RELAZIONE sull'accesso all'acqua in quanto diritto umano – dimensione esterna
20.9.2022 - (2021/2187(INI))
Commissione per gli affari esteri
Relatore: Miguel Urbán Crespo
Relatore per parere (*): Stéphane Bijoux, commissione per lo sviluppo
(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 57 del regolamento
PR_INI
INDICE
Pagina
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
PARERE DELLA COMMISSIONE PER LO SVILUPPO
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sull'accesso all'acqua in quanto diritto umano – dimensione esterna
Il Parlamento europeo,
– vista la risoluzione n. 64/292 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 28 luglio 2010, che riconosce il diritto umano all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari,
– vista la risoluzione n. 68/157 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 18 dicembre 2013, sul diritto umano all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari,
– vista la risoluzione n. 45/8 del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, del 6 ottobre 2020, sul diritto umano all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari,
– vista la risoluzione n. 48/13 del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, del 8 ottobre 2021, sul diritto umano all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari,
– vista la risoluzione n. 71/222 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 21 dicembre 2016, sul Decennio internazionale di azione "Acqua per lo sviluppo sostenibile" 2018-2028,
– vista la risoluzione 75/212 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 21 dicembre 2020, relativa alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla revisione intermedia globale dell'attuazione degli obiettivi del decennio internazionale d'azione "Acqua per lo sviluppo sostenibile" 2018-2028 (Conferenza delle Nazioni Unite sull'acqua 2023),
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,
– visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,
– viste la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e le osservazioni generali della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali,
– viste la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW), la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità,
– visto il pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato congiuntamente dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017,
– visto il commento generale n. 15 (2002) del Comitato per i diritti economici, sociali e culturali, sul diritto all'acqua,
– vista la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni e la convenzione n. 169 dell'OIL del 1989 sui popoli indigeni e tribali,
– vista la Convenzione del 1992 sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali (Convenzione sull'acqua), inizialmente negoziata come strumento regionale e aperta nel 2016 all'adesione di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite,
– vista la Convenzione del 1997 sulla legge sugli usi non di navigazione dei corsi d'acqua internazionali (Convenzione sui corsi d'acqua),
– visto il protocollo UNECE-OMS del 1999 alla Convenzione su acqua e salute, che offre un quadro per tradurre in pratica i diritti umani all'acqua e ai servizi igienico-sanitari,
– visti gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, in particolare l'OSS n. 6 sull'acqua potabile e i servizi igienico-sanitari, e l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,
– vista la relazione delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche mondiali del 19 marzo 2019, “Leaving No One Behind" (Non lasciare indietro nessuno),
– viste le relazioni "Lo stato dell'alimentazione e dell'agricoltura 2020 e 2021" pubblicate dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO),
– vista la relazione del relatore speciale sui diritti umani all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, sui rischi e gli impatti della mercificazione e della finanziarizzazione dell'acqua sui diritti umani all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, del 16 luglio 2021, nonché la relazione dello stesso, del 21 luglio 2020, sui diritti umani e la privatizzazione dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari,
– vista la relazione delle Nazioni Unite del 2021 sullo sviluppo mondiale delle risorse idriche, sulla valorizzazione dell'acqua,
– visti gli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani, del 17 giugno 2019, sull'accesso all'acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari,
– vista la direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque (direttiva quadro sulle acque)[1],
– vista la direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole[2],
– vista la direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento[3],
– vista la direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano[4],
– vista la comunicazione della Commissione del 19 marzo 2014 relativa all'iniziativa dei cittadini europei "Acqua potabile e servizi igienico-sanitari: un diritto umano universale! L'acqua è un bene comune, non una merce!" (COM(2014)0177),
– vista la direttiva 2008/99/CE del Parlamento e del Consiglio, del 19 novembre 2008, sulla tutela penale dell'ambiente[5],
– viste le conclusioni del Consiglio, del 19 novembre 2018, sugli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani per l'acqua potabile sicura e i servizi igienico-sanitari, e del 19 novembre 2021, sull'acqua nell'azione esterna dell'UE,
– viste l'iniziativa dei cittadini europei "L'acqua è un diritto" (Right2Water) e la sua risoluzione sul seguito all'iniziativa dei cittadini europei Right2Water[6],
– vista la sua risoluzione del 9 giugno 2021 sulla strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita[7],
– vista la sua risoluzione del 10 marzo 2021 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti la dovuta diligenza e la responsabilità delle imprese[8],
– visti gli attuali efficaci metodi di cooperazione transfrontaliera, quali gli scambi di pareri tra i servizi idrici e i servizi di gestione delle acque reflue nei paesi nordici, che risalgono agli anni '80, l'istituzione nel 1970 di un'associazione nordica comune per l'idrologia, la riunione annuale dei consiglieri nordici per l'acqua, i forum nordici sull'acqua e l'ampia cooperazione nordica per quanto riguarda le questioni di gestione delle acque,
– visto l'articolo 54 del suo regolamento,
– visto il parere della commissione per lo sviluppo,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0231/2022),
A. considerando che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto, nella sua risoluzione n. 64/292, il diritto all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari quale diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani; che l'assenza di acqua è incompatibile con la vita e che entrambi i diritti sono interdipendenti ed essenziali per vivere una vita dignitosa; che non vi può essere un accesso sostenibile e universale all'acqua pulita senza catene di servizi igienico-sanitari funzionanti; che l'acqua e i corsi d'acqua hanno inoltre una forte dimensione culturale, spirituale e religiosa, derivante dal loro ruolo fondamentale nella vita della società;
B. considerando che il principio 20 del pilastro europeo dei diritti sociali sull'accesso ai servizi essenziali include un riferimento esplicito al diritto dei cittadini all'acqua e ai servizi igienico-sanitari;
C. considerando che la negazione del diritto umano all'acqua ha ripercussioni sul godimento del diritto alla vita e alla salute e che l'acqua contaminata, la gestione inadeguata delle acque reflue e le carenze igienico-sanitarie sono legate alla trasmissione di gravi malattie e persino alla morte; considerando che i servizi idrici e igienico-sanitari sono uno dei fondamenti della sanità pubblica; che le malattie diarroiche sono la quarta causa di morte tra i bambini al di sotto dei cinque anni di età e una delle principali cause di malnutrizione cronica; che l'accesso all'acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari è indispensabile per garantire la resilienza globale alle pandemie e ad altre malattie infettive e per combattere la minaccia emergente della resistenza antimicrobica;
D. considerando che la pandemia di COVID-19 ha colpito maggiormente le persone più vulnerabili e ha messo in evidenza ancora una volta la necessità di acqua e servizi igienico-sanitari puliti e sufficienti a livello globale; che la disponibilità e l'accesso alla fornitura di acqua e di servizi igienico-sanitari, anche per le persone vulnerabili o emarginate, è fondamentale per combattere la COVID-19;
E. considerando che l'80-90 % delle acque reflue nei paesi in via di sviluppo è scaricato direttamente nei fiumi, nei laghi e nei mari, causando malattie trasmesse dall'acqua e danneggiando gravemente l'ambiente; che la vita di milioni di persone impoverite dipende da fonti d'acqua sane, non solo per la fornitura di acqua potabile, ma anche per la produzione alimentare attraverso l'agricoltura, l'allevamento e la pesca;
F. considerando che il mancato rispetto, protezione e adempimento del diritto umano all'acqua e ai servizi igienico-sanitari spesso ostacola il diritto all'istruzione; che i bambini, e spesso le bambine, sono costretti a camminare una distanza media di sei chilometri al giorno per andare a prendere l'acqua, il che impedisce loro di frequentare la scuola; che i costi di opportunità della raccolta dell'acqua sono ingenti e hanno ripercussioni di vasta portata, poiché riducono considerevolmente il tempo a disposizione per altre importanti attività;
G. considerando che molti bambini abbandonano la scuola a causa di malattie legate all'acqua contaminata o a cattive pratiche in materia di igiene; che un bambino su tre non ha un accesso adeguato all'acqua e ai servizi igienico-sanitari nelle scuole; che la relazione delle Nazioni Unite del 2021 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile evidenzia che, a livello mondiale, più di un quinto delle scuole primarie è privo di accesso ai servizi di base di acqua potabile o a servizi igienici divisi per sesso e più di un terzo non dispone di strutture di base per lavarsi le mani; che molte ragazze sono inoltre costrette ad abbandonare la scuola nei casi in cui non sia possibile accedere a servizi igienici adeguati al loro genere e gestire in maniera dignitosa la mestruazione;
