RELAZIONE sulla strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari

9.5.2023 - (2022/2171(INI))

Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
Relatrice: Delara Burkhardt
Relatore per parere della commissione associata a norma dell'articolo 57 del regolamento
Christian Ehler, commissione per l'industria, la ricerca e l'energia

Procedura : 2022/2171(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A9-0176/2023
Testi presentati :
A9-0176/2023
Discussioni :
Testi approvati :

PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulla strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari

(2022/2171(INI))

Il Parlamento europeo,

 vista la comunicazione della Commissione del 30 marzo 2022 dal titolo "Strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari" (COM(2022)0141),

 visti l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite,

 viste la comunicazione della Commissione dell'11 marzo 2020 dal titolo "Un nuovo piano d'azione per l'economia circolare – Per un'Europa più pulita e più competitiva" (COM(2020)0098) e la relativa risoluzione del Parlamento del 10 febbraio 2021[1],

 viste la comunicazione della Commissione del 20 maggio 2020 dal titolo "Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita" (COM(2020)0380) e la relativa risoluzione del Parlamento del 9 giugno 2021[2],

 viste la comunicazione della Commissione del 20 maggio 2020, dal titolo "Una strategia 'Dal produttore al consumatore' per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell'ambiente" (COM(2020)0381), e la sua risoluzione del 20 ottobre 2021 al riguardo[3],

 viste la comunicazione della Commissione del 16 gennaio 2018 dal titolo "Strategia europea per la plastica nell'economia circolare" (COM(2018)0028) e la risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2018 al riguardo[4],

 viste la comunicazione della Commissione del 14 ottobre 2020 dal titolo "Strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili – Verso un ambiente privo di sostanze tossiche" (COM(2020)0667) e la risoluzione del Parlamento europeo del 10 luglio 2020 al riguardo[5],

 vista la comunicazione della Commissione, del 5 marzo 2020, dal titolo "Un'Unione dell'uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025" (COM(2020)0152),

 vista la decisione (UE) 2022/591 del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 aprile 2022 relativa a un programma generale di azione dell'Unione per l'ambiente fino al 2030[6] ("Ottavo programma di azione per l'ambiente"),

 vista la direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive[7] ("direttiva quadro sui rifiuti"),

 visto il regolamento (UE) n. 1007/2011 relativo alle denominazioni delle fibre tessili e all'etichettatura e al contrassegno della composizione fibrosa dei prodotti tessili e che abroga la direttiva 73/44/CEE del Consiglio e le direttive del Parlamento europeo e del Consiglio 96/73/CE e 2008/121/CE[8],

 vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, presentata dalla Commissione il 30 marzo 2022, che stabilisce il quadro per l'elaborazione delle specifiche di progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili e abroga la direttiva 2009/125/CE (COM(2022)0142),

 vista la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio, presentata dalla Commissione il 23 febbraio 2022, relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità e che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 (COM(2022)0071),

 vista la sua posizione in prima lettura il 17 gennaio 2023 in merito alla relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle spedizioni di rifiuti e che modifica i regolamenti (UE) n. 1257/2013 e (UE) n. 2020/1056[9],

 visti i documenti informativi dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) di novembre 2019 dal titolo "Textiles in Europe's circular economy" (I prodotti tessili nell'economia circolare europea), di gennaio 2021 dal titolo "A framework for enabling circular business models in Europe" (Un quadro che favorisca modelli d'impresa circolari in Europa) e "Plastic in textiles: towards a circular economy for synthetic textiles in Europe" (La plastica nei prodotti tessili: verso un'economia circolare per i tessili sintetici in Europa) e di febbraio 2022 dal titolo "Textiles and the Environment: The role of design in Europe's circular economy" (I prodotti tessili e l'ambiente: il ruolo della progettazione nell'economia circolare in Europa) e "Microplastics from textiles: towards a circular economy for textiles in Europe" (Le microplastiche nei prodotti tessili: verso un'economia circolare per i prodotti tessili in Europa),

 vista la relazione tecnica del Centro comune di ricerca del giugno 2021 dal titolo "Circular economy perspective in the EU Textile sector" (Prospettive dell'economia circolare nel settore tessile dell'UE),

 vista la relazione del 2017 della sezione Mercati del lavoro inclusivi, relazioni industriali e condizioni di lavoro dell'Organizzazione internazionale del lavoro dal titolo "Purchasing practices and low wages in global supply chains: Empirical cases from the garment industry"(Pratiche di acquisto e bassi salari nelle catene di approvvigionamento globali: casi empirici dall'industria dell'abbigliamento),

 vista la relazione del 2017 della Fondazione Ellen MacArthur dal titolo "A New Textiles Economy: Redesigning fashion's future" (Una nuova economia del tessile: ridisegnare il futuro della moda),

 vista la relazione di Textile Exchange dal titolo "Preferred Fiber & Materials Market Report 2022" (Relazione sul mercato del 2022 relativa alle fibre e ai materiali da prediligere),

 vista la relazione dell'Hot or Cool Institute dal titolo "Unfit, Unfair, Unfashionable: Resizing Fashion for a Fair Consumption Space" (Inadeguata, iniqua, fuori moda: ripensare la moda per uno spazio di consumo equo),

 visto l'articolo 54 del suo regolamento,

 visti i pareri della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, della commissione per lo sviluppo, della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori e della commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere,

 vista la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A9‑0176/2023),

A. considerando che la produzione tessile mondiale è quasi raddoppiata tra il 2000 e il 2015[10] e che nello stesso periodo la durata di utilizzo degli indumenti è diminuita del 36 %[11]; che si prevede che, entro il 2030, il consumo globale di indumenti e calzature aumenterà del 63 %, passando dai 62 milioni di tonnellate attuali a 102 milioni di tonnellate; che l'abbigliamento rappresenta la quota maggiore del consumo tessile dell'UE (81 %)[12]; che la tendenza a utilizzare capi di abbigliamento per periodi sempre più brevi prima di gettarli via è il principale fattore che contribuisce a modelli insostenibili di sovrapproduzione e consumo eccessivo[13]; che tra il 1996 e il 2018 la spesa media delle famiglie per l'abbigliamento è aumentata, nonostante i prezzi dell'abbigliamento nell'UE, tenuto conto dei tassi di inflazione, siano diminuiti di oltre il 30 %; che non è possibile mantenere le attuali tendenze di consumo di prodotti tessili se miriamo a realizzare una transizione equa e giusta verso la neutralità climatica; che recenti ricerche indicano l'esistenza di livelli diversi di responsabilità a seconda dei diversi gruppi di reddito per quanto riguarda l'impronta di carbonio derivante dal consumo associato alla moda[14]; che le fibre sintetiche e artificiali rappresentano già più dei due terzi (64 %)[15] della produzione mondiale totale di fibre;

B. considerando che, stando agli studi, i consumatori concordano sul fatto che è importante che i marchi condividano informazioni attendibili sull'impatto ambientale dei loro prodotti, e che la maggior parte dei consumatori è disposta a modificare i propri modelli di acquisto in favore di opzioni sostenibili, a condizione di disporre di etichette chiare e affidabili[16], il che può contribuire a orientare la domanda verso indumenti di qualità meno dannosi per l'ambiente e i lavoratori; che la messa a disposizione di informazioni non dovrebbe portare a pratiche di greenwashing; che iniziative dell'industria quali il ricorso a fibre e tessuti più sostenibili o a opzioni che tengano conto dei risvolti etici può rappresentare solo una piccola percentuale delle offerte di un marchio, mentre la maggioranza delle operazioni prosegue in uno scenario di ordinaria amministrazione;

C. considerando che, ogni anno, nel mondo vengono generati 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili[17], la cui stragrande maggioranza finisce in discarica; che nell'UE, ogni anno vengono buttati via 5,8 milioni di tonnellate di prodotti tessili[18], il che equivale a circa 11 kg a persona[19], con capi di abbigliamento generalmente indossati solo sette o otto volte[20]; che i rifiuti tessili rappresentano una delle componenti più importanti dei rifiuti urbani e sono pertanto soggetti agli obiettivi di riciclaggio stabiliti dalla direttiva 2008/98/CE, ma che non sono stati fissati obiettivi specifici di riciclaggio per i prodotti tessili; che meno dell'1 %[21] di tutti i prodotti tessili a livello mondiale è riciclato in nuovi prodotti;

D. considerando che esistono diverse questioni sociali nel settore tessile e calzaturiero; che la catena del valore del settore tessile e calzaturiero è sempre più orientata dagli acquirenti, il che ha spinto i produttori a ridurre al minimo i costi di produzione e i tempi di rotazione; che le asimmetrie esistenti in termini di potere di mercato tra fornitori e acquirenti globali, nonché le pratiche di acquisto dannose, aggravano il rischio di violazioni dei diritti dei lavoratori; che le donne, i migranti e i lavoratori informali sono particolarmente vulnerabili agli impatti sociali negativi; che il miglioramento della sostenibilità sociale richiede un approccio olistico che comprenda la catena del valore;

E. considerando che il 73 % dei capi di abbigliamento e dei tessili per la casa consumati in Europa è importato[22], il che equivale a circa 26 kg di prodotti tessili pro capite all'anno[23], a fronte di 7,4 kg di prodotti tessili pro capite all'anno prodotti a livello nazionale[24]; che la maggior parte degli impatti ambientali e climatici si verifica nei processi di produzione a monte, spesso in paesi terzi in cui la tutela dell'ambiente e il rispetto dei diritti umani e del lavoro devono essere debitamente valutati e garantiti; che accoglie con favore le iniziative che portano a continui miglioramenti dei diritti dei lavoratori e della sicurezza nelle fabbriche; che il poliestere a base di combustibili fossili rappresenta il 50 % circa della produzione di fibre[25] e che l'utilizzo di fibre sintetiche da parte dell'industria della moda è responsabile dell'1,35 % del consumo globale di petrolio[26], gran parte del quale è importato dalla Russia;

F. considerando che gli attuali sistemi di raccolta differenziata dei prodotti tessili nell'UE sono volontari e riguardano principalmente la raccolta di capi di abbigliamento che si ritiene possano essere nuovamente indossati; che, secondo le stime del Centro comune di ricerca, verrebbe riutilizzato tra il 50 e il 75 % di tali prodotti tessili smaltiti mediante raccolta differenziata[27]; che una grande quantità di capi d'abbigliamento raccolti è esportata in paesi terzi in cui non esiste un'infrastruttura di raccolta; che, attualmente, non esiste un modello commerciale redditizio associato alla raccolta differenziata e alla lavorazione di tutti i rifiuti tessili nell'Unione, e che ciò pone l'accento sulla necessità di un sistema e di un'infrastruttura collettivi per cogliere il valore dei tessili usati[28];

G. considerando che il settore tessile europeo è economicamente importante nell'Unione e svolge un ruolo rilevante nel conseguimento degli obiettivi dell'UE in materia di economia circolare – con un fatturato annuo di 147 miliardi di EUR[29], 58 miliardi di EUR in esportazioni[30] e 106 miliardi di EUR in importazioni[31] a partire dal 2022 – e che dispone pertanto di un notevole effetto leva per affrontare gli impatti sociali e ambientali negativi dell'industria tessile e calzaturiera; che oltre il 99 % dell'ecosistema tessile dell'UE[32] è costituito da piccole e medie imprese (PMI); che il settore tessile occupa 1,3 milioni di cittadini dell'Unione[33]; che tale industria è composta da circa 143 000 imprese europee[34], di cui l'11 % è costituito da PMI[35], e l'88,8 % da microimprese con meno di 10 dipendenti[36], che spesso devono far fronte a un'intensa concorrenza da parte di paesi terzi; che una legislazione coerente è fondamentale per evitare di creare un mercato frammentato che potrebbe avere un impatto negativo sul settore, in particolare sulle microimprese e sulle PMI;

H. considerando che catene di approvvigionamento altamente complesse e frammentate nel settore dell'abbigliamento a livello globale complicano ulteriormente il lavoro delle autorità di vigilanza del mercato, delle associazioni dei consumatori e dei rivenditori; che il settore della produzione tessile era già soggetto a forti pressioni dovute al dumping ambientale e sociale a causa dei bassi costi di produzione e delle norme ambientali nei paesi terzi e che ciò è stato ulteriormente aggravato dalla pandemia di COVID-19, con la scoperta di vari casi di pratiche abusive che coinvolgono marchi internazionali e i relativi fornitori e lavoratori;

I. considerando che i portatori di interessi dell'industria sono invitati ad applicare i principi guida del nuovo Bauhaus europeo, ossia sostenibilità, inclusione ed estetica, per la transizione dell'ecosistema tessile, in quanto la connessione tra creatività, arti e scienza può contribuire a creare un impatto positivo;

