RELAZIONE sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – Relazione annuale 2020
15.12.2020 - (2020/2207(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatore: Sven Mikser
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – Relazione annuale 2020
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato di Lisbona,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 20 dicembre 2013, del 26 giugno 2015, del 15 dicembre 2016, del 22 giugno 2017, del 28 giugno 2018, del 14 dicembre 2018, del 20 giugno 2019, del 12 dicembre 2019 e del 21 luglio 2020,
– viste le conclusioni del Consiglio sulla politica di sicurezza e di difesa comune del 25 novembre 2013, del 18 novembre 2014, del 18 maggio 2015, del 27 giugno 2016, del 14 novembre 2016, del 18 maggio 2017, del 17 luglio 2017, del 25 giugno 2018, del 17 giugno 2019 e del 17 giugno 2020,
– viste le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relative all'istituzione di un patto sulla dimensione civile della PSDC,
– viste le conclusioni del Consiglio sul tema "Donne, pace e sicurezza", del 10 dicembre 2018,
– viste le conclusioni del Consiglio, del 19 giugno 2017, su un quadro relativo ad una risposta diplomatica comune dell'UE alle attività informatiche dolose,
– viste le conclusioni del Consiglio sui giovani, la pace e la sicurezza del 7 giugno 2018 e sui giovani nell'azione esterna del 5 giugno 2020,
– vista la decisione (PESC) 2019/797 del Consiglio, del 17 maggio 2019, concernente misure restrittive contro gli attacchi informatici che minacciano l'Unione o i suoi Stati membri[1],
– viste le conclusioni del Consiglio sugli sforzi complementari per rafforzare la resilienza e contrastare le minacce ibride, del 10 dicembre 2019,
– visto il documento dal titolo "Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte – Una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea", presentato dalla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) il 28 giugno 2016,
– vista la comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio relativa al piano d'azione sulla mobilità militare, del 28 marzo 2018 (JOIN(2018)0005),
– viste le dichiarazioni congiunte dell'8 luglio 2016 e del 12 luglio 2018 dei presidenti del Consiglio europeo e della Commissione nonché del Segretario generale della NATO,
– vista la Carta delle Nazioni Unite,
– visto l'Atto finale di Helsinki del 1975 dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa,
– viste la serie comune di 42 proposte approvata dai Consigli dell'UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e le relazioni del 14 giugno 2017 e del 5 dicembre 2017 sui progressi compiuti nella loro attuazione, nonché la nuova serie di 32 proposte approvata da entrambi i Consigli il 5 dicembre 2017,
– vista la quinta relazione sullo stato dei lavori relativi all'attuazione dell'insieme comune di proposte approvato dai Consigli dell'UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5 dicembre 2017, pubblicata il 16 giugno 2020,
– visto l'enorme impatto che il recesso del Regno Unito dall'UE avrà sulle potenziali capacità di difesa dell'UE, dato che tale paese è una delle potenze militari europee più efficaci,
– viste l'invasione e l'annessione illegali della Crimea da parte della Russia,
– vista la violazione dello spazio aereo e delle frontiere marittime degli Stati membri da parte della Russia,
– visto l'aumento della presenza economica e militare della Cina nei paesi mediterranei e africani,
– vista la minaccia del terrorismo interno ed esterno, in particolare da parte di gruppi come l'ISIS,
– viste le nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale, le capacità spaziali e l'informatica quantistica, che offrono nuove opportunità per l'umanità, ma pongono anche nuove sfide in materia di politica estera e difesa, per le quali sono necessari una strategia chiara e il consenso tra gli alleati,
– vista la seconda relazione sui progressi compiuti nell'ambito delle priorità UE-ONU 2019-2021 in tema di operazioni di pace e gestione delle crisi,
– viste le risoluzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite 3212(1974), 32/15(1977), 33/15(1978), 34/30(1979) e 37/253(1983),
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 353(1974), 361(1975), 367(1975), 458(1979), 541(1983), 550(1984), 649(1990), 716(1991), 750(1992), 774(1992), 789(1992), 889 (1993), 939(1994), 1032(1995), 1062(1996), 1250(1999), 2009(2011), 2095(2013) e 2174(2014),
– visti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, in particolare l'OSS 16, che punta a promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile,
– vista la pubblicazione delle Nazioni Unite del giugno 2018 dal titolo "Securing Our Common Future: An Agenda for Disarmament" (Assicurare il nostro futuro comune: un'agenda per il disarmo),
– vista l'analisi n. 09/2019 della Corte dei conti europea sulla difesa europea,
– viste le sue risoluzioni del 14 dicembre 2016[2], del 13 dicembre 2017[3], del 12 dicembre 2018[4] e del 15 gennaio 2020[5] sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune,
– vista la sua risoluzione del 13 giugno 2018 sulle relazioni UE-NATO[6],
– vista la sua raccomandazione al Consiglio e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) relativa alla preparazione del processo di revisione 2020 del trattato di non proliferazione nucleare (TNP), al controllo degli armamenti nucleari e alle opzioni di disarmo nucleare,
– vista la sua risoluzione del 17 settembre 2020 sull'esportazione di armi: applicazione della posizione comune 2008/944/PESC[7],
– vista la sua risoluzione del 14 febbraio 2019 sul futuro del trattato INF e l'impatto sull'Unione europea[8],
– vista la sua relazione sul Fondo europeo per la difesa 2021-2027 (A8-0412/2018),
– vista la sua raccomandazione al Consiglio sulla decisione che istituisce uno strumento europeo per la pace[9],
– vista la sua risoluzione del 12 settembre 2018 sui sistemi d'arma autonomi[10],
– vista la sua risoluzione del 23 luglio 2020 sulle conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020[11],
– visto l'articolo 54 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0265/2020),
1. ricorda l'ambizione dell'UE di essere un attore globale di pace e sicurezza e chiede che le sue azioni e le sue politiche perseguano il mantenimento della pace, della sicurezza, di un reale multilateralismo, della cooperazione, della stabilità globale e di un sostegno attivo dell'ordine internazionale basato su norme, del diritto internazionale, dei diritti umani e della democrazia, in linea con i principi e i valori della Carta delle Nazioni Unite e con gli obiettivi sanciti all'articolo 21 del trattato sull'Unione europea (TUE);
2. sottolinea che, date le attuali e crescenti minacce multiformi alla sicurezza e alla stabilità regionale e nazionale a livello globale che l'UE sta affrontando in un ambiente altamente multipolare e imprevedibile con potenze globali e regionali più assertive e competitive e alleanze mutevoli, solo mediante il peso complessivo dell'Unione europea e dei suoi Stati membri, in stretta cooperazione con democrazie animate dagli stessi valori, gli attori europei avranno il potenziale per sviluppare una politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) più solida al fine di svolgere un ruolo più forte e significativo sulla scena internazionale nel nuovo ambiente geopolitico e di contribuire alla pace, alla sicurezza umana, allo sviluppo sostenibile, alla prosperità, alla libertà, al rispetto dei diritti e dei valori fondamentali e alla democrazia;
3. osserva che il costante deterioramento dell'ambiente strategico dell'Unione europea incide, direttamente o indirettamente, sulla sicurezza dei suoi Stati membri e dei suoi cittadini; sottolinea che, in quest'ambiente instabile e imprevedibile, l'Unione e gli Stati membri insieme possono svolgere un ruolo maggiore per garantire la sicurezza dei suoi Stati membri, dei suoi cittadini e dei suoi valori dalle minacce, dai rischi e dalle sfide multilaterali;
4. prende atto dell'obiettivo dell'Unione europea di sviluppare un'autonomia strategica europea, che costituisce un'ambizione fondata sulla capacità dell'Unione di valutare in modo indipendente una situazione di crisi e di adottare decisioni autonome e sulla sua capacità di agire autonomamente, quando le circostanze lo richiedano, al fine di difendere i suoi interessi e valori, nel pieno rispetto delle alleanze e dei suoi partner strategici, rispettando nel contempo il principio di complementarietà con la NATO;
5. invita il VP/AR e il Consiglio a fornire una definizione ufficiale comune di autonomia strategica e a definirne gli obiettivi, i mezzi e le risorse di attuazione in modo molto chiaro; reputa che la capacità di agire autonomamente costituisca per l'UE un mezzo importante per rafforzare la sua azione multilaterale, renderla meno vulnerabile alle minacce esterne e diventare un partner più affidabile in un ordine multilaterale basato su norme;
6. ritiene che la pandemia di COVID-19 abbia dimostrato la vulnerabilità dell'UE e la sua dipendenza dai paesi terzi; sottolinea pertanto la necessità ancor più importante di intensificare gli sforzi dell'UE volti a conseguire l'autonomia strategica in tale contesto;
7. osserva che sono stati compiuti alcuni progressi verso l'attuazione della PSDC; si compiace del fatto che l'UE continui a impegnarsi ad accrescere la propria presenza globale e abilità di agire come promotore e garante della sicurezza globale anche attraverso le missioni e le operazioni PSDC, con l'obiettivo di conseguire la pace, la stabilità, la sicurezza e la prosperità sostenibili nonché di contribuire attivamente a superare e risolvere i conflitti nel mondo, in particolare nel vicinato dell'Unione;
8. plaude al fatto che il VP/AR abbia annunciato che, entro la fine del 2020, sarà presentata un'analisi delle minacce e delle sfide comuni che getterà le basi per le discussioni politiche con gli Stati membri e per lo sviluppo di un bussola strategica; osserva che la bussola strategica rafforzerà e orienterà l'attuazione del livello di ambizione dell'Unione stabilito nel 2016 e definirà un approccio strategico nonché obiettivi e scopi specifici nei quattro settori chiave della gestione delle crisi, della resilienza, delle capacità e dei partenariati, entro il 2022; sottolinea che ciò è necessario dato che l'UE ha bisogno di sviluppare scenari illustrativi per gli interventi militari e civili e di prepararsi adeguatamente a livello operativo e politico; auspica che la bussola strategica, quale primo passo verso lo sviluppo di una capacità operativa indipendente dell'UE, aprirà la strada per una cultura strategica più armonizzata e faciliterà quindi il processo decisionale nell'Unione;