H. considerando che i minori affetti da disabilità hanno inoltre difficoltà ad accedere all'istruzione a causa della mancanza di bagni attrezzati e di adeguati impianti igienico-sanitari; che secondo l'UNESCO, oltre il 90 % di tutti i minori con disabilità non frequenta la scuola e che le ragazze disabili hanno molte più probabilità di abbandonare la scuola rispetto ai ragazzi disabili; che l'acqua potabile è indispensabile per mantenere la concentrazione durante l'apprendimento;
I. considerando che gli svantaggi cui si confrontano molte donne e ragazze, persone affette da talune disabilità e anziani in materia di acqua, servizi igienico-sanitari e igiene si manifestano in svariati modi che incidono sulla loro salute generale, sul benessere e sulla dignità, sulla salute riproduttiva, sull'istruzione, sulla nutrizione, sulla loro sicurezza e sulla loro partecipazione in termini economici e politici; che soprattutto le madri dei minori con disabilità sono costrette a lasciare il proprio lavoro per gestire le necessità igieniche dei loro figli e assicurarne l'istruzione a casa, quando le scuole non dispongono di servizi igienici accessibili;
J. considerando che in molti paesi del Sud del mondo le donne e le ragazze sono tradizionalmente responsabili dell'approvvigionamento idrico domestico e che tali responsabilità le rendono più vulnerabili alle malattie e alla violenza; che le donne e le ragazze, quando raccolgono l'acqua per uso domestico o accedono a strutture igienico-sanitarie fuori dalla loro casa, sono maggiormente a rischio di aggressioni, violenze sessuali e di genere, molestie e altre minacce alla loro sicurezza;
K. considerando che, come riconosciuto dagli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani per l'acqua potabile sicura e i servizi igienico-sanitari, il diritto umano all'acqua e ai servizi igienico-sanitari comprende le dimensioni della disponibilità, accessibilità, accettabilità, qualità e accessibilità economica e i principi dei diritti umani (non discriminazione, responsabilità, trasparenza, partecipazione, ecc.);
L. considerando che l'obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) n. 6 delle Nazioni Unite prevede di garantire che l'intera popolazione mondiale abbia un accesso universale ed equo all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari entro il 2030; che, nonostante i progressi compiuti, tale obiettivo rimane gravemente lontano e sottofinanziato, secondo l'ultima relazione sullo stato delle Nazioni Unite - Acqua, e che permangono sfide significative sia per il suo conseguimento che per affrontare le grandi disuguaglianze tra i paesi e al loro interno nell'accesso all'acqua di base e ai servizi igienico-sanitari;
M. considerando che la relazione delle Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2021 mostra che, nel 2020, 2 miliardi di persone non disponevano ancora di acqua potabile gestita in modo sicuro, 3,6 miliardi non disponevano di servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro e 2,3 miliardi non disponevano di disposizioni di base in materia di igiene e che 129 paesi non erano ancora sulla buona strada per disporre di risorse idriche gestite in modo sostenibile per il 2030; che l'accesso all'acqua crea condizioni favorevoli allo sviluppo economico e che tali condizioni consentiranno alle persone vulnerabili di ottenere l'indipendenza economica;
N. considerando che il conseguimento di un approvvigionamento idrico e di servizi igienico-sanitari universali e gestiti in modo sicuro produrrebbe benefici netti compresi tra 37 e 86 miliardi di USD all'anno tra il 2021 e il 2040;
O. considerando che l'acqua è una risorsa limitata; che l'acqua dolce disponibile per persona è diminuita drasticamente negli ultimi due decenni; che una distribuzione sbilanciata della crescita demografica e lo spopolamento delle zone rurali, l'intensificazione dell'agricoltura, gli effetti dei cambiamenti climatici e il degrado ambientale, nonché alcuni usi abusivi e inquinanti, stanno causando problemi di accesso all'acqua sempre più gravi in molte regioni e causeranno ancora più problemi di accesso in futuro;
P. considerando che gran parte della crescita netta della popolazione mondiale fino al 2050 si registrerà nelle città dei paesi in via di sviluppo, con il conseguente aumento del fabbisogno idrico e alimentare delle zone urbane; che, secondo la relazione 2019 delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche, entro il 2050 potremmo utilizzare oltre il 20-30 % di acqua in più rispetto al consumo attuale e che, secondo la Banca mondiale, la domanda di acqua urbana dovrebbe aumentare del 50-70 % nei prossimi tre decenni;
Q. considerando che 125 dei 154 paesi in via di sviluppo includono le risorse di acqua dolce e gli ecosistemi terrestri e delle zone umide tra le aree di massima priorità nell'ambito dei loro piani nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici, in linea con l'obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) n. 13;
R. considerando che il riscaldamento globale è un'importante causa di carenza idrica; che l'attuale emergenza climatica, con l'aumento di siccità, alluvioni e piogge torrenziali, aggrava le disuguaglianze in termini di distribuzione delle risorse idriche; che circa il 90% di tutte le calamità naturali è legato all'acqua e che l'acqua è responsabile del 70 % di tutti i decessi legati a calamità naturali; che secondo l'"Atlas of Mortality and Economic Losses from Weather, Climate and Water Extremes (1970 - 2019) (Atlante della mortalità e delle perdite economiche dovute agli eventi meteorologici, climatici e idrici estremi - 1970 - 2019), nell'ambito delle prime dieci calamità, gli eventi che hanno causato il maggior numero di perdite di vite umane nel periodo in esame sono stati la siccità, le tempeste e le inondazioni; che, secondo l'OCSE, quasi il 20 % della popolazione mondiale sarà a rischio di inondazioni nel 2050;
S. considerando che lo stress idrico, definito dalle Nazioni Unite come il punto in cui la domanda di acqua è superiore alla quantità disponibile o quando il suo utilizzo è limitato dalla sua scarsa qualità, potrebbe in alcuni casi essere un fattore trainante dello sfollamento e della migrazione indotti; che, secondo le relazioni delle Nazioni Unite in materia di acqua, attualmente cinque delle undici regioni del mondo sono soggette a stress idrico, ovvero i due terzi della popolazione mondiale; che, secondo la relazione sugli obiettivi di sviluppo sostenibile del 2020, la scarsità d'acqua potrebbe provocare lo sfollamento di circa 700 milioni di persone entro il 2030;
T. considerando che la deforestazione, l'accaparramento dei terreni e l'eccessivo sfruttamento delle risorse naturali e delle attività estrattive, anche da parte di gruppi della criminalità organizzata, hanno un impatto considerevole sul livello idrico dei fiumi e dei laghi, alterano il ciclo dell'acqua e contribuiscono al prosciugamento di fiumi e laghi nonché all'inquinamento delle zone sfruttate;
U. considerando che gli ecosistemi d'acqua dolce, pur coprendo meno dell'1 % della superficie terrestre, ospitano più del 10 % di tutte le specie e una delicata biodiversità; che circa il 70 % dell'acqua dolce a livello mondiale viene utilizzata per l'agricoltura, mentre il resto si divide tra usi industriali (19 %), soprattutto nei settori alimentare, tessile, energetico, industriale, chimico, farmaceutico e minerario, e domestici (11 %), ivi compreso il consumo umano;
V. considerando che gli ecosistemi sani consentono di migliorare la quantità e la qualità delle acque, aumentando al contempo la resilienza ai cambiamenti climatici;
W. considerando che l'agricoltura è il maggiore consumatore di risorse di acqua dolce al mondo; che un terzo dei seminativi a livello mondiale è utilizzato per nutrire il bestiame; che la relazione della FAO per il 2020 su "La situazione agroalimentare - superare le sfide idriche nell'agricoltura" indica che è possibile aumentare sensibilmente la produttività alimentare e i redditi rurali ricorrendo a investimenti in nuovi sistemi di irrigazione oppure adeguando e modernizzando quelli esistenti e associando il tutto al miglioramento delle prassi di gestione delle acque, compreso il miglioramento delle pratiche agricole; che l'accaparramento dei terreni ha implicazioni negative per la disponibilità e la qualità dell'acqua, priva le comunità locali di fonti idriche e viola il loro diritto umano all'acqua potabile sicura;
X. considerando che il settore energetico è attualmente responsabile del 10 % dei prelievi di acqua a livello mondiale e si stima che entro il 2040 il consumo di acqua nel suddetto settore aumenterà di circa il 60 %;
Y. considerando che alcune industrie estrattive abusive, e in molti casi illegali, hanno un notevole impatto sulle risorse idriche superficiali o sotterranee, sull'inquinamento e la distruzione di ghiacciai, foreste, zone umide o fiumi e altre fonti d'acqua vitali per il consumo umano;
Z. considerando che l'industria tessile è uno dei settori che consumano più acqua a livello globale e che la produzione tessile e di abbigliamento avviene in alcune tra le regioni del mondo con maggior carenza idrica; che questa industria è classificata come la seconda più inquinante al mondo e che gran parte di tale inquinamento finisce nell'acqua; che la Commissione europea prevede di adottare nei primi quattro mesi del 2022 la cosiddetta "strategia dell'UE in materia di prodotti tessili sostenibili", che mira ad aiutare l'UE a muoversi verso un'economia circolare in cui i prodotti tessili sono progettati per essere più durevoli, riutilizzabili, riparabili, riciclabili ed efficienti dal punto di vista energetico;
