspicato nel trattato di Lisbona; ribadisce che i trattati europei, che tutelano espressamente l'autonomia delle parti sociali, e i sistemi di autoregolamentazione presenti in alcuni Stati membri devono essere protetti affinché le parti sociali possano regolamentarsi autonomamente, garantendo una forte legittimità e progressi nella copertura dei contratti collettivi; invita gli Stati membri ad abrogare qualsiasi normativa nazionale che ostacoli la contrattazione collettiva, anche garantendo l'accesso dei sindacati ai luoghi di lavoro a fini organizzativi; sottolinea che le riforme negli Stati membri non dovrebbero influire negativamente sulla contrattazione collettiva e che tale processo deve essere promosso a livello settoriale, anche sostenendo lo sviluppo delle capacità delle parti sociali; esorta la Commissione e gli Stati membri a coinvolgere pienamente le parti sociali nel processo di definizione delle politiche a livello europeo, compreso il processo del semestre europeo; ritiene che gli obiettivi proposti contribuirebbero all'eliminazione della povertà lavorativa e garantirebbero retribuzioni eque per i lavoratori europei;
20. invita la Commissione a rivedere la direttiva europea sugli appalti pubblici al fine di definire trattamenti preferenziali per le imprese che applicano i contratti collettivi; invita altresì la Commissione a rafforzare le clausole sociali e a escludere dagli appalti le imprese che si siano dedicate ad attività criminali o ad attività antisindacali o che abbiano rifiutato di partecipare alla contrattazione collettiva, garantendo che il denaro pubblico sia impiegato per investire nelle imprese coinvolte nelle transizioni giuste, al fine di promuovere i contratti collettivi e aumentare la densità sindacale; ritiene, inoltre, che tutto il sostegno finanziario dell'UE alle imprese dovrebbe essere subordinato al rispetto, da parte di queste ultime, delle condizioni lavorative e occupazionali applicabili e/o degli obblighi dei datori di lavoro derivanti dai pertinenti contratti collettivi; esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire che le istituzioni di servizio pubblico, gestite a livello privato o pubblico, forniscano condizioni di lavoro dignitose al loro personale, rispettando in particolare la libertà di negoziare e concludere contratti collettivi di categoria o a livello di impresa e il diritto a una retribuzione adeguata;
21. prende atto con grande preoccupazione dell'elevato livello di disoccupazione giovanile in numerosi Stati membri come pure della fragilità dei contratti di lavoro dei giovani, in particolare nei settori che sono stati gravemente colpiti dalla COVID-19; chiede un rafforzamento dello strumento di garanzia per i giovani con l'obiettivo di ridurre la disoccupazione di lunga durata e giovanile almeno del 50 % entro il 2030, prevedendo anche criteri per la creazione di posti di lavoro di qualità in linea con l'obiettivo di sviluppo sostenibile 8 dell'agenda 2030 delle Nazioni Unite; ritiene che sia giunto il momento di rendere la garanzia per i giovani vincolante per tutti gli Stati membri e inclusiva, prevedendo misure che mirino attivamente a raggiungere i NEET di lungo periodo e i giovani provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati, come i giovani con disabilità e i giovani rom;
22. sottolinea che un'agenda europea per posti di lavoro di qualità non è solo una questione di dignità ma anche un bene per l'economia, in quanto migliora la produttività e stimola la domanda interna; ritiene che un posto di lavoro di qualità debba includere un salario di sussistenza, la sicurezza del lavoro e l'accesso alla protezione sociale, opportunità di apprendimento permanente, buone condizioni lavorative in luoghi di lavoro sicuri e salubri, un orario di lavoro ragionevole con un buon equilibrio tra attività professionale e vita familiare e diritti di rappresentanza sindacale e di contrattazione; invita la Commissione a includere l'obiettivo generale di migliorare la qualità del lavoro a livello europeo nel processo del semestre europeo e nel quadro di valutazione della situazione sociale, al fine di orientare e valutare il contributo delle politiche occupazionali in tutti gli Stati membri all'attuazione degli OSS e del pilastro europeo dei diritti sociali; invita gli Stati membri a conferire alle raccomandazioni specifiche per paese in materia sociale e occupazionale, in particolare quelle formulate a seguito della crisi della COVID-19, la stessa importanza che attribuiscono alle raccomandazioni economiche e di bilancio;
23. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la revisione degli orientamenti dell'UE a favore dell'occupazione entro un anno dalla loro adozione nel 2020, per tenere conto della crisi della COVID-19 e delle sue conseguenze sociali e occupazionali e rispondere meglio a crisi analoghe in futuro; insiste sul fatto che, al fine di rafforzare il processo decisionale democratico, il Parlamento europeo deve essere coinvolto nella definizione degli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione su un piano di parità con il Consiglio. invita Eurofound a contribuire alla misurazione della qualità dei posti di lavoro in diversi contesti contrattuali e occupazionali e a fornire analisi pertinenti ai fini delle politiche per contribuire a migliorare la qualità del lavoro e renderlo sostenibile;
24. esprime preoccupazione per l'aumento del numero di lavoratori con forme di occupazione precarie e atipiche, di lavoratori autonomi fittizi e di lavoratori con contratti a zero ore, anche nelle amministrazioni pubbliche nazionali; invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi per conseguire l'obiettivo di eliminare l'occupazione temporanea involontaria e a tempo parziale involontaria entro il 2030 e di far sì che l'80 % dei posti di lavoro creati riceva una retribuzione media o elevata e sia concentrato in settori sostenibili; esorta la Commissione e gli Stati membri a eliminare le pratiche dei contratti a zero ore e del lavoro autonomo fittizio;
25. invita gli Stati membri ad adoperarsi per eliminare i decessi legati al lavoro e ridurre le malattie correlate al lavoro entro il 2030; esorta la Commissione a presentare una nuova strategia per la salute e la sicurezza occupazionale, che si occupi della salute sia fisica che mentale dei lavoratori, al fine di conseguire tale obiettivo; reputa necessario che tale strategia includa la revisione della direttiva quadro sulla salute e la sicurezza per tutelare i lavoratori durante situazioni di emergenza come le pandemie, nonché proposte legislative ambiziose in relazione ai disturbi muscolo-scheletrici e legati allo stress, in collaborazione con le parti sociali; invita la Commissione a continuare ad aggiornare la direttiva sugli agenti cancerogeni o mutageni e a proporre valori limite di esposizione professionale vincolanti per almeno altre 50 sostanze entro il 2024, nonché a includere nella direttiva sostanze con effetti nocivi per il sistema riproduttivo e a introdurre valori limite più rigorosi per le sostanze dannose, come quelle cancerogene e mutagene; sottolinea che l'UE deve dare un seguito al quadro d'azione europeo sulla salute mentale; rileva che uno degli obiettivi è anche la prevenzione dei tumori, dato che si ritiene che il 40 % di essi sia prevenibile; invita la Commissione a presentare un ambizioso piano di lotta contro il cancro che contribuisca a ridurre le sofferenze causate da tale malattia; sollecita il rafforzamento del ruolo dell'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro al fine di promuovere luoghi di lavoro sani e sicuri nell'Unione e di sviluppare ulteriormente iniziative volte a migliorare la prevenzione sul luogo di lavoro in tutti i settori di attività;
26. invita la Commissione a presentare un'agenda strategica dell'UE per la prestazione di assistenza quale ulteriore passo avanti verso un rafforzamento qualitativo del settore sanitario nell'UE, che comprenda i prestatori di servizi alle persone e a domicilio; ribadisce che l'agenda per la prestazione di assistenza deve tenere conto anche della situazione dei 100 milioni di prestatori di assistenza informale nell'UE che forniscono l'80 % dell'assistenza di lungo termine ma che per lo più non sono ancora riconosciuti; invita la Commissione, in coordinamento con gli Stati membri, a elaborare un quadro normativo che garantisca servizi di assistenza di qualità, compresa la valutazione di nuove opportunità nel settore sanitario a vantaggio dei consumatori e dei pazienti, rispettando nel contempo il ruolo delle istituzioni pubbliche e private nella fornitura di servizi ai cittadini e garantendo condizioni di lavoro dignitose per i prestatori di assistenza;
27. riconosce che un lavoro equo e socialmente sostenibile e una reale partecipazione dei lavoratori alla definizione delle condizioni di lavoro sono quanto mai importanti nelle piattaforme digitali e in qualsiasi altro settore, e che è necessario che i lavoratori esercitino un'influenza democratica sulla governance del lavoro; sottolinea che i benefici della digitalizzazione devono essere condivisi in modo ampio ed equo e che i lavoratori del settore digitale devono godere degli stessi diritti e delle stesse condizioni di lavoro di quelli degli altri settori; invita la Commissione a proporre una direttiva su condizioni di lavoro dignitose e sui diritti nell'economia digitale, che riguardi tutti i lavoratori, anche i lavoratori con contratti atipici, i lavoratori delle imprese di piattaforme e i lavoratori autonomi; invita la Commissione a garantire nell'ambito di tale direttiva che le imprese di piattaforme rispettino la legislazione nazionale ed europea vigente, a chiarire lo status occupazionale dei lavoratori su piattaforma tramite l'ipotesi confutabile di un rapporto di lavoro e a tutelare le loro condizioni di lavoro, la protezione sociale e la salute e la sicurezza, nonché il loro diritto ad associarsi, a essere rappresentati da sindacati e a negoziare contratti collettivi, anche per quanto riguarda i lavoratori autonomi; esorta la Commissione a presentare una revisione mirata della legge dell'UE in materia di concorrenza per consentire la definizione collettiva dei prezzi per i lavoratori autonomi precari, al fine di garantire un migliore equilibrio nel potere negoziale e un mercato interno più equo;
28. sottolinea che la pandemia di COVID-19 ha messo in luce l'importanza delle soluzioni digitali, segnatamente del telelavoro; esorta la Commissione a presentare una direttiva relativa a norme e condizioni minime riguardanti il telelavoro equo, per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e garantire condizioni di lavoro dignitose, in particolare per quanto riguarda la sua natura volontaria, il rispetto dell'orario di lavoro, i congedi, l'equilibrio tra vita professionale e vita privata e altri diritti digitali sul luogo di lavoro, quali il diritto alla disconnessione, la protezione della privacy dei lavoratori, anche rispetto al monitoraggio a distanza o a qualsiasi altra forma di tracciamento, e il divieto di impianti di microchip sui lavoratori e dell'uso dell'intelligenza artificiale nei processi di assunzione, tenendo conto al contempo dell'accordo quadro europeo delle parti sociali sulla digitalizzazione;
29. invita la Commissione a introdurre una nuova direttiva quadro sull'informazione, la consultazione e la partecipazione dei lavoratori nelle varie forme di società europee, comprese le catene di subappalto e i franchising, nonché nelle aziende che ricorrono a strumenti europei di mobilità delle imprese, al fine di stabilire norme minime riguardanti anche l'anticipazione di cambiamenti e ristrutturazioni, segnatamente a livello aziendale; chiede inoltre una revisione della direttiva sui comitati aziendali europei (CAE) al fine di garantire, tra l'altro, la sua adeguata applicazione, l'accesso alla giustizia e sanzioni efficaci in caso di violazione delle norme e di migliorare il funzionamento della delegazione speciale di negoziazione, includendo anche un processo di informazione e consultazione transnazionale che deve essere svolto e completato adeguatamente prima di adottare qualsiasi decisione; invita la Commissione a promuovere l'azionariato dei dipendenti, quale strumento per accrescere l'inclusione dei lavoratori migliorando la democrazia in ambito lavorativo e riducendo al contempo le disuguaglianze e il rischio di perdite di posti di lavoro durante le recessioni;
