RELAZIONE sulle relazioni 2019-2020 della Commissione concernenti la Bosnia-Erzegovina

1.6.2021 - (2019/2171(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Paulo Rangel


Procedura : 2019/2171(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A9-0185/2021
Testi presentati :
A9-0185/2021
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle relazioni 2019-2020 della Commissione concernenti la Bosnia-Erzegovina

(2019/2171(INI))

Il Parlamento europeo,

 visti l'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, e il suo protocollo di adeguamento per tenere conto dell'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea,

 viste la prima riunione del comitato parlamentare di stabilizzazione e di associazione (SAPC) UE-Bosnia-Erzegovina, tenutasi il 5 e 6 novembre 2015, la terza riunione del consiglio di stabilizzazione e di associazione UE-Bosnia-Erzegovina, tenutasi il 13 luglio 2018, e la quarta riunione del comitato parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Bosnia-Erzegovina, tenutasi il 7 novembre 2019,

 vista la domanda di adesione all'Unione europea presentata dalla Bosnia-Erzegovina il 15 febbraio 2016,

 viste le iniziative di cooperazione regionale nell'Europa sudorientale e le iniziative paneuropee, come il processo di cooperazione nell'Europa sudorientale, il processo di Brdo-Brioni, l'Iniziativa Centro Europea, l'Iniziativa adriatico-ionica, il trattato della Comunità dell'energia, Erasmus+, le strategie dell'UE per la regione danubiana e per la regione adriatico-ionica, l'Iniziativa regionale in materia di migrazione, asilo e rifugiati (MARRI), la commissione regionale incaricata di accertare i fatti relativi a tutte le vittime di crimini di guerra e le altre violazioni dei diritti umani commesse sul territorio dell'ex Jugoslavia (RECOM), la Rete regionale per l'adesione (RENA), la Scuola regionale della pubblica amministrazione (ReSPA), l'ufficio regionale per la cooperazione giovanile (RYCO), il trattato per la Comunità dei trasporti, il Fondo per i Balcani occidentali, l'Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA) e il mercato regionale comune,

 vista la comunicazione della Commissione del 5 febbraio 2020, dal titolo "Rafforzare il processo di adesione – Una prospettiva europea credibile per i Balcani occidentali" (COM(2020)0057),

 vista la comunicazione della Commissione del 29 maggio 2019 dal titolo "Comunicazione 2019 sulla politica di allargamento dell'UE" (COM(2019)0260), accompagnata dal documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato "Parere della Commissione sulla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina all'Unione europea" (COM(2019)0261) e dalla relazione analitica (SWD(2019)0222),

 vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2020 intitolata "Comunicazione 2020 sulla politica di allargamento dell'UE" (COM(2020)0660), accompagnata dal documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato "Bosnia and Erzegovina 2020 Report" (Relazione 2020 sulla Bosnia-Erzegovina) (SWD(2018)0350),

 vista la Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, approvata dalla Conferenza generale dell'UNESCO in occasione della sua trentatreesima sessione il 20 ottobre 2005,

 vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2020 sull'iniziativa dei cittadini europei intitolata "Minority SafePack – un milione di firme per la diversità in Europa"[1],

 vista la convenzione sulla valutazione dell'impatto sull'ambiente in un contesto transfrontaliero, approvata il 25 febbraio 1991,

 viste le conclusioni del Consiglio del 25 gennaio 2021 sulla diplomazia climatica ed energetica – Realizzare la dimensione esterna del Green Deal europeo, e del 20 gennaio 2020 sulla diplomazia climatica, nonché le conclusioni del Consiglio europeo del 10-11 dicembre 2020 sul clima;

 visto il documento di lavoro del Servizio europeo per l'azione esterna del 6 novembre 2020 dal titolo "Climate Change and Defence Roadmap" (Cambiamenti climatici e tabella di marcia per la difesa),

 viste le conclusioni del Consiglio del 5 giugno 2020 sul rafforzamento della cooperazione con i partner dei Balcani occidentali nel settore della migrazione e della sicurezza,

 viste le conclusioni del Consiglio del 14 ottobre 2019 e del 12 ottobre 2020 sulla Bosnia-Erzegovina e l'operazione EUFOR Althea,

 vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2020 intitolata "Un piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali" (COM(2020)0641),

 visti il processo di Berlino, avviato il 28 agosto 2014, e il suo vertice UE-Balcani occidentali, tenutosi a Sofia il 10 novembre 2020,

 vista la dichiarazione comune del vertice Parlamento europeo-relatori dei Balcani occidentali del 28 gennaio 2020,

 vista la dichiarazione di Zagabria, adottata in occasione del vertice UE-Balcani occidentali svoltosi a Zagabria il 6 maggio 2020,

 vista la sua raccomandazione del 19 giugno 2020 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente i Balcani occidentali, a seguito del vertice del 2020[2],

 visti la dichiarazione di Sofia adottata in occasione del vertice UE-Balcani occidentali del 17 maggio 2018 e il programma delle priorità di Sofia ad essa allegato,

 vista la relazione degli esperti sulle questioni relative allo Stato di diritto in Bosnia-Erzegovina del 5 dicembre 2019,

 visti il parere sulla situazione costituzionale in Bosnia-Erzegovina e i poteri dell'Alto rappresentante, approvato dalla commissione di Venezia alla sua 62a sessione plenaria tenutasi a Venezia l'11 e 12 marzo 2005, e le successive raccomandazioni della commissione di Venezia riguardo a questioni costituzionali in Bosnia-Erzegovina,

 vista la Carta europea dell'autonomia locale,

 vista la relazione finale del 25 gennaio 2019 redatta dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sulle elezioni politiche svoltesi in Bosnia-Erzegovina il 7 ottobre 2018,

 viste la dichiarazione del 5 luglio 2009 dei partner dei Balcani occidentali sull'integrazione dei rom nell'ambito del processo di allargamento dell'UE, nota come la Dichiarazione di Poznan, e la comunicazione della Commissione, del 5 marzo 2020, dal titolo "Un'Unione dell'uguaglianza: quadro strategico dell'UE per l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione dei Rom" (SWD(2020)0530),

 vista la pubblicazione dell'OSCE del 26 ottobre 2020 dal titolo "Two Schools under One Roof: The Most Visible Example of Discrimination in Education in Bosnia and Herzegovina" (Due scuole sotto lo stesso tetto: l'esempio più visibile di discriminazione nell'istruzione in Bosnia-Erzegovina),

 vista la risoluzione sull'attuazione della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali da parte della Bosnia-Erzegovina, adottata dal comitato dei ministri del Consiglio d'Europa il 12 giugno 2019,

 visti il documento relativo alle riforme socioeconomiche congiunte per il periodo 2019-2022, adottato dai governi delle entità il 10 ottobre 2019, e il documento del consiglio dei ministri del 30 gennaio 2020 sulle riforme socioeconomiche in Bosnia-Erzegovina per il periodo 2020-2022,

 viste la 58a relazione e le precedenti relazioni al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dell'Alto rappresentante per l'attuazione dell'accordo di pace sulla Bosnia-Erzegovina,

 vista la risoluzione 2549 (2020) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, del 5 novembre 2020, sul rinnovo del mandato dell'operazione Althea,

 viste le sue risoluzioni del 9 luglio 2015 sulla commemorazione dei fatti di Srebrenica[3], del 15 gennaio 2009 su Srebrenica[4] e del 7 luglio 2005 sui Balcani occidentali dieci anni dopo Srebrenica[5],

 vista la sua risoluzione del 2 aprile 2009 su coscienza europea e totalitarismo[6],

 vista la sua risoluzione del 19 settembre 2019 sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa[7],

 vista la risoluzione del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa del 12 novembre 2020 che istituisce l'accordo parziale allargato sull'Osservatorio sull'insegnamento della storia in Europa,

 viste le conclusioni del Consiglio sulle priorità dell'UE relative alla cooperazione con il Consiglio d'Europa nel periodo 2020-2022,

 vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2015 sul 20° anniversario dell'accordo di pace di Dayton[8],

 vista la sua risoluzione del 13 novembre 2018 su norme minime per le minoranze nell'UE[9],

 vista la sua risoluzione dell'11 settembre 2013 sulle lingue europee a rischio di estinzione e la diversità linguistica nell'Unione europea[10],

 vista la dichiarazione comune del 21 dicembre 2020 dell'Alto rappresentante Josep Borrell e del commissario Oliver Várhelyi sulla tenuta di elezioni amministrative a Mostar,

 visti la decisione del Consiglio di sicurezza dell'ONU sulla creazione del Meccanismo residuale dei tribunali penali internazionali ("Meccanismo"), che svolge una serie di funzioni essenziali precedentemente svolte dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia ("ICTY"), nonché sue relazioni, i suoi risultati e le sue raccomandazioni,

 vista la relazione del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia del 1° luglio 2017,

 vista la relazione sull'andamento dei lavori del procuratore del Meccanismo residuale dei tribunali penali internazionali del 19 maggio 2020,

 viste le sue precedenti risoluzioni sul paese,

 visto l'articolo 54 del suo regolamento,

 vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0185/2021),

A. considerando che il processo di stabilizzazione e di associazione e la domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina all'Unione europea rappresentano la scelta strategica del paese verso l'integrazione europea, che deve tradursi in risultati tangibili in loco e in maggiori sforzi profusi da tutte le parti per passare alla seconda fase dell'ASA;

