RELAZIONE sul ruolo della cooperazione allo sviluppo e dell'aiuto umanitario dell'UE per far fronte alle conseguenze della pandemia di COVID-19

30.4.2021 - (2020/2118(INI))

Commissione per lo sviluppo
Relatori: Hildegard Bentele, Norbert Neuser
 

Procedura : 2020/2118(INI)
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A9-0151/2021
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

 



 

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul ruolo della cooperazione allo sviluppo e dell'aiuto umanitario dell'UE per far fronte alle conseguenze della pandemia di COVID-19

(2020/2118(INI))

Il Parlamento europeo,

 vista la dichiarazione dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) del 30 gennaio 2020, nella quale l'epidemia di COVID-19 è definita un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale,

 viste le osservazioni introduttive formulate dal direttore generale dell'OMS in occasione della sessione informativa con i media sulla COVID-19, tenutasi l'11 marzo 2020, in cui la COVID-19 è stata dichiarata una pandemia,

 vista la relazione delle Nazioni Unite del marzo 2020 dal titolo "Shared Responsibility, Global Solidarity: Responding to the socio-economic impacts of COVID-19" (Responsabilità condivisa, solidarietà globale: rispondere agli impatti socioeconomici della COVID-19),

 visti la dichiarazione congiunta del Gruppo della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale del 25 marzo 2020, riguardante una richiesta di intervento in relazione al debito dei paesi aderenti all'Associazione internazionale per lo sviluppo e il comunicato dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del G20 del 15 aprile 2020, che annunciava la sospensione temporanea dei pagamenti per il servizio del debito per i paesi più poveri che necessitano di tolleranza,

 vista la risoluzione 74/270 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 2 aprile 2020 sulla solidarietà globale nella lotta contro la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19),

 vista la risoluzione 74/274 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 20 aprile 2020 sulla cooperazione internazionale per garantire un accesso globale a farmaci, vaccini e attrezzature mediche per far fronte alla COVID-19,

 vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dell'8 aprile 2020, sulla risposta globale dell'UE alla pandemia di COVID-19 (JOIN(2020)0011),

 vista la conferenza internazionale dei donatori organizzata dall'UE in collaborazione con l'OMS e altri partner il 4 maggio 2020, che ha raccolto finanziamenti iniziali per un importo di 7,4 miliardi di EUR al fine di avviare una cooperazione globale in materia di ricerca,

 vista la proposta di regolamento del Consiglio che istituisce uno strumento dell'Unione europea per la ripresa a sostegno dell'economia dopo la pandemia di COVID-19 (COM(2020)0441), presentata dalla Commissione il 28 maggio 2020, in cui figura la proposta di stanziare fino a 5 miliardi di EUR a prezzi del 2018 per aiuti umanitari al di fuori dell'Unione,

 viste le conclusioni del Consiglio dell'8 giugno 2020 sul tema "Team Europa: risposta globale alla COVID-19",

 vista la proposta, contenuta nel progetto di conclusioni del Consiglio del 10 luglio 2020, di fornire aiuti umanitari per un importo di 5 miliardi di EUR attraverso lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) nell'ambito dello strumento Next Generation EU,

 vista la proposta, contenuta nel progetto di conclusioni del Consiglio del 10 luglio 2020, di definire modalità e criteri chiari per l'assegnazione della nuova dotazione della riserva di solidarietà e per gli aiuti d'urgenza,

 vista la componente del piano globale 2020 per la risposta umanitaria alla COVID-19 di competenza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), dal titolo "Addressing the impacts of COVID-19 in food crises, April-December 2020" (Affrontare gli impatti della COVID-19 nelle crisi alimentari, aprile-dicembre 2020),

 visto l'articolo del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) dal titolo "Protecting the most vulnerable children from the impact of coronavirus: An agenda for action" (Proteggere i bambini più vulnerabili dall'impatto del coronavirus: un programma d'azione), pubblicato il 3 aprile 2020 e aggiornato il 21 settembre 2020,

 vista la relazione del Programma alimentare mondiale (WFP) del 29 settembre 2020, dal titolo "WFP Global Response to COVID-19" (La risposta globale del WFP alla COVID-19),

  vista la relazione della rete d'informazione sulla sicurezza alimentare del 20 aprile 2020 dal titolo "Global Report on Food Crises 2020: Joint Analysis for Better Decisions" (Relazione globale 2020 sulle crisi alimentari: un'analisi congiunta per decisioni migliori),

 vista la relazione della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo del 19 novembre 2020 dal titolo "Impact of the COVID-19 pandemic on trade and development: transitioning to a new normal" (Impatto della pandemia di COVID-19 sul commercio e lo sviluppo: transizione verso una nuova normalità),

 vista la relazione della FAO, del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, dell'UNICEF, del WFP e dell'OMS del 2020 dal titolo "The State of Food Security and Nutrition in the World 2020: Transforming food systems for affordable healthy diets" (Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo 2020: trasformare i sistemi alimentari per rendere le diete salutari economicamente accessibili),

 visto il documento di sintesi del gruppo di esperti ad alto livello sulla sicurezza alimentare e la nutrizione del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (CFS), del settembre 2020, dal titolo "Impact of COVID-19 on food security and nutrition: developing effective policy responses to address the hunger and malnutrition pandemic" (Impatto della COVID-19 sulla sicurezza alimentare e la nutrizione: elaborare risposte politiche efficaci per affrontare la fame e la malnutrizione causate dalla pandemia),

 vista la risoluzione dell'Assemblea mondiale della sanità del 28 maggio 2019 in materia di acqua, sanificazione e igiene nelle strutture sanitarie,

 vista la relazione intermedia del comitato di coordinamento del Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS) del 23 novembre 2020, dal titolo "COVID-19 and HIV: Progress Report 2020" (COVID-19 e HIV: relazione intermedia 2020),

 vista la dichiarazione politica delle Nazioni Unite formulata nell'ambito della riunione ad alto livello sulla copertura sanitaria universale del 23 settembre 2019 dal titolo "Universal health coverage: moving together to build a healthier world" (Copertura sanitaria universale: muoversi insieme per costruire un mondo più sano),

 vista la relazione dell'OMS del 15 ottobre 2020 dal titolo "Global Tuberculosis Report 2020" (Relazione globale 2020 sulla tubercolosi),

 viste le raccomandazioni dell'OMS del 5 maggio 2004, derivanti dalle sue consultazioni sulle zoonosi,

 visto il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere (GAP) III 2021-2025 dal titolo "Un'agenda ambiziosa per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna dell'UE",

 visto il documento strategico di UN Women del 9 aprile 2020 dal titolo "The impact of COVID-19 on Women" (L'impatto della COVID-19 sulle donne),

 vista la relazione del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), del 27 aprile 2020, dal titolo "Impact of the COVID-19 Pandemic on Family Planning and Ending Gender-based Violence, Female Genital Mutilation and Child Marriage" (Impatto della pandemia di COVID-19 sulla pianificazione familiare e l'eliminazione della violenza di genere, delle mutilazioni genitali femminili e dei matrimoni infantili),

 visto l'articolo dell'UNFPA, del 28 aprile 2020, dal titolo "Millions more cases of violence, child marriage, female genital mutilation, unintended pregnancy expected due to the COVID-19 pandemic" (Previsti milioni di altri casi di violenza, matrimoni infantili, mutilazioni genitali femminili e gravidanze indesiderate a causa della pandemia di COVID-19),

 visto il regolamento sanitario internazionale dell'OMS del 2005,

 visto il nuovo consenso europeo in materia di sviluppo del 2018, dal titolo "Il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro",

 visto il consenso europeo sull'aiuto umanitario del 2008,

 vista la sua risoluzione del 27 ottobre 2015 sulla crisi dell'Ebola: gli insegnamenti a lungo termine e come potenziare i sistemi sanitari nei paesi in via di sviluppo per impedire crisi future[1],

 visto lo studio della professoressa Sabine Oertelt-Prigione, del 27 maggio 2020, dal titolo "The impact of sex and gender in the COVID-19 pandemic" (Impatto del sesso e del genere nella pandemia di COVID-19),

 vista la sua risoluzione del 17 aprile 2020 sull'azione coordinata dell'UE per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze[2],

 visto l'articolo 54 del suo regolamento,

 visto il parere della commissione per la cultura e l'istruzione,

 vista la relazione della commissione per lo sviluppo (A9-0151/2021),

A. considerando che la COVID-19 è una pandemia globale che colpisce ogni paese del mondo;

B. considerando che, secondo la relazione speciale 2020 della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo dal titolo "Impact of the COVID-19 pandemic on trade and development: transitioning to a new normal", lo sconvolgimento provocato dalla COVID-19 ha avuto conseguenze tangibili e sproporzionate sulle famiglie a basso reddito vulnerabili e svantaggiate, sui migranti, sui lavoratori del settore informale e spesso sulle donne, in particolare nei paesi in via di sviluppo, dove le popolazioni non sono tutelate da reti di sicurezza sociale e sono particolarmente colpite dal brusco aumento della disoccupazione;