9. valuta la possibilità di proporre proprie relazioni e raccomandazioni sui settori chiave della bussola strategica, in modo da fornire apporti e orientamenti parlamentari, conformemente ai principi istituzionali democratici dell'UE;
10. pone in evidenza l'importanza geopolitica primaria, per l'Unione, della stabilità, della sicurezza e della prosperità regionali sostenibili nonché della prevenzione dei processi di destabilizzazione nel suo vicinato, sia a est che a sud e nell'Artico; sottolinea il ruolo fondamentale svolto dalle operazioni EUFOR Althea e EULEX Kosovo nella promozione della stabilità e della sicurezza mediante il rafforzamento della resilienza e la promozione dello sviluppo delle capacità nei paesi di una regione dall'importanza strategica per l'UE; accoglie con favore la proroga dei mandati di EULEX Kosovo e di EUAM Ucraina e ribadisce l'importanza del coinvolgimento della PSDC nei Balcani occidentali e nel vicinato orientale; incoraggia un riesame della missione PSDC EUAM Ucraina in corso per determinare come possa ulteriormente sostenere la sicurezza dell'Ucraina;
11. rileva che l'instabilità nel vicinato meridionale europeo, in particolare nelle regioni del Sahel, dell'Africa occidentale e del Corno d'Africa, ha, in ultima analisi, un effetto di ricaduta negativo in particolare sul vicinato meridionale dell'UE e pone quindi una sfida diretta per la gestione da parte dell'UE delle frontiere esterne dell'Europa;
12. ribadisce il suo impegno a favore dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina e di tutti gli altri paesi del partenariato orientale; esprime profonda preoccupazione per la situazione in Bielorussia e ribadisce il suo sostegno alla scelta sovrana e democratica del popolo;
13. è preoccupato per il fatto che le forze militari della Federazione russa occupano ancora vaste zone dell'Ucraina e della Georgia, in violazione del diritto internazionale, che sono tuttora presenti nella Repubblica di Moldova e che la Russia continua a destabilizzare la pace e la sicurezza nella regione; esprime preoccupazione per la portata senza precedenti delle campagne di disinformazione sponsorizzate dallo Stato nel vicinato orientale; continua a condannare l'intervento militare e l'annessione illegale della Crimea da parte della Russia e il permanere del conflitto congelato in Moldova; sottolinea la necessità di parlare con una sola voce sulla politica dell'UE in tale contesto;
14. plaude alla cessazione delle ostilità nella regione del Nagorno-Karabakh e nelle sue vicinanze; sottolinea con preoccupazione il coinvolgimento militare di paesi terzi nel conflitto e in particolare il ruolo destabilizzante e le ingerenze della Turchia; chiede che sia svolta un'indagine internazionale sulla presunta presenza di combattenti stranieri e sull'utilizzo di munizioni a grappolo e di bombe al fosforo; esorta l'Unione europea e gli organi internazionali a garantire che i crimini di guerra nel Nagorno-Karabakh e l'uso di armi vietate nel summenzionato conflitto non godano di alcuna impunità; ribadisce la necessità di consentire il passaggio degli aiuti umanitari, di procedere senza indugio allo scambio dei prigionieri e delle vittime nonché la necessità di preservare il patrimonio culturale del Nagorno-Karabakh;
15. esprime profonda preoccupazione per i recenti inasprimenti delle tensioni in alcuni potenziali focolai di conflitto nella regione indo-pacifica, come il confine conteso tra India e Cina, il Mar Cinese orientale e meridionale e lo stretto di Taiwan, comprese le manovre militari cinesi sempre più provocatorie nei confronti di Taiwan; invita tutte le parti interessate a superare le divergenze con mezzi pacifici per ridurre le tensioni e ad astenersi dall'intraprendere azioni unilaterali per modificare lo status quo; sottolinea l'importanza di uno sviluppo pacifico nello stretto di Taiwan per mantenere la pace, la stabilità e la prosperità della Cina e di Taiwan e della regione Asia-Pacifico, che resta di importanza fondamentale per gli interessi dell'UE; chiede all'UE e ai suoi Stati membri di rivedere la loro politica di impegno con Taiwan e di operare con i partner internazionali animati dagli stessi valori per proteggere una Taiwan democratica libera da minacce straniere; manifesta preoccupazione per la campagna di disinformazione lanciata da paesi terzi con finalità dolose contro le democrazie della regione indo-pacifica, compresa Taiwan, per interferire con gli sforzi volti a contrastare la pandemia di COVID-19; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere la partecipazione significativa e pragmatica di Taiwan in qualità di osservatore alle riunioni, ai meccanismi e alle attività dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), al fine di combattere insieme contro la crisi sanitaria pubblica a livello mondiale;
16. è estremamente preoccupato per le attività illegali e le minacce di un'azione militare da parte della Turchia nei confronti degli Stati membri nel Mediterraneo orientale ed esprime una ferma condanna; osserva con preoccupazione che le azioni unilaterali portate avanti dalla Turchia, nonostante gli sforzi per allentare le tensioni, violano il diritto internazionale e incidono direttamente sulla sovranità di alcuni Stati membri; ribadisce che l'Unione è pronta a ricorrere a tutti gli strumenti e le opzioni a sua disposizione, anche in conformità dell'articolo 29 TUE e dell'articolo 215 TFUE, al fine di difendere i suoi interessi e quelli dei suoi Stati membri; rammenta le recenti conclusioni del Consiglio sul Mediterraneo orientale e chiede una nuova strategia globale UE-Turchia;
17. sottolinea che l'accesso all'acqua potabile sicura può condurre a gravi conflitti; sottolinea che l'Unione europea deve stabilire una strategia politica per facilitare soluzioni nelle zone con un alto potenziale di destabilizzazione, incoraggiando allo stesso tempo i paesi situati nelle zone dei principali conflitti legati all'acqua a firmare la Convenzione di Helsinki sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali del 1992, completata a New York nel 1997;
Consolidare le ambizioni dell'Unione europea: rafforzare l'efficacia delle missioni e delle operazioni PSDC in un ambiente imprevedibile e destabilizzato
18. ritiene che la PSDC sia basata principalmente sulla capacità dell'Unione di schierare missioni e operazioni civili e militari in situazioni di crisi che incidono sulla sicurezza dell'UE e dei suoi Stati membri o che richiedono un intervento internazionale conformemente al diritto internazionale e alla Carta e alle risoluzioni delle Nazioni Unite; rileva che l'Unione conduce attualmente 11 missioni e operazioni civili e sei militari e, di queste ultime, tre sono missioni di tipo esecutivo (ATALANTA, EUNAVFOR MED IRINI, EUFOR ALTHEA) e tre sono missioni senza compiti esecutivi (EUTM Mali, EUTM Somalia, EUTM RCA); ricorda che i mandati delle missioni PSDC mirano, tra l'altro, a promuovere la riforma del settore della sicurezza, a portare avanti la riforma della giustizia e a rafforzare l'addestramento militare e di polizia; raccomanda un'adeguata valutazione delle missioni e delle operazioni su base periodica per identificare gli ambiti in cui la loro efficacia possa essere ulteriormente potenziata; sottolinea l'importanza di uno schieramento delle missioni più rapido, flessibile e coerente;
19. osserva che, purtroppo, manca ancora la disponibilità politica da parte di alcuni Stati membri a partecipare in modo significativo e credibile alle missioni e operazioni PSDC; sottolinea l'importanza di rendere tali missioni e operazioni più robuste, in termini sia di risorse umane sia di mandati; invita gli Stati membri ad aumentare il loro apporto di forze e mezzi a tutte le missioni e operazioni PSDC, affrontando in particolare le carenze esistenti, dato che la questione del finanziamento delle missioni e operazioni PSDC è fondamentale per la loro sostenibilità, in particolare in periodi di crisi, e il problema di un potenziale aumento delle tensioni e dei conflitti; sottolinea che il bilancio della PSDC non dovrebbe subire tagli;
20. evidenzia che la partecipazione delle donne alle missioni PSDC contribuisce all'efficacia di tali missioni e accresce la credibilità dell'UE quale promotore della parità di diritti per uomini e donne in tutto il mondo; chiede un'integrazione significativa della dimensione di genere nella formulazione della PSDC, segnatamente mediante un miglior equilibrio di genere tra il personale e la direzione delle missioni e delle operazioni PSDC, nonché formazioni specifiche per il personale distaccato; accoglie con favore il fatto che tutte le missioni civili PSDC abbiano ora nominato un consigliere per le questioni di genere e invita le missioni militari PSDC a fare altrettanto; incoraggia gli Stati membri a presentare candidati donne per gli attuali posti vacanti; chiede che tutto il personale militare e civile schierato dall'UE sia adeguatamente formato in merito alla parità di genere e all'attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 sulle donne, la pace e la sicurezza, e specificamente riguardo alle modalità di integrazione di una prospettiva di genere nei loro compiti; esprime il proprio rammarico per il fatto che il numero delle donne che operano nell'ambito delle missioni PSDC e in particolare delle operazioni militari rimanga estremamente modesto; esorta il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a promuovere la necessità di un obiettivo concreto e di un impegno politico in relazione all'aumento del numero delle donne partecipanti alle missioni e alle operazioni di gestione delle crisi dell'UE; esorta gli Stati membri a valutare modalità per rafforzare le politiche di assunzione e mantenimento del personale e promuovere la partecipazione delle donne alle missioni di consolidamento e mantenimento della pace; sottolinea la necessità di includere una nuova linea di bilancio dell'UE volta a finanziare la posizione di consigliere per le questioni di genere nell'ambito delle missioni militari PSDC;
21. sottolinea l'impegno globale dell'Unione nel Sahel e nel Corno d'Africa attraverso sei missioni civili (EUCAP Mali, EUCAP Niger, EUCAP Somalia) e militari (EUTM Mali, EUTM Somalia, EUNAVFOR ATALANTA, EUNAVFOR MED Irini);