30. invita la Commissione e gli Stati membri a stabilire le condizioni e i requisiti necessari affinché almeno l'80 % delle imprese sia coperto da accordi in materia di governo societario sostenibile entro il 2030, definendo strategie concordate con i lavoratori al fine di incidere positivamente sullo sviluppo ambientale, sociale ed economico tramite pratiche di governance e presenza sul mercato, migliorare la responsabilità dei direttori riguardo all'integrazione della sostenibilità nei processi decisionali aziendali e promuovere pratiche di governo societario che contribuiscano alla sostenibilità delle imprese, con riferimento, tra l'altro, all'informativa societaria, alla retribuzione del consiglio di amministrazione, alla differenza massima nel rapporto tra i salari, alla composizione del consiglio di amministrazione e alla partecipazione degli azionisti;
31. chiede l'adozione di una direttiva sulla diligenza dovuta vincolante, sui diritti umani e sulla condotta aziendale responsabile, che comprenda diritti dei lavoratori quali il diritto di associazione, il diritto alla contrattazione collettiva e il diritto alla salute e alla sicurezza, alla protezione sociale e a buone condizioni di lavoro, atta a stabilire la diligenza dovuta obbligatoria che copra le attività delle imprese e le loro relazioni commerciali, comprese le catene di approvvigionamento e di subappalto; sottolinea che tale direttiva dovrebbe garantire la piena partecipazione dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori nell'intero processo di diligenza dovuta e assicurare il diritto a concludere accordi collettivi ai pertinenti livelli relativamente alle politiche di diligenza dovuta; sottolinea che gli ispettorati del lavoro nazionali e l'Autorità europea del lavoro (ELA) devono poter effettuare ispezioni congiunte in tutta la catena, essere aperti alla presentazione di denunce e offrire sostegno alla conformità per tutte le imprese dell'UE e le imprese che intendono accedere al mercato interno; invita la Commissione a insistere sulla ratifica delle convenzioni n. 81 (ispezioni sul lavoro) e n. 129 (ispezioni sul lavoro nel settore agricolo) dell'OIL da parte di tutti i partner commerciali dell'UE;
32. incoraggia la Commissione a tenere conto della specificità delle imprese dell'economia sociale, che si stanno dimostrando molto importanti per la società durante la pandemia, e a valutare l'elaborazione di programmi e strumenti finanziari specifici; invita la Commissione ad aggiornare il quadro per la creazione e lo sviluppo di cooperative e imprese dell'economia sociale, che per loro natura attribuiscono maggiore importanza a condizioni di lavoro eque e all'emancipazione dei lavoratori;
33. sottolinea che un'applicazione efficace delle norme è essenziale per la protezione dei lavoratori e l'attuazione dei diritti sociali; si rammarica che la maggior parte degli Stati membri non tenga fede al proprio impegno, assunto nel quadro della Convenzione sull'ispezione del lavoro dell'OIL, relativo al numero di ispettori del lavoro; insiste affinché gli Stati membri aumentino la loro capacità di applicazione in modo da raggiungere un rapporto di almeno un ispettore del lavoro ogni 10 000 dipendenti al più tardi entro il 2030;
2. Giustizia sociale e pari opportunità
34. sottolinea che tra le priorità assolute dell'Europa vi devono essere l'eliminazione della povertà infantile e la garanzia del benessere e di pari opportunità per i bambini; invita la Commissione e gli Stati membri ad accelerare l'adozione e l'attuazione della garanzia europea per l'infanzia affinché entro il 2030 ogni bambino nell'UE abbia pieno accesso all'assistenza sanitaria, all'istruzione e all'assistenza all'infanzia di qualità e gratuite, viva in un alloggio dignitoso e riceva un'alimentazione adeguata; rileva che tale politica deve essere integrata da altre misure contro la povertà e di politica familiare al fine di creare cicli di politiche articolate in grado di offrire opportunità di inclusione sociale ai bambini e alle loro famiglie, comprese strategie nazionali e locali volte a contrastare la povertà infantile, che tengano conto delle sfide specifiche affrontate a livello locale dai diversi gruppi di bambini bisognosi;
35. condanna il fatto che alcuni governi utilizzino la pandemia come pretesto per arretrare riguardo ad alcuni diritti fondamentali dei lavoratori e delle donne; ricorda il diritto inalienabile di accesso all'assistenza sanitaria, nonché il diritto all'autodeterminazione del proprio corpo; sottolinea pertanto che i diritti all'assistenza sanitaria riproduttiva, alla contraccezione e all'interruzione di gravidanza devono essere garantiti, anche attraverso una proroga del tempo previsto per legge per l'interruzione di gravidanza;
36. accoglie con favore le conclusioni del Consiglio sul rafforzamento della protezione del reddito minimo per combattere la povertà e l'esclusione sociale; invita la Commissione a sviluppare ulteriormente tali conclusioni, proponendo un quadro relativo a regimi di reddito minimo con l'obiettivo di salvaguardare il diritto a una vita dignitosa e di eliminare la povertà, nonché di affrontare le questioni relative all'adeguatezza e alla copertura, compresa una clausola di non regressione; sottolinea che ogni persona in Europa dovrebbe essere coperta da un regime di reddito minimo e che le pensioni dovrebbero assicurare un reddito superiore alla soglia di povertà;
37. invita gli Stati membri e la Commissione a impegnarsi per eliminare il divario retributivo di genere, che è attualmente del 16 %, e il conseguente divario pensionistico, ponendosi l'obiettivo dello 0 % per il 2030, sostenendo il principio della parità di retribuzione per lavoro di pari valore per donne e uomini; invita la Commissione a presentare con urgenza un quadro giuridico in materia di trasparenza retributiva, come inizialmente promesso per i suoi primi 100 giorni, che includa la comunicazione sulla trasparenza retributiva e informazioni sui livelli retributivi; ribadisce che il divario pensionistico di genere deriva anche da regimi pensionistici inadeguati che non tengono conto in modo appropriato dei periodi di congedo di maternità o parentale; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure a lungo termine per la riduzione degli elevati tassi di disoccupazione tra le donne e a garantire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, nonché a garantire pari partecipazione e opportunità per gli uomini e le donne nel mercato del lavoro e a introdurre iniziative volte a promuovere l'accesso delle donne ai finanziamenti, l'imprenditoria femminile e l'indipendenza finanziaria delle donne;
38. invita la Commissione a introdurre misure concrete da applicarsi sia al settore pubblico che a quello privato tenendo debito conto delle specificità delle piccole e medie imprese, quali la chiara definizione dei criteri di valutazione del valore del lavoro, sistemi di valutazione e classificazione del lavoro neutri sotto il profilo del genere, audit e relazioni salariali sotto il profilo del genere al fine di garantire la parità di retribuzione, il diritto dei lavoratori di richiedere informazioni salariali complete e il diritto di ricorso, e obiettivi chiari in termini di risultati conseguiti dalle imprese in materia di parità di genere; chiede inoltre un migliore accesso alla giustizia e l'introduzione diritti procedurali più solidi per combattere la discriminazione retributiva; invita la Commissione a promuovere il ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva a tutti i livelli (nazionale, settoriale, locale e aziendale) nella futura legislazione in materia di trasparenza retributiva; invita la Commissione a includere rigorose misure di attuazione per coloro che non rispettano la normativa, quali ammende e sanzioni per i datori di lavoro che violano il diritto alla parità di retribuzione;
39. invita gli Stati membri a sbloccare la direttiva relativa alla presenza delle donne nei consigli di amministrazione e ad adottare un'ambiziosa posizione in sede di Consiglio per far fronte al considerevole squilibrio nel coinvolgimento di donne e uomini nei processi decisionali al livello più elevato; invita la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi per eliminare l'effetto "soffitto di cristallo" nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa introducendo l'obiettivo di conseguire una rappresentanza femminile pari ad almeno il 40 % nelle posizioni dirigenziali di alto livello;
40. invita la Commissione a presentare una strategia europea in materia di disabilità per il periodo successivo al 2020 che comprenda tutte le disposizioni della UNCRPD e contenga obiettivi ambiziosi, chiari e misurabili, azioni pianificate con scadenze chiare e risorse dedicate, e sia sostenuta da un meccanismo di monitoraggio adeguato e dotato di risorse sufficienti con parametri e indicatori chiari, che evidenzi altresì la necessità di conseguire la piena accessibilità di beni e servizi, anche nell'ambiente edificato, l'istruzione e il mercato del lavoro inclusivi, l'uso dell'intelligenza artificiale per consentire alle persone con disabilità di partecipare pienamente alla società, come pure l'impegno a portare a termine il processo di deistituzionalizzazione delle strutture di assistenza a lungo termine; invita gli Stati membri a utilizzare le risorse disponibili del Fondo di coesione, del Fondo europeo di sviluppo regionale e in particolare del Fondo sociale europeo per migliorare l'accessibilità agli spazi pubblici delle persone con esigenze particolari, tra cui persone con disabilità, persone con bambini e anziani, che affrontano tuttora il problema dell'esclusione sociale;
41. mette in risalto la necessità di integrare la prospettiva di genere nella futura strategia in materia di disabilità e uguaglianza 2021, prestando la dovuta attenzione al miglioramento dell'accesso al mercato del lavoro attraverso misure e azioni mirate;
42. sostiene la promozione dell'istruzione inclusiva e accessibile, compreso l'accesso a Internet a banda larga, e della formazione professionale e digitale, anche per i gruppi vulnerabili e le persone con disabilità, al fine di consentire soprattutto ai lavoratori scarsamente qualificati e ai lavoratori più anziani di riqualificarsi e apprendere nuove competenze; sostiene la creazione di opportunità di apprendistato a livello di UE; invita la Commissione e gli Stati membri a intensificare gli sforzi per l'ulteriore integrazione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro, eliminando gli ostacoli utilizzando le opportunità per la loro inclusione offerte dal lavoro digitale e creando incentivi per la loro occupazione; rammenta che, in base ai dati di Eurofound, solo un lavoratore su tre con una malattia cronica e rara limitante ha un luogo di lavoro adeguato alle sue esigenze; invita la Commissione e gli Stati membri a portare avanti il proprio operato volto a promuovere l'occupazione, il mantenimento sul posto di lavoro e il reinserimento nel mercato del lavoro delle persone con disabilità e malattie croniche in Europa;
43. accoglie con favore la nuova agenda per le competenze dell'UE; sottolinea l'importanza dell'accesso alla formazione e alla riqualificazione per i lavoratori delle industrie e dei settori che devono essere sottoposti a cambiamenti radicali in vista della transizione verde e digitale; sottolinea che le qualifiche e le competenze certificate offrono un valore aggiunto ai lavoratori, migliorando la loro posizione nel mercato del lavoro, e possono essere trasferite nelle transizioni nel mercato del lavoro; chiede che la politica pubblica sulle competenze sia orientata alla certificazione e alla convalida delle qualifiche e delle competenze; sottolinea che si dovrebbero istituire sistemi di compensazione basati sulle competenze nelle imprese che accedono a fondi pubblici per migliorare le competenze dei lavoratori di comune accordo con i rappresentanti dei lavoratori, in quanto questo sistema garantirebbe un ritorno di valore di tale investimento pubblico; sottolinea che la strategia europea in materia di competenze per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza deve garantire il diritto all'apprendimento permanente per tutti e in tutti i settori;
3. Sistemi di protezione sociale robusti