AA. considerando che la crescente domanda di acqua sta determinando il sovrasfruttamento delle risorse idriche e che la scarsità di acqua ne ha fatto una risorsa oggetto di controversie; che, secondo le Nazioni Unite, sono circa trecento le aree del mondo in cui si preannuncia un conflitto per l'acqua nel 2025;
AB. considerando che la difesa delle risorse idriche è oggetto di attacchi e che i danni alla qualità dell'acqua sono stati definiti quali reati in molti paesi; che, negli ultimi anni, i difensori dei diritti dell'ambiente e dell'acqua sono stati oggetto di un numero crescente di attacchi, tra cui omicidi, rapimenti, torture, violenze di genere, minacce, molestie, intimidazioni, campagne diffamatorie, criminalizzazione, vessazioni giudiziarie, sfratti forzati e sfollamenti e che è urgentemente necessario sostenerli in modo dinamico e proteggerne la vita e la sicurezza; che diversi finalisti del premio Sacharov per la libertà di pensiero sono sotto attacco per il loro ruolo nella difesa dell'acqua e dei beni comuni; che i difensori delle acque del fiume Guapinol sono stati incarcerati per oltre due anni prima di essere rilasciati; che Lolita Chávez è in esilio da quattro anni per aver difeso il suo territorio contro le attività idroelettriche a Iximulew (Guatemala); che Berta Cáceres è stata assassinata nel 2016 per il suo impegno a difesa dei fiumi Blanco e Gualcarque e che i mandanti non sono ancora stati condannati;
AC. considerando che, secondo Global Witness, oltre un terzo dei difensori della terra e dell'ambiente uccisi nel mondo tra il 2015 e il 2019 apparteneva a comunità indigene, le cui competenze nella gestione del territorio e dell'acqua sono fondamentali per combattere la crisi climatica e la perdita di biodiversità;
AD. considerando che il rifiuto di concedere l'accesso alle risorse idriche e la distruzione delle infrastrutture idriche sono stati utilizzati come tattica essenziale dalle potenze occupanti per annettere territori occupati ed espellere la popolazione dalle proprie terre;
AE. considerando che la direttiva quadro dell'UE sulle acque riconosce che "l'acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale";
AF. considerando che dal 6 dicembre 2020 l'acqua ha iniziato ad essere quotata sul mercato a termine di Wall Street; che secondo Pedro Arrojo, relatore speciale sui diritti umani all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, l'acqua concentra un insieme di valori vitali per le nostre società che le logiche di mercato non riconoscono e, pertanto, non possono gestire adeguatamente, tanto meno in uno spazio finanziario così incline alla speculazione; che, secondo diversi esperti delle Nazioni Unite, l'applicazione di una logica speculativa alla gestione di beni essenziali per la vita e la dignità delle persone viola i diritti umani delle persone che vivono in povertà, aggrava la disuguaglianza di genere e aumenta la vulnerabilità delle comunità emarginate;
AG. considerando che i governi hanno l'obbligo di garantire livelli minimi essenziali di acqua e di servizi igienico-sanitari per tutti; che la relazione del relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani all'acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari, del 16 luglio 2021, sottolinea che l'acqua dovrebbe essere considerata un bene pubblico e dovrebbe essere gestita secondo un approccio basato sui diritti umani, che garantisca il diritto all'acqua e ai servizi igienico-sanitari e la sostenibilità degli ecosistemi acquatici; che l'approvvigionamento idrico e i servizi igienico-sanitari sono servizi d'interesse generale e che i profitti derivanti dal ciclo di gestione dell'acqua dovrebbero servire a coprire le spese e i costi di miglioramento connessi, purché sia salvaguardato l'interesse pubblico;
AH. considerando che, come riconosciuto dagli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani riguardanti l'acqua potabile sicura e i servizi igienico-sanitari, gli Stati sono tenuti a rispettare, proteggere e rispettare tali diritti e che i terzi dovrebbero astenersi rigorosamente dall'interferire con il godimento dei diritti all'acqua e ai servizi igienico-sanitari;
AI. considerando che i lavoratori che lavorano nella catena dei servizi igienico-sanitari sono esposti a numerosi rischi, compresi rischi per la salute derivanti da condizioni di lavoro precarie; che spesso si tratta di lavoratori informali, non tutelati dai diritti del lavoro; che il generale godimento dei diritti all'acqua e ai servizi igienico-sanitari non deve andare a scapito della sicurezza, della dignità e del benessere dei lavoratori di suddetto settore;
1. ribadisce il diritto all'acqua potabile sicura e il diritto ai servizi igienico-sanitari quali diritti umani, in quanto entrambi i diritti sono complementari; sottolinea che l'accesso all'acqua potabile pulita è indispensabile per una vita sana e dignitosa ed è essenziale per sviluppare la dignità umana; sottolinea che il diritto all'acqua rappresenta una condizione necessaria fondamentale per il godimento di altri diritti, e che come tale deve essere guidato da una logica di interesse pubblico e beni comuni;
2. sottolinea che l'accesso adeguato alle strutture WASH e il diritto alla salute e alla vita sono reciprocamente dipendenti e costituiscono un requisito essenziale per la salute pubblica e lo sviluppo umano; pone l'accento sulla necessità di acqua pulita nella prospettiva delle pandemie e chiede misure, strategie e politiche idonee da parte della Commissione, degli Stati membri e dei paesi terzi, affinché sia possibile offrire a tutti un'adeguata protezione;
3. sottolinea che il riconoscimento del diritto all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari quale diritto umano è stato un passo fondamentale sulla strada verso una maggiore giustizia sociale e ambientale; afferma che i progressi potrebbero essere rafforzati aumentando la priorità politica conferita al settore, assicurando una migliore applicazione e il monitoraggio delle politiche in materia e incrementando l'efficienza in termini di finanziamento, responsabilità e partecipazione pubblica, soprattutto rispetto ai più emarginati all'interno della società e in particolare nei paesi in via di sviluppo; sottolinea che, in sede di stanziamento di fondi dell'UE e di programmazione degli aiuti, è opportuno attribuire un'elevata priorità all'assistenza finalizzata ad assicurare la fornitura di acqua potabile sicura e di servizi igienico-sanitari;
4. rammenta la responsabilità degli Stati di promuovere e proteggere tutti i diritti umani, che sono universali, indivisibili, interdipendenti e correlati e che devono essere promossi e applicati in modo giusto, equo e non discriminatorio; ribadisce pertanto che gli Stati devono garantire un accesso universale, adeguato e a prezzi abbordabili ad acqua potabile sufficiente, di qualità e sicura e un migliore accesso all'acqua a fini igienico-sanitari; ricorda che il diritto all'acqua implica che i servizi idrici debbano essere accessibili a tutti e che nessuno deve essere privato del proprio diritto ad accedervi;
5. ricorda che gli Stati che ratificano un trattato sui diritti umani si impegnano a proteggere, rispettare e adempiere agli impegni assunti nei quadri a livello internazionale, nazionale, regionale e locale destinati alla tutela di tali diritti; reputa, in tal senso, che il riconoscimento da parte della comunità internazionale del diritto all'acqua e ai servizi igienico-sanitari dovrebbe includere meccanismi di protezione e applicazione e invita pertanto l'UE a promuovere meccanismi di protezione a livello internazionale, nazionale e regionale per garantire che la realizzazione del diritto all'acqua e ai servizi igienico-sanitari non sia facoltativa per gli Stati, bensì un diritto esigibile; invita l'UE e gli Stati membri a dare il buon esempio e ratificare le pertinenti convenzioni, quali il protocollo su acqua e salute della convenzione del 1992 sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali;
6. esorta l'UE e gli Stati membri a promuovere i diritti all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari in condizioni di sicurezza e il loro sviluppo normativo nei forum multilaterali e regionali, anche sostenendo il mandato del relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari; sottolinea l'importanza del suo lavoro e di quello dei suoi predecessori nonché dei lavori svolti nell'ambito di altri meccanismi delle Nazioni Unite in materia di diritti umani all'acqua e ai servizi igienico-sanitari;
7. sottolinea l'importanza degli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani riguardanti l'acqua potabile sicura e i servizi igienico-sanitari ed esorta le istituzioni dell'Unione e gli Stati membri ad attuarli nei paesi terzi e nei confronti degli stessi, come pure all'interno dei forum multilaterali; sottolinea l'importanza di formare il personale dell'UE al riguardo; invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a riferire periodicamente al Parlamento e alle sue (sotto) commissioni competenti in merito al modo in cui hanno applicato tali orientamenti, fornendo esempi specifici delle loro attività e del loro impatto;
8. invita le delegazioni dell'UE e le missioni degli Stati membri, come indicato negli orientamenti dell'UE, a sollevare le questioni concernenti i diritti all'acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari, nonché la situazione dei difensori dei diritti umani e delle ONG che promuovono tali diritti, nei loro dialoghi bilaterali con i paesi partner, in particolare nel quadro dei dialoghi settoriali e sui diritti umani;
9. sottolinea che i progressi verso il riconoscimento del diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile, come stabilito nella risoluzione 48/13 del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sul diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile, sia a livello internazionale sia a livello dell'Unione, è una condizione abilitante per conseguire l'obiettivo di garantire acqua potabile sicura e servizi igienico-sanitari per tutti; si compiace, a tale riguardo, degli sviluppi normativi a livello internazionale in materia di crimini ambientali, tra cui l'ecocidio;
