RELAZIONE sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2021
21.12.2021 - (2021/2183(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatrice: Nathalie Loiseau
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2021
Il Parlamento europeo,
– visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),
– visto il titolo V del trattato sull'Unione europea (TUE),
– vista la sua risoluzione del 27 febbraio 2014 sull'utilizzo di droni armati[1],
– vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2018 sulla mobilità militare[2],
– vista la sua risoluzione del 12 settembre 2018 sui sistemi d'arma autonomi,
– vista la sua posizione del 26 novembre 2019 sulla proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto e della direttiva 2008/118/CE relativa al regime generale delle accise per quanto riguarda lo sforzo di difesa nell'ambito dell'Unione[3],
– vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale[4],
– vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale[5],
– vista la sua risoluzione del 17 settembre 2020 sull'esportazione di armi: applicazione della posizione comune 2008/944/PESC[6],
– vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2020 sull'uguaglianza di genere nella politica estera e di sicurezza dell'UE[7],
– vista la sua risoluzione del 25 marzo 2021 sull'attuazione della direttiva 2009/81/CE, relativa agli appalti nei settori della difesa e della sicurezza, e della direttiva 2009/43/CE, relativa ai trasferimenti di prodotti per la difesa[8],
– vista la sua posizione del 28 aprile 2021 concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione, dell'accordo sugli scambi e la cooperazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica, da una parte, e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, dall'altra, e dell'accordo tra l'Unione europea e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord sulle procedure di sicurezza per lo scambio e la protezione di informazioni classificate[9],
– vista la sua risoluzione del 7 luglio 2021 sulla cooperazione UE-NATO nel contesto delle relazioni transatlantiche[10],
– vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2021 sullo stato delle capacità di ciberdifesa dell'UE[11],
– visto il regolamento (UE) 2021/697 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2021, che istituisce il Fondo europeo per la difesa e abroga il regolamento (UE) 2018/1092[12],
– visto il regolamento (UE) 2021/947 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 giugno 2021, che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale, che modifica e abroga la decisione n. 466/2014/UE e abroga il regolamento (UE) 2017/1601 e il regolamento (CE, Euratom) n. 480/2009 del Consiglio[13],
– visti il documento sul piano di attuazione in materia di sicurezza e difesa, presentato al Consiglio dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) il 14 novembre 2016 e le conclusioni del Consiglio del 14 novembre 2016 sull'attuazione della strategia globale dell'UE nel settore della sicurezza e della difesa, che ha definito un nuovo livello di ambizione dell'UE in materia di sicurezza e difesa,
– viste le conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio il 19 novembre 2018, relative all'istituzione di un patto sulla dimensione civile della politica di sicurezza e di difesa comune dell'Unione (PSDC),
– viste le conclusioni del Consiglio sul tema "Donne, pace e sicurezza", del 10 dicembre 2018,
– viste le conclusioni del Consiglio sui giovani, la pace e la sicurezza del 7 giugno 2018 e le conclusioni del Consiglio sui giovani nell'azione esterna del 5 giugno 2020,
– viste le conclusioni del Consiglio, del 20 novembre 2020, sulla revisione strategica 2020 della cooperazione strutturata permanente (PESCO),
– vista la dichiarazione dei membri del Consiglio europeo del 26 febbraio 2021 sulla sicurezza e sulla difesa,
– viste le conclusioni del Consiglio su un partenariato rinnovato con il vicinato meridionale - Una nuova agenda per il Mediterraneo del 16 aprile 2021,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo sulla strategia integrata dell'Unione europea nel Sahel del 16 aprile 2021,
– viste le conclusioni del Consiglio del 25 novembre 2013, del 18 novembre 2014, del 18 maggio 2015, del 27 giugno 2016, del 14 novembre 2016, del 18 maggio 2017, del 17 luglio 2017, del 25 giugno 2018, del 17 giugno 2019, del 10 dicembre 2019, del 17 giugno 2020, del 12 ottobre 2020, del 20 novembre 2020, del 7 dicembre 2020 e del 10 maggio 2021 sulla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC),
– viste le conclusioni del Consiglio del 18 ottobre 2021 sull'operazione Althea dell'EUFOR,
– viste le conclusioni del Consiglio del 22 ottobre 2021 sugli attacchi ibridi volti a strumentalizzare i migranti avviato dal regime bielorusso,
– vista la nuova agenda strategica 2019-2024 adottata in occasione del Consiglio europeo del 20 giugno 2019,
– vista la dichiarazione congiunta dei membri del Consiglio europeo e degli Stati membri del gruppo dei cinque per il Sahel (G5 Sahel) del 28 aprile 2020,
– visto il concetto del Consiglio per un approccio integrato sui cambiamenti climatici e la sicurezza adottato il 5 ottobre 2021,
– vista la tabella di marcia del Consiglio sui cambiamenti climatici e la difesa del 9 novembre 2020,
– vista la relazione relativa alla revisione annuale sulla difesa dell'Agenzia europea per la difesa presentata al Consiglio in occasione della sua riunione del 20 novembre 2020,
– vista la decisione (PESC) 2019/797 del Consiglio, del 17 maggio 2019, concernente misure restrittive contro gli attacchi informatici che minacciano l'Unione o i suoi Stati membri[14],
– vista la decisione (PESC) 2017/2315 del Consiglio, dell'11 dicembre 2017, che istituisce la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e fissa l'elenco degli Stati membri partecipanti[15],
– vista la decisione (PESC) 2021/509 del Consiglio, del 22 marzo 2021, che istituisce uno strumento europeo per la pace, e abroga la decisione (PESC) 2015/528[16],
– viste le decisioni (PESC) 2021/748, 2021/749 e 2021/750 del Consiglio, del 6 maggio 2021, relative alla partecipazione del Canada, del Regno di Norvegia e degli Stati Uniti d'America al progetto PESCO Mobilità militare,
– vista la decisione (PESC) 2021/1143 del Consiglio del 12 luglio 2021 relativa a una missione militare di formazione dell'Unione europea in Mozambico (EUTM Mozambico),
– vista la strategia globale dal titolo "Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte. Una strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea", presentata dal VP/AR il 28 giugno 2016,
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 6 marzo 2014, dal titolo "Per un settore marittimo globale aperto e sicuro: elementi di una strategia per la sicurezza marittima dell'Unione europea" (JOIN(2014)0009),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 7 giugno 2017, dal titolo "Un approccio strategico alla resilienza nell'azione esterna dell'UE" (JOIN(2017)0021),
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 16 dicembre 2020, dal titolo "La strategia dell'UE in materia di cibersicurezza per il decennio digitale" (JOIN(2020)0018),
– visti i discorsi sullo stato dell'Unione del 2020 e del 2021 della Presidente von der Leyen e le lettere di intenti che li accompagnano,
– visto il programma annuale di lavoro del Fondo europeo per la difesa per il 2021, adottato dalla Commissione il 30 giugno 2021,
– vista l'analisi n. 09/2019 della Corte dei conti europea, del 12 settembre 2019, dal titolo "Difesa europea",
– visto il trattato del Nord Atlantico,
– viste le due dichiarazioni congiunte sulla cooperazione UE-NATO firmate l'8 luglio 2014 e il 10 luglio 2018,
– vista la sesta relazione sullo stato dei lavori relativi all'attuazione dell'insieme comune di proposte approvato dai Consigli dell'UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5 dicembre 2017, pubblicata il 17 maggio 2021,
– visto l'insieme comune di 74 proposte per l'attuazione della dichiarazione congiunta di Varsavia approvato dai Consigli dell'UE e della NATO il 6 dicembre 2016 e il 5 dicembre 2017,
– vista la dichiarazione del vertice UE-USA dal titolo "Towards a Renewed Transatlantic Partnership" (Verso un partenariato transatlantico rinnovato) del 15 giugno 2021,
– viste l'invasione e l'annessione illegali della Crimea da parte della Russia,
– vista la violazione dello spazio aereo e delle frontiere marittime degli Stati membri da parte della Russia,
– visto l'aumento della presenza economica e militare della Cina nei paesi mediterranei e africani,
– vista la minaccia del terrorismo interno ed esterno, in particolare da parte di gruppi come l'ISIS,
– viste le nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale, le capacità spaziali e l'informatica quantistica, che offrono nuove opportunità per l'umanità, ma pongono anche nuove sfide in materia di politica estera e difesa, per le quali sono necessari una strategia chiara e il consenso tra gli alleati,
– visti la Carta delle Nazioni Unite e l'Atto finale di Helsinki del 1975 dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa,
– viste le convenzioni delle Nazioni Unite sul diritto del mare,
– visto il comunicato finale del vertice straordinario della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) dell'8 settembre 2021,
– visti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, in particolare l'OSS 16, che mira a promuovere società pacifiche e inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile,
– visto l'articolo 54 del suo regolamento,
– visto il parere della commissione per gli affari costituzionali,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0358/2021),
A. considerando che nel 2020 la pandemia di COVID-19 ha fatto luce sulla crescita dei rischi a livello mondiale e sulla vulnerabilità dell'UE a causa della sua dipendenza esterna; che la pandemia ha ampliato il concetto di sicurezza e autonomia strategica includendovi preoccupazioni di ordine sanitario, tecnologico ed economico;
B. considerando che l'Europa affronta il degrado rapido e duraturo del suo ambiente strategico; che il terrorismo rimane una minaccia grave; che gli Stati esprimono le proprie ambizioni di potenza e perseguono una strategia di espansione che accetta il ricorso alla forza armata; che tale strategia ha, come conseguenza, il rischio di una militarizzazione dei mari, dello spazio, dell'Artico e del ciberspazio e un rilancio della corsa agli armamenti;
C. considerando che il moltiplicarsi degli attacchi informatici contro infrastrutture strategiche durante la crisi COVID-19 o recentemente nel caso Pegasus, sono altrettanti esempi che giustificano lo sviluppo rapido di misure di protezione contro tutte le forme più recenti di minacce informatiche e le tecniche di spionaggio più avanzate; che l'UE si è impegnata a investire 1,6 miliardi di EUR nella capacità di reazione e a favore della diffusione di strumenti di cibersicurezza per le amministrazioni pubbliche, le imprese e i privati, nonché a sviluppare la cooperazione tra il settore pubblico e quello privato in tale ambito;
D. considerando che il Parlamento, in quanto luogo di espressione della democrazia europea, costituisce un bersaglio; che la digitalizzazione delle attività legata al telelavoro durante la pandemia di COVID-19 non ha fatto altro che rafforzare la nostra esposizione alle minacce esistenti;
E. considerando che l'UE dispone, in termini di capacità militari dei suoi Stati membri, di un bilancio complessivo di 395 miliardi di EUR, il che la colloca al secondo posto a livello mondiale; che le capacità dell'Europa sono frammentate e che soffrono di ridondanze, lacune e assenza di interoperabilità;
F. considerando che la crescente complessificazione delle minacce è legata allo sviluppo tecnologico, alla digitalizzazione delle società e all'integrazione delle economie internazionali; che, di conseguenza, si moltiplicano le minacce ibride che combinano mezzi militari e/o non militari come la disinformazione, l'uso delle migrazioni a fini di ricatto, gli attacchi informatici o le pressioni economiche che sono in contrasto con gli interessi e i valori europei e costituiscono una minaccia crescente per la sicurezza dell'UE, le sue imprese, i suoi servizi pubblici e i suoi cittadini;
G. considerando che per affrontare i rischi di crisi che si moltiplicano alle frontiere dell'UE o in zone di interesse per l'Unione, gli Stati membri si sono impegnati a fornire capacità di risposta rapida in linea con gli obiettivi primari (Headline Goals) dell'UE, in particolare i gruppi tattici; che questi soffrono di numerosi limiti politici, organizzativi e finanziari; che, di conseguenza, non sono mai stati dispiegati;
H. considerando che la comunità internazionale, in particolare l'UE, si è impegnata nel Sahel e soprattutto nel Mali; che la giunta del Mali ha rilasciato dichiarazioni circa l'intenzione di ricorrere a una società di sicurezza privata russa per partecipare ad attività militari in Mali; che questa società si è resa colpevole di abusi ovunque sia intervenuta;
I. considerando che il ritiro dall'Afghanistan e il ritorno al potere dei talebani comporta un aumento del rischio terroristico nella regione e oltre; che l'UE ha inviato dal 2007 al 2016 una missione della PSDC, la missione di polizia dell'Unione europea (EUPOL Afghanistan), e ha stanziato 17 miliardi di EUR per l'Afghanistan; che gli Stati membri sono dipesi, al momento del ritiro, dagli Stati Uniti che hanno dispiegato 6 000 soldati per mettere in sicurezza l'aeroporto di Kabul in tempi molto brevi, il che ha consentito di evacuare cittadini europei nonché cittadini afgani in pericolo; che in tale situazione l'UE non è stata in grado di realizzare un ponte aereo né di coordinare le proprie evacuazioni; che se l'UE dovesse condurre un'operazione simile all'evacuazione di Kabul, non sarebbe in grado, allo stato attuale, di prendere decisioni rapidamente, di dispiegare truppe e di completare evacuazioni e ponti aerei con efficienza e proattività; che, pertanto, l'Unione e i suoi Stati membri devono urgentemente trarre insegnamenti dalla crisi afgana per rafforzare la capacità dell'UE di agire in modo autonomo in circostanze analoghe; che la cosiddetta "bussola strategica" deve consentire di fissare il livello di ambizione dell'UE, in particolare sulla base degli insegnamenti appresi dal fallimento afgano;
Dotare l'UE di una dottrina di sicurezza e di difesa grazie alla bussola strategica, vettore dell'autonomia strategica
1. sottolinea che l'Unione europea si trova dinanzi a:
- minacce nuove e in evoluzione, derivanti da attori statali e non statali in un mondo multipolare, quali il terrorismo, l'ascesa dell'autoritarismo, minacce ibride attraverso mezzi di guerra ibrida quali gli attacchi informatici, e la strumentalizzazione della migrazione, la disinformazione e le interferenze straniere, che hanno reso meno netta la linea di demarcazione tra guerra e pace, aumentando le minacce alle risorse naturali, alla sicurezza energetica e ai cambiamenti climatici;
- una maggiore militarizzazione del mondo, con il ripetersi della concorrenza tra le potenze a livello mondiale con una crescente dimensione militare e l'aumento delle tensioni geopolitiche, un'età di "assenza di pace" caratterizzata da concorrenza ostile, un indebolimento degli sforzi di disarmo e dei regimi internazionali di controllo delle armi, la proliferazione delle armi di distruzione di massa (ADM), comprese le armi nucleari, e l'utilizzo di armi chimiche;
- un vicinato ancora instabile, sia a Est che a Sud;
ritiene che l'instabilità e l'imprevedibilità alle frontiere dell'Unione e nel suo immediato vicinato (Africa settentrionale, Medio Oriente, Caucaso, Balcani, Mediterraneo orientale, ecc.), come pure nel suo esteso vicinato (Sahel, Corno d'Africa, ecc.), assieme all'aggressione russa contro l'Ucraina e la Georgia, rappresentino una minaccia diretta e indiretta per la sicurezza del continente; sottolinea il legame indissolubile tra sicurezza interna ed esterna; riconosce che un coinvolgimento attivo nel vicinato è nell'interesse dell'Unione europea; sottolinea l'importanza della stabilità nei Balcani occidentali; osserva con preoccupazione la crescente militarizzazione della penisola di Crimea e i tentativi della Federazione russa di destabilizzare la regione del Mar Nero;
2. osserva che l'anno 2020 è stato caratterizzato dalla pandemia di COVID-19 e numerose sfide per la politica estera, di sicurezza e di difesa dell'Unione, che hanno messo in evidenza l'insufficiente coordinamento e le nostre dipendenze rispetto al resto del mondo; sottolinea che l'Unione europea deve trarne insegnamenti, in particolar modo per aumentare la sua sovranità digitale e tecnologica e l'autonomia strategica complessiva in qualità di attore internazionale, come pure la sua capacità e volontà di decidere e agire autonomamente, se necessario, in materia di affari esteri, sicurezza e difesa e rivalutare le sue dipendenze dagli attori che non condividono gli stessi valori; insiste sulla necessità che l'Unione consolidi anche la sua autonomia in ambito sanitario;