22. constata che le operazioni militari PSDC tendono a concentrare sempre di più l'attenzione sull'addestramento delle forze armate (ossia sulle missioni di formazione dell'UE) senza dimensione esecutiva; ritiene che, senza influenzare la dimensione non esecutiva di tali missioni, il mandato andrebbe rafforzato al fine di consentire ai consulenti europei di controllare, quanto più vicino possibile al luogo di schieramento, se i programmi di addestramento sono stati attuati correttamente e se sono pienamente conformi alle reali esigenze operative delle forze armate locali; osserva che in questo modo si consentirebbe anche una migliore prevenzione della cattiva gestione e dei casi di abuso, una volta che le forze addestrate saranno state schierate sul terreno; sottolinea che ciò vale in particolare per EUTM Mali, in cui le forze armate maliane sono schierate in aree molto diverse e difficili, che richiedono quindi una vigilanza delle modalità di attuazione delle formazioni europee;
23. sottolinea che solo poche missioni PSDC prevedono una formazione sulle molestie sessuali o di genere e invita il SEAE e gli Stati membri a fornire una formazione obbligatoria per combattere tali molestie in tutte le missioni e operazioni nonché a garantire che le vittime e gli informatori siano efficacemente protetti; chiede un aggiornamento delle norme generali di comportamento migliorate per le missioni e operazioni PSDC al fine di includere il principio della tolleranza zero per la mancata azione da parte dei leader e dei dirigenti dell'UE nei confronti della violenza sessuale e di genere;
24. accoglie con favore le conclusioni del Consiglio del 12 ottobre 2020 sull'operazione EUFOR Althea e la disponibilità a portare avanti il mandato esecutivo dell'operazione, nel quadro di una nuova autorizzazione ONU, al fine di sostenere gli sforzi compiuti dalle autorità della Bosnia-Erzegovina per mantenere un clima di sicurezza; riconosce le sfide poste dalla pandemia di COVID-19 ed elogia il personale delle missioni per essere restato pienamente operativo durante tale periodo;
25. osserva che la situazione in materia di sicurezza in Somalia è molto preoccupante e costituisce un fattore di destabilizzazione in tutto il Corno d'Africa e oltre; ritiene a tale proposito che il rafforzamento di EUTM Somalia sul versante consultivo presso le strutture di comando consentirebbe di esercitare un'influenza significativa sulle modalità in cui sono condotte le operazioni nell'ambito del dispositivo multilaterale di assistenza militare;
26. incoraggia gli sforzi compiuti nell'ambito del processo di regionalizzazione, avviato mediante la cellula consultiva e di coordinamento regionale (RACC) e la decisione del Consiglio del 12 febbraio 2019 di farlo entrare nella seconda fase, rafforzando in tal modo l'approccio regionale dell'UE nel Sahel, in particolare nell'EUTM Mali ampliandone la portata ai paesi del G5 Sahel, allo scopo di rendere l'azione dell'UE più efficace e operativa oltre i confini dei paesi del G5 Sahel e di sostenere la cooperazione transfrontaliera, migliorando in tal modo l'efficacia del lavoro di EUCAP Sahel Mali, EUCAP Sahel Niger ed EUTM Mali; chiede che tale missione sia rinominata EUTM Sahel; osserva che la coerenza e la cooperazione nell'ambito della sicurezza con i paesi africani sono fondamentali per il conseguimento della stabilità e dello sviluppo a lungo termine del continente; è del parere che la regionalizzazione dell'approccio della PSDC nel Sahel sia pertinente, ma richieda un'organizzazione più chiara tra le missioni civili e miliari PSDC già esistenti, gli attori locali e le altre organizzazioni internazionali (quali la missione di mantenimento della pace MINUSMA delle Nazioni Unite e l'operazione Barkhane condotta dall'esercito francese) per garantire sinergie operative e sforzi coordinati a livello dell'Unione;
27. manifesta preoccupazione per le campagne di disinformazione in corso nella Repubblica centrafricana contro l'UE; invita il VP/AR a prendere provvedimenti per identificare in modo efficiente l'origine della campagna di disinformazione e per contrastare tali attacchi; accoglie con favore l'avvio dell'EUAM RCA al fine sostenere la riforma del settore della sicurezza nella Repubblica centrafricana, e la proroga del mandato dell'EUTM RCA; ritiene che l'Unione abbia bisogno di migliorare in modo rapido ed efficace le proprie capacità di fornitura delle attrezzature, oltre all'addestramento offerto dalle missioni EUCAP ed EUTM; osserva che l'istituzione dello strumento europeo per la pace garantirebbe un approccio globale allo sviluppo delle capacità delle forze dei partner dell'UE; sottolinea che attori stranieri risoluti, presenti e attivi, che non condividono necessariamente gli stessi principi etici dell'Unione e dei suoi Stati membri, riempiono il vuoto di capacità e sono coinvolti nella fornitura di equipaggiamenti a tali forze, senza alcun rispetto dello Stato di diritto e delle norme internazionali;
28. manifesta profonda preoccupazione per il deterioramento della sicurezza e della situazione umanitaria nella regione del Sahel, dove il terrorismo sta mettendo sotto ulteriore pressione i paesi del G5 Sahel e il loro vicinato, esacerbando le tensioni politiche, etniche e religiose locali; sottolinea a tale proposito l'importanza del sostegno fornito dalle missioni e operazioni dell'UE nel Sahel; ricorda che è essenziale mantenere gli investimenti a lungo termine effettuati dalla comunità internazionale per adoperarsi per la sicurezza e la stabilità in Mali e nel Sahel; invita il VP/AR ad attuare rapidamente la decisione di far ripartire le attività delle missioni e operazioni dell'UE in Mali in seguito alla decisione della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) di revocare le sanzioni contro il Mali;
29. chiede un nuovo approccio a livello operativo per la riforma del settore della sicurezza, dell'assistenza alla sicurezza e dello sviluppo delle capacità militari, che tenga conto degli insegnamenti appresi in particolare in Mali e che ponga l'accento su a) il controllo democratico di tutte le forze di sicurezza, comprese le forze armate, b) la governance democratica e trasparente del settore, c) il monitoraggio sistematico della piena e rigorosa conformità di tutti gli attori al diritto internazionale dei diritti umani e al diritto internazionale umanitario e d) meccanismi chiari per la sospensione, o il ritiro in caso di impunità, e le violazioni in atto;
30. prende atto del migliorato livello di coordinamento tra missioni civili e militari in tre paesi: Mali, Repubblica centrafricana e Somalia; accoglie positivamente gli sforzi coordinati della missione dell'UE di sviluppo delle capacità in Somalia (EUCAP Somalia) e dell'EUTM Somalia per sostenere il ravvicinamento operativo tra la polizia somala e l'esercito somalo nelle zone liberate dall'influenza di Al Shabaab; sottolinea che l'approccio integrato degli strumenti, dei meccanismi di bilancio e degli attori nelle missioni EUAM CAR ed EUTM CAR andrebbe duplicato ove pertinente in altre missioni e operazioni della PSDC;
31. plaude al lancio dell'operazione EUNAVFOR MED Irini, che mira a contribuire alla pace, alla sicurezza e alla stabilità sostenibili offrendo sostegno all'attuazione dell'embargo sulle armi nei confronti della Libia in conformità della risoluzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2526 (2020), all'addestramento della guardia costiera libica e allo smantellamento del traffico di esseri umani; esorta in particolare gli Stati membri a stanziare urgentemente le risorse di intelligence, sorveglianza, ricognizione, polizia e navali necessarie per potenziare le capacità finora limitate dell'operazione Irini e incoraggia una più solida cooperazione con l'operazione marittima in corso della NATO Sea Guardian e con i partner regionali; ricorda gli obblighi internazionali in materia di ricerca e soccorso in mare; invita il VP/AR a sfruttare appieno le risorse dell'UE in tale settore, in particolare il centro satellitare dell'UE e il centro di intelligence dell'UE; accoglie con favore i progressi in corso verso la stabilizzazione della situazione in Libia e invita l'UE ad assumere un ruolo attivo nel processo di mediazione in modo da contribuire a gettare le basi necessarie per una Libia pacifica, stabile e democratica;
32. accoglie positivamente la decisione del Consiglio del 20 giugno 2020 di prorogare i mandati di tre missioni civili della PSDC: la missione dell'Unione europea di assistenza alla gestione integrata delle frontiere in Libia (EUBAM Libia), la missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah (EUBAM Rafah) e la missione di polizia dell'Unione europea per i territori palestinesi (EUPOL COPPS);
33. chiede l'ulteriore sviluppo e rafforzamento del processo decisionale civile e militare dell'UE e delle strutture di comando e controllo;
34. rileva che l'esame strategico della capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) dovrà iniziare nel 2020 e in considerazione del suo impatto sulla pianificazione, sul comando e il controllo delle missioni e delle operazioni militari invita il VP/AR a informare tempestivamente il Parlamento delle opzioni disponibili e di quelle scelte; ribadisce che l'UE richiede una struttura di comando militare permanente e a tutti gli effetti, al fine di poter agire autonomamente, e invita pertanto il Consiglio ad attuare tale struttura;
35. prende nota dei progressi e degli sforzi globali compiuti nell'attuazione del patto sulla dimensione civile della PSDC, che mira a rendere la dimensione civile della PSDC più capace, più efficace, flessibile e reattiva sia a livello nazionale, sviluppando e attuando piani nazionali di attuazione volti a incrementare i contributi nazionali destinati alla dimensione civile della PSDC, sia a livello dell'UE, attraverso lo sviluppo di un piano d'azione comune; chiede la piena attuazione del patto sulla dimensione civile della PSDC entro l'inizio dell'estate del 2023; osserva che la capacità civile della PSDC è confrontata con sfide in termini di disponibilità di un numero sufficiente di agenti di polizia, giudici, procuratori e altri esperti del settore giudiziario e della sicurezza civile; è del parere che l'UE debba continuare la sua valutazione globale delle missioni civili EUCAP Sahel Mali, EUCAP Sahel Niger, EUCAP Somalia e EUAM RCA in termini di mandato, bilancio e risorse umane al fine di renderle pienamente operative ed efficaci; invita gli Stati membri a fornire un'analisi annuale dettagliata tracciando un bilancio dei progressi nell'attuazione del patto sulla dimensione civile della PSDC; invita tutti gli attori pertinenti a intensificare la cooperazione e a rafforzare le sinergie tra le missioni civili e militari dispiegate nello stesso teatro, in particolare in relazione alla mobilità e alle infrastrutture digitali sicure; accoglie con favore la creazione del Centro di eccellenza per la gestione civile delle crisi, aperto nel settembre 2020, e incoraggia gli Stati membri a partecipare attivamente ai suoi lavori;