C. considerando che la pandemia di COVID-19 ha aumentato la violenza di genere, i matrimoni infantili e le disuguaglianze esistenti, in particolare in termini di accesso ai servizi sanitari, compresi i servizi in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, e ha già neutralizzato alcuni dei progressi compiuti nel corso degli ultimi decenni in tema di parità di genere;

D. considerando che gli aiuti umanitari risentono di una grave carenza di finanziamenti, il che rende difficile affrontare adeguatamente le conseguenze della pandemia di COVID-19 nei paesi in via di sviluppo;

E. considerando che le conseguenze sociali ed economiche della pandemia di COVID-19 sono state avvertite maggiormente nei paesi in via di sviluppo; che nel 2020 è previsto un aumento della povertà estrema a livello mondiale, per la prima volta in più di vent'anni, che causerà la vendita di beni, l'aumento dei prestiti e l'utilizzo dei risparmi da parte degli individui vulnerabili;

F. considerando che l'aiuto umanitario a breve termine deve essere combinato al sostegno per contrastare le sfide attuali, quali la sicurezza, la povertà, la pace, la democrazia e i cambiamenti climatici, in modo tale da rafforzare la resilienza a lungo termine;

G. considerando che milioni di rifugiati in tutto il mondo, che spesso vivono in campi per rifugiati o centri di accoglienza densamente popolati, dove si stima che la sola popolazione infantile sia pari a 3,7 milioni, sono esposti a un rischio di contagio sproporzionatamente elevato;

H. considerando che la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto massiccio sull'accesso alla salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, in particolare per le donne e i giovani, in quanto i pertinenti servizi hanno perso priorità e subito interruzioni, oltre che per le restrizioni ai viaggi e i cambiamenti nelle modalità di salvaguardia della salute; che a causa della COVID-19 le esigenze di moderni anticoncenzionali per ulteriori 49 milioni di donne sono rimaste insoddisfatte;

I. considerando che i cambiamenti climatici, la continua perdita di biodiversità a livello mondiale e la distruzione di habitat naturali aumentano notevolmente il rischio di sviluppo di malattie zoonotiche; che l'epidemia di COVID-19 non deve in alcun modo essere presa a pretesto per giustificare ritardi nella lotta all'emergenza climatica e ambientale; che è urgente la necessità di una ricostruzione verde e sociale dell'economia globale dopo l'epidemia di COVID-19;

J. considerando che la pandemia di COVID-19 ha fortemente acuito i problemi esistenti legati al debito dei paesi in via di sviluppo, mettendo ulteriormente a rischio gli sforzi da loro compiuti al fine di mobilitare risorse adeguate per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e riducendo notevolmente, al contempo, le rimesse globali e gli investimenti diretti esteri;

K. considerando che durante la pandemia di COVID-19 la pressione esercitata sui sistemi sanitari pubblici e le misure di confinamento hanno reso ancora più limitato l'accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e che ciò mette in pericolo la salute delle donne;

L.  considerando che, secondo l'UNICEF, 1,6 miliardi di bambini e giovani in tutto il mondo sono stati colpiti dalla chiusura delle scuole al suo culmine nel 2020 e che molti non hanno accesso a Internet da casa; che almeno 24 milioni di studenti potrebbero abbandonare la scuola a causa della pandemia del coronavirus;

M. considerando le crescenti esigenze delle comunità colpite da eventi meteorologici estremi, disastri naturali e cambiamenti climatici, a causa della pandemia di COVID-19;

N. considerando che lo sconvolgimento causato dall'epidemia di COVID-19 nei sistemi di istruzione e formazione di tutto il mondo non ha probabilmente precedenti nella storia contemporanea, con la chiusura di scuole e istituti di formazione che colpisce il 94 % della popolazione mondiale degli studenti, secondo l'UNESCO, e comporta il rischio di un impatto duraturo sulle prospettive a lungo termine di molti giovani, in particolare delle ragazze; che la chiusura delle scuole dovuta alla pandemia ha privato bambini vulnerabili dell'alimentazione scolastica e di servizi di nutrizione che sono essenziali per la loro salute, aumentando così il numero di bambini che soffrono la fame di 36 milioni nel 2020 e incrementando altresì la loro esposizione alle violenze e agli abusi;

O. considerando che la pandemia ha evidenziato la fragilità delle catene di approvvigionamento globali, in particolare nei settori alimentare e sanitario, e ha acuito la vulnerabilità dei paesi in via di sviluppo che dipendono da esse; che la pandemia rappresenta un'opportunità per sviluppare catene di approvvigionamento più sostenibili e resilienti, fra cui catene del valore regionali, e per stimolare l'integrazione regionale; che l'aumento dell'insicurezza alimentare e della malnutrizione rappresenta un effetto secondario della pandemia;

P. considerando che l'istruzione svolge un ruolo chiave per spezzare il circolo della povertà e ridurre le disuguaglianze; che l'obiettivo 4 degli OSS è garantire un'istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti e che ciò è essenziale al fine di conseguire gli altri OSS; che il contributo della cultura allo sviluppo sostenibile è sottolineato in diversi OSS, in particolare nell'OSS 4;

Q. considerando che la pandemia avrà conseguenze devastanti per le popolazioni nei paesi con sistemi sanitari affetti da carenze di risorse, in particolare per le donne e le ragazze, e per le persone che vivono nei paesi coinvolti in conflitti; che a causa della pandemia più di 47 milioni di donne e di ragazze in tutto il mondo scenderanno al di sotto della soglia di povertà entro il 2021;

R. considerando che le conseguenze economiche delle misure adottate per affrontare la pandemia di COVID-19 nei paesi in via di sviluppo acuiranno le disuguaglianze e le vulnerabilità esistenti, indebolendo ulteriormente le infrastrutture sanitarie, aggravando l'insicurezza alimentare, ampliando le lacune nell'istruzione e aumentando la povertà e l'esclusione sociale;

S.  considerando che circa 1,8 miliardi di persone sono ad alto rischio di contrarre la COVID-19 e altre malattie perché utilizzano o operano in strutture sanitarie sprovviste di servizi idrici di base, secondo una relazione OMS-UNICEF del dicembre 2020;

T. considerando che la pandemia di COVID-19 ha gravemente compromesso i programmi di vaccinazione di routine e altri servizi sanitari di base, mettendo a rischio vite umane;

U.  considerando che, secondo dati recenti dell'UNFPA, si stima che il ritardo o l'interruzione dei programmi di sensibilizzazione ed educazione delle comunità per quanto riguarda le pratiche dannose determinerà a livello mondiale 2 milioni di casi in più di mutilazione genitale femminile e oltre 13 milioni in più di matrimoni infantili nel corso del prossimo decennio rispetto alle stime precedenti la pandemia;

V. considerando che il confinamento ha avuto un impatto particolarmente grave sulle persone con disabilità fisiche e intellettive;

W. considerando che occorre migliorare il coordinamento, la ripartizione delle capacità e la cooperazione nell'ambito degli sforzi internazionali per promuovere una connessione efficiente e resiliente tra azione umanitaria, sviluppo e pace;

