RELAZIONE sulla raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulle relazioni strategiche e il partenariato dell'UE con il Corno d'Africa
18.7.2022 - (2021/2206(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatore: Fabio Massimo Castaldo
PROGETTO DI RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulle relazioni strategiche e il partenariato dell'UE con il Corno d'Africa
Il Parlamento europeo,
– viste le conclusioni del Consiglio del 10 maggio 2021 dal titolo "Il Corno d'Africa: una priorità geostrategica per l'UE" e, in particolare, il suo paragrafo 28 relativo all'accesso alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti nonché al rispetto degli stessi,
– vista la dichiarazione congiunta finale del 18 febbraio 2022 del sesto vertice Unione europea-Unione africana dal titolo "Una visione congiunta per il 2030",
– viste le conclusioni del Consiglio del 25 giugno 2018 sul Corno d'Africa e il Mar Rosso,
– vista la sua risoluzione del 16 settembre 2020 sulla cooperazione UE-Africa in materia di sicurezza nella regione del Sahel, in Africa occidentale e nel Corno d'Africa[1],
– vista la bussola strategica per la sicurezza e la difesa adottata il 21 marzo 2022,
– vista la sua risoluzione del 25 marzo 2021 su una nuova strategia UE-Africa – un partenariato per lo sviluppo sostenibile e inclusivo[2],
– vista la sua risoluzione del 25 novembre 2021 sulla situazione in Somalia[3],
– vista la sua risoluzione del 16 settembre 2021 sulla situazione nel campo profughi di Kakuma in Kenya[4],
– vista la sua risoluzione del 20 gennaio 2022 sulla crisi politica in Sudan[5],
– vista la sua risoluzione del 26 novembre 2020 sulla situazione in Etiopia[6],
– vista la sua risoluzione del 7 ottobre 2021 sulla situazione umanitaria nel Tigray[7],
– vista la sua risoluzione dell'11 febbraio 2021 sulla situazione politica in Uganda[8],
– vista la sua risoluzione del 24 ottobre 2019 sulla situazione delle persone LGBTI in Uganda[9],
– vista la sua risoluzione dell'8 ottobre 2020 sull'Eritrea, in particolare sul caso di Dawit Isaak[10],
– vista la sua risoluzione del 10 marzo 2016 sulla situazione in Eritrea[11],
– vista la sua risoluzione del 18 maggio 2017 sul Sud Sudan[12],
– vista la sua risoluzione del 12 maggio 2016 su Gibuti[13],
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325, 1820, 1888, 1889, 1960, 2106, 2122, 2242, 2467 e 2493 sulle donne, la pace e la sicurezza,
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2250, 2419 e 2535 sui giovani, la pace e la sicurezza,
– viste le risoluzioni della Commissione africana per i diritti dell'uomo e dei popoli del maggio 2014 sulla protezione contro la violenza e altre violazioni dei diritti umani nei confronti delle persone basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere reali o presunti e del maggio 2017 sulla situazione dei difensori dei diritti umani in Africa,
– visti gli orientamenti sulla libertà di associazione e di riunione adottati dalla Commissione africana per i diritti dell'uomo e dei popoli durante la sua 60a sessione ordinaria nel maggio 2017,
– vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 25 marzo 2020, sul piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia per il 2020-2024 (JOIN(2020)0005),
– visto il piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia 2015-2019, in particolare l'azione 22, lettera b), che definisce la responsabilità del Servizio europeo per l'azione esterna, della Commissione, del Consiglio e degli Stati membri di sviluppare e attuare una politica dell'UE in materia di giustizia di transizione,
– viste la Convenzione sul divieto d'impiego, di stoccaggio, di produzione e di trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione e la convenzione sulle munizioni a grappolo,
– visto l'accordo siglato in occasione del 3° Forum ministeriale regionale sulla migrazione tenutosi a Nairobi, in Kenya, il 1° aprile 2022,
– vista la risoluzione 2628 del 31 marzo 2022 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che riconfigurava la missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM) nella missione di transizione dell'Unione africana in Somalia (ATMIS),
– vista la Dichiarazione universale dei diritti umani,
– visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,
– vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 1989 sui diritti del fanciullo,
– vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli,
– vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 25 settembre 2015, dal titolo "Transforming our world: The 2030 Agenda for Sustainable Development" (Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile), adottata in occasione del vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile di New York,
– vista la dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione fondate sulla religione o sul credo del 1981,
– vista la sua risoluzione del 12 febbraio 2020 su una strategia dell'UE per porre fine alle mutilazioni genitali femminili nel mondo[14],
– visto lo statuto di Roma della Corte penale internazionale,
– visti il rapporto dell'indagine congiunta della commissione etiope per i diritti umani/Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulle presunte violazioni del diritto internazionale umanitario, del diritto internazionale in materia di rifugiati e delle norme internazionali in materia di diritti umani commesse da tutte le parti del conflitto nella regione del Tigray in Etiopia, del 3 novembre 2021, e il rapporto della commissione etiope per i diritti umani, dell'11 marzo 2022, sulle violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale nelle regioni di Afar e di Amhara in Etiopia, condotta tra settembre e dicembre 2021,
– vista la risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite del 17 dicembre 2021, che istituisce una commissione internazionale di esperti in materia di diritti umani al fine di condurre un'indagine approfondita e imparziale sulle accuse di violazioni e di abusi commessi a partire dal 3 novembre 2020 da tutte le parti in conflitto in Etiopia,
– visto l'accordo rivitalizzato sulla risoluzione del conflitto in Sud Sudan, del 12 settembre 2018,
– visto il documento di riferimento dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma del dicembre 2020 intitolato "La missione di formazione dell'UE in Somalia: una valutazione",
– visto l'articolo 118 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0207/2022),
A. considerando che le conclusioni del Consiglio del 10 maggio 2021 stabiliscono una nuova strategia per il Corno d'Africa e danno nuovo slancio al partenariato dell'UE con la regione, che è di primaria importanza strategica per l'Unione;
B. considerando che il Corno d'Africa è una regione strategicamente importante per l'UE, in termini politici, economici e commerciali, con la quale l'Europa intrattiene da tempo legami politici ed economici; che il Corno d'Africa ha il potenziale di crescita in termini economici e politici, ma si trova ad affrontare una serie di ostacoli critici, tra cui la crisi COVID-19, l'impatto negativo dei cambiamenti climatici, la crescente scarsità d'acqua e l'insicurezza alimentare, la desertificazione e la deforestazione, la scarsa resilienza alle catastrofi naturali, la crescita demografica e l'urbanizzazione unitamente, inter alia, a una creazione di posti di lavoro limitata e a profonde disuguaglianze, alla mancanza di infrastrutture adeguate, all'instabilità e alle sfide politiche; che la democrazia, la buona governance, la responsabilità, lo Stato di diritto, i diritti umani, l'uguaglianza di genere e le società inclusive e partecipative sono condizioni preliminari per la pace e la stabilità regionale;
C. considerando che i paesi del Corno d'Africa (Somalia, Etiopia, Sudan, Kenya, Uganda, Eritrea, Sud Sudan, Gibuti) sono esposti a rischi e minacce comuni, in particolare l’impatto immediato e a lungo termine dei cambiamenti climatici, il terrorismo jihadista, le tensioni etniche e i problemi di debolezza dei governi; che tutti i paesi della regione sono caratterizzati da fragilità persistenti dovute ai conflitti in corso e alle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate da tutte le parti in conflitto, compresi l'arruolamento di bambini soldato, gli attacchi mirati nei confronti di civili e di infrastrutture civili e la pratica della violenza sessuale nei confronti delle donne e delle ragazze; che l'impunità per i crimini di guerra e altre violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto dei diritti umani rimane la norma, mentre il perseguimento della giustizia per le vittime si è rivelato ampiamente elusivo; che nel dicembre 2021 il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha istituito la Commissione delle Nazioni Unite di esperti in materia di diritti umani sull'Etiopia per indagare su possibili crimini di guerra e altre violazioni;
D. che dall'inizio del conflitto nella regione etiope del Tigray, nel novembre 2020, la stabilità generale del Corno d’Africa si è ulteriormente deteriorata ed è messa in pericolo dalle difficili transizioni politiche in corso in diversi paesi; che, pur restando estremamente brutale, il conflitto in Etiopia è entrato in una fase diversa che lascia spazio a una finestra di opportunità per l'ottenimento di una soluzione negoziata; che la situazione umanitaria rimane drammatica; che, il 24 febbraio 2022, è stata annunciata una tregua umanitaria da parte del governo federale per facilitare l'accesso agli aiuti da parte del Tigray, bloccato nel quadro del conflitto; che la costruzione e la seconda fase di riempimento della grande diga del Rinascimento etiope costruita dall'Etiopia a monte del Nilo sta creando crescenti tensioni tra l'Etiopia e i paesi limitrofi;