3. accoglie con favore l'avvio dei lavori sulla bussola strategica, un esercizio di riflessione strategica senza precedenti, che dovranno concludersi nel marzo 2022; sottolinea che lo sviluppo della bussola strategica costituisce un punto di partenza per l'attuazione di una difesa europea comune in linea con le disposizioni di cui all'articolo 42, paragrafo 2, TUE, e per la definizione della PSDC, e che dovrebbe rappresentare un passo importante verso un'autentica Unione europea della difesa che tenga conto della situazione costituzionale specifica di alcuni Stati membri; ritiene che la bussola strategica dovrebbe sviluppare una maggiore coesione nel settore della sicurezza e della difesa; sottolinea che, in un mondo altamente multipolare con una maggiore concorrenza tra superpotenze, il peso combinato dell'Unione può contribuire a garantire la sicurezza dei membri dell'UE e che una solida politica di difesa dell'UE è necessaria affinché l'Unione disponga dei mezzi per adoperarsi in maniera efficace a favore della pace, della sicurezza umana, dello sviluppo sostenibile e della democrazia; sottolinea che un'Unione europea della difesa rientrerebbe nell'obiettivo dichiarato dell'UE di conseguire l'autonomia strategica; osserva che, in tale contesto, la risposta alle sfide di sicurezza esterna dell'Unione e dei suoi Stati membri risiede in primis nell'affermazione e nell'attuazione concreta delle capacità che consentono una migliore valutazione delle situazioni di crisi, l'adozione di decisioni più rapide e di azioni più incisive qualora le circostanze lo esigano, in maniera autonoma se del caso, al fine di difendere i propri interessi e valori, nel rispetto delle alleanze e dei partenariati; osserva che svilupperebbe una maggiore coerenza dell'Unione in materia di sicurezza e difesa; ritiene che sia urgentemente necessario sviluppare un'autentica Unione europea della sicurezza e della difesa che comprenda tutti gli aspetti, gli strumenti, i bilanci e le capacità militari e civili in materia di sicurezza e l'intero ciclo del conflitto, dalla prevenzione alla stabilizzazione al termine dei conflitti, e che si basi su un concetto di sicurezza umana moderno, progressivo e forte che affronti le richieste di sicurezza dei cittadini dell'UE e delle popolazioni locali e la sicurezza e la stabilità delle istituzioni statali; esorta l'UE a potenziare le sue capacità istituzionali in materia di prevenzione dei conflitti, di mediazione, di dialogo e di allentamento della tensione;
4. insiste sull'importanza di basarla sull'analisi delle minacce a 360 gradi; sottolinea che la bussola strategica deve costituire la risposta ambiziosa dell'Unione a tale analisi, i cui risultati devono essere periodicamente e realisticamente riesaminati, con l'obiettivo di elaborare un meccanismo di valutazione costante delle minacce e di consultazione parlamentare;
5. sottolinea che la bussola strategica dovrà permettere di rafforzare la capacità di azione dell'Unione quale partner strategico e attore mondiale per la pace sempre più credibile che rafforzi e difenda una cooperazione multilaterale e un sistema internazionale basato su regole, nonché la sua capacità di agire autonomamente, se necessario; insiste sul fatto che tale esercizio dovrà essere periodicamente aggiornato e dovrà stabilire un obiettivo ambizioso, improntato al realismo e all'operatività, e includere un calendario per l'attuazione delle decisioni e di meccanismi di controllo; insiste sul fatto che tale esercizio deve permettere all'Unione di compiere progressi effettivi e coerenti verso una politica di difesa coerente, una cultura strategica comune, una comprensione comune delle sfide strategiche dell'UE e una capacità di anticipazione delle minacce e di reazione rapida e coordinata, futuri scenari di intervento come pure una capacità di resilienza autonoma, affinché l'UE sia in grado di mobilitare risorse in modo solidale, in linea con i trattati, quando uno Stato membro è minacciato e quando la pace, la sicurezza e la stabilità internazionali sono contestate al di fuori dell'UE e, in ultima analisi, di garantire la protezione, gli interessi e i valori dei cittadini europei; ricorda che l'attuale livello di ambizione dell'UE nel settore della sicurezza e della difesa, come indicato nelle conclusioni del Consiglio del 14 novembre 2016, comprende la risposta ai conflitti e alle crisi esterne, lo sviluppo delle capacità dei partner e la "protezione dell'Unione e dei suoi cittadini"; sottolinea l'importanza dell'approccio integrato quale base della risposta dell'UE ai conflitti e alle crisi;
6 sottolinea l'importanza che il Parlamento, in particolare la sua sottocommissione per la sicurezza e la difesa, riceva periodici aggiornamenti e relazioni sull'attuazione della bussola strategica dal Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a seguito dell'approvazione, nel marzo 2022, della bussola strategica;
Missioni e operazioni della PSDC nel 2020: valutazione e raccomandazioni
7. ricorda che l'Unione gestisce attualmente 11 missioni civili e sette missioni e operazioni militari; ricorda che, tra queste, solo tre sono operazioni caratterizzate da un mandato esecutivo: la missione EU NAVFOR Somalia - operazione ATALANTA, l'operazione nel Mediterraneo EUNAVFOR MED IRINI, e la forza militare dell'UE in Bosnia ed Erzegovina (EUFOR ALTHEA); ricorda l'impegno generale dell'UE nel Sahel e nel Corno d'Africa attraverso sei missioni civili (la missione dell'UE per lo sviluppo delle capacità in Mali (EUCAP Sahel Mali), EUCAP Sahel Niger, EUCAP Somalia) e sei missioni militari (la missione di formazione dell'Unione europea in Mali (EUTM Mali), EUTM Somalia, EUNAVFOR ATALANTA, EUNAVFOR MED IRINI); osserva che tali missioni e operazioni non hanno ancora realizzato il loro pieno potenziale e subiscono l'impatto della pandemia di COVID-19, che ha influito sulla loro attività e ne ha limitato l'efficacia; propone che il bilancio, la pianificazione e l'attrezzatura delle missioni e delle operazioni della PSDC dell'UE siano valutati alla luce degli insegnamenti tratti dalla COVID-19 e ritiene pertanto che un riesame dei risultati e un'eventuale adattamento del mandato sia parte della revisione strategica standard di una missione;
8. pone in evidenza l'importanza per l'Unione di garantire la stabilità, la sicurezza umana e la prosperità sostenibili nel suo vicinato; rileva che le missioni militari della PSDC sono ormai incentrate quasi esclusivamente sulla formazione delle forze armate (EUTM), senza una dimensione esecutiva e con un sostegno limitato; ritiene che, senza influenzare la dimensione non esecutiva di tali missioni, il mandato andrebbe rafforzato insistendo sulla formazione, al fine di consentire ai consulenti europei di controllare in loco, con la massima precisione possibile, se i programmi di addestramento sono stati attuati correttamente e se sono pienamente conformi alle esigenze operative delle forze armate locali;
9. sottolinea che la consegna di armi nell'ambito dello strumento europeo per la pace dovrebbe avvenire nel pieno rispetto della posizione comune dell'UE sulle esportazioni di armi, del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, e includere efficaci disposizioni in materia di trasparenza;
10. deplora l'azione dei golpisti in Mali; è profondamente preoccupato per la presenza insufficiente dei servizi essenziali dello Stato nel territorio del Mali e del Sahel in generale; esprime profonda preoccupazione per il peggioramento della sicurezza nella regione; esprime profonda preoccupazione per le relazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite che elencano gravi violazioni, passate e in atto, dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, compresi presunti crimini di guerra, commessi da gruppi armati, tra cui gruppi terroristici, forze armate del Mali e altre forze armate del G5 Sahel; deplora vivamente l'impunità a tale riguardo e sottolinea che tali crimini in atto minano anche gli sforzi europei e internazionali per creare un ambiente sicuro e protetto per combattere i gruppi armati e i terroristi; sottolinea il crescente coinvolgimento di attori ostili in una regione fondamentale per la nostra sicurezza, che potrebbe compromettere l'obiettivo comune dell'UE e del Mali di sicurezza umana, pace, stabilità e sviluppo sostenibile nel paese, dove altri attori che non condividono necessariamente gli stessi principi etici dell'UE e dei suoi Stati membri sono disposti a colmare il vuoto di capacità, senza alcun riguardo per considerazioni relative al rispetto dello Stato di diritto, delle norme internazionali o del diritto bellico; esprime profonda preoccupazione per la crescente influenza di società militari private straniere e per i possibili piani del governo maliano di avviare una cooperazione con il Gruppo Wagner, una società militare privata russa che costituisce una procura del Cremlino, tra l'altro per la formazione delle sue forze armate; sottolinea che tale cooperazione è incompatibile con la cooperazione in materia di sicurezza e difesa dell'UE, in particolare EUTM Mali, e richiederebbe quindi che l'UE rivaluti il suo impegno in Mali; esorta le attuali autorità maliane ad astenersi dal concludere un contratto con il Gruppo Wagner e dal consentire al suo personale di entrare nel territorio maliano; sottolinea, più in generale, la necessità di monitorare attentamente le azioni delle società militari e di sicurezza private che stanno aumentando la loro impronta globale in aree vulnerabili tra cui l'Africa, l'America latina e l'Europa orientale, e ricorda l'importanza di tenere il Parlamento informato sulla questione;
11. prende atto dell'annuncio della ridefinizione, di concerto e previa consultazione con i nostri partner internazionali e africani, dell'azione militare francese nel Sahel; sottolinea che tali cambiamenti dovrebbero avvenire nel quadro di una stretta consultazione con l'insieme dei partner internazionali, e soprattutto europei, presenti nel Sahel; accoglie con favore l'impegno costante dell'UE e degli Stati membri a favore della stabilizzazione dei paesi del G5 Sahel, in particolare con il sostegno alla forza congiunta del G5 Sahel, rafforzando le missioni PSDC dell'UE e accrescendo la partecipazione delle forze armate Stati membri europei nella task force Takuba;
12. si compiace dell'adattamento del nuovo mandato ampliato della missione EUTM Mali; chiede di rafforzare la cooperazione strutturale e l'accompagnamento non esecutivo delle forze armate e di accelerare il processo di regionalizzazione che consente alla missione di fornire assistenza militare alle forze armate dei paesi del G5 e, in particolare, al Burkina-Faso e al Niger, che avrà implicazioni per i partner internazionali, europei e africani; sottolinea le possibilità offerte dallo strumento europeo per la pace riguardo alla consegna di attrezzature destinate all'addestramento delle forze armate maliane, che saranno essenziali per il rafforzamento dell'intervento e dell'efficacia dell'azione europea; è convinto che l'UE debba incrementare rapidamente ed efficacemente le proprie capacità di fornire attrezzature, affinché le missioni EUCAP e EUTM non perdano credibilità presso le autorità locali, a condizione che tali forze di sicurezza rispettino il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani e siano sotto controllo democratico;
13. chiede agli Stati membri di contribuire in modo significativo all'attività consultiva di EUTM Mali e di inviare gli effettivi in grado di apportare un contributo; ricorda che nel Sahel il processo di regionalizzazione della PSDC deve continuare a rafforzare la cooperazione e il coordinamento con gli attori internazionali e con gli Stati membri dell'UE coinvolti nella regione, attraverso iniziative in corso come il partenariato per la stabilità e la sicurezza nel Sahel (P3S); sottolinea che l'UE fornisce anche un solido sostegno all'operatività della forza congiunta del G5 Sahel e della relativa componente di polizia; accoglie positivamente la nuova strategia integrata dell'UE nel Sahel, che comprende un approccio più ampio incentrato sul rafforzamento della governance e che sottolinea in particolare la necessità di rafforzare la presenza statale e dei servizi pubblici nei paesi della regione; sottolinea gli sforzi compiuti dall'EUCAP Sahel Mali per sostenere il dispiegamento delle forze di sicurezza maliane nel Mali centrale; sottolinea gli sforzi dell'EUCAP Sahel Niger per sostenere il Niger nell'attuazione di una politica nazionale di difesa e di sicurezza del Niger; ricorda che la regionalizzazione delle azioni della PSDC sostiene l'approccio integrato dell'UE nel Sahel e che, a tal fine, l'intervento della cellula consultiva e di coordinamento regionale (RACC) deve proseguire; è del parere che la regionalizzazione dell'approccio della PSDC nel Sahel sia pertinente, ma richieda un'organizzazione più chiara e il coordinamento tra le missioni civili e miliari PSDC in corso, gli attori locali e le altre organizzazioni internazionali come la missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite (Missione multidimensionale integrata delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nel Mali – MINUSMA) e le operazioni condotte dall'esercito francese; insiste per uno sforzo notevole a favore del Burkina-Faso, tenuto conto della gravità delle minacce che deve affrontare questo paese con capacità limitate; ricorda che per essere efficaci in modo duraturo, le risposte militari e di sicurezza devono essere accompagnate da misure concrete e visibili per fornire servizi essenziali alla popolazione; sottolinea l'importanza di poter sostenere più attivamente gli Stati che si affacciano sul Golfo di Guinea, affinché questi possano contrastare la crescente minaccia terroristica con cui devono fare i conti; sottolinea la necessità di prestare particolare attenzione alla crescente instabilità nelle regioni del Sahel, dell'Africa occidentale e del Corno d'Africa, nonché alle importanti ripercussioni che gli sviluppi in tali regioni hanno non solo per il continente africano ma anche per l'Unione europea;
14. plaude alle discussioni in corso sulla partecipazione del Mozambico e dell'India alle missioni della PSDC e alle operazioni in Africa; accoglie con favore la partecipazione attiva della Georgia alle missioni della PSDC e, in particolare, la sua partecipazione alle missioni di formazione nella Repubblica centrafricana (RCA) e in Mali;
15. osserva che la situazione in materia di sicurezza in Somalia è molto preoccupante e costituisce una fonte di destabilizzazione in tutto il Corno d'Africa e oltre; insiste sul fatto che Al-Shabaab resta una delle organizzazioni terroristiche più potenti legate ad Al-Qaeda e che tale caratteristica dovrebbe spingere gli Stati membri a valutare una partecipazione più significativa alle missioni e operazioni europee in questa regione strategica e alla fornitura delle risorse necessarie; sottolinea che il rafforzamento di EUTM Somalia sul versante consultivo presso le strutture di comando consente di esercitare un'influenza significativa sulla condotta delle operazioni nell'ambito del dispositivo multilaterale di assistenza militare; sottolinea che EUNAVFOR Atalanta, EUCAP ed EUTM Somalia costituiscono un insieme coerente a sostegno del quadro strategico dell'Unione per il Corno d'Africa; plaude al ruolo determinante svolto dall'operazione Atalanta nella lotta contro la pirateria e i traffici nel Corno d'Africa, proteggendo quindi con successo le imbarcazioni del Programma alimentare mondiale, e a quello di EUCAP Somalia nella consulenza alle autorità federali e regionali del Puntland e del Somaliland riguardo allo sviluppo delle funzioni della guardia costiera e della polizia marittima; sottolinea che l'impegno dell'UE nella regione del Corno d'Africa continua a essere pertinente ai fini del rafforzamento della capacità delle forze di sicurezza somale e prende atto altresì della necessità di migliorarne l'efficacia; accoglie con favore e incoraggia ulteriormente la partecipazione dei partner che condividono gli stessi principi al fine di garantire vie navigabili sicure nel Golfo di Aden e nell'Oceano Indiano; chiede un approccio integrato per affrontare le questioni in materia di sviluppo e governance che favoriscono la pirateria;
16. rileva con preoccupazione il peggioramento della situazione sotto il profilo della politica e della sicurezza nella Repubblica centrafricana (RCA); chiede di ripristinare un dialogo inclusivo tra il governo, l'opposizione democratica e la società civile e di imprimere nuovo slancio all'accordo di pace; deplora che dal 2018 il presidente dell'RCA abbia fatto ricorso al Gruppo Wagner, una società militare privata e procura russa, che è responsabile di crimini di guerra e di gravi violazioni dei diritti umani nell'RCA; manifesta preoccupazione per l'impatto di tale decisione sulla realizzabilità e l'efficacia della missione di formazione delle truppe centroafricane; denuncia l'aumento delle minacce e degli incidenti ostili generati da determinate forze armate locali e straniere, ivi comprese alcune imprese estere di sicurezza, nei confronti della Missione multidimensionale integrata delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica centrafricana (MINUSCA) e le campagne di disinformazione nei confronti dell'azione dell'Unione; accoglie con favore la creazione della missione consultiva dell'Unione europea nell'RCA (EUAM RCA) e l'appoggia pienamente; accoglie con favore l'azione della missione EUTM, in particolare la formazione degli ufficiali e dei sottoufficiali delle Forze armate centroafricane (FACA) e il suo contributo al processo globale di riforma del settore della sicurezza (SSR) coordinato dalla MINUSCA, e l'appoggia pienamente; insiste sulla necessità di comunicare con la popolazione sugli obiettivi e i progressi della missione; insiste sull'importanza di valutare la reale capacità dell'UE di rispondere alle esigenze delle FACA in termini di attrezzature, nel quadro della revisione strategica che si terrà nel primo semestre 2022; insiste sul fatto che un sostegno nel quadro dello strumento europeo per la pace alle unità costituite dall'EUTM deve essere condizionato alla promozione di sviluppi positivi della situazione politica, interna e regionale da parte delle autorità dell'RCA;