44. rileva che gli attuali investimenti nelle infrastrutture sociali nell'UE sono stati stimati a circa 170 miliardi di EUR all'anno e che la Commissione stima che gli investimenti necessari siano pari a 192 miliardi di EUR, con salute e assistenza a lungo termine che rappresentano il 62 % degli investimenti necessari (alloggi a prezzo accessibile 57 miliardi di EUR, salute 70 miliardi di EUR, assistenza a lungo termine 50 miliardi di EUR, istruzione e apprendimento permanente 15 miliardi di EUR); invita la Commissione e gli Stati membri a destinare all'attuazione dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali una quota dello strumento per la ripresa e la resilienza che sia equivalente agli investimenti nelle priorità in materia di ambiente e di digitale; insiste affinché si tenga conto della parità di genere nello stanziamento delle risorse dello strumento per la ripresa e la resilienza;
45. invita la Commissione a monitorare la strategia europea per la parità di genere 2020-2025 e chiede agli Stati membri di adottare, su tale base, strategie nazionali per la parità di genere quale elemento importante delle misure socioeconomiche intraprese all'indomani della crisi della COVID-19;
46. sottolinea, inoltre, che è necessario che la Commissione e gli Stati membri raccolgano dati migliori e maggiormente armonizzati sul numero di senzatetto in Europa, in quanto ciò costituisce la base di qualsiasi politica pubblica efficace;
47. sottolinea che l'UE e i suoi Stati membri hanno l'obbligo di garantire un accesso universale ad alloggi dignitosi, sicuri e a prezzi accessibili, in conformità all'agenda 2030 delle Nazioni Unite, in particolare all'obiettivo 11, e in linea con i diritti fondamentali quali quelli definiti agli articoli 16, 30 e 31 della Carta sociale europea e nel pilastro europeo dei diritti sociali; invita, a tale proposito, tutti gli Stati membri a ratificare la Carta sociale europea riveduta; evidenzia che gli investimenti in alloggi sociali, dignitosi ed economicamente accessibili sono essenziali per garantire e migliorare la qualità della vita di tutti; invita la Commissione e gli Stati membri a massimizzare i loro sforzi in termini di investimenti in alloggi economicamente accessibili per soddisfare il fabbisogno abitativo dei gruppi a basso e medio reddito (i tre quintili inferiori), garantendo che almeno il 30 % di tutte le abitazioni di nuova costruzione costituiscano alloggi a prezzi accessibili per questi due gruppi di reddito, e a eliminare la povertà energetica entro il 2030 sostenendo investimenti nell'efficienza energetica da parte di nuclei familiari a basso reddito; invita gli Stati membri a conferire priorità alla ristrutturazione nei loro piani di ripresa e resilienza; esorta la Commissione a presentare un piano d'azione ambizioso volto ad eliminare gradualmente il fenomeno della privazione abitativa entro il 2030, che comprenda l'approccio "prima la casa" (Housing first) a livello europeo; invita la Commissione a proporre un quadro dell'UE per le strategie nazionali per i senza dimora; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire norme minime in materia di alloggi di qualità per i lavoratori transfrontalieri e stagionali, che dovrebbero essere slegati dalla loro retribuzione, nonché ad assicurare strutture dignitose, spazi privati per i locatari e contratti di locazione scritti, applicati dagli ispettori del lavoro, e a stabilire norme in materia;
48. insiste affinché tutti i lavoratori siano inclusi nel sistema di sicurezza sociale e abbiano diritto a indennità di disoccupazione, congedi per malattia retribuiti, congedi di maternità, paternità e parentali, assicurazione contro gli infortuni e protezione contro il licenziamento senza giusta causa;
49. esprime preoccupazione riguardo agli squilibri in termini di qualità dell'assistenza sanitaria e accesso alla stessa all'interno dell'UE messi in luce dalla crisi della COVID-19; rammenta che le persone più povere tendono a vivere in media 6 anni in meno rispetto alle persone più benestanti e che le persone con disabilità affrontano spesso difficoltà nell'accesso all'assistenza sanitaria; sottolinea la necessità di affrontare i fattori sociali, economici e ambientali che determinano lo stato di salute al fine di affrontare tali disuguaglianze in ambito sanitario; invita la Commissione a sviluppare indicatori e metodologie comuni per monitorare la salute nonché il rendimento e l'accessibilità dei sistemi di assistenza sanitaria, al fine di ridurre le disuguaglianze, di individuare e dare priorità ai settori che necessitano di miglioramenti e di ottenere maggiori finanziamenti; invita la Commissione ad analizzare il modo in cui i diversi sistemi nazionali di protezione sociale soddisfano le esigenze in materia di previdenza sociale nel contesto di crisi attuale, per individuare i punti di forza e di debolezza nell'accesso ai servizi e alla protezione sociale e nella fornitura degli stessi, nonché ad assicurare un meccanismo per il monitoraggio e la valutazione dei sistemi di protezione sociale in Europa, onde verificare il loro grado di resilienza quando sono sottoposti a scosse di diversi livelli di gravità, e a studiare le modalità con cui possono essere resi più resilienti e robusti per resistere a crisi future;
50. sottolinea che l'accesso universale a pensioni di anzianità e di vecchiaia pubbliche, solidali e adeguate deve essere garantito a tutti; riconosce le sfide con cui devono misurarsi gli Stati membri per rafforzare la sostenibilità dei regimi pensionistici, ma sottolinea l'importanza di salvaguardare la solidarietà nei sistemi pensionistici rafforzando il fronte delle entrate; sottolinea l'importanza di sistemi pensionistici pubblici e professionali che garantiscano prestazioni ben superiori alla soglia di povertà, consentendo ai pensionati di mantenere il proprio tenore di vita; ritiene che il modo migliore per garantire pensioni idonee, sostenibili e sicure per donne e uomini consista nell'incrementare il tasso complessivo di occupazione e nel creare posti di lavoro di qualità in tutte le fasce d'età, migliorare le condizioni lavorative e occupazionali e impegnare la necessaria spesa pubblica; ritiene che le riforme dei sistemi pensionistici dovrebbero concentrarsi, fra l'altro, sull'età pensionabile effettiva e rispecchiare le tendenze del mercato del lavoro, i tassi di natalità, la situazione sanitaria e patrimoniale, le condizioni di lavoro e l'indice di dipendenza economica; ritiene che tali riforme debbano tener conto anche della situazione di milioni di lavoratori in Europa (in particolare donne, giovani e lavoratori autonomi) che subiscono le conseguenze negative di situazioni lavorative precarie, periodi di disoccupazione involontaria e riduzioni dell'orario di lavoro; invita la Commissione e gli Stati membri a tenere conto della particolare situazione dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro, e a intensificare gli sforzi a favore di un invecchiamento attivo e in buona salute contrastando le discriminazioni nei confronti degli anziani nel mondo del lavoro ed elaborando programmi di integrazione nel mercato del lavoro per i cittadini di età superiore ai 55 anni, nell'ambito dei quali sia data priorità assoluta all'apprendimento permanente;
51. esprime preoccupazione per il modo in cui la pandemia di COVID-19 ha ulteriormente intensificato la vulnerabilità, l'isolamento e il rischio di povertà ed esclusione sociale degli anziani; sottolinea che la pandemia ha messo in luce la necessità di un modello dell'UE che promuova e tuteli la dignità e i diritti fondamentali delle persone anziane; invita la Commissione a presentare un piano volto a garantire la salute mentale, la dignità e il benessere delle persone, compresi gli anziani, tramite il sostegno a servizi di assistenza, anche sanitaria, adeguati e di qualità e investimenti in servizi sul territorio, prevenzione e promozione sanitarie, protezione sociale, alloggi e infrastrutture dignitosi ed economicamente accessibili, nonché sostenendo i progetti di economia sociale, comprese coresidenze ed edilizia cooperativa, programmi di salute e benessere, assistenza diurna per adulti e assistenza a lungo termine e tutelando il ruolo e le condizioni di lavoro dei prestatori di assistenza, nonché promuovendo la solidarietà tra le generazioni; invita gli Stati membri a garantire parità di accesso a un'assistenza sanitaria preventiva e terapeutica di buona qualità e a costi accessibili, come sancito dal pilastro europeo dei diritti sociali, compresi strutture e servizi medici e assistenziali che non discriminino in base all'età;
52. accoglie con favore la recente relazione della Commissione sull'impatto dei cambiamenti demografici sui diversi gruppi sociali e sulle zone e regioni colpite in modo sproporzionato in Europa; invita la Commissione e gli Stati membri a destinare una quota maggiore delle risorse disponibili a titolo del FESR al miglioramento delle infrastrutture di trasporto e di telecomunicazione nelle zone caratterizzate da un notevole invecchiamento della popolazione, nonché nelle zone prevalentemente rurali e nelle zone colpite da spopolamento;
4. Mobilità equa
53. invita la Commissione a rivedere la direttiva sulle agenzie di lavoro interinale al fine di istituire un quadro giuridico che garantisca condizioni di lavoro dignitose e parità di trattamento per i lavoratori stagionali all'interno dell'UE e per i lavoratori mobili con contratti a tempo determinato con agenzie di lavoro interinale o con qualsiasi altro tipo di intermediario del mercato del lavoro, comprese le agenzie di collocamento; invita gli Stati membri a rafforzare l'applicazione della normativa e a contrastare le pratiche delle agenzie di lavoro interinale che operano in mala fede; sottolinea che tale quadro giuridico potrebbe includere: un divieto per gli intermediari del mercato del lavoro che non rispettano la direttiva sulle agenzie di lavoro interinale operanti nel mercato unico, un salario minimo garantito da un contratto collettivo o per legge, un numero minimo garantito di ore settimanali/mensili che il datore di lavoro non può detrarre da alcuna voce del salario minimo o del salario stabilito tramite contrattazione collettiva, nessuna ritenuta sullo stipendio nel caso di contratti a tempo parziale, la garanzia della parità di trattamento per tutte le persone che, nello Stato membro interessato, sono tutelate come lavoratori attivi nella stessa impresa/nello stesso settore, l'obbligo per tutte le agenzie di lavoro interinale che operano nel mercato interno di figurare in un registro europeo ed essere certificate per esercitare le loro attività nel mercato unico, sanzioni per le imprese che attuano pratiche di assunzione fraudolente e la tratta di esseri umani a fini di sfruttamento del lavoro, nonché l'accesso alle informazioni riguardanti i contratti di lavoro e i diritti del lavoro in una lingua che il lavoratore possa comprendere; invita la Commissione e gli Stati membri a porre fine ai pagamenti diretti a titolo della politica agricola comune ai beneficiari che non rispettano il diritto del lavoro nazionale ed europeo, le convenzioni dell'OIL e i contratti collettivi di lavoro applicabili;
54. sottolinea che la libertà di circolazione dei lavoratori all'interno dell'UE è una libertà fondamentale ed è parte integrante del successo del mercato interno; sottolinea che la libera circolazione dei servizi deve avvenire nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei diritti sociali; ritiene che la libera circolazione dei servizi proceda di pari passo con la libera ed equa mobilità dei lavoratori che offrono tali servizi, e che il mercato interno tragga benefici dal rispetto delle norme sulle condizioni di lavoro e dalla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori mobili; rileva che vi sono zone grigie e scappatoie legali per cui alcuni lavoratori esercitano tale libertà in condizioni precarie e spesso tramite agenzie di collocamento e intermediari del mercato del lavoro fraudolenti; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire condizioni del lavoro dignitose e parità di trattamento per tutti i lavoratori mobili nell'UE;
55. chiede un approccio a livello dell'UE per porre fine alla concorrenza sui costi del lavoro e aumentare la convergenza sociale verso l'alto per tutti; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire condizioni di lavoro eque e dignitose per i lavoratori mobili, transfrontalieri e stagionali nell'Unione e a far sì che godano di parità di accesso all'occupazione e alle opportunità in altri Stati membri nonché degli stessi livelli di protezione sociale secondo quanto stabilito all'articolo 42, paragrafo 2, TFUE; chiede che si tenga conto anche delle pratiche relative ai lavoratori distaccati; esorta gli Stati membri a garantire un adeguato coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, anche attraverso la revisione del regolamento (CE) n. 883/2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale[16] e il rafforzamento della portabilità dei diritti; chiede l'ulteriore promozione della digitalizzazione dei sistemi di sicurezza sociale; invita gli Stati membri e la Commissione a garantire la protezione di tutti i lavoratori interessati in caso di trasferimenti di imprese e a valutare la necessità di una revisione della direttiva sui trasferimenti di imprese;