36. elogia la continuità e la costante presenza delle missioni e delle operazioni PSDC nonostante il contesto molto difficile e l'impatto negativo generato dalla pandemia di COVID-19; esorta a far sì che il bilancio, le risorse, la pianificazione e l'attrezzatura delle missioni e delle operazioni PSDC siano valutati e adeguati alla luce degli insegnamenti tratti dalla COVID-19 per assicurare che sia mantenuta l'efficacia operativa; sottolinea l'importanza che l'UE valuti cosa si potrebbe fare di più per ridurre al minimo e gestire il rischio di infezione del personale; esprime profonda preoccupazione per l'impatto negativo crescente della COVID-19 sulle crisi esistenti e ritiene che sia essenziale che l'UE impedisca che la COVID-19 metta a repentaglio molti anni di progressi nel consolidamento della pace; è allarmato dall'ondata di disinformazione, in particolare nei confronti delle missioni e operazioni PSDC durante la pandemia di COVID; sottolinea la necessità per l'UE di rafforzare i suoi strumenti di comunicazione strategica e la diplomazia pubblica, in particolare nei paesi in cui sono schierate le missioni e operazioni PSDC;
37. riconosce il contributo apportato dalle missioni civili e militari PSDC nel mantenimento della pace, nella stabilità, nel rafforzamento della sicurezza internazionale e nel sostegno dei paesi terzi nella lotta contro il terrorismo; esorta l'UE a potenziare le sue capacità istituzionali in materia di prevenzione dei conflitti e di mediazione; chiede un approccio proattivo riguardo alla risoluzione dei conflitti irrisolti nel vicinato immediato dell'UE; sollecita approcci sensibili ai conflitti e focalizzati sulle persone che pongano la sicurezza e i diritti dell'uomo al centro dell'impegno dell'UE;
38. ritiene che l'Unione debba concentrare i propri sforzi sulle missioni e operazioni in cui consegue il massimo valore aggiunto; si chiede se sia appropriato continuare determinate missioni;
39. chiede la rapida adozione e attuazione dello strumento europeo per la pace, il cui scopo è rafforzare l'efficacia delle missioni dell'UE, sostenere i suoi partner e contribuire alle operazioni di pace; sottolinea che tale strumento finanzierebbe una parte dei costi delle attività di difesa dell'UE, compresi i costi congiunti delle operazioni militari PSDC e quelli relativi allo sviluppo di capacità militari per i partner nei paesi in cui l'UE interviene, e pertanto dovrebbe essere dotato di un bilancio sufficientemente ampio per affrontare in modo efficiente le attuali sfide relative alla formazione, alle operazioni, alle missioni, ai progetti e alle attrezzature militari, compresi armi, munizioni e trasporti, nel pieno rispetto degli otto criteri della posizione comune, del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, e con disposizioni efficaci in materia di trasparenza, come elencato nella sua raccomandazione del 28 marzo 2019 sull'istituzione dello strumento europeo per la pace; ricorda la necessità di effettuare valutazioni ex ante complete dei rischi e di monitorare attentamente l'utilizzo da parte dei paesi destinatari, in particolare nelle regioni caratterizzate da un'elevata volatilità del panorama politico e da una grande permeabilità delle frontiere nazionali, e di porre in essere le necessarie salvaguardie a livello dell'UE per impedire l'acquisizione di tali armi da parte di gruppi terroristici e di altri attori malintenzionati;
40. accoglie con favore l'annuncio, nella lettera di intenti relativa allo stato dell'Unione 2020, di una comunicazione congiunta su un approccio strategico a sostegno del disarmo, della smobilitazione e del reinserimento degli ex combattenti nel 2021, quale tempestiva revisione del concetto UE 2006 per il sostegno al disarmo, alla smobilitazione e al reinserimento (DDR); sottolinea l'importanza della riforma del settore della sicurezza quale priorità, in particolare per le nostre missioni civili PSDC, che dovrebbero avere come obiettivo principale l'attuazione dell'approccio in materia di sicurezza umana; sottolinea che il nuovo approccio strategico nei confronti del DDR deve garantire la coerenza tra gli strumenti della PSDC e gli aiuti allo sviluppo dell'UE;
Sviluppare capacità effettive della PSDC
41. accoglie con favore le iniziative in materia di sviluppo delle capacità dell'UE, quali la CARD, la cooperazione strutturata permanente (PESCO), il futuro Fondo europeo per la difesa (FED) e i suoi programmi precursori PADR e EDIDP, in quanto possono contribuire ad accrescere la coerenza, il coordinamento e l'interoperabilità nell'attuazione della PSDC e spianare la strada al conseguimento dei compiti di Petersberg, e nel consolidamento della solidarietà, della coesione e della resilienza e dell'autonomia strategica dell'Unione;
42. riconosce che l'integrazione nelle iniziative dell'UE di sviluppo delle capacità e la partecipazione significativa di più Stati membri ai principali progetti di difesa europei che attualmente sono gestiti quasi esclusivamente a livello bilaterale (ovvero FCAS e MGCS) rivestono un'importanza fondamentale per il successo del processo europeo di integrazione nel settore della difesa e rappresenterebbero un valore aggiunto chiaro per gli sforzi europei a favore di una cooperazione rafforzata, dell'integrazione nella difesa e dell'interoperabilità a vantaggio delle missioni e operazioni PSDC;
43. osserva che è essenziale migliorare la coerenza, l'inclusività, il coordinamento e la concordanza di tutti gli strumenti di pianificazione della difesa e degli strumenti e iniziative di sviluppo delle capacità dell'UE, in modo che possano creare sinergie significative e rafforzarsi vicendevolmente, evitare duplicazioni e garantire un uso efficiente e strategico delle risorse, assicurare l'interoperabilità e agevolare un intervento rapido;
44. invita gli Stati membri ad aumentare la spesa per la difesa e a mirare a un obiettivo del 2 % del PIL;
45. chiede la rapida adozione e istituzione del FED, che affronterà e accelererà le priorità di sviluppo delle capacità di difesa aeree, terrestri, marittime e informatiche concordate insieme, promuovendo in tal modo la capacità dell'UE di fungere da attore globale e contributore e garante della sicurezza internazionale; invita gli Stati membri, il Consiglio e la Commissione a fornire finanziamenti adeguati al FED e a concentrarsi su progetti strutturali ad alto valore aggiunto, facilitando in tal modo la cooperazione industriale tra gli Stati membri e il consolidamento di una solida base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB), rafforzando le capacità tecniche, industriali e strategiche onde rafforzare la capacità dell'UE di produrre e disporre autonomamente di capacità militari e di mantenere l'autonomia tecnologica dell'Europa nel lungo termine; incoraggia le iniziative in materia di capacità di difesa per facilitare l'impegno delle piccole e medie imprese;
46. richiama l'attenzione sulla natura altamente sensibile e strategica della ricerca nel settore della difesa e sulla necessità di regolamentare l'accesso delle entità controllate da terzi non appartenenti all'UE ai progetti finanziati con il FED affinché vi sia coerenza con l'ambizione dell'UE in materia di autonomia strategica; sottolinea che la partecipazione dei paesi terzi al FED, in alcuni casi idonei specifici ed eccezionali in cui apporta un valore aggiunto tecnologico e operativo comprovato a determinati progetti, dovrebbe avvenire sulla base della reciprocità effettiva, non dovrebbe indebolire gli interessi dell'UE in materia di sicurezza strategica né minare gli obiettivi del FED e deve avere una conformità rigorosamente monitorata con le norme stabilite nella proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo europeo per la difesa (COM(2018)0476) come il mantenimento della proprietà intellettuale all'interno dell'UE;
47. accoglie con favore che il riesame strategico della prima fase della PESCO sia condotto entro la fine del 2020, compresa una visione d'insieme dei progressi del programma e l'identificazione delle disposizioni necessarie a rendere la PESCO più efficiente e orientata agli obiettivi; ritiene che la PESCO sia uno strumento che contribuisce a rafforzare una cooperazione sostenibile ed efficiente in materia di difesa e l'integrazione della difesa a livello dell'UE attraverso il miglioramento delle capacità di difesa e dell'interoperabilità degli Stati membri partecipanti, in particolare in termini di disponibilità, flessibilità e schierabilità delle forze; ricorda che i progetti della PESCO dovrebbero contribuire a massimizzare l'efficacia della spesa per la difesa; ritiene che la PESCO dovrebbe essere utilizzata come strumento complementare per conseguire gli obiettivi dell'UE e contribuire a quelli della NATO; accoglie con favore la recente adozione della decisione sulla partecipazione dei paesi terzi alla PESCO, pur rilevando che qualsiasi partecipazione eccezionale di questo tipo a singoli progetti PESCO deve apportare un valore aggiunto agli Stati membri dell'UE e ai progetti e contribuire al rafforzamento della PESCO e della PSDC nonché al rispetto di impegni più rigorosi, soggetti a condizioni politiche, sostanziali e giuridiche molto rigorose, ed essere condotta sulla base di una reciprocità consolidata ed effettiva;