E. considerando che l'UE è un partner importante, affidabile e di lunga data per la pace, la sicurezza, lo sviluppo sostenibile e l'assistenza umanitaria nella regione e che occorre tenere in debita considerazione tale partenariato per la pace, la sicurezza, la democrazia, lo sviluppo sostenibile e gli aiuti umanitari; che le organizzazioni regionali esistenti quali l'Unione africana e la Combined Joint Task Force (Gruppi operativi interforze multinazionali) sono attori di primo piano nel far fronte ai problemi di sicurezza del Corno d'Africa;
F. considerando che la prima conferenza Cina-Corno d'Africa per la pace, la governance e lo sviluppo si è svolta il 20 e 21 giugno 2022; che l'ambasciatore cinese presente alla riunione ha offerto il sostegno incondizionato di Pechino alla risoluzione dei conflitti nella regione, chiedendo nel contempo che i paesi in questione siano indipendenti dalle ingerenze straniere;
G. considerando che la situazione umanitaria nel Sud Sudan si sta deteriorando a causa delle tensioni e dei conflitti, della violenza locale tra le comunità e delle ricorrenti inondazioni; che le Nazioni Unite hanno stimato che la Somalia, l'Etiopia e il Kenya necessitano di un'assistenza umanitaria urgente di 4,4 miliardi di dollari entro il 2022 per raggiungere 29,1 milioni di persone; che, ad aprile 2022, solo il 5 % di tali esigenze era stato soddisfatto dalla comunità internazionale; che la siccità ha già causato la morte di circa tre milioni di capi di bestiame nell'Etiopia meridionale e nelle regioni aride del Kenya e che circa il 30 % delle mandrie familiari sono morte in Somalia; che l'invasione di locuste in Africa orientale è la peggiore degli ultimi 25 anni per l'Etiopia e per la Somalia e la peggiore degli ultimi 70 anni per il Kenya e rappresenta una grave minaccia alla sicurezza alimentare nella regione; che gli esperti hanno previsto che l'aumento degli spostamenti transfrontalieri di locuste tra Kenya, Etiopia e Somalia aggraverà ulteriormente una situazione già precaria in termini di sicurezza alimentare; che le conseguenze disastrose della guerra in Ucraina, caratterizzate da un aumento senza precedenti dei prezzi dei generi alimentari, dei carburanti e delle materie prime, stanno accentuando la profonda crisi alimentare nei paesi del Corno d'Africa;
H. considerando che la pandemia di COVID-19 ha lasciato la regione dinanzi a sfide sanitarie, socioeconomiche e politiche, intensificando la povertà, aumentando le disuguaglianze e aggravando la discriminazione strutturale e radicata con un impatto devastante sui diritti umani e sulle libertà civili, in particolare per i gruppi minoritari e le persone vulnerabili; che, in tale contesto, alcuni governi hanno utilizzato la legislazione COVID per reprimere i diritti umani;
I. considerando che il Corno d'Africa rimane una regione di origine, transito e destinazione di importanti flussi migratori verso altri paesi dell'intera regione, nonché verso l'UE; che la povertà e l'insicurezza si alimentano a vicenda e sono due dei principali motori di trasferimenti in massa della popolazione nel Corno d'Africa, in particolare tra i giovani; che vi sono oltre 7,7 milioni di lavoratori migranti nell'Africa orientale e nel Corno d'Africa, dove Etiopia, Kenya e Uganda ospitano il maggior numero di migranti internazionali alla ricerca di migliori opportunità economiche e possibilità di sostentamento;
J. considerando che le tensioni politiche, i conflitti, le catastrofi naturali e le conseguenze dei cambiamenti climatici sono alla base delle notevoli popolazioni di rifugiati e sfollati nella maggior parte delle regioni; che la situazione umanitaria e di sicurezza nei campi per rifugiati e sfollati interni (IDP) rimane precaria; che il Kenya ospita il campo profughi di Dadaab, uno dei più grandi al mondo, che dà rifugio a oltre 220 000 rifugiati somali registrati in fuga da guerre civili e difficoltà climatiche; che le tensioni tra il Kenya e la Somalia per la gestione del campo sono in aumento, mentre i rifugiati continuano a sopravvivere in condizioni difficili e dipendono dal sostegno delle Nazioni Unite per il loro sostentamento;
K. considerando che il Corno d'Africa, il Mar Rosso e il Golfo di Aden si stanno trasformando in aree di crescente preoccupazione, in cui gli attori regionali e internazionali hanno interessi economici e di sicurezza importanti e spesso divergenti a un crocevia globale e un imbuto per il commercio di materie prime, con oltre il 12 % delle spedizioni via mare globali e il 40 % del commercio asiatico con l'Europa che transitano attraverso il Mar Rosso; che la stabilità, la sicurezza marittima e la libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden sono fondamentali per garantire i flussi energetici globali e la sicurezza energetica europea, dal momento che circa 6,2 milioni di barili di petrolio greggio e altri prodotti petroliferi transitano ogni anno attraverso lo stretto di Bab-el-Mandeb (circa il 9 % delle spedizioni marittime mondiali), di cui 3,6 milioni sono diretti in Europa; che l'invasione illegittima dell'Ucraina da parte della Russia e il conflitto in corso nel paese aumenteranno ulteriormente l'importanza di questa rotta commerciale; che, pur perseguendo le transizioni verde e sostenibile del Green Deal europeo, la necessità a breve termine di ridurre la dipendenza dalla Russia e di diversificare i fornitori renderà ancora più cruciali in termini geostrategici la libertà di navigazione e la sicurezza marittima nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden; che si deve tenere conto dell’importanza della regione del Mar Rosso per la stabilità del Corno d'Africa, del suo significato come asse commerciale e di connettività, e delle sue preoccupazioni, condivise dell’UE, circa la dalla stabilità e la libertà di navigazione;
L. considerando che l'undicesima riunione ministeriale dell'iniziativa del Corno d'Africa ha avuto luogo durante il vertice UE-UA e ha visto la partecipazione, per la prima volta, anche di alcuni membri del team Europe; che l'iniziativa ha mobilitato oltre 4,5 miliardi di dollari dai suoi tre partner di sviluppo: l'UE, la Banca africana di sviluppo e il Gruppo della Banca mondiale; che, dal 2019, l'UE ha sostenuto 64 progetti nel Corno d'Africa nel quadro del Fondo fiduciario dell'UE, concentrandosi principalmente su maggiori opportunità economiche e occupazionali e su una migliore governance e prevenzione dei conflitti;
M. considerando che la discriminazione di genere e le altre forme di disuguaglianza restano radicate in molti paesi della regione, tra cui la violenza di genere e gli elevati livelli di violenza sessuale connessa ai conflitti, l'accesso limitato alla salute sessuale e riproduttiva, i matrimoni precoci e forzati, l'esclusione delle ragazze in gravidanza dalle scuole e la pratica delle mutilazioni genitali femminili, che rimangono un'usanza di lunga data nei paesi del Corno d'Africa;
N. considerando che le persone LGBTIQ continuano a subire molestie, arresti, procedimenti giudiziari e violenze di genere e talvolta rischiano persino di essere uccise a causa del loro orientamento sessuale, identità o espressione di genere e caratteristiche sessuali reali o percepite; che, ad eccezione di Gibuti, gli atti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso sono puniti in tutti i paesi del Corno d'Africa; che tale criminalizzazione viene utilizzata per legittimare il trattamento discriminatorio nei confronti delle persone LGBTIQ e che l'abrogazione delle disposizioni discriminatorie del codice penale è un primo passo necessario per proteggerle dalla violenza; che nessuno dei paesi del Corno d’Africa dispone di disposizioni giuridiche finalizzate a riconoscere legalmente le persone transessuali o a proteggere le persone intersessuali dalle mutilazioni genitali intersessuali;
O. considerando che, dal 1º aprile 2022, la missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM) è stata sostituita dalla missione di transizione dell'Unione africana in Somalia (ATMIS), con l'obiettivo principale di passare le consegne alle forze armate nazionali somale nel 2024; che il mandato della nuova missione include, tra l'altro, la riduzione della minaccia rappresentata da Al- Shabaab, il sostegno al rafforzamento delle capacità delle forze di polizia e di sicurezza integrate somale, il graduale trasferimento delle responsabilità in materia di sicurezza alla Somalia e il sostegno agli sforzi del governo federale della Somalia e degli Stati membri della federazione a favore della pace e della riconciliazione; che la risoluzione 2608 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla pirateria, che è servita da base all'operazione della forza navale dell'UE Atalanta, non è stata rinnovata e, pertanto, l'accesso alle acque territoriali somale è limitato; che la situazione della sicurezza è fragile e preoccupante e che il gruppo terroristico Al-Shabaab resta attivo; che le elezioni si sono svolte 12 mesi dopo il calendario previsto; che il paese si trova ad affrontare crescenti difficoltà finanziarie che ne compromettono la capacità di pagamento, che da settembre 2020 gli aiuti di bilancio dell'UE sono stati sospesi a causa del mancato completamento del processo elettorale, ma che il sostegno diretto alle popolazioni vulnerabili continua; che, secondo le organizzazioni non governative (ONG) umanitarie, dall'invasione russa dell'Ucraina i prezzi del grano e del petrolio sono aumentati del 300 % in diverse regioni della Somalia, che importa il 90 % del proprio grano dall'Ucraina e dalla Russia; che, secondo le Nazioni Unite, a marzo 2022 oltre il 38 % della popolazione somala si trovava in una condizione di grave insicurezza alimentare;