17. ricorda l'importanza strategica del canale del Mozambico; accoglie con favore l'impegno degli Stati membri e del VP/AR volto a fronteggiare l'aggravamento della minaccia terroristica a Cabo Delgado e manifesta preoccupazione per il rischio di diffusione di tale minaccia nell'area; si compiace della decisione del Consiglio di avviare una missione militare di formazione dell'Unione europea in Mozambico (EUTM Mozambico); prende atto dell'impiego dello strumento europeo per la pace per coprire i costi comuni dell'EUTM Mozambico e per fornire attrezzature militari; invita il Consiglio e il SEAE a utilizzare al meglio lo strumento europeo per la pace e a trarre vantaggio da tale esperienza per il miglioramento e l'espansione di detto strumento in futuro; osserva che l'EUTM risponde a un obiettivo preciso, ovvero quello di formare le unità delle forze speciali per lottare contro l'insurrezione islamica nella regione di Cabo Delgado, compreso il movimento jihadista Ansar al-Sunna; chiede, tenuto conto della situazione, che siano dispiegate il più rapidamente possibile; esorta gli Stati membri a contribuire più equamente alla costituzione di forza della missione; sottolinea la necessità di una strategia globale coerente a lungo termine per il Mozambico, che deve combattere anche le insurrezioni islamiste per affrontare le carenze a livello di governance e le esigenze di sviluppo al fine di raggiungere una soluzione sostenibile al conflitto; sottolinea la necessità di assicurarsi che le forze governative rispettino il diritto umanitario internazionale e che gli autori di esecuzioni extragiudiziali, atti di tortura, saccheggi e altri abusi siano assicurati alla giustizia;
18. accoglie con favore l'impegno inequivocabile del Consiglio a favore dell'operazione EUFOR Althea come indicato nelle conclusioni del 18 ottobre 2021 nonché il rinnovo dell'operazione Althea nel 2020 e il riorientamento del suo mandato a sostegno delle autorità della Bosnia-Erzegovina per il mantenimento di un contesto sicuro e protetto, nonché la terza revisione strategica dell'operazione presentata nel giugno 2021; ricorda che tale missione ha posto le premesse per la pace, la stabilizzazione e l'integrazione europea della Bosnia-Erzegovina e svolge tuttora un ruolo centrale per la sicurezza e la stabilità di suddetto paese e della regione; ricorda che le esperienze e gli insegnamenti tratti da tale missione costituiscono un notevole valore in tutte le attuali e future missioni e operazioni militari e civili della PSDC; esprime profonda preoccupazione per possibili azioni incostituzionali e secessioniste da parte del membro serbo della presidenza della Bosnia-Erzegovina, Milorad Dodik, che minano l'accordo di pace di Dayton e quindi la sicurezza e la pace nell'intera regione; sottolinea che è tuttora necessario mantenere un'adeguata capacità di rafforzamento in prospettiva al fine di consentire una reazione rapida in caso di peggioramento della situazione sotto il profilo della sicurezza; prende atto del fatto che tale missione potrebbe essere rafforzata da canali sicuri di informazione e comunicazione verso le capitali degli Stati membri e dal miglioramento delle capacità di raccolta e analisi dell'intelligence da fonte aperta; insiste sull'importanza di proseguire con l'attività secondaria di sminamento e con la formazione collettiva delle forze armate della Bosnia-Erzegovina; esorta gli Stati membri ad adempiere ai loro impegni relativi alla costituzione di forza per Althea; attende con interesse la partecipazione dell'Ucraina alla missione Althea; riconosce l'importante cooperazione tra l'UE e la NATO nei Balcani occidentali, in particolare attraverso la missione EUFOR Althea, il cui quartier generale operativo è situato presso il Comando supremo delle potenze alleate in Europa (SHAPE) grazie all'accordo "Berlin Plus";
19. prende atto con soddisfazione dei risultati della missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia (EUMM Georgia); approva la sua proroga per una durata di due anni; insiste sulla necessità di continuare la riflessione sugli impegni della PSDC nella regione; condanna fermamente l'occupazione illegale e la militarizzazione da parte della Russia delle regioni georgiane dell'Abkhazia e della regione di Tskhinvali/Ossezia del Sud in violazione del diritto internazionale, che rappresentano una grave minaccia per la regione del partenariato orientale e per l'intera Europa; rileva con preoccupazione il peggioramento della situazione sotto il profilo della sicurezza nei territori occupati della Georgia e le attività della Federazione russa destabilizzanti per la pace e la sicurezza nella regione del partenariato orientale; esorta l'UE a continuare a chiedere alla Russia di impegnarsi in modo costruttivo nelle discussioni internazionali di Ginevra e di rispettare i propri obblighi derivanti dall'accordo per il cessate il fuoco del 12 agosto 2008 mediato dall'UE, in particolare di ritirare tutte le sue forze militari dai territori occupati della Georgia e di consentire alla missione di monitoraggio dell'UE un accesso senza restrizioni all'intero territorio della Georgia; denuncia le detenzioni illegali e i rapimenti di cittadini georgiani nonché l'aumento delle attività di frontierizzazione lungo la linea di confine amministrativa; manifesta preoccupazione per le campagne di disinformazione sulla missione EUMM Georgia e chiede di rafforzare le sue capacità di monitoraggio, analisi e comunicazione strategica; ribadisce il suo fermo sostegno ai paesi del partenariato orientale, con particolare riferimento alla loro indipendenza, sovranità e integrità territoriale all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti; incoraggia l'UE a rafforzare il suo impegno nella risoluzione pacifica dei conflitti in tutta la regione del partenariato orientale; ribadisce il suo invito all'UE di garantire che la sua bussola strategica rispecchi adeguatamente la dimensione di sicurezza dei paesi del partenariato orientale e prenda in considerazione il lancio di una serie di patti di sicurezza, vale a dire quadri per maggiori investimenti e assistenza per la cooperazione nell'ambito militare, della sicurezza, dell'intelligence e cibernetico, con la Georgia, la Moldova e l'Ucraina quali paesi associati, al fine di rafforzarne la resilienza e la sicurezza;
20. prende atto del rafforzamento della missione consultiva dell'UE in Iraq (EUAM) con l'integrazione di un sostegno per l'attuazione della riforma del settore della sicurezza interna e l'attuazione delle strategie nazionali di lotta e prevenzione del terrorismo (compresa la lotta contro l'estremismo violento) e della criminalità organizzata, con specifico riferimento alla gestione delle frontiere nonché alla criminalità finanziaria, in particolare la corruzione, il riciclaggio e il traffico di beni del patrimonio culturale;
21. invita l'UE ad affrontare le costanti e crescenti minacce alla tutela e alla conservazione del patrimonio culturale e a contrastare il traffico di beni culturali, in particolare nelle zone di conflitto; osserva che in Iraq talune comunità sono state private del loro patrimonio culturale e delle loro radici storiche, il che le ha rese più vulnerabili alla radicalizzazione; ricorda che l'EUAM Iraq è l'unica missione o operazione della PSDC che include nel suo mandato un meccanismo di protezione del patrimonio culturale, al fine di fornire assistenza e formazione ai partner locali nell'affrontare le sfide riguardanti la sicurezza connesse alla conservazione e alla protezione del patrimonio culturale; invita il Consiglio e il SEAE a includere un meccanismo analogo in altre missioni e operazioni;
22. incoraggia il dispiegamento dei membri della missione dell'Unione europea di assistenza alla gestione integrata delle frontiere in Libia (EUBAM Libia) a Tripoli, da cui svolgerà le sue attività; propone che tale missione, avviata con il sostegno delle autorità libiche per smantellare le reti della criminalità organizzata coinvolte nel traffico di migranti, la tratta di esseri umani e il terrorismo nei settori della gestione delle frontiere, continui a valutare, nel quadro di una strategia regionale, le possibilità di sostegno allo sviluppo delle capacità di frontiera degli Stati del Sahel con la guida dell'UE, di concerto con le missioni della PSDC nel Sahel (in particolare EUCAP Sahel Niger); esprime preoccupazione per il destino dei migranti, dei richiedenti asilo e dei profughi in Libia; invita le autorità e le milizie libiche a chiudere le strutture detentive per migranti;
23. accoglie con favore l'avvio dell'operazione della PSDC nel Mediterraneo, EUNAVFOR MED IRINI e il suo rinnovo fino al 31 marzo 2023; insiste sul suo ruolo fondamentale nell'attuazione dell'embargo sulle armi nei confronti della Libia conformemente alla risoluzione 2526 (2020) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; evidenzia che il rafforzamento delle capacità sta smantellando la tratta di esseri umani e il traffico di armi; deplora il fatto che nel 2020 EUNAVFOR MED IRINI abbia ricevuto numerosi rifiuti riguardanti le ispezioni, anche sulle imbarcazioni turche; chiede a tale proposito una comunicazione trasparente del SEAE; osserva che finora EUNAVFOR MED ha avuto a disposizione pochissime risorse, il che ha limitato in modo sostanziale le sue capacità; è preoccupato per il fatto che la NATO, attiva nell'area attraverso l'operazione Sea Guardian, non sta collaborando efficacemente mediante una maggiore coesione nella cooperazione e condividendo informazioni e risorse; insiste sull'importanza strategica di una comunicazione pubblica sulla missione e i suoi abbordaggi di navi e approcci amichevoli e le sue ispezioni, compresi i rifiuti; sottolinea gli obblighi internazionali di ricerca e salvataggio delle persone in pericolo in mare nel pieno rispetto del diritto marittimo; chiede che l'UE svolga un ruolo significativo nel Mediterraneo, essendo diventata un attore in grado di garantire la stabilità della regione; plaude ai risultati della cellula di collegamento e di pianificazione dell'UE (EULPC), che offre le proprie competenze in materia di sicurezza, intelligence e pianificazione agli attori dell'UE a Bruxelles e a terra o in mare (delegazione dell'UE, EUBAM, EUNAVFOR MED) e alla missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL);
24. deplora il ruolo destabilizzante generale della Turchia in molte aree di interesse nell'UE e nel suo vicinato, che minaccia la pace, la sicurezza e la stabilità regionali; è estremamente preoccupato per le attività illegali e le minacce di un'azione militare della Turchia nei confronti di Stati membri dell'UE, in particolare la Grecia e Cipro, nel Mediterraneo orientale, nonché per le sue attività illegali recentemente annunciate nelle zone marittime cipriote e greche, ed esprime una ferma condanna; prende atto degli sforzi per ridurre le tensioni, ma deplora le azioni provocatorie, le minacce di aggressione contro l'operazione MED IRINI da parte di imbarcazioni militari turche, in violazione del diritto internazionale e dei diritti sovrani degli Stati membri dell'UE; ribadisce che l'Unione è pronta a ricorrere a tutti gli strumenti e le opzioni a sua disposizione, anche quelli di cui all'articolo 29 TUE e all'articolo 215 del TFUE, al fine di difendere i suoi interessi e quelli dei suoi Stati membri, nonché di mantenere la stabilità regionale;
25. elogia il lavoro della missione consultiva dell'Unione europea per la riforma del settore della sicurezza civile in Ucraina (EUAM Ucraina); prende atto della relazione di valutazione delle esigenze del SEAE per quanto riguarda il settore dell'istruzione militare professionale (PME) in Ucraina e accoglie con favore l'attività in atto volta a esaminare un possibile impegno dell'UE in Ucraina sulla base di tale relazione, integrando gli sforzi dell'Ucraina e dei suoi partner internazionali nella riforma dell'istruzione militare professionale nel paese;
26. invita a imprimere nuovo slancio alla dimensione civile della PSDC attraverso l'attuazione dei 22 impegni del patto sulla dimensione civile della PSDC; sottolinea che la bussola strategica deve fissare l'ambizione per il rinnovo del patto sulla dimensione civile della PSDC (patto 2.0) e che il patto 2.0 dovrebbe essere adottato tempestivamente; sostiene l'idea che la bussola debba delineare gli elementi fondamentali della dimensione civile della PSDC, compreso lo sviluppo delle capacità civili dopo il 2023; sostiene l'idea che le priorità strategiche della dimensione civile della PSDC debbano essere collegate al processo di revisione annuale del patto; sottolinea la necessità di un legame più forte tra la PSDC, la giustizia e gli affari interni e l'azione condotta dalla Commissione, se opportuno e con il dovuto rispetto per i diversi compiti e procedure di entrambe le politiche prescritti dal trattato, e gli altri attori competenti in materia di gestione delle crisi al fine di rafforzare il suo contributo alla risposta dell'Unione alle sfide riguardanti la sicurezza; invita l'UE a riflettere e a intervenire sulle attuali procedure per lo schieramento delle missioni, al fine di rendere il processo decisionale più rapido ed efficiente; ritiene che l'UE dovrebbe continuare la sua valutazione globale delle missioni civili EUCAP Sahel Mali, EUCAP Sahel Niger, EUCAP Somalia e EUAM RCA ed effettuarne una revisione in termini di mandato, bilancio e risorse umane, assicurando che rispondano alle esigenze reali, al fine di promuovere la loro capacità operativa ed efficacia;
27. riconosce il contributo delle missioni e delle operazioni civili e militari della PSDC alla sicurezza e alla stabilità della pace, ma ne sottolinea le persistenti debolezze strutturali e la lunghezza dei processi decisionali; insiste sull'importanza di dotare le missioni militari di mandati più flessibili e più robusti adattati alla situazione sul campo; chiede modifiche alle strutture e procedure della PSDC affinché le missioni possano essere schierate in modo più rapido, flessibile e coerente; sottolinea la necessità urgente di un maggiore coordinamento tra le operazioni europee ad hoc esistenti e le missioni o le operazioni militari della PSDC, in particolare quando si tratta di affrontare una crisi urgente o di garantire l'accesso ad aree strategiche contestate; sottolinea che qualsiasi mandato futuro deve avere una chiara strategia di uscita globale associata a un elenco delle risorse necessarie a tal fine; sottolinea la necessità che tutte le missioni, in particolare le missioni militari, consentano alla popolazione locale di sviluppare le capacità entro un termine ragionevole, al fine di consentire un'uscita sostenibile;
28. sottolinea la necessità di una valutazione periodica, sistematica e trasparente di tutte le missioni e le operazioni della PSDC sulla base di criteri strategici e operativi pertinenti; invita il VP/AR ad avviare un processo di acquisizione degli insegnamenti per quanto riguarda le missioni, le operazioni e le azioni, passate e in corso, e a concentrarsi sulle circostanze politiche, istituzionali, ma anche socio-economiche che occorre rispettare affinché le azioni di sicurezza e di difesa sostengano efficacemente la costruzione di una pace duratura e il rafforzamento delle strutture di governance sostenibile e democratica; ritiene che sia necessario delegare al comando militare di quest'ultima maggiori responsabilità operative nella condotta e gestione delle missioni e operazioni; chiede, più in generale, che le strutture militari dell'UE siano coinvolte sistematicamente in tutte le politiche e gli strumenti che hanno un impatto sull'impegno operativo della forze armate europee e, in particolare, nei lavori del comitato di programma del FED;
29. esprime viva preoccupazione per la scarsa costituzione di forza delle operazioni e missioni ed esorta fermamente gli Stati membri a porvi rimedio il prima possibile; esorta l'UE e i suoi Stati membri a fornire alle missioni e alle operazioni della PSDC il personale, la formazione e le capacità necessari per l'espletamento dei loro mandati e affinché divengano più vigili e più resilienti in condizioni meno favorevoli; sottolinea a tale riguardo il progetto della PESCO sul centro operativo di risposta alle crisi che mira a migliorare il processo di costituzione di forza, attualmente all'esame; si rammarica nel contempo che finora solo sei Stati membri partecipino a tale progetto della PESCO; invita il Consiglio e la Commissione ad avvalersi pienamente dello strumento europeo per la pace e delle possibilità di finanziamento a titolo del bilancio dell'Unione di cui ai trattati, al fine di agevolare la costituzione di forza nonché gli spiegamenti militari; sostiene la partecipazione di Stati terzi alle operazioni e alle missioni della PSDC quando in linea con gli interessi e i valori europei; ritiene che tale partecipazione debba essere ampliata quando e dove opportuno;
30. rileva con preoccupazione l'aumento dei fenomeni di manipolazione dell'informazione, di disinformazione e relativi alle minacce ibride, derivanti principalmente dalla Russia e dalla Cina, ma anche da altri attori, che riguardano direttamente vari teatri di operazioni nonché missioni e operazioni della PSDC, destabilizzano intere regioni e delegittimano le missioni dell'UE all'estero; invita a strutturare con urgenza la risposta delle missioni e delle operazioni della PSDC in considerazione di tali minacce; sottolinea, a tale riguardo, la necessità di sforzi congiunti dell'UE, degli Stati membri e dei paesi partner, compresa la capacità di anticipare minacce ibride, attacchi informatici e il rischio chimico, biologico, radiologico e nucleare (CBRN); plaude alla creazione della riserva di capacità di risposta in caso di crisi nell'ambito degli incidenti CBRN; esorta il SEAE a fornire un sostegno concreto alle missioni e operazioni della PSDC attraverso una comunicazione strategica;