48. invita gli Stati membri partecipanti a dimostrare il pieno impegno politico, gli sforzi e l'ambizione strategica volti a fornire le risorse necessarie e a rispettare gli impegni comuni ambiziosi e vincolanti concordati, garantendo nel contempo progressi tangibili nella rapida ed efficace attuazione degli attuali progetti PESCO; sottolinea che i progetti della prima fase riguardano soprattutto lo sviluppo delle capacità con il coinvolgimento del massimo numero possibile di Stati membri e che la natura inclusiva dei progetti PESCO non dovrebbe portare gli Stati membri partecipanti a ridurre le loro ambizioni; teme che le lacune in termini di capacità e le carenze critiche, identificate dal processo dell'obiettivo primario tramite il piano di sviluppo delle capacità (CDP) e la revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD), non siano colmate e affrontate adeguatamente o integralmente per condurre operazioni militari di successo; raccomanda di effettuare un riesame degli attuali 47 progetti PESCO al fine di verificare i progressi compiuti e individuare i progetti che potrebbero essere raggruppati a discrezione degli Stati membri partecipanti; incoraggia gli Stati membri partecipanti a concentrarsi sui progetti PESCO che producono un reale valore aggiunto con un approccio maggiormente operativo, che apportano un vantaggio reciproco e facilitatori strategici per l'Unione, e su quelli con una dimensione strategica che affronti le future minacce alla sicurezza; incoraggia vivamente gli Stati membri, nel quadro della riforma del sistema del gruppo tattico dell'UE, a prendere in esame opzioni per farlo rientrare nell'ambito della PESCO, al fine di aumentare la sua capacità operativa, modularità e agilità, attraverso l'istituzione di unità multinazionali permanenti dedicate all'esecuzione di compiti militari, come specificato all'articolo 43 TUE, e a rafforzare la capacità dell'UE di condurre solide operazioni di gestione delle crisi;
Rafforzare la cooperazione con i partner strategici
49. si compiace dei progressi compiuti nella cooperazione UE-NATO dalla conclusione della dichiarazione comune di Varsavia nel 2016; plaude ai progressi registrati per quanto riguarda l'attuazione della serie comune di proposte del 2016 e del 2017, in particolare l'intensificazione del dialogo politico UE-NATO a tutti i livelli, nonché il dialogo strutturato sulla mobilità militare, gli sforzi volti a garantire una maggiore coerenza tra i rispettivi processi di pianificazione della difesa e una collaborazione più stretta nel settore della cibersicurezza e della difesa e nella lotta alle minacce ibride e alle campagne di disinformazione; prende nota del livello di cooperazione tra la NATO e l'UE nel fornire assistenza alle autorità civili per contenere e bloccare la diffusione della pandemia di COVID-19; invita l'UE e la NATO a rafforzare ulteriormente la cooperazione sinergica, anche tra le missioni e le operazioni, e ad approfondire il loro partenariato strategico; sottolinea l'importanza di rafforzare ulteriormente il partenariato UE-NATO nel settore della mobilità militare; sottolinea l'importanza di organizzare ed eseguire formazioni ed esercitazioni congiunte tra le forze armate europee, nonché esercitazioni parallele e coordinate UE-NATO;
50. plaude, al riguardo, all'operazione Atlantic Resolve e alla presenza avanzata rafforzata della NATO nel continente europeo e riconosce l'importanza delle truppe NATO per gli sforzi volti a scoraggiare ulteriori aggressioni da parte della Russia e fornire sostegno cruciale in caso di conflitto;
51. ricorda che la NATO rimane il fondamento della difesa collettiva per gli Stati membri che sono altresì membri dell'Organizzazione del trattato del Nord Atlantico, come esplicitamente riconosciuto nel trattato sul funzionamento dell'Unione europea; ritiene che la cooperazione UE-NATO debba essere complementare e rispettosa delle specificità e dei ruoli di ciascuna di queste due istituzioni e non debba replicare o sostituire inutilmente le strutture; ricorda che la cooperazione in materia di difesa è uno dei pilastri della cooperazione transatlantica e rimane fondamentale per la sicurezza reciproca dei paesi alleati e partner, e ribadisce pertanto la necessità di relazioni più forti; rammenta che, sulla base del principio della riserva unica di forze, lo sviluppo delle capacità di difesa dell'UE non rappresenta una minaccia competitiva per l'Alleanza e avvantaggerà i paesi che fanno parte sia della PSDC che della NATO; ricorda altresì che una più efficace cooperazione in materia di sicurezza e di difesa a livello di UE dovrebbe essere considerata un fattore che rafforza il pilastro europeo della NATO nel quale l'UE assume un ruolo maggiore nel garantire la propria sicurezza; è del parere che le iniziative in materia di capacità dovrebbero garantire l'interoperabilità con gli alleati e facilitare l'intervento rapido; osserva con preoccupazione che alcune divergenze hanno minato la solidarietà dell'Alleanza dopo l'azione realizzata dalla Turchia nel Mediterraneo orientale;
52. sottolinea la necessità di rafforzare lo status dell'UE quale fornitore di servizi di sicurezza marittima, la resilienza dell'UE e degli Stati membri alle situazioni di crisi nelle loro acque territoriali e l'importanza di una strategia marittima coerente per contrastare gli attori non statali marittimi illegali; ritiene necessario armonizzare le regole relative all'intervento e le norme in materia di dispositivi e rafforzare la formazione del personale al fine di svolgere azioni coordinate e unitarie nelle operazioni europee e internazionali o in caso di crisi, eventi e incidenti marittimi; sottolinea la necessità di una cooperazione UE-NATO nell'ottica di conseguire un approccio efficace comune nei confronti delle minacce alla sicurezza marittima quali la criminalità transfrontaliera e organizzata, comprese le reti della criminalità organizzata che facilitano il traffico di esseri umani, di armi e di droga, il contrabbando e la pirateria marittima;
53. sostiene con forza il partenariato strategico tra l'UE e le Nazioni Unite nella gestione delle crisi e nel mantenimento della pace con mezzi civili, di polizia e militari; accoglie con favore i progressi conseguiti nell'attuazione delle otto priorità per il 2019-2021 individuate e concordate congiuntamente dall'UE e dalle Nazioni Unite in tema di operazioni di pace e gestione delle crisi; esorta gli Stati membri a contribuire maggiormente alle attività di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e invita le istituzioni dell'UE a fornire assistenza in tal senso; osserva che sono stati compiuti alcuni progressi per quanto riguarda il rafforzamento della cooperazione tra missioni e operazioni sul campo, in particolare attraverso la firma, il 29 settembre 2020, dell'accordo quadro UE-ONU sulla fornitura di sostegno reciproco nel contesto delle rispettive missioni e operazioni sul campo, l'agenda sulle donne, la pace e la sicurezza (WPS) che contribuisce all'attuazione del piano d'azione dell'UE sulle donne, la pace e la sicurezza, la prevenzione dei conflitti e i progressi a livello politico e strategico; invita l'UE e le Nazioni Unite a esplorare ulteriormente le opportunità di una più stretta cooperazione, in particolare nei teatri operativi comuni, in ambiti quali la pianificazione della transizione delle missioni, i meccanismi di sostegno sul campo, lo scambio di informazioni al di fuori delle aree di missione e la pianificazione d'emergenza alla luce della COVID-19, come pure in materia di clima e difesa;
54. ribadisce che, nonostante la Brexit, il Regno Unito rimane uno stretto partner strategico dell'UE e dei suoi Stati membri e che è essenziale mantenere una solida e stretta cooperazione in materia di difesa e sicurezza tra l'UE e il Regno Unito, dato che sia l'UE che il Regno Unito condividono lo stesso contesto strategico e le stesse minacce alla loro pace e sicurezza; incoraggia il Regno Unito a partecipare alle missioni e operazioni PSDC, alle operazioni di gestione delle crisi, allo sviluppo delle capacità di difesa, alle pertinenti agenzie dell'Unione, nonché ai progetti nell'ambito della PESCO, rispettando nel contempo l'autonomia decisionale dell'UE, la sovranità del Regno Unito, il principio dell'equilibrio tra diritti e obblighi, sulla base di un'effettiva reciprocità e includendo un contributo finanziario equo e appropriato; prende atto del fatto che il Regno Unito si ritirerà dalle missioni e operazioni PSDC entro la fine del periodo di transizione, il 31 dicembre 2020; chiede l'adozione di procedure di sostituzione rapide per garantire la continuità delle missioni e delle operazioni PSDC in cui il personale britannico impiegato riveste un ruolo significativo;
55. invita l'UE a mantenere una più stretta cooperazione con le forze regionali esistenti quali l'Unione africana, l'ECOWAS, l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) e il Consiglio artico, nonché con i paesi non NATO che condividono gli stessi principi;
56. chiede un'attuazione più sistematica della risoluzione 1325 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in materia di donne, pace e sicurezza (WPS) a vent'anni dalla sua adozione, nonché il rafforzamento della dell'agenda dell'UE in materia di donne, pace e sicurezza; chiede un'integrazione significativa della dimensione di genere nella formulazione della PSDC, segnatamente mediante un miglior equilibrio di genere tra il personale e la direzione delle missioni e delle operazioni PSDC, nonché formazioni specifiche per il personale distaccato;
57. chiede l'attuazione della risoluzione 2250 del Consiglio di sicurezza dell'ONU su gioventù, pace e sicurezza e una significativa integrazione dei giovani e delle loro prospettive nelle analisi dei conflitti, il che è alla base del sostegno fornito dalle missioni e operazioni PSDC; chiede misure dell'UE volte ad aumentare le opportunità di partecipazione significativa dei giovani al mantenimento e alla promozione della pace e della sicurezza;
58. riconosce il crescente valore politico, economico, ambientale, della sicurezza e strategico del circolo artico; esorta gli Stati membri a continuare la cooperazione con il Consiglio artico su tutte le questioni di interesse per l'UE e a elaborare una strategia globale per la regione;
59. invita l'UE ad affrontare le costanti e crescenti minacce alla protezione e alla conservazione del patrimonio culturale e a contrastare il traffico di beni culturali, in particolare nelle zone di conflitto; osserva che privare le società del loro patrimonio culturale e delle loro radici storiche le rende più vulnerabili alla radicalizzazione e più suscettibili nei confronti delle ideologie jihadiste globali; invita l'UE a sviluppare una strategia di ampia portata per contrastare tali minacce;
Accrescere la resilienza e la preparazione dell'Unione
60. esprime preoccupazione per il fatto che alcuni attori globali e un numero crescente di attori regionali aggirino o tentino deliberatamente di distruggere l'ordine internazionale fondato su regole, il multilateralismo e i valori di pace, prosperità e libertà sostenibili, che corrispondono ai pilastri su cui si fonda l'Unione europea; osserva che la pandemia di COVID-19 ha messo in luce nuove fragilità e tensioni a livello mondiale e ha amplificato quelle esistenti; sottolinea che la pandemia ha rafforzato il sostegno pubblico a favore di un'Unione meno dipendente dal resto del mondo, più protetta e in grado di agire in modo indipendente; chiede un ruolo più incisivo dell'Unione europea sulla scena internazionale, una maggiore unità, solidarietà e resilienza europee, una politica estera più coesa con un multilateralismo efficace quale elemento centrale; accoglie con favore le conclusioni del Consiglio del giugno 2020 a favore di un'Unione europea forte che promuova la pace e la sicurezza e protegga i suoi cittadini;