56. sottolinea che le pratiche di istituire filiali o di creare catene di subappalto allo scopo di ridurre la sicurezza sociale, eludendo gli obblighi dei datori di lavoro ed evitando il versamento dei contributi previdenziali, senza creare nella pratica un'efficace copertura assicurativa, sono dannose sia per la protezione dei lavoratori sia per la sostenibilità dei sistemi di protezione sociale e devono essere affrontate dalla Commissione e dagli Stati membri; invita la Commissione e gli Stati membri, ai fini dell'equità nel mercato interno, ad adottare misure legislative per porre fine alle pratiche di subappalto illecite, nonché a garantire la responsabilità solidale generale lungo l'intera catena di subappalto, al fine di tutelare i diritti dei lavoratori e le loro denunce in relazione a questioni quali gli arretrati sul salario, il mancato versamento di contributi sociali, la bancarotta, le sparizioni o i subappaltatori fittizi che non pagano secondo gli accordi;
57. invita la Commissione ad applicare rigorosamente la clausola sociale della vigente direttiva dell'UE sugli appalti pubblici e a esaminare la necessità di rivedere tale direttiva allo scopo di rafforzare le clausole sociali negli appalti pubblici, imponendo agli operatori economici e ai subappaltatori di rispettare pienamente il diritto dei lavoratori alla contrattazione collettiva e di stabilire condizioni per la piena attuazione dei contratti collettivi di categoria applicabili e delle condizioni di lavoro in essi previste, rispettando al contempo le tradizioni e i modelli nazionali relativi al mercato del lavoro; chiede che nell'ambito di tale revisione tutti i servizi sociali e di protezione sociale siano esentati dagli obblighi in materia di appalti e sia istituito un meccanismo di esclusione europeo, volto a escludere i contraenti principali e i subappaltatori che effettuano ripetutamente concorrenza sleale e frodi fiscali; invita gli Stati membri a garantirne la conformità, la verifica e l'esecuzione;
58. esprime preoccupazione per l'elevato importo del mancato gettito fiscale dovuto all'elusione fiscale su vasta scala; invita il Consiglio a velocizzare i negoziati sulla normativa relativa alla rendicontazione pubblica paese per paese e alla base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società, nonché a rivedere i criteri sia del gruppo "Codice di condotta (Tassazione delle imprese)" che della lista UE delle giurisdizioni non cooperative;
59. si compiace dell'istituzione dell'Autorità europea del lavoro (ELA); chiede che l'ELA sia pienamente operativa quanto prima; invita l'ELA a tenere un continuo scambio di informazioni sulle migliori pratiche con le rispettive autorità del lavoro nazionali degli Stati membri e a eseguire ispezioni provvisorie; sottolinea che, affinché l'ELA sia efficace nella lotta contro le pratiche illecite e lo sfruttamento e l'abuso dei lavoratori, dovrebbero essere agevolati lo svolgimento di controlli e l'imposizione di sanzioni alle imprese inadempienti; sottolinea che anche tale aspetto richiede un mandato più ampio per l'Autorità, che includa atti legislativi dell'UE quali ad esempio la direttiva 2008/104/CE relativa al lavoro tramite agenzia interinale, la direttiva 2014/36/UE sui lavoratori stagionali, la direttiva 2009/52/CE sulle sanzioni nei confronti dei datori di lavoro nonché la normativa pertinente in materia di salute e sicurezza sul lavoro; ritiene che l'ELA e i servizi d'ispettorato nazionali dovrebbero essere tenuti a svolgere ispezioni concertate o congiunte qualora casi di abusi siano portati alla loro attenzione da una parte sociale nazionale; esorta pertanto la Commissione a includere tali aspetti nella valutazione del mandato dell'ELA prevista per il 2024 e a coinvolgere i portatori di interessi con una profonda conoscenza dei diversi modelli di mercato del lavoro nell'attività e nelle valutazioni dell'ELA; ritiene inoltre che la gestione dell'ELA dovrebbe seguire la stessa struttura ripartita delle altre agenzie e pertanto consentire una maggiore rappresentanza, compreso il diritto di voto, delle parti sociali nel consiglio di amministrazione;
60. invita la Commissione a presentare, a seguito di un'adeguata valutazione d'impatto, una proposta relativa a un numero di sicurezza sociale europeo digitale, come annunciato nel 2018, al fine di promuovere e proteggere la mobilità dei lavoratori, che potrebbe altresì fungere da meccanismo di controllo sia per le persone che per le autorità competenti onde garantire che i lavoratori siano coperti e che i contributi di previdenza sociale siano versati conformemente agli obblighi, come una carta di lavoro personale, e che le norme dell'UE in materia di mobilità dei lavoratori e coordinamento della sicurezza sociale siano applicate in modo equo ed efficace; ritiene inoltre che i lavoratori e i loro rappresentanti e ispettorati debbano avere un accesso aggiornato alle informazioni sui loro datori di lavoro e sui loro diritti salariali nonché i diritti del lavoro e sociali, in conformità ai contratti collettivi di categoria o alla legislazione nazionale, ove applicabile, e in linea con i criteri di protezione dei dati;
61. invita la Commissione a studiare possibilità per consentire ai lavoratori di paesi terzi di ottenere permessi di lavoro nell'UE, con la precondizione che tutte le salvaguardie nel diritto del lavoro nazionale e dell'Unione assicurino effettivamente protezione e condizioni di lavoro dignitose anche ai cittadini di paesi terzi e che ciò non determini distorsioni del mercato del lavoro; invita la Commissione a condurre un'indagine di ampio respiro sulle tendenze che caratterizzano il distacco di cittadini di paesi terzi per quanto riguarda le loro condizioni di lavoro, e mette in rilievo la necessità di adottare eventualmente misure politiche a livello dell'UE o nazionale in base ai risultati di tale indagine; è profondamente preoccupato per l'attuale aumento della percentuale di cittadini di paesi terzi in settori noti per le condizioni di lavoro precarie e i casi di abusi; sottolinea che i cittadini di paesi terzi sono spesso più vulnerabili allo sfruttamento e pertanto necessitano di tutela; sottolinea che sono comprese pratiche abusive, quali distacco fittizio di lavoratori, lavoro autonomo fittizio, subappalto fraudolento, nonché agenzie di collocamento, società di comodo e lavoro non dichiarato; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire il rispetto delle leggi e delle norme applicabili in materia di condizioni di lavoro in relazione ai cittadini di paesi terzi, al fine di eliminare gli abusi, e invita gli Stati membri ad attuare gli elementi protettivi della direttiva 2009/52/CE, garantendo meccanismi di denuncia accessibili ed efficaci che consentano di reclamare in modo efficace le retribuzioni dovute e i contributi previdenziali;
62. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
MOTIVAZIONE
Il mercato del lavoro europeo sta vivendo grandi cambiamenti. Tali cambiamenti creano sfide e nuove opportunità che interessano tutti gli Stati membri e tutti gli europei.
L'economia sociale di mercato si basa sulla giustizia e sull'equità sociale. Dovremmo aiutare la nostra società a far fronte ai cambiamenti in modo efficace ai fini di una maggiore resilienza, per raggiungere i più elevati standard di qualità della vita e promuovere il benessere. Nell'affrontare la transizione verde e la transizione digitale, come pure il problema dell'invecchiamento della popolazione, ci rendiamo conto che l'economia europea, i rapporti di lavoro e le questioni sociali dovranno adattarsi di conseguenza e in tempi molto brevi.
Oggi un numero record di 241,5 milioni di persone nell'UE hanno un lavoro. Tuttavia, a seguito della crisi finanziaria internazionale e dell'attuale crisi legata alla pandemia, è spesso difficile per i lavoratori far fronte alle proprie esigenze quotidiane. Un salario minimo equo per i lavoratori occupati nell'UE può consentire di vivere in modo dignitoso. Alcune delle principali sfide che cerchiamo di affrontare ed evidenziare nella relazione sono: la richiesta di una vita dignitosa per i lavoratori e di un salario minimo equo, affrontare il continuo aumento della disoccupazione giovanile, aiutare i lavoratori scarsamente qualificati a beneficiare dell'apprendimento permanente, garantire il principio della parità di retribuzione per uno stesso lavoro e colmare i divari di genere, alloggi a prezzi accessibili, l'inclusione sociale delle persone con disabilità e l'accesso al mercato del lavoro, l'aggiornamento delle infrastrutture sanitarie e l'accesso a tali infrastrutture a prezzi accessibili, la lotta contro le malattie e soprattutto la lotta contro il cancro, come descritto nell'agenda della Commissione europea. Tali sfide sono state aggravate dalla crisi legata alla pandemia di COVID-19, che rende imperativa la richiesta di intervento formulata nella presente relazione strategica.
Le transizioni giuste implicano il passaggio a un'economia più verde e digitale che interessa in modo orizzontale e approfondito le regioni, le città e la popolazione locale, ma anche diversi settori e lavoratori.
Per garantire transizioni giuste, è estremamente importante che gli aspetti sociali siano integrati nel processo decisionale futuro. Solo se investiamo nel capitale umano e garantiamo una protezione sufficiente a ogni lavoratore possiamo far sì che nessuno sia lasciato indietro. La realizzazione di transizioni giuste è direttamente collegata all'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e dei suoi 20 principi fondamentali.
L'obiettivo della presente relazione è sottolineare le sfide più importanti per il mercato del lavoro, le regioni, i settori e i lavoratori europei nei prossimi dieci anni e descrivere le principali iniziative da adottare al riguardo. Pertanto, i relatori chiedono l'adozione di un'agenda sociale di base in occasione del Vertice sociale che si terrà a Porto l'anno prossimo (agenda di Porto).
La relazione è strutturata in tre parti: quadro di governance per il progresso sociale; risorse finanziarie per una forte Europa sociale e sostenibile; l'agenda di Porto: obiettivi e proposte.
Mentre la prima parte è incentrata sull'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e sull'adozione di un patto per lo sviluppo sostenibile e il progresso sociale, la seconda parte mette in evidenza gli strumenti finanziari impiegati per realizzare una transizione giusta, quali il Fondo sociale europeo, la garanzia per i giovani, la garanzia per l'infanzia, lo strumento SURE e il Fondo per una transizione giusta.
Nella terza parte, i relatori chiedono la suddetta agenda di Porto, che pone l'accento su diversi obiettivi e proposte obbligatori in materia di:
1. LAVORO DIGNITOSO E MERCATI DEL LAVORO SOSTENIBILI E INCLUSIVI
2. GIUSTIZIA SOCIALE E PARI OPPORTUNITÀ
3. SISTEMI DI PROTEZIONE SOCIALE ROBUSTI
4. MOBILITÀ EQUA
Ciascuna di queste sezioni presenta una serie di obiettivi da conseguire entro il 2030. Poiché ogni lavoratore dovrebbe ricevere un salario che consenta una vita dignitosa, i relatori chiedono un'ampia quota di copertura della contrattazione collettiva. La contrattazione collettiva è al centro del funzionamento delle economie sociali di mercato e rappresenta uno dei modi migliori per promuovere salari dignitosi nell'UE. La contrattazione collettiva non deve poter disciplinare solo i livelli salariali ma anche le condizioni di lavoro, instaurando una forte correlazione tra la partecipazione dei lavoratori sul luogo di lavoro e le prestazioni e i profitti delle imprese.
Al tempo stesso, la disoccupazione giovanile dovrebbe essere almeno dimezzata, un obiettivo ambizioso da non trascurare.
La parità di genere rappresenta un ulteriore aspetto. Il divario retributivo di genere andrebbe eliminato e occorre promuovere la rappresentanza femminile nelle posizioni dirigenziali di alto livello delle società quotate.
Inoltre, la relazione chiede alloggi a prezzi accessibili per ogni persona e una protezione sociale di base.