P. considerando che il mancato rinnovo della risoluzione 2608 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite limita l'accesso dell'operazione Atalanta alle acque territoriali somale;
Q. considerando che la Cina ha nominato un inviato speciale per le questioni del Corno d'Africa; che la Cina ha aumentato la sua presenza militare e diplomatica nei paesi della regione e la cooperazione economica con gli stessi;
R. considerando che vi è stato uno stallo politico in Sudan dal colpo di Stato del 25 ottobre 2021 e difficilissime trattative tra civili e militari; considerando che la situazione della sicurezza nel Darfur, che dal novembre 2021 registra nuovi episodi di violenza, è molto preoccupante; che il Sudan si trova in una difficile situazione economica, unita alla sospensione degli esborsi della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale in attesa di una soluzione politica praticabile e dell'istituzione di un governo civile e alla sospensione degli aiuti di bilancio della Commissione, sebbene gli aiuti diretti alla popolazione siano stati mantenuti; che la base militare pianificata della Russia le consentirà un accesso strategico al Mar Rosso;
S. considerando che, a oltre 10 anni dall'indipendenza del Sud Sudan nel 2011, l'attuazione dell'accordo di pace firmato nel 2018 è stata rinviata; che il presidente Salva Kiir intende tenere le elezioni generali nel 2023, nel rispetto del termine previsto dall'accordo di pace; che la frammentazione politica e militare del paese, sia tra che all'interno di diversi gruppi politici, fazioni militari e gruppi etnici, desta preoccupazione;
T. considerando che il panorama politico keniota è profondamente polarizzato; che il 9 agosto 2022 si terranno le elezioni generali; che l'economia è in difficoltà a causa delle conseguenze globali della pandemia di COVID-19 e del debito accumulato; che il Kenya potrebbe svolgere un ruolo costruttivo a favore della pace e della sicurezza regionali; che il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha visitato il Kenya il 29 gennaio 2022 allo scopo di avviare formalmente il dialogo strategico tra l'UE e il Kenya, che ha individuato come priorità principali l'economia, il commercio e gli investimenti;
U. considerando che il presidente ugandese Yoweri Museveni è stato rieletto per un sesto mandato a seguito delle elezioni tenutesi il 14 gennaio 2021; che il 30 novembre 2021 è stata lanciata un'operazione militare nell'Ituri e nel Kivu Nord nell'est della Repubblica democratica del Congo, come risposta ad una serie di attentati commessi dalle Forze alleate democratiche, un gruppo armato terroristico di origine ugandese affiliato a Daesh;
V. considerando che il presidente Isaias Afwerki del Fronte popolare per la democrazia e la giustizia ha guidato l’Eritrea dall'indipendenza nel 1993; che il processo di democratizzazione avviato con l'adozione della Costituzione eritrea nel 1997 si è da allora arrestato; che il regime eritreo ha represso la maggior parte delle libertà fondamentali e che la situazione dei diritti umani è motivo di grande preoccupazione;; che l'Eritrea è uno dei paesi meno sviluppati; che i due principali donatori sono il Fondo globale e la Commissione europea, con l'UE che finanzia un progetto di ristrutturazione stradale in Eritrea, per un importo di 20 milioni di EUR attraverso il Fondo fiduciario di emergenza;
W. considerando il posizionamento eminentemente strategico di Gibuti sullo stretto di Bab-el-Mandeb, uno dei corridoi marittimi più trafficati al mondo che controlla l'accesso al Mar Rosso, consentendo in tal modo un modello di crescita incentrato sullo sviluppo delle infrastrutture (porti e ferrovie); che il 9 aprile 2021 il presidente uscente, Ismaïl Omar Guelleh, ha vinto le elezioni per la quinta volta consecutiva; che Gibuti si trova al centro dell'arco della crisi, che si estende dal Sahel al Medio Oriente e che mentre la Repubblica di Gibuti è un paese stabile, il suo ambiente regionale diretto è instabile; che l'importante impegno militare di Gibuti nell'ATMIS per contrastare i terroristi somali di Al-Shabaab;
1. raccomanda al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di:
Impatto sul Corno d'Africa della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina
a) effettuare una valutazione globale delle strategie e degli impegni precedenti attuati dall'Unione nei confronti del Corno d'Africa al fine di trarre gli opportuni insegnamenti e adeguare di conseguenza l'impegno dell'UE nella regione; riconoscere che la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina ha preoccupanti conseguenze immediate e a lungo termine sul Corno d'Africa e che l'UE deve quindi adeguare il proprio impegno nella regione; rispondere all'impatto negativo dell'azione illegale della Russia sulla situazione generale della sicurezza nella regione; tenere conto del fatto che la Russia ha un'influenza e legami consolidati e multiformi nella regione, tra l'altro per mezzo di investimenti (sia civili che militari) e attraverso lo schieramento di gruppi paramilitari come il gruppo Wagner in Sudan, e riconoscere che siffatte azioni possono destabilizzare ulteriormente le zone limitrofe; contrastare i tentativi russi di orchestrare nella regione campagne di cattiva informazione e disinformazione volte a fomentare il sentimento antieuropeista mettendo in atto una strategia globale di comunicazione pubblica dell'UE per contrastare e vincere gli sforzi russi, nonché attuando azioni e impegni concreti che tengano conto delle esigenze della popolazione locale; condannare la diffusione delle narrazioni che giustificano la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, come nel caso della dichiarazione del presidente sudanese Hemetti, del 23 febbraio 2022, in cui viene falsamente affermato che l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina era finalizzata a "proteggere" la Russia; intensificare il dialogo diplomatico, politico, finanziario e umanitario dell'UE con l'UA, le sue componenti regionali e i singoli paesi attuando azioni concrete che dimostrino l'impegno dell'UE nella regione al fine di promuovere approcci locali e regionali per evitare l'aggravarsi dell'instabilità nella regione, ridurre la vulnerabilità dei paesi interessati alle influenze straniere nonché far fronte e rispondere alle conseguenze negative della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina; approfondire immediatamente il dialogo diplomatico con i governi della regione per discutere e chiarire gli effetti devastanti a breve, medio e lungo termine degli obiettivi e delle operazioni della Russia nella regione; riconoscere che l'attuale guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, in particolare il blocco navale russo, perturba le catene di approvvigionamento e ha un grave impatto sulla sicurezza alimentare del Corno d'Africa sia nel breve che nel medio termine, dal momento che circa il 90 % del grano è importato dalla Federazione Russa e dall'Ucraina; tenere conto del fatto che almeno 20 milioni di persone erano già a rischio di carestia a causa di una siccità senza precedenti in Kenya, Somalia ed Etiopia e della crisi degli sciami di locuste; aumentare sostanzialmente il sostegno e l'assistenza dell'UE nei confronti del Corno d'Africa per ovviare al rischio di carestia o alle difficoltà di accesso ai prodotti alimentari; riconoscere i deficit di finanziamento per la regione per i prossimi sei mesi, in particolare 437 milioni di USD secondo il Programma alimentare mondiale e 130 milioni di USD secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, e adoperarsi al massimo per contribuire a colmare tali deficit superando i 21,5 milioni di EUR in aiuti umanitari supplementari dell'UE già impegnati;
Principi guida
b) riconoscere pienamente il potenziale e la rilevanza strategica della regione e sviluppare una visione realmente strategica in materia di cooperazione e impegno, lavorando costantemente per attuare e adattare la strategia per il Corno d'Africa alla luce dei recenti sviluppi nella regione, dando nuovo slancio a relazioni reciprocamente vantaggiose basate su consultazioni coerenti, tempestive ed efficaci e su valori, interessi e prospettive comuni; passare da una mentalità obsoleta basata sui concetti di donatore e beneficiario a un partenariato in condizioni di parità tra l'UE e i paesi del Corno d'Africa al fine di creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile e pacifico nella regione;
c) coordinare le iniziative e il sostegno dell'UE con le controparti africane favorendo la titolarità africana dei programmi, in modo da contribuire a trovare soluzioni africane a problemi africani; adottare, a tale riguardo, un approccio improntato alla condizionalità, anche per quanto riguarda le questioni di sicurezza, basato sul principio "more for more and less for less" (più progressi, più aiuti e meno progressi, meno aiuti); rilevare che gli aiuti allo sviluppo sono talora utilizzati in modo inefficiente e talvolta improprio dai governi dei paesi beneficiari; agevolare il rafforzamento di un approccio dal basso verso l'alto in virtù del quale le comunità locali e le organizzazioni della società civile possano lavorare per sviluppare le proprie capacità e prepararsi, coordinarsi e organizzarsi meglio per diventare più resilienti;