31. chiede il rafforzamento delle strutture di comando dell'Unione, in particolare lo Stato maggiore (EUMS) e la capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC), che devono essere dotate quanto prima degli effettivi, dell'attrezzatura e dei mezzi necessari nonché essere in grado di scambiare in modo sicuro informazioni classificate, anche con gli Stati membri e le missioni o le operazioni; deplora, a tale riguardo, il rinvio del passaggio in fase 2 della MPCC e chiede agli Stati membri di adempiere pienamente ai loro impegni per consentirlo; sottolinea l'importanza di rendere la MPCC un'autentica struttura di comando e controllo (quartier generale) a pieno titolo nel più breve tempo possibile, in grado di assicurare una funzione prospettica e di previsione strategica, di dirigere le operazioni e le missioni europee con la reattività e la flessibilità richieste dal contesto strategico e di rafforzare l'autonomia strategica operativa degli europei;
32. evidenzia che la partecipazione delle donne alle missioni PSDC contribuisce all'efficacia di tali missioni e accresce la credibilità dell'UE quale promotore della parità di diritti per donne e uomini in tutto il mondo; chiede un'attuazione più sistematica della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza e della risoluzione 2250 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sui giovani, la pace e la sicurezza e il rafforzamento dell'agenda dell'UE sulle donne, la pace e la sicurezza e sui giovani, la pace e la sicurezza; chiede un'integrazione significativa della dimensione di genere nella formulazione della PSDC, in particolare mediante un miglior equilibrio di genere tra il personale e la direzione delle missioni e delle operazioni PSDC, nonché formazioni specifiche per il personale distaccato; invita ad attuare misure volte a garantire un ambiente di lavoro privo di molestie sessuali e di genere; ribadisce il suo invito affinché nei nuovi strumenti della PSDC, tra cui il Fondo europeo per la difesa (FED) e lo strumento europeo per la pace, sia inclusa l'analisi di genere; accoglie con favore il fatto che tutte le missioni civili PSDC abbiano ora nominato un consigliere per le questioni di genere e invita le missioni militari PSDC a fare altrettanto; incoraggia gli Stati membri dell'UE a presentare candidati donne per gli attuali posti vacanti; si rammarica che il numero delle donne che operano nell'ambito delle missioni della PSDC e in particolare delle operazioni militari rimanga estremamente modesto; esorta il SEAE a promuovere la necessità di un obiettivo concreto per aumentare il numero delle donne partecipanti alle missioni e alle operazioni di gestione delle crisi dell'UE; esorta gli Stati membri a valutare modalità per rafforzare le politiche di assunzione e mantenimento del personale e promuovere la partecipazione delle donne alle missioni di consolidamento e mantenimento della pace; sottolinea la necessità di includere una nuova linea di bilancio dell'UE volta a finanziare la posizione di consigliere per le questioni di genere nell'ambito delle missioni militari PSDC;
33. attende la comunicazione congiunta su un approccio strategico per sostenere il disarmo, la smobilitazione e il reinserimento degli ex combattenti, annunciata nella lettera d'intenti del discorso sullo stato dell'Unione 2020, quale revisione tempestiva del concetto UE 2006 per il sostegno al disarmo, alla smobilitazione e al reinserimento (DDR); sottolinea l'importanza delle riforme del settore della sicurezza (SSR) in quanto priorità in particolare per le missioni della PSDC; invita pertanto la Commissione e il SEAE ad ampliare la prossima comunicazione congiunta su un approccio strategico per sostenere il disarmo, la smobilitazione e il reinserimento degli ex combattenti per la SSR e lo sviluppo delle capacità a sostegno della sicurezza e dello sviluppo (CBSD) al fine di conseguire un approccio dell'Unione coerente, omogeneo e profondamente rinnovato a favore dell'assistenza alla sicurezza per i paesi terzi; chiede la coerenza tra gli strumenti della PSDC e gli aiuti allo sviluppo dell'UE;
Anticipare e gestire le crisi
34. accoglie con favore la capacità di cooperazione degli eserciti europei al servizio dei cittadini nella lotta contro la pandemia nel 2020; è del parere che il prezioso contributo delle forze armate durante la pandemia di COVID-19 abbia dimostrato l'importanza dell'utilizzo dei mezzi e delle capacità militari degli Stati membri a sostegno del meccanismo di protezione civile dell'Unione; incoraggia l'Unione e gli Stati membri a prevedere in modo rigoroso e a utilizzare appieno le precise modalità di attuazione dell'articolo 44 TUE, affinché l'Unione possa reagire in modo rapido, efficace e con la necessaria flessibilità alle crisi di sicurezza con una forte dimensione europea collettiva, anche consentendo a un'operazione ad hoc già condotta da un gruppo di Stati membri di disporre successivamente di un mandato UE ex post; accoglie con favore il ruolo positivo della condivisione e del coordinamento delle forze armate aeree durante la pandemia di COVID-19, in particolar modo in materia di trasferimenti sanitari e di consegne di materiale tra vari Stati membri, nonché le sinergie create con le infrastrutture e le risorse degli alleati della NATO per quanto riguarda i ponti aerei e il trasporto di attrezzature essenziali; plaude, in particolare, al ruolo del comando europeo di trasporto aereo nell'evacuazione, nel trasferimento dei malati e nella consegna di forniture mediche durante la pandemia; incoraggia, in generale, l'impiego della mobilità aerea militare, compresi il trasporto, il rifornimento in volo e l'evacuazione aeromedica in Europa, che garantisce l'efficacia e l'efficienza degli sforzi del trasporto aereo militare in Europa; invita, a tale riguardo, gli Stati membri a considerare lo sviluppo congiunto di tale materiale di difesa strategica e incoraggia la creazione di un'unità militare di emergenza dell'UE, volta ad agevolare l'uso transfrontaliero delle capacità logistiche militari per far fronte alle emergenze, al fine di consentire di aumentare il coordinamento, la sinergia e la solidarietà, sotto forma di assistenza alle operazioni di sostegno civile;
35. appoggia l'ambizione di creare una "forza di intervento rapido" sostenuta dal VP/AR, che dovrebbe includere una brigata terrestre multinazionale di circa 5 000 truppe e componenti di forze aeree, marittime e speciali che possano essere mobilitate in un contesto di emergenza riguardante la sicurezza; ricorda che oggi all'UE mancano il know-how e le capacità terrestri, marittime e aeree necessarie a condurre operazioni di primo ingresso al fine di ristabilire la sicurezza in un teatro di operazioni; ritiene realistico e necessario, in primo luogo, che gli Stati membri trovino un accordo, nel quadro della bussola strategica, in merito alle circostanze che renderebbero necessaria la mobilitazione di una forza di questo tipo e riguardo a uno o più scenari operativi, anche in tempi particolarmente brevi; sottolinea, tuttavia, che i gruppi tattici dell'UE non sono mai stati dispiegati in oltre 15 anni di esistenza, in particolare a causa dell'assenza di consenso politico tra gli Stati membri e della complessità dell'attuazione e dei finanziamenti, nonostante la possibilità di dispiegarli in diverse occasioni; ricorda la necessità di renderli operativi svolgendo periodicamente esercitazioni sul campo; deplora la mancanza di impegno degli Stati membri in tali gruppi tattici sia in termini politici che pratici; deplora il fatto che solo un gruppo tattico, guidato dall'Italia, sia stato operativo nel 2021; esprime preoccupazione per la debolezza della programmazione strategica per il 2022 e il 2023 e ne chiede la revisione; esorta gli Stati membri a rafforzare il loro impegno a favore delle capacità militari dell'UE; afferma che il concetto di una forza di spiegamento rapido deve fornire un valore aggiunto rispetto ai gruppi tattici dell'UE; invita pertanto il Consiglio e la Commissione a valutare, indagare e sviluppare in modo approfondito opzioni per la creazione di una forza permanente di stanza, che effettui addestramenti comuni; ritiene che la nuova "forza di intervento rapido" debba essere il risultato dell'ambiziosa riforma dei gruppi tattici o debba sostituirli completamente, al fine di evitare ulteriori duplicazioni di capacità nell'ambito della PSDC dell'UE; condivide il livello di ambizione stabilito dal VP/AR in materia di robustezza degli strumenti militari dell'UE, in particolare di quelli ad hoc; invita il Consiglio e il SEAE a esaminare come organizzare al meglio lo schieramento dei gruppi tattici dell'UE o di una nuova "forza di intervento rapido", l'attuazione dell'articolo 44 TUE e la componente operativa non ancora sfruttata della PESCO; auspica che l'articolazione di tali elementi consenta all'UE e ai suoi Stati membri di rispondere in maniera rapida ed efficace alle crisi nel suo vicinato, mediante mezzi militari, e di condurre le missioni di cui all'articolo 43, paragrafo 1, TUE, note anche come i compiti di Petersberg;
36. insiste sull'importanza di informazioni di intelligence precise e fornite in tempo utile per supportare il processo decisionale, garantire la sicurezza delle missioni e operazioni e contrastare meglio le campagne realizzate per influenzare e disinformare i destinatari; invita il SEAE ad attuare una capacità di intelligence riguardante i teatri delle operazioni, mediante la creazione di cellule di intelligence in tutte le missioni e operazioni della PSDC, che alimentino in tempo reale il Centro UE di situazione e di intelligence (EU INTCEN), l'EUMS e la capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC) per accompagnare l'adozione di decisioni; sottolinea, più in generale, che il lavoro del Centro UE di situazione e di intelligence (EU INTCEN) e della Direzione "Intelligence" (EUMS INT) dipende dalla volontà degli Stati membri di condividere le informazioni e chiede di incrementare le risorse finanziarie e tecniche dell'EU INTCEN; concorda con l'analisi della Presidente della Commissione europea nel suo discorso sullo stato dell'Unione 2021 secondo cui l'UE deve migliorare la cooperazione in materia di intelligence; insiste sull'importanza della conoscenza situazionale e del coordinamento tra i servizi nazionali di intelligence e accoglie con favore l'invito della Presidente della Commissione a istituire un Centro comune di conoscenza situazionale dell'UE, ossia uno strumento fondamentale per migliorare la previsione strategica e l'autonomia strategica dell'UE;
37. accoglie con favore l'istituzione dell'EPF nel 2020; ricorda che l'EPF potrà offrire all'Unione la capacità di rispondere in modo più rapido ed efficace alle sfide esistenti in fatto di sicurezza, motivo per cui ne chiede la rapida attuazione sotto il profilo operativo; insiste sulla consegna di attrezzature, comprese quelle letali laddove sia pertinente e necessario, e sulla formazione necessarie nei teatri delle operazioni, tenendo conto della natura equilibrata dal punto di vista geografico dello strumento, nel pieno rispetto degli otto criteri della posizione comune 944, dei diritti umani e del diritto umanitario e prevedendo valutazioni ex ante approfondite dei rischi, il monitoraggio permanente tramite il livello dell'UE riguardo alla fornitura di tecnologie militari ad attori di paesi terzi ed efficaci disposizioni in materia di trasparenza; sottolinea che il SEAE deve monitorare attentamente e garantire la tracciabilità e il corretto utilizzo del materiale consegnato ai nostri partner nell'ambito dell'EPF, tenendo conto del suo approccio a 360 gradi; rileva che l'EPF non riguarda unicamente la fornitura di attrezzature ai partner, ma funge anche da opzione di finanziamento per i costi comuni delle operazioni militari all'interno della PSDC che dovrebbe essere utilizzata nella misura necessaria; si impegna a prestare attenzione alla coerenza e alla complementarità tra le missioni e le operazioni della PSDC, lo strumento finanziario dell'Unione NDICI e l'EPF; ribadisce la sua richiesta di istituire, in seno al SEAE, una nuova divisione amministrativa per gestire tale nuovo strumento; sottolinea la necessità di utilizzare la bussola strategica per sviluppare una chiara visione sul modo in cui gli Stati membri vogliono utilizzare l'EPF nel breve, medio e lungo termine;
38. accoglie con favore la tabella di marcia sui cambiamenti climatici e la difesa del SEAE del novembre 2020, che comprende azioni concrete volte ad affrontare il nesso sempre più rilevante tra clima e sicurezza; sottolinea che la frequenza sempre maggiore di catastrofi naturali, pandemie globali o catastrofi provocate dall'uomo, come le minacce informatiche e ibride, si aggiungono alle sfide esistenti in materia di sicurezza e richiedono quindi risorse supplementari; incoraggia l'Unione e i suoi Stati membri a sviluppare le loro capacità per affrontare queste nuove sfide; sottolinea che affrontare queste nuove sfide riguardanti la sicurezza non dovrebbe deviare le risorse dalle capacità in materia di difesa e sicurezza tradizionali e convenzionali;
39. considera la strumentalizzazione dei flussi migratori attraverso la frontiera esterna orientale dell'UE, associata a una campagna di disinformazione, una guerra ibrida combinata volta a intimidire e destabilizzare l'UE; invita l'Unione a sviluppare una legislazione pertinente che fornisca le garanzie necessarie per reagire e rispondere efficacemente alla strumentalizzazione della migrazione a fini politici da parte di paesi terzi, per garantire una protezione efficace della frontiera esterna dell'UE, dei diritti umani e della dignità umana, nonché ad adottare misure per prevenire gli attraversamenti irregolari; ribadisce la sua solidarietà alla Lettonia, alla Lituania e alla Polonia di fronte alla strumentalizzazione della migrazione da parte del regime di Lukashenko per destabilizzare l'UE;
Un'Unione più resiliente: garantire l'accesso agli spazi strategici contestati, rafforzare l'assistenza reciproca e la sicurezza tra Stati membri
Difendere la libertà di circolazione in mare
40. ricorda che, dinanzi alle attuali tensioni geopolitiche nel settore marittimo, l'Unione deve difendere i valori e i principi universali, la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale come la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), il multilateralismo e la cooperazione internazionale e proteggere i propri interessi garantendo la libertà di navigazione, la sicurezza delle linee di comunicazione marittime e le infrastrutture offshore; ricorda che gli interessi marittimi dell'Unione sono strettamente legati al benessere, alla prosperità e alla sicurezza dei suoi cittadini e che circa il 90 % del commercio esterno e il 40 % del commercio interno dell'Unione si svolgono via mare; sottolinea le competenze e il potere, in particolare normativo, dell'Unione europea in materia di resilienza;
41. ribadisce la necessità di consolidare il ruolo dell'Unione come attore che assicura sicurezza marittima internazionale; invita l'Unione a fare affidamento sulle sue operazioni navali della PSDC e a svilupparle al fine di disporre di una solida base per continuare lo sviluppo di un impegno operativo più permanente su scala internazionale; invita a esaminare la possibilità di organizzare periodicamente esercitazioni navali che dovrebbero combinare, ove possibile, mezzi con e senza equipaggio al fine di rafforzare l'interoperabilità; ritiene molto importante per l'Unione mantenere un ambiente stabile e sicuro nei mari che la circondano; osserva con preoccupazione che la revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) ha riconosciuto che le capacità di comando e di controllo marittimi, di intelligence, di vigilanza e di riconoscimento rappresentano carenze significative; plaude ai sei progetti della PESCO incentrati sullo sviluppo delle capacità marittime nonché ai programmi di sviluppo delle capacità navali comuni; sottolinea la necessità di una stretta cooperazione tra l'UE e la NATO al fine di adottare un approccio comune efficace nei confronti delle minacce alla sicurezza marittima quali la criminalità transfrontaliera e organizzata, comprese le reti della criminalità organizzata coinvolte nella tratta di esseri umani, nel traffico di armi e di droga, nel contrabbando e nella pesca illegale;
42. accoglie con favore, in tale contesto, il varo del concetto di presenza marittima coordinata e di un progetto pilota nel Golfo di Guinea; chiede che tale concetto, sulla base dell'analisi delle esigenze, compresa la possibilità di contribuire all'allentamento delle tensioni regionali, sia esteso ad altre aree di interesse, in particolare nella regione indopacifica, al fine di garantire e salvaguardare la posizione internazionale e i valori dell'Europa; chiede che tale concetto e le relative missioni in corso siano valutate e discusse in Parlamento; chiede altresì alla Commissione di prestare particolare attenzione agli aspetti di sicurezza e di difesa nel prossimo aggiornamento della sua comunicazione sulla governance internazionale degli oceani, previsto per il 2022; invita gli Stati membri marittimi a rafforzare le proprie capacità navali militari per affrontare le minacce sia asimmetriche che convenzionali alla sicurezza marittima, alla libertà di navigazione e all'economia blu dell'UE; invita l'Unione europea ad aggiornare la sua strategia in materia di sicurezza marittima entro il 2022; accoglie con favore il lancio, all'inizio del 2020, della missione europea per la sensibilizzazione marittima nello stretto di Hormuz (European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz - EMASOH) e ne sostiene il duplice obiettivo di garantire un ambiente di navigazione sicuro e allentare le attuali tensioni regionali; accoglie con favore la revisione strategica "globale e coordinata" di EUNAVFOR Atalanta, EUTM Somalia ed EUCAP Somalia, che estende dette missioni fino a comprendere tutti gli aspetti della sicurezza;
Resistere alle minacce ibride