B. considerando che il Parlamento è un acceso sostenitore dell'integrazione europea della Bosnia-Erzegovina;

C. considerando che i suoi progressi nell'integrazione europea ed euro-atlantica contribuiscono alla sicurezza, alla stabilità e alla prosperità economica del paese;

D. considerando che l'attuazione di riforme significative che migliorino la vita delle persone in Bosnia-Erzegovina e facilitino l'adesione all'Unione europea richiede l'impegno di tutti i leader politici, le autorità, le istituzioni e i titolari di cariche pubbliche della Bosnia-Erzegovina;

E. considerando che sono essenziali una chiara distribuzione interna delle responsabilità e una cooperazione in buona fede significativa e rafforzata tra i diversi livelli di governo;

F. considerando che i progressi della Bosnia-Erzegovina sul cammino dell'adesione all'UE dipendono dalla sua attuazione delle 14 priorità fondamentali indicate nel parere della Commissione sulla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina all'Unione europea;

G. considerando che il paese continua ad affrontare numerose sfide relative allo Stato di diritto, alle istituzioni democratiche, ai diritti umani e alle libertà fondamentali, alla governance, all'obbligo di rendere conto, alla lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, alla libertà di espressione, alla libertà dei media e a un'economia di mercato funzionante, e che la credibilità del processo di allargamento si basa su risultati inequivocabili in questi settori chiave;

H. considerando che il primo evento Pride del paese si è tenuto il 9 settembre 2019 nella capitale, Sarajevo;

I. considerando che la cultura e il patrimonio culturale contribuiscono a rafforzare l'identità del singolo, nonché a promuovere la coesione sociale, la stabilità e la comprensione all'interno della società; che il patrimonio culturale è di per sé un valore;

J. considerando che le sfide che permangono nel processo di riconciliazione dovrebbero essere affrontate con maggior vigore;

K. considerando che la Bosnia-Erzegovina è una rotta di transito di migranti e che le capacità di accoglienza rimangono insufficienti per affrontare adeguatamente una grave situazione umanitaria nel pieno rispetto dei diritti umani e dei diritti fondamentali delle persone bisognose di protezione internazionale, per garantire una gestione integrata delle frontiere e per controllare i flussi migratori irregolari, tenuto conto della difficile situazione socio-economica e malgrado un sostegno finanziario significativo da parte dell'UE;

L. considerando che l'UE è il principale partner commerciale della Bosnia-Erzegovina e di gran lunga il più importante fornitore di assistenza finanziaria, il che ha delle ripercussioni profonde nel paese;

M. considerando che la pandemia di COVID-19 ha aggravato la situazione socioeconomica della Bosnia-Erzegovina; che l'UE ha mobilitato 80,5 milioni di EUR per aiutare la Bosnia-Erzegovina ad affrontare la COVID-19 e a riprendersi dopo la pandemia, nonché fino a 250 milioni di EUR in assistenza macrofinanziaria; che il piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali faciliterà la ripresa a lungo termine dalle conseguenze della pandemia, fungendo da importante base a tal fine;

1. ribadisce il suo forte sostegno all'integrazione europea della Bosnia-Erzegovina e invita il Consiglio europeo a continuare ad appoggiare le prospettive europee del paese, anche inviando un messaggio politico positivo con la concessione dello status di candidato;

2. accoglie con favore l'impegno della Bosnia-Erzegovina di proseguire lungo il percorso verso l'UE e pone in evidenza il forte sostegno a favore dell'integrazione europea da parte della sua popolazione;

3. ricorda che il Parlamento sostiene fortemente l'approccio basato sul merito, associando il rispetto dei criteri prestabiliti a condizionalità coerenti e credibili;

4. accoglie con favore le misure adottate dalla Bosnia-Erzegovina per affrontare alcuni aspetti fondamentali del parere della Commissione e la prosecuzione dell'attuazione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione, compresi i progressi compiuti sulla commissione parlamentare mista e l'adozione di emendamenti legislativi che consentono la tenuta delle elezioni amministrative a Mostar nel dicembre 2020;

5. ricorda che il percorso verso l'UE dipende da una pace sostenibile, da una stabilità duratura, dalla coesione sociale e da un'autentica riconciliazione che garantiscano il carattere democratico e multiculturale della Bosnia-Erzegovina; esorta il paese ad accelerare azioni penali efficaci contro i crimini di guerra nel quadro della strategia nazionale riveduta di trattamento dei crimini di guerra e chiede inchieste imparziali ed efficaci in merito a tali crimini; condanna qualsiasi tipo di revisionismo storico, la mancata applicazione delle sentenze del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia e della Corte internazionale di giustizia (CIG), la retorica anticostituzionale, secessionista, nazionalista e incendiaria e gli atti correlati, la negazione o la glorificazione dei crimini di guerra commessi durante la guerra degli anni 1990, incluso il genocidio di Srebrenica; sollecita un intervento, necessario da tempo, per affrontare la questione delle decine di migliaia di donne che sono state stuprate o hanno subito altre violenze sessuali durante le guerre degli anni 1990;

6. riconferma con forza il suo sostegno alla sovranità, all'integrità territoriale e all'indipendenza della Bosnia-Erzegovina; condanna le dichiarazioni e le proposte che mirano a minare la sovranità e i valori costituzionali della Bosnia-Erzegovina, e ribadisce la necessità che tutte le autorità, le istituzioni, i titolari di cariche e i leader politici del paese conformino la costituzione alla Convenzione europea dei diritti umani;

Riconciliazione

7. accoglie con favore gli sforzi compiuti dalle organizzazioni locali e internazionali, compresa la commissione internazionale per i dispersi (ICMP), affinché venga dato conto delle oltre 30 000 persone scomparse durante i conflitti degli anni 1990 sul territorio dell'ex Jugoslavia e delle oltre 8 000 vittime del genocidio di Srebrenica; ricorda che sono più di 7 200 le persone che risultano ancora scomparse ed esorta le autorità regionali e nazionali e le parti interessate internazionali a intensificare la cooperazione e la condivisione di dati su questioni legate alle persone scomparse e ai risarcimenti alle vittime civili della guerra, comprese le vittime di violenze sessuali, e a garantire il ritorno sicuro e sostenibile dei rifugiati e degli sfollati interni attraverso l'accesso alla sanità, all'istruzione e alla protezione sociale; riconosce che sono stati conseguiti alcuni progressi, seppure insufficienti, nell'attuazione dell'allegato VII dell'accordo di pace di Dayton sui rifugiati e gli sfollati interni; ribadisce il suo appello per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti dei rimpatriati; chiede l'adozione di una legge che vieti la negazione del genocidio, dell'Olocausto, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra;

8. invita tutte le autorità della regione a istituire la commissione regionale incaricata di accertare i fatti relativi a tutte le vittime di crimini di guerra e le altre violazioni dei diritti umani commesse sul territorio dell'ex Jugoslavia dal 1o gennaio 1991 al 31 dicembre 2001 (RECOM), sulla base del lavoro significativo svolto dalla coalizione RECOM;

9. sottolinea l'importanza del lavoro dell'Ufficio Regionale di Cooperazione Giovanile (RYCO) che promuove lo spirito di riconciliazione e cooperazione tra i giovani della regione attraverso programmi di scambio giovanile, e accoglie con favore la partecipazione attiva della Bosnia-Erzegovina;