X. considerando che la pandemia di COVID-19 ha aggravato le violazioni dei diritti umani, la stigmatizzazione e la discriminazione di cui sono vittime le persone affette da HIV, le persone LGBTI e altri gruppi vulnerabili, sottolineando la necessità critica che le risposte alla COVID-19 si basino sui diritti umani e sull'uguaglianza, come appreso dalla risposta all'HIV; che in alcune occasioni alle popolazioni a rischio è stato negato l'accesso ai servizi o sono stati imposti atti discriminatori nell'applicazione delle misure di confinamento legate alla COVID-19;

Y. considerando che le conseguenze a medio termine della COVID-19 avranno probabilmente un impatto devastante, invertendo anni di conquiste in termini di sviluppo, e richiederanno una cooperazione globale senza precedenti;

Z. considerando che la crisi provocata dalla pandemia ha accelerato la transizione digitale e il cambiamento verso nuovi strumenti di apprendimento, quali l'apprendimento a distanza e misto;

AA. considerando che è fondamentale riconoscere ancora una volta che conseguire gli OSS e gli obiettivi dell'accordo di Parigi richiede investimenti nello sviluppo umano e un approccio basato sui diritti, pur rispettando i principi di Busan per un'efficace cooperazione allo sviluppo;

Approccio del "Team Europa"

si compiace della risposta globale dell'UE alla pandemia di COVID-19, che dimostra la sua ambizione di assumere un ruolo di guida e dar prova di solidarietà nei confronti di tutti i paesi partner, compresi quelli coinvolti in conflitti e crisi umanitarie; sottolinea, tuttavia, che gli attuali fondi sono essenzialmente riassegnati da altre linee di bilancio e che occorre far fronte alla sfida dell'anticipazione degli aiuti; chiede che i criteri di ripartizione per l'assegnazione siano aggiornati in funzione dell'impatto della pandemia nei paesi partner; chiede pertanto la mobilitazione di nuovi e flessibili fondi sostanziali per assistere i paesi in via di sviluppo in tutto il mondo nella lotta contro le conseguenze dirette e indirette della pandemia di COVID-19 e per affrontare le loro necessità critiche legate alla gestione della sanità e alla sorveglianza epidemiologica; sottolinea che uno dei primi passi deve consistere nel rendere disponibili a livello mondiale vaccini sicuri, cure, attrezzature, medicinali e strumenti diagnostici in modo rapido, equo e a costi accessibili; sottolinea che è altresì importante dare priorità alla vaccinazione di operatori sanitari e sociali, seguiti da insegnanti e altri lavoratori essenziali e dalle persone che sono più a rischio di sviluppare complicazioni dovute alla COVID-19; esorta i donatori a incrementare rapidamente l'aiuto pubblico allo sviluppo per raggiungere i livelli che sono stati stanziati in passato ma mai erogati;

2. si compiace a questo proposito del COVAX, lo strumento internazionale per garantire l'accesso globale ed equo ai vaccini contro la COVID-19, e del forte sostegno ottenuto dal "Team Europa", che è ad oggi il maggiore finanziatore grazie agli oltre 850 milioni di EUR donati di sua iniziativa, mentre l'UE e alcuni paesi terzi hanno già annunciato l'intenzione di donare i vaccini in eccedenza attraverso il COVAX; si compiace dell'annuncio dell'OMS relativo all'inizio della distribuzione a 91 paesi ammissibili, avvenuto nel primo trimestre del 2021, e alla consegna di 2 miliardi di dosi di vaccino; sottolinea la necessità di rendere universalmente disponibili, a basso costo e facilmente accessibili vaccini sicuri per tutti al fine di contenere la pandemia; evidenzia che il personale sanitario e le persone più vulnerabili devono avere la priorità assoluta;

3. chiede al "Team Europa" di rafforzare meccanismi efficaci che possano assicurare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, affinché tutte le istituzioni UE e gli Stati membri vi ricorrano in modo sistematico ed efficiente; sottolinea che l'UE dovrebbe portare a termine valutazioni d'impatto per la sostenibilità in ogni ambito interessato, valutando altresì le risposte alla pandemia;

4. ribadisce che lo slancio acquisito dall'approccio comune del "Team Europa" in termini di analisi, programmazione e attuazione congiunte deve tradursi in una nuova norma di cooperazione nei settori degli aiuti umanitari e della politica di sviluppo, sul piano sia giuridico che pratico; considera che l'UE dovrebbe promuovere l'idea di una maggiore cooperazione non solo tra gli Stati membri ma anche con i paesi donatori non UE, al fine di massimizzare l'efficacia e l'efficienza della cooperazione internazionale e degli aiuti umanitari; sottolinea l'importanza dello strumento NDICI per garantire il finanziamento dello sviluppo umano, compresi ambiti quali la sanità, la nutrizione, l'acqua e i servizi igienico-sanitari (WASH), la protezione sociale e dei minori e l'istruzione; chiede all'UE e agli Stati membri di dare priorità allo sviluppo umano e alla salute nella loro programmazione congiunta; incoraggia la Commissione a utilizzare gli strumenti umanitari e di sviluppo in maniera flessibile, in linea con un ampio approccio integrato, in particolare per quanto riguarda il finanziamento e la distribuzione dei vaccini;

 5. invita i donatori dell'UE a garantire che le organizzazioni locali della società civile e le organizzazioni non governative (ONG) internazionali che lavorano in prima linea ricevano finanziamenti nell'attuazione di programmi e progetti che affrontano la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze a livello di comunità, per raggiungere le persone lasciate più indietro; sottolinea che in assenza di risorse aggiuntive per la risposta e la ripresa dalla COVID-19, e con la maggior parte dei fondi destinati alle dotazioni geografiche, è fondamentale garantire una complementarità ottimale dei finanziamenti dell'UE;

Finanziamento degli aiuti umanitari

6. avverte che la pandemia rischia di provocare una crisi umanitaria; è pertanto profondamente preoccupato per la carenza di risorse del bilancio dell'UE per gli aiuti umanitari, alla luce dei bisogni umanitari aggiuntivi dovuti alla pandemia; chiede una distribuzione chiara della dotazione della riserva di solidarietà e per gli aiuti d'urgenza, che dovrebbe puntare a garantire un adempimento equilibrato dei suoi obblighi nel rispetto dei seguenti criteri: non è possibile assegnare più del 60 % dell'importo annuo della riserva né a operazioni interne né a operazioni esterne; il 1º ottobre di ogni anno, almeno un quarto dell'importo annuo per "l'anno n" deve rimanere disponibile per far fronte al fabbisogno che può presentarsi entro la fine di tale anno; a decorrere dal 1º ottobre, i fondi rimanenti possono essere mobilitati per far fronte al fabbisogno che può presentarsi entro la fine di tale anno;

7. sottolinea la necessità di fornire assistenza umanitaria, ad esempio sotto forma di personale sanitario e attrezzature mediche, compresi dispositivi di protezione individuale e kit per esami, alle popolazioni più vulnerabili; si compiace a questo proposito della creazione del ponte aereo umanitario 2020 dell'Unione europea;

8. incoraggia l'UE e gli Stati membri ad allocare ulteriori fondi per i paesi che dovranno affrontare i maggiori effetti della pandemia, per aiutarli ad affrontarne le conseguenze dirette e indirette, e insiste sulla necessità di accelerare l'attuazione di programmi alimentari di emergenza a vantaggio dei soggetti considerati già vulnerabili prima della crisi causata dalla COVID-19, adottando al contempo procedure per limitare il rischio di trasmissione;

Sicurezza dell'approvvigionamento alimentare

9. sottolinea che la pandemia sta minacciando la sicurezza alimentare in ambienti rurali, urbani e periurbani; sottolinea che la pastorizia è un metodo locale di produzione alimentare ecocompatibile e rispettoso dell'ambiente ed è quindi parte integrante di un sistema alimentare sostenibile; sottolinea che i pastori sono particolarmente vulnerabili alle interruzioni della sicurezza alimentare e agli impatti dei cambiamenti climatici; reputa essenziale sostenere i pastori, garantendo un accesso sicuro ai mercati locali durante la pandemia, per far sì che essi possano continuare a fornire alimenti ricchi di proteine alla popolazione locale, che la mobilità transfrontaliera di persone e bestiame sia garantita, che il loro bestiame abbia accesso all'acqua e ai pascoli e che le squadre "One Health" delle comunità mobili monitorino la situazione e intervengano in singoli casi, ma anche nell'ottica di salvaguardare la salute pubblica, ove necessario; chiede trasferimenti di denaro per i pastori per garantire il soddisfacimento dei loro bisogni di base, compresi cibo e mangimi, e chiede altresì, ove necessario, aiuti alimentari per il bestiame, come parte del sostegno alla sussistenza nel quadro dell'aiuto umanitario;