43. condanna gli atti malevoli perpetrati contro alcuni Stati membri, come gli attacchi ibridi di strumentalizzazione della migrazione; invita l'Unione e gli Stati membri a migliorare le loro capacità di identificare le minacce ibride; insiste sul fatto che l'Unione e gli Stati membri devono reagire con decisione e in modo coordinato a qualsiasi nuova attività informatica malevola, illegale e destabilizzante avvalendosi appieno degli strumenti a disposizione dell'UE e in coordinamento con i suoi partner; invita gli Stati membri a migliorare le loro capacità nazionali di ciberdifesa; invita l'Unione a lavorare alla creazione di uno strumento giuridico di risposta alle minacce ibride e a dotarsi di una capacità informatica globale che includa la messa in sicurezza delle reti, delle comunicazioni e della condivisione di informazioni, le attività di formazione ed esercitazione, anche attraverso progetti PESCO e l'utilizzo corretto del pacchetto di strumenti della diplomazia informatica dell'UE; chiede una revisione urgente del quadro politico di ciberdifesa affinché l'Unione e i suoi Stati membri aumentino la loro capacità di prevenzione, attribuzione, dissuasione e risposta, rafforzandone la posizione, la consapevolezza della situazione, gli strumenti e le procedure; sottolinea la necessità che tutte le istituzioni e gli Stati membri dell'Unione cooperino a tutti i livelli per sviluppare una strategia in materia di cibersicurezza, il cui obiettivo principale dovrebbe essere l'ulteriore rafforzamento della resilienza e lo sviluppo di una cooperazione e di solide capacità informatiche civili e militari comuni, ma anche il miglioramento di quelle nazionali, al fine di rispondere a sfide persistenti in materia di sicurezza; accoglie pertanto con favore l'annuncio fatto nel discorso annuale sullo stato dell'Unione europea del 2021 su una politica europea di ciberdifesa; accoglie con favore la maggiore cooperazione tra gli Stati membri nel settore della ciberdifesa nel quadro della PESCO, anche attraverso i gruppi di risposta rapida agli incidenti informatici; ricorda che l'efficace attuazione delle missioni e operazioni dell'UE dipende sempre più da un accesso ininterrotto a un ciberspazio sicuro e richiede pertanto capacità operative informatiche solide e resilienti, nonché risposte adeguate agli attacchi contro le installazioni, le missioni e le operazioni militari; riconosce che, in una certa misura, la ciberdifesa è più efficace se contempla anche una serie di mezzi e misure offensivi, a condizione che il loro utilizzo sia conforme al diritto internazionale; manifesta preoccupazione per la dipendenza dell'Unione e dei suoi Stati membri dagli strumenti stranieri per garantire la loro cibersicurezza; sottolinea la necessità di promuovere una cultura della cibersicurezza all'interno degli enti pubblici e privati europei, anche attraverso l'introduzione di corsi e programmi di studio dedicati; prende atto dell'importante lavoro di formazione svolto dall'Accademia europea per la sicurezza e la difesa (AESD) in materia di ciberdifesa e accoglie con favore, a tale proposito, l'istituzione della piattaforma informatica in materia di istruzione, formazione, valutazione ed esercitazioni (Education, Training, Evaluation and Exercise - ETEE); sottolinea che l'AESD dovrebbe beneficiare di finanziamenti strutturali dell'Unione al fine di poter incrementare il proprio contributo al rafforzamento delle competenze di ciberdifesa dell'UE, in particolare vista la maggiore necessità di esperti informatici di alto livello; riconosce la crescente importanza delle capacità di intelligence informatica ed automatizzata; sottolinea che queste ultime costituiscono minacce per tutti gli Stati membri e per le istituzioni dell'UE; esorta tutte le istituzioni e gli Stati membri dell'UE a continuare a migliorare le loro tecnologie informatiche e automatizzate e incoraggia ulteriormente la cooperazione su questi progressi tecnologici; raccomanda la valutazione di possibili opzioni per promuovere lo sviluppo delle capacità informatiche dei nostri partner come l'estensione del mandato delle missioni di addestramento dell'UE affinché includano anche questioni di ciberdifesa o l'avvio di missioni informatiche civili; accoglie con favore l'imposizione di sanzioni contro gli autori di attacchi informatici russi, cinesi e nordcoreani, tra cui WannaCry, NotPetya e Operation Cloud Hopper;
44. invita il SEAE a creare un pacchetto di strumenti dell'UE, in linea con il piano d'azione per la democrazia europea, inteso non solo a concentrarsi sul miglioramento della capacità di resilienza degli Stati membri e delle parti interessate alla disinformazione, ma anche a stabilire requisiti obbligatori per le piattaforme sociali e a consentire ai cittadini di prendere decisioni informate, nonché a migliorare la capacità dell'UE di rafforzare la lotta alla disinformazione e ai comportamenti malevoli deliberati, al fine di individuarli, attribuirli, scoraggiarli, contrastarli e sanzionarli;
45. insiste, in considerazione dell'evoluzione di tale minaccia e del necessario adeguamento delle nostre istituzioni, affinché siano messe in atto misure nelle istituzioni europee, compreso il Parlamento, al fine di consolidare le proprie capacità interne; ribadisce l'importanza del coordinamento interistituzionale messo in atto dalla squadra di pronto intervento informatico delle istituzioni, degli organi e delle agenzie europee (CERT-EU); esorta le istituzioni europee, in particolare la Commissione, a mettere a disposizione le risorse umane necessarie per rafforzare il CERT-EU; esorta a tale riguardo il VP/AR e/o gli Stati membri ad aumentare le risorse umane e finanziarie al fine di rafforzare la capacità dell'UE di difendersi dagli attacchi informatici;
46. incoraggia il rafforzamento dell'assistenza operativa reciproca tra Stati membri; sottolinea l'importanza di realizzare esercitazioni aggiuntive basate su scenari di gestione delle crisi; esorta gli Stati membri a raggiungere, al completamento della bussola strategica, un'ambiziosa intesa comune sugli articoli 42, paragrafo 7, TUE, e 222 TFUE, ivi compresa la loro attivazione in un ipotetico scenario di attacco informatico; sottolinea, al riguardo, che le condizioni per l'attivazione dell'articolo 42, paragrafo 7, TUE e le modalità dell'assistenza richiesta non sono mai state definite in modo chiaro e chiede un'attuazione più operativa di tale strumento;
Preservare la sovranità nello spazio e aerea dell'Unione
47. invita l'Unione a dotarsi di una strategia spaziale di difesa al fine di preservare sempre un accesso autonomo e ininterrotto dell'UE e dei suoi Stati membri alle risorse spaziali; insiste sulla necessità di promuovere la nascita di una cultura strategica europea di sicurezza e di difesa comune dello spazio, al fine di ridurre le dipendenze strategiche e migliorare la governance operativa dei programmi spaziali europei, con la finalità ultima di ottenere l'autonomia strategica in tutti gli altri settori; sostiene iniziative volte a rafforzare la politica spaziale dell'UE, compreso il nuovo ambizioso programma spaziale dell'UE, che deve cercare di proteggere le risorse spaziali europee attuali e passate; incoraggia l'Unione a rafforzare la conoscenza della situazione e il sostegno in materia di intelligence geospaziale, rafforzando le sue competenze attraverso il Centro satellitare dell'Unione europea (SATCEN) e quelle degli Stati membri, al fine di garantire il collegamento tra la PSDC e il programma spaziale dell'UE attraverso Galileo, in particolare il PRS e Copernicus, a sfruttare le opportunità di investimento (in particolare offerte da Orizzonte Europa e dal FED) e a valutare altre possibili sinergie tra lo spazio e la difesa (comprese le capacità); insiste sull'importanza, per l'Unione, di disporre di un accesso autonomo allo spazio e di propri lanciatori; insiste sul fatto che l'Unione dovrebbe mostrare la direzione da seguire per un rafforzamento del diritto internazionale dello spazio, settore sempre più contestato; invita l'UE e i suoi Stati membri a promuovere attivamente iniziative internazionali sul disarmo dello spazio;
48. mette in guardia dal fatto che lo spazio extra-atmosferico ha il potenziale per trasformarsi rapidamente in un'arena militare se non vengono predisposti i giusti strumenti giuridici internazionali; insiste sul fatto che l'Unione dovrebbe mostrare la direzione da seguire per un rafforzamento del diritto internazionale dello spazio, settore sempre più contestato, adoperarsi per prevenire la militarizzazione dello spazio lavorando verso uno strumento giuridico internazionale completo, e promuovere alleanze, la cooperazione internazionale e soluzioni multilaterali a tal riguardo;
49. accoglie con favore la proposta di un nuovo progetto europeo volto a promuovere una connettività sicura, compresi i satelliti quantistici; chiede il rapido completamento di tale progetto, al fine di migliorare il livello di sicurezza delle telecomunicazioni nell'Unione; sottolinea il rischio crescente di attacchi informatici e fisici ai satelliti europei e degli Stati membri; insiste sulla necessità di prevenire tali attacchi e di predisporre meccanismi difensivi;
50. manifesta preoccupazione per il continuo aumento dei detriti spaziali, soprattutto a bassa orbita, che mette a rischio le nostre capacità satellitari, e per l'aumento del numero di microsatelliti; sottolinea che le nuove mega costellazioni di satelliti aumentano ulteriormente il rischio di collisione; plaude ai lavori in corso per lo sviluppo di una politica europea per la gestione del traffico spaziale e invita a intensificare i negoziati per giungere a risposte internazionali; ritiene che uno dei risultati concreti di tale politica dovrebbe portare a un miglioramento delle capacità di monitoraggio dei detriti spaziali; suggerisce di incaricare il SATCEN di analizzare e fornire una relazione sulla sicurezza e/o le vulnerabilità dei satelliti dell'UE e degli Stati membri ai detriti spaziali, agli attacchi informatici e all'attacco missilistico diretto;
51. prende atto dell'importante lavoro svolto dall'EU SATCEN; deplora che il finanziamento delle missioni del SATCEN non possa beneficiare della programmazione a lungo termine del bilancio dell'Unione europea e sottolinea che l'EU SATCEN dovrebbe beneficiare dei finanziamenti strutturali dell'Unione per poter mantenere i propri contributi alle azioni dell'Unione, in particolare al fine di fornire immagini satellitari ad alta risoluzione a sostegno delle missioni e operazioni PSDC; ritiene che le esigenze di sviluppo tecnologico del SATCEN debbano essere prese in considerazione nel programma di lavoro del FED; suggerisce di creare una comunità di analisi dei dati geospaziali nell'ambito della PESCO; ritiene che il SATCEN debba svolgere un ruolo importante in tale contesto; propone al Parlamento di firmare un accordo con il SATCEN che gli consenta di accedere ai servizi di immagini e di analisi del centro utili per le sue informazioni e per la sua presa di posizione e di decisione, nel pieno rispetto delle procedure di riservatezza e di sicurezza del SATCEN;
52. insiste sul rispetto della libertà di circolazione aerea; invita l'Unione a proteggersi da qualsiasi minaccia nei confronti dell'aviazione civile o in caso di mancato rispetto del suo spazio aereo e a difendere la sicurezza aerea internazionale, in cooperazione con la missione di gestione degli spazi aerei della NATO e con i partner dell'UE; chiede al VP/AR di avviare i lavori di valutazione dell'opportunità di estendere il concetto di presenza marittima coordinata all'ambiente aereo;
Proteggere le infrastrutture strategiche
53. pone l'accento sulle nuove sfide che l'Europa deve affrontare, tra cui la coercizione economica, le campagne di disinformazione, l'interferenza elettorale e il furto di proprietà intellettuale; osserva che finora tali minacce non hanno fatto scattare l'applicazione dell'articolo 5 del trattato del Nord Atlantico o dell'articolo 42, paragrafo 7, TUE, ma che è opportuno dare loro una risposta collettiva; chiede un maggiore coordinamento europeo per valutare, analizzare e prevenire ulteriori attacchi ibridi da parte di taluni attori internazionali; invita a rendere operativi gli strumenti dell'Unione esistenti, affinché contribuiscano maggiormente alla prevenzione e al contrasto delle minacce ibride nonché alla protezione delle infrastrutture critiche e al funzionamento delle nostre istituzioni democratiche, nonché alla sicurezza delle nostre catene di approvvigionamento, valutando nel contempo le strutture attuali e una nuova possibilità di attuare contromisure collettive nel contesto di un più ampio pacchetto di strumenti ibridi; sottolinea l'urgente necessità che le istituzioni, le agenzie e gli altri organismi europei sviluppino le loro capacità di comunicazione strategica, si dotino di sistemi di comunicazione sicuri e di una capacità di reazione rapida agli attacchi e aumentino notevolmente la loro resilienza;
54. invita l'Unione a mettere in atto gli insegnamenti tratti dalle esercitazioni basate su scenari previsti dall'articolo 42, paragrafo 7, TUE nonché a elaborare un'analisi flessibile e non vincolante per la sua attivazione, al fine di rafforzare l'assistenza reciproca e la solidarietà tra gli Stati membri;
55. sottolinea che i cavi in fibra ottica sono la spina dorsale delle nostre economie digitali in Internet a livello mondiale, attraverso la quale transita il 97 % di tutto il traffico Internet; sottolinea che, sebbene questi cavi siano un elemento centrale e indispensabile dell'infrastruttura critica dell'UE e rivestano quindi una grande importanza geopolitica, sono stati recentemente oggetto di operazioni di sabotaggio o spionaggio straniero; ritiene che l'UE dovrebbe dare la priorità alla sicurezza e alla protezione di questi cavi; invita l'Unione europea ad adottare un programma di sicurezza dell'UE per i cavi in fibra ottica, che comprenda la ricerca, il coordinamento, lo sviluppo di politiche, la segnalazione degli incidenti, le indagini, il monitoraggio e la formazione della guardia costiera; sottolinea che le nostre economie moderne in generale, ma anche le industrie della difesa e della sicurezza in particolare, dipendono fortemente dai semiconduttori; accoglie con favore, a tale riguardo, l'annuncio della Presidente della Commissione europea in merito alla volontà di affrontare la carenza di semiconduttori attraverso il potenziamento della ricerca, della progettazione e della produzione nell'UE attraverso una legge europea sui semiconduttori; sottolinea con forza, in tale contesto, il ruolo dell'industria europea della difesa e della sicurezza nell'UE, in quanto fornisce i mezzi per garantire la sicurezza dei cittadini europei nonché lo sviluppo economico sostenibile dell'Unione; accoglie con favore gli sforzi dell'UE in queste direzioni e la creazione dell'alleanza europea per le materie prime (ERMA);
Sviluppare le capacità civili e militari, migliorare i processi e lo sviluppo e garantirne la coerenza
56. rileva che la pandemia ha messo in evidenza le nostre vulnerabilità e debolezze e le sfide in atto; rileva che l'UE non disponeva di tutte le capacità e abilità necessarie per garantire l'evacuazione sicura e coordinata dei suoi cittadini dall'Afghanistan durante la caotica evacuazione militare dall'aeroporto internazionale di Kabul; chiede pertanto una valutazione approfondita; chiede la volontà politica di agire anche durante le emergenze e le crisi in modo rapido, efficace e chiaro, nonché la riduzione delle dipendenze strategiche dell'Europa, anche quando incidono sulla sua capacità di azione militare; ricorda l'obiettivo di rafforzare l'autonomia strategica dell'Unione europea affinché possa essere un partner strategico credibile, esigente e in grado di difendere i propri interessi e valori; plaude, al riguardo, al lavoro e alle iniziative della Commissione europea e alle attività del SEAE;
57. accoglie con favore i progressi compiuti per consentire lo sviluppo di nuove capacità militari europee nel quadro del programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP) e dell'azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa (PADR) rafforzando la base industriale e tecnologica della difesa europea (EDTIB), che è fondamentale per il raggiungimento dell'autonomia strategica; sottolinea l'importanza di un'EDTIB solida, competitiva e innovativa, assieme all'emergere di un mercato delle attrezzature per la difesa dell'UE che rispetti pienamente le regole del mercato interno e la posizione comune dell'UE sulle esportazioni di armi; invita la Commissione a trarre da questi strumenti insegnamenti concreti per il FED, con l'obiettivo di conseguire risultati operativi; si compiace dell'adozione del regolamento sul FED e delle norme chiare ivi contenute; ricorda la natura altamente sensibile e strategica, sia per la competitività industriale che per l'autonomia strategica dell'UE, della ricerca nel settore della difesa; ritiene che, per preservare la competitività dell'EDTIB, sia necessario sostenere l'accesso delle sue imprese ai finanziamenti bancari e non bancari; sottolinea che la produzione per la difesa è in gran parte a duplice uso e serve al settore civile; invita la Commissione a garantire che il marchio di qualità ecologica dell'UE, pur incoraggiando l'industria a essere più rispettosa dell'ambiente, preservi la competitività dell'industria europea della difesa, soprattutto perché svolge un ruolo importante per l'autonomia strategica dell'UE;
58. incoraggia l'instaurazione di una governance efficiente tra la Commissione e gli Stati membri basata sulla gestione dei progetti a livello sia statale che industriale; raccomanda alla Commissione di valutare possibili opzioni per alleviare l'onere burocratico al fine di facilitare la partecipazione delle imprese, in particolare delle piccole e medie imprese (PMI), ai progetti del FED; incoraggia le iniziative come l'EDIDP, la PESCO e il FED a facilitare il coinvolgimento delle PMI incrementando gli sforzi che sostengono l'incubazione di imprese e gli investimenti di capitale; raccomanda di istituire un meccanismo comune per la verifica sul campo delle capacità sviluppate nel quadro dell'EDIDP e del FED al fine di facilitare l'integrazione di tali capacità negli eserciti nazionali; accoglie con favore le disposizioni di cui alla direttiva sugli appalti pubblici della difesa (direttiva 2009/81/CE) volte a promuovere gli appalti cooperativi in materia di difesa ed esorta gli Stati membri a sfruttare appieno gli sforzi di sviluppo intrapresi nell'ambito del FED e garantire il raggiungimento di un livello adeguato di economie di scala;