J. considerando che, secondo la sesta valutazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico[37], per contenere il riscaldamento globale entro 1,5 ºC circa è necessario ridurre entro il 2030 le emissioni globali di gas a effetto serra del 43 % rispetto ai livelli del 2019; che la produzione e il consumo del settore tessile hanno anch'essi conseguenze negative sull'ambiente, in termini di emissioni di gas a effetto serra, inquinamento chimico, perdita di biodiversità, utilizzo di risorse naturali idriche e terrestri e volume dei rifiuti tessili conferiti in discarica, il che ne fa il settore con la quarta maggiore impronta ambientale;

K. considerando che la transizione verso un'economia del benessere e lo sviluppo di indicatori che misurino i progressi economici, sociali e ambientali "oltre il PIL" sono parte integrante dell'Ottavo programma d'azione per l'ambiente; che uno degli obiettivi prioritari dell'Ottavo programma d'azione per l'ambiente è progredire verso un'economia del benessere che restituisca al pianeta più di quanto prenda, e accelerare la transizione verso un'economia circolare priva di sostanze tossiche; che l'Ottavo programma d'azione per l'ambiente riconosce che il benessere e la prosperità degli esseri umani dipendono da ecosistemi sani e da una riduzione significativa delle impronte dei materiali e dei consumi dell'Unione per far sì che rispettino quanto prima i limiti del pianeta;

L. considerando che si stima che una percentuale compresa tra il 16 e il 35 % delle microplastiche[38] immesse negli oceani a livello mondiale provenga da prodotti tessili sintetici, il che significa che 200 000-500 000 tonnellate di microplastiche[39] sono immesse ogni anno nell'ambiente marino del pianeta;

M. considerando che le sostanze chimiche pericolose utilizzate nella fabbricazione di prodotti tessili sono dannose sia per l'ambiente che per le persone e che il 20 % dell'inquinamento complessivo delle acque pulite è causato da tinture e sostanze chimiche utilizzate dall'industria tessile[40]; che le sostanze chimiche altamente tossiche, ad esempio le sostanze per- e polifluoro alchiliche (PFAS), continuano a svolgere un ruolo di primo piano nella produzione tessile; che le PFAS sono presenti e talvolta necessarie nei prodotti tessili considerati di uso essenziale, ad esempio negli indumenti di sicurezza; che molti prodotti venduti ai consumatori dell'Unione, inclusi i prodotti tessili, non sono in linea con la normativa dell'UE sulle sostanze chimiche, ad esempio il regolamento concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH)[41]; che, nella sua comunicazione dal titolo "Strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili – Verso un ambiente privo di sostanze tossiche", la Commissione si è impegnata a ridurre al minimo la presenza di sostanze che destano preoccupazione nei prodotti tessili grazie all'introduzione di nuovi requisiti;

N. considerando che il settore tessile utilizza parti non tessili di origine animale, provenienti da animali spesso allevati specificamente a tal fine, anche in paesi con una legislazione inadeguata in materia di benessere degli animali;

O. considerando che la parità di genere è un principio fondamentale dell'UE, sancito dal trattato sull'Unione europea (TUE)[42], dal trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea; che l'obiettivo 5 degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite è definito come "parità di genere", l'obiettivo 8 come "lavoro dignitoso e crescita economica" e l'obiettivo 12 come "consumo e produzione responsabili"; che, nella sua strategia per la parità di genere 2020-2025, la Commissione si è impegnata a integrare una prospettiva di genere in tutti gli aspetti e a tutti i livelli dell'elaborazione delle politiche, ma che questo aspetto è stato trattato in modo inadeguato nella strategia per i prodotti tessili;

P. considerando che le donne rappresentano circa l'80 % della forza lavoro del settore dell'abbigliamento a livello globale[43]; che gran parte della manodopera a basso costo nel settore tessile, sia nell'Unione[44] che nei paesi terzi, è costituita da donne, i cui salari contribuiscono in maniera significativa ad aumentare i redditi familiari e ridurre la povertà[45]; che i lavoratori del settore dell'abbigliamento ricevono in media solo l'1-3 % del prezzo finale al dettaglio dei capi di abbigliamento[46]; che il basso livello dei salari, unitamente alla scarsità o all'assenza di protezione sociale, rendono le donne e i bambini particolarmente vulnerabili allo sfruttamento, alle violazioni dei diritti umani, alla violenza e alle molestie sessuali sul luogo di lavoro, all'impossibilità di accedere all'assistenza sanitaria, alla discriminazione di genere, compresa la discriminazione per gravidanza, con scarse o nulle opportunità di riparazione e di ricorso; che 189 Stati hanno firmato e ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW), in cui si afferma che la discriminazione nei confronti delle donne "viola i principi di uguaglianza dei diritti e di rispetto della dignità umana";

Q. considerando che le donne hanno generalmente accesso a una gamma più ristretta di lavori e compiti e fanno fronte alla segregazione orizzontale e verticale; che le donne subiscono anche discriminazioni di genere dirette e indirette a causa degli squilibri di potere tra una forza lavoro prevalentemente femminile e strutture gestionali prevalentemente maschili, con un numero sproporzionato di uomini in posizioni apicali, dirigenziali e intermedie;

R. considerando che le donne e le ragazze a livello mondiale hanno maggiori probabilità di dipendere finanziariamente da settori e risorse naturali vulnerabili ai cambiamenti climatici[47] e sono spesso esposte a ulteriori fattori e ostacoli specifici di genere che le rendono costantemente più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici e delle catastrofi;

S. considerando che i diritti umani, l'ambiente e i cambiamenti climatici sono strettamente interconnessi; che i diritti umani non possono essere esercitati senza un ambiente e un clima sani;

Strategia dell'Unione

1. accoglie con favore la comunicazione della Commissione sulla strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari e la visione che essa presenta per il 2030; sottolinea che le azioni successive alla pubblicazione della strategia dovrebbero essere pienamente in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell'Unione, in particolare con quello di conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050, di arrestare e invertire la tendenza alla perdita di biodiversità, nonché di azzerare l'inquinamento per un ambiente non tossico;

2. sottolinea inoltre che le azioni successive alla pubblicazione della strategia dovrebbero essere pienamente in linea con gli impegni internazionali dell'Unione, compresi l'accordo di Parigi, il quadro globale di Kunming-Montreal sulla biodiversità e gli obiettivi di sviluppo sostenibile;

3. sottolinea che il passaggio a prodotti tessili sostenibili e circolari richiede un approccio olistico che copra progressivamente l'intera catena del valore dei prodotti tessili; sottolinea l'importanza di garantire sinergie tra la strategia per i prodotti tessili e le strategie industriali dell'Unione al fine di garantire la transizione verso modelli d'impresa e prodotti sostenibili e circolari, unitamente a standard elevati in materia di protezione della salute umana, dei diritti umani e dell'ambiente, rafforzando nel contempo la competitività e la resilienza degli ecosistemi tessili sostenibili; osserva che la strategia per i prodotti tessili contribuisce alla duplice transizione verde e digitale;

4. accoglie con favore il fatto che il nuovo piano d'azione per l'economia circolare annoveri i prodotti tessili tra le categorie di prodotti prioritari su cui adottare misure; invita la Commissione a fissare obiettivi specifici per i prodotti tessili al fine di garantire la conformità alla strategia sulla biodiversità;

5. chiede che all'Agenzia europea dell'ambiente siano conferiti il ruolo e le risorse per monitorare e valutare se le misure adottate nell'ambito della strategia per i prodotti tessili siano sufficienti alla luce degli obiettivi descritti, compresi gli obiettivi quantitativi, gli indicatori dei progressi compiuti e la visione generale per il 2030; ritiene che i progressi compiuti rispetto a tali indicatori dovrebbero essere monitorati almeno ogni due anni; chiede all'Agenzia europea dell'ambiente di valutare le lacune politiche e proporre opzioni per ulteriori miglioramenti politici;

6. riconosce l'urgenza di garantire che i prodotti tessili immessi sul mercato dell'UE siano durevoli, riutilizzabili, riparabili, riciclabili, composti in ampia misura da fibre riciclate e privi di sostanze pericolose; sottolinea che i prodotti tessili dovrebbero essere fabbricati in maniera rispettosa dei diritti umani e sociali, dell'ambiente e del benessere degli animali;

7. esprime preoccupazione per il fatto che le misure individuate nella strategia dell'UE potrebbero non essere sufficienti per conseguire l'obiettivo del 2030 e invita la Commissione a garantire che siano adottate tutte le misure necessarie, comprese le misure legislative e non legislative supplementari rispetto a quelle individuate nella strategia, per realizzare la visione per il 2030 espressa nella strategia per i prodotti tessili; sottolinea che le misure adottate dovrebbero dare priorità alla prevenzione dei rifiuti in linea con la gerarchia dei rifiuti;

8. pone l'accento sull'importanza di garantire la coerenza e definire chiaramente l'ambito di applicazione di tutte le disposizioni legislative che saranno adottate nel quadro della strategia, così da garantire la certezza giuridica e la prevedibilità nel mercato unico;

9. invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure per porre fine alla "moda rapida" (fast fashion), poiché i livelli di produzione e consumo attuali non sono sostenibili; invita la Commissione, in collaborazione con gli Stati membri e in consultazione con i ricercatori, la società civile e i portatori di interessi del settore, a elaborare una definizione chiara di moda rapida, che è basata su volumi elevati di indumenti di qualità inferiore a prezzi bassi; accoglie con favore l'incoraggiamento contenuto nella strategia per i prodotti tessili e rivolto alle imprese a ridurre il numero di collezioni all'anno; sottolinea, in particolare, la necessità di misure per ridurre l'uso globale di materie prime e la sovrapproduzione di prodotti tessili;

10. sottolinea la necessità di un cambiamento di paradigma nell'industria della moda per porre fine alla sovrapproduzione e al consumo non sostenibile, in modo da rendere la moda rapida fuori moda; incoraggia la produzione e il consumo di articoli provenienti da una moda lenta sostenibile; ritiene che la strategia per i prodotti tessili e le misure previste dovrebbero affrontare più efficacemente la sovrapproduzione e il consumo eccessivo;

11. riafferma la necessità di dissociare in maniera tassativa la crescita dall'uso di risorse nel settore tessile e ribadisce la sua richiesta alla Commissione di proporre obiettivi vincolanti dell'UE per il 2030 al fine di ridurre significativamente l'impronta dei materiali e quella dei consumi dell'UE e portarle entro i limiti del pianeta entro il 2050, utilizzando gli indicatori adottati nell'ambito del quadro di monitoraggio aggiornato; invita la Commissione a proporre senza indugio obiettivi globali basati su dati scientifici per il settore tessile, al fine di misurare la transizione del settore verso la circolarità, anche per quanto riguarda l'uso delle materie prime; ribadisce l'invito a stabilire gli obiettivi dell'UE tramite un approccio a ritroso, onde assicurare che gli obiettivi strategici seguano un percorso credibile verso un'economia neutra in termini di emissioni di carbonio, sostenibile sotto il profilo ambientale, priva di sostanze tossiche e pienamente circolare entro i limiti del pianeta, al più tardi entro il 2050;

12. insiste sulla necessità di aiutare i consumatori ad abbandonare la moda rapida e il consumo elevato di capi di abbigliamento e a compiere scelte consapevoli, responsabili e sostenibili in materia di consumo di prodotti tessili; sottolinea che l'aumento della sostenibilità dei prodotti tessili, ad esempio il miglioramento della loro durabilità, ha un impatto significativo sull'ambiente e crea nel contempo opportunità di risparmio per i clienti; sottolinea la necessità di garantire che indumenti e calzature di alta qualità, durevoli e sostenibili siano economicamente accessibili; invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure per ridurre la pubblicità aggressiva e ingannevole; invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a elaborare e attuare programmi di sensibilizzazione sul consumo sostenibile e sulle incidenze climatiche, ambientali, sanitarie e sociali dell'industria tessile e dell'abbigliamento, in collaborazione con i ricercatori, la società civile e i portatori di interessi di tale settore; ritiene che le campagne e i programmi dovrebbero avvalersi di ricerche aggiornate sul comportamento dei consumatori;

13. sottolinea la necessità di comprendere meglio l'impatto dei mercati online e delle piattaforme di social media nel condizionare il consumo di prodotti tessili come anche il loro utilizzo di pratiche quali la pubblicità mirata e la creazione di incentivi con opzioni "compri ora, paghi dopo", le spedizioni e i resi gratuiti e gli sconti sulla quantità; invita la Commissione a valutare le opzioni strategiche per ridurre tali pratiche e consentire ai consumatori di limitare la loro esposizione a questa forma di pubblicità; sottolinea la necessità di creare incentivi che spingano i consumatori verso un consumo sostenibile;

14. richiama l'attenzione sull'ampia diffusione delle importazioni di prodotti non conformi venduti tramite mercati online e invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che i prodotti tessili venduti dai prestatori di tali servizi siano conformi al diritto dell'UE; chiede che i mercati online siano inclusi nelle definizioni delle tipologie di operatori economici nei confronti dei quali le autorità di vigilanza del mercato possono intraprendere azioni;

15. esorta la Commissione a garantire un quadro chiaro sulla questione della responsabilità nella legislazione dell'Unione, nonché a garantire che le piattaforme online e i servizi digitali non facilitino l'importazione nel mercato interno di prodotti tessili non conformi;