10. incoraggia i paesi in via di sviluppo ad aderire alle due convenzioni internazionali delle Nazioni Unite sull'acqua, segnatamente la Convenzione delle Nazioni Unite sull'acqua e la Convenzione delle Nazioni Unite sui corsi d'acqua, e ad adoperarsi per la loro piena attuazione, poiché si tratta di strumenti importanti per sostenere la diplomazia dell'acqua, la pace e la prevenzione dei conflitti attraverso la cooperazione idrica transfrontaliera;
11. ritiene che il pieno esercizio del diritto all'acqua dipenda dalla conservazione della biodiversità e del clima e chiede pertanto che la gestione dell'acqua, essendo un bisogno primario per piante, animali ed esseri umani, debba rispondere in via prioritaria agli interessi ambientali e sociali, inclusa l'integrazione professionale e il miglioramento del reddito e delle condizioni di sicurezza delle persone in condizioni di povertà;
12. evidenzia che, migliorando l'approvvigionamento idrico, i servizi igienico-sanitari e la gestione delle risorse idriche è possibile stimolare la crescita economica sostenibile dei paesi e contribuire notevolmente alla riduzione della povertà;
13. pone in rilievo la necessità di interventi preventivi in materia di accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, nonché la necessità di disporre di indicatori affidabili e comparabili per misurare i passi avanti o indietro nell'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari;
14. sottolinea che taluni modelli di sviluppo che favoriscono progetti massicci e attività commerciali su larga scala influiscono negativamente sulla disponibilità e sulla qualità delle risorse idriche in tutti i paesi, aumentano la concorrenza per l'acqua e inaspriscono altri conflitti correlati ad essa; insiste sull'importanza, in tale contesto, di investimenti a favore di soluzioni sostenibili per l'acqua potabile, come il ripristino dello stato di salute degli ecosistemi acquatici, il riciclaggio delle acque reflue, la desalinizzazione dell'acqua di mare nelle zone costiere e il miglioramento dei sistemi fognari, dei sistemi di irrigazione e delle pratiche agricole;
15. sottolinea che la gestione inefficiente delle risorse idriche e l'inquinamento causato da attività industriali abusive incidono negativamente sull'esercizio dei diritti umani all'acqua e ai servizi igienico-sanitari;
16. invita la Commissione a disincentivare le pratiche che rappresentano una minaccia al diritto all'acqua potabile sicura e pulita e ai servizi igienico-sanitari e ad assoggettare tali pratiche a studi di impatto ambientale e in materia di diritti umani;
17. riconosce l'importante lavoro dei difensori dei diritti ambientali, nonché la necessità di offrire loro un sostegno attivo e di proteggerne la vita e l'integrità, con particolare riferimento a coloro che difendono il diritto all'acqua, e condanna fermamente crimini quali omicidi, rapimenti, torture, violenze sessuali e di genere, minacce, molestie, intimidazioni, campagne diffamatorie, criminalizzazione, vessazioni giudiziarie, sgomberi forzati e sfollamento perpetrati da numerosi autori statali e non statali, inclusi governi e società multinazionali;
18. invita l'UE a sostenere l'importante lavoro svolto dai difensori dei diritti ambientali e dalle organizzazioni della società civile; esorta la Commissione, il SEAE e gli Stati membri a rispettare l'impegno assunto negli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani e a monitorare e sollevare singoli casi di difensori dei diritti umani ambientali, in particolare dei vincitori e dei finalisti del premio Sacharov, che vengono attaccati per il loro ruolo nella difesa dell'acqua e dei beni comuni;
19. pone l'accento sulla necessità di promuovere la sicurezza e la libertà dei difensori dei diritti umani ambientali di operare senza violenza e intimidazioni; auspica che le delegazioni dell'Unione attribuiscano priorità al loro sostegno ai difensori dei diritti umani ambientali, rispondano sistematicamente e rigorosamente a qualsiasi minaccia o attacco nei confronti di tali soggetti o dei loro familiari e riferiscano al Parlamento in merito alle azioni intraprese in tali casi; invita l'UE e gli Stati membri a rafforzare i meccanismi di tutela e di prevenzione per i difensori dei diritti umani ambientali; ribadisce la sua richiesta di un sistema coordinato a livello dell'Unione per il rilascio di visti a breve termine per il trasferimento temporaneo dei difensori dei diritti umani, in particolare di quelli che lavorano per promuovere e proteggere i diritti ambientali o i diritti delle popolazioni indigene, che sono particolarmente sotto attacco;
20. chiede che gli Stati rispettino il diritto alla protesta sociale e il diritto all'assemblea pacifica, in particolare nel contesto dell'opposizione a progetti che compromettono il godimento dei diritti umani all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari; invita i funzionari delle delegazioni dell'UE e delle ambasciate degli Stati membri in tale contesto, come indicato negli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani, a visitare i difensori dei diritti umani in stato di detenzione o agli arresti domiciliari e a partecipare ai loro processi in qualità di osservatori;
21. ricorda che le popolazioni indigene svolgono un ruolo importante nella gestione sostenibile delle risorse naturali, comprese le risorse idriche, e nella conservazione della biodiversità; chiede all'UE e ai suoi Stati membri di riconoscere e tutelare i diritti delle popolazioni indigene alla proprietà e al controllo consuetudinario delle loro terre e delle loro risorse naturali, come stabilito nella dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni e nella Convenzione n. 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro, e di rispettare il principio del consenso libero, previo e informato; chiede agli Stati membri che non lo abbiano ancora fatto di ratificare la convenzione n. 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sui popoli indigeni e tribali; esprime particolare preoccupazione per il rilevante impatto dei megaprogetti, tra cui i progetti infrastrutturali, del settore estrattivo o di produzione dell'energia, sui diritti umani all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, in particolare per le popolazioni indigene; ribadisce l'importanza di garantire che siano effettuate valutazioni d'impatto reali e approfondite sui diritti umani e che la popolazione e i gruppi della società civile interessati siano consultati in buona fede e che, ove opportuno, le popolazioni indigene abbiano espresso il loro consenso libero, previo e informato prima dell'avvio di qualsiasi megaprogetto; chiede agli attori statali e non statali di impedire azioni che mettano in pericolo i diritti delle popolazioni indigene, afrodiscendenti e delle comunità contadine alla terra, all'acqua, agli ecosistemi e alla biodiversità, e invita le autorità competenti a riconoscere giuridicamente i loro titoli, proprietà, diritti e responsabilità; insiste sull'importanza di tenere consultazioni aperte, inclusive e partecipative in relazione alle principali decisioni pubbliche in materia di gestione delle risorse idriche;
22. invita la Commissione a verificare attentamente che i progetti infrastrutturali ed energetici finanziati attraverso i diversi strumenti di cooperazione allo sviluppo e di politica esterna, anche attraverso la Banca europea per gli investimenti, rispettino e non mettano in pericolo i diritti umani, ivi compreso il diritto umano all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, e gli obiettivi di sviluppo sostenibile e che non contribuiscano all'espulsione dei popoli indigeni dalle loro terre e territori;
23. sottolinea la necessità di porre una maggiore enfasi su infrastrutture e comunità idriche e igienico-sanitarie sostenibili e resilienti, attraverso l'attuazione di misure di riduzione del rischio di catastrofe e avvalendosi di tutti i necessari strumenti di mappatura dei rischi idrici e sistemi di allarme preventivo; invita la Commissione a sostenere l'acceleratore idrico resiliente ("Resilient Water Accelerator");
24. denuncia il persistere delle disuguaglianze di genere nell'esercizio dei diritti umani all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari e il fatto che la loro carenza porta a discriminazioni di genere; osserva inoltre con preoccupazione che tali disuguaglianze hanno un effetto devastante sui diritti delle donne, in particolare a causa delle esigenze specifiche delle donne e delle ragazze in materia di igiene e salute mestruali, rendendo difficile per le donne e le ragazze condurre una vita sana e sicura; sottolinea che un accesso economicamente conveniente all'acqua e ad adeguati servizi igienico-sanitari (strutture WASH) è un presupposto indispensabile per la salute pubblica e lo sviluppo umano, compreso il diritto all'istruzione delle ragazze, e insiste sulla necessità di attribuire grande priorità al settore WASH nei paesi in via di sviluppo all'interno della politica di sviluppo dell'Unione;
25. chiede che si proteggano le donne e le ragazze da minacce o violenze fisiche, anche dalla violenza sessuale, quando raccolgono l'acqua per uso domestico o accedono a strutture igienico-sanitarie fuori dalla loro casa; chiede di adottare misure per ridurre il tempo speso da donne e ragazze per l'approvvigionamento domestico di acqua, al fine di affrontare l'impatto negativo di servizi idrici e igienico-sanitari scadenti sull'accesso delle ragazze all'istruzione;
26. sottolinea che l'Unione e i suoi Stati membri, di concerto con le Nazioni Unite e la comunità internazionale, devono operare a stretto contatto con i beneficiari degli aiuti esteri allo scopo di eliminare la povertà idrica globale, garantendo nel contempo servizi igienico-sanitari adeguati per tutti; invita tutti gli Stati a rispettare gli impegni assunti nell'ambito della CEDAW, in particolare all'articolo 14, che impone agli Stati parte di provvedere affinché le donne nelle zone rurali abbiano il diritto di godere di condizioni di vita adeguate per quanto riguarda, tra le altre cose, i servizi igienico-sanitari e l'approvvigionamento idrico;
