RELAZIONE sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune – Relazione annuale 2020

15.12.2020 - (2020/2206(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: David McAllister


Procedura : 2020/2206(INI)
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A9-0266/2020
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A9-0266/2020
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune – Relazione annuale 2020

(2020/2206(INI))

Il Parlamento europeo,

 vista la relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sulla politica estera e di sicurezza comune,

 visto il titolo V del trattato sull'Unione europea (TUE),

 visti la Carta delle Nazioni Unite e l'Atto finale di Helsinki del 1975 dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE),

 vista la dichiarazione della vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) sulla responsabilità politica[1],

 vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dal titolo "Transforming our World: the 2030 Agenda for Sustainable Development" (Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile), del 25 settembre 2015,

 viste le conclusioni del Consiglio sull'approccio integrato alle crisi e ai conflitti esterni, del 22 gennaio 2018,

 vista la terza relazione del gruppo delle Nazioni Unite di eminenti esperti internazionali e regionali sullo Yemen, dal titolo "Yemen: A Pandemic of Impunity in a Tortured Land" (Yemen: una pandemia di impunità in una terra torturata), che copre il periodo dal luglio 2019 al giugno 2020,

 vista la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, del 28 giugno 2016,

 vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dell'8 aprile 2020, sulla risposta globale dell'UE alla pandemia di COVID-19 (JOIN(2020)0011),

 vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2020 sull'uguaglianza di genere nella politica estera e di sicurezza dell'UE[2],

 vista la raccomandazione del Parlamento europeo del 13 marzo 2019 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente la portata e il mandato dei rappresentanti speciali dell'Unione europea[3],

 vista la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325 (2000) sulle donne e sulla pace e la sicurezza,

 vista l'agenda europea sulla sicurezza 2015-2020,

 vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 10 giugno 2020, dal titolo "Contrastare la disinformazione sulla Covid-19 – Guardare ai fatti" (JOIN(2020)0008),

 vista la sua risoluzione del 17 aprile 2020 sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze[4],

 viste le conclusioni del Consiglio sulla sicurezza e la difesa, del 17 giugno 2020,

 vista la comunicazione della Commissione del 9 settembre 2020, dal titolo "Relazione 2020 in materia di previsione strategica: tracciare la rotta verso un'Europa più resiliente",

 viste le conclusioni del Consiglio del 18 giugno 2019, del 15 luglio 2019, del 14 ottobre 2019 e del 12 dicembre 2019, la dichiarazione dei ministri degli Affari esteri dell'UE del 15 maggio 2020, le conclusioni del Consiglio europeo del 20 giugno 2019, del 17 ottobre 2019 e del 1° ottobre 2020 sulle attività illegali della Turchia nel Mediterraneo orientale e le conclusioni del Consiglio del 14 ottobre 2019 sul nord-est della Siria,

 vista la comunicazione della Commissione del 29 aprile 2020, dal titolo "Aiutare i Balcani occidentali ad affrontare la COVID-19 e sostenere la ripresa nel periodo post-pandemia – Contributo della Commissione in previsione della riunione del 6 maggio 2020 fra i leader dell'UE e dei Balcani occidentali" (COM(2020)0315),

 visto l'articolo 54 del suo regolamento,

 vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0266/2020),

A. considerando che il Parlamento ha il dovere e la responsabilità di esercitare il controllo democratico sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) e dovrebbe disporre delle informazioni necessarie in maniera trasparente e tempestiva nonché di mezzi efficaci per svolgere appieno tale ruolo, ivi incluso in relazione a tutti i programmi del settore industriale della difesa;

B. considerando che la PESC dell'UE mira a garantire la sicurezza e la stabilità, promuovendo al contempo i valori europei di libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani;

C. considerando che il mondo è chiamato a fronteggiare uno scenario di aggressiva concorrenza geopolitica che richiede meccanismi e capacità di risposta rapidi e adeguati in materia di politica estera;

D. considerando che la necessità di una politica estera comune più forte, più ambiziosa, credibile e unita è divenuta cruciale, in quanto l'UE si trova ad affrontare molteplici sfide geopolitiche nell'intera regione, che riguardano in modo diretto o indiretto tutti i suoi Stati membri e i suoi cittadini;

E. considerando che nel settore della politica estera e di sicurezza l'UE non è all'altezza del proprio potenziale in quanto manca unità tra gli Stati membri;

F. considerando che nessun singolo Stato membro dell'UE è in grado di affrontare, da solo, le sfide globali cui l'Europa sta facendo fronte oggi; che una PESC ambiziosa ed efficace deve essere sostenuta da risorse finanziarie adeguate e da un meccanismo decisionale migliorato;

G. considerando che, nel contesto della pandemia di COVID-19, la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e le libertà fondamentali si sono deteriorati in molte aree del mondo e che si è assistito a un aumento delle campagne di disinformazione e degli attacchi informatici a opera di paesi terzi; che, anziché un aumento della cooperazione multilaterale in linea con l'ordine internazionale basato su norme, si è registrata un'intensificazione delle tendenze isolazioniste, unilaterali e anti-globalizzazione e delle rivalità sistemiche;

H. considerando che sfide quali la ricomparsa del populismo e dell'autoritarismo, la crescente riluttanza a rispettare il diritto internazionale, i diritti e lo Stato di diritto, e gli attacchi contro la democrazia liberale e il multilateralismo, unitamente alla concorrenza tra le grandi potenze, mutatasi in rivalità, soprattutto tra gli Stati Uniti e la Cina, rappresentano una vera sfida per la sicurezza internazionale e per i valori, gli interessi e l'influenza dell'UE, la quale corre il rischio di essere esclusa dalle sfere decisionali e di venire gravemente danneggiata da tale concorrenza; 

I. considerando che la politica europea di vicinato (PEV) rappresenta uno strumento fondamentale nelle relazioni con i vicini orientali e meridionali dell'UE;

J. considerando che l'instabilità e l'imprevedibilità alle frontiere dell'Unione e nelle sue immediate vicinanze rappresentano una minaccia diretta per la sicurezza dell'Unione e dei suoi Stati membri; che la pandemia di COVID-19 potrebbe comportare un deterioramento del contesto di sicurezza internazionale; che le gravi conseguenze economiche e sociali di questa pandemia avranno un forte impatto sugli attuali livelli di povertà e disuguaglianza globali, e che, pertanto, potrebbero sfociare in un profondo malessere sociale e in pesanti proteste, divenendo un nuovo elemento di instabilità in molti paesi che vivono situazioni di fragilità; che molte delle minacce emerse nel corso degli ultimi anni, tra cui gli attacchi informatici, i cambiamenti climatici e le pandemie, sono ora diventate realtà che hanno ripercussioni sempre più gravi su diversi aspetti della vita umana, nonché sulle opportunità di sviluppo, sull'ordine geopolitico mondiale e sulla stabilità;

K. considerando che l'utilizzo dell'informazione marittima globale è essenziale per garantire una funzione di sorveglianza strategica, permettere l'analisi dei rischi nonché l'allarme rapido a beneficio dell'UE e degli Stati membri e rafforzare il supporto informativo alle operazioni di sicurezza marittima civili e militari;

L. considerando che la lotta al terrorismo rappresenta una priorità fondamentale dell'agenda europea sulla sicurezza 2015-2020;

M. considerando che la pandemia di COVID-19 ha messo in luce la vulnerabilità dell'UE nei confronti dei regimi autoritari, la fragilità delle tradizionali alleanze esterne dell'UE e la necessità per l'Unione di garantire una politica estera coerente con i suoi valori fondamentali; che ciò dovrebbe fare rivalutare all'UE le proprie relazioni esterne affinché esse si fondino sui principi di solidarietà e di multilateralismo; che la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze di ampia portata colpiscono in particolare le persone più vulnerabili, soprattutto nelle regioni che presentano sistemi sanitari e sociali più deboli;

N. considerando che negli ultimi anni sono emerse nuove sfide multidimensionali, come la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la messa in discussione degli accordi di non proliferazione delle armi, l'inasprimento dei conflitti regionali che hanno provocato lo sfollamento della popolazione, la concorrenza per le risorse naturali, la dipendenza energetica, i cambiamenti climatici, il consolidamento degli Stati falliti, il terrorismo, la criminalità organizzata transnazionale, gli attacchi informatici o le campagne di disinformazione;

O. considerando che, alla luce della cessazione di importanti accordi sul controllo degli armamenti e sul disarmo, nonché dei rapidi sviluppi in tema di nuove tecnologie nel settore delle armi, il disarmo, il controllo degli armamenti e la non proliferazione dovrebbero ricevere la massima attenzione nell'ambito della PESC al fine di proteggere i cittadini dell'UE, così come la stabilità e la sicurezza internazionali; che la posizione comune 2008/944/PESC deve essere aggiornata ai fini di una rigorosa applicazione e attuazione dei criteri;

Fare dell'UE un "partner di fiducia" in un ordine geopolitico in evoluzione

1. sottolinea che la pandemia di COVID-19 rappresenta un monito quanto alla necessità di una politica estera e di sicurezza più forte, autonoma, unita e assertiva che accresca la leadership dell'Unione sulla scena internazionale al fine di difendere e sviluppare un ordine internazionale basato su norme che garantisca il multilateralismo, la democrazia e i diritti umani, e di promuovere i suoi valori e i suoi interessi in maniera più decisa a livello globale; evidenzia che, in quest'ottica, l'UE deve innanzitutto aiutare in modo efficace i suoi partner nell'immediato vicinato;