Ambiente e impatti climatici

16. esprime preoccupazione per il fatto che, dal punto di vista del consumo, i prodotti tessili, nel corso del loro ciclo di vita, si collocano in media al quarto posto per impatto negativo sul clima e sull'ambiente, dopo l'alimentazione, le abitazioni e la mobilità[48]; sottolinea che nel 2020 il settore tessile è stato responsabile del terzo maggiore impatto sull'uso dell'acqua e del suolo e del quinto maggiore impatto sull'uso delle materie prime e sulle emissioni di gas a effetto serra[49];

17. sottolinea la necessità di ridurre l'impatto delle fasi di fabbricazione e trattamento a umido, in cui si produce il 60 %[50] dell'impatto climatico;

18. ricorda la necessità di promuovere la circolarità e attuare un approccio basato sul ciclo di vita che tenga conto dell'intera catena del valore, garantendo al contempo la produzione e l'uso di prodotti tessili che siano più durevoli, riutilizzabili, riparabili, riciclabili ed efficienti sotto il profilo dell'energia;

19. invita la Commissione a proporre ulteriori interventi legislativi per decarbonizzare completamente e progressivamente l'industria, a cominciare dalla piena trasparenza sulle emissioni di ambito 1 e 2 e, se del caso, da una maggiore trasparenza sulle emissioni di ambito 3 nelle catene di approvvigionamento e del valore dei prodotti tessili, e a fissare obiettivi ambiziosi basati su dati scientifici al più tardi entro il 2025 per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nel settore tessile, che coprano l'intero ciclo di vita dei prodotti, comprese le emissioni dei flussi di materie prime, in linea con l'obiettivo dell'accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5° C al di sopra delle temperature preindustriali, nel rispetto dell'equità e del principio delle responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità; ricorda che circa il 70 % delle emissioni legate al consumo tessile dell'Unione è generato al di fuori dell'UE[51]; chiede informazioni e una divulgazione più attendibili riguardo agli impatti climatici e ambientali, compresi gli impatti sulla biodiversità;

20. accoglie con favore la revisione in atto del documento di riferimento sulle migliori tecniche disponibili (BREF) per l'industria tessile; sottolinea che tale revisione dovrebbe riflettere appieno i migliori dati disponibili e contribuire a conseguire un elevato livello di prestazioni ambientali;

21. invita la Commissione, il SEAE e gli Stati membri a fornire un sostegno pertinente ai paesi terzi per contribuire a decarbonizzare le catene di approvvigionamento dei prodotti tessili;

22. invita la Commissione ad agevolare dialoghi e partenariati sul clima specifici a livello settoriale con i portatori di interessi dell'industria tessile per incoraggiare l'elaborazione di tabelle di marcia volontarie, in linea con la normativa europea sul clima (regolamento (UE) 2021/1119[52]);

23. esprime preoccupazione per il consumo idrico nel settore tessile e per l'inquinamento causato dalla tintura dei prodotti tessili; ricorda che il 20 % dell'inquinamento idrico globale è dovuto alla tintura e al finissaggio dei prodotti tessili[53]; invita la Commissione a stabilire obiettivi ambiziosi, obbligatori e basati su dati scientifici per ridurre progressivamente l'impronta idrica nel settore tessile; invita la Commissione e gli Stati membri a incentivare lo sviluppo di processi che richiedano un minore consumo di energia e di acqua e che evitino l'uso e il rilascio di sostanze nocive; sottolinea l'importanza della ricerca e dell'innovazione, in particolare su nuove tipologie di fibre riciclabili e sostenibili che richiedono meno acqua, nonché sullo sviluppo di alternative all'uso convenzionale di sostanze chimiche, del riutilizzo dell'acqua attraverso lo sviluppo di tecnologie di trattamento delle acque reflue e della riduzione dei consumi energetici e idrici nel processo di produzione; invita la Commissione ad affrontare i problemi del consumo idrico e dell'inquinamento causato dalla tintura e dal finissaggio, nell'ambito del regolamento sulla progettazione ecocompatibile;

24. ricorda che ogni anno vengono abbattuti oltre 200 milioni di alberi per essere trasformati in tessuti di cellulosa come la viscosa e il rayon, e che fino al 30 % della viscosa e del rayon utilizzati nell'industria della moda proviene da foreste a rischio e antiche che un tempo ospitavano piante e animali autoctoni[54]; ricorda inoltre che in Brasile il dissodamento ai fini dell'allevamento di bestiame, che è successivamente macellato per finalità alimentari e legate all'industria della moda, è responsabile dell'80 % della deforestazione dell'Amazzonia[55]; evidenzia che il nuovo regolamento dell'UE sui prodotti a deforestazione zero includerà anche il settore della pelletteria;

25. accoglie con favore il fatto che la strategia stabilisca un collegamento tra la moda rapida e l'uso di fibre sintetiche a base di combustibili fossili, il che a sua volta ha importanti implicazioni per l'inquinamento da microplastiche e nanoplastiche; sottolinea che le microplastiche rilasciano nell'ambiente inquinanti climatici come il metano e l'etilene, contribuendo ai cambiamenti climatici, e che le microplastiche compromettono la resilienza degli oceani e dell'ambiente in generale;

26. sottolinea che le microplastiche e le nanoplastiche possono anche avere conseguenze per la salute umana; richiama l'attenzione sull'esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino causata dalle microplastiche;

27. sottolinea la necessità di portare avanti la ricerca e la raccolta di dati sull'impatto delle microfibre, delle microplastiche e delle nanoplastiche provenienti dall'industria tessile sull'ambiente, sul clima e sulla salute umana;

28. invita la Commissione a presentare in tempi brevi l'iniziativa sulla riduzione del rilascio accidentale di microplastiche, che è stata posticipata; pone l'accento sull'importanza di affrontare il problema alla fonte e di coprire l'intero ciclo di vita; chiede che nella proposta futura siano definiti obiettivi e misure chiari per impedire e ridurre al minimo il rilascio di microplastiche, nanoplastiche e microfibre nell'ambiente e che tali obiettivi e misure contemplino sia il rilascio accidentale sia quello intenzionale; ritiene che le specifiche per la progettazione ecocompatibile dovrebbero favorire i tessuti che, sulla base delle conoscenze scientifiche attuali, tendono a rilasciare una quantità inferiore di microplastiche e microfibre;

29. sottolinea che l'inquinamento da microplastiche e nanoplastiche è spesso provocato dai processi di tintura e lavaggio dei prodotti tessili sintetici, a causa del rilascio di microfibre sintetiche nelle acque reflue; sottolinea, a tale riguardo, che la maggior parte delle microplastiche provenienti dai prodotti tessili è rilasciata durante i primi 5-10 lavaggi, il che non fa altro che corroborare il legame tra moda rapida e inquinamento da microplastiche[56]; pone l'accento sulla necessità di misure per ridurre la quantità di microplastiche rilasciate durante il trattamento a umido industriale e il lavaggio e l'asciugatura da parte dell'industria e dei consumatori;

30. invita la Commissione a continuare a sostenere la ricerca incentrata sulle incidenze delle microplastiche e nanoplastiche, come pure del rilascio di microfibre in generale, anche grazie a innovazioni in grado di evitare il rilascio di microfibre e microplastiche in ciascuna fase del ciclo di vita di un prodotto;

31. sottolinea l'importanza di sviluppare cicli di materiali non tossici per la transizione verso un'economia circolare e climaticamente neutra; rinnova il proprio invito a colmare le lacune presenti nell'attuale quadro giuridico per le sostanze chimiche, privilegiando i prodotti con cui i consumatori entrano spesso in stretto contatto, ad esempio i tessuti; deplora il fatto che sostanze chimiche pericolose siano ampiamente utilizzate in diversi processi di produzione tessile caratterizzati da pesanti ricadute sull'ambiente e sui lavoratori e che possono restare negli indumenti e nei tessili per uso domestico, incidendo sui consumatori; considera necessario vietare o ridurre qualsiasi sostanza chimica pericolosa a livelli non più nocivi per la salute umana e l'ambiente; ribadisce che, nel rispetto della gerarchia dei rifiuti definita dalla direttiva quadro sui rifiuti, va privilegiata la prevenzione rispetto al riciclaggio e che, di conseguenza, il riciclaggio non dovrebbe giustificare il perpetuarsi dell'impiego di sostanze preesistenti pericolose; insiste sulla necessità che i prodotti tessili siano sicuri e sostenibili sin dalla progettazione;

32. deplora la lenta attuazione della strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili e, in particolare, si attende una revisione del regolamento REACH; esorta la Commissione ad adottare la proposta senza ulteriori indugi e a tener fede al suo impegno di sostituire il più possibile o altrimenti ridurre al minimo le sostanze che destano preoccupazione nei prodotti tessili immessi sul mercato dell'UE; chiede un maggiore allineamento del regolamento REACH ai principi dell'economia circolare per quanto riguarda le specificità del settore tessile, così da privilegiare l'impegno a ridurre l'uso di sostanze chimiche, la divulgazione di informazioni sulle sostanze chimiche utilizzate nei prodotti finiti e la garanzia di tracciabilità; evidenzia che l'eliminazione graduale delle sostanze chimiche pericolose zione consoliderebbe i mercati delle materie prime secondarie;

33. esprime preoccupazione per il fatto che circa 60 sostanze chimiche presenti nei prodotti tessili immessi sul mercato dell'Unione sono considerate cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione; evidenzia l'importanza di proseguire gli studi sulle sostanze chimiche utilizzate nei prodotti tessili, compreso l'impatto sulla loro riciclabilità; ricorda l'impegno enunciato dalla Commissione nella strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili a garantire che i prodotti di consumo non contengano sostanze chimiche cancerogene o responsabili di mutazioni genetiche, che incidono sui sistemi riproduttivo o endocrino o che sono persistenti e bioaccumulabili; esorta la Commissione a dare seguito senza indugio a tale impegno, anche adottando le necessarie misure legislative; sottolinea che sebbene l'esposizione agli interferenti endocrini possa avere molteplici effetti nocivi per la salute in quanto tali sostanze si concentrano su diversi organi e sistemi del corpo umano e sono in grado di interferire con processi metabolici regolati da ormoni, manca un quadro specifico sugli interferenti endocrini nei tessuti;

34. insiste sul fatto che le PFAS si sono rivelate estremamente persistenti nell'ambiente e che sia la loro produzione che il loro impiego hanno comportato una grave contaminazione del suolo, delle acque e degli alimenti; sottolinea che, poiché le PFAS sono ampiamente e comunemente utilizzate nell'industria tessile, chiede una rigorosa regolamentazione di tali sostanze nei prodotti tessili;

Circolarità fin dalla progettazione

35. plaude alla proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili; si compiace del fatto che la Commissione abbia valutato i prodotti tessili e calzaturieri come gruppo prioritario di prodotti che potrebbero rientrare nell'ambito di applicazione del regolamento sulla progettazione ecocompatibile; insiste sull'opportunità di adottare in via prioritaria le specifiche di progettazione ecocompatibile per tutti i prodotti tessili e calzaturieri;

36. sottolinea che le specifiche della progettazione ecocompatibile dovrebbero riguardare il settore tessile nel suo insieme per tutti i parametri dei prodotti; invita la Commissione a garantire che siano analizzati i compromessi tra i diversi aspetti relativi ai prodotti; sottolinea che le specifiche di progettazione ecocompatibile dovrebbero affrontare efficacemente il problema della sovrapproduzione e del consumo eccessivo di prodotti tessili, l'impronta dei materiali e la presenza di sostanze che destano preoccupazione;

37. insiste sull'opportunità che le specifiche di progettazione ecocompatibile per i prodotti tessili siano allineate agli obiettivi dell'Unione in materia di clima, in particolare l'obiettivo di conseguire la neutralità climatica entro e non oltre il 2050, di ambiente, inclusa la biodiversità, di efficienza e sicurezza delle risorse, e di riduzione dell'impronta ambientale, dei materiali e di consumo, nonché di rimanere entro i limiti del pianeta, come stabilito nell'8º programma d'azione per l'ambiente, di non tossicità, di efficienza energetica e altri correlati obiettivi, normative e impegni internazionali dell'Unione;

38. invita la Commissione a stabilire celermente specifiche di progettazione ecocompatibile per i prodotti tessili e calzaturieri, concentrandosi successivamente sulla fissazione di prescrizioni differenziate tra i diversi prodotti tessili;

39. invita la Commissione e gli Stati membri a concedere agli operatori economici il tempo sufficiente per adeguarsi alle nuove specifiche di progettazione ecocompatibile, in particolare tenendo conto delle necessità delle microimprese e delle PMI;