10. sottolinea la necessità di sostenere le aziende agricole familiari e le piccole e medie imprese locali, in particolare nel settore agro-industriale, al fine di aumentare la sicurezza alimentare e la resilienza;

11. sottolinea la necessità di sostenere le azioni delle agenzie delle Nazioni Unite, in particolare la FAO e il WFP, così come del movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e delle ONG internazionali, volte a contrastare la fame, la malnutrizione e la perdita di mezzi di sussistenza e a creare sistemi alimentari resilienti, come ad esempio quelle finalizzate alla creazione di uno strumento globale di gestione dei dati per fornire informazioni tempestive sui bisogni umanitari, come pure di offrire assistenza alla produzione alimentare e l'accesso agli alimenti, di organizzare trasferimenti di denaro e buoni acquisto o la distribuzione di aiuti alimentari in natura e pasti scolastici, instaurando collegamenti con sistemi di protezione sociale che rispondano agli shock, di stabilizzare i sistemi alimentari, di assicurare il funzionamento dei mercati, delle catene del valore e dei sistemi alimentari locali, concentrandosi nel contempo sui piccoli agricoltori e sui pescatori artigianali attraverso l'attuazione di misure sanitarie volte a prevenire la trasmissione della COVID-19, e di rispondere ad altre crisi, depressioni economiche e conflitti, quali ad esempio le invasioni di cavallette nell'Africa orientale; ritiene che il processo di ripresa economica offra un'opportunità per meglio integrare i piccoli agricoltori e produttori nei mercati regionali e locali e per sviluppare modalità di sussistenza più sostenibili; sottolinea a questo proposito l'importanza della tecnologia e della digitalizzazione come strumenti per facilitare la conoscenza del mercato e l'accesso ad esso, nonché l'espansione delle piccole aziende, grazie a strumenti come le applicazioni di pagamento tramite cellulare;

12. rammenta che occorrerà fornire cibo sicuro e accessibile a una popolazione globale di circa 10 miliardi di persone entro il 2050, garantendo nel contempo un'occupazione e mezzi di sussistenza dignitosi lungo l'intera catena del valore alimentare, tutelando i soggetti più vulnerabili nelle zone rurali, fra cui le popolazioni indigene, i migranti e i lavoratori informali e occasionali, e contrastando altresì l'estrema volatilità dei prezzi alimentari sui mercati alimentari nazionali e internazionali; riconosce il ruolo cruciale della nutrizione nell'ottica di rafforzare la resilienza; chiede un approccio più integrato per prevenire, diagnosticare e trattare la fame e la malnutrizione sia nelle risposte umanitarie sia in quelle per lo sviluppo, in particolare nei paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici; sottolinea l'importanza fondamentale di sviluppare un'agricoltura locale destinata al consumo locale, al fine di ridurre la dipendenza dei paesi in via di sviluppo dalle importazioni ed esportazioni, nonché le possibili interruzioni lungo la catena alimentare; sottolinea che, per raggiungere gli OSS 1 e 2, è necessario un approccio transdisciplinare che consenta di trasformare il modo in cui il cibo viene prodotto, processato, consumato e commercializzato; evidenzia a questo proposito la necessità di una trasformazione olistica per accelerare la creazione di sistemi alimentari equi, sicuri e sani, prendendo il Food Systems Summit 2021 convocato dalle Nazioni Unite come momento di svolta da cui partire per riprendersi al meglio dalla crisi causata dalla COVID-19; invita l'UE a promuovere la sostenibilità lungo l'intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, in linea con il Green Deal europeo e la strategia "Dal produttore al consumatore";

13. sottolinea che la pandemia di COVID-19 sta peggiorando il già gravissimo problema dell'insicurezza alimentare nell'Africa orientale e nel Medio Oriente causato dall'invasione delle cavallette, in quanto le restrizioni ritardano la consegna di pesticidi e attrezzature per tenere sotto controllo la popolazione di cavallette; sottolinea la necessità di una più intensa cooperazione per aiutare i paesi dell'Africa orientale e del Medio Oriente a far fronte alla perdita dei raccolti;

14.  rileva che diverse situazioni mondiali quali una rapida crescita della popolazione, i cambiamenti climatici, la scarsità delle risorse naturali e la trasformazione dei modelli di consumo rappresentano un ostacolo per la capacità dei nostri sistemi alimentari di garantire a tutti la sicurezza e la disponibilità degli alimenti in modo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale;

15. sottolinea la necessità di misure adeguate onde migliorare l'attuale situazione dei paesi africani, i quali affrontano una rapida crescita demografica accompagnata dall'incertezza circa la capacità dei settori agricoli locali di garantire una produzione di cibo sufficiente e circa la possibilità di mettere in atto misure adeguate di adattamento ai cambiamenti climatici;

16. ritiene che la limitata disponibilità di terreni, la degradazione del suolo, la scarsità di acqua e i vincoli alla produzione di alimenti rappresentino seri ostacoli all'aumento delle forniture di prodotti agricoli e alla produttività, a loro volta collegati alle incertezze socio-economiche e istituzionali nei paesi in via di sviluppo;

 

Povertà e protezione sociale

 

17. sottolinea che, in base alle stime, il 2020 dovrebbe far registrare – per la prima volta in più di vent'anni – un drastico aumento della povertà estrema a livello mondiale, in particolare a discapito dei bambini, con la pandemia di COVID-19 che aggrava i problemi causati dai conflitti, da una governance mediocre e dai cambiamenti climatici e colpisce in modo particolarmente incisivo donne e ragazze (si stima che altri 47 milioni di persone vivranno in condizioni di povertà estrema entro il 2021), i lavoratori informali e migranti (che rappresentano un quarto della forza lavoro mondiale), il settore del turismo e le economie dell'America latina, dei Caraibi e dell'Africa; evidenzia, nel quadro di una crisi così estrema, l'importanza della protezione sociale universale e del dialogo sociale; chiede alla Commissione di elaborare, insieme ai paesi partner, strategie per la ripresa economica, la creazione di posti di lavoro e il miglioramento dei sistemi di sicurezza sociale favorendo l'estensione della copertura sociale ai lavoratori informali nei settori rurali;

18. sottolinea il fatto che i soggetti più vulnerabili sono quelli maggiormente colpiti dalla pandemia, con particolare riferimento ai rifugiati, agli sfollati interni e ai migranti che vivono situazioni precarie, i quali si trovano a dover affrontare tre crisi diverse: la crisi sanitaria, la crisi socio-economica e la crisi relativa alla loro tutela; sottolinea che i bambini che vivono in queste condizioni sono particolarmente vulnerabili a causa dell'accesso limitato a servizi essenziali quali i servizi WASH, l'istruzione, la sanità e i servizi di cura in genere, il che pone a rischio lo sviluppo, il futuro e la salute di detti bambini;

19. sottolinea che le conseguenze della pandemia di COVID-19 stanno colpendo in misura sproporzionata i più poveri e le categorie sociali più svantaggiate, emarginate e prive di protezione, comprese le persone con disabilità fisiche e intellettive, le persone affette da patologie croniche, le persone con problemi di salute mentale e gli anziani, che hanno già un accesso limitato o non hanno nessun accesso all'igiene e alle cure di base per le loro esigenze sanitarie e sono divenute ancora più vulnerabili a causa della pandemia;

 