27. invita la Commissione e il SEAE ad applicare un approccio trasformativo e intersezionale sensibile alla dimensione di genere alla gestione delle risorse idriche e ai programmi igienico-sanitari per l'approvvigionamento idrico e a includere politiche accompagnate da piani d'azione concreti e finanziamenti adeguati, conformemente agli strumenti di finanziamento esterno dell'UE e al piano d'azione sulla parità di genere (GAP III), l'agenda dell'UE per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna per il periodo 2021-2025; chiede la promozione della leadership delle donne e la loro piena, effettiva ed equa partecipazione alla pianificazione, al processo decisionale e all'attuazione delle decisioni in materia di gestione dell'acqua e dei servizi igienico-sanitari;
28. sottolinea che l'accesso all'acqua potabile sicura costituisce uno dei principali problemi attuali, in particolare dato che quasi il 60 % delle risorse acquifere attraversa confini territoriali politici; ricorda che il Consiglio, nelle sue conclusioni del 2018, ha condannato l'uso dell'acqua quale arma di guerra e ha considerato che "in tale contesto, la distruzione delle infrastrutture idriche, l'inquinamento delle risorse idriche o la deviazione dei corsi d'acqua in modo da limitare o impedire l'accesso all'acqua potrebbero costituire violazioni del diritto internazionale"; ricorda che la privazione intenzionale di acqua che porta allo sterminio dei civili è un crimine contro l'umanità secondo lo statuto della Corte penale internazionale e che può anche essere considerata un crimine di guerra, in quanto qualsiasi attacco o distruzione di impianti e forniture di acqua potabile e opere di irrigazione è vietato dalle convenzioni di Ginevra del 1949;
29. esprime gravi timori per il fatto che le violazioni del diritto all'acqua e ai servizi igienico-sanitari nei territori occupati hanno l'obiettivo di spostare le persone dai loro territori ed esprime preoccupazione per il rifiuto di concedere l'accesso a risorse idriche e infrastrutture adeguate; ricorda che tutte le popolazioni, comprese quelle occupate, godono del diritto sovrano di controllare la propria ricchezza naturale; esorta le potenze occupanti ad adottare misure immediate per garantire un accesso e una distribuzione equa dell'acqua alle popolazioni che vivono in territori occupati e, in particolare, in linea con la risoluzione 73/255 delle Nazioni Unite del 20 dicembre 2018, a garantire che suddette popolazioni abbiano il controllo delle proprie risorse idriche, compresa la gestione, l'estrazione e la distribuzione dell'acqua;
30. invita l'UE a definire una strategia politica per facilitare soluzioni in tali settori e a incoraggiare i paesi situati nelle più importanti zone dei principali conflitti idrici a firmare la convenzione sull'acqua;
31. esprime profonda preoccupazione per la mancanza di accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari nei campi profughi; pone l'accento sull'obbligo degli Stati di garantire il diritto dei rifugiati ai servizi igienico-sanitari e all'acqua;
32. evidenzia che sebbene l'acqua possa talvolta fungere da indicatore di conflitto, può anche avere un ruolo positivo nel promuovere la pace e la cooperazione; sostiene l'impegno diplomatico dell'Unione sulla cooperazione idrica transfrontaliera quale strumento di pace, sicurezza e stabilità e sottolinea l'importanza della gestione integrata delle risorse idriche e la necessità di maggiore complementarità tra le azioni umanitarie, di sviluppo e di pace, al fine di affrontare i bisogni urgenti e intervenire in anticipo per affrontare le cause profonde e prevenire l'insorgere di crisi umanitarie in relazione all'acqua e ai servizi igienico-sanitari;
33. sottolinea che le imprese di tutto il mondo devono garantire che le loro attività non violino il godimento del diritto umano di accesso all'acqua potabile o non ne abusino, in linea con i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e con le dichiarazioni, i patti e i trattati delle Nazioni Unite che sanciscono tale diritto; chiede inoltre che gli Stati mirino a conseguire gli obiettivi stabiliti nel quadro dell'OSS n. 6 e adottino normative atte a garantire che le imprese non ostacolino un accesso equo a un adeguato approvvigionamento idrico; esorta l'UE e i suoi Stati membri a partecipare in modo costruttivo alle attività del gruppo di lavoro intergovernativo delle Nazioni Unite sulle società transnazionali e altre imprese commerciali in materia di rispetto dei diritti umani, al fine di istituire uno strumento internazionale vincolante che disciplini le attività delle società transnazionali e delle altre imprese nell'ambito del diritto internazionale in materia di diritti umani;
34. invita le delegazioni dell'UE e le missioni degli Stati membri nei paesi non UE ad essere particolarmente vigili nei confronti delle imprese, comprese quelle con sede nell'UE, che potrebbero negare o compromettere il godimento dei diritti all'acqua e ai servizi igienico-sanitari; sottolinea che le vittime di tali violazioni devono avere accesso a mezzi di ricorso efficaci in sede giudiziaria o ad altri mezzi di ricorso adeguati nonché a meccanismi di reclamo;
35. sottolinea che le imprese europee sono tenute a rispettare nei paesi non UE gli stessi obblighi giuridici in materia di rafforzamento e dovere di diligenza che devono rispettare nell'Unione europea; sottolinea l'importanza di prevenire, affrontare e mitigare qualsiasi impatto negativo sui diritti umani all'acqua e a servizi igienico-sanitari adeguati nell'ambito di quadri obbligatori in materia di diligenza; invita la Commissione e gli Stati membri a valutare e studiare come fornire maggiori informazioni e garantire la trasparenza per i consumatori in merito all'impatto dei prodotti sulla sostenibilità delle risorse idriche, anche in termini di impronta idrica;
36. sottolinea il fatto che, come affermato da diversi esperti delle Nazioni Unite, l'acqua è troppo spesso considerata una merce, senza tenere conto di altri aspetti sociali e culturali, in violazione dei diritti umani fondamentali, il che contribuisce ad accrescere il degrado ambientale e ad esacerbare la vulnerabilità dei più poveri ed emarginati nella società, in direzione contraria agli obiettivi di sviluppo sostenibile; ricorda che l'approvvigionamento idrico e i servizi igienico-sanitari sono servizi di interesse generale e non prodotti di base, non sono né un lusso né un prodotto di consumo e non devono pertanto essere commercializzati in quanto tali; pone l'accento sulla limitatezza dell'acqua e invita la Commissione e gli Stati membri a intraprendere un'azione preventiva contro la scarsità delle risorse idriche a livello mondiale e a sostenere i paesi non UE nell'adozione di misure volte a combattere la carenza idrica;
37. sollecita gli Stati ad adottare provvedimenti legali atti a impedire che le risorse idriche siano oggetto di speculazione finanziaria nei mercati a termine e a promuovere un adeguato quadro di governance dei servizi in materia di approvvigionamento idrico e impianti sanitari, sulla base di un approccio essenzialmente fondato su considerazioni legate ai diritti umani e al bene comune; invita l'UE e i governi nazionali a promuovere e sostenere organismi indipendenti di regolamentazione del settore idrico che possano contribuire a far rispettare le norme in materia di diritti umani;
38. ricorda che, come riconosciuto dalla direttiva quadro dell'UE sulle acque, l'acqua non è un semplice prodotto commerciale, ma un bene pubblico essenziale per la vita e la dignità umane; osserva che i servizi idrici sono servizi di interesse generale e di natura speciale e che pertanto rientrano principalmente nell'interesse pubblico; ricorda l'importanza per le politiche e gli strumenti esterni dell'UE, quali gli accordi commerciali e di investimento e lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale-Europa globale, nonché per le attività delle imprese europee, di difendere il diritto umano all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari nei paesi interessati;
39. fa presente che l'acqua è un bene pubblico collettivo e che occorre garantire un approvvigionamento idrico adeguato, continuo e qualitativamente elevato; invita gli Stati membri e i donatori a rafforzare la promozione dell'approvvigionamento idrico e dei servizi igienico-sanitari come servizi pubblici essenziali universali, anche tramite investimenti che rafforzino l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari e mantengano le infrastrutture esistenti, l'erogazione e l'utilizzo dei servizi; ritiene che investire nello sviluppo delle capacità e nella governance dei sistemi idrici, così come nel loro funzionamento e manutenzione, sia la chiave per la creazione di servizi idrici e sanitari affidabili e sostenibili;
40. invita l'UE a sostenere i paesi terzi nelle loro azioni volte a garantire un accesso universale e non discriminatorio all'acqua e ai servizi igienico-sanitari e a garantire un livello minimo di sussistenza dell'approvvigionamento idrico alle famiglie vulnerabili sul piano economico o sociale;
41. invita inoltre l'UE a investire nella tutela e nel ripristino degli ecosistemi naturali (tra cui, ad esempio, foreste, pianure alluvionali e zone umide), che spesso offrono soluzioni di gestione dell'acqua più convenienti e sostenibili rispetto alle infrastrutture convenzionali in termini di stoccaggio dell'acqua, trattamento delle acque, controllo dell'erosione ed eventi climatici estremi e moderati;
42. esorta gli Stati ad adottare il modello più adatto per la fornitura di acqua e servizi igienico-sanitari e ad avviare un processo solido e trasparente per migliorare l'effettivo godimento dei diritti umani all'acqua e ai servizi igienico-sanitari nelle loro società; invita i governi ad aumentare gli investimenti pubblici nelle infrastrutture idriche sostenibili e a tutelare l'acqua come bene pubblico essenziale;