d) coordinare gli sforzi nella regione con l'UA e le sue componenti regionali, in particolare la Comunità dell'Africa orientale e l'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), nonché con le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali e regionali, istituzioni finanziarie e singoli paesi che condividono gli stessi principi; mantenere il sostegno alle missioni in corso nella regione che favoriscono tali sforzi, comprese le missioni della politica di sicurezza e di difesa comune dell'UE, al fine di contribuire a una risposta collettiva volta a conseguire stabilità e sviluppo; incoraggiare il Regno Unito a coordinarsi con l'UE nei suoi sforzi nella regione;
e) adottare un approccio proattivo, inclusivo e cooperativo basato su un dialogo costruttivo con i paesi e gli attori presenti nel Corno d'Africa, condividendo le migliori pratiche e l'esperienza dell'UE nell'integrazione delle questioni legate alla sicurezza, allo sviluppo economico e in ambito finanziario, sociale e culturale al fine di promuovere una cooperazione efficace in tutta la regione e nel settore marittimo, fungendo nel contempo da facilitatore del dialogo con tutte le parti interessate, in particolare attraverso il rappresentante speciale dell'UE per il Corno d'Africa;
Pace e sicurezza regionali
f) riconoscere che l'insicurezza e l'instabilità nel Corno d'Africa rappresentano una seria minaccia per le prospettive economiche e sociali dell'intera Africa, nonché per la sicurezza regionale e dell'UE; contribuire alla sicurezza e alla stabilità regionali con un approccio integrato, promuovendo il legame tra assistenza umanitaria, cooperazione allo sviluppo e pace attraverso la prevenzione civile dei conflitti, la risoluzione pacifica delle controversie, la risoluzione dei conflitti, la mediazione, lo sviluppo di capacità e le attività di riconciliazione; integrare l'inclusione dei giovani come pure la rappresentanza piena, equa e significativa e la partecipazione attiva delle donne nelle questioni legate alla pace e alla sicurezza, anche attraverso la promozione e l'attuazione dell'agenda in materia di giovani, pace e sicurezza e dell'agenda su donne, pace e sicurezza delle Nazioni Unite, formulando impegni concreti a breve e medio termine e individuando modalità per una misurazione e comunicazione oggettive al riguardo; sostenere i processi di titolarità africana all'interno dell'UA, dell'IGAD e della Comunità dell'Africa orientale e affrontare le cause profonde dei conflitti, dell'estremismo e della radicalizzazione, tra cui la povertà estrema e le disuguaglianze, le conseguenze dei cambiamenti climatici, in particolare la scarsità di risorse quali i terreni coltivabili e l'acqua, e le controversie di lunga data sui confini attraverso il sostegno politico, finanziario, operativo e logistico; rafforzare il partenariato strategico UE‑UA in materia di prevenzione e risoluzione dei conflitti e mantenimento della pace; rafforzare la cooperazione con il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana e con le comunità economiche regionali a tale riguardo; promuovere il concetto di sicurezza umana quale complemento agli approcci di sicurezza dello Stato, mettendo misure e istituzioni al servizio delle persone; affrontare la contaminazione dovuta alla presenza di mine terrestri, munizioni a grappolo e altri esplosivi e sostenerne la necessaria rimozione, in quanto impediscono lo sviluppo sociale ed economico e hanno un impatto sproporzionato su bambini, donne e gruppi emarginati;
g) tenere conto delle possibili insicurezze e tensioni legate alla costruzione, da parte dell'Etiopia, della Grande diga del rinascimento etiope come pure alla condivisione delle acque del Nilo con il Sudan e l'Egitto, che si trovano a valle; invitare i tre paesi a tornare al tavolo dei negoziati e collaborare con loro per trovare una soluzione negoziata a livello diplomatico nelle sedi appropriate, sotto l'egida dell'UA e dell'IGAD, tenendo conto dell'interesse dell'Etiopia nei confronti della generazione di energia idroelettrica nonché delle preoccupazioni degli Stati rivieraschi riguardo alla sicurezza idrica e superando i rischi connessi agli atteggiamenti unilaterali rispetto all'uso di risorse ambientali condivise; tenere conto del fatto che gli effetti dei cambiamenti climatici rappresentano una sfida importante per il Corno d'Africa, invitare i paesi della regione ad assicurare una stretta cooperazione per quanto concerne la produzione di energia sostenibile e la condivisione delle risorse e riconoscere che il Green Deal europeo offre importanti opportunità di collaborazione; fornire assistenza finanziaria e tecnica e condividere con i partner africani tecnologie innovative, migliori pratiche e insegnamenti tratti al fine di cogliere i benefici della transizione verde, nonché incrementare gli investimenti a favore della transizione nella regione, tra l'altro per infrastrutture quali le reti energetiche transnazionali;
h) collaborare con i partner e le organizzazioni internazionali onde fornire assistenza e aiuti umanitari tempestivi e sufficienti ai paesi colpiti da conflitti, dall'estrema siccità e da altre calamità naturali come pure dalle ripercussioni dell'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina, che ha contribuito all'aumento vertiginoso dei costi dei generi alimentari e del carburante e alla perturbazione delle catene di approvvigionamento globali; riconoscere i legami esistenti tra la crisi climatica, la pace e i conflitti e prendere atto della necessità di sforzi di costruzione della pace, di adattamento ai cambiamenti climatici e di mitigazione degli stessi per farvi fronte, nonché tenere conto della sicurezza climatica quale elemento centrale di qualsiasi strategia regionale globale; assumere un ruolo guida nel convocare la comunità dei donatori per una conferenza straordinaria dei donatori a favore del Corno d'Africa, al fine di evitare che la regione sia nuovamente colpita dalla fame;
i) riconoscere gli effetti positivi dell'impegno dimostrato dall'UE e dai suoi partner internazionali attraverso missioni e operazioni quali l'operazione Atalanta, la missione dell'UE per lo sviluppo delle capacità in Somalia e il programma dell'UE per la promozione della sicurezza marittima regionale, che mirano sia a prevenire gli attacchi di pirateria prima che avvengano sia a ridurre il tasso di successo di quelli che si verificano, e deplorare il mancato rinnovo della risoluzione 2608 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il che limita purtroppo l'accesso dell'operazione alle acque territoriali somale; elogiare i risultati positivi già conseguiti dalla missione dell'UE per lo sviluppo delle capacità in Somalia nell'applicazione del diritto civile e garantire che la missione disponga dei mezzi e del personale necessari per essere efficace; invitare gli Stati membri a dimostrare un adeguato impegno nei confronti di ATMIS e della missione di formazione dell'UE in Somalia in termini sia di personale che di mezzi, al fine di rafforzare le forze armate somale affinché siano in grado di assumere la responsabilità della sicurezza nel paese, nel pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale in materia di diritti umani; sottolineare la necessità che l'UE confermi la sua posizione di partner credibile per la Somalia attraverso il sostegno ad ATMIS nel quadro di un approccio integrato adottato in coordinamento con le missioni della politica di sicurezza e di difesa comune in Somalia, lo strumento europeo per la pace (EPF), le operazioni di aiuto umanitario e lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale;
j) esprimere preoccupazione per la persistente attività dei gruppi terroristici islamici radicali militanti che operano nel Corno d'Africa e nei paesi vicini, in particolare al-Shabaab, al-Qaeda e Daesh, che sono altamente adattabili e in grado di fare presa in modo duraturo sulla popolazione; chiedere all'UE e agli Stati membri di concentrarsi sulla diffusione del jihadismo nella regione e di fornire un'assistenza mirata ed efficace ai paesi interessati per contrastare sia gli effetti immediati di tale espansione sia le complesse cause profonde alla base dell'estremismo, della radicalizzazione, della violenza, del terrorismo e della vulnerabilità al reclutamento; riconoscere che l'importanza e le capacità operative delle organizzazioni terroristiche nella regione sono ulteriormente rafforzate dalla permeabilità dei confini nazionali e sostenere gli sforzi nazionali e regionali volti a incrementare la sicurezza delle frontiere; collaborare con i singoli paesi e con le organizzazioni regionali, in particolare la Comunità dell'Africa orientale, l'IGAD e la Forza di pronto intervento dell’Africa orientale, al fine di adottare un approccio regionale per combattere il terrorismo e affrontarne le cause profonde;