10. ribadisce che il lavoro sul processo di riconciliazione deve concentrarsi sui giovani del paese e iniziare in tenera età, incorporando la riconciliazione nel processo educativo, quindi esorta le autorità a tutti i livelli a garantire un'istruzione inclusiva e non discriminatoria per tutti i bambini, indipendentemente dal loro contesto etnico, culturale o personale, in linea con la risoluzione del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa del 2019 sull'attuazione della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali da parte della Bosnia-Erzegovina; sottolinea la possibilità di utilizzare le migliori pratiche di integrazione e inclusione adottate dagli Stati membri multietnici e multiculturali;

11. sottolinea la necessità di porre fine con urgenza alla segregazione nell'istruzione, incarnata in particolare dalla pratica discriminatoria in atto delle "due scuole sotto lo stesso tetto", che istituzionalizza le divisioni etniche, perpetua gli stereotipi e i pregiudizi e favorisce la diffidenza impedendo il contatto tra studenti di diversa provenienza; sottolinea che questa pratica non solo è completamente in contrasto con la nozione stessa di riconciliazione, ma costituisce anche una minaccia a lungo termine per la stabilità e la prosperità del paese;

12. sottolinea che le differenze nell'insegnamento della storia e nei libri di testo rappresentano una minaccia considerevole per un senso condiviso di cittadinanza e coesione sociale, e incoraggia un'armonizzazione significativa dei tre curricula esistenti, integrando le capacità di pensiero critico ed eliminando i contenuti controfattuali che promuovono la divisione;

13. invita la Commissione a sviluppare un programma a sostegno della riforma sostenibile del sistema di istruzione della Bosnia-Erzegovina; sottolinea che l'istruzione di qualità dà ai giovani una visione e una prospettiva di un futuro positivo, contribuendo ad affrontare il problema della fuga di cervelli e la disoccupazione giovanile; chiede una maggiore partecipazione ai programmi europei di istruzione, cultura e ricerca, come Orizzonte Europa, Europa creativa ed Erasmus+, e una maggiore promozione degli stessi;

14. invita i decisori politici a consentire la partecipazione della Bosnia-Erzegovina al prossimo programma dell'OCSE per la valutazione internazionale degli studenti (PISA) e ad attuare le proposte derivanti dai risultati dell'indagine PISA 2018;

15. invita la Bosnia-Erzegovina a porre rimedio alla disuguaglianza nell'accesso alla didattica a distanza, risultata per molti bambini nella privazione del diritto all'istruzione durante la pandemia;

Funzionamento delle istituzioni democratiche

16. esorta tutte le autorità, le istituzioni, i titolari di cariche e i leader politici della Bosnia-Erzegovina ad accelerare notevolmente il lavoro e la cooperazione in modo da rispettare interamente le 14 priorità fondamentali contenute nel parere della Commissione sulla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina all'UE; invita le autorità a mobilitare la volontà politica al fine di agevolare la cooperazione rafforzata necessaria per affrontare la crisi della COVID-19 e a dare la priorità agli sforzi nei settori del funzionamento democratico, dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali e della riforma della pubblica amministrazione;

17. sottolinea la necessità di rafforzare notevolmente la cooperazione e lo scambio di dati tra lo Stato, le entità e le giurisdizioni cantonali in tutti i settori di intervento; rileva l'urgente necessità di rafforzare le capacità e le competenze del paese sull'ampia gamma di questioni relative all'adempimento degli obblighi derivanti dall'integrazione europea;

18. sottolinea che l'effettiva istituzione, il funzionamento indipendente e la responsabilità di istituzioni democratiche costituiscono una caratteristica essenziale di una democrazia funzionante, nonché un prerequisito per far avanzare il processo di integrazione nell'UE, compreso l'ottenimento dello status di paese candidato; avverte che la retorica etno-nazionalistica divisiva, secessionista e anticostituzionale e i tentativi di ostacolare il funzionamento delle istituzioni mettono a repentaglio il coordinamento e il processo decisionale su scala nazionale riguardo a politiche e riforme essenziali, come pure l'unità e una stabilità durevole;

19. pone in evidenza l'adozione di modifiche della legge elettorale della Bosnia-Erzegovina, che hanno consentito ai cittadini di Mostar di votare alle elezioni amministrative del 2020 per la prima volta dal 2008, e si compiace della formazione di nuove autorità locali; invita il consiglio comunale e il sindaco ad adempiere ai rispettivi mandati democratici; sottolinea che l'accordo politico non dovrebbe in alcun modo compromettere l'obiettivo di lunga data dell'Unione di eliminare la segregazione e garantire la riunificazione della città; sottolinea che qualsiasi mediazione o sforzo congiunto di facilitazione degli accordi da parte dell'UE deve essere affrontato nel quadro di istituzioni democraticamente elette nell'ambito di un processo inclusivo, che includa i partiti di opposizione e i rappresentanti della società civile, dovrebbe avvicinare il paese alle norme internazionali e avvantaggiare tutti i cittadini, senza inasprire le divisioni etniche;

20. plaude al voto dell'Assemblea parlamentare del 22 luglio 2020 sul regolamento che disciplina le riunioni del comitato parlamentare di stabilizzazione e di associazione, che apre la strada alla sua adozione formale, quanto prima, da parte del secondo comitato parlamentare di stabilizzazione e di associazione UE-Bosnia-Erzegovina e a una fruttuosa cooperazione parlamentare;

21. ricorda che all'atto dell'adesione al Consiglio d'Europa, nel 2002, la Bosnia-Erzegovina si è assunta l'obbligo di far fronte alle sue carenze relative al quadro costituzionale, anche mediante il ravvicinamento delle leggi a livello cantonale e federale, e di compiere progressi nell'ambito delle riforme volte a trasformare la Bosnia-Erzegovina in uno Stato pienamente funzionante e inclusivo, in grado di garantire completamente i diritti di tutti i cittadini; sottolinea che le riforme istituzionali dipendono dalla volontà e dall'impegno, da parte delle autorità, delle istituzioni, dei titolari di cariche e dei leader politici del paese, di compiere progressi autentici e attesi da tempo nel campo delle riforme costituzionali, incluse fra le 14 priorità fondamentali, preferibilmente prima delle elezioni politiche del 2022; esorta la comunità internazionale ad agevolare le condizioni e a sostenere attivamente un dialogo inclusivo sulle riforme costituzionali, anche in seno alle istituzioni della Bosnia-Erzegovina e fra i rappresentanti eletti nel paese, grazie alla facilitazione dell'UE, in particolare del Parlamento, e con la partecipazione attiva della società civile e dei cittadini; insiste affinché tale dialogo sia condotto in parallelo all'attuazione delle altre riforme;

22. esorta la Commissione a porre maggiormente l'accento, nella sua prossima relazione annuale, sulle riforme costituzionali;

23. invita la Commissione europea e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a intensificare le attività di facilitazione in Bosnia-Erzegovina intese a rafforzare il dialogo politico e la riconciliazione, nonché a definire un quadro per affrontare il retaggio del passato e superare le divisioni presenti nella società; chiede la partecipazione coordinata degli attori e delle istituzioni dell'UE in Bosnia-Erzegovina, unitamente a un approccio transatlantico rafforzato;

Stato di diritto

24. si rammarica della mancanza di progressi nelle riforme giudiziarie, tra cui l'attuazione delle raccomandazioni contenute nelle 14 priorità delineate nel parere della Commissione e nella relazione Priebe; ribadisce la necessità urgente di migliorare la professionalità e la responsabilità della magistratura e di garantirne l'indipendenza da influenze indebite, come pure di smaltire il crescente arretrato di cause pendenti; sottolinea che tali riforme sono essenziali per consentire al paese di ottenere lo status di paese candidato e dipendono unicamente dalla necessaria volontà politica;

25. esorta ad attuare rapidamente la riforma del Consiglio superiore della magistratura e dei tribunali della Bosnia-Erzegovina, in linea con le norme dell'UE e conformemente alle raccomandazioni della Commissione e al parere della commissione di Venezia, e a rafforzare l'indipendenza della magistratura della Bosnia-Erzegovina attraverso misure concernenti la nomina, la valutazione, l'integrità e i provvedimenti disciplinari, anche attraverso la verifica delle dichiarazioni patrimoniali;