59. impone alla Commissione di proseguire nei suoi sforzi per contrastare la frammentazione del mercato interno dell'UE dei prodotti per la difesa, che porta ancora a duplicazioni inutili e alla moltiplicazione delle inefficienze nella spesa per la difesa da parte degli Stati membri;
60. deplora la riduzione degli importi assegnati al FED e alla mobilità militare nel contesto del QFP, che rende ancora più necessaria la coerenza tra le iniziative di difesa dell'Unione (PESCO, CARD, FED e il meccanismo per collegare l'Europa (MCE)); sottolinea a tale proposito il ruolo dell'Agenzia europea per la difesa (AED); ricorda le conclusioni della prima CARD e, in particolare, l'importanza di migliorare la coerenza tra le iniziative europee di prioritizzazione delle capacità e i processi di pianificazione nazionale, in particolare nel lungo termine al fine di soddisfare realmente le esigenze delle forze armate; invita il Consiglio e la Commissione a integrare ulteriormente le raccomandazioni della CARD nei futuri programmi di lavoro del FED e nei progetti della PESCO al fine di migliorare la coerenza tra questi strumenti; ricorda, a tal riguardo, la responsabilità ultima degli Stati membri di conseguire l'obiettivo della coerenza del panorama delle capacità europee, in particolare nei settori individuati dalla relazione CARD; ricorda, inoltre, l'importanza dell'impegno degli Stati membri, assunto in quadri diversi, a mantenere un ritmo di investimenti nella difesa sostenuto e a sfruttare le opportunità del FED per stimolare nuovi investimenti; sottolinea che l'adeguatezza dei livelli di risorse finanziarie, personale e mezzi è essenziale per garantire che l'Unione abbia la forza e la capacità di promuovere la pace e la sicurezza all'interno delle sue frontiere e nel mondo; chiede un aumento del bilancio per il FED dopo il 2027;
61. prende atto dell'istituzione del Fondo per l'innovazione della NATO dedicato alle tecnologie emergenti e dirompenti, firmato da 16 Stati membri dell'UE e dal Regno Unito; sottolinea che tale fondo affronta temi previsti anche nell'ambito del FED e invita pertanto tutti gli Stati membri dell'UE partecipanti a garantire la complementarità con il FED al fine di evitare inutili duplicazioni; sottolinea in tale contesto la necessità di una stretta cooperazione tra l'UE e il Regno Unito in materia di sicurezza e difesa;
62. invita gli Stati membri dell'UE a impegnarsi per garantire che i loro bilanci nazionali per la difesa corrispondano ad almeno il 2 % dei rispettivi PIL;
63. sottolinea che la PESCO e il FED sono innanzitutto strumenti al servizio dell'Unione e degli Stati membri; sottolinea che la PESCO e il FED devono permettere di rafforzare la cooperazione in materia di difesa tra Stati membri con un valore aggiunto europeo; ricorda quindi gli obiettivi di rafforzare l'autonomia strategica dell'Unione, aumentare l'operatività delle forze europee e l'interoperabilità dei sistemi di difesa, ridurre la frammentazione del panorama delle capacità e del mercato europeo della difesa di queste iniziative, sostenere la competitività dell'EDTIB, rafforzare l'autonomia strategica e la sovranità tecnologica, migliorare la capacità operativa e ridurre la frammentazione del mercato europeo della difesa;
64. deplora il ritardo accumulato nella revisione della decisione sulla governance della PESCO; ricorda la necessità di sviluppare incentivi finanziari; ricorda che la partecipazione di Stati terzi a singoli progetti della PESCO deve essere decisa caso per caso, se nell'interesse strategico dell'Unione, in particolare quando si tratta di fornire competenze tecniche o capacità aggiuntive, ed essere condotta in modo fortemente condizionato e sulla base di una reciprocità affermata ed efficace; chiede di essere pienamente coinvolto nella decisione di aprire qualsiasi progetto PESCO alla partecipazione di terze parti; accoglie con favore le prime fasi del progetto di mobilità militare e chiede la rapida attuazione delle successive; accoglie con favore la partecipazione degli Stati Uniti, della Norvegia e del Canada al progetto di mobilità militare; accoglie con favore i partenariati bilaterali in materia di dialogo sulla sicurezza e la difesa, in particolare con il Canada e la Norvegia, due importanti contributori alle missioni e alle operazioni della PSDC;
65. sottolinea che il FED deve favorire la costruzione e il consolidamento di settori industriali europei e di leader industriali europei e promuovere la competitività delle PMI adottando una logica di programmazione pluriennale che integri lo sviluppo di tabelle di marcia tecnologiche e di capacità, al fine di garantire la necessaria prevedibilità, indispensabile per progetti complessi a lungo termine, nonché di sfruttare le sinergie tra il settore civile e quello della difesa; insiste, pertanto, sulla necessità di sviluppare sinergie con diverse politiche dell'Unione e, in particolare, Orizzonte Europa e il programma spaziale europeo, al fine di consentire un'efficace concentrazione delle risorse del FED sulle questioni militari in senso stretto; plaude al piano d'azione della Commissione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio, che promuove l'innovazione dei prodotti a duplice uso; invita l'Unione e la Commissione a tenere sistematicamente conto del contributo dell'EDTIB all'autonomia strategica dell'Unione in tutte le loro politiche; invita altresì la Commissione a presentare una strategia industriale specifica per l'EDTIB;
66. si compiace del fatto che la revisione strategica della PESCO abbia portato a una riduzione del numero di progetti, che sono più mirati, e a un aumento del suo monitoraggio politico; ricorda agli Stati membri l'importanza di rispettare i propri impegni in tale quadro al fine di rendere i progetti più efficienti e raggiungere la piena capacità operativa nei tempi previsti, in particolare prima del 2025; si aspetta pertanto che la prossima revisione strategica comprenda anche una valutazione approfondita che dovrà portare al conseguimento dei risultati dei progetti della PESCO;
67. sostiene la proposta della Commissione di esonerare dall'aliquota IVA le attrezzature di difesa progettate e sviluppate all'interno dell'UE, che costituisce una misura positiva volta a uniformare le pratiche a livello globale e a promuovere l'autonomia strategica europea;
68. ritiene che le capacità della bussola strategica debbano avere come obiettivi:
- definire priorità chiare per la revisione del piano di sviluppo delle capacità (CDP) e degli altri cicli degli obiettivi primari ("headline goal", HLG),
- razionalizzare i processi di pianificazione e di sviluppo delle capacità (CDP, HLG/High Impact Capability Goal (HICG), PESCO, CARD) e mantenere la coerenza dei risultati con i rispettivi processi della NATO, in particolare il processo di pianificazione della difesa della NATO (NDPP),
- integrare i processi di sviluppo delle capacità militari dell'UE, i processi di pianificazione in materia di difesa e utilizzare al meglio le iniziative di difesa dell'UE attraverso la PESCO e la CARD,
- concentrarsi su un numero limitato di progetti che siano coerenti con gli obiettivi della PSDC e necessari per raggiungere il livello di ambizione dell'UE, che rafforzino le capacità degli Stati membri, siano improntati all'operatività e che apportino un valore aggiunto europeo;
69. sottolinea che il settore digitale è uno spazio di opportunità ma anche di significative minacce di atti dolosi derivanti da attori statali o non statali contro la nostra sicurezza e le nostre democrazie, che cancella le linee direttrici definite dal diritto dei conflitti armati e che non conosce confini; ritiene che sia necessario andare oltre per garantire l'accesso degli europei a questo settore ormai conteso e sviluppare una cultura della sicurezza e della solidarietà tra europei, nonché strumenti efficaci per raggiungere tale obiettivo; invita a prestare un'attenzione particolare all'impatto delle tecnologie emergenti per far sì che siano applicate e utilizzate in tutta l'Unione, favorire la ricerca e l'innovazione nonché aumentare la resilienza dell'Unione tenendo conto della necessità di padroneggiarne l'utilizzo, e in particolare di:
- analizzare l'impatto dell'intelligenza artificiale (IA) sulla sicurezza e sulla difesa, compreso l'utilizzo doloso di questo tipo di tecnologia e l'uso dell'IA da parte degli Stati membri per contrastare tali minacce;
- sottolineare l'importanza di un'EDTIB innovativa e competitiva (che è il mezzo per rispondere alle esigenze definite dagli Stati membri e dall'UE), nonché l'importanza di identificare i punti di forza e le vulnerabilità;
- garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento (sia all'interno che all'esterno dell'UE), comprese le materie prime, i componenti critici e le tecnologie;
- condividere segnalazioni, informazioni e minacce in tempo reale attraverso il collegamento delle centrali operative;
70. invita pertanto l'UE ad assumere un ruolo guida negli sforzi globali volti a istituire un quadro normativo globale per lo sviluppo e l'uso di armi basate sull'IA; invita il VP/AR, gli Stati membri e il Consiglio europeo ad adottare una posizione comune sui sistemi d'arma autonomi che garantisca un controllo umano significativo sulle funzioni essenziali di tali sistemi; insiste sulla necessità di avviare negoziati internazionali per uno strumento giuridicamente vincolante che vieti le armi completamente autonome; sostiene il lavoro sui sistemi d'arma autonomi letali nell'ambito della Convenzione su alcune armi convenzionali (CCW), che per il momento rimane l'unico forum internazionale dove si discute di tali questioni;
71. accoglie con favore il rinnovato impegno degli Stati membri nei confronti della posizione comune modificata dalla decisione (PESC) 2019/1560 del Consiglio e sottolinea l'importanza di un'attenta valutazione delle domande di licenza di esportazione di tecnologia e attrezzature militari sulla scorta dei criteri ivi stipulati; rileva che la decisione (PESC) 2019/1560 del Consiglio e le pertinenti conclusioni del 16 settembre 2019 riflettono una crescente consapevolezza presso gli Stati membri della necessità di maggiori trasparenza e convergenza a livello nazionale e dell'UE nel settore dell'esportazione di armi; si compiace degli sforzi compiuti per aumentare la trasparenza e il controllo pubblico e parlamentare delle esportazioni di armi; chiede che siano profusi sforzi congiunti per migliorare le valutazioni dei rischi, i controlli degli utenti finali e le verifiche successive alla spedizione;
72. è fermamente convinto che, poiché l'UE è sempre più ambiziosa nelle questioni in materia di difesa, vi sia la necessità di una maggiore convergenza e coerenza nelle politiche degli Stati membri in materia di esportazioni di armi; invita gli Stati membri a conformarsi pienamente alla posizione comune 2008/944/PESC che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari, come modificata dalla decisione (PESC) 2019/1560 del Consiglio, e ad applicare rigorosamente il criterio 4 sulla stabilità regionale; chiede l'istituzione di un meccanismo di consultazione tra gli Stati membri per la valutazione del rispetto della posizione comune;
73. prende atto degli sforzi congiunti di alcuni Stati membri per sviluppare capacità future essenziali al di fuori del quadro dell'UE, in particolare il Future Combat Air System (FCAS) e il Main Ground Combat System (MGCS); pone l'accento sul fatto che tali progetti sono importanti per rafforzare le capacità militari europee in generale; sottolinea che i risultati della prima CARD hanno individuato nella modernizzazione e nell'acquisizione dei principali sistemi di carri armati un'area di interesse per la cooperazione; raccomanda agli Stati membri in questione di valutare ulteriori possibilità di cooperazione e finanziamento a livello europeo, in particolare il FED, al fine di sfruttare appieno il potenziale innovativo delle industrie europee della difesa e raggiungere un livello più elevato di economie di scala; ritiene in tale contesto che il progetto TEMPEST, guidato dal Regno Unito e al quale partecipano anche gli Stati membri, sia una duplicazione inutile del progetto FCAS e incoraggia pertanto gli Stati partecipanti a entrambi i progetti a unificarli al fine di realizzare economie di scala e di garantire l'interoperabilità tra l'UE e il Regno Unito; sottolinea in tale contesto la necessità di una stretta cooperazione tra l'UE e il Regno Unito in materia di sicurezza e difesa, rafforzando i partenariati in materia di difesa e sostenendo l'autonomia dei paesi partner;
Rafforzare i partenariati in materia di difesa e sostenere la sovranità dei paesi partner
Difendere il multilateralismo sul controllo degli armamenti, sul disarmo e sulla non proliferazione
74. invita a sostenere il rafforzamento e la preservazione dell'architettura di controllo degli armamenti in Europa, in un contesto di progressiva erosione caratterizzato dal ritiro degli Stati Uniti e della Russia dal trattato sui cieli aperti; invita a sostenere attivamente e a rafforzare i regimi e le istanze favorevoli al disarmo sotto tutti i punti di vista: universalizzazione, sostegno all'attuazione nonché sostegno politico, istituzionale e finanziario; invita l'Unione a prestare un'attenzione particolare al rischio CBRN, nel contesto dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ponendo in particolar modo l'accento sul regime di divieto e sugli obblighi convenzionali previsti dalla convenzione sulla proibizione delle armi chimiche (CWC) nonché sulla lotta alle impunità;
75. accoglie con favore la proroga del nuovo trattato per la riduzione delle armi strategiche (trattato New START) e deplora la fine del trattato sulle forze nucleari intermedie (INF); prende atto della proliferazione di missili ipersonici; ritiene che l'Unione europea dovrebbe contribuire a impedire la corsa agli armamenti a livello internazionale per quanto riguarda i missili ipersonici; ribadisce il suo pieno sostegno all'impegno dell'UE e dei suoi Stati membri a favore del trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) quale pietra angolare del regime di non proliferazione e disarmo nucleare; ribadisce i suoi appelli per l'adozione di misure concrete ed efficaci durante la decima conferenza di revisione del TNP; insiste sulla necessità di garantire che l'UE svolga un ruolo forte e costruttivo nello sviluppo e nel potenziamento degli sforzi globali di non proliferazione basati su regole e dell'architettura in materia di controllo degli armamenti e disarmo;
Rafforzare il dialogo, i partenariati e la cooperazione in materia di sicurezza e difesa
76. insiste sul fatto che l'Unione deve adottare un approccio strategico per i suoi partenariati reciprocamente benefici che si basi in particolare su valori e principi condivisi, sulla difesa dei suoi interessi e sul suo obiettivo di raggiungere l'autonomia strategica; sottolinea che è nell'interesse dell'Unione operare assieme ai suoi partner, nel pieno rispetto delle alleanze, in quanto l'autonomia strategica fa parte del quadro multilaterale;
77. chiede una cooperazione ancora rafforzata con le organizzazioni internazionali e in particolare con l'ONU, segnatamente tra le missioni della PSDC e le operazioni di mantenimento della pace, in particolare nei teatri operativi comuni; insiste sull'importanza della cooperazione con l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) in materia di sicurezza;
78. sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione transatlantica UE-USA sulla base di un partenariato equo, basato su valori e obiettivi condivisi, nel rispetto dell'autonomia, degli interessi e delle aspirazioni dell'altra parte; accoglie con favore l'avvio di un dialogo strategico tra l'Unione e gli Stati Uniti in materia di sicurezza e di difesa al fine di contribuire a relazioni transatlantiche reciprocamente vantaggiose ed equilibrate; accoglie con favore, in particolare, i dialoghi UE-USA in corso o futuri su Cina, Russia e regione indopacifica; insiste sulla dimensione operativa del partenariato prestando attenzione alla preservazione dell'autonomia strategica dell'Unione, segnatamente per quanto concerne la normativa americana sui trasferimenti di armi a livello internazionale (ITAR); accoglie con favore l'adeguatezza del formato per la gestione delle minacce ibride; accoglie a tale proposito con favore l'associazione di Stati terzi all'AED attraverso accordi amministrativi, purché sia accompagnata da contropartite e garanzie giuridicamente vincolanti, che permettano di preservare gli interessi in materia di difesa e sicurezza dell'Unione e dei suoi Stati membri; deplora lo scarso livello di consultazione e informazione degli alleati dell'UE in merito al ritiro dall'Afghanistan e al patto di sicurezza trilaterale AUKUS; sottolinea che ciò dovrebbe ricordare all'UE ancora una volta l'urgente necessità di predisporre la sua difesa al fine di garantirle la capacità di essere un attore globale per la pace;