Rifugiati e persone vittime di sfollamento

20. esorta la Commissione a rispondere ai bisogni specifici dei rifugiati, dei migranti e degli sfollati interni, confermando il principio guida delle reti di sanità pubblica, che consiste nel non lasciare nessuno indietro, e a non impedire al personale umanitario in prima linea di avere contatti diretti con le persone alle quali presta soccorso; ribadisce con preoccupazione che i rifugiati, i migranti e gli sfollati interni sono tra le popolazioni più vulnerabili nel contesto della crisi sanitaria poiché devono spesso sostenere condizioni di vita più precarie e tendono a dover affrontare ostacoli nell'accesso ai servizi sanitari di base ancora maggiori rispetto alle popolazioni locali; sottolinea la necessità assoluta di garantire la parità di accesso alle cure per la COVID-19 e agli altri servizi sanitari e programmi che offrono una rete di protezione a tutte le persone colpite, a prescindere dalla nazionalità, dallo status giuridico, dalle origini, dal sesso, dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere e da qualsiasi altra caratteristica; sottolinea l'importanza di offrire sostegno ai rifugiati e agli sfollati interni per consentire loro di far fronte all'impatto socioeconomico sproporzionato della pandemia, rafforzando le misure di sostegno alla sussistenza e le attività in grado di generare reddito, oltre al loro accesso alla sicurezza; sottolinea che le politiche dell'UE dovrebbero supportare l'accesso di tali persone all'occupazione, all'istruzione e alla documentazione civica; esorta l'UE e gli Stati membri a creare le condizioni affinché i bambini e i giovani nei campi per rifugiati abbiano accesso all'istruzione, comprese le opzioni di apprendimento a distanza, in particolare per l'apprendimento di base;

Rafforzamento del settore sanitario

21. sottolinea che l'epidemia di COVID-19 ha aggravato il problema persistente della carenza di medicinali a livello mondiale, con gravi conseguenze nei paesi in via di sviluppo; sottolinea che gli aiuti allo sviluppo dovrebbero principalmente essere finalizzati a fornire una copertura universale "orizzontale" del sistema sanitario mediante un approccio olistico e basato sui diritti, tale che risponda pienamente alla natura multidimensionale della salute (strettamente legata al genere, la sicurezza alimentare e l'alimentazione, l'acqua e le strutture igienico-sanitarie, l'istruzione e la povertà); chiede, in particolare, la revisione delle strategie e dei partenariati proposti o esistenti nell'ottica di rafforzare e sostenere ulteriormente i sistemi sanitari pubblici nei paesi partner, in particolare per quanto riguarda la preparazione alle pandemie e l'organizzazione e la gestione dei sistemi sanitari, che comprendono la fornitura di un'assistenza sanitaria universale, le vaccinazioni, il monitoraggio e l'informazione in ambito sanitario (compresa la sorveglianza epidemiologica), la formazione, l'assunzione e il mantenimento del personale medico, la capacità diagnostica e l'approvvigionamento di medicinali;

22. ricorda che il rafforzamento dei sistemi sanitari non dovrebbe tener conto esclusivamente degli effetti epidemiologici della pandemia di COVID-19 sui paesi partner, ma dovrebbe altresì considerare fattori come la necessità di gestire l'incremento della malnutrizione causato dall'interruzione delle filiere alimentari o gli effetti psicologici delle misure di mitigazione dei focolai di COVID-19;

23. ricorda alla Commissione che le organizzazioni partner che hanno con l'UE rapporti ben consolidati, ad esempio il Fondo globale, forniscono un prezioso aiuto nel reperimento e nella distribuzione celeri di dispositivi di protezione individuale, strumenti diagnostici e medicinali contro la COVID-19 e che svolgono un ruolo fondamentale nella costituzione e nel consolidamento di sistemi sanitari e nella ricerca di donatori;

24. evidenzia la necessità di recuperare quanto prima il ritardo nei programmi di vaccinazione di routine e di garantire la ripresa della fornitura di altri servizi sanitari di base; chiede finanziamenti adeguati per iniziative quali GAVI, l'Alleanza per i vaccini, e CEPI, la Coalizione per l'innovazione in materia di preparazione alle epidemie; è preoccupato per il sistema di governance globale dei vaccini, esternalizzato e frammentato, che anziché promuovere la cooperazione, ha generato una concorrenza in materia di vaccini, diagnostica e cure; esorta l'UE e gli Stati membri a richiedere un accesso equo e abbordabile ai vaccini in tutto il mondo sulla base del principio di solidarietà globale; invita la Commissione a garantire che la risposta globale dell'UE alla pandemia di COVID-19 non pregiudichi il finanziamento di altri programmi sanitari fondamentali da parte dell'UE, tra cui il pacchetto di servizi minimi di base per la salute sessuale e riproduttiva e i programmi mirati alla salute delle donne e delle donne in gravidanza; esorta tutti gli Stati membri e la Commissione a continuare a supportare i paesi partner nella fornitura di servizi connessi alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, garantendo nel contempo la sicurezza delle comunità e del personale sanitario;

25. ribadisce l'importanza di mettere in atto quanto appreso dalle precedenti crisi sanitarie, ad esempio l'epidemia di Ebola; evidenzia a questo proposito l'importanza di collaborare con i capi delle comunità per diffondere importanti messaggi sulla salute pubblica e per mobilitare le società; sottolinea il ruolo fondamentale delle organizzazioni della società civile e delle ONG nazionali e internazionali nella fornitura di servizi sanitari alle comunità meno abbienti; riconosce che tali organizzazioni saranno partner essenziali nella distribuzione dei vaccini contro la COVID-19; invita l'UE a sostenere lo sviluppo delle capacità di queste organizzazioni;

26. sottolinea il ruolo dell'educazione sanitaria nella prevenzione e nella mitigazione dell'impatto della pandemia e nella prontezza in caso di future emergenze sanitarie globali; sottolinea i benefici dello sport sulla gestione delle conseguenze fisiche e mentali causate dalle prolungate misure di confinamento e dalla chiusura delle scuole;

27. esorta la Commissione europea e gli Stati membri a impegnarsi a rendere i vaccini e le cure contro la pandemia un bene pubblico globale, accessibile a tutti;

28. sottolinea che la continuità dei servizi sanitari di base, compresa la nutrizione, è necessaria nella risposta e nella ripresa dalla COVID-19; sottolinea che servizi alimentari di qualità, fra cui la prevenzione, la valutazione, la diagnosi e la cura di tutte le forme di malnutrizione, dovrebbero essere garantiti nell'ambito dell'assistenza sanitaria primaria; riconosce il ruolo di primaria importanza degli operatori sanitari delle comunità, che dovrebbero essere sostenuti anche attraverso una adeguata formazione;

29. sottolinea che la ricerca e l'innovazione (R&I) hanno assunto un'importanza cruciale nella risposta globale alla COVID-19 consentendo lo sviluppo di terapie, vaccini e strumenti diagnostici necessari con urgenza; sottolinea che le attività di ricerca e innovazione devono essere indirizzate verso strumenti in grado di funzionare in contesti con risorse limitate al fine di consentire una vera risposta globale; sottolinea che sforzi simili sono necessari per affrontare il divario esistente in termini di ricerca e prodotti al fine di superare altre epidemie, soprattutto quelle legate alla povertà o a malattie trascurate che colpiscono miliardi di persone in tutto il mondo, ma che offrono incentivi di mercato limitati per gli investimenti privati, anche al fine di interrompere la dipendenza dai paesi più ricchi, in particolare dalla ricerca su malattie che potrebbero non interessarli direttamente; chiede pertanto all'UE e ai suoi Stati membri di aumentare le opportunità di collaborazione transnazionale tra i ricercatori e di incoraggiare lo sviluppo del potenziale umano nei paesi partner, con particolare attenzione alle donne;

30. sostiene l'importante lavoro dell'OMS e sottolinea il suo ruolo centrale in quanto autorità di riferimento e di coordinamento della risposta alla COVID-19, riconoscendo nel contempo la necessità di una sua riforma, inclusa, ma non solo, la riforma del regolamento sanitario internazionale, una volta superata la grave crisi in atto;

31.  sottolinea la necessità di un'azione urgente, di un aumento dei finanziamenti e di un migliore coordinamento delle risposte ai comportamenti e alle pratiche di igiene, che rappresentano una delle difese vitali per prevenire, contenere e contrastare la COVID-19; sottolinea la necessità di garantire forniture affidabili di acqua pulita in case, scuole e strutture sanitarie ed evidenzia l'importanza dell'accesso ad acqua pulita e strutture, servizi e beni igienico-sanitari, fondamentali per incrementare la resilienza a crisi sanitarie future; chiede all'UE e ai suoi Stati membri di aumentare in modo significativo i finanziamenti per acqua e servizi igienico-sanitari (WASH) come parte della loro risposta alla COVID-19 e al fine di rafforzare la resilienza globale in caso di crisi future;