26. sottolinea la necessità di consentire un'interpretazione unificata del diritto in tutto il paese; esorta la Bosnia-Erzegovina a istituire un organismo giuridico che garantisca l'interpretazione coerente e armonizzata del diritto e ricorda la necessità di garantire un controllo giurisdizionale indipendente attraverso l'istituzione di un tribunale d'appello di secondo grado;

27. saluta con favore il memorandum d'intesa sull'istituzione di un organismo di coordinamento comune delle associazioni dei giudici e dei procuratori quale strumento per rafforzare l'indipendenza, la trasparenza e la responsabilità della magistratura, e invita tutte le pertinenti associazioni ad aderirvi;

28. esorta la Bosnia-Erzegovina a istituire un punto di contatto nazionale comune per la cooperazione con Europol, migliorando lo scambio di informazioni di intelligence in ambito penale, e a firmare un accordo di cooperazione con Eurojust che consenta un efficace scambio di informazioni giudiziarie e la condivisione delle prove;

29. invita i responsabili politici della Bosnia-Erzegovina a garantire con urgenza il corretto funzionamento delle istituzioni giudiziarie, compresa la procedura di nomina dei giudici della Corte costituzionale federale;

30. plaude agli sforzi delle autorità della Bosnia-Erzegovina per prevenire la radicalizzazione, il finanziamento del terrorismo e il coinvolgimento dei suoi cittadini in zone di conflitto straniere;

31. chiede misure immediate per affrontare la corruzione e l'impunità dilaganti nella sfera pubblica, al fine di ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni; rileva, a tale proposito, l'importanza di istituire meccanismi efficaci e coerenti di dissuasione, prevenzione, accertamento, indagine proattiva e sanzione, in linea con le norme internazionali e con le raccomandazioni del gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO);

32. invita la Bosnia-Erzegovina ad adottare una nuova strategia e un nuovo piano d'azione anticorruzione a livello statale e a garantirne l'adeguato finanziamento, come pure ad assicurare l'effettivo funzionamento, l'indipendenza e il coordinamento di organismi per la prevenzione della corruzione a tutti i livelli, in modo da consentire lo svolgimento di indagini senza intralci e salvaguardare la responsabilità;

33. ribadisce la necessità di eliminare i collegamenti politici e amministrativi con la criminalità organizzata attraverso chiari controlli e salvaguardie anticorruzione e una maggiore trasparenza sul piano politico e amministrativo, nonché azioni giudiziarie efficaci per i casi di corruzione di alto profilo, con un'attenzione particolare nell'affrontare i reati economici e finanziari come pure i reati connessi agli appalti pubblici, alla corruzione legata alla gestione dell'epidemia di COVID, ai finanziamenti destinati ai partiti politici e alle campagne elettorali; esorta gli organi competenti ad avviare indagini sull'arricchimento illecito dei funzionari pubblici;

34. invita la Bosnia-Erzegovina a completare il suo quadro giuridico in materia di prevenzione dei conflitti di interesse e protezione degli informatori;

35. sottolinea la necessità di garantire norme professionali coerenti a livello nazionale per la funzione pubblica e chiede l'attuazione, in via prioritaria, di norme basate sul merito e sulla trasparenza per le nomine e le promozioni nel settore pubblico, in modo da promuovere una cultura dell'integrità; saluta con favore l'adozione del quadro strategico per la riforma della pubblica amministrazione, che consente la mobilitazione dei relativi fondi dell'UE; ricorda la necessità di razionalizzare e armonizzare la pubblica amministrazione in tutto il paese, garantendo procedure di nomina e di selezione trasparenti, proporzionate e basate sul merito;

Diritti fondamentali

36. manifesta preoccupazione riguardo alla situazione dei diritti fondamentali e chiede strategie nazionali più efficaci e complete a difesa dei diritti umani e contro la discriminazione, unitamente a misure volte a contrastare l'intolleranza interreligiosa e interetnica; sottolinea la necessità di prevenire debitamente la discriminazione e di perseguire in giudizio la proliferazione dell'incitamento all'odio online e offline, i reati generati dall'odio e la violenza contro le minoranze etniche e religiose, le donne, la comunità LGBTIQ+ nonché i migranti e i richiedenti asilo, come pure di promuovere l'inclusione sociale, educativa e professionale delle minoranze e delle popolazioni vulnerabili, comprese le persone con disabilità e i rom, in linea con la dichiarazione di Poznan del 2019 sull'integrazione dei rom nel processo di allargamento dell'UE;

37. si compiace degli sforzi tesi a promuovere la libertà di religione, il rispetto reciproco e il dialogo interconfessionale, anche attraverso il Consiglio interreligioso della Bosnia-Erzegovina; esorta le autorità competenti a indagare e perseguire tempestivamente tutti i crimini commessi per motivi religiosi;

38. insiste sul fatto che un'autentica riconciliazione è impossibile se perdurano la segregazione e la discriminazione, anche nell'accesso all'istruzione online e offline, all'occupazione e ai diritti sociali, e chiede misure per ridurre la discriminazione su vasta scala nei confronti di gruppi specifici; esorta le autorità competenti a garantire un'istruzione inclusiva e non discriminatoria per tutti i bambini;

39. prende nota dei progressi compiuti nell'ambito della tutela dei minori, tra cui l'attuazione delle leggi sulla protezione e il trattamento dei bambini e dei minori nell'ambito dei procedimenti penali e l'istituzione di un sistema di affido familiare; ricorda la necessità di un piano d'azione per la tutela dei minori e di ulteriori misure per garantire l'applicazione del diritto dei minori alla salute, all'istruzione, alla protezione, alla giustizia e alle pari opportunità attraverso un'istruzione inclusiva e la prevenzione della violenza nei loro confronti;

40. sottolinea la necessità di migliorare le misure contro la violenza di genere e domestica, che è stata esacerbata dalla pandemia di COVID-19, assicurando l'adozione di misure a livello nazionale per garantire protezione, assistenza alle vittime, assistenza legale e alloggi sicuri; esorta le autorità ad armonizzare e ad attuare la legislazione sulla parità di genere, nonché a garantire un sostegno adeguato ai difensori dei diritti delle donne e alle organizzazioni della società civile; ricorda la necessità di canalizzare i finanziamenti a sostegno della parità di genere in tutti gli strumenti di finanziamento esterno dell'UE, così come di migliorare l'accesso ai finanziamenti per le organizzazioni della società civile locali e di piccole dimensioni;

41. incoraggia la Bosnia-Erzegovina a intensificare gli sforzi per tutelare le persone con disabilità nonché a sviluppare e adottare una strategia sulla deistituzionalizzazione, che assicuri a tali persone una vita dignitosa; condanna il fatto che la legge permetta di privare le persone con disabilità della capacità giuridica, in palese violazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, di cui il paese è firmatario; denuncia la discriminazione nel fornire sostegno alla disabilità, come ad esempio il fatto di attribuire la priorità alle persone con disabilità dovute alla guerra;

42. sottolinea la necessità di garantire la partecipazione dei cittadini alla vita democratica del paese attraverso un coinvolgimento adeguato e inclusivo delle organizzazioni della società civile nel processo di integrazione nell'UE; invita le autorità a garantire un contesto favorevole alla società civile, sostenendo le norme europee relative alla protezione e alla promozione della libertà di associazione e di riunione, e deplora qualsiasi restrizione selettiva; sottolinea che ogni cittadino ha il diritto di esercitare la libertà di espressione nella propria madrelingua; invita le autorità a sviluppare un quadro strategico di cooperazione con la società civile e a garantire consultazioni significative nel quadro di dialoghi inclusivi sulle politiche;

43. plaude al primo evento Pride mai organizzato a Sarajevo, svoltosi il 9 settembre 2019, e si attende che le ultime restrizioni connesse alla pandemia non ne impediscano la ripresa nel prossimo futuro; ricorda la necessità di migliorare la situazione delle persone LGBTIQ+, di perseguire in giudizio i reati di violenza e di odio nei loro confronti, nonché di promuovere la loro inclusione sociale e di adottare un piano d'azione a tal fine;

44. si compiace della firma, da parte della Bosnia-Erzegovina, della Convenzione 108+ del Consiglio d'Europa ed esorta le autorità ad adottare misure giuridiche che assicurino una protezione dei dati personali conforme alle norme dell'UE;