40. ritiene che il consumo di nuovi prodotti tessili, come i capi di abbigliamento, dipenda da diversi fattori, tra cui la disponibilità dei prodotti e il loro prezzo, e non solo dalla necessità di sostituire un prodotto non più funzionale; chiede alla Commissione e agli Stati membri di garantire che il quadro strategico per i prodotti tessili adotti una visione olistica della durabilità, compresa la durabilità fisica ed emotiva dei prodotti tessili immessi sul mercato, con la quale si descrive il design di un capo di abbigliamento che tenga conto della pertinenza e della desiderabilità a lungo termine per i consumatori, visto che l'abbigliamento rappresenta un valore culturale;

41. incoraggia la Commissione e gli Stati membri a sostenere la ricerca sul modo in cui misurare efficacemente la durabilità emotiva e come tenerne conto nelle risposte di intervento;

42. insiste sulla necessità che la Commissione e gli Stati membri promuovano modelli imprenditoriali e altre misure che contribuiscano a prolungare la durata di vita dei prodotti tessili e il loro utilizzo per un periodo più lungo, nonché i settori del riutilizzo e della riparazione quali alternative all'acquisto di nuovi prodotti;

43. invita gli Stati membri a esaminare la possibilità di introdurre incentivi per incoraggiare un consumo sostenibile, ad esempio offrendo un'aliquota IVA ridotta per i prodotti usati e le riparazioni;

44. ritiene che le autorità pubbliche dovrebbero guidare lo sviluppo di prodotti tessili più sostenibili e di modelli di business circolari e puntare a ridurre l'impatto ambientale dei tessili quando effettuano acquisti pubblici; chiede un'applicazione più ampia e più efficace dei criteri per appalti pubblici socialmente responsabili e sostenibili per i prodotti tessili, onde evitare la frammentazione del mercato; incoraggia la partecipazione delle imprese sociali agli appalti pubblici;

45. ritiene che i capi di abbigliamento, le calzature, gli accessori e i prodotti di arredamento devono rispettare il benessere degli animali; deplora la mancata attenzione al benessere degli animali nella strategia dell'UE per i tessili; accoglie con favore le innovazioni introdotte da alcuni settori dell'industria, come le alternative sostenibili; ritiene opportuno sostenere maggiormente le relative attività di ricerca e sviluppo;

46. invita la Commissione a proporre misure in materia di benessere e protezione degli animali nell'ambito del settore tessile, incentrandosi sull'abolizione delle pratiche dannose e del commercio illegale di specie selvatiche e rafforzando la trasparenza e la sensibilizzazione circa l'utilizzo degli animali per la produzione e sperimentazione di prodotti tessili, anche nei paesi terzi;

47. insiste sulla necessità che la Commissione e gli Stati membri promuovano la ricerca e l'innovazione ed elaborino politiche che favoriscano nuovi modelli di business circolari e sostenibili per il settore tessile, quali il riutilizzo, il noleggio, la produzione su richiesta nonché le innovazioni tecnologiche in grado di ridurre le incidenze ambientali e sociali del settore, fornire informazioni e migliorare la salute dei consumatori; sottolinea la fondamentale importanza della ricerca e dell'innovazione per rafforzare la competitività dell'industria tessile dell'UE; chiede lo svolgimento di attività di ricerca e innovazione nel settore delle fibre artificiali, tra cui il riciclaggio per la trasformazione dei rifiuti in fibre, il riciclaggio da fibra a fibra e la valorizzazione dei rifiuti sintetici nell'industria tessile;

48. invita la Commissione e gli Stati membri ad agevolare la creazione di modelli di business sostenibili e la competitività del settore;

49. sottolinea che non solo i prodotti e i materiali ma anche i modelli di business e le infrastrutture più in generale devono essere concepiti in modo da favorire la prevenzione dei rifiuti, la preparazione al riutilizzo e il riciclaggio di qualità, in linea con la gerarchia dei rifiuti; ritiene che i modelli di business circolari sostenibili dovrebbero diventare la norma; chiede la definizione di metriche e parametri che dimostrino le prestazioni ambientali dei modelli di business circolari, con incentivi strategici legati a tali effetti comprovati;

50. sottolinea, in base alla gerarchia dei rifiuti, l'importanza del riciclaggio per la circolarità e come fonte di materie prime per la produzione tessile in Europa; sottolinea altresì che la purezza del materiale dei tessuti incide anche sull'efficienza e sulla sostenibilità economica del processo di riciclaggio e che ridurre le composizioni miste rafforzerebbe la riciclabilità in Europa; evidenzia la necessità di un mercato secondario europeo competitivo delle materie prime;

51. chiede regimi di responsabilità estesa dei produttori e altre misure ad hoc per incentivare la ricerca, l'innovazione, gli investimenti, l'ampliamento di infrastrutture per la raccolta, la cernita e la cernita in base alla composizione, la preparazione al riutilizzo e il riutilizzo, nonché soluzioni di riciclaggio da fibra a fibra che consentano la separazione e il riciclaggio di materiali misti e la decontaminazione dei flussi di rifiuti;

52. incoraggia gli Stati membri, le regioni e le autorità di gestione ad avvalersi dei Fondi strutturali europei e del dispositivo per la ripresa e la resilienza per liberare il potenziale dell'industria tessile europea in termini di soluzioni innovative per digitalizzare e decarbonizzare ulteriormente il settore; incoraggia lo sviluppo di poli dell'economia circolare che mettano in collegamento i centri innovativi di ricerca con gli impianti di raccolta, cernita, riciclaggio, trasformando i rifiuti in valore e creando nuovi posti di lavoro nella produzione tessile; chiede la creazione di una rete di poli tessili di innovazione e sostenibilità a livello regionale e nazionale per assistere le aziende, in particolare le PMI, nella duplice transizione digitale e verde;

53. ricorda che esistono diverse possibilità di finanziamento dell'UE, ad esempio attraverso il polo tematico 2 di Orizzonte Europa o il Consiglio europeo per l'innovazione; pone l'accento sul fatto che l'agenda dell'UE per la ricerca e l'innovazione deve concentrarsi sull'intera catena del valore della circolarità nell'ecosistema tessile; chiede, in tale contesto, un partenariato coprogrammato specifico a livello dell'UE per rafforzare la competitività dell'Unione nel settore dei prodotti tessili innovativi e sostenibili; sottolinea che i futuri programmi di lavoro di Orizzonte Europa dovrebbero riflettere gli obiettivi di circolarità e sostenibilità definiti nella strategia dell'UE per i prodotti tessili e nella relativa agenda dell'UE per la ricerca e l'innovazione nel settore tessile; sottolinea il ruolo che dovrebbero svolgere le comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) in materia di cultura e creatività e di attività manifatturiere; invita la Commissione a designare un direttore di programma del Consiglio europeo per l'innovazione (CEI) per i prodotti tessili innovativi, intelligenti e sostenibili e a lanciare sfide specifiche nel quadro dell'acceleratore del CEI;

54. sottolinea l'importanza di dialoghi settoriali per rafforzare l'impegno settoriale dell'industria tessile nella transizione verso un'economia circolare e climaticamente neutra; attende con interesse la creazione di percorsi di transizione quale elemento essenziale per l'ecosistema tessile in Europa;

55. invita la Commissione, in collaborazione con i portatori di interessi del settore e gli istituti di ricerca, a elaborare una metodologia di analisi del ciclo di vita applicabile all'industria tessile onde garantire confronti equi tra i prodotti tessili; fa osservare che l'analisi del ciclo di vita come principio sia essenziale per evitare impatti ambientali involontari e stimolare l'invenzione di nuove materie prime che possano dimostrare un minore impatto sull'ambiente; insiste sulla necessità di una norma europea per le valutazioni del ciclo di vita e, a tal fine, la necessità di migliori infrastrutture dei dati nelle catene di approvvigionamento;

56. sottolinea l'importanza di un quadro giuridico coerente e uniforme per il settore tessile; evidenzia il ruolo specifico che stanno svolgendo le imprese pionieristiche, le microimprese, le PMI e le start-up nella transizione verso un'economia circolare e climaticamente neutra; sottolinea la necessità di aiutare le PMI del settore tessile ad abbandonare i modelli di business lineari e le pratiche insostenibili in termini di clima, ambiente, salute e risvolti sociali, anche attraverso linee guida che facilitino l'accesso ai finanziamenti disponibili e l'osservanza delle procedure amministrative; sottolinea l'importanza delle opportunità di formazione per le PMI; prende atto delle possibilità offerte dalla rete Enterprise Europe e dai poli europei dell'innovazione digitale;

Rifiuti tessili e responsabilità estesa del produttore

57. ritiene che i produttori di tessuti dovrebbero essere soggetti alla responsabilità estesa del produttore per i tessili che immettono sul mercato per la prima volta nel territorio di uno Stato membro; plaude all'intenzione della Commissione di stabilire norme armonizzate dell'UE in materia di responsabilità estesa del produttore per i tessili con un'eco-modulazione delle tariffe nell'ambito della revisione della direttiva quadro sui rifiuti; invita la Commissione a garantire che una quota sostanziale dei contributi ai regimi di responsabilità estesa del produttore sia destinata alle misure di prevenzione dei rifiuti e di preparazione al riutilizzo nel rispetto della gerarchia dei rifiuti;

58. sottolinea che la responsabilità estesa del produttore dovrebbe essere in linea almeno con i requisiti degli articoli 8 e 8 bis della direttiva 2008/98/CE, oltre a dover includere ogni altro costo pertinente specifico al settore tessile, evidenzia la necessità di garantire la coerenza tra l'eco-modulazione delle tariffe e i futuri atti delegati sui prodotti tessili adottati nell'ambito del regolamento sulla progettazione ecocompatibile, in base ai quali le specifiche per la progettazione ecocompatibile dovrebbero essere utilizzate come base e le tariffe per la responsabilità estesa del produttore possono incentivare le imprese a spingersi oltre;

59. invita la Commissione a garantire che anche i mercati online rientrino nelle norme in materia di responsabilità estesa del produttore; considera importante che il regime della responsabilità estesa del produttore promuova le attività delle imprese sociali coinvolte nella gestione dei prodotti tessili usati;

60. sottolinea la necessità di garantire una gestione ecologicamente corretta dei tessili raccolti; ricorda che la raccolta differenziata dei tessili sarà obbligatoria dal 1º gennaio 2025; incoraggia la Commissione a monitorare gli Stati membri che hanno attuato la raccolta differenziata prima del 1° gennaio 2025 al fine di agevolare lo scambio delle migliori prassi e migliorare l'attuazione;

61. sottolinea che la revisione della direttiva quadro sui rifiuti dovrebbe introdurre obiettivi specifici distinti per la prevenzione dei rifiuti tessili, la raccolta dei prodotti tessili, il loro riutilizzo e la preparazione al loro riutilizzo, il riciclaggio delle fibre a ciclo chiuso e l'eliminazione graduale del conferimento dei tessili in discarica; insiste sulla necessità di dati e parametri attendibili per la verifica degli obiettivi; sottolinea l'importanza di fissare criteri armonizzati sulla cessazione della qualifica di rifiuto per i tessili;

62. sottolinea la necessità di investire in infrastrutture di raccolta e in impianti di cernita e riciclaggio di alta gamma al fine di poter gestire i rifiuti tessili a partire dal 2025; sottolinea i vantaggi di un potenziamento delle infrastrutture di cernita automatizzata per i prodotti tessili post-consumo, che possono fornire elevati livelli di precisione ed efficienza;

63. ritiene importante promuovere le imprese dell'economia sociale che raccolgono e riutilizzano i prodotti tessili come partner nell'adempimento degli obblighi e degli obiettivi in materia di raccolta e gestione dei rifiuti;

64. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere misure concrete per sensibilizzare e conseguire tassi di raccolta differenziata dei prodotti tessili più elevati, anche attraverso il ricorso a incentivi economici;

65. concorda con la Commissione sul fatto che la produzione di capi di abbigliamento da bottiglie riciclate non è in linea con il modello circolare per le bottiglie PET; ritiene che non dovrebbero essere formulate dichiarazioni ingannevoli sul contenuto riciclato nell'abbigliamento a base di PET e che ciò dovrebbe essere tenuto in considerazione, tra l'altro, nella revisione dei criteri per il marchio Ecolabel UE;

66. si rammarica del fatto che il 20 % delle fibre tessili diventino rifiuti prima di raggiungere il consumatore finale; ritiene che vi sia grande incertezza rispetto alla quantità totale di fibre scartate nella fase di pre consumo; invita la Commissione a introdurre obblighi di informativa sugli scarti pre consumo;

67. sottolinea l'importanza della revisione del regolamento relativo alle spedizioni di rifiuti per rafforzare gli sforzi volti a contrastare le spedizioni illegali di rifiuti verso paesi terzi; sottolinea la necessità di stabilire criteri per distinguere tra beni usati e rifiuti; osserva che tali misure saranno di particolare importanza per i rifiuti tessili; esprime preoccupazione per il fatto che i rifiuti tessili siano ancora falsamente etichettati come beni di seconda mano[57]; sottolinea nel contempo il principio di prossimità sancito dalla direttiva quadro sui rifiuti, il quale evidenzia che le spedizioni di rifiuti tra gli Stati membri dell'UE possono essere importanti per facilitare il riciclaggio dei rifiuti al fine di introdurre materie prime secondarie nell'economia circolare;