79. sottolinea che la necessaria cooperazione con la NATO, sancita dall'articolo 42, paragrafo 2, del trattato del Nord Atlantico, deve svilupparsi nel rispetto delle specificità e dei ruoli della NATO e dell'UE e dell'autonomia decisionale di entrambe le organizzazioni; chiede una NATO rafforzata sostenuta da un'Unione europea rafforzata (pilastro europeo all'interno della NATO) e auspica uno sviluppo molto concreto del partenariato UE-NATO, in particolare alla luce della crescente ibridazione delle minacce, e che dovrebbe includere parametri non direttamente militari nella concorrenza strategica in tempo di pace; riconosce che in caso di nuove minacce sul suolo europeo, come la disinformazione, il furto di proprietà intellettuale, la coercizione economica o il sabotaggio informatico, l'Unione europea sta rafforzando le proprie capacità al fine di divenire un garante della sicurezza; sottolinea che l'attuale situazione strategica richiede il sostegno incondizionato della NATO alle iniziative di difesa europee, comprese le capacità, nel rispetto delle prerogative di ciascuna organizzazione; ricorda l'importanza di applicare integralmente i cosiddetti accordi "Berlin Plus" e di consentire la trasmissione di documenti classificati tra le due organizzazioni; ritiene che i lavori svolti parallelamente sia per quanto riguarda la bussola strategica dell'UE che il previsto aggiornamento del concetto strategico della NATO rappresentino un'opportunità unica per definire priorità chiare e coerenza, nonché individuare ulteriori sinergie al fine di rafforzare il legame transatlantico e approfondire la cooperazione UE-NATO; auspica in tale contesto che il nuovo concetto strategico della NATO tenga conto della bussola strategica dell'Unione e sia coerente con quest'ultima; riconosce il ruolo della NATO quale fondamento della sicurezza collettiva per gli Stati membri che sono altresì membri della NATO; rileva, tuttavia, con preoccupazione che profonde e persistenti differenze con uno degli alleati della NATO non membro dell'UE stanno ostacolando la cooperazione tra le due organizzazioni e minando la solidarietà tra gli Stati membri, in particolare nell'area strategica del Mediterraneo orientale; attende con interesse la nuova dichiarazione congiunta UE-NATO;
80. prende atto del potenziale aumento esponenziale delle minacce da parte degli estremisti a seguito del ritiro della NATO e della successiva presa del potere da parte dei talebani in Afghanistan; chiede una riflessione approfondita sugli insegnamenti tratti dall'Afghanistan e una strategia attiva nella regione per attenuare l'impatto dell'Afghanistan quale nuovo terreno fertile sicuro per l'estremismo e il terrorismo; ribadisce che occorre compiere tutti gli sforzi per salvaguardare la sicurezza e i diritti umani degli afghani e proteggerli da violenze, persecuzioni e uccisioni; sottolinea la necessità di continuare le operazioni di evacuazione, in particolare di coloro che hanno lavorato per l'UE; osserva che il ritiro dall'Afghanistan ha evidenziato la necessità che l'UE aumenti la sua parte di responsabilità nell'ambito della sicurezza globale e contribuisca in modo significativo a rafforzare le proprie capacità e competenze;
81. invita a rafforzare le relazioni con gli Stati democratici nella regione indopacifica e in settori tematici specifici (cibersicurezza, sicurezza ibrida, marittima, controllo delle armi, ecc.), con l'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) nonché con i partner dell'America latina; mette in evidenza le sfide per la sicurezza nella regione indopacifica, che riveste un notevole interesse per l'UE; rileva con crescente preoccupazione il costante potenziamento di armi e la posizione militare della Cina, in particolare la segnalazione di un volo di prova di un missile ipersonico e le crescenti violazioni della zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan; invita tutte le parti interessate a superare le loro divergenze con mezzi pacifici e a ridurre le tensioni nonché ad astenersi dall'intraprendere azioni unilaterali per modificare lo status quo; invita tutte le parti ad aderire ai principi del diritto internazionale, in particolare all'UNCLOS; sottolinea la crescente rilevanza della disinformazione proveniente dalla regione indopacifica che minaccia di minare le attività dell'UE nella regione e invita pertanto il Consiglio e la Commissione ad affrontare questa sfida in modo simile alla disinformazione proveniente dal fianco orientale dell'UE; prende atto con grave preoccupazione della recente dimostrazione di forza e dell'intensificarsi delle tensioni in punti di crisi regionali come il Mar cinese meridionale e orientale e lo stretto di Taiwan; sottolinea che la pace e la stabilità nelle regioni indopacifiche rivestono grande importanza per l'UE e i suoi Stati membri; esprime profonda preoccupazione per le continue manovre militari della Cina nello stretto di Taiwan, comprese quelle nei confronti Taiwan o che si svolgono nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan; invita la RPC a desistere da tali dimostrazioni di forza militare che rappresentano una grave minaccia per la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan e nella regione indopacifica; ribadisce la necessità di dialoghi, senza coercizione o tattiche destabilizzanti da entrambe le parti; sottolinea la sua opposizione a qualsiasi azione unilaterale che possa minare lo status quo dello stretto di Taiwan e che qualsiasi modifica alle relazioni tra le due sponde dello stretto non deve essere imposta contro la volontà dei cittadini di Taiwan; sottolinea che l'atteggiamento sempre più belligerante della Cina nei confronti di determinati Stati e territori è motivo di preoccupazione; sottolinea che l'UE dovrebbe intraprendere una valutazione delle possibili conseguenze di un conflitto regionale sulla sicurezza dell'UE, che dovrebbe valutare anche il modo in cui l'UE dovrebbe rispondere a un deterioramento della situazione della sicurezza nella regione indopacifica e oltre; plaude alle discussioni in corso sulla partecipazione del Giappone a EUTM Mali e Mozambico e dell'India alle operazioni e missioni della PSDC in Africa;
82. accoglie con favore la firma dell'accordo di cooperazione strategica militare e di difesa tra la Grecia e la Francia quale passo positivo verso un'autonomia strategica europea e la creazione di un'autentica Unione europea della difesa funzionante; chiede una cooperazione rafforzata con i paesi partner nel Mediterraneo per combattere l'estremismo e il terrorismo, il commercio illecito di armi e la tratta di esseri umani;
83. sottolinea l'importanza geopolitica dell'Unione nell'assumersi la responsabilità principale della sua stabilità, sicurezza e prosperità a livello regionale e nel prevenire processi di destabilizzazione nel vicinato dell'UE, a est, a sud e nell'Artico; riconosce il crescente valore politico, economico, ambientale, della sicurezza e strategico del circolo artico; esorta gli Stati membri a continuare la cooperazione con il Consiglio artico su tutte le questioni di interesse per l'UE e a elaborare una strategia globale per la regione; prende atto delle sfide emergenti riguardanti la sicurezza nell'Artico causate dall'ambiente in evoluzione e dal crescente interesse geopolitico nella regione; sottolinea la necessità di includere la politica dell'UE per l'Artico nella PSDC; sottolinea che l'UE deve disporre di una chiara visione del proprio ruolo in materia di sicurezza nell'Artico e avviare una cooperazione efficace con la NATO; sottolinea che l'Artico deve continuare a essere un'area di cooperazione pacifica e mette in guardia contro l'aumento della militarizzazione della regione;
84. riconosce l'importanza del coinvolgimento della PSDC nel vicinato orientale; appoggia l'approfondimento della cooperazione militare e di sicurezza con i paesi del partenariato orientale al fine di mantenere la stabilità alle frontiere dell'Unione; ribadisce il suo invito a sviluppare un ruolo più attivo dell'UE nella risoluzione pacifica dei conflitti in corso e nella prevenzione di eventuali conflitti futuri nella regione; chiede di offrire sostegno ai paesi del partenariato orientale e di coinvolgere i paesi interessati del partenariato orientale nelle attività del Centro europeo di eccellenza per la lotta contro le minacce ibride; invita a istituire la piattaforma di cooperazione della task force di comunicazione strategica dell'UE per il partenariato orientale al fine di affrontare le questioni relative alla lotta contro la disinformazione e rafforzare la resilienza dei paesi del partenariato orientale;
85. riconosce il contributo fornito dalla Georgia, dalla Repubblica di Moldova e dall'Ucraina alle missioni e operazioni della PSDC; sostiene una più stretta cooperazione in materia di difesa e sicurezza con questi stimati partner;
86. accoglie con favore l'avvio del dialogo sulla cibersicurezza tra Unione europea e Ucraina e incoraggia un impegno simile con altri paesi interessati del partenariato orientale;
87. si rammarica dell'assenza di partenariati tra il Regno Unito e l'Unione europea riguardanti la cooperazione in materia di sicurezza e difesa, a causa del disinteresse manifestato dal governo britannico, e ciò nonostante le rassicurazioni della dichiarazione politica che definisce il quadro delle future relazioni tra l'UE e il Regno Unito; sottolinea la necessità di un accordo tra l'UE e il Regno Unito sulla politica estera e sulla cooperazione in materia di sicurezza per poter affrontare meglio le sfide comuni relative alla sicurezza globale; incoraggia il governo del Regno Unito ad avviare negoziati per instaurare una forte cooperazione nei settori della politica estera, della sicurezza, della difesa e dello sviluppo delle capacità; incoraggia il rafforzamento della cooperazione e del partenariato con le organizzazioni africane pertinenti, che si tratti ad esempio dell'Unione africana, dell'ECOWAS, della Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale (SADC), del G5 Sahel o del Parlamento panafricano, promuovendo altresì un ruolo parlamentare rafforzato in Africa; invita, inoltre, l'UE a mantenere i propri impegni assunti nel quarto vertice UE-Africa per sostenere la stabilità economica e politica e per sostenere ulteriormente le capacità della Forza di pronto intervento africana; sottolinea, considerando la natura ciclica dei conflitti nella regione, la necessità di un maggiore impegno politico con i governi sostenuti dall'UE per garantire maggiore trasparenza, combattere la corruzione, alimentare l'inclusività e impegnarsi con i cittadini nell'intento di frenare l'esplosione dei conflitti armati ed etnici;
88. chiede una cooperazione in materia di formazione e di rafforzamento delle capacità militari con i paesi partner resi fragili da conflitti o da minacce regionali o vittime di ingerenze straniere dolose;
89. riconosce il ruolo svolto dall'aumento del flusso di denaro illecito nei paradisi fiscali e il rischio che ciò comporta per l'aumento della militarizzazione, il finanziamento delle attività terroristiche e l'aggravarsi dell'instabilità globale; chiede più azioni volte a contrastare il riciclaggio di denaro e a fornire ai partner, in particolare in Africa e in America latina, meccanismi per frenare le transazioni finanziarie oscure, compreso il coinvolgimento delle autorità nei paradisi fiscali;
Migliorare la governance europea della PSDC
90. accoglie con favore l'entrata in funzione operativa della direzione generale per l'Industria della difesa e lo spazio (DG DEFIS); accoglie con favore l'annuncio di un vertice europeo per la difesa all'inizio del 2022 nonché la proclamazione da parte del Presidente del Consiglio europeo del 2022 come l'anno della difesa europea; auspica che entrambe le iniziative infondano un nuovo slancio all'ulteriore sviluppo dell'Unione europea della difesa; invita i cittadini, il mondo accademico, le organizzazioni della società civile e il settore privato a esprimere le loro aspettative sull'architettura della PSDC, sulla pace, sulla difesa, sull'agenda per la sicurezza, sulla bussola strategica e sul ruolo dell'UE nel mondo nel quadro della Conferenza sul futuro dell'Europa; invita le istituzioni dell'UE ad accogliere tali aspettative traducendole in proposte e azioni concrete traducendole in proposte e azioni concrete; sottolinea l'importanza di migliorare gli strumenti a disposizione della società civile al fine di garantirne la partecipazione significativa all'elaborazione della politica in materia di difesa e al suo controllo; chiede la creazione di una commissione "sicurezza e difesa" a pieno titolo in seno al Parlamento come pure la formalizzazione di un Consiglio dei ministri della difesa dell'Unione;
91. ricorda il ruolo svolto dall'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza; invita gli Stati membri a valutare una riforma del processo decisionale, in particolare dell'articolo 31 TUE, estendendo il voto a maggioranza qualificata (VMQ) alla politica estera e di sicurezza dell'UE nei settori connessi alla PSDC, nonché a valutare il pieno ricorso alle "clausole passerella" e la portata degli articoli che rafforzano la solidarietà e l'assistenza reciproca dell'UE in caso di crisi;
92. ricorda che il Parlamento dovrebbe essere preventivamente consultato e debitamente informato sulla pianificazione, sulla modifica e sulla possibilità di porre fine alle missioni della PSDC; sottolinea la necessità di un coinvolgimento attivo del Parlamento nella valutazione delle missioni e operazioni della PSDC al fine di rafforzarne la trasparenza e il sostegno politico e pubblico; ritiene che le sue raccomandazioni debbano essere tenute in debito conto; è determinato a svolgere appieno il proprio ruolo di controllo sullo strumento Europa globale e segnatamente sulla sua dimensione riguardante la pace e la sicurezza come pure sull'attuazione del FED;
93. sottolinea la necessità di sviluppare una cooperazione sempre più stretta con i parlamenti nazionali sulle questioni relative alla PSDC al fine di rafforzare la responsabilità, il controllo e la diplomazia in materia di difesa;
94. insiste sul fatto che il Parlamento dovrebbe essere periodicamente informato e consultato sull'attuazione della PESCO, alla luce della necessità di coordinarla con i vari strumenti finanziari della PSDC, in particolare il FED, sul quale il Parlamento europeo esercita un controllo;
95. insiste sull'importanza di un coordinamento efficace delle varie strutture di governance dell'UE (Commissione, SEAE, AED, ecc.) e sulla necessità di promuovere buoni rapporti con il Parlamento europeo, unico garante della rappresentanza dei cittadini dell'Unione, nel rispetto delle disposizioni previste dai trattati;
96. osserva che presterà particolare attenzione a garantire che si tenga maggiormente conto della specificità militare nel diritto dell'Unione europea; ricorda, a tal fine, l'impegno del Parlamento a favore del mantenimento dello status militare, che risponde ai requisiti molto specifici di tale professione e costituisce la garanzia dell'efficacia delle forze armate in ciascuno degli Stati membri; invita a preservare i mezzi di azione dei servizi di intelligence, che non possono adempiere la loro missione di tutela della sicurezza nazionale senza accedere a dati di connessione integralmente conservati, in via preventiva, per un periodo di tempo sufficiente e disciplinato dal legislatore, sotto il controllo del giudice nazionale e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo; prende atto dell'adozione dell'orientamento generale del Consiglio sul pacchetto cielo unico europeo; ricorda la necessità di salvaguardare la sovranità degli Stati membri e la libertà d'azione delle forze armate europee; ricorda, per la fornitura di servizi, gli imperativi di sicurezza nazionale relativi all'accesso, all'affidabilità e all'integrità dei dati e insiste sul fatto che l'inclusione di clausole di salvaguardia militare nei regolamenti dell'Unione europea deve consentire di rispondere a questa duplice sfida;
°
° °
97. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, all'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, alla Presidente della Commissione europea e ai commissari competenti come il commissario per il mercato interno, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della NATO, alle agenzie dell'UE che operano nei settori spaziale, della sicurezza e della difesa nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
Parere di minoranza sull'attuazione della PSDC - relazione annuale 2020 (2021/2183(INI))
Relatrice: Nathalie LOISEAU
Parere di minoranza del gruppo THE LEFT – deputati al Parlamento europeo Özlem Demirel, Clare Daly, Mick Wallace
La relazione analizza giustamente "l'aumento della militarizzazione, le tensioni geopolitiche, l'età di 'assenza di pace' caratterizzata dall'indebolimento del disarmo e dei regimi di controllo delle armi", ma ripete conclusioni sbagliate e considera il ritiro dall'Afghanistan un pretesto per una maggiore militarizzazione:
forza di intervento rapido di circa 5 000 truppe terrestri e componenti di forze aeree, marittime e speciali
maggiore impegno degli Stati membri a favore delle capacità militari dell'UE, mandati più robusti, attuazione dell'articolo 44 TUE
bussola strategica come punto di partenza per la difesa europea comune
pieno ricorso al FED per finanziare gli spiegamenti militari e le attrezzature militari (letali), tra l'altro, per le forze armate maliane e per EUTM Mozambico, che alimenteranno tali conflitti
appoggia la PESCO, il Fondo per la difesa e il flusso di cassa per l'industria militare e delle armi
rafforzamento di EUMS e MPCC e struttura di comando e controllo (quartier generale) a pieno titolo come passo verso l'esercito dell'UE
opta per un'unità militare di emergenza dell'UE per combattere la COVID-19 invece dell'unità di protezione civile
sostiene il progetto FCAS e le capacità informatiche con misure offensive per rafforzare le capacità militari europee
sostiene la clausola di difesa reciproca (articolo 42, paragrafo 7, TUE) che trasforma l'UE in un'alleanza militare
Chiediamo:
- una PESC non militare che si basi sulla diplomazia e mantenga la pace;
- un'interpretazione rigorosa dell'articolo 41, paragrafo 2, TUE, che vieta di utilizzare il bilancio dell'UE per l'industria delle armi o le operazioni militari;
- un meccanismo sanzionatorio nella posizione comune sulle esportazioni di armi.