k) fornire all'UA, alle sue componenti regionali e ai singoli paesi un sostegno ad hoc e basato sulle richieste in relazione ai loro sforzi volti a migliorare le condizioni di sicurezza e stabilità; mantenere il sostegno fornito attraverso la politica di sviluppo delle capacità dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale a sostegno della sicurezza e dello sviluppo come pure attraverso lo strumento europeo per la pace, in particolare l'operazione Atalanta e la missione di formazione dell'UE in Somalia, e garantire che esso sia conforme alla posizione comune dell'UE sulle esportazioni di armi e rispetti pienamente i diritti umani e il diritto umanitario, gli obblighi in materia di valutazione ex ante dei rischi, il monitoraggio permanente della fornitura di tecnologia militare agli attori di paesi terzi e disposizioni efficaci in materia di trasparenza, compresa la tracciabilità e l'uso corretto del materiale fornito ai partner nell'ambito dello strumento europeo per la pace, al fine di contribuire alla costruzione di un settore della sicurezza responsabile, solido e affidabile; sfruttare appieno il potenziale dello strumento europeo per la pace in tal senso e garantire la continuità con il precedente Fondo per la pace in Africa in termini di qualità e di quantità dei finanziamenti a favore delle iniziative a guida africana; garantire che siano rispettati tutti gli impegni di finanziamento a titolo dello strumento europeo per la pace assunti con il Corno d'Africa prima dell'invasione criminale dell'Ucraina da parte della Russia; garantire il finanziamento della componente civile di ATMIS;
Democrazia, diritti umani e Stato di diritto
l) sostenere pienamente le transizioni democratiche, lo Stato di diritto, i processi di costruzione dello Stato e uno spazio politico aperto adeguato ai diversi contesti locali; sostenere le strategie volte a favorire i processi di riconciliazione inclusivi al fine di costituire istituzioni credibili e rappresentative che assicurino la partecipazione delle diverse comunità; collaborare in particolare con la Somalia, l'Etiopia e il Sudan per intensificare gli sforzi volti a includere le comunità sottorappresentate e le donne nella politica e negli organi di governo di alto livello e assistere i paesi partner nel far fronte alla disaffezione e alla mancanza di fiducia nei confronti delle autorità nazionali attraverso misure di rafforzamento della fiducia; essere pronti a inviare, ove necessario, missioni di osservazione elettorale dell'UE a sostegno dei processi elettorali prima e durante le elezioni; riconoscere il potenziale della diplomazia parlamentare quale strumento per promuovere il dialogo e costruire un partenariato olistico tra l'UE, l'UA e i singoli paesi;
m) collaborare con le controparti africane dell'UE e intensificare la cooperazione con la società civile per individuare e affrontare le sfide e priorità principali nella regione, tra l'altro in materia di dignità e diritti umani, diritti democratici e fondamentali, sfide legate allo Stato di diritto e mitigazione della crisi sanitaria della COVID-19; invitare le autorità nazionali a rispettare le linee guida sulla libertà di riunione e di associazione adottate dalla Commissione africana per i diritti dell'uomo e dei popoli e a rispettare la libertà dei media, tra l'altro garantendo che gli organi di informazione possano operare in modo indipendente; manifestare preoccupazione per il perdurare di violenze e discriminazioni basate sull'orientamento sessuale, l'identità di genere, l'espressione e le caratteristiche sessuali; invitare le autorità nazionali ad abrogare le disposizioni discriminatorie, anche attraverso la revisione dei loro codici penali; rafforzare il sostegno nei confronti dei difensori dei diritti umani nella regione; dar prova di flessibilità nell'utilizzo di tutti gli strumenti disponibili e attuare pienamente gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani garantendo il rispetto dei meccanismi di protezione interna e il coordinamento nella concessione dei visti a coloro che intendono lasciare il paese; invitare le autorità nazionali della regione ad assicurare un ambiente di lavoro favorevole alla società civile, nonché misure legislative specifiche per riconoscere e proteggere i difensori dei diritti umani ed evitare che siano vittime di vessazioni e detenzione arbitraria; riconoscere il nesso esistente tra la corruzione e le diffuse violazioni dei diritti umani e rafforzare il sostegno dell'UE alla lotta alla corruzione nella regione; incrementare la fornitura di assistenza per la sopravvivenza e la sussistenza per aiutare le persone e le comunità colpite dalla siccità, adoperandosi nel contempo per consentire alle comunità di perseguire l'autosufficienza e rafforzare la resilienza agli shock futuri; invitare i governi della regione a garantire che gli operatori umanitari abbiano accesso alle persone bisognose di assistenza;
n) integrare la giustizia di transizione nel suo approccio alla gestione dei conflitti nella regione; dare la priorità, nel quadro del sostegno dell'UE agli sforzi in materia di giustizia di transizione, ai processi guidati a livello locale e nazionale, nonché agli esperti locali e regionali; intensificare il dialogo dell'UE con i paesi partner e con le organizzazioni internazionali e regionali al fine di sostenere la lotta contro l'impunità e promuovere la verità, la giustizia, la riparazione e le garanzie di non ripetizione;
o) invitare i governi a intraprendere azioni volte a proteggere i diritti delle donne e delle ragazze in materia di uguaglianza, salute (compresi la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti) e istruzione e a consentire loro di vivere libere dalla violenza e dalla discriminazione di genere, assicurando un approccio attento alla dimensione di genere onde colmare il crescente divario di genere durante le crisi e conflitti; elogiare i progressi compiuti nel migliorare l'accesso all'assistenza sanitaria nella regione, ad esempio in Kenya e in Uganda, in particolare l'accesso alle cure salvavita contro l'HIV e ad altri servizi per la salute sessuale e riproduttiva, e rafforzare il sostegno dell'UE alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, che sono indispensabili per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e per la realizzazione della parità di genere; razionalizzare le azioni contro le mutilazioni genitali femminili in tutte le attività esterne dell'UE, come richiesto nuovamente dal Parlamento nella sua risoluzione del 12 febbraio 2020, prestando particolare attenzione al Corno d'Africa, in cui si registra la più elevata prevalenza di mutilazioni genitali femminili al mondo, incluse le forme più gravi; invitare le autorità nazionali del Corno d'Africa ad applicare leggi volte a vietare le mutilazioni genitali femminili e a garantirne il rispetto; intensificare le iniziative volte a coinvolgere le donne nella politica per incoraggiare una migliore definizione delle politiche e contribuire a porre fine alle mutilazioni genitali femminili e ai matrimoni forzati;
Sviluppo economico sostenibile e inclusivo – società
p) prendere atto dello sviluppo demografico della regione e riconoscere il ruolo dei giovani e delle donne nel conseguimento di uno sviluppo economico sostenibile; rafforzare il sostegno dell'UE nel settore dell'accesso all'istruzione e alla formazione professionale e del miglioramento delle competenze e della riqualificazione della forza lavoro, in funzione delle esigenze del mercato del lavoro; insistere sul fatto che conferire potere e offrire prospettive reali alle giovani generazioni e alle donne potrebbe portare molteplici benefici all'intera regione; sostenere lo sviluppo delle capacità per la produzione locale di vaccini e contribuire a potenziare i sistemi sanitari locali e a sostenere le riforme strutturali nel settore sanitario; esortare le autorità nazionali a garantire l'accesso universale all'assistenza sanitaria sulla base dei principi di non discriminazione e parità di trattamento; prendere atto che il terrorismo e il jihadismo svolgono un ruolo importante nell'impedire la crescita economica in tutto il Corno d'Africa; prendere atto della presenza economica di Al-Shabaab nel Corno d'Africa attraverso il contrabbando di carbone e l'estorsione di agricoltori, imprese e organizzazioni umanitarie; fornire assistenza tecnica per consentire alla diaspora in Europa di intensificare le relazioni commerciali con la regione, in particolare consentendo l'invio delle rimesse attraverso canali legali, trasparenti e affidabili;
q) riconoscere che i cambiamenti climatici arrecano grave pregiudizio al Corno d'Africa, con conseguenze di vasta portata per la stabilità della regione; intensificare le azioni comuni nella lotta ai cambiamenti climatici, in particolare per quanto riguarda la mitigazione, l'adattamento, la resilienza e la gestione del rischio di catastrofi; condividere i vantaggi del Green Deal europeo, sanciti dalla normativa europea sul clima, con i nostri partner e sostenerli nell'adozione dei loro programmi di transizione climatica condividendo le migliori pratiche e allineando le iniziative dell'UE in questo settore con le iniziative africane esistenti; prestare particolare attenzione alle implicazioni dei cambiamenti climatici in termini di sicurezza umana e alimentare e alla necessità che l'UE e i suoi partner conducano una politica di sicurezza e di difesa a prova di clima, in linea con le ambizioni della tabella di marcia dell'UE sui cambiamenti climatici e la difesa nel quadro della bussola strategica per la sicurezza e la difesa; cooperare con le controparti africane nell'adozione di modalità nuove e innovative per sfruttare pienamente il potenziale della regione, anche attraverso lo scambio di migliori pratiche e l'adozione di nuove tecnologie per un'agricoltura sostenibile che rafforzerebbe l'imprenditorialità locale, con l'obiettivo ultimo di ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti alimentari e agricoli e di stimolare una crescita economica inclusiva e sostenibile; sostenere le richieste dei PMS di fornire finanziamenti specifici per le perdite e i danni associati agli effetti negativi dei cambiamenti climatici e sostenere la ricostruzione delle regioni colpite e il loro rilancio economico mediante l'adozione di misure speciali supplementari per il finanziamento della ricostruzione e della ripresa; prendere in considerazione la possibilità di incoraggiare gli Stati membri a ricorrere ulteriormente a una sospensione, riduzione o cancellazione del debito mirate, da valutare caso per caso, a favore dei PMS e dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo più vulnerabili, con l'obiettivo specifico di contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici, nell'ambito di un quadro internazionale più ampio;