Riteniamo che un riferimento all'impatto della pandemia di COVID-19 sugli operatori sanitari e in particolare sui prestatori di assistenza nonché una strategia globale dedicata a loro, come pure il miglioramento delle infrastrutture sanitarie nell'UE e dell'accesso alle stesse possano migliorare la capacità del territorio dell'UE di rispondere alle esigenze dei lavoratori.
Infine, riteniamo che sia necessario promuovere i diritti dei lavoratori transfrontalieri e stagionali. La relazione evidenzia l'importanza dell'Autorità europea del lavoro (ELA) a tale riguardo e chiede il potenziamento delle sue competenze in termini di coordinamento rapido con le autorità nazionali, ispezioni e maggiori responsabilità.
PARERE DELLA COMMISSIONE PER LA CULTURA E L'ISTRUZIONE (28.10.2020)
destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali
su un'Europa sociale forte per una transizione giusta
Relatore per parere: Marcos Ros Sempere
(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 57 del regolamento
SUGGERIMENTI
La commissione per la cultura e l'istruzione invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. ricorda che l'istruzione è un investimento nel futuro dell'Unione e rappresenta uno strumento fondamentale per conseguire gli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali, secondo il quale "ogni persona ha diritto a un'istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro";
2. chiede la piena applicazione di tale principio da parte dell'Unione e degli Stati membri, in linea con gli impegni espressi nella dichiarazione di Roma del 25 marzo 2017 e in occasione del vertice di Göteborg del 17 novembre 2017; sottolinea l'esigenza di un piano d'azione per realizzare gli impegni del pilastro dei diritti sociali e accoglie con favore la determinazione della Commissione a questo proposito; insiste affinché gli Stati membri applichino le raccomandazioni specifiche per paese del semestre europeo, soprattutto quelle relative agli affari sociali;
3 sottolinea l'esigenza di una ripartizione annuale degli stanziamenti disponibili per l'istruzione e la cultura in ogni Stato membro con l'obiettivo generale di sostenere gli investimenti a favore della crescita e dell'occupazione, da compilare sulla base di parametri e criteri obiettivi e trasparenti nel sistema di distribuzione dei finanziamenti, e di includere fondi sia da parte dell'UE agli Stati membri sia dai governi degli Stati membri ai rispettivi territori;
4. sottolinea i vantaggi che possono derivare dalla promozione di scambi bilaterali e multilaterali di esperienze sugli insegnamenti tratti e le pratiche migliori nel settore dell'istruzione e della cultura, nonché sull'analisi, la valutazione, il monitoraggio e il controllo degli aiuti;
5. sottolinea l'importanza di perseguire gli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (OSS), in particolare l'OSS n. 1: "Sconfiggere la povertà", l'OSS n. 4: "Istruzione di qualità" e l'OSS n. 13 "Lotta contro il cambiamento climatico"; afferma, a tal proposito, che un'istruzione e una formazione adeguate nelle transizioni verso economie sostenibili sul piano ambientale e sociale, congiuntamente a investimenti diretti finalizzati alla rivitalizzazione economica, potrebbero diventare un forte motore per la creazione di posti di lavoro, la giustizia sociale e l'eliminazione della povertà e potrebbero contribuire a soddisfare maggiormente le mutevoli esigenze del mercato del lavoro; chiede all'Unione di agevolare una più stretta cooperazione, maggiore condivisione delle informazioni e scambio delle migliori prassi tra gli Stati membri e i loro sistemi di istruzione e formazione;
6. rammenta il ruolo cruciale dell'istruzione, nelle transizioni nel mercato del lavoro così come nella crescita umana e personale dei cittadini, in particolare il suo ruolo nel migliorare la loro consapevolezza ambientale e il riconoscimento della necessità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e realizzare la neutralità climatica entro il 2050; sottolinea che la transizione verso una società più sostenibile dal punto di vista ambientale richiede lavoratori qualificati e altamente qualificati e ritiene che i fondi per una transizione giusta dovrebbero includere investimenti significativi a tutti i livelli dell'istruzione scolastica, compresi l'istruzione e formazione professionale (IFP), l'aggiornamento professionale e la riqualificazione, la formazione sul lavoro o una combinazione di lavoro e riqualificazione a tempo parziale; sottolinea l'importanza del pieno rispetto dei principi di parità di trattamento e pari opportunità, con particolare riferimento ai più vulnerabili in seno alle nostre società e ai gruppi svantaggiati e l'importanza di concentrare gli sforzi sulla rivitalizzazione economica delle regioni interessate;
7. sottolinea che i sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri devono essere adeguati in modo da sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla transizione digitale e dalla transizione ecologica; sottolinea che una maggiore istruzione e formazione in materia di competenze verdi, digitali e informali può contribuire al conseguimento degli obiettivi di sostenibilità e agevolare l'occupabilità in molti settori, in particolare per tutti i gruppi vulnerabili; invita l'UE e gli Stati membri a fornire incentivi per l'istruzione e le carriere nel settore digitale e nel settore verde e a promuovere la connettività nelle scuole; sottolinea che qualsiasi transizione verso modelli di società nuovi, sostenibili e responsabili richiede una politica di inclusione che garantisca pari diritti e partecipazione all'istruzione per tutti, compresa l'istruzione artistica e culturale, con competenze che rispondano alle nuove esigenze del mercato del lavoro e un'attenzione particolare per una dimensione più umana ed ecologica; invita gli Stati membri a insistere per una maggiore rappresentanza delle donne negli studi STEM;
8. prende atto della rapida e continua crescita dell'"economia d'argento" nell'UE, che entro il 2025 contribuirà probabilmente per il 32 % al PIL e rappresenterà il 38 % dell'occupazione dell'Unione europea; sottolinea l'esigenza di programmi di formazione professionale, istruzione digitale e riqualificazione che tengano debitamente conto di tale realtà, al fine di assicurare l'inclusione sociale degli anziani;
9. sottolinea che la pandemia di COVID-19 ha effetti senza precedenti sulla società e in particolare sulla qualità dell'istruzione; riconosce l'urgente necessità del Fondo per una transizione giusta e dei benefici economici, sociali e ambientali che esso può apportare;
10. sottolinea che un sistema di protezione sociale e sostegno per tutti è essenziale per garantire una transizione giusta; sottolinea il ruolo essenziale di tale sistema nell'istruzione, al fine di consentire la prosecuzione della scolarizzazione, sostenere il benessere dei bambini e dei giovani soddisfacendo le esigenze di base delle famiglie, anche attraverso l'offerta di istruzione per la prima infanzia e istruzione a lungo termine, e sviluppare un sentimento di responsabilizzazione che spinga a partecipare ad azioni di apprendimento permanente e a passare a nuovi posti di lavoro e settori;
11. sottolinea la necessità di rendere Erasmus + più facilmente accessibile agli studenti con minori opportunità e di ampliare la sua offerta di istruzione e formazione nelle zone spopolate, al fine di contribuire alla conservazione sociale, alla conservazione del patrimonio culturale e alla sostenibilità ambientale;
12. chiede un dialogo e una cooperazione rafforzati tra gli istituti di istruzione e il contesto imprenditoriale per consentire studi in settori che si prevede crescano e creino nuovi posti di lavoro, prestando particolare attenzione alle persone, alle comunità e alle regioni vulnerabili; osserva, a tale proposito, che sono necessari maggiori partenariati pubblico-privato per realizzare appieno il potenziale dei sistemi di istruzione e formazione dell'UE e per il miglioramento delle competenze e la riqualificazione lungo tutto l'arco della vita, nonché per una migliore mobilità dei lavoratori al fine di evitare elevati livelli di disoccupazione in determinate regioni; chiede il rafforzamento dello spazio europeo dell'istruzione superiore quale mezzo per facilitare e migliorare l'instaurazione di un dialogo sostenibile nell'ambito dell'istruzione superiore e invita gli Stati membri a valutare la possibilità di inserire tirocini nei programmi di studio universitari;
13. sollecita la creazione di sinergie tra il Fondo per una transizione giusta ed Erasmus+, Europa creativa e il Corpo europeo di solidarietà a sostegno di progetti volti a riconvertire ad altri usi gli spazi colpiti dalla chiusura a seguito degli sforzi di transizione verso un'economia climaticamente neutra; sottolinea l'importanza delle iniziative nelle regioni maggiormente colpite dalla transizione giusta e la necessità di destinare finanziamenti aggiuntivi a progetti relativi all'istruzione, alla cultura e allo sport, e sottolinea la necessità di riqualificare e migliorare le competenze dei lavoratori delle industrie ad alta intensità di carbonio, con il sostegno del Fondo per la modernizzazione del sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE;
14. chiede che il Fondo per una transizione giusta sostenga i settori creativo e culturale quali ambiti fondamentali che possono contribuire alla creazione di nuove opportunità e posti di lavoro nei territori, in particolare se i progetti includono buone pratiche sostenibili e promuovono la sostenibilità, l'efficienza energetica e la protezione dell'ambiente;
15. invita l'Unione a rafforzare la trasferibilità e il pieno riconoscimento delle competenze e delle qualifiche professionali al fine di aumentare la mobilità e il conseguimento ottimale delle competenze nel mercato interno e, di conseguenza, la competitività dell'Europa a livello mondiale;
16. esorta le autorità nazionali, regionali e comunitarie responsabili dell'istruzione e dell'apprendimento permanente, nonché le parti sociali, a istituire un quadro giuridico per incoraggiare le imprese a investire in programmi e misure volti a garantire l'integrazione professionale e a promuovere l'equilibrio di genere, la diversità e l'inclusione, per una transizione riuscita verso un'economia ecologicamente sostenibile, socialmente responsabile e a zero emissioni, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili che potrebbero aver bisogno di ulteriori misure mirate, alle persone con disabilità che spesso subiscono una doppia discriminazione e alle persone interessate dalle transizioni nel mercato del lavoro;
17. sottolinea che lo spazio europeo dell'istruzione dovrebbe includere la formazione per la promozione delle competenze trasversali relative alla transizione ecologica e digitale, nonché un adeguato collegamento con il mondo del lavoro, in particolare nei livelli finali dei programmi scolastici e ricorda la necessità di sostenere e sviluppare la cooperazione tra gli Stati membri al fine di migliorare l'apprendimento reciproco e tra pari e lo scambio di migliori prassi;
18. sottolinea che i sistemi di istruzione più efficaci e inclusivi sono quelli basati sulla ricerca pedagogica; chiede che il prossimo programma di ricerca faro dell'Unione, il programma successore di Orizzonte 2020, sia un mezzo atto a conseguire un'ulteriore eccellenza nel settore dell'istruzione e formazione;
19. sottolinea che la transizione sociale verso una base energetica sostenibile richiede la promozione e l'adozione di un'identità regionale in evoluzione; sottolinea che tale obiettivo può essere raggiunto, ad esempio, promuovendo attivamente il patrimonio industriale e la ricerca etnografica; sostiene la promozione di dialoghi democratici sull'adeguamento e la transizione sociale attraverso istituzioni culturali, scientifiche e di istruzione;
20. sottolinea che la transizione giusta richiede un approccio olistico che comprenda la diversificazione economica, un sostegno completo ai lavoratori nella transizione verso nuovi posti di lavoro, il risanamento ambientale, la dovuta attenzione all'identità e al patrimonio culturale delle comunità interessate e processi inclusivi che affrontino anche gli effetti in termini di equità per i gruppi vulnerabili ed emarginati; invita gli Stati membri ad assicurare un sostegno sostenibile alle attività culturali delle comunità in transizione e a rispettare e promuovere il loro patrimonio culturale;
21. invita le imprese culturali e turistiche a sostenere le politiche di insediamento regionale nelle zone minerarie in declino attraverso il ripristino e la riconversione dei siti industriali, con particolare attenzione a misure esemplari di rinaturalizzazione che limitino gli effetti dei cambiamenti climatici, come lo sviluppo di bacini idrici naturali sotto forma di foreste, pianure alluvionali e prati.