45. plaude alla decisione della Corte costituzionale, adottata il 4 ottobre 2019, di abrogare l'articolo 11 della Costituzione dell'entità della Republika Srpska, abolendo così la pena capitale in tutta la Bosnia-Erzegovina; si rammarica tuttavia che tale decisione, che è conforme a una parte di una delle priorità fondamentali, abbia dovuto essere imposta da un tribunale, anziché essere il risultato di un processo politico;

46. deplora il fatto che la Bosnia-Erzegovina continui a violare la Convenzione europea dei diritti dell'uomo non rispettando le sentenze antidiscriminazione della Corte europea dei diritti dell'uomo nelle cause Sejdić-Finci, Zornić, Pilav e Šlaku relative alla garanzia dell'uguaglianza democratica dei cittadini nel processo elettorale del paese, che è un prerequisito per l'avvio di negoziati di adesione; chiede l'attuazione, senza ulteriori indugi, delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo e della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina; rileva che persistono carenze nel processo elettorale e ribadisce la necessità di affrontare con urgenza, attraverso le modifiche costituzionali necessarie, le limitazioni discriminatorie del diritto a candidarsi alle elezioni, fondate sull'origine etnica e sulla residenza;

47. invita le autorità, le istituzioni, i titolari di cariche e i leader politici a riprendere negoziati inclusivi sulla riforma elettorale e si rammarica della loro riluttanza ad attuare le sentenze di cui sopra, eliminando tutte le forme di disuguaglianza e discriminazione dal processo elettorale; sottolinea che è stato possibile conseguire un accordo sulle elezioni di Mostar, il che ha dimostrato la volontà politica di raggiungere un compromesso, e sottolinea che qualsiasi accordo su questioni relative alle elezioni non deve essere utilizzato impropriamente per scopi diversi da quelli stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo; sottolinea la necessità di attuare le modifiche in questione preferibilmente prima delle elezioni politiche del 2022, garantendo una rappresentanza politica adeguatamente diversificata a tutti i livelli di governance e assicurando che le elezioni si svolgano conformemente alle norme europee attraverso l'attuazione delle pertinenti raccomandazioni dell'OSCE/ODIHR e della commissione di Venezia;

48. chiede indagini approfondite in merito alle presunte irregolarità elettorali, tra cui la frode nella registrazione dei votanti, il furto di identità, gli ostacoli all'osservazione elettorale indipendente e le pressioni politiche indebite esercitate sugli elettori e sulla commissione elettorale centrale della Bosnia-Erzegovina durante le elezioni comunali del 2020, comprese le elezioni svoltesi a Mostar; chiede misure volte a garantire il corretto funzionamento della commissione elettorale centrale;

49. si rammarica delle perduranti pressioni politiche e finanziarie esercitate sui media e della loro strumentalizzazione, fenomeni che si sono amplificati durante la pandemia di COVID-19, mettendo a repentaglio la libertà di espressione e il pluralismo dei media; esprime preoccupazione riguardo all'ambiente ostile ai media indipendenti ed esorta le autorità a indagare e a perseguire efficacemente le minacce e gli attacchi verbali e fisici diretti a tutti i giornalisti e gli operatori dei media; esorta la Bosnia-Erzegovina a istituire un meccanismo per la raccolta e lo scambio di informazioni sulle violazioni della libertà di espressione e dei media in tutto il paese, nel quadro del pertinente memorandum di intesa sottoscritto con l'OSCE;

50. rinnova il suo invito ad attuare misure legislative atte a garantire la trasparenza della struttura della proprietà editoriale e dei media, unitamente a norme relative alle sovvenzioni e alla pubblicità; insiste affinché siano adottate misure efficaci per contrastare l'incitamento all'odio online e offline;

51. ricorda la necessità di garantire finanziamenti sostenibili, l'indipendenza, l'obiettività e la trasparenza finanziaria del servizio radiotelevisivo pubblico statale della Bosnia-Erzegovina (BHRT), delle emittenti pubbliche a livello di entità e dell'agenzia di regolamentazione delle comunicazioni;

52. ricorda che contenuti multilinguistici di alta qualità in tutte le lingue ufficiali della Bosnia-Erzegovina costituiscono un elemento essenziale di un autentico pluralismo dei media, che contribuirebbe a tutelare la diversità culturale nel paese; incoraggia la creazione di un'emittente pubblica multinazionale e multilingue che unisca le persone e promuova la pace e la riconciliazione tra gli Stati dell'Europa sudorientale, seguendo l'esempio di ARTE;

53. ricorda l'importanza di garantire la libertà dei media e di promuovere un giornalismo di qualità, la verifica dei fatti e l'alfabetizzazione mediatica al fine di contrastare la propaganda, la disinformazione e le notizie false, e incoraggia l'introduzione dell'alfabetizzazione mediatica, informatica e digitale nei programmi scolastici; insiste sul fatto che l'UE deve rafforzare la sua strategia di comunicazione in modo da contrastare in modo proattivo ed efficace le campagne di disinformazione e le ingerenze straniere; osserva che, distorcendo i fatti e sfruttando le differenze etniche e religiose, alcuni attori stranieri mirano a compromettere le riforme, a fomentare le divisioni che mettono a repentaglio l'unità del paese, nonché a ridurre la credibilità dell'UE e delle sue azioni nella regione, soprattutto in relazione al processo generale di allargamento e all'assistenza finanziaria prestata durante la pandemia di coronavirus, mettendo così a repentaglio la stabilità e l'integrazione europea della Bosnia-Erzegovina; invita l'UE a offrire ulteriore assistenza, finanziaria e di altro genere, alle pertinenti istituzioni della Bosnia-Erzegovina, al fine di rafforzare la capacità del paese di contrastare siffatte minacce;

54. chiede che il processo di integrazione nell'UE sia adeguatamente comunicato ai cittadini, anche come progetto di riconciliazione e di sviluppo di una cultura politica basata sul compromesso e sulla comprensione reciproca;

55. esorta il SEAE e la Commissione a migliorare il coordinamento e a contrastare la disinformazione e le minacce ibride che mirano a compromettere la prospettiva europea della regione, mettendo in evidenza in maniera più strategica l'importanza dell'UE per i cittadini della regione;

56. esprime preoccupazione per l'aumento della pressione migratoria sul paese e per le condizioni di accoglienza inadeguate che hanno portato a una grave situazione umanitaria; invita le autorità della Bosnia-Erzegovina per quanto concerne la situazione a lavorare su soluzioni significative, sostenibili, immediate e a lungo termine, attraverso una risposta coordinata, strategica e nazionale, un efficace coordinamento interistituzionale e migliori capacità di gestione delle frontiere e di accoglienza, onde fornire accesso all'assistenza umanitaria e condizioni di vita di base dignitose, tra cui garanzie speciali per i minori non accompagnati, l'accesso a un alloggio adeguato e la protezione dei minori; chiede un'equa ripartizione delle responsabilità in tutto il territorio della Bosnia-Erzegovina, evitando la politicizzazione e garantendo un sostegno adeguato alle comunità locali che ospitano centri di accoglienza temporanei; esorta la Bosnia-Erzegovina a concludere un accordo con l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) al fine di rafforzare la capacità di trattamento delle domande di asilo e migliorare la cooperazione con l'UE, anche per quanto riguarda il reinsediamento come percorso sicuro e legale per le persone che chiedono protezione internazionale;

57. invita la Bosnia-Erzegovina e l'UE a rafforzare ulteriormente la cooperazione riguardo alla protezione internazionale delle persone bisognose, ad adoperarsi per soluzioni basate sulla solidarietà e a prevenire le segnalate violazioni del diritto internazionale e dei diritti fondamentali, come i casi segnalati di respingimenti presso le frontiere della Bosnia-Erzegovina; invita la Commissione a porre in essere un meccanismo indipendente di monitoraggio e indagine; invita la Commissione, le agenzie dell'UE e le organizzazioni internazionali a impegnarsi attivamente con le autorità bosniache al fine di sviluppare un sistema di migrazione e asilo funzionante e sostenibile; invita la Commissione, le agenzie dell'UE e le organizzazioni internazionali a fornire ulteriore assistenza operativa, tecnica, logistica e finanziaria alla Bosnia-Erzegovina per garantire adeguate capacità e condizioni di accoglienza in tutto il paese, preferibilmente presso i punti di ingresso dei migranti nel paese, e un accesso a un'efficace procedura di asilo, onde intensificare la capacità di trattamento dei migranti e dei richiedenti asilo in ingresso e, se del caso, effettuare le procedure di rimpatrio in linea con le norme internazionali ed europee; chiede una valutazione dei finanziamenti pertinenti in modo da garantire che un'assistenza dell'UE trasparente, condizionata e credibile per le esigenze in materia di migrazione soddisfi il suo scopo e raggiunga i beneficiari previsti;