61. sottolinea l'importante ruolo delle forze armate durante la pandemia di COVID-19 e accoglie con favore l'assistenza militare alle autorità civili, segnatamente per il dispiegamento di ospedali da campo, il trasporto di pazienti e la fornitura e la distribuzione di attrezzature; ritiene che questo prezioso contributo abbia dimostrato la necessità di fare il punto degli insegnamenti appresi per rafforzare i mezzi e le capacità militari degli Stati membri a sostegno del meccanismo di protezione civile dell'Unione, che è uno degli strumenti principali per far fronte alle emergenze, nonché ai fini dell'assistenza umanitaria; ritiene inoltre che per affrontare efficacemente le crisi sanitarie sia essenziale preparare il personale medico militare degli Stati membri a partecipare rapidamente; ribadisce l'importanza dell'assistenza reciproca e della solidarietà, in conformità dell'articolo 42, paragrafo 7, TUE e dell'articolo 222 TFUE;
62. sottolinea l'importanza della mobilità militare; ritiene necessario progredire e agevolare la piena mobilità militare in tutta Europa e chiede pertanto la semplificazione e l'armonizzazione delle procedure per consentire agli Stati membri di agire più rapidamente, dal momento che la mobilità militare è vantaggiosa nella gestione delle crisi civili; ribadisce che è importante che i progetti di mobilità militare dispongano di un bilancio adeguato; accoglie con favore il fatto che il progetto di mobilità militare sia parte integrante della PESCO; ribadisce la necessità di istituire meccanismi europei volti a facilitare l'uso transfrontaliero delle capacità logistiche militari per far fronte a tali emergenze e consentire un maggiore coordinamento nonché accrescere le sinergie, la solidarietà e il sostegno; insiste affinché un'assistenza e una solidarietà simili in tempi di pandemie e di crisi analoghe siano estese, tra l'altro, ai paesi partner nelle immediate vicinanze dell'UE; sottolinea la necessità di ampliare la preparazione dell'UE nel settore biologico, chimico, radiologico e nucleare (CBRN) e le sue necessarie capacità; sottolinea la necessità di intensificare il monitoraggio e la protezione delle infrastrutture vitali e critiche, in particolare i cavi Internet sottomarini in fibra ottica;
63. ritiene importante garantire un migliore collegamento tra gli aspetti interni ed esterni delle politiche dell'UE al fine di assicurare che le politiche dell'UE agiscano verso il conseguimento di obiettivi comuni di politica estera e di sicurezza, compresa la politica energetica dell'UE;
64. ritiene fondamentale proteggere tutti i punti deboli dell'Unione europea al fine di garantire un'efficace difesa comune dei cittadini europei; osserva con preoccupazione la crescente militarizzazione della penisola di Crimea e i tentativi della Federazione russa di destabilizzare la regione del Mar Nero, situazione che ha portato al riconoscimento, al vertice NATO tenutosi in Galles nel 2014, della vulnerabilità del fianco orientale dell'Alleanza del Nord Atlantico; invita l'UE a riconoscere la vulnerabilità degli Stati membri dell'Europa orientale quale mezzo per rafforzare la difesa europea e a sviluppare, insieme alla NATO, una strategia globale per la sicurezza e la difesa del fianco orientale;
Contrastare e prevenire in modo proattivo le minacce ibride
65. accoglie con favore la serie di priorità e orientamenti adottati per la cooperazione dell'UE nel settore della lotta alle minacce ibride e del rafforzamento della resilienza a tali minacce, tra cui la lotta alla disinformazione, alla guerra ibrida, allo spionaggio, alle notizie false e alla propaganda, e l'istituzione di un sistema di allarme rapido per facilitare la cooperazione con partner internazionali quali il G7; invita l'UE e i suoi Stati membri a sviluppare e rafforzare la sicurezza dei propri sistemi di informazione e comunicazione, compresa la creazione di canali di comunicazione sicuri; sottolinea l'importanza e l'urgenza per l'UE di rafforzare e investire maggiormente nella sua comunicazione strategica, nonché la sua capacità di diventare più resiliente per affrontare e scoraggiare tutte le ingerenze straniere che minacciano il suo sistema democratico, la sua sovranità e i suoi cittadini; sottolinea l'importante ruolo della task force East StratCom e riconosce l'importante lavoro svolto nel quadro del progetto EU vs. Disinfo e chiede un sostegno finanziario e politico aggiuntivo per migliorare ulteriormente la sua capacità di contrastare la disinformazione e di informare in merito alle azioni e alle politiche dell'UE;
66. sottolinea l'urgente necessità che l'UE introduca una strategia più solida per individuare e contrastare proattivamente campagne di disinformazione aggressive e dannose nei suoi confronti, provenienti da paesi terzi e da attori non statali; sottolinea la necessità di rivedere il mandato del gruppo di comunicazione strategica del SEAE per affrontare le ingerenze straniere e coinvolgere i verificatori di fatti, i ricercatori, le start-up e le organizzazioni della società civile; ribadisce la necessità di fornire personale e finanziamenti sufficienti a tutti i servizi dell'UE che si occupano di interferenze straniere e di disinformazione al fine di individuare, indagare e contrastare meglio i tentativi di interferire nei processi democratici dell'UE o nelle azioni condotte dall'UE all'estero; sottolinea l'importanza di cooperare e di assistere i paesi partner, in particolare nelle immediate vicinanze dell'UE, nei loro sforzi volti ad affrontare e a contrastare la malevola interferenza straniera, in particolare la disinformazione e la propaganda, dal momento che in molti casi tali azioni cercano di deviare questi paesi dal percorso di riforme pro-democratiche e di attaccare i valori e gli ideali europei;
67. accoglie con favore l'adozione da parte del Consiglio di una decisione che consente all'UE, per la prima volta, di imporre misure restrittive mirate per scoraggiare gli attacchi informatici che costituiscono una minaccia esterna per l'UE o i suoi Stati membri, compresi quelli contro paesi terzi o organizzazioni internazionali, e per rispondervi, nonché di imporre sanzioni alle persone o entità responsabili di attacchi informatici; sottolinea la necessità di migliorare il sistema di restrizione dei visti quale parte del meccanismo di sanzioni dell'UE, ricorrendo a procedure per il rilascio di visti biometrici al fine di limitare gli spostamenti nell'UE sotto falsa identità delle entità che partecipano alla guerra ibrida; sottolinea l'urgente necessità di approfondire l'integrazione degli aspetti relativi all'informatica nei sistemi di gestione delle crisi dell'UE; evidenzia che, in questi tempi di particolare vulnerabilità, è essenziale una più stretta cooperazione nella prevenzione e nel contrasto degli attacchi informatici al fine di promuovere la sicurezza internazionale e la stabilità nel ciberspazio; plaude, al riguardo, ai buoni progressi realizzati dal progetto Cyber Rapid Response Team della PESCO; invita a rafforzare il sostegno nei confronti dell'agenzia dell'Unione europea per la cibersicurezza (ENISA) e a uno stretto coordinamento con il Centro di eccellenza per la ciberdifesa cooperativa della NATO; invita ad incrementare il livello di coordinamento nell'UE per quanto riguarda l'attribuzione collettiva in caso di incidenti informatici dolosi, nonché a cooperare più strettamente con le organizzazioni internazionali e i paesi che condividono la stessa linea; è particolarmente preoccupato per il rilevamento continuo di attacchi informatici su piccola scala o di intrusioni nei sistemi di infrastrutture critiche che rimangono latenti ma che possono avere un impatto elevato; esorta gli Stati membri ad attuare eccedenze nei loro sistemi di infrastrutture critiche, come la generazione elettrica e le comunicazioni strategiche, a tutti i livelli;
68. riconosce la crescente importanza delle capacità cibernetiche e di intelligenza automatizzata; sottolinea che queste ultime costituiscono minacce per tutti gli Stati membri e per le istituzioni dell'UE; esorta tutte le istituzioni e gli Stati membri dell'UE a continuare a migliorare le loro tecnologie informatiche e automatizzate, incoraggia ulteriormente la cooperazione su questi progressi tecnologici;
69. sottolinea l'importanza di conseguire capacità di calcolo quantistico e la necessità di aumentare la cooperazione UE-USA in questo ambito per garantire che il calcolo quantistico sia effettuato prima tra i partner che condividono relazioni calorose e sostengono gli stessi obiettivi;
70. prende atto della crescente importanza della sicurezza nello spazio e dei satelliti; sottolinea l'importanza del Centro satellitare dell'Unione europea e incarica l'agenzia di analizzare e fornire una relazione sulla sicurezza e/o le vulnerabilità dei satelliti dell'UE e degli Stati membri ai detriti spaziali, agli attacchi informatici e all'attacco missilistico diretto;
Dotare l'Unione dei mezzi per attuare la PSDC
71. sottolinea che l'adeguatezza dei livelli di risorse finanziarie, personale e mezzi è essenziale per garantire che l'Unione abbia la forza e la capacità di promuovere la pace e la sicurezza all'interno delle sue frontiere e nel mondo; invita gli Stati membri a dimostrare la volontà politica di essere all'altezza delle ambizioni europee nel campo della difesa e di rispettare gli impegni assunti;