2. promuove e difende il ruolo dell'UE quale partner affidabile in tutto il mondo, "partner di fiducia" privilegiato per i soggetti terzi, intermediario imparziale fondato su principi ma non dogmatico, attore di riferimento per la risoluzione e la mediazione di conflitti, che promuove la diplomazia e il dialogo quale modo privilegiato per svolgere un ruolo costruttivo nei conflitti globali, quale promotore di primo piano dello sviluppo sostenibile e principale contributore del quadro multilaterale, ma anche quale attore globale pronto a intervenire in maniera autonoma e incisiva, ove necessario, per difendere i valori e gli interessi dell'UE, e che si assume le proprie responsabilità garantendo la propria sicurezza e promuovendo la pace e la stabilità internazionali, sulla base dei principi e dei valori della Carta delle Nazioni Unite e conformemente al diritto internazionale, nel rispetto dell'ordine internazionale basato su norme; è dell'opinione che, per accresce l'influenza globale dell'UE e promuovere il suo modello di potenza positiva e il suo ruolo responsabile nella governance globale, nonché al fine di consentirle di assumere le proprie responsabilità strategiche nel suo immediato vicinato, occorrano creatività, un atteggiamento più proattivo nonché un'unità e una solidarietà maggiori tra gli Stati membri, come pure l'impegno e le risorse di questi ultimi;

3. evidenzia che la crescente instabilità a livello mondiale, il contesto sempre più conflittuale, l'erosione del multilateralismo e l'ascesa dell'autoritarismo, come pure le molteplici sfide globali – come ad esempio il crescente clima di conflitto, che conduce al proseguimento e, talvolta, alla ripresa di conflitti armati, anche alle frontiere orientali e meridionali del continente europeo, il terrorismo, i cambiamenti climatici e le minacce sempre più gravi per le risorse naturali, i flussi migratori incontrollati, i rischi sanitari, le minacce ibride come le campagne di disinformazione, le misure attive e gli attacchi informatici – dovrebbero indurre l'UE a sviluppare la propria autonomia strategica, intensificando al tempo stesso la cooperazione con i suoi alleati; sottolinea, a tale riguardo, che è importante che l'Unione istituisca una cooperazione più strategica con i paesi terzi, basata sulla fiducia e sul vantaggio reciproco, e dia vita ad alleanze con le democrazie che condividono i suoi stessi ideali, anche nell'emisfero australe, come pure a coalizioni ad hoc con altri partner affini, ove necessario;

4. pone in rilievo, a tale proposito, la necessità che l'Unione collabori a più stretto contatto con partner chiave su scala globale e svolga un ruolo attivo nella difesa di istituzioni cardine per il diritto internazionale e il sistema multilaterale; insiste sull'importanza di rafforzare il partenariato dell'UE con le Nazioni Unite e la NATO, nonché di approfondire la cooperazione con organizzazioni quali il Consiglio d'Europa, l'OSCE, l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN), l'Unione africana, l'Organizzazione degli Stati americani (OSA), la Lega degli Stati arabi, la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (CELAC) e il Mercosur; chiede di intensificare la cooperazione e il coordinamento tra l'UE e la NATO, mettendo in comune conoscenze e risorse ed evitando duplicazioni, in modo da sviluppare un approccio complementare comune alle sfide attuali e future in materia di sicurezza a livello regionale e globale, nonché alle situazioni di conflitto, alle crisi sanitarie, alle minacce asimmetriche e ibride, agli attacchi informatici e alla disinformazione; enfatizza l'importanza della Corte penale internazionale (CPI) nelle indagini sui crimini contro l'umanità e nella difesa delle vittime, e accoglie con favore il forte sostegno espresso dall'Unione nei confronti della Corte, che è stata recentemente oggetto di pressioni e attacchi;

5. esprime preoccupazione per la portata senza precedenti delle campagne di disinformazione e propaganda finanziate dallo Stato e non, che producono effetti devastanti sulle società, anche nel vicinato europeo e in particolare nei Balcani occidentali; condanna la manipolazione e la strumentalizzazione delle informazioni, ivi incluso da parte di attori statali, substatali e non statali malintenzionati, nonché le piattaforme e le organizzazioni utilizzate dai paesi terzi autoritari per finanziare e influenzare in modo diretto e indiretto i partiti e gli attori politici europei; si compiace della risposta assolutamente necessaria fornita dalle istituzioni dell'UE a questa nuova sfida, come l'istituzione di una nuova commissione parlamentare speciale incentrata sulle ingerenze esterne nei processi democratici dell'UE, inclusa la disinformazione, e l'adozione della decisione del Consiglio concernente misure restrittive contro gli attacchi informatici che minacciano l'Unione o i suoi Stati membri[5]; sottolinea la necessità di una risposta che non limiti i diritti e le libertà fondamentali; pone in rilievo l'importanza di un'efficace comunicazione strategica dell'UE e plaude al rafforzamento di Stratcom nel quadro del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e ai suoi sforzi volti a individuare e reprimere le campagne di disinformazione; evidenzia che è necessario che l'UE rafforzi ulteriormente le proprie capacità di contrastare in maniera proattiva le notizie false e la disinformazione, in quanto rappresentano una minaccia per la democrazia, e migliori la sua cultura della sicurezza al fine di proteggere meglio le reti di informazione e di comunicazione; invita l'UE a svolgere un ruolo di capofila nel promuovere un quadro collettivo di autodifesa e cooperazione per contrastare le minacce ibride e l'influenza malevola dei regimi autoritari, in particolare per quanto riguarda la governance democratica e le imprese private a livello globale; sottolinea pertanto la necessità che l'UE rafforzi le alleanze con altri attori democratici globali per far fronte a tali minacce su scala mondiale, anche attraverso istituzioni multilaterali riformate e più resilienti;

6. insiste sul fatto che la politica estera e di sicurezza dell'UE debba essere imperniata attorno alla promozione degli obiettivi di cui all'articolo 21 TUE, quali la democrazia, la dignità umana, i diritti umani e le libertà fondamentali, incluse la libertà di religione o di credo, la protezione di tutte le minoranze e le comunità religiose, tra cui cristiani, ebrei, musulmani, non credenti e altri, e la promozione dell'uguaglianza di genere; accoglie con favore, a tale proposito, la recente decisione della Commissione di rinnovare il mandato dell'inviato speciale per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell'UE, ma esorta a procedere quanto prima a una nomina; invita le delegazioni dell'UE a monitorare con attenzione la situazione globale dei diritti umani, a identificare le tendenze e a sostenere gli sforzi profusi dalle organizzazioni della società civile al fine di invertire le tendenze negative per quanto riguarda i diritti umani in tutto il mondo; evidenzia che la politica estera e di sicurezza dell'UE è resa più efficace attraverso il ricorso alla condizionalità nei suoi incentivi economici e politici; ricorda, in tale contesto, che la Commissione dovrebbe monitorare e riferire regolarmente al Parlamento in merito alla situazione dei diritti umani nei paesi terzi beneficiari dell'esenzione dal visto e dovrebbe sospendere tale esenzione in caso di violazioni nel paese interessato; invita la Commissione e il Consiglio a rafforzare i programmi di sostegno alla democrazia dell'Unione a livello globale, promuovendo processi a favore della democrazia dal basso verso l'alto e potenziando le capacità di resilienza istituzionali, nonché sostenendo il lavoro delle fondazioni politiche europee a favore del rafforzamento dei processi democratici; ribadisce l'invito espresso nella sua raccomandazione del 13 marzo 2019 a procedere a una riforma e a una revisione dei rappresentanti speciali e degli inviati speciali dell'UE;

7. sottolinea che l'UE dovrebbe affrontare le cause profonde della migrazione, quali la povertà, l'insicurezza alimentare e nutrizionale, la disoccupazione, l'instabilità e la mancanza di sicurezza nei paesi terzi d'origine delle migrazioni illegali di massa; evidenzia che occorre altresì privilegiare il sostegno alla creazione di istituzioni stabili per promuovere lo sviluppo sostenibile della società in questi Stati;

Un nuovo livello di ambizione per la PESC: approcci regionali strategici basati su una volontà politica più forte

8. ricorda che nessuno Stato membro dell'UE, da solo, dispone di sufficienti competenze e risorse per affrontare efficacemente le attuali sfide internazionali; ritiene, in tale contesto, che l'UE necessiti innanzitutto di una volontà politica genuina e più forte da parte degli Stati membri dell'Unione per definire e perseguire insieme la realizzazione degli obiettivi di politica estera dell'UE, quali la prevenzione dei conflitti e gli accordi di pace, e contrastare i tentativi dei paesi terzi di indebolire e dividere l'Unione, ivi incluso minacciando i valori europei; sottolinea che solo un'Unione europea forte e unita, dotata di una politica estera, di sicurezza e di difesa consolidata e in cui gli Stati membri dell'UE sostengono il VP/AR nell'attuazione degli obiettivi concordati, sarà in grado di svolgere un ruolo decisivo nel nuovo contesto geopolitico; invita le istituzioni e gli Stati membri dell'UE a coordinare eventuali azioni in risposta alla crisi della COVID-19, reciprocamente e con i partner internazionali, al fine di promuovere una risposta globale coerente e inclusiva alla pandemia e, a tale proposito, accoglie con favore l'approccio "Team Europe";