58. sollecita la Bosnia-Erzegovina a intensificare gli sforzi contro la criminalità transfrontaliera, in particolare per quanto concerne la tratta di esseri umani, il traffico di armi da fuoco e di stupefacenti, potenziando la cooperazione strategica con i paesi vicini e le pertinenti agenzie dell'UE (Europol, Eurojust, Frontex); invita il paese a garantire la firma e la ratifica rapide dell'accordo sullo status con l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) raggiunto il 5 febbraio 2019, che faciliterebbe una migliore protezione delle frontiere nel pieno rispetto dei diritti fondamentali, contribuendo nel contempo a combattere la criminalità transfrontaliera, compreso il traffico di esseri umani da parte delle organizzazioni criminali, e a prevenire la migrazione irregolare;

59. chiede una risposta coordinata, strategica e trasparente a livello nazionale nei confronti dell'emergenza sanitaria in corso e misure non discriminatorie di mitigazione e per la ripresa post-pandemia, affrontando le esigenze specifiche delle donne, delle minoranze e dei gruppi vulnerabili, compresi i migranti e i rifugiati;

60. chiede un'informazione e una condivisione dei dati più proattive sulla pandemia, nonché misure urgenti e specifiche per affrontare la difficile situazione delle donne in tutti gli ambiti della vita, compresa la violenza domestica, che è aumentata durante la pandemia;

61. ricorda il sostegno dell'UE connesso alla COVID-19 per affrontare la grave situazione nel paese, comprese le nuove garanzie sui prestiti pari a 12 milioni di EUR a sostegno delle PMI; incoraggia la Bosnia-Erzegovina a sfruttare pienamente i meccanismi dell'Unione, compresa l'adesione all'accordo sull'aggiudicazione congiunta di apparecchiature mediche; sottolinea l'importanza della solidarietà europea e invita la Commissione e gli Stati membri a destinare un numero sufficiente di vaccini contro la COVID-19 ai paesi dei Balcani occidentali e a sostenerli affinché siano preparati alle vaccinazioni e all'attuazione; accoglie con favore, a tale proposito, l'esenzione dalle autorizzazioni di esportazione e il pacchetto che consente alla Bosnia-Erzegovina e ad altri partner dei Balcani occidentali di beneficiare infine degli accordi preliminari di acquisto dell'UE;

62. sottolinea la necessità che le autorità bosniache garantiscano il giusto equilibrio tra i diritti e le libertà fondamentali e le restrizioni necessarie per la pandemia, in particolare per quanto riguarda la libertà di riunione e la libertà di espressione; ritiene che le misure a breve termine per affrontare il rallentamento del commercio, dei servizi, dei trasporti, dell'industria manifatturiera e del turismo dovuto alla pandemia non dovrebbero minare l'attuazione delle riforme a lungo termine;

63. ricorda che le carenze dello Stato di diritto, insieme a mercati dei beni e del lavoro frammentati e mal funzionanti, mettono a repentaglio il funzionamento dell'economia di mercato, la crescita economica e l'afflusso di investimenti diretti esteri (IDE);

Riforme socioeconomiche

64. invita la Bosnia-Erzegovina a intensificare le misure socioeconomiche e attive per il mercato del lavoro, tra cui l'istruzione e la formazione professionale, riducendo la disoccupazione di lunga durata, compresa quella delle donne e dei giovani, onde affrontare il declino demografico e la più grave fuga di cervelli nella regione, in particolare nel settore della sanità e nel settore informatico, investendo maggiormente nel settore dell'istruzione, anche nell'istruzione e nella formazione professionale, affrontando lo squilibrio tra istruzione ed esigenze del mercato del lavoro e lottando contro la discriminazione nell'occupazione; accoglie con favore a tale riguardo l'iniziativa faro concernente la Garanzia per i giovani nel quadro del piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali, che mira a garantire opportunità lavorative di elevata qualità, la formazione continua e i tirocini per i giovani;

65. invita le autorità a rafforzare le misure volte a garantire la coesione sociale, la riduzione della povertà e della disuguaglianza, l'accesso all'assistenza sanitaria e alla protezione sociale, ad armonizzare la legislazione sul congedo di maternità e di paternità tra entità e cantoni, a prevenire la discriminazione di genere e le molestie sessuali sul luogo di lavoro e a promuovere il dialogo socioeconomico tra le parti sociali;

66. esorta le autorità ad assegnare la priorità alle misure finalizzate a rafforzare la diversificazione economica e la digitalizzazione e a contrastare l'economia informale, sviluppando nel contempo meccanismi efficaci e trasparenti per il mercato dell'energia, l'infrastruttura dei trasporti, il turismo sostenibile e il sostegno alle PMI;

67. sottolinea l'urgenza di creare uno spazio economico unico in tutto il paese, anche attraverso la semplificazione, la centralizzazione e l'armonizzazione delle procedure per la registrazione delle imprese, la concessione di licenze, il rilascio di permessi e l'insolvenza; sottolinea il grande potenziale della digitalizzazione per lo sviluppo dell'economia della Bosnia-Erzegovina;

68. ricorda la necessità di attuare pienamente le misure previste dal programma di riforma economica della Bosnia-Erzegovina 2020-2022 e gli orientamenti delle politiche basati sul dialogo economico e finanziario;

69. rinnova il suo invito riguardo all'adozione di una strategia nazionale sulla gestione delle finanze pubbliche e a una maggiore trasparenza di bilancio in Bosnia-Erzegovina per consentire il sostegno di bilancio finanziato dall'UE; ricorda la necessità di compiere progressi in merito alla sostenibilità del debito pubblico e agli sforzi di consolidamento del bilancio; deplora le controversie tra le entità che colpiscono il funzionamento del sistema unico di tassazione indiretta; ricorda la necessità di una ristrutturazione e di una depoliticizzazione coerente e trasparente delle imprese pubbliche in tutto il paese, il che conduce al miglioramento della governance e della trasparenza; sottolinea la necessità di istituire un registro delle imprese di proprietà dello Stato che sia a disposizione del pubblico;

70. chiede che siano garantiti il funzionamento e l'applicazione efficaci delle decisioni del Consiglio della concorrenza e del Consiglio sugli aiuti di Stato nonché l'attuazione della strategia sull'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale; sottolinea che l'indipendenza della Banca centrale e le sue riserve sono essenziali per la stabilità macroeconomica; ricorda la necessità di garantire statistiche tempestive, complete e di elevata qualità a livello nazionale;

71. esorta la Bosnia-Erzegovina a promuovere attivamente l'integrazione economica regionale nei Balcani occidentali e sostiene la proposta di ridurre le tariffe di roaming nella regione; prende atto della proroga delle preferenze commerciali dell'UE per i Balcani occidentali fino al 31 dicembre 2025, contribuendo in tal modo allo sviluppo economico duraturo dei paesi dei Balcani occidentali;

72. esorta il paese ad attuare integralmente la legge sulla politica doganale, ad attuare gli aspetti commerciali dello spazio economico regionale e a completare le misure richieste per concludere l'adesione all'OMC;

Connettività, energia e ambiente

73. accoglie con favore gli sforzi della Commissione volti a investire in maniera più strategica nei Balcani occidentali attraverso un apposito piano economico e di investimenti e riconosce la sua importanza per il rafforzamento della cooperazione regionale e transfrontaliera; sottolinea che gli investimenti del piano economico e di investimenti devono essere in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi e gli obiettivi di climatici dell'UE e prevedere valutazioni di impatto ambientale ex ante; riconosce il potenziale del piano economico e di investimenti nel contribuire ad agevolare lo sviluppo sociale e la ripresa a lungo termine a seguito della pandemia e sottolinea la necessità di garantire che i fondi dell'UE contengano sia incentivi che condizionalità e contribuiscano efficacemente al rafforzamento della democrazia, del buon governo, dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali per tutte le persone in Bosnia-Erzegovina;