PARERE DELLA COMMISSIONE PER GLI AFFARI COSTITUZIONALI (11.11.2021)
destinato alla commissione per gli affari esteri
sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune – relazione annuale 2021
Relatore per parere: Gerolf Annemans
SUGGERIMENTI
La commissione per gli affari costituzionali invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. sottolinea che la difesa europea non dovrebbe più essere un anello debole nel processo di integrazione dell'UE e che sono necessarie maggiore volontà politica e un'azione concertata e urgente per rafforzare la difesa dell'UE, la sua capacità di proteggere se stessa, la sua autonomia strategica e la sua influenza globale;
2. sottolinea la natura in rapida evoluzione delle minacce cui è confrontata l'UE, tra cui terrorismo interno, attacchi informatici e guerra ibrida, come dimostrato di recente dalla minaccia proveniente dalla Bielorussia, volta a intimidire e destabilizzare l'UE;
3. osserva che l'impatto geopolitico della pandemia di COVID-19 e un contesto di sicurezza in rapido deterioramento pongono sfide senza precedenti alla politica di sicurezza e di difesa comune dell'Unione (PSDC); sottolinea, in tale contesto, che è più che mai necessario conseguire gli obiettivi della PSDC, come previsto dal TUE, rafforzando nel contempo la PSDC in modo sostanziale; osserva che la crisi della COVID-19 ha altresì rivelato che l'UE è impreparata per affrontare questo tipo di sfide e ritiene che si debbano trovare soluzioni per rafforzare la resilienza e le capacità dell'UE;
4. ricorda le disposizioni del trattato che conferiscono la competenza per la conduzione della politica estera e di sicurezza comune, per conto dell'UE, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR); invita il VP/AR e gli Stati membri a cogliere l'occasione per intensificare la cooperazione multilaterale in materia di sicurezza con partner fidati e garantire la coerenza con le politiche interne; sottolinea che l'UE deve nel contempo assumersi la responsabilità e rafforzare la sua politica di sicurezza mediante i pertinenti quadri politici interni; invita inoltre gli Stati membri a mettere in evidenza l'impatto della PSDC; chiede nel frattempo alla Commissione e agli Stati membri di avvalersi di tutti gli strumenti giuridici e politici a disposizione per rafforzare il ruolo dell'UE nel mondo; ricorda che la lotta per i diritti umani e la democrazia dovrebbe restare al centro della PSDC;
5. ricorda il ruolo svolto dal VP/AR; invita gli Stati membri a valutare la riforma del processo decisionale, in particolare quella contenuta nell'articolo 31 del trattato sull'Unione europea (TUE), che estende il voto a maggioranza qualificata (VMQ) alla politica estera e di sicurezza dell'UE nei settori connessi alla PSDC, e a valutare il pieno ricorso alle "clausole passerella" e la portata degli articoli che rafforzano la solidarietà e l'assistenza reciproca dell'UE in tempi di crisi;
6. ricorda l'intenzione di istituire un Consiglio permanente dei ministri della difesa presieduto dal VP/AR, al fine di coordinare le politiche di difesa degli Stati membri e rafforzare le capacità di sicurezza, in particolare per quanto riguarda le missioni militari che rientrano nell'ambito di applicazione dell'articolo 43, paragrafo 1, TUE, quali la gestione militare delle crisi, il mantenimento della pace, le missioni di soccorso e la lotta al terrorismo, nonché la cibersicurezza; invita gli Stati membri a riconoscere il ruolo del VP/AR nei negoziati internazionali; rileva, a tale proposito, che spesso non è previsto il coinvolgimento del VP/AR nei negoziati internazionali; sottolinea che una forte percezione del ruolo del VP/AR potrebbe tradursi in un maggiore impatto geopolitico della PSDC;
7. prende atto del suggerimento di ricorrere all'articolo 44 TUE come base per istituire unità militari multinazionali permanenti come forze iniziali; invita gli Stati membri a rafforzare le capacità di risposta rapida dell'UE; prende atto della volontà di migliorare il dispiegamento dei gruppi tattici dell'UE al fine di rispondere alle crisi emergenti e ai conflitti nel mondo; ricorda la proposta di creare una "forza di intervento rapido"; chiede risorse finanziarie adeguate, una formazione comune e un gruppo di esperti disponibili per le missioni civili della PSDC; sottolinea l'idoneità della cooperazione strutturata permanente (PESCO) a facilitare l'integrazione delle capacità di risposta dell'UE alle crisi;
8. sottolinea che la PESCO è uno strumento speciale di cooperazione rafforzata, razionale ed efficiente, che ha la capacità di promuovere una maggiore convergenza nel settore della difesa dell'UE; sottolinea la sua utilità al fine di accrescere gli investimenti nella difesa, rafforzare lo sviluppo congiunto di capacità e ridurre la frammentazione del mercato della difesa dell'UE;
9. resta fermamente impegnato a favore del partenariato tra l'Unione e la NATO, che rimane fondamentale per la politica di sicurezza dell'UE; si compiace, in tal senso, dei preparativi in corso per la nuova dichiarazione congiunta UE-NATO, che sarà presentata prima della fine dell'anno; sottolinea la compatibilità tra l'UE e la NATO e la necessità di rafforzare la cooperazione UE-NATO in materia di difesa e sicurezza; chiede uno sviluppo tangibile del partenariato UE-NATO a partire da una consultazione rafforzata a livello politico;
10. ribadisce il suo rammarico per il fatto che, contrariamente alla dichiarazione politica che prevedeva un partenariato ambizioso, ampio, approfondito e flessibile nei settori della politica estera, della sicurezza e della difesa, l'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione UE-Regno Unito non comprenda le questioni che rientrano nella PSDC; ribadisce che sarebbe nell'interesse di entrambe le parti mantenere una cooperazione stretta e duratura in tale ambito;
11. sottolinea che il confine orientale dell'UE affronta ora nuove sfide in materia di difesa e un vicinato insicuro e chiede soluzioni e misure attive che consentano all'Unione di gestire tali rischi crescenti; sottolinea la necessità di intensificare la cooperazione con i paesi vicini sulle questioni di difesa e sicurezza;
12. ricorda che il 16 giugno 2020 i ministri della Difesa dell'UE hanno deciso di sviluppare una bussola strategica per la sicurezza e la difesa; rileva che dovrebbe essere raggiunto un accordo politico-giuridico a fine 2022; osserva il potenziale della bussola strategica, che potrebbe costituire il fulcro della nuova strategia europea di difesa e migliorare gli strumenti attuali; rileva inoltre che la bussola strategica è intesa a promuovere una comune "cultura strategica" europea, in modo che gli Stati membri abbiano una comprensione comune delle principali minacce per l'Europa e di come l'UE possa diventare garante della sicurezza;
13. plaude alle proposte presentate dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell'Unione del 2021, volte a rafforzare l'Unione europea della difesa migliorando la cooperazione in materia di intelligence attraverso un Centro comune di conoscenza situazionale e l'interoperabilità mediante investimenti in piattaforme europee comuni e lo sviluppo di una politica europea di ciberdifesa;
14. chiede ulteriori sforzi per combattere le interferenze straniere nella diplomazia, nella sicurezza e nella difesa dell'Unione, che spesso assumono la forma di minacce informatiche o altri tipi di guerra ibrida, in particolare le minacce ibride che utilizzano come armi la migrazione e le forniture energetiche, mettendo a repentaglio la sicurezza interna ed energetica dell'UE; sostiene, a tale proposito, lo sviluppo della politica europea di ciberdifesa, come annunciato dalla Presidente della Commissione nel discorso sullo stato dell'Unione del 2021; osserva che l'UE deve aumentare la sua resilienza e le sue capacità digitali e tecnologiche al fine di affrontare meglio le minacce informatiche; invita tutte le istituzioni e gli Stati membri dell'UE a intensificare la cooperazione e ammodernare le modalità di risposta a tali minacce, anche mediante un nuovo strumentario ibrido dell'UE che dovrebbe includere coerenti contromisure collettive contro gli aggressori stranieri; chiede inoltre di migliorare il coordinamento tra i servizi di sicurezza e informazione degli Stati membri; chiede nuove iniziative comuni nel campo della cibersicurezza;
15. ribadisce che il Parlamento dovrebbe svolgere un ruolo attivo e di primo piano nel controllo e nella supervisione dell'attuazione e della valutazione della PSDC, compreso il monitoraggio dell'attuazione della PESCO, del FED, della mobilità militare e dello strumento europeo per la pace; ritiene che il Parlamento dovrebbe essere consultato sulle missioni PSDC e che le sue raccomandazioni e osservazioni dovrebbero essere tenute nel debito conto; sottolinea che tale controllo svolge un ruolo importante nel garantire il corretto funzionamento della democrazia europea e la fiducia dei cittadini; sottolinea che tale controllo può fungere da punto di partenza verso lo sviluppo di un ruolo istituzionale più forte del Parlamento europeo nell'ambito della PSDC;
16. ricorda che la Conferenza sul futuro dell'Europa offre l'occasione di ripensare lo status quo istituzionale dell'UE e imprimere nuovo slancio alla democrazia europea; rileva che numerosi contributi sulla piattaforma della Conferenza propongono di potenziare il ruolo dell'UE nel mondo; invita i partecipanti alla Conferenza a prendere in considerazione tutte le possibili vie per raggiungere tale obiettivo; invita le istituzioni dell'UE a tradurre tali aspettative in proposte e azioni concrete.
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
Approvazione |
9.11.2021 |
|
|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
17 2 5 |
||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Gerolf Annemans, Damian Boeselager, Fabio Massimo Castaldo, Włodzimierz Cimoszewicz, Gwendoline Delbos-Corfield, Pascal Durand, Daniel Freund, Esteban González Pons, Giuliano Pisapia, Antonio Maria Rinaldi, Domènec Ruiz Devesa, Jacek Saryusz-Wolski, Helmut Scholz, Pedro Silva Pereira, Sven Simon, Antonio Tajani, Guy Verhofstadt, Loránt Vincze, Rainer Wieland |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Gunnar Beck, Angel Dzhambazki, Alin Mituța |
|||
Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale |
Stelios Kympouropoulos, Ljudmila Novak |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
17 |
+ |
ID |
Gerolf Annemans, Antonio Maria Rinaldi |
NI |
Fabio Massimo Castaldo |
PPE |
Esteban González Pons, Stelios Kympouropoulos, Ljudmila Novak, Sven Simon, Antonio Tajani, Loránt Vincze, Rainer Wieland |
S&D |
Włodzimierz Cimoszewicz, Giuliano Pisapia, Domènec Ruiz Devesa, Pedro Silva Pereira |
VERTS/ALE |
Damian Boeselager, Gwendoline Delbos-Corfield, Daniel Freund |
2 |
- |
ID |
Gunnar Beck |
THE LEFT |
Helmut Scholz |
5 |
0 |
ECR |
Angel Dzhambazki, Jacek Saryusz-Wolski |
RENEW |
Pascal Durand, Alin Mituța, Guy Verhofstadt |
Significato dei simboli utilizzati
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
10.12.2021 |
|
|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
41 17 8 |
||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Alviina Alametsä, Alexander Alexandrov Yordanov, Maria Arena, Petras Auštrevičius, Traian Băsescu, Anna Bonfrisco, Reinhard Bütikofer, Fabio Massimo Castaldo, Susanna Ceccardi, Włodzimierz Cimoszewicz, Katalin Cseh, Tanja Fajon, Anna Fotyga, Michael Gahler, Sunčana Glavak, Raphaël Glucksmann, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Márton Gyöngyösi, Sandra Kalniete, Maximilian Krah, Andrius Kubilius, David Lega, Miriam Lexmann, Nathalie Loiseau, Antonio López-Istúriz White, Lukas Mandl, Thierry Mariani, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Francisco José Millán Mon, Gheorghe-Vlad Nistor, Urmas Paet, Demetris Papadakis, Kostas Papadakis, Tonino Picula, Manu Pineda, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Jérôme Rivière, María Soraya Rodríguez Ramos, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Jacek Saryusz-Wolski, Andreas Schieder, Radosław Sikorski, Jordi Solé, Sergei Stanishev, Tineke Strik, Hermann Tertsch, Hilde Vautmans, Harald Vilimsky, Idoia Villanueva Ruiz, Witold Jan Waszczykowski, Charlie Weimers, Isabel Wiseler-Lima, Salima Yenbou, Željana Zovko |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Özlem Demirel, Assita Kanko, Mounir Satouri, Mick Wallace |
|||
Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale |
Deirdre Clune, Charles Goerens, Maria Noichl, Bettina Vollath |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
41 |
+ |
ECR |
Assita Kanko |
NI |
Fabio Massimo Castaldo, Márton Gyöngyösi |
PPE |
Alexander Alexandrov Yordanov, Traian Băsescu, Michael Gahler, Sunčana Glavak, Sandra Kalniete, Andrius Kubilius, David Lega, Miriam Lexmann, Antonio LópezIstúriz White, David McAllister, Lukas Mandl, Vangelis Meimarakis, Francisco José Millán Mon, Gheorghe-Vlad Nistor, Radosław Sikorski, Isabel Wiseler-Lima, Željana Zovko |
Renew |
Petras Auštrevičius, Katalin Cseh, Charles Goerens, Klemen Grošelj, Bernard Guetta, Nathalie Loiseau, Urmas Paet, María Soraya Rodríguez Ramos, Hilde Vautmans |
S&D |
Włodzimierz Cimoszewicz, Tanja Fajon, Raphaël Glucksmann, Demetris Papadakis, Tonino Picula, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Andreas Schieder, Sergei Stanishev, Bettina Vollath |
17 |
- |
ECR |
Hermann Tertsch, Charlie Weimers |
ID |
Maximilian Krah, Thierry Mariani, Jérôme Rivière, Harald Vilimsky |
NI |
Kostas Papadakis |
The Left |
Özlem Demirel, Manu Pineda, Idoia Villanueva Ruiz, Mick Wallace |
Verts/ALE |
Alviina Alametsä, Reinhard Bütikofer, Mounir Satouri, Jordi Solé, Tineke Strik, Salima Yenbou |
8 |
0 |
ECR |
Anna Fotyga, Jacek Saryusz-Wolski, Witold Jan Waszczykowsk |
ID |
Anna Bonfrisco, Susanna Ceccardi |
PPE |
Deirdre Clune |
S&D |
Maria Arena, Maria Noichl |
Significato dei simboli utilizzati
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
- [1] GU C 285 del 29.8.2017, pag. 110.
- [2] GU C 388 del 13.11.2020, pag. 22.
- [3] GU C 232 del 16.6.2021, pag. 7.
- [4] GU C 270 del 7.7.2021, pag. 54.
- [5] GU C 270 del 7.7.2021, pag. 41.
- [6] GU C 385 del 22.9.2021, pag. 4.
- [7] GU C 404 del 6.10.2021, pag. 202.
- [8] GU C 494 dell'8.12.2021, pag. 54.
- [9] Testi approvati, P9_TA(2021)0140.
- [10] Testi approvati, P9_TA(2021)0346.
- [11] Testi approvati, P9_TA(2021)0412.
- [12] GU L 170 del 12.5.2021, pag. 149.
- [13] GU L 209 del 14.6.2021, pag. 1.
- [14] GU L 129 I del 17.5.2019, pag. 13.
- [15] GU L 331 del 14.12.2017, pag. 57.
- [16] GU L 102 del 24.3.2021, pag. 14.