9. ribadisce il suo invito a rivedere la strategia globale dell'UE al fine di trarre insegnamenti dalle nuove dinamiche geopolitiche, dalle minacce attuali, inclusa la pandemia di COVID-19, e dalle future sfide attese, nonché di valutare nuovamente gli obiettivi e gli strumenti della PESC; evidenzia che, contestualmente all'ulteriore sviluppo della cooperazione con i partner e gli alleati internazionali, l'UE deve accelerare il processo decisionale in materia di affari esteri e la sua capacità di collaborare con partner che condividono gli stessi principi, rafforzando nel contempo il multilateralismo, e rafforzare le sue capacità strategiche di azione, anche autonomamente se necessario; sottolinea che l'UE ha la responsabilità di costruire la sua autonomia strategica per quanto riguarda le questioni diplomatiche, di sicurezza e di difesa comuni nonché gli affari di ordine economico, sanitario e commerciale, in modo da far fronte al moltiplicarsi delle sfide comuni e difendere i propri interessi, le proprie norme e i propri valori nel contesto post-pandemia; insiste pertanto sulla necessità per i paesi europei di conservare la capacità di decidere e di agire autonomamente; esorta gli Stati membri ad attuare e applicare rapidamente il nuovo regolamento onde istituire meccanismi di controllo degli investimenti esteri nei settori critici; incoraggia gli Stati membri dell'UE a creare un nuovo consesso per la cooperazione multilaterale, attingendo all'eredità del comitato di coordinamento per il controllo strategico delle esportazioni multilaterali, al fine di monitorare e controllare l'esportazione di tecnologie, i flussi commerciali e gli investimenti sensibili che coinvolgono paesi che destano preoccupazione;

10. ritiene che, ai fini del conseguimento degli obiettivi della PESC, vi sia ancora un grande potenziale non sfruttato nella combinazione e nell'integrazione di tutti gli aspetti di "hard power" e "soft power" dell'azione esterna dell'UE; rammenta, a tale riguardo, che la diplomazia del Parlamento europeo, con i suoi strumenti e canali distinti e complementari, costituisce un pilastro importante della politica estera dell'UE; è dell'opinione che il Parlamento europeo dovrebbe pertanto essere riconosciuto quale parte integrante dell'approccio "Team Europa" promosso dalla Commissione e dal SEAE; evidenzia, a tale proposito, l'importanza del ruolo del Parlamento in termini di mediazione e sostegno alla democrazia, nonché il valido contributo delle assemblee parlamentari all'azione esterna europea, anche in materia di sicurezza e difesa, e la necessità di promuovere la loro attività e garantire il corretto svolgimento del loro lavoro; invita il VP/AR e i presidenti della Commissione e del Consiglio a informare regolarmente il Parlamento e a coinvolgerlo nell'azione esterna dell'UE;

11. ritiene che l'ambizione di poter contare su una politica estera e di sicurezza dell'Unione che sia solida, autonoma e pienamente sviluppata presuppone di disporre altresì di un corpo diplomatico con le stesse caratteristiche, formato fin dalla sua origine in una dimensione specificatamente europea; sostiene, in quest'ottica, il processo di creazione di una accademia diplomatica europea impegnata nell'istituzione di un sistema di selezione e formazione autonomo dei futuri corpi diplomatici dell'Unione, nell'ambito di una vera e propria carriera diplomatica europea;

12. evidenzia che le disposizioni del trattato dell'UE sulla consultazione del Parlamento e sulla trasmissione di informazioni a quest'ultimo in materia di PESC dovrebbero tradursi in norme chiare per quanto riguarda la condivisione dei documenti pertinenti, inclusi i progetti di strategia, secondo modalità trasparenti e tempestive; esprime la necessità di migliorare in maniera sostanziale l'attuale modalità della Commissione e del SEAE di trasmettere al Parlamento ogni informazione sensibile o riservata; chiede inoltre che siano valutati modi per migliorare la qualità, la portata e il formato delle riunioni di commissione e degli scambi con il SEAE e la Commissione; ritiene che la "dichiarazione sulla responsabilità politica" del 2010 non costituisca più una base adeguata per le relazioni tra il Parlamento e il VP/AR e dovrebbe essere sostituita da un accordo interistituzionale per promuovere i diritti di controllo democratico del Parlamento, in conformità dei trattati; rammenta inoltre di aver chiesto una revisione della decisione del Consiglio che istituisce il SEAE;

13. si rammarica per la mancanza di progressi in merito al miglioramento del processo decisionale relativo alle questioni inerenti alla PESC, con conseguenti ricadute sull'efficienza, la rapidità e la credibilità dell'azione e del processo decisionale dell'UE sulla scena internazionale; invita gli Stati membri ad avviare urgentemente un dibattito relativo alla possibilità di passare dal voto all'unanimità al voto a maggioranza qualificata quantomeno in specifici settori della PESC, come le decisioni su questioni relative ai diritti umani e le sanzioni, quale mezzo concreto per rafforzare l'influenza dell'UE sulla scena globale;

14. insiste ai fini dell'adozione e dell'attuazione tempestive di un solido meccanismo di sanzioni mirate dell'UE in materia di diritti umani (una legge dell'UE simile alla legge Magnitsky) che comporti il divieto di rilascio del visto e il congelamento di beni; evidenzia che tale meccanismo di sanzioni dovrebbe altresì applicarsi agli atti di corruzione nonché al traffico di esseri umani e alla violenza sessuale e di genere; sottolinea che il regime di sanzioni deve prevedere un meccanismo di attuazione efficace che assicuri la conformità di tutti gli Stati membri;

15. auspica una revisione degli elenchi delle attrezzature vietate per l'esportazione in paesi terzi, onde evitare che gli Stati membri forniscano strumenti che possono essere utilizzati per opprimere i cittadini, finanziati da fondi dell'UE;

16. è favorevole a un dibattito a livello di Unione per esaminare nuove modalità di cooperazione, come ad esempio un Consiglio di sicurezza europeo, essendo giunto il momento di istituire ufficialmente strutture e istituzioni efficaci per migliorare la coerenza e l'influenza della politica estera e di sicurezza dell'UE; ritiene che tale idea vada discussa nel quadro della Conferenza sul futuro dell'Europa e ribadisce la richiesta di istituire un Consiglio dei ministri della Difesa;

17. evidenzia l'impegno dell'Unione a rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite sulla scena internazionale e insiste pertanto sulla necessità di riformare il sistema delle Nazioni Unite, in modo che sia rafforzata la coerenza delle azioni di tutte le sue agenzie, organizzazioni e programmi, onde assicurare il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'agenda 2030; chiede ancora una volta agli Stati membri di sostenere riforme relative alla composizione e al funzionamento del Consiglio di sicurezza, che lo rendano più efficiente e operativo, elemento fondamentale per salvaguardare la pace mondiale, con un'agenda che vada oltre la sicurezza militare e comprenda i flussi di profughi e degli sfollati, la sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici e la lotta contro le pandemie;

18. pone in evidenza l'importanza vitale dell'UE per sostenere i processi democratici ed elettorali in corso e salvaguardarne la trasparenza e la legittimità;

19. riconosce che la stabilità, la sicurezza, la pace e la prosperità dei Balcani occidentali e dei paesi del vicinato orientale e meridionale incidono direttamente sulla stabilità e la sicurezza dell'Unione e dei suoi Stati membri, come pure sulla sua immagine di attore geopolitico mondiale; sottolinea il fatto che l'Unione europea è il principale partner commerciale e investitore nei paesi dei Balcani occidentali e del partenariato orientale; invita l'UE ad assumersi la propria responsabilità strategica nel suo vicinato e a svolgere un ruolo più tempestivo, attivo, unificato ed efficace nella mediazione e nella risoluzione pacifica delle tensioni e dei conflitti in corso, nonché nella prevenzione di eventuali conflitti futuri nel vicinato; ritiene che ciò possa essere conseguito privilegiando gli sforzi di costruzione preventiva della pace, tra cui la diplomazia preventiva e i meccanismi di allerta rapida, intensificando la cooperazione bilaterale e sostenendo le forze democratiche e lo Stato di diritto, creando incentivi positivi per la stabilizzazione e lo sviluppo socioeconomici, nonché accrescendo la resilienza delle società, con adeguate risorse di bilancio; riafferma il proprio fermo sostegno al formato Normandia, alla conferenza di Berlino sulla Libia e al gruppo di Minsk;

20. ribadisce il proprio impegno a favore dell'allargamento dell'Unione quale fondamentale politica trasformativa dell'UE e plaude alla metodologia riveduta della Commissione e al maggiore accento che pone sulla natura politica del processo di allargamento; sostiene la prospettiva europea per i paesi dei Balcani occidentali e si compiace del fatto gli Stati membri dell'UE abbiano ribadito il loro sostegno inequivocabile a tale prospettiva, come affermato nella dichiarazione di Zagabria del 6 maggio 2020, nonché della decisione di avviare negoziati di adesione con l'Albania e la Macedonia del Nord; invita il Consiglio e la Commissione ad avviare senza indugio le conferenze intergovernative con i due paesi in questione e, più in generale, ad accelerare il processo di adesione, dal momento che i paesi dei Balcani occidentali fanno geograficamente, storicamente e culturalmente parte dell'Europa; sottolinea che l'integrazione dei due paesi nell'UE è di fondamentale importanza per la stabilità e la sicurezza dell'intero continente, nonché per l'influenza dell'UE nella regione e non solo; insiste sulla necessità che il processo di adesione comporti una trasformazione democratica, economica ed ecologica sostenibile e una convergenza sociale, e che garantisca relazioni di buon vicinato e la cooperazione regionale; ricorda che il processo di allargamento si basa sul merito e si fonda su una condizionalità rigorosa ed equa, conformemente ai criteri di Copenaghen; ribadisce che l'adozione di riforme deve essere tangibile sul terreno e insiste sulla necessità di fornire parametri di riferimento per l'adesione chiari, trasparenti e coerenti nonché un'assistenza politica, finanziaria (IPA III) e tecnica continua per l'intera durata del processo, con una chiara misurazione dei progressi compiuti; sottolinea che i paesi candidati e potenziali candidati dovrebbero allinearsi alle pertinenti dichiarazioni PESC del VP/AR a nome dell'UE e alle decisioni del Consiglio;