r) promuovere il coordinamento e la cooperazione con le pertinenti direzioni generali della Commissione, al fine di garantire che la revisione della politica commerciale dell'UE porti a una crescita economica sostenibile per la regione, in particolare rendendo pienamente applicabili i capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile degli accordi di libero scambio; osservare che sono necessari sforzi per prevenire le violazioni dei diritti umani e gli abusi ambientali da parte delle imprese con sede nell'UE che operano nel Corno d'Africa e garantire che la futura direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità sia adeguata allo scopo e porti a progressi effettivi in termini di diritti umani e ambiente per le comunità locali; adoperarsi in modo particolare per valutare e prevenire qualsiasi violazione legata alle politiche, ai progetti e ai finanziamenti dell'UE nella regione, anche creando un meccanismo di reclamo per i singoli o i gruppi i cui diritti possono essere stati violati dalle attività dell'UE in tali paesi; esortare le istituzioni finanziarie pubbliche, compresa la Banca europea per gli investimenti, insieme alla Commissione, ad assicurarsi che gli investimenti dell'UE siano in linea con gli obiettivi internazionali in materia di ambiente e clima, in particolare l'accordo di Parigi e l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e siano utilizzati per guidare una transizione climatica giusta sulla falsariga degli obiettivi del Green Deal europeo; garantire che nessun investimento nella regione finanzi i settori che alimentano la crisi climatica, principalmente le industrie dei combustibili fossili;
s) prestare particolare attenzione ai numerosi progetti a livello locale, in particolare nelle zone più remote, che sono meno invasivi dal punto di vista ambientale ma più efficaci nel migliorare la vita delle persone, ossia i sistemi di energia solare non collegati alla rete, gli impianti di irrigazione e di depurazione delle acque e i servizi igienico-sanitari e garantire che gli investimenti dell'UE nell'energia sostenibile in Africa vadano principalmente a beneficio della popolazione locale, con l'obiettivo di porre fine alla povertà energetica; invitare l'UE ad aiutare gli agricoltori del Corno d'Africa a ridurre la loro dipendenza dai fertilizzanti minerali e a trovare alternative agronomiche attraverso la sua politica estera e di sviluppo per affrontare l'impatto climatico e ambientale dei fertilizzanti; esorta gli Stati membri a cooperare con la Commissione per assegnare la priorità ai partenariati con le imprese nazionali nei paesi meno sviluppati che perseguono modelli aziendali sostenibili e inclusivi;
Migrazione
t) sottolineare che i paesi del Corno d'Africa sono tra i principali paesi di origine, transito e destinazione di flussi migratori significativi verso altri paesi della regione, nonché verso l'Unione; adottare un approccio alla cooperazione in materia di migrazione che sia olistico, sensibile ai conflitti, specifico al contesto e che ponga l'essere umano al centro, in linea con il processo di Khartoum, con il Patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare e con il lavoro del Forum regionale ministeriale sulla migrazione per l'Africa orientale e il Corno d'Africa, tenendo conto dei diversi fattori di migrazione nella regione e delle vulnerabilità persistenti dei migranti, rispettando i diritti dei migranti e dei rifugiati e riconoscendo i vantaggi della migrazione circolare e della mobilità regionale nell'intera regione; cooperare con i partner dell'UE per riprendere le attività del processo di Khartoum per riconfigurarlo in modo che rispecchi le realtà attuali e le varie limitazioni ai viaggi; sviluppare un partenariato a lungo termine incentrato su una migrazione sicura, ordinata e regolare; trovare una soluzione sostenibile con i paesi partner del Corno d'Africa per attenuare le conseguenze della migrazione verso le frontiere esterne europee; promuovere una cooperazione rafforzata in materia di sicurezza delle frontiere e lotta contro le attività criminali transfrontaliere, compresi la tratta di esseri umani e il commercio illecito di armi e di beni culturali; garantire che tutti gli accordi di cooperazione in materia di migrazione e di riammissione con la regione rispettino rigorosamente i diritti umani internazionali e il diritto sui rifugiati, in particolare la Convenzione sullo status dei rifugiati del 1951 e il relativo protocollo del 1967; garantire che le risorse finanziarie mobilitate attraverso i fondi fiduciari dell'UE si concentrino su progetti in grado di affrontare le cause profonde della migrazione nel lungo termine;
u) fornire assistenza immediata e sostegno a lungo termine ai paesi che ospitano e assistono i rifugiati al fine di garantirne la protezione; facilitare il reinsediamento degli sfollati e degli sfollati interni; coordinare gli sforzi diplomatici per invitare i governi dei paesi della regione coinvolti nei conflitti in corso a fermare gli attacchi indiscriminati contro i civili e le infrastrutture civili e per proteggere la popolazione civile, anche usando tutti gli accorgimenti necessari per garantire che i rifugiati e gli sfollati interni siano protetti e abbiano pieno accesso agli aiuti umanitari, compresi il cibo, l'acqua e un riparo; fornire sostegno ai paesi della regione per integrare gli sforzi volti a sostenere adeguate riforme per garantire una migliore gestione della mobilità pastorale e ridurre la vulnerabilità economica durante le crisi quali la siccità, al fine di controllare meglio i fattori che contribuiscono alle tensioni e ai conflitti che coinvolgono le comunità pastorali;
Integrazione regionale
v) adottare un approccio "team Europe" nella regione, cooperando con l'UA, le organizzazioni regionali e un'ampia gamma di partner e di attori, anche del settore privato, a sostegno di iniziative assunte dalla parte africana; continuare a monitorare e a sostenere l'iniziativa per il Corno d'Africa, di cui l'UE è un partner strategico, e il suo obiettivo di accumulare capitali per sostenere la connettività e sbloccare le opportunità nella regione, creare posti di lavoro, mitigare i rischi emergenti, rafforzare la resilienza e aprire la strada a migliori relazioni di vicinato;
w) riconoscere che un'infrastruttura sicura ed efficiente è fondamentale per uno sviluppo coerente, sostenibile ed equo nella regione; sfruttare appieno il potenziale delle nuove iniziative promosse dall'UE volte a rafforzare l'integrazione e la connettività regionali; aumentare la consultazione e il coordinamento con le controparti africane nella definizione di progetti specifici da sviluppare nel quadro del Global gateway, sulla base dei risultati positivi del sesto vertice UE-UA; illustrare adeguatamente il Global Gateway come piano a lungo termine più verde, più equo e più sostenibile, in particolare rispetto alle alternative proposte da altri attori; sostenere i paesi della regione che intendono aderire all'Organizzazione mondiale del commercio e sostenere l'attuazione dell'area di libero scambio continentale africana e continuare a sostenere e rafforzare l'UA, la Comunità dell'Africa orientale e l'IGAD per promuovere la cooperazione economica, aumentare l'integrazione regionale e promuovere la stabilità e la diplomazia; riconoscere che le prospettive di stabilizzazione e di sviluppo sostenibile del Corno d'Africa sono profondamente collegate a quelle delle regioni vicine; prendere in considerazione l'opportunità di sviluppare una strategia dell'UE per il Mar Rosso e il Golfo di Aden;
Influenza di soggetti terzi