68. ribadisce la sua posizione secondo cui l'esportazione dei rifiuti nei paesi terzi dovrebbe essere consentita solo se i paesi che li ricevono li gestiscono sulla base di norme in materia di tutela della salute umana e dell'ambiente considerate equivalenti alle norme dell'Unione, compreso il rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti dei lavoratori, e secondo cui tutti gli impianti ricettori dovrebbero essere sottoposti a una verifica della sana gestione ambientale prima dell'esportazione;

69. esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire che il probabile aumento dei rifiuti tessili raccolti dopo l'introduzione della raccolta differenziata nel 2025 non porti all'incenerimento o allo smaltimento in discarica di tali prodotti tessili nei paesi terzi; invita la Commissione a chiarire che ciò che costituisce "una specificazione di indumenti utilizzati ed altri articoli tessili usurati" include, tra le altre cose, una preselezione;

Trasparenza e tracciabilità

70. valuta positivamente l'iniziativa volta a dotare i consumatori degli strumenti necessari per affrontare la transizione verde e le relative norme dell'UE che dovrebbero garantire che i consumatori ricevano le informazioni presso il punto vendita su una garanzia di durabilità commerciale per i prodotti tessili, come anche informazioni pertinenti sulla loro riparabilità, sulla gestione dei prodotti giunti al termine della loro vita utile e sull'anno di produzione dei prodotti;

71. esprime preoccupazione per le diffuse pratiche di greenwashing; sottolinea che il 53 % delle dichiarazioni ecologiche fornisce informazioni vaghe, fuorvianti o infondate, e il 40 % delle dichiarazioni non sono fondate su prove; accoglie con favore la proposta della Commissione di responsabilizzare i consumatori per la transizione verde e la proposta di direttiva sulle dichiarazioni ambientali (green claims); sottolinea la necessità di stabilire norme chiare per porre fine alle pratiche di greenwashing e di sensibilizzare in merito alle implicazioni della fast fashion e del comportamento dei consumatori sull'ambiente;

72. invita la Commissione a rivedere e rafforzare il marchio Ecolabel dell'UE per i tessili per consentire l'identificazione dei prodotti tessili più sostenibili;

73. accoglie con favore l'elaborazione di regole di categoria relative all'impronta ambientale di prodotto per l'abbigliamento e le calzature; invita la Commissione a garantire che tali metodi prendano in considerazione tutti gli impatti ambientali pertinenti; esprime preoccupazione per i fattori di impatto ambientale, che mancano attualmente, come le emissioni di micro e nanoplastiche e la perdita di biodiversità; sottolinea la necessità di includere organizzazioni sia dell'industria che esterne al settore nella messa a punto di tali regole, nonché di garantire la trasparenza e l'accessibilità dei dati;

74. accoglie con favore l'introduzione del passaporto digitale per i prodotti (DPP) nella proposta in materia di progettazione ecocompatibile, che, nell'ambito di un quadro coerente con la legislazione in materia di dovere di diligenza delle imprese sulla sostenibilità e la proposta sul lavoro forzato, garantirà una maggiore trasparenza; ritiene che il passaporto digitale per i prodotti sia uno strumento decisivo per la circolarità e accoglie con favore il ruolo che il passaporto digitale per i prodotti può svolgere nell'attuare nuovi modelli imprenditoriali sostenibili per i prodotti tessili e nella responsabilizzazione dei consumatori, facilitando le scelte sostenibili grazie a dati più accessibili e trasparenti; sottolinea che le informazioni fornite dal passaporto digitale per i prodotti devono essere accurate, complete e aggiornate;

75. esprime preoccupazione per il fatto che volumi elevati di scorte in eccesso, inventario in esubero, scorte eccedentarie e giacenze invendute, così come i resi, portino alla distruzione di prodotti tessili perfettamente utilizzabili; sottolinea che a livello di Unione dovrebbe essere introdotto un divieto di distruzione dei prodotti tessili invenduti e resi, e ritiene che siano essenziali informazioni complete per consentire il monitoraggio del divieto di distruzione dei prodotti tessili invenduti, conformemente alla revisione del regolamento sulla progettazione ecocompatibile;

76. sottolinea l'importanza di un funzionamento armonizzato e corretto del mercato unico; lamenta la presenza, nel mercato dell'Unione, di una quantità significativa di tessuti non conformi al diritto dell'Unione[58]; invita gli Stati membri ad assicurare una vigilanza del mercato più rigorosa, controlli più frequenti e sanzioni dissuasive in caso di violazioni, al fine di garantire che tutti i prodotti immessi sul mercato dell'UE, anche dai mercati online di paesi terzi, rispettino i requisiti fissati dalla legislazione dell'Unione; sottolinea l'importanza di prevenire l'importazione di prodotti tessili contraffatti o non sicuri e di una vigilanza armonizzata del mercato interno;

77. invita la Commissione a sottoporre ad audit i sistemi di applicazione degli Stati membri per quanto riguarda i tessuti e a formulare raccomandazioni di miglioramento, rafforzare la cooperazione e il coordinamento tra gli organismi preposti all'applicazione delle norme e proporre strumenti esecutivi dell'UE, ove necessario; invita la Commissione ad avvalersi dei poteri conferiti a norma dell'articolo 11, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2019/1020, al fine di assicurare adeguate prove su prodotti in tutta l'Unione; ribadisce il suo invito alla Commissione a intraprendere prontamente azioni legali quando rileva che le leggi dell'UE, riguardanti in particolare la protezione della salute umana e dell'ambiente e il funzionamento del mercato interno, non sono rispettate; ricorda la sua posizione secondo cui sarebbe opportuno migliorare l'efficienza delle procedure nel settore delle violazioni della legislazione ambientale[59];

Dovere di diligenza ed equità sociale

78. deplora il fatto che la strategia dell'UE per i tessili sostenibili e circolari sia insufficiente sugli aspetti sociali, come i diritti dei lavoratori e la prospettiva di genere;

79. sottolinea che nel settore tessile trova spazio un'ampia gamma di violazioni dei diritti dei lavoratori, in particolare nei confronti delle donne e di altri gruppi marginalizzati, tra cui stipendi di povertà, furti di salari, restrizione indebita del diritto di aderire a un sindacato o di costituirne uno d'elezione, il lavoro minorile, il lavoro forzato, l'esposizione a condizioni di lavoro non sicure e le molestie sessuali[60] [61];

80. plaude alla proposta della Commissione relativa a una direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità quale passo importante per affrontare problemi specifici nel settore dei prodotti tessili; sottolinea che non è possibile evitare impatti ambientali e sociali negativi nei paesi fornitori facendo unicamente affidamento sulla normativa in materia di dovere di diligenza, e che il miglioramento della sostenibilità sociale e ambientale necessita un approccio olistico; invita la Commissione a fornire ulteriore supporto agli attori locali nei paesi partner e ad adottare misure legislative supplementari per affrontare queste ricadute nei paesi terzi; sottolinea inoltre la necessità che l'UE promuova la ratifica di tutte le convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) pertinenti per l'industria tessile; invita gli Stati membri a sostenere gli sforzi atti a prevenire la violenza di genere nel settore tessile impegnandosi a ratificare e attuare la convenzione n. 190 dell'OIL sull'eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro;

81. invita la Commissione a garantire l'integrazione della prospettiva di genere nell'attuazione della strategia dell'UE per prodotti tessili; richiama in particolare l'attenzione sul fatto che le donne rappresentano l'80 %[62] della forza lavoro del settore dell'abbigliamento a livello globale e che, pertanto, esse subiscono in modo sproporzionato gli impatti negativi dell'industria; sottolinea che la violenza di genere è stata ampiamente denunciata nell'industria tessile; evidenzia che le donne e le ragazze nelle fabbriche di abbigliamento sono particolarmente a rischio di molestie e violenza di genere a causa della loro occupazione precaria e a basso reddito, nonché della limitata mobilità verso l'alto, dell'ubicazione dei luoghi di lavoro e della loro dipendenza dagli alloggi in loco; sottolinea che occorre prestare particolare attenzione alla parità di genere e ai diritti delle donne nel settore tessile;  insiste fortemente affinché i sindacati delle lavoratrici siano autorizzati a stabilirsi e operare liberamente e chiede sia rispettato il diritto alla contrattazione collettiva;

82. osserva che le donne nell'industria tessile sono spesso escluse dagli spazi decisionali; chiede ai datori di lavoro dell'industria tessile di intraprendere misure per garantire la rappresentanza femminile in posizioni dirigenziali e di leadership, nonché per assicurare la rappresentanza femminile nei consessi consultivi; invita inoltre i datori di lavoro a fornire corsi di formazione ai dirigenti e ai dipendenti in materia di parità di genere e discriminazione di genere; invita gli Stati membri a promuovere tra le ragazze e le donne lo studio della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria, dell'arte e della matematica per garantire più efficacemente che le donne svolgano un ruolo chiave in tutti gli aspetti dell'industria tessile, compreso l'utilizzo di macchinari ad alta tecnologia, che si rende spesso necessario in vari processi di fabbricazione, sottolineando in tal modo il legame tra donne, tecnologia e prodotti tessili;

83. chiede agli Stati membri e alla Commissione di assicurare che siano raccolti dati completi disaggregati per genere per verificare il coinvolgimento delle donne nell'industria tessile ed eventuali variazioni o discrepanze potenziali tra gli Stati membri.

84. ricorda che l'artigianato autoctono è spesso oggetto di appropriazione, il che è legato al razzismo strutturale, ed è spesso utilizzato per l'abbigliamento destinato al consumo di massa; rammenta che l'artigianato tradizionale e i suoi produttori sono sacrificati, in quanto le comunità locali sono indotte a svolgere lavori a bassa retribuzione nel settore dell'abbigliamento[63];

Pratiche di acquisto dannose

85. si rammarica che la strategia non contempli azioni per contrastare le pratiche di acquisto dannose delle società; fa notare che, secondo l'OIL, l'attuale squilibrio di potere tra gli acquirenti di capi di abbigliamento e i loro fornitori, in particolare le piccole e medie imprese, è fonte di sovrapproduzione e sfruttamento dei lavoratori nel settore[64]; ritiene che le pratiche di acquisto scorrette da parte di società, come le modifiche di design o dei tempi di realizzazione all'ultimo minuto, le modifiche unilaterali dei contratti e l'annullamento di ordini all'ultimo minuto, dovrebbero essere affrontate con efficacia; chiede alla Commissione di fornire una valutazione su come meglio minimizzare tali pratiche, anche attraverso una legislazione che trae ispirazione e insegnamento dall'esperienza acquisita con l'attuazione della direttiva 2019/663[65] in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare;

86. insiste affinché le transizioni verde e digitale del settore tessile europeo portino avanti una transizione giusta che non lasci indietro nessuno; sottolinea che la transizione verso modelli imprenditoriali più sostenibili e circolari all'interno dell'industria tessile presenta un notevole potenziale per la creazione di nuove opportunità commerciali, nuovi posti di lavoro verdi e per il miglioramento delle competenze e la riqualificazione della forza lavoro, offrendo nel contempo l'opportunità di migliorare le condizioni di lavoro e l'attrattiva del settore e la retribuzione dei lavoratori, che svolgeranno un ruolo centrale nella transizione; riconosce che, sebbene la trasformazione del settore possa creare nuovi posti di lavoro con nuove esigenze in termini di competenze, altri tipi di posti di lavoro potrebbero essere persi; sottolinea l'importanza di un dialogo sociale di qualità e dell'impegno delle autorità nazionali e regionali a pianificare adeguatamente la transizione e a garantire che siano messe in atto misure di mitigazione, e che il cambiamento sia gestito in modo socialmente responsabile, anche garantendo che i nuovi posti di lavoro creati nell'economia circolare siano posti di lavoro di qualità;

87. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire, assieme alle parti sociali, all'industria e ad altri portatori di interessi, l'offerta di formazione e istruzione settoriale nel campo dei prodotti tessili sostenibili per salvaguardare i posti di lavoro esistenti, aumentare la soddisfazione dei lavoratori e garantire la disponibilità di manodopera qualificata; sottolinea l'importanza di garantire che i lavoratori a basso salario del settore tessile, compresi quelli impegnati nelle forme di occupazione più precarie, abbiano accesso a opportunità di apprendimento e formazione permanente di qualità, in particolare dopo periodi di assenza per motivi di assistenza;

88. invita la Commissione e gli Stati membri ad assistere gli attori dell'economia sociale, incluse le imprese sociali attive nelle attività circolari, nelle azioni finalizzate alla riqualificazione e al miglioramento del livello di competenze dei lavoratori;