72. deplora l'attuale mancanza di ambizione del Consiglio europeo nel quadro finanziario pluriennale (QFP) per le iniziative nel settore della sicurezza e della difesa; esorta il Consiglio a ripristinare un bilancio ambizioso per il FED (ricerca e non), volto a rafforzare le azioni di collaborazione e la cooperazione transfrontaliera in tutta l'Unione e la mobilità militare, al fine di aiutare gli Stati membri ad agire più rapidamente e più efficacemente nel quadro di un futuro possibile conflitto, anche finanziando infrastrutture di trasporto a duplice uso e semplificando i nulla osta diplomatici e la normativa doganale, al livello inizialmente proposto dalla Commissione e approvato dal Parlamento in prima lettura; invita l'UE a costruire il proprio sistema di difesa contro i missili balistici, nonché un sistema di difesa aerea strategica integrato e multilivello, progettato anche per contrastare i missili ipersonici; ricorda che i cittadini europei hanno chiesto in modo chiaro e coerente che l'Unione rafforzi il suo ruolo nel garantire stabilità e sicurezza sostenibili, e rammenta che ciò può essere conseguito solo con adeguati mezzi finanziari necessari e un QFP ambizioso nel settore dell'azione esterna e della difesa; invita il Consiglio ad adottare la posizione del Parlamento sull'articolo 5 del futuro regolamento sul FED; sottolinea la necessità di mettere a punto il FED quanto prima; sottolinea l'importanza di mantenere la posizione del Parlamento sull'importo del FED;
73. mette in guardia dal rischio di una mancanza di ambizione nel finanziamento di iniziative nel settore della difesa europea nel quadro del QFP, combinata a tagli ingenti e non coordinati ai bilanci nazionali della difesa a seguito della crisi della COVID-19; pone l'accento sulla necessità che gli Stati membri stanzino le risorse finanziarie necessarie a livello nazionale al fine di dotare l'Unione della capacità di agire come attore globale per la pace; condivide, in tale ottica, la valutazione della Corte dei conti europea secondo cui "gli Stati membri dell'UE sono ben lungi dall'avere le capacità militari necessarie per raggiungere il livello di ambizione militare dell'UE";
74. ricorda che, sebbene i progetti e le iniziative comuni europei in materia di difesa siano determinanti per affrontare le carenze in materia di ricerca e sviluppo esistenti nel settore della difesa, mettere in comune le risorse e coordinare gli sforzi, la maggior parte dei mezzi di difesa utilizzati per le missioni PSDC continua a essere prodotta dagli Stati membri e finanziata dai bilanci nazionali per la difesa;
75. esorta gli Stati membri a seguire il loro impegno formale a livello di Consiglio e ad assumersi la responsabilità delle loro decisioni in seno al Consiglio di schierare missioni civili e militari fornendo all'Unione il personale e le capacità necessari per conseguire gli obiettivi concordati all'unanimità e realizzare così il proprio impegno a favore di un'Unione europea più sicura;
76. sottolinea il valore della partecipazione internazionale alle missioni e operazioni PSDC quale rafforzamento delle capacità europee e chiede un'attuazione potenziata degli accordi quadro di partecipazione esistenti, che incoraggi la natura collettiva dei contributi alla pace e alla sicurezza;
77. prende atto dell'importante lavoro svolto dal Centro satellitare dell'Unione europea e sottolinea che l'Unione deve disporre di risorse adeguate nei settori delle immagini spaziali e della raccolta di informazioni sensibili; sottolinea che il Centro satellitare dell'Unione europea dovrebbe beneficiare dei finanziamenti strutturali dell'Unione per poter mantenere i propri contributi alle azioni dell'Unione, in particolare al fine di fornire immagini satellitari ad alta risoluzione a sostegno delle missioni e operazioni PSDC;
Stabilire un'ambiziosa agenda dell'UE per il controllo globale degli armamenti, la non proliferazione e il disarmo
78. è allarmato per le attuali minacce ai valori internazionali e allo Stato di diritto e per l'eventuale futura erosione dell'architettura globale di non proliferazione e disarmo; teme che il mancato rispetto o il ritiro dai principali trattati sul controllo delle armi o la loro mancata proroga danneggerebbe gravemente i regimi internazionali di controllo degli armamenti che hanno permesso decenni di stabilità, pregiudicherebbe le relazioni tra Stati dotati di armamenti nucleari, minaccerebbe direttamente la sicurezza europea, in particolare per quanto riguarda l'assenza di norme che disciplinano e riducono le armi nucleari a corta e media gittata e quelle tattiche e condurrebbe a nuove corse agli armamenti nucleari; sottolinea l'urgente necessità di ripristinare la fiducia a livello transfrontaliero;
79. prende atto con preoccupazione della normalizzazione di una retorica pericolosa sull'utilità delle armi nucleari; ribadisce che la pace e la sicurezza internazionali sono rafforzate in un mondo libero dall'esistenza o dalla proliferazione di armi nucleari e che il disarmo significa non solo una riduzione del numero di testate attive, ma anche una riduzione del ruolo militare e politico attribuito a questo tipo di armi;
80. ribadisce il suo pieno sostegno all'impegno dell'UE e dei suoi Stati membri a favore del TNP quale pietra angolare del regime di non proliferazione e disarmo nucleare; reitera la sua richiesta di una forte posizione comune dell'UE prima della conferenza, che inviti ad adottare misure concrete ed efficaci in occasione della 10a conferenza di revisione del TNP, che costituirebbero un elemento chiave per preservare la stabilità strategica ed evitare una nuova corsa agli armamenti;
81. ribadisce il suo profondo rammarico per il fatto che gli Stati Uniti e la Federazione russa si siano ritirati dal trattato per la eliminazione dei missili a medio e corto raggio (INF); osserva la responsabilità della Russia per la fine del trattato, dato che ha continuato a non rispettarlo in modo sistematico; teme che il collasso del trattato possa portare all'inasprimento delle tensioni e all'aumento delle minacce e dei rischi nucleari e militari, mettendo in tal modo a repentaglio il futuro dei regimi di controllo degli armamenti; sottolinea di essere fermamente contrario a una nuova corsa agli armamenti tra gli Stati Uniti e la Federazione russa e alle sue potenziali conseguenze per l'Europa e alla rimilitarizzazione sul territorio europeo; esorta il Consiglio e il VP/AR ad avviare un'iniziativa guidata dall'UE al fine di promuovere la trasformazione del trattato INF in un trattato multilaterale;
82. ricorda che regimi di controllo degli armamenti, di disarmo e di non proliferazione efficaci a livello internazionale sono la chiave di volta della sicurezza e della stabilità globale ed europea;
83. esorta gli Stati Uniti e la Federazione russa a compiere ulteriori progressi nei negoziati sulla proroga del nuovo trattato START, che giunge a scadenza nel febbraio 2021; ritiene che una proroga del trattato darebbe a entrambi i firmatari più tempo per proseguire i negoziati al fine di concordare un nuovo strumento di controllo delle armi; chiede che siano immediatamente coinvolti altri Stati, in particolare la Cina, in qualsiasi negoziato esistente (come NEW START, INF e "cieli aperti") o futuro sugli strumenti di controllo degli armamenti nucleari;
84. deplora l'attuazione selettiva da parte della Russia dei propri obblighi ai sensi del trattato sui cieli aperti; esprime profondo rammarico per la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dal trattato sui cieli aperti, un importante strumento di controllo degli armamenti che ha contribuito a rafforzare la fiducia e a fornire agli Stati più piccoli una preziosa capacità di monitorare e verificare le attività militari dei loro vicini; invita gli altri firmatari a continuare ad attuare il trattato, garantendo nel contempo che esso rimanga funzionale e utile; invita gli Stati Uniti ad abrogare la decisione di ritirarsi dal trattato sui cieli aperti;
85. si compiace del contributo finanziario dell'UE ai progetti e alle attività dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW); accoglie con favore l'adozione da parte del Consiglio di un regime di sanzioni orizzontale per far fronte al crescente uso e alla proliferazione delle armi chimiche; condanna il recente utilizzo di armi chimiche e ritiene che la mancanza di responsabilità per tali episodi mini la norma internazionale che vieta le armi chimiche; invita l'UE a prendere l'iniziativa di far fronte alla questione dell'impunità per quanto concerne l'utilizzo delle armi chimiche e a valutare come rafforzare l'OPCW per garantire un'attribuzione rapida e accurata e meccanismi di risposta efficaci; invita l'UE a continuare ad adoperarsi per contrastare la proliferazione e l'uso delle armi chimiche e a sostenerne il divieto globale stabilito dalla convenzione sulle armi chimiche (CWC);
86. esprime profonda preoccupazione per il tentativo di assassinio del leader di spicco dell'opposizione russa Alexei Navalny, eseguito ricorrendo a un agente nervino vietato che, ai sensi della CWC, è considerato un'arma chimica il cui impiego costituisce pertanto una grave violazione delle norme internazionali; chiede un'indagine internazionale indipendente degli eventi; plaude alla decisione del Consiglio di comminare sanzioni per chiamare a rispondere tutti i responsabili dell'avvelenamento;
87. chiede al VP/AR di presentare proposte volte a rafforzare le conoscenze disponibili in materia di non proliferazione e controllo degli armamenti nell'UE e di garantire che l'Unione assuma un ruolo forte e costruttivo nello sviluppo e nel potenziamento dell'architettura mondiale basata su norme in materia di non proliferazione, controllo degli armamenti e disarmo; si compiace, a tale riguardo, della nomina di un nuovo inviato speciale per la non proliferazione e il disarmo; si rende conto che sono urgentemente necessari nuovi accordi internazionali nel campo del controllo degli armamenti; afferma che, nel contesto della deterrenza nucleare, lo sviluppo di missili ipersonici può minare i principi della distruzione reciproca assicurata e chiede pertanto un trattato mondiale sul controllo degli armamenti concernente l'utilizzo, la portata, la velocità, la dottrina, l'ispezione dei carichi nucleari e il posizionamento vicino alle coste di sistemi d'arma ipersonici, avviato dall'UE;
88. ribadisce il suo pieno impegno a favore del mantenimento di regimi internazionali efficaci per il controllo degli armamenti, disarmo e non proliferazione in quanto pietra miliare della sicurezza europea e globale; sottolinea il suo pieno sostegno ai lavori dell'Ufficio per gli affari del disarmo delle Nazioni Unite e all'agenda delle Nazioni Unite per il disarmo; ricorda il suo impegno a perseguire politiche volte a portare avanti la riduzione di tutti gli arsenali nucleari;