43. pone l'accento sulla necessità di conciliare l'uso dell'acqua con l'applicazione delle tecnologie emergenti intese alla conservazione, alla riduzione dell'inquinamento idrico e al riciclaggio delle acque reflue, al fine di migliorare le modalità di approvvigionamento, trattamento e smaltimento delle acque;
44. invita l'UE a sostenere una gestione idrica sostenibile nel settore agricolo, che mobilita oltre il 70 % delle risorse idriche, mediante investimenti in sistemi di irrigazione e di stoccaggio dell'acqua sostenibili, l'ottimizzazione e la riduzione dell'uso di acqua dolce nell'agricoltura lungo tutta la catena di approvvigionamento, la riduzione degli sprechi alimentari e la promozione dell'agroecologia ripristinando le zone umide, nonché la riduzione, ove possibile, dell'uso di pesticidi e fertilizzanti che rischiano di inquinare l'acqua, in particolare l'acqua sotterranea;
45. rammenta che l'accesso all'acqua rappresenta altresì una sfida in termini di consumo energetico, per quanto riguarda sia la produzione che la captazione; pone l'accento, in tale contesto, sull'importanza di promuovere una migliore gestione dell'energia e soluzioni di riutilizzo delle acque reflue trattate, al fine di limitare il consumo di acqua dolce mediante tale trattamento;
46. invita la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale a disincentivare le condizionalità che impongono ai governi di privatizzare i servizi idrici e igienico-sanitari allorché concedono sovvenzioni, prestiti e assistenza tecnica;
47. invita la Commissione a garantire un adeguato sostegno finanziario alle misure di sviluppo delle capacità nel settore idrico, collaborando con le piattaforme e le istituzioni esistenti a livello internazionale; sostiene la piattaforma globale della solidarietà dell'acqua lanciata dal programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo per coinvolgere gli enti locali nella ricerca di soluzioni alle sfide idriche; accoglie con favore la conferenza delle Nazioni Unite sull'acqua del 2023, che considera un'opportunità per mettere a punto approcci intersettoriali, allo scopo di raggiungere traguardi e obiettivi legati all'acqua e ripristinare condizioni favorevoli al conseguimento dell'OSS n. 6;
48. invita la Commissione e il SEAE a incoraggiare i paesi non UE a concedere ai portatori di interessi, comprese le organizzazioni della società civile e le comunità indigene e locali che operano per affrontare le violazioni dei diritti all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, risorse adeguate e accesso alle informazioni pertinenti e a dare loro la possibilità di partecipare in modo significativo ai processi decisionali relativi all'acqua, se del caso, al fine di garantire il loro impegno a contribuire in modo informato e orientato ai risultati all'elaborazione e all'attuazione della politica in materia di acqua; ritiene che, nella realizzazione del diritto umano all'acqua potabile, sia di vitale importanza promuovere e rafforzare le reti di esperti in materia di diritti umani, delle organizzazioni della società civile e dei rappresentanti delle comunità a tutti i livelli e, in tal senso, invita i governi a elaborare meccanismi per un sistema inclusivo di governance dell'acqua;
49. invita l'UE ad aiutare i paesi terzi a rispettare e promuovere i diritti dei lavoratori del settore del trattamento delle acque reflue, compresi i loro diritti alla dignità, alla sicurezza e alla salute e il diritto di organizzarsi;
50. fa presente che le persone che vivono in stato di povertà, in particolare le donne e le ragazze, le minoranze e le persone affette da disabilità fisiche e/o mentali sono quelle più gravemente colpite dalla mancanza di un accesso nel rispetto di condizioni di sicurezza e di igiene; sottolinea che le disparità nell'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari sono spesso dovute a disuguaglianze sistemiche o all'esclusione; invita i governi a monitorare le disuguaglianze nell'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari e ad adottare azioni decisive per incoraggiare gli investimenti nei sistemi igienico-sanitari e di approvvigionamento, compresi i sistemi pubblici, promuovendo l'efficienza e la conservazione dell'acqua, in quanto risorsa scarsa; invita altresì i governi a garantire la non discriminazione nell'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari in quanto bene pubblico, garantendone la fornitura per tutti, in particolare dando priorità all'accesso di donne, ragazze e gruppi vulnerabili per ovviare all'esclusione e alla discriminazione sistemiche; chiede alle autorità di rivedere i propri quadri legislativi e le proprie politiche e pratiche in materia di acqua, attraverso la lente dei principi dei diritti umani e delle norme, al fine di contribuire a orientare le azioni volte ad affrontare gli ostacoli che si frappongono al progresso;
51. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
PARERE DELLA COMMISSIONE PER LO SVILUPPO (3.3.2022)
destinato alla commissione per gli affari esteri
sull'accesso all'acqua in quanto diritto umano – Dimensione esterna
Relatore per parere (*): Stéphane Bijoux
(*) Procedura con le commissioni associate – Articolo 57 del regolamento
SUGGERIMENTI
La commissione per lo sviluppo invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
A. considerando che, secondo le Nazioni Unite, circa 2,2 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile sicura e 4,2 miliardi di persone non dispongono di servizi igienico-sanitari;
B. considerando che 129 paesi non sono sulla giusta via per disporre di risorse idriche gestite in modo sostenibile entro il 2030, in particolare regioni come l'Asia occidentale e meridionale e l'Africa settentrionale, che presentano livelli molto elevati di stress idrico, superiori al 70 %, mentre l'Asia sud-orientale, l'America latina e i Caraibi, come pure l'Africa subsahariana, hanno registrato un aumento dei loro livelli di stress idrico dal 2017 al 2018;
C. considerando che, secondo le stime, entro il 2050 il 25 % della popolazione mondiale vivrà in paesi in cui la carenza di acqua dolce sarà cronica e ricorrente;
D. considerando che, tra il 1970 e il 2015, le zone umide naturali si sono ridotte del 35 %;
E. considerando che, secondo le previsioni, entro il 2040 la domanda mondiale di acqua supererà l'offerta del 40 %;
F. considerando che l'UE è il maggiore "importatore" di acqua virtuale a livello mondiale, avendo le imprese dell'Unione investito in quasi 6 milioni di ettari di terreno al di fuori dell'UE a fini quali, tra l'altro, l'agricoltura, la produzione di biocarburanti e l'allevamento;
G. considerando che la mancanza d'acqua minaccia la sicurezza alimentare e provoca malattie che possono essere trasmesse dall'acqua contaminata, come il colera, il tifo o la diarrea;
H. considerando che la popolazione urbana dell'Africa è pari a 567 milioni di persone e continua a crescere rapidamente; che il continente registrerà la crescita urbana più rapida al mondo;
I. considerando che le città di tutta l'Africa si trovano ad affrontare crescenti sfide idriche dovute in particolare a una scarsa pianificazione urbana, a un accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari economicamente insostenibile, inaffidabile e pericoloso, al degrado ambientale e all'inquinamento idrico;
J. considerando che, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Unicef, nel 2019 due bambini su cinque nell'Africa subsahariana non disponevano di un servizio di acqua potabile a scuola;
K. considerando che, secondo una recente relazione della Banca mondiale, a causa dei cambiamenti climatici fino a 216 milioni di persone potrebbero diventare migranti interni;
L. considerando che 125 dei 154 paesi in via di sviluppo includono le risorse di acqua dolce e gli ecosistemi terrestri e delle zone umide tra le aree di massima priorità nell'ambito dei loro piani nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici, in linea con l'obiettivo di sviluppo sostenibile (OSS) 13;
M. considerando che le conclusioni del Consiglio del 19 novembre 2021 sull'acqua nell'azione esterna dell'UE sottolineano che "l'acqua è un prerequisito per la sopravvivenza e la dignità umane e una base fondamentale per la resilienza delle società e dell'ambiente";
N. considerando che il conseguimento di un approvvigionamento idrico e di servizi igienico-sanitari universali e gestiti in modo sicuro produrrebbe rispettivamente benefici netti compresi tra 37 e 86 miliardi di USD all'anno tra il 2021 e il 2040;
O. considerando che la pandemia di COVID-19 ha evidenziato la necessità di accelerare i progressi sui servizi idrici e igienico-sanitari (WASH) nelle scuole;
P. considerando che l'attuale boom mondiale di dighe, connesso alla produzione di energia e all'erogazione di acqua destinata all'irrigazione, solleva preoccupazioni in termini di accesso all'acqua, anche a causa dell'evaporazione dell'acqua stoccata;
Q. considerando che gli ecosistemi sani consentono di migliorare la quantità e la qualità delle acque, aumentando al contempo la resilienza ai cambiamenti climatici;
1. ribadisce che l'accesso ad acqua e servizi igienico-sanitari sicuri, puliti e accessibili, anche in termini economici, è un imperativo vitale e un diritto umano fondamentale, come ricordato nel quadro della risoluzione 64/292 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 28 luglio 2010;
2. sottolinea che l'accesso all'acqua necessita di un approccio multisettoriale e multilaterale, nonché di un forte impegno in termini di collaborazione con tutti i partner interessati e di buona governance;
3. osserva che l'accesso all'acqua è intrinsecamente legato alla salute e all'istruzione, in particolare per le donne, nonché alla protezione e al ripristino degli ecosistemi idrici, oltre a essere connesso all'accesso alla terra, ai diritti di proprietà fondiaria, che devono avere efficacia esecutiva in giudizio, e alla sicurezza alimentare, come pure all'accesso all'energia e alla sicurezza;