32. sottolinea il ruolo cruciale svolto dalle organizzazioni guidate dalle comunità e dalle organizzazioni della società civile (OSC) nel fornire servizi sanitari alle comunità più emarginate e meno servite; invita la Commissione a garantire un sostegno politico, finanziario e tecnico alle OSC che forniscono servizi a livello di comunità per assicurare che le persone impossibilitate a raggiungere le cliniche sanitarie possano avere accesso a servizi specifici e adeguati;

33. sottolinea che una distribuzione più equa dei vaccini nel mondo è essenziale per combattere efficacemente la diffusione della COVID-19 e le sue mutazioni; ricorda altresì che i dispositivi medici utilizzati contro la COVID-19 dovrebbero essere economicamente accessibili, sicuri, efficaci, facili da gestire e universalmente disponibili e dovrebbero essere considerati un bene pubblico globale;

Diritti umani, governance e democrazia

34. manifesta preoccupazione per il fatto che, sin dall'inizio della crisi della COVID-19, molti governi hanno utilizzato l'emergenza per giustificare l'introduzione di restrizioni ai processi democratici e allo spazio civile, anche limitando l'accesso umanitario, e per opprimere le minoranze; condanna in particolare la censura, gli arresti e le intimidazioni nei confronti di giornalisti, esponenti dell'opposizione, operatori sanitari e altre persone per aver criticato i governi, compresa la loro gestione della crisi; richiama l'attenzione, più in generale, sul crescente impatto negativo della COVID-19 su tutti i diritti umani, sulla democrazia e sullo Stato di diritto, e chiede pertanto il rafforzamento degli aiuti, del dialogo politico e del sostegno alla società civile e al consolidamento istituzionale in tutti questi settori, prestando un'attenzione particolare ai difensori dei diritti umani e agli attivisti della società civile;

35. osserva che la ricerca a livello globale indica che stigmatizzazioni e discriminazioni continuano a influenzare la vita di persone affette da HIV, in particolare popolazioni a rischio e gruppi vulnerabili; richiama le conclusioni UNAIDS secondo cui anche le persone e i gruppi associati alla COVID-19 hanno sperimentato percezioni e azioni negative; evidenzia che le popolazioni vulnerabili ed emarginate continuano a essere stigmatizzate, compresi i casi di intersezione con HIV e COVID-19, ad esempio le persone che vivono in povertà, le persone senza fissa dimora, i rifugiati, i migranti, gli operatori del sesso, le persone che fanno uso di droghe, le lesbiche, i gay, i bisessuali, i transgender e le persone intersessuali;

36. sottolinea che le conseguenze di una combinazione tra pandemia sanitaria e recessione globale metteranno gravemente a repentaglio la capacità dei paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati (PMS), di conseguire gli OSS; ricorda la richiesta delle Nazioni Unite di stanziare un pacchetto di fondi per la crisi causata dalla COVID-19 pari a 2 500 miliardi di USD per i paesi in via di sviluppo, che devono affrontare danni economici senza precedenti a causa della pandemia di COVID-19; chiede politiche più lungimiranti basate sul principio chiave dell'Agenda 2030 del non lasciare indietro nessuno;

37. sottolinea che uno stato di emergenza ha effetti negativi sui diritti umani e le libertà fondamentali, e deve quindi essere sempre limitato nel tempo, debitamente giustificato mediante procedure democratiche e legali, proporzionato all'emergenza e rispettare al contempo l'ordine costituzionale e il diritto internazionale in materia di diritti umani; ribadisce che le emergenze sanitarie non dovrebbero mai essere usate come pretesto per minare lo Stato di diritto, le istituzioni democratiche, la responsabilità democratica o il controllo giudiziario;

38. esprime preoccupazione per i violenti attacchi al personale e alle strutture umanitarie e mediche, nonché per gli ostacoli burocratici, come i requisiti di accesso poco chiari e mutevoli o le restrizioni sul numero di personale e veicoli nei paesi partner; sottolinea l'importanza di continuare ad affrontare questi attacchi e ostacoli a livello sia diplomatico che politico;

39. invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere i parlamenti, che continuano a svolgere un ruolo attivo nel controllo delle misure governative per contenere la pandemia di COVID-19 e nella valutazione delle implicazioni per i diritti umani delle misure di salute pubblica; sottolinea che il settore sanitario in molti paesi è soggetto a corruzione e vi è la necessità di rafforzare la responsabilità e la supervisione;

40. mette in risalto le conseguenze particolarmente gravi delle misure di confinamento dovute alla COVID-19 e i danni collaterali subiti dalle donne, dalle ragazze e dai minori, in particolare a causa dell'aumento della violenza di genere, compresa la mutilazione genitale femminile, l'incidenza crescente di casi di matrimoni infantili, gravidanze precoci e indesiderate e l'accesso limitato ai servizi sanitari, fra cui i servizi in materia di salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti, ma anche l'esposizione delle donne alla COVID-19 in ragione del fatto che esse rappresentano una percentuale sproporzionatamente elevata del personale sanitario a livello mondiale; osserva che, in numerosi paesi partner, le donne sono impiegate in settori a prevalenza femminile, come quello dell'abbigliamento, che sono stati fortemente colpiti; sottolinea la necessità che lo strumento NDICI stimoli le opportunità di lavoro femminile superata la crisi; chiede azioni volte a controbilanciare l'onere di assistenza sproporzionato di cui si fanno carico le donne e a contrastare qualsiasi potenziale regresso nei settori della sicurezza, della salute, dell'emancipazione, dell'indipendenza e dell'autodeterminazione economiche e dell'istruzione, attraverso programmi specifici come l'iniziativa Spotlight e il piano d'azione sulla parità di genere III e riorientando il sostegno europeo; chiede di aumentare gli sforzi per meglio prevenire e affrontare la violenza domestica; chiede la partecipazione significativa delle donne alle decisioni che incidono sulla loro salute e sulla loro vita professionale; mette in risalto la necessità di includere la prospettiva di genere nella risposta dell'UE alla COVID-19, di sostenere l'inclusività in seno agli organi decisionali e di raccogliere dati disaggregati per sesso e per età ai fini di un'analisi di genere;

41. ricorda che gli effetti economici e sociali della pandemia colpiscono smisuratamente le donne e rischiano di annullare decenni di progresso sull'uguaglianza di genere e sull'emancipazione femminile; incoraggia l'UE e gli Stati membri, per affrontare questa sfida e assicurare sostegno nella ripresa, ad aumentare il proprio supporto esterno ad azioni volte a incoraggiare la voce e la partecipazione delle donne nei processi decisionali, migliorare l'istruzione e la formazione delle donne, eliminare le discriminazioni nell'accesso al credito e prevedere leggi contro la violenza di genere;

Servizio del debito e bilanci sani

42.  si compiace della decisione, annunciata dal G20, di sospendere temporaneamente i pagamenti di servizio del debito per i paesi più poveri e si unisce all'appello rivolto ai creditori privati e alle banche commerciali di proprietà statale a fare altrettanto; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere la piena attuazione dell'iniziativa del G20 di sospensione del servizio del debito (DSSI) e del nuovo quadro comune di trattamento del debito oltre alla DSSI; sottolinea che l'entità della crisi economica e sociale nei paesi in via di sviluppo richiede misure più radicali e di maggiore portata e incoraggia la Commissione a sostenere gli sforzi internazionali in tal senso; ritiene che gli interessi risparmiati grazie alla sospensione di cui sopra dovrebbero essere invece investiti nel settore sanitario, che spesso risente di gravi carenze di risorse nei paesi in via di sviluppo; invita a tale proposito la Commissione e gli Stati membri a sostenere altresì iniziative a livello internazionale che propongano meccanismi flessibili di riduzione del debito legati alla creazione di fondi di contropartita in valuta locale per promuovere investimenti finalizzati al conseguimento degli OSS;