21. accoglie con favore i risultati del vertice dell'UE con gli Stati del partenariato orientale (PO) e auspica un concreto impegno dei sei paesi nei processi di riforma necessari per costruire società più democratiche, più prospere, più eque, più stabili e più vicine ai valori e principi fondamentali; sottolinea che la cooperazione con i paesi del PO e con gli altri paesi del vicinato europeo dovrebbe rappresentare una priorità per la PESC in ragione dell'interesse cruciale dell'UE per lo sviluppo e la democratizzazione dei paesi in questione; invita la Commissione e il SEAE a continuare a rafforzare i legami economici e di connettività, a ricorrere ad accordi commerciali e di associazione, all'accesso al mercato unico e a contatti interpersonali approfonditi, anche mediante l'agevolazione e la liberalizzazione dei visti, qualora tutti i requisiti siano soddisfatti; sottolinea che quanto sopra potrà servire da incentivo per la promozione di riforme democratiche e l'adozione di regole e norme dell'Unione; invita l'UE a mantenere una differenziazione caso per caso all'interno dei paesi del PO improntata ai principi "più progressi, più aiuti" e "meno progressi, meno aiuti"; riconosce l'esperienza e la competenza esclusive dei paesi del PO, tra cui il loro contributo alle missioni, ai gruppi tattici e alle operazioni nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune dell'UE (PSDC), e chiede di intensificare la cooperazione tra l'UE e il PO per le politiche di difesa correlate all'Unione;

22. sostiene le rivendicazioni di libertà, democrazia e dignità del popolo bielorusso, nonché la richiesta di nuove elezioni presidenziali libere ed eque; riconosce il ruolo fondamentale del consiglio di coordinamento in rappresentanza delle proteste del popolo bielorusso; condanna fermamente la violenta repressione di manifestanti pacifici e plaude all'imposizione di sanzioni contro il regime di Lukashenko, compreso lo stesso Aliaksandr Lukashenko, e ribadisce la sua posizione di non riconoscere i risultati falsificati delle elezioni presidenziali del 9 agosto 2020; chiede all'UE di rivedere radicalmente le sue relazioni con la Bielorussia in considerazione del mancato rispetto da parte del regime degli impegni assunti nel quadro del diritto internazionale e dei suoi accordi con l'UE, anche per promuovere la stabilizzazione socioeconomica, lo sviluppo e il sostegno alle forze democratiche;

23. insiste sull'importanza dell'impegno dell'UE a sostegno della sovranità, dell'indipendenza e dell'integrità territoriale dei suoi partner all'interno dei loro confini riconosciuti a livello internazionale; esprime preoccupazione per la proliferazione di zone critiche di conflitto nei paesi del vicinato più immediato dell'UE, nonché per i conflitti latenti e per l'occupazione di fatto di territori di Stati sovrani da parte della Federazione russa; ribadisce la propria condanna per le politiche aggressive della Russia nei confronti dell'Ucraina, il ruolo negativo della Russia in diversi conflitti latenti e le pressioni russe su alcuni dei paesi dell'immediato vicinato dell'UE, oltre alle violazioni dei diritti dei tatari di Crimea, al blocco del Mar d'Azov, alla continua confisca dei giacimenti di gas ucraini nel Mar Nero, nonché alla violazione dell'integrità territoriale della Georgia e della Moldova; resta pienamente impegnato a favore della politica di non riconoscimento dell'annessione illegale della Crimea; invita la Russia ad assumersi le proprie responsabilità, ad adoperare la sua influenza sui separatisti da essa sostenuti e a tenere pienamente fede ai suoi impegni assunti nel quadro degli accordi di Minsk; sottolinea la necessità che l'UE intensifichi i suoi interventi per la risoluzione pacifica dei cosiddetti "conflitti congelati", anche nell'ambito di un dialogo con i paesi terzi coinvolti, promuova attivamente soluzioni basate sulle norme e i principi del diritto internazionale, sulla Carta delle Nazioni Unite e sull'Atto finale di Helsinki dell'OSCE del 1975, e rafforzi il sostegno ai civili, agli sfollati interni e ai profughi vittime di conflitti;

24. prende debitamente atto dell'accordo su un cessate il fuoco integrale nel Nagorno-Karabakh e dintorni firmato dall'Armenia, dall'Azerbaigian e dalla Russia il 9 novembre 2020; si augura che tale accordo salvi la vita di civili e militari e offra migliori prospettive per una soluzione pacifica di questo conflitto mortale; deplora che il cambiamento dello status quo sia avvenuto con il ricorso alla forza militare anziché a negoziati pacifici; condanna fermamente l'uccisione di civili e la distruzione di strutture civili e luoghi di culto, come pure l'impiego denunciato di munizioni a grappolo nel conflitto; esorta sia l'Armenia che l'Azerbaigian a ratificare, senza ulteriori indugio, la Convenzione sulle munizioni a grappolo che ne vieta integralmente l'uso; insiste sul fatto che non è ancora stata trovata una soluzione duratura e che il processo per conseguire la pace e determinare il futuro status giuridico della regione dovrebbe essere guidato dai copresidenti del gruppo di Minsk e improntato ai principi fondamentali del gruppo; pone in evidenza l'urgente necessità di garantire che l'assistenza umanitaria possa raggiungere le persone in stato di bisogno, che sia garantita la sicurezza della popolazione armena e del suo patrimonio culturale nel Nagorno-Karabakh e che gli sfollati interni e i profughi possano ritornare al loro precedente luogo di residenza; chiede che siano debitamente indagate tutte le accuse di crimini di guerra e che i responsabili siano assicurati alla giustizia; invita l'UE a svolgere un ruolo più significativo nella risoluzione del conflitto e a non lasciare il destino della regione nelle mani di altre potenze;

25. invita l'UE a riconoscere le specificità di ciascuno dei paesi della regione del Mediterraneo meridionale nelle sue politiche inerenti alla regione; la invita a intensificare la cooperazione con gli attori regionali, come la Lega degli Stati arabi, l'Unione Africana e l'Unione per il Mediterraneo, e a sostenere attivamente la cooperazione intraregionale tra i paesi del vicinato meridionale, quale strumento indispensabile per la sicurezza e lo sviluppo economico sostenibile; sottolinea la necessità di rafforzare le relazioni dell'Unione con i paesi del Nord Africa; deplora che, a 25 anni dall'avvio del cosiddetto processo di Barcellona, non sia stata ancora ultimata la costruzione di uno spazio comune di prosperità, stabilità e libertà con gli Stati mediterranei del vicinato meridionale; sostiene pienamente il processo di Berlino e si compiace di tutte le iniziative delle Nazioni Unite volte a trovare una soluzione politica globale alla crisi in Libia;

26. ritiene che l'UE debba continuare a svolgere un ruolo proattivo in ordine al processo di pace in Medio Oriente e alla conclusione di un accordo tra le parti, anche sulle questioni riguardanti un accordo sullo status definitivo, considerando in particolare la necessità di mantenere le condizioni sul terreno per una soluzione pacifica fondata sulla coesistenza di due Stati, sulla base dei confini del 1967, con Gerusalemme capitale di entrambi gli Stati, con uno Stato di Israele sicuro e uno Stato palestinese indipendente, democratico, contiguo e sostenibile, che esistano fianco a fianco in pace e sicurezza, sulla base del diritto all'autodeterminazione e del pieno rispetto del diritto internazionale;

27. prende atto degli accordi di Abramo che hanno normalizzato le relazioni diplomatiche tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein; plaude, a tale riguardo, al ruolo svolto dagli Stati Uniti nel facilitare tali accordi; richiama l'attenzione sul fatto che Stati arabi come l'Egitto o la Giordania, che da anni mantengono relazioni diplomatiche con Israele, hanno svolto un ruolo significativo nel promuovere il dialogo sul processo di pace in Medio Oriente, anche in materia di sicurezza e stabilità; sottolinea la continua importanza di investire in negoziati significativi tra Israele e Palestina; si compiace del fatto che una delle premesse degli accordi di Abramo sia stata la sospensione dei piani di annessione in Cisgiordania e invita tutte le parti a rispettarla;

28. accoglie con favore il recente accordo tra i poteri politici palestinesi sulla celebrazione delle elezioni legislative e presidenziali entro i prossimi sei mesi e sottolinea che le elezioni democratiche si confermano una priorità fondamentale per l'Unione; insiste sulla necessità di sostenere il processo di pace in Medio Oriente e di garantire sufficienti risorse finanziarie per le attività dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi del Vicino Oriente (UNRWA), in stretta collaborazione con i donatori internazionali;