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
Approvazione |
26.10.2020 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
25 2 2 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Isabella Adinolfi, Christine Anderson, Andrea Bocskor, Vlad-Marius Botoş, Ilana Cicurel, Gilbert Collard, Gianantonio Da Re, Laurence Farreng, Tomasz Frankowski, Romeo Franz, Hannes Heide, Irena Joveva, Petra Kammerevert, Niyazi Kizilyürek, Predrag Fred Matić, Dace Melbārde, Victor Negrescu, Niklas Nienaß, Peter Pollák, Marcos Ros Sempere, Domènec Ruiz Devesa, Andrey Slabakov, Massimiliano Smeriglio, Michaela Šojdrová, Sabine Verheyen, Salima Yenbou, Theodoros Zagorakis, Milan Zver |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Pernando Barrena Arza |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
25 |
+ |
PPE |
Andrea Bocskor, Tomasz Frankowski, Peter Pollák, Michaela Šojdrová, Sabine Verheyen, Theodoros Zagorakis, Milan Zver |
S&D |
Hannes Heide, Petra Kammerevert, Predrag Fred Matić, Victor Negrescu, Marcos Ros Sempere, Domènec Ruiz Devesa, Massimiliano Smeriglio |
RENEW |
Vlad-Marius Botoş, Ilana Cicurel, Laurence Farreng, Irena Joveva |
VERTS/ALE |
Romeo Franz, Niklas Nienaß, Salima Yenbou |
ECR |
Dace Melbārde, Andrey Slabakov |
GUE/NGL |
Pernando Barrena Arza |
NI |
Isabella Adinolfi |
2 |
- |
ID |
Christine Anderson, Gianantonio Da Re |
2 |
0 |
ID |
Gilbert Collard |
GUE/NGL |
Niyazi Kizilyürek |
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
PARERE DELLA COMMISSIONE PER I DIRITTI DELLE DONNE E L'UGUAGLIANZA DI GENERE (30.10.2020)
destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali
su un'Europa sociale forte per transizioni giuste - Comunicazione della Commissione
Relatrice per parere: Evelyn Regner
SUGGERIMENTI
La commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
A. considerando che la comunicazione della Commissione "Un'Europa sociale forte per transizioni giuste" (COM(2020)0014) è stata pubblicata prima dello scoppio della pandemia di COVID-19;
B. considerando che le donne sono colpite in modo sproporzionato dalla pandemia di COVID-19, in particolare le donne che hanno un lavoro precario e che lavorano in settori a prevalenza femminile come la sanità, il commercio al dettaglio o i servizi di assistenza; che l'attuazione di politiche adeguate per l'equilibrio tra attività professionale e vita familiare e la ripartizione paritaria delle responsabilità di assistenza sono indispensabili per conciliare lavoro, vita privata e vita familiare e facilitare l'equa partecipazione delle donne al mercato del lavoro, dato che le donne restano le principali prestatrici di assistenza;
C. considerando che le donne, comprese le donne con disabilità o con problemi di salute, le donne migranti e appartenenti a minoranze etniche, le donne anziane, le donne con minori qualifiche accademiche formali, le madri sole, le donne che vivono in zone rurali nonché le persone LGBTQI+, sono più spesso soggette a forme di discriminazione multipla e intersettoriale;
D. considerando che le donne sono sottorappresentate nelle posizioni di leadership economica e politica ove si decidono le risposte politiche alla COVID-19; che le donne dovrebbero essere coinvolte nel processo decisionale per apportare prospettive diverse e maggiori conoscenze ed esperienze, con un conseguente miglioramento dei risultati delle politiche;
E. considerando che, a causa della COVID-19 e delle misure per farvi fronte, in particolare il confinamento e il telelavoro, le donne che vivono relazioni caratterizzate da abusi sono state esposte permanentemente alla violenza, con conseguente aumento del numero di casi di violenza contro le donne; che tra le conseguenze del periodo di confinamento in vari paesi europei vi è stata un'esplosione della violenza fondata sul genere e all'interno della famiglia di circa il 30 %; che nel mondo, in totale, più di 243 milioni di donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni hanno subito violenza sessuale e/o fisica negli ultimi 12 mesi;
F. considerando che, nonostante la parità di genere sia uno dei principi fondamentali dell'Unione europea, sancita dall'articolo 2 e dall'articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE), dall'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e dagli articoli 21 e 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, il divario di genere a livello occupazionale si attesta all'11,7 %, il divario retributivo al 15,7 % e il divario pensionistico al 30,1 %;
G. considerando che la COVID-19 ha portato alla luce un annoso problema nell'erogazione dell'assistenza nell'UE, in particolare in relazione all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare; che l'assistenza deve essere considerata in maniera olistica, nel quadro di una serie ininterrotta di azioni che vanno dall'assistenza all'infanzia all'assistenza doposcuola, fino all'assistenza alle persone con disabilità e agli anziani; che oltre il 50 % dei prestatori di assistenza di età inferiore ai 65 anni affianca un'attività professionale a quella di assistenza, mantenendo quindi un difficile equilibrio tra le due attività; che i prestatori di assistenza potrebbero preferire lavori poco qualificati e scarsamente retribuiti che possono essere adattati agli orari della loro attività di assistenza, e rischiano di dover ridurre l'orario di lavoro o abbandonare completamente un lavoro retribuito; che una percentuale che si situa tra il 7 e il 21 % dei prestatori di assistenza informale riduce l'orario di lavoro e il 3-18 % di loro esce dal mercato del lavoro;
H. considerando che la discriminazione di genere a casa e sul mercato del lavoro può comportare una distribuzione iniqua delle risorse, rendendo le donne più vulnerabili alla povertà e all'esclusione sociale rispetto agli uomini; che, se cadono in povertà, le donne hanno meno possibilità di risollevarsi;
I. considerando che nell'UE il 15 % delle famiglie con bambini è costituito da famiglie monoparentali; che, in media, l'85 % di queste famiglie è mantenuto da madri sole, mentre il 47 % delle famiglie monoparentali nel 2017 era a rischio di povertà o esclusione sociale; che le famiglie monoparentali sono state colpite in modo sproporzionato dalla pandemia di COVID-19;
J. considerando che la condizione di senza dimora tra le donne è un problema in crescita; che le donne senza dimora continuano ad affrontare sfide specifiche nel contesto della crisi della COVID-19, dato che gli alloggi temporanei e di emergenza espongono in modo particolare alla trasmissione della malattia, alla violenza di genere e alla mancanza di accesso a strutture igieniche e sanitarie;
K. considerando che la segregazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro nell'UE è ancora notevole e che le donne sono sovrarappresentate nei settori meno redditizi; che le donne con contratti precari sono state particolarmente colpite dalla pandemia di COVID-19, in quanto sono state le prime a perdere il lavoro, con conseguenze finanziarie per le loro famiglie e la loro indipendenza economica, oltre a una protezione sociale insufficiente in periodo di crisi;
L. considerando che i nuovi imprenditori, nel 70 % dei casi uomini e nel 30 % donne, e i lavoratori autonomi, che nel 34,4 % dei casi sono donne, sono stati duramente colpiti dalla crisi della COVID-19; che uno studio aggiornato, che esamini le implicazioni a breve, medio e lungo termine della pandemia di COVID-19 per l'imprenditoria femminile nell'UE-27, sarebbe una fonte preziosa di informazioni per i decisori europei;
M. considerando che l'istruzione e le competenze digitali sono essenziali per adeguarsi alla transizione digitale dell'economia e della società europea; che le donne sono sottorappresentate nei settori delle TIC, delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) e dell'intelligenza artificiale (IA); che solo il 17 % degli specialisti in TIC e il 34 % dei laureati nelle discipline STEM sono donne; che, al contempo, le donne nel settore delle TIC guadagnano il 19 % in meno degli uomini; che si registra un divario di genere dell'11 % in relazione alle competenze digitali e che tale divario è maggiore per le competenze di poco superiori a quelle base e, in particolare, per le persone con più di 55 anni; che l'imprenditoria femminile favorisce l'emancipazione delle donne e l'inclusione sociale e promuove l'occupazione, sostiene la diversificazione delle attività, oltre a stimolare l'innovazione e la crescita; che il potenziale per transizioni giuste fa anche affidamento sui nuovi posti di lavoro verdi in settori che spesso richiedono elevate competenze digitali e in materia di TIC;
N. considerando che la pressione sulle donne è ulteriormente aumentata; che le nuove forme di lavoro imposto, che sono estensibili e vanno a scapito della separazione tra lavoro e vita privata, hanno portato durante il periodo di confinamento a un'esplosione di nuove forme di molestie psicologiche e sessuali, sia online che offline; che la stragrande maggioranza delle imprese e dei governi non ha attuato alcuna misura per contrastare tali fenomeni;
O. considerando che le donne sono colpite in modo sproporzionato dalla povertà energetica e hanno difficoltà a pagare i propri consumi energetici; che la forza lavoro del settore energetico è composta principalmente da uomini (77,9 %) e che le donne rappresentano solo il 22,1 %; che la stessa tendenza sembra applicarsi al settore delle energie rinnovabili, in cui le donne rappresentano meno del 30 % della forza lavoro;
P. considerando che il secondo principio del pilastro europeo dei diritti sociali (PEDS) sancisce la parità di trattamento e opportunità tra donne e uomini per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro, i termini e le condizioni di lavoro e l'avanzamento di carriera;
Q. considerando che in questo periodo le donne hanno dovuto continuare a farsi carico della maggior parte del lavoro domestico e dell'istruzione dei bambini; che le donne hanno persino subito un aumento del livello di stress mentale, passando dal doppio al triplo del lavoro durante la giornata; che le responsabilità di assistenza non retribuite rallentano o impediscono la progressione di carriera delle donne e hanno un impatto limitato o inesistente sulla vita professionale degli uomini, creando il conseguente divario retributivo e portando alla sottorappresentanza della donne in alcuni settori;
R. considerando che le transizioni verde e digitale e i cambiamenti demografici nella società fanno emergere sia sfide sia opportunità e che la nostra strategia per affrontarli deve essere equa e giusta dal punto di vista sociale; che tale strategia deve sostenere, coordinare e integrare gli interventi in tema di parità da parte degli Stati membri;
S. considerando che le donne erano già le prime vittime della povertà in Europa; che fra tali vittime rientrano le famiglie monoparentali – di cui oltre l'80 % è composto da madri sole – che rischiano di vivere in condizioni precarie e di sprofondare in povertà; che, secondo le stime dell'ONG OXFAM, 500 milioni di persone nel mondo potrebbero cadere in povertà, ovvero il 10 % della popolazione mondiale, e che le donne sarebbero le più colpite;
T. considerando che l'attuale crisi ha anche messo in luce la grave mancanza di solidarietà a livello europeo; che numerosi governi stanno attualmente sfruttando la pandemia per tornare sui propri passi riguardo non solo agli impegni ambientali, ma anche ai diritti fondamentali dei lavoratori e delle donne;
1. invita la Commissione a collaborare con gli Stati membri per porre il pilastro europeo dei diritti sociali al centro dei programmi di ripresa economica; insiste affinché la Commissione e il Consiglio integrino la dimensione di genere e il bilancio di genere in tutti gli aspetti del pilastro europeo dei diritti sociali, al fine di promuovere la parità di genere, le pari opportunità e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, affrontando il divario occupazionale di genere, nonché al fine di promuovere condizioni di lavoro eque, una protezione sociale sostenibile e a prezzi accessibili e il coinvolgimento delle donne a tutti i livelli dei processi decisionali; sottolinea la necessità di rendere l'integrazione della dimensione di genere parte integrante di tale piano; invita la Commissione a rispettare il principio di sussidiarietà sancito dai trattati al momento di proporre il piano;
2. invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare politiche e quadri di riferimento per il dialogo sociale, aspetti necessari per compiere progressi nella transizione ecologica verso la neutralità climatica senza lasciare indietro nessuno, ragion per cui tale processo sarà aperto ai cittadini europei più vulnerabili ed emarginati, in particolare le donne, e rafforzerà la loro resilienza generando prosperità per l'intera società attraverso un approccio inclusivo, un'idonea tutela dei lavoratori e la creazione di posti di lavoro di qualità;