89. invita la Commissione a garantire parità di condizioni con un elevato livello di protezione ambientale per i prodotti realizzati e consumati all'interno dell'UE e per quelli esportati o importati; osserva che la maggior parte dell'abbigliamento nell'Unione è importata da paesi terzi[66], contribuendo a impatti ambientali e sociali dannosi al di fuori dell'Unione; sottolinea che le politiche commerciali possono svolgere un ruolo cruciale nel contribuire alle catene del valore sostenibili, in particolare attraverso l'efficace applicazione dei capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile degli accordi commerciali dell'UE; ritiene che l'Unione dovrebbe garantire che gli accordi e i programmi di preferenze commerciali vengano utilizzati come leve per promuovere lo sviluppo sostenibile, la protezione del clima e ambientale, i diritti umani, i diritti dei lavoratori e un commercio equo ed etico in tutto il mondo, nonché la responsabilità delle catene del valore;

90. ricorda il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS) e in particolare l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che stabilisce che l'Unione "tiene conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo"; sottolinea l'importanza di ridurre al minimo le possibili contraddizioni e di creare sinergie con la politica di cooperazione allo sviluppo nell'interesse dei paesi in via di sviluppo, al fine di accrescere l'efficacia della cooperazione allo sviluppo; evidenzia l'importanza della CPS per consentire un approccio integrato al conseguimento degli OSS;

91. incoraggia pertanto vivamente la Commissione a integrare la strategia con la relativa programmazione regionale e nazionale per i paesi in via di sviluppo nel quadro dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale e delle iniziative Team Europa, che dovrebbero promuovere e mettere in evidenza progetti sostenibili che favoriscono riforme della governance e una migliore applicazione della legislazione, in particolare in materia di lavoro, nonché progetti sostenibili che contribuiscono alla realizzazione di infrastrutture per la produzione e la distribuzione di prodotti tessili;

92. denuncia il circolo vizioso generato dagli effetti dei cambiamenti climatici, che costringono i lavoratori agricoli ad abbandonare la loro terra in quanto non più adatta all'agricoltura e a spostarsi nei centri industriali, dove sono sottoposti a forme di sfruttamento del lavoro nel settore dell'abbigliamento o in altri settori; ricorda che tali lavoratori migranti sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento, in quanto non dispongono di reti di assistenza sociale e a causa di una mancanza generale di infrastrutture sociali e di protezione giuridica; ricorda che i periodi di siccità e le inondazioni in aumento minacciano anch'essi i coltivatori di cotone in tutto il mondo; ricorda che il cotone è un esempio particolarmente evidente del suddetto circolo vizioso, in quanto la sua coltivazione comporta un uso eccessivo di acqua, che danneggia il suolo, nonché l'uso di pesticidi, che ha effetti dannosi per gli agricoltori e l'ambiente;

 

°

° °

93. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

 


MOTIVAZIONE

La Commissione ha presentato una nuova strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari[67] il 30 marzo 2022. La strategia definisce una serie di azioni e la visione della Commissione per il settore entro il 2030, prevedendo tra l'altro che: tutti i prodotti tessili immessi sul mercato dell'UE siano durevoli, riparabili e riciclabili, realizzati il più possibile con fibre riciclate, privi di sostanze pericolose e prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell'ambiente; la "fast fashion" (moda veloce) non sia più di moda e i consumatori abbiano a disposizione prodotti tessili di lunga durata, di alta qualità e a prezzi accessibili; siano ampiamente disponibili servizi di riutilizzo e riparazione economicamente vantaggiosi; il settore tessile sia competitivo, resiliente e innovativo e i produttori si assumano la responsabilità dei loro prodotti lungo l'intera catena del valore, raggiungendo una sufficiente capacità di riciclaggio e riducendo al minimo l'incenerimento e lo smaltimento in discarica.

 

Già oggi, a livello europeo il consumo di prodotti tessili si colloca al quarto[68] posto per impatto sull'ambiente e sul cambiamento climatico, dopo i generi alimentari, gli alloggi e la mobilità. L'industria tessile è al terzo[69] posto per consumo idrico e uso del suolo, e al quinto posto per consumo di materie prime primarie ed emissioni di gas a effetto serra. Ad oggi l'industria tessile e dell'abbigliamento mondiale produce 92 milioni[70] di tonnellate di rifiuti ogni anno. Si tratta di un'industria alimentata principalmente dai combustibili fossili. Nel 2015 la sola industria della moda ha consumato 98 milioni di tonnellate di petrolio, in gran parte per la produzione di fibre sintetiche, che rappresentano un'ampia proporzione dei materiali impiegati. Si stima che negli oceani vi siano già 1 400 miliardi[71] di microfibre. Il lavaggio degli indumenti in fibre sintetiche incide in assoluto in maniera più consistente (35 %).[72] Ogni anno finiscono in acqua 552 000 tonnellate di sole microfibre.

 

Non abbiamo mai prodotto tanti indumenti e prodotti tessili come oggi. Nella sola UE la domanda è cresciuta del 40 %[73] negli ultimi decenni. Consumiamo sempre più spesso rispetto al passato. Eppure, in media indossiamo i capi d'abbigliamento solo un numero limitato di volte, dimenticando quanto lavoro e quante risorse occorrono. Ci sono più collezioni che stagioni, le tendenze vanno e vengono più rapidamente, e prima che la nuova collezione sia disponibile nei negozi e sui siti web, quella precedente è già stata eliminata. Allo stesso tempo, solo l'1 %[74] viene riciclato.

 

Tuttavia, a pagarne il prezzo non è solo l'ambiente bensì anche le persone che realizzano i prodotti tessili lungo l'intera catena di approvvigionamento.

 

A livello mondiale, il settore dà lavoro a 60 milioni[75] di persone, principalmente donne. Spesso le paghe dei lavoratori tessili sono di gran lunga inferiori ai salari di sussistenza: straordinari non retribuiti, pericoli per la salute, contratti precari, abusi psicologici e fisici sono solo alcuni dei problemi del settore. Dai campi di cotone agli stabilimenti tessili, l'intera filiera è dominata da condizioni lavorative precarie. In tutto il mondo, le donne[76] sono particolarmente colpite dalle catastrofi ambientali e dalle condizioni climatiche estreme. Non è possibile affrontare la crisi più grave a livello mondiale senza coinvolgere metà della popolazione.

 

La costante pressione al ribasso sugli standard sociali e ambientali sta generando sempre più disuguaglianza sociale e devastazione ambientale. L'economia circolare deve svolgere un ruolo importante nel gestire la transizione verso la sostenibilità sociale, economica e ambientale.

 

La relatrice ritiene che senza un'economia circolare funzionante non saremo in grado di conseguire la neutralità climatica e i nostri obiettivi ambientali. Abbiamo quindi bisogno di norme vincolanti, che garantiscano un uso responsabile delle materie prime a livello mondiale. L'Unione europea deve dare l'esempio e assicurare che i prodotti tessili venduti nei nostri negozi e attraverso i servizi della società dell'informazione, come le piattaforme online, garantiscano elevati standard in materia di ambiente e diritti umani.

 

La responsabilità per gli acquisti sostenibili non dovrebbe più essere spostata solo sui consumatori e l'attuale modello lineare va fermato a favore di un modello circolare e dignitoso che guardi oltre i volumi.

 

A tale scopo occorrono normative vincolanti, perché finora l'industria tessile è stata relativamente risparmiata dai legislatori.

 

La relatrice chiede quindi una normativa europea che garantisca che il prezzo della produzione della moda non sia la distruzione dell'ambiente e di vite umane. A tale riguardo, la nuova proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile può avere un ruolo cruciale.

 

Inoltre, occorrerebbe definire requisiti che evitino la distruzione o lo smaltimento in discarica dei capi d'abbigliamento semplicemente perché non sono più di moda o perché i magazzini sono pieni. La relatrice ritiene che solo i prodotti tessili che soddisfano standard di sostenibilità minimi dovrebbero essere importati nell'UE o prodotti all'interno dell'UE. Dobbiamo progettare prodotti tessili che siano riutilizzabili, riparabili, riciclabili ed efficienti sotto il profilo energetico. Di conseguenza, l'UE deve fissare obiettivi vincolanti per la riduzione dell'impronta di carbonio dei prodotti tessili. Tra i problemi centrali vi sono il consumo eccessivo e la sovrapproduzione. Una strategia olistica per i prodotti tessili sostenibili sarà possibile soltanto riducendo la quantità assoluta di risorse naturali impiegate e producendo al contempo meno rifiuti.


PARERE DELLA COMMISSIONE PER L'INDUSTRIA, LA RICERCA E L'ENERGIA (29.3.2023)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sulla strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari

(2022/2171(INI))

Relatore per parere (*): Christian Ehler

(*) Procedura con le commissioni associate – articolo 57 del regolamento

 


SUGGERIMENTI

La commissione per l'industria, la ricerca e l'energia invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1. evidenzia l'importanza dell'ecosistema tessile per il lavoro, la crescita e la conservazione del know-how e del patrimonio culturale in Europa; sottolinea che il settore tessile europeo ha registrato un fatturato annuo di 147 miliardi di EUR nel 2022, con 58 miliardi di EUR di esportazioni e 106 miliardi di EUR di importazioni e dà lavoro a 1,3 milioni di cittadini europei, e che le donne occupano meno del 25 % delle posizioni dirigenziali nelle imprese di alta moda, mentre rappresentano oltre il 70 % di tutti i dipendenti dell'industria tessile; ricorda che oltre il 99 % dell'ecosistema tessile dell'UE è costituito da piccole e medie imprese (PMI) che in generale hanno bassi margini di profitto; sottolinea che le aziende tessili dell'UE devono affrontare l'intensa concorrenza dell'Asia, soprattutto della Cina[77], dove alcune aziende dell'UE hanno esternalizzato la loro produzione e dove le norme ambientali e sociali sono meno severe o inesistenti;

2. osserva con preoccupazione che la produzione tessile globale, in particolare la produzione di capi di abbigliamento di bassa qualità non riciclabili, è notevolmente aumentata a causa dello sviluppo della moda veloce nell'industria dell'abbigliamento, che ha un impatto negativo sulle risorse naturali; sottolinea l'importanza di sostenere l'industria tessile dell'UE nella transizione dalla moda veloce alla promozione di un modello di produzione sostenibile che combini capacità creative e sistemi di produzione basati sulla qualità dei processi, dei materiali e dei dettagli, il che ridurrebbe in modo significativo i rifiuti di materiali dell'UE nell'industria tessile e rafforzerebbe il valore strategico della catena di approvvigionamento nell'UE; sottolinea inoltre l'importanza di sviluppare e attuare programmi di sensibilizzazione dei consumatori sugli impatti ambientali e climatici dell'industria tessile e dell'abbigliamento e di mettere i consumatori in grado di compiere scelte sostenibili e intelligenti;

3. riconosce che le importazioni di prodotti contraffatti o non sicuri o non conformi alla legislazione europea in materia di prodotti tessili costituiscono una minaccia per l'industria europea e per la sostenibilità; esorta la Commissione e gli Stati membri a fornire un sistema di monitoraggio e sorveglianza del mercato più coordinato e ad aumentare le risorse e le strutture per garantire la conformità alla legislazione dell'UE, compreso il regolamento REACH[78], al fine di assicurare condizioni di parità per le imprese europee; prende atto del potenziale di creazione di nuovi accordi commerciali reciprocamente vantaggiosi e di rafforzamento delle attuali relazioni commerciali, che possono salvaguardare la conformità dei prodotti tessili alla legislazione UE e inoltre sostenere la creazione di posti di lavoro e dare impulso alla crescita economica sia nell'UE che tra i partner commerciali; invita i mercati digitali e analogici a garantire che i prodotti tessili che vendono siano conformi al diritto dell'UE; ritiene che il greenwashing rappresenti una concorrenza sleale per le PMI realmente impegnate in processi di trasformazione più ecologici e sia particolarmente fuorviante per i consumatori;

4. invita la Commissione e gli Stati membri ad analizzare la possibilità di fornire un sostegno adeguato e valido in termini di costi ai paesi non appartenenti all'UE per la decarbonizzazione delle filiere tessili, che avrà effetti positivi sulle imprese europee;

5. rileva che l'onere normativo, che colpisce direttamente e indirettamente l'industria tessile dell'UE, sommato alla pandemia di COVID-19, alla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, all'aumento dei prezzi dell'energia e alle conseguenze dell'inflazione sull'industria, sta minacciando la competitività delle imprese dell'UE; accoglie con favore e incoraggia, a questo proposito, gli sforzi nazionali e dell'UE per ridurre i prezzi dell'energia a un livello competitivo a livello internazionale; ricorda che l'ecosistema tessile dell'UE è all'avanguardia nell'adozione di pratiche di sostenibilità; invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare una regolamentazione che eviti oneri inutili, faciliti modelli di business sostenibili e migliori la competitività del settore, poiché un numero elevato di obblighi aumenta drasticamente i costi e la burocrazia, soprattutto per le PMI;

6. sottolinea la necessità di sostenere le PMI dell'ecosistema tessile nella transizione da modelli di impresa lineari e pratiche non sostenibili; chiede pertanto la creazione di una rete di poli tessili di innovazione e sostenibilità regionali e nazionali per assistere le aziende, in particolare le PMI, nella duplice transizione digitale e verde; prende atto dell'opportunità che la rete Enterprise Europe e i poli europei dell'innovazione digitale possono offrire a tale riguardo; chiede linee guida facili per l'accesso ai finanziamenti e la semplificazione dei processi amministrativi che consentirebbero alle PMI di trasformare le loro industrie, con incentivi specifici, tempistiche, disponibilità di formazione mirata e uno strumentario per le PMI per ridurre la complessità;

7. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la coerenza tra le misure di intervento individuate nella strategia tessile dell'UE e il percorso di transizione al fine di creare un quadro giuridico prevedibile e armonizzato in linea con la legislazione dell'UE e gli obiettivi del Green Deal dell'UE, in particolare per quanto riguarda i requisiti di progettazione ecocompatibile per i prodotti tessili e con un periodo di transizione sufficiente per le imprese; esorta inoltre la Commissione e gli Stati membri a salvaguardare l'armonizzazione delle politiche nazionali a livello dell'UE al fine di garantire la certezza e la prevedibilità del diritto ed evitare la frammentazione del mercato unico dell'UE e gli oneri burocratici per gli operatori economici, in particolare le PMI; sottolinea l'opportunità che le misure politiche siano debitamente motivate da esempi di effetti positivi sull'ambiente;

8. ricorda la necessità di agevolare i dialoghi settoriali per aumentare l'impegno settoriale dell'industria tessile nella transizione verso un'economia circolare e climaticamente neutra e riconosce che il percorso di transizione è un elemento fondamentale per trasformare di conseguenza l'ecosistema tessile in Europa; si rammarica del fatto che la Commissione abbia impiegato quasi due anni dall'aggiornamento della strategia industriale dell'UE per avviare il percorso di transizione dell'ecosistema tessile; sottolinea che la rapida messa a punto e attuazione delle azioni di sostegno alle imprese è della massima importanza per consentire una transizione sostenibile e l'adattamento ai requisiti legislativi, riducendo nel contempo l'impronta ambientale con obiettivi fattibili e prevedibili; sottolinea che le azioni adottate in conformità con il percorso di transizione dovrebbero essere completamente allineate con la strategia industriale europea, le attività legislative contemplate nella strategia europea per i prodotti tessili, gli obiettivi di autonomia strategica aperta e gli obiettivi del Green Deal europeo;

9. invita la Commissione, gli Stati membri e gli operatori del settore a seguire i principi guida dell'iniziativa per un nuovo Bauhaus europeo, ossia sostenibilità, inclusione ed estetica, per la transizione dell'ecosistema tessile, in quanto la connessione tra creatività, arti e scienza può contribuire a creare un impatto positivo; sottolinea i punti di forza del settore creativo europeo, che può influenzare le preferenze e le abitudini dei consumatori e facilitare così una transizione sostenibile dell'industria tessile in Europa e nel mondo;

10. ricorda che la transizione dell'ecosistema tessile verso un'economia circolare presenta anche un notevole potenziale per la creazione di nuovi posti di lavoro verdi; esorta la Commissione e gli Stati membri ad agevolare l'accesso a programmi di istruzione innovativi per lo sviluppo di competenze pertinenti e per il miglioramento delle competenze e la riqualificazione dell'attuale forza lavoro, anche per la necessaria transizione digitale dell'industria tessile, in particolare per le PMI, che spesso non dispongono di personale qualificato; sottolinea la necessità di aumentare l'attrattiva e le prospettive di occupazione per i giovani professionisti dell'ecosistema tessile; invita inoltre la Commissione e gli Stati membri a prestare particolare attenzione alla combinazione di formazione artistica e tecnologica per i lavoratori dell'ecosistema tessile, sfruttando così le sinergie tra competenze creative e tecnologiche, al fine di promuovere costantemente la mobilità della manodopera qualificata in Europa e di preservare il know-how europeo e il patrimonio culturale delle capacità artigianali nel settore tessile; chiede ai datori di lavoro dell'industria tessile di intraprendere misure per garantire la rappresentanza femminile in posizioni dirigenziali e di leadership e nelle posizioni intermedie;

11. riconosce la necessità di un modello di impresa completamente circolare e le difficoltà che le aziende tessili devono affrontare per raggiungerlo, in particolare alla luce degli attuali vincoli tecnologici e fisici sulla produzione, il riciclaggio, la selezione e la raccolta, l'uso di sostanze chimiche, la mancanza di progettazione circolare, le lacune nella digitalizzazione e le esigenze di riqualificazione e aggiornamento della forza lavoro; osserva che per trasformare il settore in un settore veramente sostenibile e resiliente e per salvaguardare l'industria tessile e i suoi posti di lavoro in Europa, sono necessari finanziamenti specifici, metodi di misurazione validi e incentivi economici e giuridici;

12. accoglie con favore l'estensione del regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili[79] a beni diversi da quelli legati all'energia, compresi i prodotti tessili; sottolinea che è nella fase di progettazione dei prodotti tessili che risiede il grande potenziale per ottenere prodotti tessili più circolari e sostenibili; esorta la Commissione a consultare gli istituti di ricerca e i pertinenti portatori di interessi prima di fissare obiettivi e parametri chiari, attuabili e prevedibili negli atti delegati sulla progettazione ecocompatibile per le diverse categorie di prodotti tessili, seguendo un approccio basato sul rischio e sul ciclo di vita, tenendo conto delle leggi della fisica; sottolinea la necessità di iniziare ad applicare il regolamento sulla progettazione ecocompatibile ai prodotti tessili con il più alto impatto ambientale e per i quali il regolamento è più facile da attuare, e di tenere conto delle molte differenze all'interno dell'industria tessile, dove diversi settori hanno già sviluppato prodotti progettati per essere più durevoli e riparabili; chiede, inoltre, un periodo di transizione affinché l'ecosistema rispetti i nuovi requisiti di progettazione ecocompatibile in materia di prodotti;

13. riconosce il considerevole investimento richiesto per la digitalizzazione dell'ecosistema tessile e invita la Commissione e gli Stati membri e le regioni ad aumentare le iniziative di finanziamento a tale riguardo; riconosce che l'accesso ai dati relativi all'ecosistema tessile nonché la loro condivisione e trasformazione sono essenziali per la transizione digitale; accoglie con favore il passaporto digitale dei prodotti in quanto strumento decisivo per la circolarità e il ruolo che può svolgere nel consentire nuovi modelli di impresa sostenibili per il tessile rendendo i dati più accessibili e trasparenti lungo la catena di fornitura; è convinto che il passaporto digitale dei prodotti possa offrire opportunità di commercializzazione e di responsabilizzazione dei consumatori per facilitare scelte sostenibili e circolari, grazie ai vantaggi che apporta in termini di trasparenza, comprensione del comportamento dei consumatori, catena di approvvigionamento e requisiti di informazione ambientale e sociale, tracciabilità, riduzione dei rifiuti e corretto trattamento dei tessili per il riciclaggio, il riutilizzo e la riparazione, tenendo conto del fatto che i diritti di accesso dovrebbero essere differenziati per le varie categorie di utenti dei dati; sottolinea che le informazioni e, in particolare, i requisiti di prestazione per ciascun prodotto dovrebbero basarsi su una metodologia armonizzata e standardizzata ed essere accuratamente perfezionati per garantire la fattibilità tecnica ed economica, anche per quanto riguarda aspetti quali la funzionalità, la scalabilità e la competitività delle imprese europee, nonché l'accessibilità economica per i consumatori; chiede quindi l'immediata creazione di un progetto pilota, finanziato da Orizzonte Europa, che definisca i criteri fondamentali e le esigenze infrastrutturali del passaporto digitale dei prodotti;

14. sottolinea, tuttavia, che le informazioni fornite dal passaporto digitale dei prodotti devono essere pertinenti, accurate e aggiornate nonché di facile accesso e utilizzo da parte di autorità, consumatori e portatori di interessi lungo le catene di approvvigionamento; evidenzia l'importanza di allineare requisiti di informazione coerenti dei prodotti tessili con le funzionalità e responsabilità del passaporto digitale dei prodotti, in linea con gli obblighi in materia di protezione dei dati, segreti industriali e diritti di proprietà intellettuale; raccomanda che i prodotti contengano informazioni essenziali in formato digitale, accessibile, ad esempio, attraverso un codice QR e simultaneamente in formato analogico per i consumatori affinché questi possano compiere scelte informate e per l'uso industriale; invita la Commissione a utilizzare il progetto pilota relativo al passaporto digitale dei prodotti ai fini della sua graduale introduzione e a stabilire un periodo di attuazione per le PMI, e in particolare per le microimprese, sulla base degli insegnamenti tratti dal progetto pilota e tenendo conto delle loro capacità, e a sostenerle nel garantire la piena conformità al regolamento; invita, inoltre, la Commissione a fondare l'attuazione del passaporto digitale dei prodotti sulle banche dati, le infrastrutture di dati, gli standard di dati esistenti e sulle migliori pratiche di condivisione dei dati per evitare duplicati e oneri amministrativi superflui; ricorda che le questioni relative all'affidabilità e alla verificabilità dei dati, alla responsabilità legale per i dati pubblicati e all'accesso ai dati da parte delle aziende lungo l'intera catena di approvvigionamento rimangono ad oggi senza risposta e devono essere debitamente affrontate dalla Commissione e dagli Stati membri prima dell'attuazione del passaporto digitale dei prodotti;

15. accoglie con favore la revisione prevista del regolamento relativo all'etichettatura dei prodotti tessili[80] e del regolamento relativo al marchio di qualità ecologica[81] quale opportunità per evitare le pratiche di greenwashing attraverso l'etichettatura e armonizzare i criteri per l'etichettatura obbligatoria dei prodotti tessili in tutta l'UE; riconosce il potenziale inutilizzato degli appalti pubblici per sostenere i modelli circolari e le imprese che utilizzano processi di fabbricazione sostenibili nell'ambito di un'eventuale revisione del marchio "Made in Europe"; sottolinea che tutte le norme sull'etichettatura dei prodotti tessili, mediante l'uso di etichette sia fisiche che digitali e in tutti gli ambiti dell'etichettatura, anche per quanto riguarda la sostenibilità e la circolarità, sono introdotte al fine di garantire la certezza giuridica, ridurre i costi di conformità per le imprese, in particolare le PMI, e assicurare che le informazioni siano facilmente accessibili, leggibili e comparabili per i consumatori e le imprese interessate e che siano elaborate utilizzando un approccio basato su dati concreti per garantire effetti positivi misurabili; osserva che le etichette digitali potrebbero sfruttare le soluzioni tecniche previste dal passaporto digitale dei prodotti; invita la Commissione a chiarire e facilitare ulteriormente il processo di classificazione per richiedere nuove denominazioni di composizioni fibrose per materiali nuovi e specifici;

16. sottolinea la necessità di ridurre l'impronta di carbonio del settore, perlopiù attraverso investimenti in tecnologie per la riduzione dei gas a effetto serra e nella ricerca in tali tecnologie; è fermamente convinto che la questione dell'utilizzo dell'acqua a livello mondiale nella fabbricazione di prodotti tessili debba essere affrontata immediatamente; invita la Commissione a fissare obiettivi volti a ridurre l'impronta idrica dell'industria tessile, a incentivare lo sviluppo di processi che richiedano un minore consumo di energia e di acqua e a evitare l'uso e il rilascio di sostanze nocive; sottolinea l'importanza della ricerca e dell'innovazione, in particolare per quanto riguarda nuove tipologie di fibre riciclabili che richiedono meno acqua, nonché dello sviluppo di alternative all'uso convenzionale di sostanze chimiche, del riutilizzo dell'acqua attraverso lo sviluppo di tecnologie di trattamento delle acque reflue e della riduzione dei consumi energetici e idrici nel processo di produzione;

17. si compiace dell'intenzione della Commissione di conseguire l'obiettivo di avere prodotti tessili privi delle sostanze chimiche più pericolose entro il 2030 e del suo impegno ad affrontare la presenza di sostanze pericolose nei prodotti tessili e nei processi di produzione; si rammarica del fatto che la presenza di sostanze chimiche pericolose nei prodotti tessili ostacoli spesso la loro riutilizzabilità e riciclabilità[82]; sostiene pertanto l'introduzione di obiettivi tecnicamente realizzabili per ridurre le sostanze chimiche pericolose nei prodotti tessili e nei loro rifiuti, nonché la piena tracciabilità e l'indicazione completa delle sostanze chimiche utilizzate nei processi di fabbricazione, sfruttando i vantaggi del passaporto digitale dei prodotti, al fine di garantire un riciclaggio pulito dei prodotti tessili fin dall'inizio; sottolinea la necessità di sostenere continuamente la ricerca e i finanziamenti per evitare l'inquinamento da microplastiche rilasciate dai prodotti tessili sintetici e dalle microfibre; invita la Commissione ad affrontare tale questione nella sua proposta prevista su misure volte a ridurre il rilascio di microplastiche nell'ambiente; chiede innovazioni che riescano a evitare il rilascio di microfibre e microplastiche nell'ambiente in ciascuna fase del ciclo di vita di un prodotto attraverso soluzioni tecniche adeguate;