29. plaude all'impegno dell'UE di preservare il piano d'azione congiunto globale (PACG) e a garantirne la piena attuazione da parte di tutte le parti; sottolinea che il suddetto accordo multilaterale è un risultato cruciale della diplomazia europea, che permane un caposaldo essenziale dell'architettura mondiale di non proliferazione, fungendo da pietra angolare della pace, della sicurezza e della stabilità a livello regionale, e che è nell'interesse dell'Unione garantirne la piena preservazione e attuazione; chiede agli Stati Uniti di astenersi da azioni unilaterali, contribuendo in tal modo alla pace e alla sicurezza regionale e mondiale nonché a un ordine internazionale basato su regole; esorta il VP/AR ad avvalersi di tutti i mezzi politici e diplomatici a disposizione per salvaguardare il PACG; invita il VP/AR, viste le esistenti rivalità nella regione del Golfo, a intensificare il dialogo politico con i paesi della regione al fine di promuovere l'allentamento delle tensioni e un'architettura di sicurezza regionale inclusiva, in linea con le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 10 gennaio 2020; lo invita altresì, a tale proposito, a valutare la possibilità di nominare un inviato speciale per la regione del Golfo onde agevolare tale compito;

30. invita la Francia, la Germania e il Regno Unito, in quanto firmatari del PACG, nonché l'UE e i suoi Stati membri, a rafforzare la loro unità, deterrenza e resilienza contro le sanzioni secondarie di paesi terzi e ad attuare misure per salvaguardare gli interessi legittimi dell'Unione, anche mediante la piena operatività dello strumento a sostegno degli scambi commerciali (INSTEX); respinge la nuova imposizione unilaterale ed extraterritoriale di sanzioni da parte degli Stati Uniti a seguito del loro ritiro dal PACG, in quanto lede i legittimi interessi economici e di politica estera dell'UE, in particolare ostacolando il commercio umanitario con l'Iran nel contesto della pandemia di COVID-19; invita gli Stati Uniti a riaderire senza condizioni al PACG, sollecitando parallelamente l'Iran a riconformarsi pienamente gli impegni assunti nell'ambito dell'accordo;

31. prende atto della relazione del gruppo di eminenti esperti internazionali e regionali delle Nazioni Unite sullo Yemen, secondo cui il governo yemenita, gli Houthi, il consiglio di transizione meridionale e i membri della coalizione guidata dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario internazionale, qualificabili come crimini di guerra, come ad esempio attacchi indiscriminati contro civili e strutture civili; invita l'UE e i suoi Stati membri a garantire che non vi sia impunità per i reati più gravi, anche sostenendo il deferimento della situazione nello Yemen alla Corte penale internazionale; invita l'UE e i suoi Stati membri a introdurre sanzioni mirate contro i funzionari dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti coinvolti in presunti crimini di guerra; invita una volta di più gli Stati membri a interrompere le vendite di armi all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, vendite che non fanno altro che renderli complici del perpetuarsi del conflitto e del prolungamento delle sofferenze del popolo yemenita;

32. è del parere che l'UE debba definire con urgenza una migliore strategia geopolitica e globale per le sue relazioni a breve, medio e lungo termine con la Turchia, in particolare alla luce del continuo regresso democratico e della crescente assertività della politica estera turca, che contribuisce all'inasprimento delle tensioni e ha un impatto destabilizzante che minaccia la pace e la stabilità regionali nel Mediterraneo orientale, in Medio Oriente e nel Caucaso meridionale, nonché del suo ruolo nei conflitti in Siria, in Iraq, in Libia e nel Nagorno-Karabakh;

33. chiede all'UE di svolgere un ruolo di rilievo nel Mediterraneo, essendo ormai un attore in grado di garantire la stabilità della regione, anche nell'ottica di combattere la criminalità organizzata, il terrorismo e l'immigrazione irregolare; sottolinea che i lavori legislativi in corso riguardo al nuovo patto sulla migrazione e l'asilo rappresentano un'occasione fondamentale per i colegislatori dell'UE di migliorare la politica dell'Unione in materia di asilo e migrazione ai fini di una minore dipendenza dalla Turchia;

34. ribadisce che i negoziati di adesione con la Turchia sono formalmente congelati tenuto conto della situazione dei diritti umani, del regresso democratico e delle sfide allo Stato di diritto all'interno del paese; ritiene che le relazioni con la Turchia non debbano fondarsi su un processo di adesione illusorio e sorpassato; insiste sul fatto che la creazione di un contesto stabile e sicuro nel Mediterraneo orientale è nell'interesse strategico comune dell'Unione europea, dei suoi Stati membri e della Turchia; ricorda, tuttavia, che il dialogo essenziale che deve prevalere nella creazione di un siffatto contesto stabile e sicuro può esistere soltanto evitando qualsiasi provocazione unilaterale, tanto più con azioni militari, navali o aeree; ricorda a tale proposito la piena solidarietà dell'UE nei confronti dei suoi Stati membri, Grecia e Cipro;

35. ribadisce che l'Unione è pronta a ricorrere a tutti gli strumenti e a tutte le opzioni a sua disposizione, compresi quelli di cui all'articolo 29 del trattato sull'Unione europea e all'articolo 215 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, per la difesa dei suoi interessi e di quelli dei suoi Stati membri; ricorda le conclusioni del Consiglio del 14 ottobre 2019 in cui si invitano gli Stati membri ad adottare ferme posizioni nazionali in merito alla loro politica di esportazione di armi alla Turchia, sulla base delle disposizioni della posizione comune 2008/944/PESC, tra cui la rigorosa applicazione del criterio 4 sulla stabilità regionale; invita inoltre il VP/AR e il Consiglio a valutare l'avvio di un'iniziativa intesa ad obbligare tutti gli Stati membri a bloccare le licenze di esportazione di armi verso la Turchia conformemente alla posizione comune; ricorda le conclusioni del Consiglio del 1º ottobre 2020 in cui si sottolinea che l'UE si avvarrà di tutti gli strumenti e le opzioni a sua disposizione, tra cui l'imposizione di un regime di sanzioni alla Turchia, per difendere i suoi interessi e quelli dei suoi Stati membri; rinnova l'invito al VP/AR fintantoché la Turchia non cesserà le azioni unilaterali illegali in corso nel Mediterraneo orientale, contrarie alla sovranità di qualsiasi Stato membro dell'UE e al diritto internazionale e non avvierà un dialogo basato su tale diritto; invita la leadership della NATO a comunicare senza mezzi termini alla Turchia che non tollererà le aggressioni del paese contro altri membri della NATO;

36. condanna fermamente la firma dei due memorandum d'intesa tra la Turchia e la Libia sulla delimitazione delle zone marittime e su una cooperazione militare e di sicurezza globale che sono interconnessi e violano chiaramente il diritto internazionale e la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che impone un embargo sulle armi nei confronti della Libia;

37. condanna fermamente il ruolo destabilizzante della Turchia, che mette a rischio la fragile stabilità dell'intera regione del Caucaso meridionale; invita la Turchia ad astenersi da qualsiasi ingerenza nel conflitto del Nagorno-Karabakh, tra cui l'offerta di assistenza militare all'Azerbaigian, nonché a desistere dalle proprie azioni destabilizzatrici e a promuovere attivamente la pace; condanna inoltre il trasferimento di combattenti terroristi stranieri da parte della Turchia dalla Siria e da altre zone al Nagorno-Karabakh, come confermato da attori internazionali, tra cui i paesi che copresiedono il Gruppo di Minsk dell'OSCE; deplora la sua volontà di destabilizzare il Gruppo di Minsk dell'OSCE perseguendo la finalità di svolgere un ruolo più decisivo nel conflitto;

38. sottolinea che è indispensabile e nell'interesse reciproco dell'UE e del Regno Unito, in particolare in ragione della loro comunanza di principi e valori, nonché della vicinanza geografica e della reciproca cooperazione strategica di lunga data, concordare risposte comuni per affrontare le sfide in materia di politica estera, di sicurezza e di difesa basate sui principi del multilateralismo, sulla risoluzione dei conflitti mediante il dialogo e la diplomazia e sul diritto internazionale, tenendo presente che la maggior parte delle minacce internazionali colpisce entrambe le parti con la stessa intensità; sottolinea l'importanza di trovare un accordo valido sulle future relazioni tra l'UE e il Regno Unito, che tuteli gli interessi dell'UE;

39.  insiste sul fatto che la cooperazione transatlantica si conferma cruciale ed è fondamentale per la politica estera e di sicurezza comune dell'UE; chiede un maggiore impegno per un saldo e rinnovato partenariato transatlantico e un dialogo costante, basato sul rispetto reciproco e su azioni concrete per promuovere il multilateralismo, lo Stato di diritto, i diritti umani, la cooperazione transatlantica in materia di sicurezza ed economia e la lotta contro i cambiamenti climatici, nonché per mantenere il sistema internazionale basato su regole onde affrontare le sfide e le crisi attuali e future in materia di politica estera, sicurezza e scambi commerciali, con particolare riferimento all'attuale emergenza sanitaria e alle sfide economiche, sociali, di sicurezza e politiche che comporta;

40. insiste sulla necessità di rafforzare il partenariato transatlantico allo scopo di affrontare più efficacemente la pandemia e altre importanti sfide internazionali come i cambiamenti climatici; riconosce la necessità di impostare la cooperazione UE-USA su nuove basi, per contrastare le ambizioni nazionalistiche, autoritarie ed egemoniche, le tensioni espansionistiche in Medio Oriente e nel Golfo, la multipolarità degli operatori economici che stanno acquisendo una posizione sempre più dominante e l'attuale crisi economica su entrambe le sponde dell'Atlantico; accoglie con favore l'iniziativa dell'UE di instaurare un dialogo transatlantico sulla Cina;