3. invita la Commissione, Eurostat, gli Stati membri e l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) a raccogliere regolarmente dati disaggregati per genere ed età sulla COVID-19 e sull'impatto socioeconomico del virus; sottolinea che le misure a favore della ripresa devono basarsi su dati disaggregati in base al genere, con un'attenzione particolare agli ambiti in cui i dati sono scarsi e non confrontabili, al fine di consentire un processo decisionale informato a livello unionale, nazionale e regionale;
4. osserva che la sottorappresentanza delle donne priva le transizioni energetiche di un ventaglio di vari talenti e impedisce così il cambiamento trasformativo richiesto per conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi (obiettivi climatici globali) e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite; chiede una partecipazione paritaria delle donne alla forza lavoro, aspetto importante per le imprese, l'economia, lo sviluppo sociale e l'ambiente; sottolinea che una forza lavoro diversificata consegue risultati migliori, non solo in termini di maggiore potenziale di creatività e innovazione, ma anche riguardo a un migliore processo decisionale e a maggiori profitti;
5. invita la Commissione a monitorare la strategia europea per la parità di genere (2020-2025) e chiede agli Stati membri di adottare, su tale base, strategie nazionali per la parità di genere quale elemento importante delle misure socioeconomiche intraprese all'indomani della crisi della COVID-19;
6. sottolinea che la parità di genere non solo costituisce, di per sé, un obiettivo di sviluppo fondamentale, ma rafforza anche la produttività dell'economia e migliora le prospettive delle generazioni future; evidenzia l'importanza di accrescere la percentuale di donne nelle posizioni decisionali a livello locale nell'ambito della transizione energetica e dell'economia circolare non tossica, circostanza che può rafforzare l'innovazione e la redditività, ridurre i rischi e migliorare le pratiche di sostenibilità;
7. sottolinea la necessità di coinvolgere un maggior numero di donne e giovani nei governi, nel settore bancario, nelle imprese, nelle università e nelle ONG, al fine di realizzare una vasta gamma di strategie per rendere la transizione verde più diversificata e inclusiva;
8. osserva che le donne sono essenziali per il settore delle energie sostenibili e per il successo di una transizione energetica più rapida; evidenzia la necessità di attrarre, trattenere e promuovere più donne nonché di far confluire una maggiore varietà di competenze nel settore dell'energia sostenibile;
9. invita la Commissione e il Consiglio a esaminare attentamente le esigenze delle donne al fine di promuovere la parità di genere e di agevolare la loro partecipazione al mercato del lavoro durante e dopo la crisi della COVID-19; chiede una strategia sociale ambiziosa e un piano demografico per migliorare la disponibilità e l'accessibilità economica delle infrastrutture per l'assistenza all'infanzia, l'assistenza al di fuori dell'orario scolastico e l'assistenza a lungo termine di elevata qualità; esorta gli Stati membri a recepire e attuare interamente la direttiva sull'equilibro tra attività professionale e vita familiare; invita gli Stati membri e la Commissione a sfruttare tutte le sinergie nel quadro dei pertinenti strumenti finanziari dell'UE per sviluppare le necessarie infrastrutture di assistenza e i relativi servizi; invita altresì la Commissione e gli Stati membri a compiere ogni sforzo possibile, anche attraverso l'adozione delle disposizioni della convenzione di Istanbul, per contrastare tutte le forme di violenza nei confronti delle donne, dei bambini e degli anziani, che sono aumentate notevolmente a causa delle restrizioni adottate per affrontare la pandemia;
10. invita gli Stati membri a istituire, mentre sono ancora in vigore le misure per far fronte alla crisi della COVID-19, un congedo speciale non trasferibile e pienamente retribuito per i prestatori di assistenza e i genitori che lavorano;
11. invita la Commissione a raccogliere dati sulla prestazione di diverse tipologie di assistenza, da utilizzare per uno studio che esamini il divario assistenziale al fine di proporre un Care Deal (Patto di assistenza) per l'Europa che sostenga una transizione verso un'economia dell'assistenza; osserva che il Care Deal deve creare sinergie con le competenze degli Stati membri e delle regioni e dovrebbe mirare a migliorare la cooperazione e il coordinamento e garantire che gli investimenti e la normativa pertinenti a livello dell'UE apportino benefici;
12. esorta il Consiglio e la Commissione a garantire che l'integrazione della dimensione di genere e il bilancio di genere siano al centro di tutte le misure collegate alla ripresa, tenendo conto degli insegnamenti appresi dalla crisi della COVID-19;
13. sottolinea che la Commissione e il Consiglio devono seguire il principio guida della parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile per uno stesso lavoro, anche in sede di elaborazione delle misure di risposta alla crisi della COVID-19, le quali devono integrare la dimensione di genere; apprezza l'impegno della Commissione a presentare misure vincolanti sulla trasparenza retributiva entro la fine del 2020, per affrontare efficacemente il divario retributivo e pensionistico di genere, visto che l'indipendenza economica delle donne è ostacolata dalla crisi, come suggeriscono le relazioni iniziali; evidenzia, a tale proposito, la necessità che la Commissione e gli Stati membri introducano misure per combattere la segregazione di genere nei settori occupazionali caratterizzati da un'elevata presenza femminile e per affrontare il divario retributivo e pensionistico;
14. esorta gli Stati membri a recepire e attuare in modo tempestivo ed efficace la direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare e invita la Commissione a monitorarne efficacemente l'attuazione; invita gli Stati membri a valutare quali misure integrative occorrerebbero per garantire un migliore equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori che lavorano, prestando particolare attenzione nei confronti delle famiglie monoparentali;
15. invita la Commissione a raccogliere dati sulla fornitura di diversi tipi di assistenza (assistenza all'infanzia, assistenza agli anziani e alle persone con disabilità o alle persone che necessitano di assistenza a lungo termine), da utilizzare per uno studio che esamini il divario assistenziale e dare quindi impulso a un'iniziativa concernente una strategia per l'assistenza europea; osserva che tale strategia dovrebbe rispettare le competenze degli Stati membri stabilite nei trattati, ma mirerebbe a migliorare la cooperazione e il coordinamento di tutte le misure che potrebbero essere utili per i prestatori di assistenza informale nell'UE e per le persone di cui si prendono cura; sottolinea che la cooperazione a livello europeo, unitamente a un utilizzo efficiente dei fondi dell'UE, può contribuire allo sviluppo di servizi di assistenza di qualità, accessibili e a prezzi contenuti;
16. condanna il fatto che alcuni governi utilizzino la pandemia come pretesto per arretrare riguardo ad alcuni diritti fondamentali dei lavoratori e delle donne; ricorda il diritto inalienabile di accesso all'assistenza sanitaria, nonché il diritto all'autodeterminazione del proprio corpo; sottolinea pertanto che i diritti all'assistenza sanitaria riproduttiva, alla contraccezione e all'interruzione di gravidanza devono essere garantiti, anche attraverso una proroga del tempo previsto per legge per l'interruzione di gravidanza;
17. sottolinea che, con un numero crescente di famiglie a doppio reddito e di famiglie monoparentali, sono emerse nuove esigenze riguardo ai servizi di assistenza all'infanzia; evidenzia che servizi di assistenza all'infanzia di elevata qualità, disponibili, accessibili e a prezzi abbordabili sono essenziali per consentire ai genitori di restare o entrare nel mondo del lavoro e per ridurre il divario di genere a livello occupazionale; sottolinea tuttavia che tali servizi all'infanzia dovrebbero essere disponibili anche per i genitori alla ricerca di un lavoro e per i bambini in situazioni familiari precarie;
18. evidenzia che, alla luce delle tendenze demografiche emergenti come l'invecchiamento della società, tassi di natalità inferiori e, di conseguenza, il calo della popolazione in età lavorativa, la necessità di servizi di assistenza formale e informale a lungo termine è diventata più che mai importante; osserva che la prestazione di servizi di assistenza e le relative infrastrutture sono particolarmente utili per le donne, che spesso sono più impegnate degli uomini nell'assistenza formale e informale delle persone anziane e/o con disabilità, la maggioranza delle quali sono a loro volta donne; pone l'accento, riguardo ai prestatori di assistenza informale, sull'importanza di prevedere regimi di congedo a sostegno della famiglia e di garantire i diritti in materia di sicurezza sociale;
19. mette in evidenza un particolare sviluppo nell'ambito della prestazione di assistenza durante le misure per la COVID-19; invita, in tale contesto, la Commissione a fungere da piattaforma per agevolare lo scambio delle migliori pratiche in materia di qualità, accessibilità ed economicità dei servizi di assistenza, nonché in relazione ai diversi modelli dei servizi di assistenza; esorta la Commissione a prendere in esame la situazione dei prestatori di assistenza informale e a condividere le migliori pratiche sulle modalità con cui gli Stati membri regolarizzano il loro lavoro;
20. invita gli Stati membri a favorire l'emancipazione delle donne nei settori dell'intelligenza artificiale (IA), delle TIC e delle discipline STEM attraverso un'istruzione digitale accessibile, personalizzata e di elevata qualità nonché una formazione e uno sviluppo di competenze individualizzati, tenendo conto della digitalizzazione dell'economia e del mercato del lavoro per conseguire l'equilibrio di genere; sottolinea al riguardo la necessità di prevedere non solo la formazione e lo sviluppo delle competenze online, ma anche una formazione specifica sul campo; esorta la Commissione ad adottare misure concrete di integrazione della dimensione di genere in sede di attuazione della strategia per il mercato unico e dell'agenda digitale;
21. constata con preoccupazione che il telelavoro, che è stato promosso come una delle misure per limitare la diffusione della COVID-19, secondo tutte le indicazioni, tende a diventare più permanente nel mercato del lavoro e potrebbe incidere pesantemente sulle condizioni di lavoro, in particolare per le donne, con orari estensibili, mentre queste ultime si devono far carico, allo stesso tempo, dell'assistenza e dei compiti domestici; esorta ad adottare provvedimenti per far rispettare la legge, rafforzando i controlli sul rispetto dell'orario di lavoro, promuovendo condizioni di lavoro salubri e sicure e concedendo periodi di riposo ai sensi del diritto del lavoro;
22. osserva che la transizione energetica verde offre le opportunità per affrontare la discriminazione sistemica di genere e permettere alle società di raccogliere i benefici di una forza lavoro più diversificata; chiede di includere una varietà di competenze, tra cui l'ingegneria civile, le scienze ambientali, il marketing, l'insegnamento e l'azione comunitaria;
23. pone l'accento sulla creazione di opportunità e percorsi professionali, attuali e futuri, in partenariato con gli istituti di istruzione, nonché di programmi e politiche inclusivi e a effetto incentivante per le donne e le ragazze nelle posizioni STEM e non-STEM;
24. chiede alla Commissione e agli Stati membri di garantire parità di accesso alla tecnologia, all'istruzione, alla formazione, all'occupazione, ai sistemi di protezione sociale e all'assistenza sanitaria per tutti, tenendo in debita considerazione le esigenze delle donne vittime di molteplici forme di discriminazione, comprese le donne con disabilità o problemi di salute, le donne che non hanno proseguito gli studi dopo la scuola secondaria, i genitori soli, le donne che vivono nelle zone rurali e periferiche, i rifugiati e le persone LGBTQI+, al fine di accrescere il loro potenziale sul mercato del lavoro e la partecipazione alla vita sociale e civica e garantire quindi pari opportunità e colmare il divario retributivo di genere;
25. mette in risalto la necessità di integrare la prospettiva di genere nella futura strategia di uguaglianza per le persone con disabilità 2021, prestando la dovuta attenzione al miglioramento dell'accesso al mercato del lavoro attraverso misure e azioni mirate;
26. pone l'accento sull'esigenza di integrare la dimensione di genere nelle politiche e nei programmi di formazione, dato che le regioni più colpite dalla crisi meritano un futuro migliore, basato sulla sostenibilità, l'equità e la giustizia sociale.
27. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la partecipazione delle donne al processo decisionale relativo alle risposte politiche alla COVID-19;
28. invita la Commissione e il Consiglio ad adottare misure politiche vincolanti riguardo alla trasparenza retributiva e al salario minimo;
29. invita la Commissione ad adottare un approccio specifico per le madri sole, che sono particolarmente vulnerabili dal punto di vista economico in quanto spesso guadagnano meno degli uomini e hanno maggiori probabilità di abbandonare il mercato del lavoro quando diventano genitori; invita la Commissione a rafforzare, in tale contesto, l'applicazione degli strumenti giuridici esistenti in materia di recupero transfrontaliero dell'assegno di mantenimento, sensibilizzando il pubblico circa la loro disponibilità; esorta la Commissione a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri per individuare i problemi pratici legati al recupero dell'assegno di mantenimento in situazioni con portata transfrontaliera e a elaborare strumenti volti a far rispettare efficacemente gli obblighi di pagamento;
30. invita gli Stati membri a compiere un importante passo avanti per contrastare il divario retributivo di genere investendo nei settori precari e a prevalenza femminile, segnatamente quelli dell'assistenza e delle pulizie, migliorando le condizioni lavorative e promuovendo un maggiore riconoscimento economico e sociale di tali lavori;
31. esorta gli Stati membri a sbloccare i negoziati sulla direttiva relativa alla presenza delle donne nei consigli di amministrazione e sulla direttiva antidiscriminazione;
32. apprezza l'impegno della Commissione a presentare misure vincolanti sulla trasparenza retributiva entro la fine del 2020; sottolinea, a tale riguardo, l'importanza della piena collaborazione e partecipazione delle parti sociali e di tutti i soggetti interessati;
33. invita gli Stati membri a migliorare i piani per una distribuzione condivisa ed equa delle responsabilità di assistenza non retribuita, segnatamente l'assistenza all'infanzia e agli anziani, seguendo le buone pratiche ed esempi efficienti;
34. invita la Commissione e gli Stati membri a riconoscere l'elevato valore dei lavoratori nel settore dell'assistenza, che sono stati in prima linea durante la pandemia di COVID-19, al fine di migliorare le loro condizioni di lavoro e rivalutare tali professioni con il coinvolgimento delle parti sociali e attraverso la contrattazione collettiva;
35. invita gli Stati membri a provvedere a che i datori di lavoro e la pubblica amministrazione creino una struttura efficiente in grado di prevenire e affrontare la violenza nei confronti delle donne durante il telelavoro, perpetrata da o nei confronti dei loro dipendenti;
36. sottolinea che in tutta Europa le famiglie monoparentali sono più vulnerabili alla povertà e all'insicurezza rispetto alle altre famiglie; chiede pertanto maggiore protezione sociale, un aumento degli assegni familiari e l'accesso garantito ai servizi pubblici, compreso l'alloggio; chiede misure di emergenza per tutelare le donne più povere e vulnerabili, comprese le famiglie monoparentali, e permettere loro di vivere all'insegna di una maggiore sicurezza;
37. invita gli Stati membri a garantire che un sostegno sociale e finanziario adeguato sia esteso a chi si trova in situazioni precarie, comprese le donne a rischio di povertà, in condizioni di povertà, senza dimora o vulnerabili all'esclusione sociale;
38. esorta a perseguire politiche ambiziose nei confronti dei gruppi più vulnerabili come i rifugiati, i migranti, i rom, ecc.;
39. evidenzia la necessità di sostenere l'alfabetizzazione digitale, attraverso l'istruzione, nonché la fornitura di risorse per colmare il divario digitale che è emerso nel momento in cui il lavoro e la scuola, oltre a molti servizi e strutture, si sono improvvisamente trasferiti online;
40. incoraggia gli Stati membri a seguire gli orientamenti della Commissione per le politiche a favore dell'occupazione nell'UE, compresa la lotta contro il lavoro precario che spesso riguarda più le donne degli uomini, tenendo in debita considerazione i rispettivi modelli nazionali del mercato del lavoro; invita la Commissione a esaminare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme, al fine di suggerire miglioramenti riguardo alla loro specifica situazione, dato che la pandemia di COVID-19 non può far altro che rafforzare le tendenze negative nel loro lavoro;
41. mette in evidenza i cambiamenti che la transizione giusta comporta nel mercato del lavoro e nella distribuzione dei nuovi posti di lavoro verdi; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare strategie per garantire l'accesso delle donne ai nuovi posti di lavoro verdi e a ridurre il divario di genere a livello occupazionale nel settore delle energie rinnovabili.
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
Approvazione |
29.10.2020 |
|
|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
25 8 1 |
||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Christine Anderson, Simona Baldassarre, Robert Biedroń, Vilija Blinkevičiūtė, Annika Bruna, Margarita de la Pisa Carrión, Rosa Estaràs Ferragut, Frances Fitzgerald, Cindy Franssen, Heléne Fritzon, Lina Gálvez Muñoz, Lívia Járóka, Arba Kokalari, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Maria Noichl, Sandra Pereira, Pina Picierno, Sirpa Pietikäinen, Samira Rafaela, Evelyn Regner, Diana Riba i Giner, Eugenia Rodríguez Palop, María Soraya Rodríguez Ramos, Christine Schneider, Sylwia Spurek, Jessica Stegrud, Isabella Tovaglieri, Ernest Urtasun, Hilde Vautmans, Elissavet Vozemberg-Vrionidi, Chrysoula Zacharopoulou |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Radka Maxová, Kira Marie Peter-Hansen, Jadwiga Wiśniewska |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
25 |
+ |
PPE |
Rosa Estaràs Ferragut, Frances Fitzgerald, Cindy Franssen, Lívia Járóka, Arba Kokalari, Sirpa Pietikäinen, Christine Schneider, Elissavet Vozemberg-Vrionidi, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska |
Renew |
Radka Maxová, Samira Rafaela, María Soraya Rodríguez Ramos, Hilde Vautmans, Chrysoula Zacharopoulou |
S&D |
Robert Biedroń, Vilija Blinkevičiūtė, Heléne Fritzon, Lina Gálvez Muñoz, Maria Noichl, Pina Picierno, Evelyn Regner |
Verts/ALE |
Kira Marie Peter-Hansen, Diana Riba i Giner, Sylwia Spurek, Ernest Urtasun |
8 |
- |
ECR |
Jessica Stegrud, Jadwiga Wiśniewska, Margarita de la Pisa Carrión |
GUE/NGL |
Sandra Pereira |
ID |
Christine Anderson, Simona Baldassarre, Annika Bruna, Isabella Tovaglieri |
1 |
0 |
GUE/NGL |
Eugenia Rodríguez Palop |
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
16.11.2020 |
|
|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
38 13 4 |
||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Atidzhe Alieva-Veli, Abir Al-Sahlani, Marc Angel, Dominique Bilde, Gabriele Bischoff, Vilija Blinkevičiūtė, Milan Brglez, Sylvie Brunet, David Casa, Leila Chaibi, Margarita de la Pisa Carrión, Klára Dobrev, Jarosław Duda, Estrella Durá Ferrandis, Lucia Ďuriš Nicholsonová, Rosa Estaràs Ferragut, Nicolaus Fest, Loucas Fourlas, Cindy Franssen, Heléne Fritzon, Helmut Geuking, Elisabetta Gualmini, Alicia Homs Ginel, France Jamet, Agnes Jongerius, Radan Kanev, Ádám Kósa, Stelios Kympouropoulos, Katrin Langensiepen, Miriam Lexmann, Elena Lizzi, Radka Maxová, Sandra Pereira, Kira Marie Peter-Hansen, Dragoș Pîslaru, Manuel Pizarro, Dennis Radtke, Elżbieta Rafalska, Guido Reil, Daniela Rondinelli, Mounir Satouri, Monica Semedo, Beata Szydło, Eugen Tomac, Romana Tomc, Yana Toom, Marie-Pierre Vedrenne, Nikolaj Villumsen, Marianne Vind, Maria Walsh, Stefania Zambelli, Tatjana Ždanoka, Tomáš Zdechovský |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Eugenia Rodríguez Palop, Anne Sander |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
38 |
+ |
ECR |
Helmut Geuking |
GUE/NGL |
Leila Chaibi, Eugenia Rodríguez Palop, Nikolaj Villumsen |
NI |
Daniela Rondinelli |
PPE |
David Casa, Jarosław Duda, Rosa Estaràs Ferragut, Loucas Fourlas, Cindy Franssen, Radan Kanev, Stelios Kympouropoulos, Dennis Radtke, Anne Sander, Eugen Tomac, Romana Tomc, Maria Walsh, Tomáš Zdechovský |
Renew |
Sylvie Brunet, Monica Semedo, Yana Toom, Marie-Pierre Vedrenne |
S&D |
Marc Angel, Gabriele Bischoff, Vilija Blinkevičiūtė, Milan Brglez, Klára Dobrev, Estrella Durá Ferrandis, Heléne Fritzon, Elisabetta Gualmini, Alicia Homs Ginel, Agnes Jongerius, Manuel Pizarro, Marianne Vind |
Verts/ALE |
Katrin Langensiepen, Kira Marie Peter-Hansen, Mounir Satouri, Tatjana Ždanoka |
13 |
- |
ECR |
Margarita de la Pisa Carrión, Lucia Ďuriš Nicholsonová, Elżbieta Rafalska, Beata Szydło |
ID |
Dominique Bilde, Nicolaus Fest, France Jamet, Elena Lizzi, Guido Reil, Stefania Zambelli |
PPE |
Ádám Kósa |
Renew |
Abir Al-Sahlani, Radka Maxová |
4 |
0 |
GUE/NGL |
Sandra Pereira |
PPE |
Miriam Lexmann |
Renew |
Atidzhe Alieva-Veli, Dragoș Pîslaru |
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
- [1] GU L 303 del 2.12.2000, pag. 16.
- [2] GU L 180 del 19.7.2000, pag. 22.
- [3] GU C 137E del 27.5.2010, pag. 68.
- [4] Testi approvati, P9_TA(2020)0176.
- [5] Testi approvati, P9_TA(2020)0194.
- [6] Testi approvati, P9_TA(2020)0180.
- [7] Testi approvati, P9_TA(2019)0033.
- [8] Testi approvati, P8_TA(2019)0337.
- [1] GU L 303 del 2.12.2000, pag. 16.
- [9] GU L 185 dell'11.7.2019, pag. 44.
- [2] GU L 180 del 19.7.2000, pag. 22.
- [3] GU C 137E del 27.5.2010, pag. 68.
- [10] Testi approvati, P8_TA(2019)0202.
- [11] https://ec.europa.eu/eurostat/documents/2995521/10163468/3-16102019-CP-EN.pdf/edc3178f-ae3e-9973-f147-b839ee522578
- [12] https://www.feantsa.org/public/user/Resources/resources/Rapport_Europe_2020_GB.pdf
-
[13] Eurofound (2018), Upward convergence in the EU: Concepts, measurements and indicators (Convergenza verso l'alto nell'UE: concetti, misure e indicatori), Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo.
Eurofound (2017), Sesta indagine europea sulle condizioni di lavoro – Relazione di sintesi (aggiornamento 2017), Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, Lussemburgo. - [14] Statistiche sulla disoccupazione:Eurostat, luglio 2020
- [15] Previsioni economiche europee, autunno 2020, Commissione europea https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/economy-finance/ip136_en.pdf
- [16] GU L 166 del 30.4.2004, pag. 1.