x) sottolineare la loro preoccupazione per le influenze e le rivalità sempre più diffuse e multiformi di terzi che non condividono i valori e gli obiettivi dell'UE nella regione, tra cui Cina e Russia, che operano con l'ambizione di promuovere interessi strettamente bilaterali; riconoscere che la crescente presenza di tali attori nella regione, in particolare nei settori dell'economia, dell'energia, della sicurezza – compresa la sicurezza marittima – e militare, anche attraverso campagne di propaganda e disinformazione volte ad amplificare il ruolo che svolgono, compromettendo nel contempo le azioni dei loro concorrenti, compresa l'UE, mette a repentaglio la pace regionale, gli sforzi e l'assistenza europei e il ruolo dell'UE quale partner privilegiato; prendere in considerazione la possibilità di intraprendere azioni idonee a contrastare tali interferenze; promuovere il sostegno dell'UE attraverso un approccio olistico alla regione, promuovendo la cooperazione economica e la prevenzione dei conflitti rispetto all'approccio degli attori terzi, che mira a esacerbare un contesto frammentato e ad aggravare le preoccupazioni geopolitiche; fare il punto sugli investimenti sistematici e multisettoriali della Cina nella regione, valutandone nel contempo le conseguenze, compresa la maggiore dipendenza degli Stati africani, e affrontando la crescente presenza e influenza della Cina; invitare le autorità turche ad allinearsi alle politiche dell'UE e a coordinare meglio gli sforzi con le iniziative dell'UE, in particolare la missione di formazione dell'UE in Somalia, al fine di essere più efficaci e conseguire risultati migliori in termini di sicurezza e stabilità, favorendo così una transizione democratica reale e rapida; rafforzare il coordinamento con le controparti africane nella definizione dei settori prioritari a cui destinare gli investimenti dell'UE e stanziare risorse sufficienti per conseguire i risultati prefissati; prendere atto dell'incremento di forze militari di terzi nella regione, in particolare dei piani avanzati della Russia per la costruzione di una base navale sulla costa sudanese di fronte al Mar Rosso, e dell'inaugurazione da parte della Cina di una base militare a Gibuti nel 2017; prestare particolare attenzione alle crescenti attività delle imprese di sicurezza private, come il gruppo Wagner patrocinato dalla Russia, che opera in Sudan, ostacolando la transizione democratica e sfruttando le debolezze interne a scapito delle popolazioni locali, al fine di evitare le analoghe ripercussioni negative osservate in altre regioni, e cooperare strettamente con l'UA e i singoli paesi del Corno d'Africa per creare e rendere operativo un apparato di sicurezza nazionale efficiente, responsabile e affidabile in ciascun paese; invitare tutti gli Stati membri dell'UE a ratificare la Convenzione internazionale contro il reclutamento, l'uso, il finanziamento e l'addestramento dei mercenari; valutare l'impatto della guerra della Russia contro l'Ucraina sull'influenza dell'UE nella regione;
y) rafforzare le comunicazioni strategiche attraverso campagne di sensibilizzazione del pubblico efficaci e basate sui fatti per essere maggiormente presenti a livello locale e informare circa le azioni e gli obiettivi dell'UE e le iniziative promosse dall'UE nella regione, per aumentare la visibilità dell'UE e sottolineare l'obiettivo di generare valore aggiunto per le comunità locali, lo sviluppo sostenibile, la pace e la sicurezza e la crescita inclusiva, contrastando nel contempo la disinformazione e le narrazioni false da parte di terzi; incaricare la rappresentante speciale dell'UE per il Corno d'Africa a porre l'accento sulle attività regionali e a rafforzare la visibilità, la presenza e il coinvolgimento dell'UE con tutti i paesi della regione al fine di promuovere relazioni più strette; garantire una maggiore trasparenza e visibilità del lavoro della rappresentante speciale dell'UE, anche riferendo pubblicamente sulle visite nei paesi per consentire il controllo pubblico delle sue azioni al fine di garantire che la rappresentante speciale dell'UE dia priorità al sostegno ai diritti umani e alla democrazia nel suo impegno con i suoi interlocutori della regione e si impegni in modo proattivo con gli attori della società civile, i difensori dei diritti umani e le voci del dissenso, che potrebbero essere minacciati o presi di mira dalle autorità locali;
Questioni specifiche per paese
z) nell'affrontare le seguenti questioni specifiche relative ai paesi del Corno d'Africa:
Gibuti
i) riconoscere l'importanza geostrategica di Gibuti; prendere atto del contributo positivo di Gibuti alla pace, alla sicurezza e alla cooperazione regionale nella regione del Corno d'Africa, in particolare nell'ospitare la piattaforma logistica operativa Atalanta e la presenza militare degli Stati membri dell'Unione; sottolineare che i progetti di costruzione a Gibuti sono in gran parte finanziati dalla Cina con investimenti infrastrutturali stimati a 9,8 miliardi di USD; esprimere preoccupazione per l'istituzione di una base navale cinese a Gibuti per la proiezione militare a lungo raggio e per l'acquisizione, da parte della Cina, del porto strategico di Doraleh e per l'aumento del debito pubblico estero di Gibuti contratto tramite prestiti dalla Cina; cooperare con il paese, che è al crocevia di una delle rotte migratorie più transitate al mondo, nel sostenere i suoi sforzi volti ad ospitare i rifugiati della regione e l'attuazione dei suoi impegni a livello globale e regionale; condividere le competenze e le migliori pratiche dell'UE nella gestione dell'acqua, dal momento che Gibuti è uno dei paesi più aridi al mondo che fa fronte a siccità estreme; deplorare il fatto che nessun media indipendente sia stato autorizzato a trasmettere da Gibuti; chiedere che sia garantita la protezione delle fonti dei media indipendenti di Gibuti, che non hanno altra scelta se non trasmettere ed esprimersi dall'estero;
Eritrea
ii) condannare il totale allineamento dell'Eritrea alla narrazione e alla propaganda russa ed esprimere preoccupazione per il fatto che l'Eritrea potrebbe diventare una piattaforma per l'influenza russa nel Corno d'Africa; invitare le autorità eritree a porre fine al loro coinvolgimento militare nel conflitto civile etiope, facilitando anche un accordo di pace tra le autorità federali etiopi e il Fronte popolare di liberazione del Tigray che includa la cessazione degli attacchi missilistici del gruppo sul suolo eritreo; invitare le autorità eritree ad adottare misure concrete per la riconciliazione interna e rilasciare tutti i prigionieri politici senza condizioni, incluso lo scrittore e giornalista svedese-eritreo David Isaak, detenuto dal 2001; monitorare costantemente la situazione interna e prendere in considerazione una graduale e proporzionata riduzione delle sanzioni dell'UE qualora si registrino miglioramenti tangibili e oggettivi;
Etiopia
iii) sostenere tutti gli sforzi diplomatici volti a porre fine al conflitto in corso in Etiopia, che è un attore importante nel Corno d'Africa, sia a livello nazionale sia in seno ai consessi forniti dalle Nazioni Unite e da altri partner internazionali, in particolare l'UA e il suo inviato Olusegun Obasanjo, al fine di dare priorità a un accordo su un cessate il fuoco permanente, un accesso umanitario senza restrizioni a tutte le aree e il ritiro immediato delle forze eritree e per facilitare la riconciliazione interna; insistere sul fatto che il dialogo nazionale avviato di recente dal primo ministro Abiy Ahmed deve essere il più inclusivo, ampio e trasparente possibile, con la partecipazione di rappresentanti della società civile, al fine di conseguire l'obiettivo di essere un vero catalizzatore della riconciliazione; coordinare il sostegno tra le pertinenti istituzioni nazionali e internazionali e il governo etiope a favore della ripresa delle strutture e dei servizi pubblici sanitari, educativi e di altra natura, compresi i servizi di soccorso agli sfollati interni e alle popolazioni colpite dal conflitto; prendere atto della relazione di Amnesty International e Human Rights Watch sui crimini contro l'umanità e la pulizia etnica nel Tigray occidentale; accogliere con favore l'istituzione di una commissione internazionale di esperti in materia di diritti umani da parte del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, al fine di condurre un'indagine approfondita e imparziale sulle accuse di violazioni e di abusi commessi in Etiopia a partire dal 3 novembre 2020 da tutte le parti in conflitto; sostenere la giustizia di transizione per chiamare i responsabili delle violazioni dei diritti umani a rispondere dei gravi crimini commessi nel contesto del conflitto in Etiopia, in particolare sostenendo il ruolo di tutte le istituzioni coinvolte, quali la commissione etiope per i diritti umani, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e la Corte penale internazionale; prendere atto di alcuni sviluppi positivi nel paese, quali la tregua umanitaria del 24 marzo 2022 e il rilascio di alcuni prigionieri politici; valutare attentamente gli sviluppi in Etiopia al fine di adottare ulteriori misure in caso di deterioramento della situazione; essere pronti, allo stesso tempo, a ripristinare gradualmente il sostegno al bilancio e l'assistenza dell'UE se vengono soddisfatte determinate condizioni minime, tra cui la cessazione delle ostilità, l'accesso umanitario completo e senza ostacoli in tutta l'Etiopia, compresa la regione del Tigray, e il ritiro delle truppe eritree dal paese;
Kenya
iv) sottolineare il potenziale del Kenya quale attore chiave nel Corno d'Africa in termini politici ed economici per il rafforzamento della stabilità regionale e per un ruolo costruttivo nella pace e nella sicurezza; sostenere l'impegno a favore di un partenariato strategico rinnovato con il Kenya; approfondire le relazioni UE-Kenya sfruttando appieno il potenziale del dialogo strategico UE-Kenya; accogliere con favore la decisione di inviare una missione di osservazione elettorale dell'UE per le elezioni presidenziali dell'agosto 2022; accogliere con favore gli sforzi del Kenya in termini di cooperazione di fronte alle sfide ambientali e, in particolare, l'approvazione a Nairobi nel marzo 2022, durante l'Assemblea per l'ambiente delle Nazioni Unite, di una risoluzione volta a porre fine all'inquinamento da plastica ed elaborare un accordo internazionale giuridicamente vincolante entro il 2024;
Somalia