41. ritiene che tale partenariato possa avere successo soltanto se fondato su relazioni di valori e interessi condivisi e sul rispetto del diritto internazionale e delle istituzioni multilaterali, ma anche sulla fiducia, che negli ultimi anni ha purtroppo risentito negativamente di azioni unilaterali eccessive che hanno indebolito anche i quadri multilaterali di cui fanno parte l'UE e i suoi Stati membri; deplora al riguardo le tendenze unilateraliste dell'Amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump; sottolinea che l'indebolimento dei legami occidentali permette ai paesi illiberali di colmare il vuoto di leadership sulla scena internazionale; esprime l'auspicio che gli Stati Uniti invertano la propria rotta degli ultimi anni per quanto riguarda il ritiro dall'ordine mondiale multilaterale basato su regole, consentendo la ripresa di una stretta unità di azione transatlantica pienamente allineata ai valori e ai principi condivisi dall'UE e dagli Stati Uniti; ribadisce la necessità che i paesi europei membri della NATO si assumano maggiori responsabilità nella protezione dello spazio transatlantico e rispondano alle nuove minacce ibride; sottolinea che, unendo le forze con gli Stati Uniti in tali sforzi di consolidamento della pace in futuro, vi sarebbero maggiori sinergie, il che permetterebbe di gestire al meglio le sfide globali;

42. invita a mantenere una posizione salda e unitaria nei confronti della Federazione russa, anche attraverso la revisione dei cinque principi di politica fondamentali dell'UE; chiede di elaborare una nuova strategia UE-Russia che mandi alla fazione pro-democrazia della società russa un segnale chiaro riguardo alla costante intenzione dell'UE di impegnarsi e cooperare; chiede inoltre che il regime delle sanzioni sia rafforzato, soprattutto alla luce degli sviluppi in corso relativi al tentato omicidio di Alexei Navalny in territorio russo per mezzo di un agente nervino militare appartenente alla famiglia "Novichok" sviluppata in Russia; si compiace dell'adozione da parte del Consiglio "Affari esteri" di misure restrittive legate all'uso di armi chimiche nel tentato omicidio di Alexei Navalny; ribadisce la richiesta di un'indagine internazionale indipendente sul suo avvelenamento;

43. ribadisce che il rispetto degli accordi di Minsk è una condizione fondamentale per qualsiasi cambiamento sostanziale nelle relazioni UE-Russia; si rammarica del ruolo negativo svolto dalla Russia nelle campagne di disinformazione e in altre forme di guerra ibrida condotte contro l'UE e l'Occidente, che cercano di indebolire la nostra coesione interna e quindi la nostra capacità di agire efficacemente sulla scena globale; si rammarica, inoltre, delle uccisioni mirate perpetrate nel territorio dell'UE e dell'uso di armi chimiche, nonché della difficile situazione interna in materia di diritti umani e libertà fondamentali; sottolinea la necessità di esercitare pressioni sulla Federazione russa affinché rispetti il diritto e i trattati internazionali; esprime preoccupazione dinanzi alle ripetute violazioni, da parte della Russia, degli accordi e delle norme sul controllo degli armamenti, che hanno portato al collasso del trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF), nonché dinanzi alle violazioni, da parte di tale paese, della convenzione sulle armi chimiche, mediante l'uso di agenti nervini di tipo militare sia a livello nazionale che all'interno del territorio dell'UE;

44. sottolinea che l'Africa è un importante partner strategico nel sistema multilaterale; accoglie con favore gli sforzi in atto per ridefinire e migliorare significativamente la strategia UE-Africa utilizzando un modello che non sia basato su un rapporto donatore-beneficiario bensì su un partenariato congiunto e coordinato tra eguali, nonché sull'instaurazione di relazioni reciprocamente vantaggiose con una comprensione chiara delle responsabilità e degli interessi rispettivi e reciproci, in vista dello sviluppo di un partenariato equo, incentrato sulle persone e sostenibile, anche in termini di diritti umani, sicurezza e cooperazione nella lotta al terrorismo; evidenzia, a tale riguardo, la necessità di rivolgere un'attenzione particolare alla situazione nella regione del Sahel, dati la crescente instabilità e gli importanti effetti, diretti e indiretti, per l'Unione di quanto accade in detta regione; insiste su una visione europea della solidarietà di fronte all'evoluzione della situazione in Libia, ma anche dei diritti umani, nella politica di aiuto allo sviluppo e nel consolidamento degli accordi di partenariato economico; chiede un approccio e uno sforzo comuni dell'UE per rafforzare la connettività, la consapevolezza e l'impegno dell'Unione nei confronti dell'Africa; ricorda che la presenza e un impegno credibile dell'Europa sono fondamentali per mitigare le sfide umanitarie e socioeconomiche;

45. rileva l'importanza che le missioni europee di sviluppo delle capacità e di formazione rivestono nella promozione della pace, della sicurezza e della stabilità in Africa; ribadisce l'importanza delle missioni e delle operazioni di stabilizzazione dell'UE dispiegate in Africa, in particolare nelle regioni subsahariana e del Sahel, e invita il SEAE e il Consiglio a garantire che il mandato e i mezzi delle missioni PSDC in Africa siano rafforzati, e che queste siano messe in grado di continuare ad operare efficacemente al fine di rispondere alle gravi sfide che si trovano ad affrontare; sottolinea il ruolo guida dell'UE nella risoluzione diplomatica e pacifica dei conflitti, compresi le iniziative di mediazione e i programmi di disarmo, smobilitazione e reinserimento;

46. ritiene che una relazione rafforzata con l'America latina e i Caraibi (ALC) sia cruciale per la strategia geopolitica dell'UE nel mondo; sottolinea la necessità che l'Unione rafforzi i legami che la uniscono ai paesi ALC, che tutti insieme rappresentano un terzo dei membri dell'ONU, sulla base di valori e principi comuni, in particolare nella difesa dell'ordine multilaterale basato su regole, nella promozione di un'agenda verde e nella lotta alla povertà e alle disuguaglianze; esorta l'Unione a mantenere la sua posizione di partner privilegiato dei paesi dell'America latina nella prospettiva che altri attori geopolitici occupino sempre più spazio nella regione;

47. chiede, a tale proposito, un impegno mirato e su più fronti con la regione, sostenuto da una narrazione comune dell'UE che promuova strategie che contribuiscano ad affrontare congiuntamente sfide comuni quali la promozione della pace, della sicurezza e della prosperità, garantendo nel contempo un fronte comune dinanzi alle minacce poste dai cambiamenti climatici; evidenzia l'importanza che l'America latina riveste per l'UE e chiede che questa regione continui a essere considerata di alto interesse geostrategico per la PESC, partecipando alla promozione della democrazia e dei diritti umani nella regione e contribuendo al suo sviluppo economico; sottolinea che il rispetto dello Stato di diritto e un quadro politico e giuridico stabile, compresa la lotta alla corruzione e all'impunità, così come il progresso verso la democrazia e il rispetto dei diritti umani e la promozione delle libertà fondamentali sono elementi essenziali ai fini di un'integrazione e di una cooperazione più profonde con i paesi ALC; sottolinea altresì l'importanza di far avanzare e di completare la revisione degli accordi globali con il Cile e il Messico, come anche dell'accordo di associazione UE-Mercosur, ed evidenzia che questi sono alleati e partner fondamentali dell'UE; esprime forte preoccupazione dinanzi al mancato rispetto della democrazia e dello Stato di diritto, e agli attacchi contro leader dell'opposizione democraticamente eletti, giornalisti, studenti e difensori dei diritti umani, in particolare quelli che si occupano di questioni ambientali, e contro i loro avvocati;

48. ribadisce il suo pieno sostegno al processo di pace in Colombia e alla sua attuazione, che è un passo decisivo per il futuro dei colombiani e per la stabilizzazione della regione; chiede che si mantenga una posizione forte e condivisa rispetto sia al regime del Venezuela che alle violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime del Presidente Nicolás Maduro, nonché rispetto al sistema di sanzioni, soprattutto alla luce degli avvenimenti più recenti e delle denunce che diversi organismi, tra cui le Nazioni Unite, hanno presentato negli ultimi tempi;

49. sottolinea che è importante per l'UE perseguire una strategia unificata, realistica, efficace, ferma e più assertiva, che unisca tutti gli Stati membri e plasmi le relazioni con la Repubblica popolare cinese (RPC), nell'interesse dell'UE nel suo insieme, strategia in virtù della quale si dovrebbero ricercare in modo proattivo e assertivo relazioni economiche più equilibrate e reciproche, basate su valori e interessi europei, con un'attenzione molto forte e specifica per il rispetto dei diritti umani e la libertà di religione o di credo; sottolinea l'importanza di mirare a raggiungere un approccio comune con gli Stati Uniti e altri partner che condividono gli stessi principi sulla Cina;

50. chiede una politica dell'UE nei confronti della Cina basata sui principi seguenti: cooperare ove possibile, competere ove necessario, confrontarsi ove inevitabile; ricorda che la risoluta diplomazia pubblica cinese ha reso diversi paesi codipendenti dai suoi investimenti e prestiti; sottolinea che l'UE dovrebbe aumentare attivamente la sua presenza e la sua visibilità negli Stati partner di tutto il mondo in quanto importante investitore e donatore di assistenza allo sviluppo;