43. sottolinea che numerosi paesi in via di sviluppo presentavano già elevati livelli di debito prima della pandemia, e che quindi evitavano i necessari investimenti nella prevenzione delle crisi, nei sistemi sanitari e nella tutela sociale; sottolinea l'importanza di affrontare in via prioritaria la sostenibilità del debito nei paesi partner; invita la Commissione ad adottare nuove iniziative per far fronte ai problemi dei flussi finanziari illeciti, dell'evasione fiscale e della frode fiscale, in modo da migliorare le basi imponibili nei paesi in via di sviluppo; esorta a tal fine l'UE a garantire che i suoi accordi in materia di commercio, doppia imposizione e investimenti siano coerenti con l'obiettivo della mobilitazione delle risorse interne dei paesi ACP e si traducano in risultati concreti e sostenibili in termini di sviluppo, in linea col principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, sancito dall'articolo 208 del trattato di Lisbona; auspica, più in generale, la creazione di un organismo fiscale globale a livello delle Nazioni Unite che assista il coordinamento delle politiche fiscali; chiede inoltre che il sostegno al bilancio sia indirizzato ai servizi di base universali, in particolare l'accesso ai servizi sanitari di base, alle risorse idriche e alle strutture igienico-sanitarie, e alla resilienza;

44. invita la Commissione a prevedere un maggiore sostegno per i paesi più fragili, per affrontare la pandemia di COVID-19 e fornire l'accesso all'assistenza sanitaria, senza trascurare le sfide esistenti come la povertà estrema, la sicurezza, l'accesso a un'istruzione e a un lavoro di qualità, la democrazia, le pari opportunità e i cambiamenti climatici;

45. evidenzia che flussi ridotti di rimesse nei paesi in via di sviluppo peggioreranno le condizioni di vita di coloro che dipendono da questa fonte di reddito per finanziare il consumo di beni e servizi quali cibo, servizi sanitari e istruzione; incoraggia pertanto l'UE e la comunità di donatori ad agire per mantenere la promessa di contribuire a ridurre il costo delle spese di rimessa quanto più vicino possibile allo zero, e almeno al 3 %, come richiesto nell'OSS 10;

Istruzione e digitalizzazione

46. sottolinea che la pandemia di COVID-19 ha fatto perdere mesi di scuola a un numero senza precedenti di studenti, il che rappresenta una grave battuta d'arresto negli sforzi profusi nell'ambito dell'istruzione, con particolare riferimento all'istruzione delle ragazze, delle donne e delle persone sfollate; esorta i governi a ricorrere alla chiusura delle scuole solo come misura di ultima istanza nella lotta contro la pandemia; è favorevole a proseguire e rendere prioritari gli investimenti nell'istruzione in contesti umanitari e di emergenza; chiede che l'istruzione rimanga una priorità di spesa nella politica di sviluppo dell'UE e che sia tenuta in debita considerazione la funzione sociale e culturale delle scuole; esorta i governi, in tale contesto, a dare la priorità al sostegno ai bambini più emarginati e alle loro famiglie, dal momento che le disuguaglianze economiche e sociali sono profondamente legate all'abbandono scolastico precoce e allo scarso rendimento sin dalla prima infanzia, che compromettono le prospettive di occupabilità nell'età adulta; sottolinea che i bambini più a rischio, specialmente quelli con disabilità e che vivono in zone coinvolte in conflitti, sono i più duramente colpiti da questa pandemia; raccomanda all'UE di sostenere le azioni dell'UNICEF e ai paesi dell'UE di condividere i loro approcci al mantenimento della didattica, anche nei periodi di crisi, e chiede all'UE e ai suoi Stati membri di sfruttare le potenzialità dell'apprendimento digitale e a distanza (app offline, radio, televisione, materiali stampati) nei loro programmi internazionali di sostegno in modo tale che nessun bambino rimanga escluso dall'istruzione; appoggia pertanto un accesso aperto, sicuro ed economico a Internet (compresi i dati mobili) e un accesso, un uso e una creazione equi delle tecnologie digitali, per ridurre il divario digitale, anche quello legato a genere ed età, e includere nella trasformazione digitale anche le persone più svantaggiate ed emarginate;

47. invita a considerare la cultura per il suo valore intrinseco come quarto pilastro autonomo e trasversale dello sviluppo sostenibile unitamente alle dimensioni sociale, economica e ambientale; chiede all'UE di integrare la sostenibilità culturale a tutti i livelli della cooperazione allo sviluppo e di includere in modo sistematico la dimensione culturale nelle negoziazioni per gli accordi di associazione, in tutte le relazioni esterne e in tutti gli strumenti di politica estera;

48. sottolinea l'importanza dell'apprendimento permanente e della riqualificazione, anche a lungo termine a seguito della pandemia di COVID-19, in quanto non solo diverrà pratica comune, bensì anche un requisito necessario per i cittadini che lavorano, data la rapidità con cui evolve la tecnologia;

49. sottolinea la necessità di fornire sostegno e riconoscimento agli insegnanti, il cui ruolo di prim'ordine nell'istruzione e nella costruzione di una cittadinanza attiva è stato ulteriormente messo in risalto dalla pandemia; evidenzia la necessità di investire nella formazione dei docenti per prepararli adeguatamente ai nuovi modelli di apprendimento quali l'e-learning e l'apprendimento misto, oggi necessari per garantire la continuità dell'istruzione laddove non sia possibile svolgere la didattica in presenza;

50. sottolinea il ruolo dei media indipendenti nella promozione della diversità culturale e delle competenze interculturali e la necessità di rafforzarli come fonte di informazione credibile, specialmente in tempi di crisi e incertezza;

51. richiama l'attenzione sull'altissimo prezzo che la pandemia ha imposto sui settori culturali e creativi, sui siti patrimonio dell'umanità, sul patrimonio culturale intangibile e sul turismo culturale in tutto il mondo, specialmente nei paesi meno sviluppati, dove questi settori sono particolarmente fragili; chiede all'UE e ai suoi Stati membri di fornire aiuti economici a questi settori nel contesto dei programmi di cooperazione allo sviluppo, attraverso fondi dedicati con priorità tematiche e geografiche, oltre ad assistenza tecnica, comprese iniziative di supporto digitale, per mitigare gli effetti negativi delle misure di confinamento, e di creare sinergie tra i governi locali, le organizzazioni culturali e le ONG, da un lato, e le delegazioni dell'UE e le sedi estere degli istituti di cultura degli Stati membri, dall'altro;

52. ricorda che gli aiuti allo sviluppo assegnati al settore dell'istruzione sono diminuiti costantemente nell'ultimo decennio; chiede agli Stati membri di investire il 10 % dei fondi ufficiali per lo sviluppo nel settore dell'istruzione entro il 2024 e il 15 % entro il 2030, comprendendo investimenti per la formazione, l'infrastruttura e la connettività digitali, al fine di ridurre il divario digitale che inasprisce gli svantaggi socioeconomici;

Resilienza

53.  sottolinea l'importanza di assistere i paesi partner e di scambiare con loro le migliori pratiche (tra cui il consolidamento delle capacità delle rispettive amministrazioni locali e regionali), nonché di scambiare le migliori pratiche con le organizzazioni locali della società civile e di assisterle nell'individuazione delle vulnerabilità e nella creazione di meccanismi di prevenzione e risposta alle crisi, come pure nella protezione delle infrastrutture critiche, nell'ottica di gestire meglio futuri shock sistemici di qualsiasi tipo; sottolinea altresì l'importanza di adottare un approccio "One Health" dal governo centrale fino al livello della comunità per prevenire o combattere le zoonosi;  teme che, a causa delle trasformazioni causate dai cambiamenti climatici, alle difficoltà legate alla crisi della COVID-19 possano aggiungersi eventi meteorologici estremi, che metterebbero ulteriormente sotto pressione le economie e il funzionamento degli Stati e la fornitura degli aiuti umanitari; chiede pertanto che la strategia per la ripresa persegua gli obiettivi dell'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici; ritiene inoltre che le misure di stimolo economico dovrebbero aprire la strada a un futuro a emissioni zero e resiliente ai cambiamenti climatici e chiede sostegno per la conservazione delle varietà di sementi previste dal Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura al fine di aiutare le comunità a ripristinare le varietà in caso di disastri causati dai cambiamenti climatici;