4. evidenzia che migliorando l'approvvigionamento idrico, i servizi igienico-sanitari e la gestione delle risorse idriche è possibile stimolare la crescita economica sostenibile dei paesi e contribuire notevolmente alla riduzione della povertà;
5. sottolinea che l'acqua deve essere considerata un bene pubblico globale e non una merce;
6. invita l'UE a promuovere un approccio fondato sui diritti umani per quanto riguarda l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari nell'ambito della sua azione esterna, in linea con il decennio di azione per l'acqua 2018-2028 proclamato dalle Nazioni Unite nonché in occasione del prossimo forum mondiale dell'acqua di Dakar, della conferenza ad alto livello sull'acqua di Dushanbe del 2022 e della conferenza ad alto livello delle Nazioni Unite sul decennio d'azione per l'acqua che si svolgerà a New York nel 2023, in modo da continuare ad adoperarsi per il conseguimento dell'OSS 6 sull'acqua potabile sicura e i servizi igienico-sanitari e consentire a tutti i paesi di raggiungere la totalità dei traguardi di tale obiettivo entro il 2030 in modo non discriminatorio, eliminando nel contempo le disuguaglianze nell'accesso all'acqua che colpiscono i gruppi vulnerabili ed emarginati;
7. esprime preoccupazione per il fatto che l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico sanitari – a causa della scarsità fisica, dell'inquinamento o della mancanza di infrastrutture sufficienti e della cattiva governance – è fortemente limitato nei paesi in via di sviluppo (ne beneficia solo una persona su due) ed estremamente limitato nell'Africa subsahariana (solo una persona su otto nelle zone rurali);
8. sottolinea che la crescita della popolazione e il cambiamento del contesto urbano in Africa, entrambi in rapida evoluzione, richiedono azioni urgenti per sviluppare la resilienza idrica; pone in evidenza le profonde disuguaglianze nell'accesso alle infrastrutture di base, il che impone oneri idrici sproporzionati sugli indigenti delle città;
9. segnala che l'acqua pulita e adeguati servizi igienico-sanitari sono fondamentali per la crescita sostenibile e per sviluppare la resilienza delle comunità più vulnerabili; invita pertanto l'UE a rafforzare il proprio sostegno tecnico e finanziario al fine di contribuire a rendere le città dei paesi in via di sviluppo più resilienti agli shock idrici, anche attraverso una pianificazione urbana sostenibile, provvedendo nel contempo a una migliore integrazione dei cittadini che si trasferiscono in contesti urbani dalle zone rurali;
10. chiede misura urgenti a seguito della pandemia di COVID-19 e in considerazione del numero crescente di catastrofi naturali legate ai cambiamenti climatici, tra cui la portata e la frequenza accresciute delle alluvioni, le siccità, l'aumento della temperatura dell'acqua e la diminuzione dell'ossigeno disciolto, l'innalzamento del livello dei mari e il deterioramento della qualità dell'acqua a causa del maggiore inquinamento e della contaminazione causata, tra l'altro, dagli scoli agricoli, dalle acque reflue industriali e comunali non trattate, nonché dalla deforestazione; chiede inoltre che l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari sia reso una priorità nei paesi in via di sviluppo, in particolare nei paesi meno avanzati e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, anche nel contesto umanitario, essendo uno dei fattori fondamentali dello sviluppo umano;
11. evidenzia la mancanza di finanziamenti e di investimenti pubblici destinati alle infrastrutture idriche e sostenibili nei paesi in via di sviluppo; invita gli Stati membri e le organizzazioni internazionali a stanziare risorse finanziarie per contribuire al potenziamento delle capacità e al trasferimento di tecnologie verso i paesi in via di sviluppo, allo scopo di garantire acqua potabile sicura, pulita, accessibile ed economica e servizi igienico-sanitari per tutti, in particolare per i più vulnerabili;
12. pone in rilievo la necessità di interventi preventivi in materia di accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, nonché la necessità di disporre di indicatori affidabili e comparabili per misurare i passi avanti o indietro nell'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari;
13. sottolinea la necessità di porre una maggiore enfasi su infrastrutture e comunità idriche e igienico-sanitarie sostenibili e resilienti attraverso l'attuazione di elementi di riduzione del rischio di catastrofe e avvalendosi di tutti i necessari strumenti di mappatura dei rischi idrici e sistemi di allarme preventivo; invita la Commissione a sostenere l'acceleratore idrico resiliente ("Resilient Water Accelerator");
14. evidenzia la necessità di collegare le risposte umanitarie salvavita allo sviluppo di sistemi idrici e igienico-sanitari sostenibili per tutti; sottolinea che è importante mobilitare risorse finanziarie e assistenza tecnica per facilitare lo sviluppo di capacità, al fine di soddisfare le necessità più urgenti nella fornitura di servizi idrici e igienico-sanitari essenziali in caso di crisi;
15. ricorda che la Commissione ha mobilitato quasi 2,6 miliardi di EUR nel periodo 2014-2020 per aspetti relativi all'acqua e invita a proseguire tali sforzi in modo continuativo nel quadro dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI), prevedendo di destinare più del 20 % della spesa allo sviluppo umano e garantendo nel contempo che una parte consistente del 30 % dedicato alla lotta ai cambiamenti climatici sia destinata al rafforzamento delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie, al fine di eliminare la povertà in tali ambiti;
16. chiede all'UE di fornire una migliore assistenza ai paesi in via di sviluppo realizzando investimenti a favore delle istituzioni, delle capacità, delle strutture di governance e dei processi pertinenti, in modo da garantire capacità e servizi di gestione igienico-sanitaria e delle acque reflue di qualità e sostenibili, e di investire nella riduzione del rischio di inquinamento e contaminazione idrici, nello sviluppo di tecnologie per il riciclaggio delle acque reflue, nonché nello sviluppo di soluzioni innovative per la creazione e la gestione di punti di accesso all'acqua, servizi per il lavaggio delle mani e la promozione di pratiche igieniche salutari;
17. invita inoltre l'UE a investire nella tutela e nel ripristino degli ecosistemi naturali (tra cui, ad esempio, foreste, pianure alluvionali e zone umide), che spesso offrono soluzioni di gestione dell'acqua più convenienti e sostenibili rispetto alle infrastrutture convenzionali in termini di stoccaggio dell'acqua, trattamento delle acque, controllo dell'erosione ed eventi estremi e moderati;
18. esorta l'UE a massimizzare l'impatto degli aiuti nel settore dello sviluppo umano garantendo che i servizi WASH siano integrati in tutti i programmi e le strategie in materia di salute, nutrizione, istruzione, disabilità e uguaglianza di genere, includendo obiettivi e indicatori relativi all'acqua e ai servizi igienico-sanitari;
19. invita l'UE a sostenere la gestione idrica pubblica nei paesi in via di sviluppo e sottolinea che è importante che l'aiuto pubblico allo sviluppo erogato dall'UE per approvvigionamento idrico, impianti sanitari e igiene sia destinato ai paesi e alle comunità a più basso reddito;
20. segnala l'importante dimensione geostrategica e le questioni di sicurezza connesse all'acqua; evidenzia che l'accesso all'acqua può dare improvvisamente luogo a conflitti e guerre per il controllo dell'acqua, provocando potenzialmente milioni di vittime e causando un aumento della migrazione, in particolare degli sfollamenti forzati, a seguito di siccità, insicurezza alimentare o carestia;
21. prende atto con preoccupazione che in molte parti del mondo gli accordi di cooperazione per i fiumi, i laghi e le falde acquifere transfrontalieri non esistono o sono troppo deboli per far fronte alle crescenti sfide idriche;
22. sottolinea i vantaggi di una migliore cooperazione transfrontaliera nel settore idrico e di una governance rafforzata dei sistemi idrici, allo scopo di promuovere il legame tra acqua, cibo, energia ed ecosistemi, evitare conflitti e salvaguardare la gestione sostenibile delle risorse idriche e la tutela degli ecosistemi;
23. invita la Commissione a sostenere la diplomazia dell'acqua e a promuovere la cooperazione idrica regionale, in particolare in termini di gestione condivisa delle risorse idriche dei 286 bacini idrografici transfrontalieri; chiede inoltre lo sviluppo di politiche e programmi operativi che affrontino le sfide per la sicurezza, l'alimentazione, la governance e l'ambiente legate ai bacini idrografici transfrontalieri, in modo da garantire un futuro sicuro sotto il profilo idrico e resiliente in tali aree;
24. incoraggia i paesi in via di sviluppo ad aderire alle due convenzioni internazionali delle Nazioni Unite sull'acqua, segnatamente la Convenzione delle Nazioni Unite sull'acqua e la Convenzione delle Nazioni Unite sui corsi d'acqua, e ad adoperarsi per la loro piena attuazione, trattandosi di strumenti importanti per sostenere la diplomazia dell'acqua, la pace e la prevenzione dei conflitti attraversi la cooperazione idrica transfrontaliera;
25. sottolinea la necessità di far fronte alla complessità delle richieste di risorse idriche, che sono crescenti e in concorrenza tra loro; chiede che sia fornito sostegno a Team Europe nel rafforzamento di una gestione coordinata, coerente, integrata e sostenibile dell'acqua nei paesi in via di sviluppo in considerazione dei suoi diversi usi (agricoltura, produzione alimentare, servizi sanitari e salute, igiene, produzione energetica, richieste concorrenti dell'industria, ecc.), tenendo conto in particolare della crescente imprevedibilità dell'approvvigionamento idrico dovuta ai cambiamenti climatici;