51. incoraggia la RPC ad assumersi una maggiore responsabilità nel raccogliere le sfide globali, preservando nel contempo la cooperazione nei quadri multilaterali ogni volta che è possibile, ivi compreso, in particolare, intraprendendo azioni più ambiziose e contraendo impegni vincolanti in materia di clima, in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi, e di biodiversità, e sostenendo risposte multilaterali alla pandemia di COVID-19, anche consentendo un'indagine internazionale sulle origini della malattia; si rammarica della disinformazione cinese sulle origini della pandemia di COVID-19, della sua manipolazione del sistema multilaterale, della diffusione della malevola influenza cinese, degli attacchi informatici e dei progetti di investimento corrotti; elogia gli efficaci sforzi esplicati da Taiwan per contenere la diffusione del coronavirus e la sua solidarietà con l'UE, come testimonia la donazione di oltre sette milioni di mascherine chirurgiche a molti Stati membri durante la pandemia;

52. invita la Commissione, il Consiglio e il VP/AR a continuare a comunicare alla RPC che l'UE non tollererà le sue continue violazioni dei diritti umani a Hong Kong, in Tibet e nello Xinjiang, né il trattamento che riserva alle persone appartenenti a minoranze, e a svolgere un ruolo decisivo sulla scena internazionale per garantire l'autonomia di Hong Kong; condanna la violazione del modello "un paese, due sistemi" con l'adozione della legge sulla sicurezza nazionale in Cina, che compromette seriamente l'elevato grado di autonomia di Hong-Kong e ha ripercussioni negative sull'indipendenza del suo sistema giudiziario e sulla libertà di espressione; esprime preoccupazione quanto all'impatto che avrà sulle relazioni tra Cina e Taiwan l'imposizione della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong; sottolinea che l'indebolimento dell'autonomia di Hong Kong da parte di Pechino che è attualmente in corso non solo è contrario agli obblighi che derivano alla Cina dai trattati bilaterali e dal diritto internazionale, ma mette anche in discussione la credibilità di Pechino nel suo ruolo di partner; osserva che il Parlamento terrà conto delle violazioni dei diritti umani nella Cina continentale e a Hong Kong al momento di approvare un accordo globale sugli investimenti ed eventuali futuri accordi commerciali con la Cina; incoraggia gli Stati membri ad attuare il pacchetto di misure concordato dal Consiglio "Affari esteri" del 28 luglio 2020, nonché la risoluzione del Parlamento del 19 giugno 2020[6]; chiede che la Commissione e gli Stati membri respingano attivamente la brutale persecuzione degli uiguri nello Xinjang, così come di altri gruppi etnici e religiosi minoritari, in particolare cristiani e tibetani;

53. ribadisce che l'Unione continuerà a vigilare sulla situazione a Taiwan e sul miglioramento delle relazioni politiche e commerciali tra l'UE e la Repubblica cinese (Taiwan); invita la RPC a risolvere pacificamente tutte le controversie alle frontiere terrestri e marittime in conformità del diritto internazionale e a evitare qualsiasi manovra militare provocatoria volta a destabilizzare il Mar cinese meridionale; sottolinea che il mantenimento della pace, della stabilità e della libertà di navigazione nella regione indopacifica continua a rivestire un'importanza cruciale per gli interessi dell'UE e dei suoi Stati membri; osserva con forte preoccupazione la recente escalation di tensioni al confine tra India e Cina, così come nel Mar cinese meridionale e nello stretto di Taiwan, comprese le manovre militari della Cina sempre più provocatorie nei confronti di Taiwan; invita tutte le parti interessate a superare pacificamente le loro divergenze mediante un dialogo costruttivo e ad astenersi dall'intraprendere azioni unilaterali per modificare lo status quo; è del parere che le relazioni tra le due sponde dello stretto dovrebbero essere sviluppate in modo costruttivo, senza iniziative destabilizzanti o coercizioni da una parte o dall'altra, e che nessun cambiamento di dette relazioni dovrebbe avvenire contro la volontà dei cittadini di Taiwan; invita l'UE e i suoi Stati membri a rivedere la loro politica di impegno con Taiwan e a cooperare con i partner internazionali per contribuire a sostenere la democrazia a Taiwan senza il rischio di minacce esterne; invita l'UE e i suoi Stati membri a sostenere l'adesione di Taiwan, come osservatore, all'Organizzazione mondiale della sanità e all'Assemblea mondiale della sanità, nonché a ulteriori organizzazioni, meccanismi e attività internazionali, e alla rete globale di prevenzione delle malattie;

54. sottolinea che è necessario che l'UE rivolga un'attenzione maggiore a regioni strategiche che sono sempre più spesso sotto i riflettori internazionali, come ad esempio l'Africa e l'Artico, così come la regione indopacifica, dove la Cina sta perseguendo una politica di espansione per la quale l'UE deve mettere a punto una risposta coerente; sottolinea altresì la necessità di intensificare ulteriormente la cooperazione con importanti partner della regione indopacifica che condividono gli stessi principi, come il Giappone, l'India, la Corea del Sud, l'Australia e la Nuova Zelanda; accoglie con favore, a questo proposito, gli sforzi intrapresi per sviluppare una strategia europea per la regione indopacifica basata sui principi e i valori dell'UE, che possa includere esercitazioni militari congiunte da parte dell'Australia e della NATO nel Pacifico; è del parere che, come parte di una strategia coerente per la Cina in cui l'UE e gli Stati membri oppongano resistenza di concerto se necessario, l'UE dovrebbe cercare una più stretta collaborazione con i paesi della regione e con le altre democrazie, per la quale la strategia dell'Unione in materia di connessione dovrebbe essere sfruttata appieno; mette in guardia contro gli sforzi della Cina volti a proiettare un maggior potere nella regione, segnatamente a Taiwan, che si traducono in controversie relative alle frontiere con molti dei suoi vicini;

55. sottolinea la necessità di sfruttare il potenziale esistente per migliorare ulteriormente le relazioni UE-India, tenendo conto degli sviluppi nella regione e dell'importante ruolo dell'India sia nella regione che a livello globale;

56. si rammarica che la Commissione non abbia incluso l'Artico nel suo programma di lavoro per il 2020; prende atto, tuttavia, dell'avvio di una consultazione pubblica il cui scopo è ottenere contributi sui punti di forza e sulle carenze della politica esistente, al fine di preparare, eventualmente, un approccio aggiornato; ritiene necessario che l'UE disponga di una strategia per l'Artico;

Rafforzare le capacità e gli strumenti dell'UE nell'ambito della PESC

57. sottolinea il suo sostegno alla progressiva definizione di una politica di difesa comune volta a rafforzare la PSDC e i suoi obiettivi e compiti quali previsti dai trattati, e al suo avanzamento verso un'unione di difesa a pieno titolo che riconosca la specifica situazione costituzionale dei paesi neutrali, basata su obiettivi strategici chiari e orientata alla sicurezza umana e alla pace sostenibile; accoglie con favore, a tale riguardo, l'iniziativa di adottare una bussola strategica nel 2022; evidenzia la necessità di rafforzare ulteriormente le relazioni UE-NATO, sottolineando la loro compatibilità e la reciproca rilevanza strategica; invita i paesi europei a investire maggiormente nelle loro capacità di difesa, a riequilibrare le responsabilità in seno alla NATO e a posizionarsi su un piano di maggiore parità rispetto agli Stati Uniti; riconosce il contributo delle missioni e delle operazioni della PSDC alla pace, alla sicurezza e alla stabilità internazionali; elogia i progressi compiuti verso la creazione dello strumento europeo per la pace; insiste sulla necessità di andare oltre le dichiarazioni e di passare all'azione, in particolare fornendo all'UE una base industriale di difesa realmente europea attraverso un fondo di difesa europeo dotato delle risorse necessarie, e di garantire un'attuazione più rapida e coerente di una cooperazione strutturata permanente che lavori per l'autonomia strategica dell'UE, consentendo all'Unione di promuovere un mercato interno più integrato per le attrezzature di difesa; sottolinea l'importanza di condurre consultazioni inclusive con più portatori di interessi al fine di promuovere una cultura strategica comune in materia di sicurezza e difesa;

58. ricorda che la partecipazione delle donne ai processi di pace e sicurezza può svolgere un ruolo significativo nel determinare il successo e la sostenibilità degli accordi di pace, come anche la durabilità e la qualità della pace stessa; sottolinea che gli impegni e le dichiarazioni sulla promozione dell'agenda sulle donne, la pace e la sicurezza (WPS) e la pari rappresentanza delle donne nella politica estera e di sicurezza spesso rimangono retorica anziché puntare a un'effettiva attuazione e garantirla, e determinano un progresso limitato degli obiettivi dell'agenda a livello mondiale; rammenta che il successo della risoluzione dei conflitti è maggiore allorché la parità e l'uguaglianza di genere sono rispettate lungo il processo, e chiede un aumento della partecipazione delle donne in particolare nei processi decisionali, nonché delle posizioni di livello dirigenziale per le donne nelle missioni PSDC; chiede, inoltre, di integrare in maniera più sistematica una prospettiva di genere in dette missioni, di prevedere garanzie di formazione su parità di genere e WPS per tutto il personale militare e civile schierato dall'UE, compresi i quadri intermedi e superiori del SEAE e i capi e i comandanti delle missioni e delle operazioni PSDC, e di contribuire attivamente all'attuazione della risoluzione 1325 dell'UNSC su "Donne, pace e sicurezza"; chiede obiettivi specifici e misurabili per quanto concerne la diversità e la presenza di donne in posizioni dirigenziali in seno al SEAE, compreso l'obiettivo di raggiungere una componente femminile del 50 % in dette posizioni, come capi delegazione, rappresentanti speciali dell'UE e capi delle missioni e delle operazioni PSDC; chiede che il prossimo Piano d'azione sulla parità di genere III e il Piano d'azione in materia di WPS siano tradotti in piani d'azione nazionali, comprensivi di una valutazione intermedia, e che il Piano d'azione in materia di WPS sia annesso al GAP III;