74. ricorda che i finanziamenti preadesione prevedibili sono subordinati a metodi efficaci di coordinamento e all'attuazione di strategie e riforme a livello nazionale; sottolinea la necessità di migliorare la capacità di assorbimento dell'assistenza preadesione; sottolinea che l'assegnazione dei finanziamenti dovrebbe avvenire in modo trasparente, efficace, responsabile, depoliticizzato e non discriminatorio; esorta le autorità della Bosnia-Erzegovina a tutti i livelli e gli altri beneficiari dei finanziamenti dell'Unione a rafforzare la trasparenza e la visibilità dell'azione dell'Unione e a comunicare adeguatamente il valore aggiunto del sostegno dell'Unione;

75. raccomanda di concentrarsi su investimenti pubblici sostenibili e inclusivi che stimolino la crescita, su progetti energetici e infrastrutturali che aumentino la connettività, la multimodalità dei trasporti e la sicurezza stradale, nel pieno rispetto delle norme in materia di aiuti di Stato, appalti pubblici e impatto socio-ecologico, compresa l'attuazione delle direttive sulla valutazione dell'impatto ambientale (VIA) e sulla valutazione ambientale strategica (VAS);

76. esorta le autorità della Bosnia-Erzegovina a migliorare l'allineamento con gli standard e gli obiettivi strategici dell'UE riguardo alla protezione del clima e all'energia per facilitare la transizione verde e digitale, e chiede di assegnare la priorità alle misure di riduzione del degrado ecologico e dei rischi ambientali per la salute;

77. accoglie con favore l'adozione dell'agenda verde per i Balcani occidentali, che deve incentivare la transizione verso un'economia circolare e l'adozione delle misure necessarie a preservare e tutelare le aree sensibili dal punto di vista ambientale;

78. esorta le autorità a sviluppare una strategia energetica nazionale che garantisca l'allineamento e l'attuazione integrali dell'accordo di Parigi e dei pertinenti obiettivi in materia di clima e biodiversità dell'UE; sottolinea la necessità di porre in essere un meccanismo di fissazione del prezzo del carbonio come strumento per una decarbonizzazione efficace, in linea con il Green Deal europeo e gli impegni politici assunti nella dichiarazione di Sofia del 2020;

79. invita la Bosnia-Erzegovina a intensificare gli sforzi per la conservazione della natura, in quanto è uno dei paesi in Europa con la maggiore biodiversità di specie vegetali e animali; esorta le autorità della Bosnia-Erzegovina a consultare le comunità locali, la società civile e gli esperti indipendenti in merito a progetti sensibili dal punto di vista socio-ecologico;

80. chiede sforzi maggiori, armonizzati e coerenti a livello nazionale per migliorare la qualità dell'aria in linea con l'acquis dell'UE sulla riduzione dell'inquinamento atmosferico e sulla riduzione delle emissioni transfrontaliere nocive; prende atto del fatto che le emissioni di ossidi di azoto nei grandi impianti di combustione della Bosnia-Erzegovina sono ora conformi alla legislazione dell'UE ed esorta ad agire rapidamente per porre rimedio alle violazioni dei limiti di emissione per le polveri e l'anidride solforosa;

81. sottolinea la necessità di aumentare la sostenibilità del settore della produzione di energia rafforzando l'efficienza e la diversificazione energetiche attraverso l'uso sostenibile delle energie rinnovabili; ricorda che l'eccessiva dipendenza dal carbone ritarda la transizione, attesa da tempo, verso l'energia rinnovabile; esorta le autorità ad adottare misure intese a eliminare progressivamente le centrali a carbone inefficienti e inquinanti e ricorda la necessità di porre in essere un meccanismo per una "transizione giusta";

82. accoglie con favore il recepimento dei regolamenti sui codici per la connessione alla rete elettrica e il recepimento e l'attuazione del regolamento (UE) n. 1227/2011 (regolamento REMIT) nel quadro normativo nazionale sull'elettricità, e invita le autorità ad applicare lo stesso regime di integrità anche al settore del gas;

83. esorta il paese ad adottare una legge statale sull'organismo di regolamentazione dell'elettricità e del gas naturale, la trasmissione e il mercato dell'elettricità e ad attuare misure nazionali di efficienza energetica e produzione di energia rinnovabile, onde garantire il rispetto degli obblighi previsti dal terzo pacchetto energia e dal trattato che istituisce la Comunità dell'energia; sollecita le autorità dei paesi dei Balcani occidentali a contribuire alla connettività regionale adoperandosi per il completamento del mercato regionale dell'energia e sottolinea che il mancato rispetto da parte della Bosnia-Erzegovina dell'acquis relativo alla comunità dell'energia nei settori dell'elettricità e del gas compromette le prospettive di integrazione del settore energetico regionale;

84. sottolinea che la pianificazione e la realizzazione di progetti ecosensibili, come lo sviluppo dell'energia idroelettrica, devono essere conformi alle norme internazionali e dell'UE sulle valutazioni d'impatto e la tutela dell'ambiente; sottolinea la necessità di prevenire e perseguire efficacemente i reati ambientali, aumentare il controllo delle ispezioni e combattere le costruzioni abusive;

85. chiede misure che consentano processi di gestione sostenibile dei rifiuti nel quadro di un sistema informativo sulla gestione dei rifiuti, ponendo in essere impianti di riciclaggio adeguati ed evitando lo smaltimento illegale dei rifiuti;

86. ricorda la necessità di migliorare la preparazione ai fenomeni legati ai cambiamenti climatici, in particolare le inondazioni e la siccità; ricorda che la Bosnia-Erzegovina deve ancora istituire un sistema informativo integrato di risposta civile alle emergenze;

Politica estera e di sicurezza

87. esorta la Bosnia-Erzegovina a continuare a migliorare progressivamente l'allineamento con la politica estera e di sicurezza comune (PESC), avendo raggiunto una media del 70 %, in quanto costituisce una componente essenziale dell'adesione all'UE; esorta vivamente la Bosnia-Erzegovina ad allinearsi a tutte le decisioni del Consiglio che introducono misure restrittive dell'UE;

88. chiede di rafforzare le relazioni di buon vicinato e di intensificare gli sforzi per risolvere tutte le questioni bilaterali in sospeso, come la demarcazione dei confini con la Croazia e la Serbia e la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo;

89. accoglie con favore il contributo della Bosnia-Erzegovina alle missioni di formazione nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) dell'UE, la sua partecipazione al piano d'azione per l'adesione della NATO e il contributo del paese alla missione di sostegno risoluto in Afghanistan; accoglie inoltre con favore la firma di una tabella di marcia comune UE-Bosnia-Erzegovina per l'azione relativa all'iniziativa di partenariato del G7 per l'attuazione della risoluzione 1325 delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza;

90. è fermamente convinto che una migliore comunicazione dell'impegno dell'UE nei confronti della regione sia essenziale per contrastare le influenze estere nefaste;

91. sottolinea che è necessario che l'UE e gli Stati Uniti rafforzino il loro partenariato e il coordinamento nei Balcani occidentali per contribuire a portare avanti le riforme fondamentali, migliorare la governance e la riconciliazione;

92. accoglie con favore la prosecuzione della presenza dell'operazione Althea dell'EUFOR nel paese e la proroga del mandato dell'EUFOR fino a novembre 2021; si compiace del lavoro svolto dall'operazione Althea dell'EUFOR, che ha spianato la strada verso la pace, la stabilizzazione e l'integrazione europea della Bosnia-Erzegovina; ricorda che tale missione svolge ancora un ruolo centrale per la sicurezza e la stabilità del paese e della regione;

93. elogia l'EUFOR per essere rimasta pienamente operativa e per aver continuato a sostenere il paese nonostante le difficoltà della pandemia di COVID-19; deplora il ritiro del Regno Unito dall'operazione Althea; attende con interesse l'imminente riesame strategico dell'operazione e sottolinea che dovrebbe mantenere le sue risorse di intelligence e le riserve prontamente disponibili;

94. accoglie con favore gli sforzi in corso e costanti relativi allo smaltimento di armi, munizioni, esplosivi e allo sminamento e ricorda l'importanza di un finanziamento adeguato a tal fine; chiede un ulteriore sostegno da parte dell'UE e delle organizzazioni internazionali per garantire che lo sminamento possa essere intensificato, consentendo alla Bosnia-Erzegovina di essere liberata dai residui degli anni devastanti della guerra;