v) ricordare che la minacciosa situazione della sicurezza in Somalia è molto preoccupante e che, se non contenuta in modo solido, potrebbe costituire un fattore importante di destabilizzazione dell'intero Corno d'Africa e anche oltre; accogliere con favore la conclusione delle elezioni presidenziali somale e il trasferimento pacifico del potere; invitare il presidente neoeletto a formare un gabinetto inclusivo e il nuovo governo a compiere progressi in merito alle priorità nazionali critiche, anche affrontando la drammatica situazione umanitaria nel paese; valutare la ripresa del sostegno da parte dell'Europa; accogliere con favore gli effetti positivi dell'impegno dell'UE in Somalia; sottolineare l'evidente valore aggiunto delle missioni consultive per le strutture di comando e incoraggiare in tal modo l'impegno degli attori europei nelle operazioni di formazione dell'UE; sostenere appieno gli sforzi della missione dell'Unione africana in Somalia (ATMIS) per promuovere i diritti umani in Somalia e gli sforzi di mantenimento della pace contro al-Shabaab, che minaccia la sicurezza della democrazia e dello Stato di diritto nel paese; cooperare con le istituzioni dell'Unione africana e somale per rivedere il mandato dell'ATMIS, incentrandosi sul rafforzamento istituzionale e fornendo un sostegno finanziario sufficiente attraverso lo strumento europeo per la pace; coordinare gli sforzi con l'UA e con l'IGAD per stimolare un processo di costruzione della nazione in Somalia che ponga al centro la società civile; assicurarsi che la revisione dell'ATMIS vada di pari passo con il progressivo rafforzamento delle forze armate somale e dell'apparato di sicurezza civile, che dovrebbero diventare i garanti finali della sicurezza nel paese; consultarsi con le autorità somale al fine di individuare nuove forme di cooperazione bilaterale con l'UE per rafforzare la capacità della Somalia di garantire la sicurezza marittima ed evitare qualsiasi rischio di ricomparsa della pirateria nelle sue acque territoriali; sostenere una valutazione approfondita delle prestazioni delle truppe dell'ATMIS alla luce degli sforzi volti a prevenire i crimini perpetrati dagli eserciti regolari in Somalia;
Sud Sudan
vi) sostenere appieno la rapida attuazione dell'accordo di pace in Sud Sudan, anche attraverso le principali strutture di monitoraggio, la commissione congiunta ricostituita di monitoraggio e valutazione e il meccanismo di verifica e monitoraggio del cessate il fuoco e degli accordi di sicurezza transitori, nonché fornire sostegno finanziario a questi organismi attraverso l'UA e l'IGAD; coordinarsi con altri attori internazionali e regionali in Sud Sudan, quali l'UA, l'IGAD, le Nazioni Unite e la troika (Stati Uniti, Regno Unito e Norvegia) per mantenere un forte impegno nel fare pressione sul governo di transizione rivitalizzato di unità nazionale, al fine di continuare ad attuare l'accordo rivitalizzato sulla risoluzione del conflitto nella Repubblica del Sud Sudan, in particolare i suoi compiti pre-transitori, compresa la rappresentanza femminile, come specificato nell'accordo;
Sudan
vii) ribadire la condanna del colpo di Stato militare dell'ottobre 2021 e le violenze commesse durante la successiva repressione; coordinarsi con altri attori della regione per esercitare pressioni sui militari affinché stabiliscano un calendario chiaro per il ripristino del governo civile, che porti quanto prima a elezioni politiche eque, aperte e trasparenti; invitare le autorità politiche civili a rafforzare il coordinamento e la cooperazione al fine di presentare piani chiari per garantire una transizione pacifica; sostenere la società civile e gli attivisti sul campo e chiedere la liberazione degli attivisti pacifici e dei prigionieri politici detenuti; sostenere le iniziative delle Nazioni Unite nel paese e le consultazioni e il processo politico avviato dalla missione integrata di assistenza delle Nazioni Unite per la transizione in Sudan al fine di ristabilire l'ordine costituzionale e facilitare il cammino del paese verso la trasformazione civile e democratica; rafforzare l'azione dell'UE sul campo in termini di aiuti umanitari e sostegno diretto alla popolazione, migliorando le condizioni di vita delle comunità locali e riducendo nel contempo l'esposizione alle influenze russe e cinesi; esprimere profonda preoccupazione per la creazione prevista di una base navale russa a Port Sudan, che avrebbe ripercussioni negative per la pace e la sicurezza del Mar Rosso;
Uganda
viii) riconoscere il ruolo importante svolto dall'Uganda nel processo di mediazione che ha portato all'accordo di pace in Sud Sudan; accogliere con favore il contributo delle forze armate ugandesi all'ATMIS e coordinarsi con il paese per quanto concerne il futuro della missione; sostenere il "nuovo piano parrocchiale" nazionale e altri sforzi volti a contrastare la povertà attraverso un approccio capillare; deplorare le condizioni in cui si sono svolte le elezioni presidenziali del gennaio 2021 e invitare le autorità nazionali ugandesi a promuovere uno spazio politico aperto che possa portare a elezioni eque e trasparenti, astenendosi nel contempo dal limitare l'accesso ai media e ai social media; sottolineare che il diritto al consenso informato libero e preventivo delle popolazioni indigene e delle comunità locali è sancito dal diritto internazionale e invitare le autorità nazionali ugandesi a rispettare tutti i diritti umani fondamentali in tutte le occasioni; esprimere preoccupazione, a tale riguardo, per le gravi violazioni dei diritti umani segnalate nel progetto di oleodotto per il trasporto del greggio nell'Africa orientale e per i rischi associati di danni irreversibili all'ambiente e al clima; invitare l'UE ad adottare con urgenza la direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità onde chiamare le imprese europee a rispondere delle loro azioni quando le loro attività sono collegate a tali violazioni;
°
° °
2. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e, per conoscenza, all'Unione africana, all'Autorità intergovernativa per lo sviluppo e all'ONU.
INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
13.7.2022 |
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Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
45 8 12 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Alexander Alexandrov Yordanov, François Alfonsi, Maria Arena, Petras Auštrevičius, Traian Băsescu, Anna Bonfrisco, Reinhard Bütikofer, Fabio Massimo Castaldo, Susanna Ceccardi, Anna Fotyga, Michael Gahler, Kinga Gál, Giorgos Georgiou, Klemen Grošelj, Balázs Hidvéghi, Peter Kofod, Dietmar Köster, Andrius Kubilius, David Lega, Miriam Lexmann, Antonio López-Istúriz White, Jaak Madison, Thierry Mariani, Pedro Marques, David McAllister, Sven Mikser, Francisco José Millán Mon, Matjaž Nemec, Gheorghe-Vlad Nistor, Demetris Papadakis, Kostas Papadakis, Tonino Picula, Manu Pineda, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Mounir Satouri, Andreas Schieder, Jordi Solé, Tineke Strik, Hermann Tertsch, Dragoş Tudorache, Hilde Vautmans, Idoia Villanueva Ruiz, Viola von Cramon-Taubadel, Thomas Waitz, Charlie Weimers, Isabel Wiseler-Lima, Salima Yenbou, Bernhard Zimniok |
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Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Anna-Michelle Asimakopoulou, Nicola Beer, Robert Biedroń, Vladimír Bilčík, Arnaud Danjean, Markéta Gregorová, Rasa Juknevičienė, Alessandra Moretti, Paulo Rangel, Ramona Strugariu, Elena Yoncheva, Javier Zarzalejos |
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Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale |
Colm Markey, Maria Spyraki |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
45 |
+ |
ECR |
Anna Fotyga, Charlie Weimers |
ID |
Anna Bonfrisco, Susanna Ceccardi |
NI |
Fabio Massimo Castaldo |
PPE |
Vladimír Bilčík, Michael Gahler, Rasa Juknevičienė, Antonio López-Istúriz White, Colm Markey, Francisco José Millán Mon, Paulo Rangel, Maria Spyraki, Isabel Wiseler-Lima, Javier Zarzalejos |
RENEW |
Petras Auštrevičius, Nicola Beer, Klemen Grošelj, Ramona Strugariu, Dragoş Tudorache, Hilde Vautmans, Salima Yenbou |
S&D |
Maria Arena, Robert Biedroń, Dietmar Köster, Pedro Marques, Sven Mikser, Alessandra Moretti, Matjaž Nemec, Demetris Papadakis, Tonino Picula, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Andreas Schieder, Elena Yoncheva |
VERTS/ALE |
François Alfonsi, Reinhard Bütikofer, Markéta Gregorová, Mounir Satouri, Jordi Solé, Tineke Strik, Viola von Cramon-Taubadel, Thomas Waitz |
8 |
- |
ID |
Peter Kofod, Jaak Madison, Thierry Mariani, Bernhard Zimniok |
NI |
Kostas Papadakis |
THE LEFT |
Giorgos Georgiou, Manu Pineda, Idoia Villanueva Ruiz |
12 |
0 |
ECR |
Hermann Tertsch |
NI |
Kinga Gál, Balázs Hidvéghi |
PPE |
Alexander Alexandrov Yordanov, Anna-Michelle Asimakopoulou, Traian Băsescu, Arnaud Danjean, Andrius Kubilius, David Lega, Miriam Lexmann, David McAllister, Gheorghe-Vlad Nistor |
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti
- [1] GU C 385 dell'22.9.2021, pag. 24.
- [2] GU C 494 dell'8.12.2021, pag. 80.
- [3] GU C 224 dell'8.6.2022, pag. 99.
- [4] GU C 117 dell'11.3.2022, pag. 114.
- [5] Testi approvati, P9_TA(2022)0013.
- [6] GU C 425 dell'20.10.2021, pag. 132.
- [7] GU C 132 dell'24.3.2022, pag. 205.
- [8] GU C 465 dell'17.11.2021, pag. 154.
- [9] GU C 202 dell'28.5.2021, pag. 54.
- [10] GU C 395 dell'29.9.2021, pag. 50.
- [11] GU C 50 dell'9.2.2018, pag. 57.
- [12] GU C 307 dell'30.8.2018, pag. 92.
- [13] GU C 76 dell'28.2.2018, pag. 35.
- [14] GU C 294 del 23.7.2021, pag. 8.