55. è del parere la pandemia offra un'opportunità di miglioramento e che le politiche umanitarie e di sviluppo dell'UE dovrebbero sostenere questo obiettivo nei paesi partner; evidenzia in particolare la necessità di sostenere i paesi in via di sviluppo nel progresso verso l'economia digitale in settori quali la salute, l'istruzione e altri servizi pubblici; si compiace del varo della piattaforma Digital4Development (D4D) a dicembre 2020 e incoraggia l'UE a realizzare ulteriori investimenti negli sforzi di digitalizzazione dei paesi partner, anche ricorrendo a investimenti nel settore privato;

56. ricorda che la resilienza è contraddistinta sia da una generale prontezza che dalla capacità di adattarsi a nuove circostanze; ricorda, in questo contesto, che le comunità in grado di adattare le proprie soluzioni ai loro contesti specifici sono più coinvolte in tutta la fase di ripresa e diventano più forti; sottolinea che superare questa crisi in uno spirito di solidarietà con i nostri partner rafforzerà e renderà più resilienti le relazioni tra l'UE e i paesi in via di sviluppo;

57. ricorda che gli investimenti del settore privato potrebbero svolgere un ruolo importante nel contribuire alla ripresa economica e al conseguimento degli OSS, considerato l'aumento dei bisogni generato dalla pandemia; chiede che il ruolo del settore privato e della finanza mista sia esaminato ulteriormente quale parte degli sforzi di ripresa e di consolidamento della resilienza;

58.  sottolinea che le pandemie sono spesso di origine zoonotica; evidenzia, pertanto, la necessità di sostenere programmi di istruzione riguardo ai pericoli connessi alla caccia e al commercio di animali selvatici, nonché una protezione e un ripristino più rigorosi degli ecosistemi e degli habitat, e di affrontare le sfide poste dall'agricoltura industriale; invita a rafforzare il sostegno ai paesi partner nella loro lotta contro il bracconaggio e il traffico di animali selvatici, prestando attenzione, in particolare, a includere le comunità locali nella protezione della fauna selvatica; ritiene che occorra concedere maggiori fondi dell'UE a favore della ricerca anticipatoria sui legami tra la salute umana, la salute animale e gli ecosistemi al fine di migliorare la capacità di rispondere alle future crisi sanitarie create da mutazioni virali di origine zoonotica;

59.  ritiene che la resilienza contro le future crisi sanitarie debba essere costruita anche rafforzando la ricerca su quelle malattie in grado di causare regolarmente epidemie mortali nei paesi in via di sviluppo; si rammarica del fatto che non si svolgano ancora attività di ricerca sufficienti sullo sviluppo di vaccini in grado di prevenire efficacemente malattie ricorrenti nei paesi in via di sviluppo, come la malaria o la zika; chiede all'UE e ai suoi Stati membri di stanziare maggiori finanziamenti per la ricerca sullo sviluppo di vaccini che possano evitare future epidemie causate da queste malattie;

60. sottolinea che, anche nei periodi di crisi, la produzione e la distribuzione di alimenti devono costituire una priorità assoluta; ritiene che la dipendenza da fonti esterne di alimenti, piante, sementi e fertilizzanti debba essere ridotta, incentivando nel contempo la produzione agricola locale e diversificata; accoglie con favore, a questo proposito, il sostegno dell'UE all'agroecologia, che deve essere ulteriormente rafforzato; chiede di sostenere la condivisione delle conoscenze riguardo alle sementi nuove, a quelle vecchie e a quelle agroecologiche più resilienti;

61. ricorda che i paesi in via di sviluppo sono storicamente vulnerabili alle problematiche esterne, a causa delle scarse esportazioni e della minore diversificazione delle economie; sottolinea pertanto che una delle maggiori sfide per i paesi in via di sviluppo è risalire la scala del valore globale attraverso la diversificazione economica e passare da un modello di produzione orientato alle esportazioni a uno sviluppo basato sui mercati nazionali e regionali; sottolinea, a tale scopo, il ruolo fondamentale della cooperazione nell'economia regionale, delle politiche industriali nazionali e della promozione degli investimenti per aumentare l'autonomia nazionale o regionale nella produzione di beni e servizi essenziali; ritiene fondamentale, in questo contesto, guidare i finanziamenti e le pratiche commerciali per promuovere l'integrazione delle norme di sostenibilità in tutta la catena degli investimenti; ribadisce che il dovere di diligenza obbligatorio delle imprese in materia di diritti umani e di ambiente è una condizione necessaria per prevenire e attenuare le crisi future e garantire catene del valore sostenibili;

62. sottolinea che gli investimenti in azioni volte alla ripresa devono essere responsabili e in linea con gli orientamenti volontari del CFS sulla governance responsabile della terra, della pesca e delle foreste nel contesto della sicurezza alimentare nazionale e con i suoi principi di investimento responsabile nei sistemi agroalimentari, al fine di mitigare i cambiamenti climatici e incoraggiare la resilienza delle popolazioni vulnerabili;

63. chiede all'UE una maggiore integrazione dei diritti dei minori nella lotta ai cambiamenti climatici e nelle sue azioni volte alla promozione della resilienza e della preparazione ai disastri naturali direttamente nei settori sociali quali istruzione, salute, WASH, nutrizione e tutela sociale e dell'infanzia;

Nesso tra azione umanitaria, sviluppo e pace

64. sottolinea che l'attuazione del nesso tra azione umanitaria, sviluppo e pace deve rappresentare una priorità nella programmazione dell'NDICI nei paesi fragili; invita la DG ECHO, la DG INTPA e la DG NEAR della Commissione ad attuare programmi complementari adattati, ove possibile, ai contesti e alle opportunità locali, in modo da rafforzare vicendevolmente i vari aspetti di tale nesso;

65. sottolinea la necessità di lavorare insieme alle comunità e alle OSC locali nella definizione e nell'attuazione della risposta alla crisi della COVID-19; sottolinea il ruolo del Corpo europeo di solidarietà nel sostenere le OSC in loco che forniscono assistenza alle persone in difficoltà;

66. chiede il rispetto dell'autonomia delle comunità locali e il loro coinvolgimento nelle azioni umanitarie e di sviluppo insieme alle organizzazioni locali della società civile, comprese le chiese, le organizzazioni religiose e altri rappresentanti locali;

67. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente del Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai governi e ai parlamenti dei paesi dell'Unione africana, al Segretario generale delle Nazioni Unite e all'Organizzazione mondiale della sanità.



 


INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

19.4.2021

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

16

2

8

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Anna-Michelle Asimakopoulou, Hildegard Bentele, Dominique Bilde, Catherine Chabaud, Antoni Comín i Oliveres, Ryszard Czarnecki, Gianna Gancia, Charles Goerens, Mónica Silvana González, Pierrette Herzberger-Fofana, György Hölvényi, Rasa Juknevičienė, Beata Kempa, Pierfrancesco Majorino, Erik Marquardt, Norbert Neuser, Janina Ochojska, Christian Sagartz, Marc Tarabella, Tomas Tobé, Miguel Urbán Crespo, Chrysoula Zacharopoulou, Bernhard Zimniok

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Barry Andrews, Caroline Roose, Patrizia Toia

 


 

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

16

+

PPE

Anna‑Michelle Asimakopoulou, Hildegard Bentele, György Hölvényi, Rasa Juknevičienė, Janina Ochojska, Christian Sagartz, Tomas Tobé

S&D

Mónica Silvana González, Pierfrancesco Majorino, Norbert Neuser, Marc Tarabella, Patrizia Toia

RENEW

Barry Andrews, Catherine Chabaud, Charles Goerens, Chrysoula Zacharopoulou

 

2

-

ID

Dominique Bilde, Bernhard Zimniok

 

8

0

Verts/ALE

Pierrette Herzberger‑Fofana, Erik Marquardt, Caroline Roose

ECR

Ryszard Czarnecki, Beata Kempa

La Sinistra

Miguel Urbán Crespo

N.I.

Antoni Comín i Oliveres

ID

Gianna Gancia

 

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 

 

Ultimo aggiornamento: 11 maggio 2021
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