26. ricorda che le politiche di gestione coordinate, integrate e sostenibili delle risorse idriche dovrebbero essere trasparenti e inclusive e dovrebbero incoraggiare la partecipazione multilaterale in tutti i settori e a tutti i livelli; sottolinea l'importanza di sottoporre i progetti di investimento nei settori agricolo ed energetico a valutazioni d'impatto sui diritti umani;
27. pone l'accento sulla necessità di conciliare l'uso dell'acqua con l'applicazione delle tecnologie emergenti intese alla conservazione, alla riduzione dell'inquinamento idrico e al riciclaggio delle acque reflue, al fine di migliorare le modalità di approvvigionamento, trattamento e smaltimento delle acque;
28. invita l'UE a sostenere una gestione idrica sostenibile nel settore agricolo, che mobilita oltre il 70 % delle risorse idriche, mediante investimenti in sistemi di irrigazione e di stoccaggio dell'acqua sostenibili, l'ottimizzazione e la riduzione dell'uso di acqua dolce nell'agricoltura lungo tutta la catena di approvvigionamento, la riduzione degli sprechi alimentari e la promozione dell'agroecologia ripristinando le zone umide, nonché la riduzione, ove possibile, dell'uso di pesticidi e fertilizzanti che rischiano di inquinare l'acqua, in particolare l'acqua sotterranea;
29. rammenta che l'accesso all'acqua rappresenta altresì una sfida in termini di consumo energetico, per quanto riguarda sia la produzione che la captazione; pone l'accento, in tale contesto, sull'importanza di promuovere una migliore gestione dell'energia e soluzioni di riutilizzo delle acque reflue trattate, al fine di limitare il consumo di acqua dolce mediante tale trattamento;
30. chiede efficaci meccanismi di responsabilità per tutti i fornitori di servizi idrici e igienico-sanitari, allo scopo di garantire che rispettino i diritti umani e non siano causa di violazioni o abusi di tali diritti;
31. evidenzia la necessità di includere i diritti di accesso all'acqua negli accordi commerciali con i paesi terzi e di introdurre obblighi giuridicamente vincolanti per le imprese dell'UE nei paesi terzi, al fine di garantire, ad esempio, il rispetto della direttiva sull'acqua potabile anche nelle operazioni all'estero;
32. sottolinea che le imprese dell'UE che investono nei paesi in via di sviluppo dovrebbero astenersi dall'esercitare pressioni sulle risorse idriche e sui terreni locali, segnatamente nei settori dell'agricoltura e dell'industria, ed evitare la speculazione idrica; evidenzia nel contempo che le esigenze di sviluppo economico non dovrebbero incentivare tali paesi a incentrarsi su attività ad alto consumo di acqua che potrebbero pregiudicare l'accesso delle rispettive popolazioni a tale risorsa;
33. prende atto del potenziale del settore privato nella fornitura d'acqua e chiede una maggiore collaborazione con le PMI e le imprese locali, che possono applicare soluzioni valide e approcci innovativi in fase di progettazione, costruzione o ripristino dei servizi idrici esistenti, o in altri progetti inerenti all'acqua;
34. invita l'UE e i suoi Stati membri a garantire che le grandi imprese e i rispettivi subappaltatori interessati provvedano alla corretta attuazione delle strategie in materia di dovere di diligenza e degli obblighi di segnalazione (conformemente alle norme dell'UE) per quanto riguarda la cooperazione nel settore delle attività idriche; chiede che nell'ambito della proposta legislativa sul dovere di diligenza delle imprese siano presi in considerazione il diritto di accesso all'acqua e altri diritti umani fondamentali;
35. ricorda che le soluzioni e i programmi sono più efficaci quando vengono progettati congiuntamente, avvalendosi delle conoscenze locali e della partecipazione della comunità; sottolinea pertanto la necessità di sostenere progetti di piccole dimensioni e a guida locale che abbiano un impatto diretto sulla garanzia e sul miglioramento dell'accesso delle popolazioni alle strutture idriche e igienico-sanitarie, ivi incluso nelle zone rurali e nelle comunità costiere che dipendono dalle risorse marine;
36. esorta a prestare particolare attenzione alle donne e alle ragazze nei paesi in via di sviluppo, dal momento che spesso si trovano ad affrontare ostacoli particolari nell'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari a causa del fatto che, da un lato, molte di loro sono incaricate di andare a recuperare l'acqua anziché andare a scuola e, dall'altro, sono costrette ad abbandonare la scuola se non vi è accesso a servizi igienici adeguati;
37. sottolinea che il mancato accesso all'acqua può ostacolare in misura significativa il diritto di donne e ragazze all'istruzione, alla salute, alla dignità, alla nutrizione e alla sicurezza, come pure la loro partecipazione alla vita politica ed economica; chiede all'UE di sostenere le donne, incluse coloro che appartengono a minoranze oggetto di discriminazioni, nel difendere il loro diritto all'acqua, e di garantire la loro partecipazione al processo decisionale dei progetti in materia di accesso all'acqua;
38. rammenta che l'accesso a fonti d'acqua sicure e migliorate è di vitale importanza per i bambini, i quali sono particolarmente a rischio se esposti alla mancanza di igiene, alla malnutrizione e alle malattie legate all'acqua;
39. chiede all'UE, in linea con i principi di azione definiti negli orientamenti dell'Unione europea sulla protezione dei difensori dei diritti umani, di garantire la protezione dei difensori dei diritti umani ambientali, segnatamente dei difensori dei diritti umani fondiari e dei popoli indigeni, che possono correre pericoli ed essere discriminati, perseguitati, criminalizzati e uccisi, e il cui ruolo può risultare essenziale per quanto riguarda l'accesso acqua nei paesi in via di sviluppo;
40. chiede all'UE di incoraggiare il riconoscimento dell'ecocidio come crimine internazionale;
41. invita la Commissione a riferire periodicamente al Parlamento sull'attuazione degli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani riguardanti l'acqua potabile sicura e i servizi igienico-sanitari, con esempi tangibili delle attività intraprese e del loro impatto.
INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
Approvazione |
28.2.2022 |
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|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
25 1 0 |
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Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Barry Andrews, Eric Andrieu, Anna-Michelle Asimakopoulou, Hildegard Bentele, Dominique Bilde, Udo Bullmann, Catherine Chabaud, Antoni Comín i Oliveres, Ryszard Czarnecki, Gianna Gancia, Charles Goerens, Mónica Silvana González, Pierrette Herzberger-Fofana, György Hölvényi, Rasa Juknevičienė, Beata Kempa, Karsten Lucke, Pierfrancesco Majorino, Erik Marquardt, Janina Ochojska, Christian Sagartz, Tomas Tobé, Miguel Urbán Crespo, Bernhard Zimniok |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
María Soraya Rodríguez Ramos, Caroline Roose |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE
25 |
+ |
ECR |
Ryszard Czarnecki, Beata Kempa |
ID |
Dominique Bilde, Gianna Gancia |
NI |
Antoni Comín i Oliveres |
PPE |
Anna-Michelle Asimakopoulou, Hildegard Bentele, György Hölvényi, Rasa Juknevičienė, Janina Ochojska, Christian Sagartz, Tomas Tobé |
Renew |
Barry Andrews, Catherine Chabaud, Charles Goerens, María Soraya Rodríguez Ramos |
S&D |
Eric Andrieu, Udo Bullmann, Mónica Silvana González, Karsten Lucke, Pierfrancesco Majorino |
The Left |
Miguel Urbán Crespo |
Verts/ALE |
Pierrette Herzberger-Fofana, Erik Marquardt, Caroline Roose |
1 |
- |
ID |
Bernhard Zimniok |
0 |
0 |
|
|
Key to symbols:
+ : in favour
- : against
0 : abstention
INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
Approvazione |
12.9.2022 |
|
|
|
Esito della votazione finale |
+: –: 0: |
50 3 1 |
||
Membri titolari presenti al momento della votazione finale |
Alexander Alexandrov Yordanov, François Alfonsi, Maria Arena, Petras Auštrevičius, Traian Băsescu, Reinhard Bütikofer, Fabio Massimo Castaldo, Włodzimierz Cimoszewicz, Anna Fotyga, Michael Gahler, Raphaël Glucksmann, Bernard Guetta, Sandra Kalniete, Peter Kofod, Dietmar Köster, Andrius Kubilius, Leopoldo López Gil, Lukas Mandl, Pedro Marques, Vangelis Meimarakis, Francisco José Millán Mon, Matjaž Nemec, Gheorghe-Vlad Nistor, Urmas Paet, Demetris Papadakis, Manu Pineda, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Mounir Satouri, Andreas Schieder, Jordi Solé, Dragoş Tudorache, Hilde Vautmans, Thomas Waitz, Charlie Weimers, Isabel Wiseler-Lima, Bernhard Zimniok, Željana Zovko |
|||
Supplenti presenti al momento della votazione finale |
Engin Eroglu, Markéta Gregorová, Robert Hajšel, Andrzej Halicki, Javi López, Alessandra Moretti, Javier Zarzalejos |
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Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale |
Janina Ochojska, Sira Rego, Karlo Ressler, Eugenia Rodríguez Palop, Helmut Scholz, Miguel Urbán Crespo, Bettina Vollath |
VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO
50 |
+ |
NI |
Fabio Massimo Castaldo |
PPE |
Alexander Alexandrov Yordanov, Traian Băsescu, Michael Gahler, Andrzej Halicki, Sandra Kalniete, Andrius Kubilius, Leopoldo López Gil, Lukas Mandl, Vangelis Meimarakis, Francisco José Millán Mon, Gheorghe-Vlad Nistor, Janina Ochojska, Karlo Ressler, Isabel Wiseler-Lima, Javier Zarzalejos, Željana Zovko |
RENEW |
Petras Auštrevičius, Engin Eroglu, Bernard Guetta, Urmas Paet, Dragoş Tudorache, Hilde Vautmans |
S&D |
Maria Arena, Włodzimierz Cimoszewicz, Raphaël Glucksmann, Robert Hajšel, Dietmar Köster, Javi López, Pedro Marques, Alessandra Moretti, Matjaž Nemec, Demetris Papadakis, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Isabel Santos, Andreas Schieder, Bettina Vollath |
THE LEFT |
Manu Pineda, Sira Rego, Eugenia Rodríguez Palop, Helmut Scholz, Miguel Urbán Crespo |
VERTS/ALE |
François Alfonsi, Reinhard Bütikofer, Markéta Gregorová, Mounir Satouri, Jordi Solé, Thomas Waitz |
3 |
- |
ECR |
Charlie Weimers |
ID |
Peter Kofod, Bernhard Zimniok |
1 |
0 |
ECR |
Anna Fotyga |
Significato dei simboli utilizzati:
+ : favorevoli
- : contrari
0 : astenuti