95. sottolinea l'importanza di potenziare gli sforzi per lottare contro il traffico delle armi di piccolo calibro e delle armi leggere in Bosnia-Erzegovina e nella regione; plaude pertanto all'adozione della strategia della Bosnia-Erzegovina per il controllo delle armi leggere e di piccolo calibro per il periodo 2021-2024 e del relativo piano d'azione, nonché della corrispondente iniziativa franco-tedesca avviata nel 2018, e incoraggia le autorità della Bosnia-Erzegovina a impegnarsi pienamente e risolutamente per la loro attuazione, con il sostegno dell'UE;

96. chiede la creazione di nuove opportunità per un dialogo politico e strategico di alto livello con i paesi dei Balcani occidentali, attraverso vertici periodici tra l'UE e i Balcani occidentali, al fine di rafforzare la titolarità politica del processo di allargamento e di garantire una guida migliore e un impegno di alto livello, come previsto anche nella metodologia di allargamento riveduta;

97. ribadisce la propria posizione secondo cui i rappresentanti della Bosnia-Erzegovina e di altri paesi dei Balcani occidentali dovrebbero essere opportunamente inseriti e attivamente coinvolti nella Conferenza sul futuro dell'Europa, sia a livello governativo che a livello della società civile, compresi i giovani;

°

° °

98. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, alla Presidenza della Bosnia-Erzegovina, al Consiglio dei ministri della Bosnia-Erzegovina, all'Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina, ai governi e ai parlamenti della Federazione della Bosnia-Erzegovina, alla Repubblica Srpska e al Distretto di Brčko, nonché ai governi dei 10 cantoni.


 

MOTIVAZIONE

Il Parlamento europeo è indubbiamente un forte sostenitore del cammino europeo della Bosnia-Erzegovina, la quale si colloca, per motivi storici e posizione geografica, al centro dell'Europa; la diversità etnica e religiosa è l'elemento centrale del DNA dell'Unione europea, quindi la futura integrazione della Bosnia-Erzegovina non potrebbe essere più naturale e più auspicata.

 

Durante il periodo di riferimento, è emerso chiaramente che devono ancora essere attuate riforme profonde se si vuole che la Bosnia-Erzegovina raggiunga lo status di candidato a cui aspira. Tuttavia, tenuto conto della situazione particolarmente grave provocata dalla pandemia di COVID-19, si deve prendere atto di alcuni progressi.

Ciononostante, il relatore ritiene che sia possibile ottenere di più e conseguire risultati più rapidi, considerando che la maggior parte delle riforme necessarie più urgenti dipende esclusivamente dalla volontà politica e dall'impegno dei leader politici e delle istituzioni del paese.

 

Le riforme istituzionali non sono ritenute impossibili, in quanto vi sono esempi di migliori pratiche e norme internazionali da seguire. Allo stesso tempo, le riforme costituzionali ed elettorali dipendono da quella stessa volontà politica e possono anche ispirarsi agli esempi di altri paesi, in particolare gli Stati membri dell'UE. La Bosnia-Erzegovina non è l'unico Stato multietnico al mondo. Le riforme future devono assicurare il rispetto della natura pluralistica del paese, garantendo allo stesso tempo una democrazia funzionale e funzionante in cui tutti i cittadini siano uguali.

 

L'UE dovrebbe rendersi disponibile per facilitare il dialogo interno necessario a conseguire gli obiettivi che garantiranno alla Bosnia-Erzegovina lo status di paese candidato e l'ulteriore progresso nel suo percorso europeo. Visto che le questioni istituzionali e costituzionali sono le più urgenti, le autorità devono tenere a mente che l'obiettivo principale delle riforme richieste è garantire il pieno godimento dei diritti e una vita migliore per tutti i cittadini bosniaci. A tale proposito, il relatore plaude al sostegno fornito dall'UE al paese, in particolare l'assistenza per la ripresa economica e gli sforzi per sostenere la creazione di migliori condizioni affinché i giovani restino nel paese.

 

Secondo il relatore, vi è un ambito particolare su cui la Bosnia-Erzegovina deve lavorare, per essere in grado di avere successo come società democratica e prospera: l'istruzione. Occorre realizzare una riforma rapida del sistema di istruzione in Bosnia-Erzegovina, in particolare garantendo la medesima istruzione a tutti i bambini e i giovani bosniaci, con l'eliminazione di qualsiasi segregazione etnica. È impensabile accettare che una società si possa fondare sulla segregazione etnica, in cui origini diverse significherebbero programmi di studi differenti e opportunità asimmetriche. Il sistema di istruzione dovrebbe decisamente diventare una priorità, il che richiederà naturalmente un sostegno ampio e coerente delle istituzioni europee.

 

Il relatore desidera esprimere il suo apprezzamento nei csonfronti di tutti i rappresentanti, titolari di cariche pubbliche, portatori di interessi locali e internazionali e organizzazioni della società civile con cui ha potuto collaborare e le cui conoscenze hanno apportato un contributo sostanziale al suo lavoro.


INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

27.5.2021

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

50

8

12

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Alviina Alametsä, Alexander Alexandrov Yordanov, Maria Arena, Petras Auštrevičius, Traian Băsescu, Anna Bonfrisco, Reinhard Bütikofer, Fabio Massimo Castaldo, Susanna Ceccardi, Włodzimierz Cimoszewicz, Katalin Cseh, Tanja Fajon, Anna Fotyga, Michael Gahler, Sunčana Glavak, Raphaël Glucksmann, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Márton Gyöngyösi, Andrzej Halicki, Sandra Kalniete, Karol Karski, Dietmar Köster, Stelios Kouloglou, Maximilian Krah, Andrius Kubilius, Ilhan Kyuchyuk, David Lega, Miriam Lexmann, Nathalie Loiseau, Antonio López-Istúriz White, Claudiu Manda, Lukas Mandl, Thierry Mariani, Vangelis Meimarakis, Sven Mikser, Francisco José Millán Mon, Javier Nart, Gheorghe-Vlad Nistor, Urmas Paet, Demetris Papadakis, Kostas Papadakis, Tonino Picula, Manu Pineda, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Jérôme Rivière, María Soraya Rodríguez Ramos, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Jacek Saryusz-Wolski, Andreas Schieder, Radosław Sikorski, Jordi Solé, Sergei Stanishev, Tineke Strik, Hilde Vautmans, Harald Vilimsky, Idoia Villanueva Ruiz, Viola Von Cramon-Taubadel, Thomas Waitz, Witold Jan Waszczykowski, Charlie Weimers, Isabel Wiseler-Lima, Salima Yenbou, Željana Zovko

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Assita Kanko, Andrey Kovatchev, Paulo Rangel, Mick Wallace

 


VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

50

+

PPE

Alexander Alexandrov Yordanov, Traian Băsescu, Michael Gahler, Andrzej Halicki, Sandra Kalniete, Andrey Kovatchev, Andrius Kubilius, David Lega, Miriam Lexmann, Antonio López-Istúriz White, Lukas Mandl, Vangelis Meimarakis, Francisco José Millán Mon, Gheorghe-Vlad Nistor, Paulo Rangel, Radosław Sikorski, Isabel Wiseler-Lima

Renew

Petras Auštrevičius, Katalin Cseh, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Ilhan Kyuchyuk, Nathalie Loiseau, Javier Nart, Urmas Paet, María Soraya Rodríguez Ramos, Hilde Vautmans

S&D

Maria Arena, Włodzimierz Cimoszewicz, Tanja Fajon, Raphaël Glucksmann, Dietmar Köster, Claudiu Manda, Sven Mikser, Demetris Papadakis, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Andreas Schieder, Sergei Stanishev

Verts/ALE

Alviina Alametsä, Reinhard Bütikofer, Jordi Solé, Tineke Strik, Viola Von Cramon-Taubadel, Thomas Waitz, Salima Yenbou

NI

Fabio Massimo Castaldo, Márton Gyöngyösi

 

8

-

ID

Maximilian Krah, Thierry Mariani, Jérôme Rivière, Harald Vilimsky

PPE

Sunčana Glavak, Željana Zovko

S&D

Tonino Picula

NI

Kostas Papadakis

 

12

0

ECR

Anna Fotyga, Assita Kanko, Karol Karski, Jacek Saryusz-Wolski, Witold Jan Waszczykowski, Charlie Weimers

ID

Anna Bonfrisco, Susanna Ceccardi

The Left

Stelios Kouloglou, Manu Pineda, Idoia Villanueva Ruiz, Mick Wallace

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 

 

Ultimo aggiornamento: 21 giugno 2021
Note legali - Informativa sulla privacy