59. sottolinea che l'UE deve assumere un ruolo di leader globale nell'affrontare le conseguenze della pandemia, cosa per la quale occorre disporre di risorse finanziarie sufficienti; mette in rilievo la necessità di un quadro finanziario pluriennale (QFP) più ambizioso per quanto attiene all'azione esterna e alla difesa, che preveda maggiori stanziamenti a favore della PESC, dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI), dello strumento di assistenza preadesione (IPA III), del Fondo europeo per la difesa (FED) e della mobilità militare, e invita il Consiglio a garantire la rapida approvazione dello strumento europeo per la pace; si rammarica dei tagli proposti dal Consiglio agli strumenti finanziari esterni nel nuovo QFP e della mancanza di finanziamenti a titolo del pacchetto per la ripresa Next Generation EU; sottolinea che questi tagli possono ostacolare il ruolo dell'UE sulla scena mondiale e infliggere un duro colpo alla sua capacità di stabilizzare e trasformare i paesi in fase di adesione; evidenzia che il Parlamento deve essere coinvolto in misura significativa nella direzione strategica dei programmi di lavoro annuali e pluriennali e nel controllo degli strumenti di finanziamento esterno; ricorda la necessità di aumentare significativamente le risorse di bilancio dell'UE destinate alla prevenzione dei conflitti civili nel prossimo QFP e di incrementare i finanziamenti per il consolidamento della pace, il dialogo, la mediazione e la riconciliazione;

60. chiede il rafforzamento delle capacità di difesa, dando nel contempo la priorità alle carenze di capacità individuate nell'ambito del Piano di sviluppo delle capacità (CDP) e della Revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD), in particolare attraverso attività di cooperazione approfondite come la messa in comune e la condivisione, e un finanziamento sufficiente di progetti significativi e di una cooperazione strutturata permanente (PESCO) più ambiziosa, il FED, la mobilità militare e il programma spaziale europeo; osserva che tali interventi dovrebbero inoltre rivelarsi vantaggiosi per la NATO e per le relazioni transatlantiche; sottolinea la necessità di una maggiore coerenza degli strumenti e dei meccanismi dell'UE nella cooperazione in materia di difesa dell'Unione e chiede, a questo proposito, che le risorse siano ottimizzate per evitare inutili duplicazioni di spese e strumenti; chiede un aumento del sostegno e del personale nonché risorse di bilancio adeguate e permanenti per la Divisione per le comunicazioni strategiche del SEAE, a condizione che sia effettuata una valutazione indipendente e approfondita delle sue attività passate e presenti; chiede una revisione del mandato della Divisione per le comunicazioni strategiche del SEAE, per includere le ingerenze esterne da parte di attori emergenti come la Cina;

61. rinnova il suo appello a favore di un maggiore sostegno alla strategia per la sicurezza marittima dell'UE, dal momento che preservare la libertà di navigazione rappresenta una sfida crescente sia a livello globale che per i paesi del vicinato; sottolinea che la libertà di navigazione dovrebbe essere sempre rispettata; raccomanda, ai fini di una gestione efficace delle informazioni marittime globali, di rafforzare e sostenere il coordinamento strutturale tra istituzioni, organizzazioni e autorità nazionali, in particolare consentendo la convergenza delle due principali componenti su cui si basa la conoscenza della situazione marittima, ossia la componente civile e quella militare;

62. mette in evidenza l'importanza delle missioni e delle operazioni PCSD; mette altresì in evidenza l'esistenza di accordi quadro con paesi terzi per la loro partecipazione a operazioni di gestione delle crisi dell'UE; sottolinea che tali accordi mettono in risalto l'approccio collettivo che governa la ricerca della pace e della sicurezza;

63. richiama l'attenzione sulle minacce a medio e lungo termine che dovranno essere affrontate dalla PESC in futuro, compresi i rischi per la sicurezza posti dai regimi autoritari, da attori non statali, dai cambiamenti climatici, dalle minacce informatiche, dagli attacchi CBRN, dalle minacce ibride, tra cui l'utilizzo più esteso dell'intelligenza artificiale, dalle campagne di disinformazione, dalla corsa allo spazio e dalla sua militarizzazione, dalle tecnologie emergenti, dal terrorismo e dai flussi migratori incontrollati, accanto alle sfide geopolitiche tradizionali; sottolinea la necessità per l'UE di compiere progressi nella definizione e nel riconoscimento delle minacce ibride; invita l'UE a migliorare la consapevolezza di queste minacce e a sviluppare una capacità di resilienza comune; sottolinea che tali minacce possono essere contrastate solo mediante un'azione coordinata e attraverso investimenti tempestivi e adeguati nella ricerca e nell'innovazione europea; accoglie con favore l'istituzione, da parte del Parlamento, della commissione speciale sull'intelligenza artificiale in un'era digitale, quale consesso dedicato alle questioni strategiche legate all'intelligenza artificiale; ritiene importante garantire un migliore collegamento tra gli aspetti interni ed esterni delle politiche dell'UE, per assicurare che dette politiche agiscano in direzione degli obiettivi della PESC, compresa la politica dell'UE in materia di energia;

64. sottolinea la necessità di sviluppare una dimensione coerente della PESC in materia di politica climatica, dal momento che il cambiamento climatico svolge sempre più il ruolo di destabilizzatore economico, sociale e politico, e di moltiplicatore del rischio;

65. accoglie con favore l'analisi delle minacce basata sull'intelligence, che è attualmente in corso sotto la supervisione del VP/AR, quale punto di partenza per la futura bussola strategica e chiede un dibattito in Parlamento sui risultati di tale analisi; plaude al nuovo approccio della Commissione volto a integrare la previsione strategica nell'elaborazione delle politiche dell'UE, anche in materia di politica estera e di sicurezza;

°

° °

66. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché agli Stati membri.


INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

3.12.2020

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

48

10

11

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Alviina Alametsä, Alexander Alexandrov Yordanov, Maria Arena, Petras Auštrevičius, Traian Băsescu, Lars Patrick Berg, Anna Bonfrisco, Reinhard Bütikofer, Fabio Massimo Castaldo, Susanna Ceccardi, Włodzimierz Cimoszewicz, Katalin Cseh, Tanja Fajon, Anna Fotyga, Michael Gahler, Kinga Gál, Sunčana Glavak, Raphaël Glucksmann, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Márton Gyöngyösi, Sandra Kalniete, Karol Karski, Dietmar Köster, Andrius Kubilius, Ilhan Kyuchyuk, David Lega, Miriam Lexmann, Nathalie Loiseau, Antonio López-Istúriz White, Claudiu Manda, Lukas Mandl, Thierry Mariani, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Sven Mikser, Francisco José Millán Mon, Gheorghe-Vlad Nistor, Urmas Paet, Demetris Papadakis, Kostas Papadakis, Tonino Picula, Manu Pineda, Kati Piri, Giuliano Pisapia, Jérôme Rivière, María Soraya Rodríguez Ramos, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Jacek Saryusz-Wolski, Andreas Schieder, Radosław Sikorski, Jordi Solé, Sergei Stanishev, Tineke Strik, Hermann Tertsch, Hilde Vautmans, Harald Vilimsky, Idoia Villanueva Ruiz, Viola Von Cramon-Taubadel, Witold Jan Waszczykowski, Charlie Weimers, Isabel Wiseler-Lima, Salima Yenbou, Željana Zovko

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Arnaud Danjean, Özlem Demirel, Markéta Gregorová, Bart Groothuis

 


VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

48

+

NI

Fabio Massimo Castaldo, Márton Gyöngyösi

PPE

Alexander Alexandrov Yordanov, Traian Băsescu, Arnaud Danjean, Michael Gahler, Kinga Gál, Sunčana Glavak, Sandra Kalniete, Andrius Kubilius, David Lega, Miriam Lexmann, Antonio López-Istúriz White, Lukas Mandl, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Francisco José Millán Mon, Gheorghe-Vlad Nistor, Radosław Sikorski, Isabel Wiseler-Lima, Željana Zovko

RENEW

Petras Auštrevičius, Katalin Cseh, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Ilhan Kyuchyuk, Nathalie Loiseau, Urmas Paet, María Soraya Rodríguez Ramos, Hilde Vautmans, Bart Groothuis

S&D

Maria Arena, Włodzimierz Cimoszewicz, Tanja Fajon, Raphaël Glucksmann, Dietmar Köster, Claudiu Manda, Sven Mikser, Demetris Papadakis, Tonino Picula, Kati Piri, Giuliano Pisapia, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Andreas Schieder

Verts/ALE

Reinhard Bütikofer, Markéta Gregorová, Viola Von Cramon-Taubadel

 

10

-

ECR

Hermann Tertsch, Charlie Weimers

GUE/NGL

Özlem Demirel, Manu Pineda, Idoia Villanueva Ruiz

ID

Lars Patrick Berg, Thierry Mariani, Jérôme Rivière, Harald Vilimsky

NI

Kostas Papadakis

 

11

0

ECR

Anna Fotyga, Karol Karski, Jacek Saryusz-Wolski, Witold Jan Waszczykowski

ID

Anna Bonfrisco, Susanna Ceccardi

S&D

Sergei Stanishev

Verts/ALE

Alviina Alametsä, Jordi Solé, Tineke Strik, Salima Yenbou

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 

Ultimo aggiornamento: 11 gennaio 2021
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