89. plaude alle conclusioni del Consiglio sul riesame della sua posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell'8 dicembre 2008, che definisce norme comuni che disciplinano il controllo delle esportazioni di attrezzatura e tecnologia militare[12]; è fermamente convinto che, poiché l'UE è sempre più ambiziosa nel settore della difesa, vi sia la necessità di una maggiore convergenza, trasparenza e coerenza nelle politiche degli Stati membri in materia di esportazioni di armi, nonché di un rafforzamento del controllo pubblico; invita gli Stati membri a superare le loro diverse interpretazioni della posizione comune e a conformarsi pienamente ai suoi otto criteri, e in particolare ad attuare rigorosamente il criterio 4 sulla stabilità regionale e a interrompere qualsiasi esportazione di attrezzature militari che potrebbero essere utilizzate contro altri Stati membri; si compiace degli sforzi compiuti per aumentare la trasparenza e il controllo pubblico e parlamentare delle esportazioni di armi; chiede che siano profusi sforzi congiunti per migliorare le valutazioni dei rischi, i controlli degli utenti finali e le verifiche successive alla spedizione;
90. esorta gli Stati membri a rispettare il codice di condotta dell'UE per le esportazioni di armi; ribadisce la necessità che tutti gli Stati membri applichino rigorosamente le disposizioni sancite nella posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio; ricorda che gli Stati membri si sono impegnati in ferme posizioni nazionali in merito alla loro politica di esportazione di armi alla Turchia, sulla scorta delle disposizioni della posizione comune 2008/944/PESC, compresa la rigorosa applicazione del criterio 4 sulla stabilità regionale; ribadisce il suo invito al VP/AR, finché la Turchia continua con le sue attuali azioni illegali e unilaterali nel Mediterraneo orientale che sono contrarie alla sovranità di qualsiasi Stato membro (in particolare della Grecia e di Cipro) e al diritto internazionale e non avvia un dialogo basato sul diritto internazionale, a introdurre un'iniziativa in seno al Consiglio affinché tutti gli Stati membri interrompano l'esportazione di armi per tutte le tipologie di attrezzature militari, comprese le armi, i prodotti a duplice uso e il know-how verso la Turchia in conformità della posizione comune;
91. accoglie con favore le attività dell'UE volte a sostenere l'universalizzazione del trattato sul commercio delle armi e invita tutti i principali paesi esportatori di armi a firmarlo e ratificarlo quanto prima;
92. osserva che gli sviluppi tecnologici nel settore dell'IA pongono nuove sfide etiche; invita l'UE ad assumere un ruolo guida negli sforzi globali volti a istituire un quadro normativo globale per garantire un controllo umano significativo sulle funzioni critiche di selezione e attacco di obiettivi nello sviluppo e nell'uso di armi basate sull'IA; invita il VP/AR, gli Stati membri e il Consiglio europeo ad adottare una posizione comune sui sistemi d'arma autonomi che garantisca un controllo umano significativo sulle funzioni essenziali di tali sistemi; insiste sulla necessità di avviare negoziati internazionali su una definizione comune e un quadro sull'utilizzo delle armi dotate di un certo grado di autonomia e chiede l'adozione di uno strumento giuridicamente vincolante, che vieti le armi autonome letali in assenza di un controllo umano significativo;
93. invita l'UE ad assumere un ruolo guida negli sforzi globali volti a istituire un sistema di controllo globale degli armamenti completo ed efficace per la proliferazione tecnologica dei missili e dei veicoli da combattimento senza equipaggio;
Garantire il controllo democratico, la legittimità e la partecipazione inclusiva
94. evidenzia la necessità che il Parlamento affronti tutte le questioni relative alla difesa in modo coerente; chiede che il mandato della sottocommissione per la sicurezza e la difesa sia riesaminato e ampliato alla luce del crescente numero di iniziative in materia di difesa a livello dell'UE e in vista della creazione della DG DEFIS in seno alla Commissione;
95. accoglie con favore i regolari scambi di opinioni con il VP/AR sulle questioni relative alla PSDC e lo invita a garantire che i pareri del Parlamento siano debitamente presi in considerazione; sottolinea la necessità di assicurare che i rappresentanti speciali dell'UE, gli inviati speciali e i comandanti delle missioni e delle operazioni forniscano informazioni in maniera regolare; ritiene che il Parlamento debba essere consultato in anticipo in merito alla pianificazione strategica delle missioni PSDC, alle modifiche dei loro mandati e ai piani per porvi fine; chiede che l'articolo 36 TUE sia attuato nella sua interezza;
96. sottolinea la necessità di sviluppare una cooperazione sempre più stretta sulle questioni relative alla PSDC con i parlamenti nazionali al fine di garantire responsabilità, trasparenza e un controllo maggiori;
97. ribadisce l'importanza di migliorare gli strumenti a disposizione della società civile al fine di consentirne la partecipazione significativa e sostanziale all'elaborazione della politica in materia di difesa e al suo efficace controllo;
°
° °
98. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della NATO, alle agenzie dell'UE nei settori spaziale, della sicurezza e della difesa nonché ai parlamenti nazionali degli Stati membri.
3.12.2020
POSIZIONE DI MINORANZA
a norma dell'articolo 55, paragrafo 4, del regolamento
Özlem Demirel, Clare Daly, Mick Wallace, Manu Pineda
La relazione opta per un'ulteriore militarizzazione e chiede un maggior numero di missioni e operazioni PSDC. La pandemia di COVID è utilizzata come pretesto per promuovere l'autonomia e gli interessi geostrategici ed economici del capitale dell'UE in modo più offensivo e, se necessario, militare. Essa condanna il ruolo destabilizzante dei paesi senza però rispecchiare il ruolo destabilizzante dell'UE nel mondo. Essa elogia la missione EULEX Kosovo, sebbene quest'ultima sia stata macchiata da corruzione e criminalità organizzata e non abbia affatto stabilizzato la regione.
Siamo contrari alla relazione in quanto:
promuove un maggior numero di interventi militari;
riflette erroneamente le missioni militari e "civili", nega il ruolo destabilizzante di tali missioni; offusca l'obiettivo reale, geostrategico ed egoista di questa missione, che amplifica i conflitti piuttosto che risolverli;
accoglie con favore la formazione della cosiddetta guardia costiera libica, consapevole del fatto che è reclutata da milizie che commettono gravi violazioni dei diritti umani, compresi i rientri illegali;
accoglie con favore lo strumento per la pace, che finanzierà le missioni militari, la formazione e le armi che alimenteranno i conflitti ed è in totale contraddizione con la posizione comune dell'UE sulle esportazioni di armi;
sostiene la PESCO, il Fondo per la difesa e l'"autonomia strategica" concentrandosi sulla produzione militare, bellica e degli armamenti;
assicura la piena cooperazione con la NATO;
non è favorevole a un divieto totale delle armi autonome letali.
Chiediamo:
una PESC non militare che si basi sulla diplomazia e mantenga la pace;
un'interpretazione rigorosa dell'articolo 41, paragrafo 2, TUE, che vieta di utilizzare il bilancio dell'UE per operazioni militari o di difesa;
un divieto totale delle armi autonome; un meccanismo sanzionatorio nella posizione comune sulle esportazioni di armi.
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
3.12.2020 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
46 17 6 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Alviina Alametsä, Alexander Alexandrov Yordanov, Maria Arena, Petras Auštrevičius, Traian Băsescu, Lars Patrick Berg, Anna Bonfrisco, Reinhard Bütikofer, Fabio Massimo Castaldo, Susanna Ceccardi, Włodzimierz Cimoszewicz, Katalin Cseh, Tanja Fajon, Anna Fotyga, Michael Gahler, Kinga Gál, Sunčana Glavak, Raphaël Glucksmann, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Márton Gyöngyösi, Sandra Kalniete, Karol Karski, Dietmar Köster, Andrius Kubilius, Ilhan Kyuchyuk, David Lega, Miriam Lexmann, Nathalie Loiseau, Antonio López-Istúriz White, Claudiu Manda, Lukas Mandl, Thierry Mariani, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Sven Mikser, Francisco José Millán Mon, Gheorghe-Vlad Nistor, Urmas Paet, Demetris Papadakis, Kostas Papadakis, Tonino Picula, Manu Pineda, Kati Piri, Giuliano Pisapia, Jérôme Rivière, María Soraya Rodríguez Ramos, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Jacek Saryusz-Wolski, Andreas Schieder, Radosław Sikorski, Jordi Solé, Sergei Stanishev, Tineke Strik, Hermann Tertsch, Hilde Vautmans, Harald Vilimsky, Idoia Villanueva Ruiz, Viola Von Cramon-Taubadel, Witold Jan Waszczykowski, Charlie Weimers, Isabel Wiseler-Lima, Salima Yenbou, Željana Zovko |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Arnaud Danjean, Özlem Demirel, Markéta Gregorová, Bart Groothuis |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
46 |
+ |
PPE |
Alexander Alexandrov Yordanov, Traian Băsescu, Arnaud Danjean, Michael Gahler, Kinga Gál, Sunčana Glavak, Sandra Kalniete, Andrius Kubilius, David Lega, Miriam Lexmann, Antonio López-Istúriz White, Lukas Mandl, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Francisco José Millán Mon, Gheorghe-Vlad Nistor, Radosław Sikorski, Isabel Wiseler-Lima, Željana Zovko |
S&D |
Maria Arena, Włodzimierz Cimoszewicz, Tanja Fajon, Raphaël Glucksmann, Claudiu Manda, Sven Mikser, Demetris Papakadis, Tonino Picula, Kati Piri, Giuliano Pisapia, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Andreas Schieder, Sergei Stanishev |
RENEW |
Petras Auštrevičius, Katalin Cseh, Klemen Grošelj, Bart Groorhuis, Bernard Guetta, Ilhan Kyuchyuk, Nathalie Loiseau, Urmas Paet, María Soraya Rodríguez Ramos, Hilde Vautmans |
VERTS/ALE |
Viola Von Cramon-Taubadel |
NI |
Fabio Massimo Castaldo, Márton Gyöngyösi |
17 |
- |
S&D |
Dietmar Köster |
ID |
Lars Patrick Berg, Thierry Mariani, Jérôme Rivière, Harald Vilimsky |
VERTS/ALE |
Alviina Alametsä, Reinhard Bütikofer, Markéta Gregorová, Jordi Solé, Tineke Strik, Salima Yenbou |
ECR |
Hermann Tertsch, Charlie Weimers |
GUE/NGL |
Özlem Demirel, Manu Pineda, Idoia Villanueva Ruiz |
NI |
Kostas Papadakis |
6 |
0 |
ID |
Anna Bonfrisco, Susanna Ceccardi |
ECR |
Anna Fotyga, Karol Karski, Jacek Saryusz-Wolski, Witold Jan Waszczykowski |
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
- [1] GU L 129I del 17.5.2019, pag. 13.
- [2] GU C 224 del 27.6.2018, pag. 50.
- [3] GU C 369 dell'11.10.2018, pag. 36.
- [4] GU C 388 del 13.11.2020, pag. 91.
- [5] Testi approvati, P9_TA(2020)0008.
- [6] GU C 28 del 27.1.2020, pag. 49.
- [7] Testi approvati, P9_TA(2020)0224.
- [8] Testi approvati, P8_TA(2019)0130.
- [9] Testi approvati, P8_TA(2019)0330.
- [10] GU C 433 del 23.12.2019, pag. 86.
- [11] Testi approvati, P9_TA(2020)0206.
- [12] GU L 335 del 13.12.2008, pag. 99.