18. mette in evidenza le opportunità commerciali e i modelli imprenditoriali alternativi in materia di riutilizzo e riparazione e il loro contributo a un ecosistema tessile più sostenibile e circolare, nonché il potenziale di creazione di posti di lavoro attraverso lo sviluppo dei settori del riutilizzo e della riciclabilità nell'UE; chiede, a tale proposito, la creazione di incentivi per sostenere i settori del riutilizzo e della locazione, nonché le imprese che si concentrano sul prolungamento della durata di vita degli indumenti; sottolinea l'importanza del riciclaggio per la circolarità e la riduzione dei rifiuti e come fonte di materie prime per la produzione tessile in Europa; prende atto, a tale riguardo, del fatto che le leggi della fisica impediscono di raggiungere una riciclabilità e una circolarità del 100 % delle fibre attualmente esistenti; sottolinea che la purezza del materiale dei tessuti incide anche sull'efficienza e sulla sostenibilità economica del processo di riciclaggio e che ridurre le composizioni miste rafforzerebbe la riciclabilità in Europa; mette in evidenza la necessità di prevedere forti incentivi per il riciclaggio, sia nella produzione che nella domanda, e di creare un mercato stabile e aperto per i riciclatori e i prodotti riciclati; incoraggia l'uso di materie prime riciclate e sottolinea la necessità di creare un mercato secondario europeo delle materie prime competitivo che permetta ai produttori di aumentare progressivamente le percentuali di materiali riciclati nei loro prodotti; ricorda che, per creare un'industria europea del riciclaggio, è necessario investire nella raccolta, nella cernita, nel trattamento e nel trasporto dei rifiuti nell'intera catena del valore; chiede che gli Stati membri aumentino i propri investimenti nelle tecnologie di riciclaggio, compreso il potenziamento degli impianti di riciclaggio esistenti, e in particolare nelle tecnologie di riciclaggio meccanico e chimico; chiede pertanto che i finanziamenti europei siano destinati allo sviluppo di tecnologie di riciclaggio pronte per il mercato;

19. sottolinea l'importanza di armonizzare i criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto e la definizione dei rifiuti per i prodotti tessili al fine di garantire tassi più elevati di materiali riciclati nei prodotti tessili; chiede l'eliminazione di eventuali ostacoli al recupero dei materiali di scarto che non possono più essere utilizzati nel settore tessile e innovazioni che ne rendano possibile l'uso in altri settori; invita la Commissione e gli Stati membri a considerare i rifiuti tessili come materie prime, al fine di trasformare i rifiuti in valore mediante un processo di recupero sufficiente, per la fabbricazione di prodotti tessili; ricorda l'obbligo degli Stati membri di avere un'infrastruttura di raccolta differenziata dei prodotti tessili a partire dal 1o gennaio 2025; sottolinea l'urgente necessità di destinare fondi, sia a livello dell'UE che a livello nazionale, alla ricerca, all'innovazione e al potenziamento delle infrastrutture per la cernita manuale e automatica di alta qualità dei prodotti tessili, affinché l'industria sia pronta a utilizzare i rifiuti raccolti mediante il riciclaggio, il riutilizzo o la riparazione e a garantire una gestione ecologicamente corretta dei prodotti tessili raccolti; chiede, dati i bassi tassi di raccolta, che siano creati incentivi per i consumatori al fine di innalzare i tassi di raccolta dei prodotti tessili, anche per il loro riutilizzo a fini sociali; incoraggia la Commissione a monitorare gli Stati membri che hanno messo in atto la raccolta differenziata prima del 1o gennaio 2025 per raccogliere le migliori pratiche e identificare eventuali problematiche correlate all'armonizzazione delle pratiche di cernita e raccolta a livello dell'UE;

20. sottolinea che le azioni intraprese nell'ambito della strategia dell'UE per i prodotti tessili dovrebbero concentrarsi principalmente sulle innovazioni digitali, sulla graduale eliminazione delle fibre non riciclabili e sullo sviluppo di nuovi tipi di fibre con un minore impatto ambientale; invita la Commissione, insieme agli Stati membri, all'industria e agli istituti di ricerca, a incoraggiare e finanziare la ricerca volta a rendere i prodotti tessili privi di sostanze pericolose e a ottenere fibre più durevoli, riutilizzabili, riciclabili e riparabili; sottolinea la necessità di guardare oltre le fibre e i prodotti tessili attualmente esistenti per aumentare la ricerca e l'innovazione correlate all'invenzione di nuove materie prime al fine di diminuire l'impronta di carbonio della produzione tessile e ridurre la dipendenza dell'ecosistema tessile dal suolo, dall'acqua e dal petrolio; osserva che i nuovi tipi di fibre e prodotti tessili combinati con soluzioni digitali potranno migliorare la vita dei cittadini, ad esempio fornendo informazioni sanitarie all'utilizzatore del prodotto, nel rispetto della protezione della vita privata; sottolinea che le fibre artificiali restano essenziali per la fabbricazione di prodotti tessili tecnici e di molte altre categorie di prodotti tessili; sottolinea la necessità della ricerca e dell'innovazione per quanto riguarda le fibre artificiali, sia biologiche che sintetiche, come il riciclaggio per la trasformazione dei rifiuti in fibre, il riciclaggio a ciclo chiuso e il riciclaggio della plastica a partire da risorse per creare nuovi prodotti tessili;

21. sottolinea che la ricerca e l'innovazione sono fondamentali per rafforzare la competitività dell'industria tessile dell'UE e la sua posizione di primo piano nell'innovare, in particolare per quanto riguarda i processi di fabbricazione sostenibili, le fibre biodegradabili e sostenibili come le fibre a base biologica, le biosoluzioni da utilizzare lungo tutta la catena del valore tessile, nell'inventare e sviluppare una produzione circolare e sicura, le tecnologie di cernita automatica di alta qualità in base alla composizione e le tecnologie di riciclaggio, e nello sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione, ad esempio per quanto riguarda i prodotti tessili intelligenti e un passaporto digitale dei prodotti interoperabile e standardizzato favorevole alle PMI; incoraggia gli Stati membri, le regioni e le autorità di gestione a fare ricorso ai fondi strutturali e d'investimento europei e al dispositivo per la ripresa e la resilienza al fine di liberare il potenziale dell'industria tessile europea in termini di soluzioni innovative per digitalizzare ulteriormente e decarbonizzare il settore, sostenere le PMI e favorire le iniziative per il miglioramento del livello delle competenze e la riqualificazione; chiede pertanto lo sviluppo di poli europei del tessile che colleghino centri di ricerca innovativi con gli impianti di raccolta, cernita, riciclaggio e smaltimento, trasformando i rifiuti in valore e creando nuovi posti di lavoro nei poli di produzione tessile; invita la Commissione a lanciare un'alleanza industriale specifica a livello di UE;

22. ricorda che esistono diverse possibilità di finanziamento dell'UE, ad esempio attraverso il polo tematico 2 di Orizzonte Europa o il Consiglio europeo per l'innovazione (CEI); chiede la creazione di un'agenda dell'UE per la ricerca e l'innovazione allineata con il percorso di transizione per l'ecosistema tessile; pone l'accento sul fatto che l'agenda dell'UE per la ricerca e l'innovazione deve concentrarsi sull'intera catena del valore della circolarità nell'ecosistema tessile; chiede, a tale proposito, un partenariato coprogrammato specifico a livello dell'UE per aumentare la competitività dell'Unione europea nel settore dei prodotti tessili innovativi e sostenibili; sottolinea che tale partenariato dovrebbe mettere in comune e accelerare la ricerca, l'innovazione, i test pilota e le attività dimostrative e didattiche in quattro ambiti strategici, segnatamente la bioeconomia circolare e responsabile, la produzione e le catene di approvvigionamento digitali, i materiali e i prodotti intelligenti ad alte prestazioni e le competenze digitali avanzate e più ecologiche; sottolinea che i futuri programmi di lavoro di Orizzonte Europa dovrebbero riflettere gli obiettivi di circolarità e sostenibilità definiti nella strategia dell'UE per i prodotti tessili e nella relativa agenda dell'UE per la ricerca e l'innovazione nel settore tessile; sottolinea inoltre che le relative gare d'appalto dovrebbero basarsi sull'impegno strutturale delle parti interessate nell'intero ecosistema, incoraggiando nel contempo il settore tessile e quello delle tecnologie digitali a sviluppare appieno il potenziale digitale dell'industria tessile; sottolinea il ruolo di primo piano che dovrebbero svolgere in questo processo l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia e le comunità della conoscenza e dell'innovazione (cultura e creatività[83] e fabbricazione[84]) in tale processo; ritiene che il potenziale di innovazione e imprenditorialità dell'ecosistema tessile non sia ancora equamente riconosciuto in seno alla comunità dell'innovazione e invita la Commissione a nominare un direttore di programma del CEI per i prodotti tessili innovativi, intelligenti e sostenibili e a lanciare sfide specifiche nel quadro dell'acceleratore del CEI.


INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

28.3.2023

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

64

2

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Matteo Adinolfi, Nicola Beer, François-Xavier Bellamy, Hildegard Bentele, Tom Berendsen, Vasile Blaga, Paolo Borchia, Marc Botenga, Markus Buchheit, Martin Buschmann, Cristian-Silviu Buşoi, Jerzy Buzek, Maria da Graça Carvalho, Ignazio Corrao, Beatrice Covassi, Ciarán Cuffe, Josianne Cutajar, Nicola Danti, Martina Dlabajová, Christian Ehler, Valter Flego, Niels Fuglsang, Lina Gálvez Muñoz, Jens Geier, Nicolás González Casares, Bart Groothuis, Christophe Grudler, Robert Hajšel, Romana Jerković, Seán Kelly, Izabela-Helena Kloc, Łukasz Kohut, Andrius Kubilius, Marisa Matias, Dan Nica, Angelika Niebler, Niklas Nienaß, Johan Nissinen, Mauri Pekkarinen, Morten Petersen, Markus Pieper, Maria Spyraki, Beata Szydło, Riho Terras, Patrizia Toia, Marie Toussaint, Isabella Tovaglieri, Henna Virkkunen, Pernille Weiss, Carlos Zorrinho

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Alex Agius Saliba, Rasmus Andresen, Tiziana Beghin, Franc Bogovič, Jakop G. Dalunde, Pietro Fiocchi, Klemen Grošelj, Martin Hojsík, Marina Kaljurand, Dace Melbārde, Rob Rooken, Bronis Ropė, Ernő Schaller-Baross, Jordi Solé, Susana Solís Pérez

Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale

Sven Simon

 



VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

64

+

ECR

Pietro Fiocchi, Izabela-Helena Kloc, Beata Szydło

ID

Matteo Adinolfi, Paolo Borchia, Markus Buchheit, Isabella Tovaglieri

NI

Tiziana Beghin, Martin Buschmann, Ernő Schaller-Baross

PPE

François-Xavier Bellamy, Hildegard Bentele, Tom Berendsen, Vasile Blaga, Franc Bogovič, Cristian-Silviu Buşoi, Jerzy Buzek, Maria da Graça Carvalho, Christian Ehler, Seán Kelly, Andrius Kubilius, Dace Melbārde, Angelika Niebler, Markus Pieper, Sven Simon, Maria Spyraki, Riho Terras, Henna Virkkunen, Pernille Weiss

Renew

Nicola Beer, Nicola Danti, Martina Dlabajová, Valter Flego, Bart Groothuis, Klemen Grošelj, Christophe Grudler, Martin Hojsík, Mauri Pekkarinen, Morten Petersen, Susana Solís Pérez

S&D

Alex Agius Saliba, Beatrice Covassi, Josianne Cutajar, Niels Fuglsang, Lina Gálvez Muñoz, Jens Geier, Nicolás González Casares, Robert Hajšel, Romana Jerković, Marina Kaljurand, Łukasz Kohut, Dan Nica, Patrizia Toia, Carlos Zorrinho

The Left

Marc Botenga, Marisa Matias

Verts/ALE

Rasmus Andresen, Ignazio Corrao, Ciarán Cuffe, Jakop G. Dalunde, Niklas Nienaß, Bronis Ropė, Jordi Solé, Marie Toussaint

 

2

-

ECR

Johan Nissinen, Rob Rooken

 

0

0

 

 

 

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti


PARERE DELLA COMMISSIONE PER LO SVILUPPO (2.3.2023)

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sulla strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari

(2022/2171(INI))

Relatrice per parere: Marlene Mortler 


 

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che il settore dei prodotti tessili, dell'abbigliamento, della pelletteria e delle calzature è uno dei principali settori dell'economia globale, e che la maggior parte della sua forza lavoro è costituita da donne; che è caratterizzato da condizioni di lavoro inadeguate e da violazioni dei diritti dei lavoratori, anche per quanto riguarda le condizioni e i diritti degli agricoltori che coltivano piante tessili come il cotone;

B. considerando che la catena del valore del settore dei prodotti tessili, dell'abbigliamento, della pelletteria e delle calzature è diventata sempre più orientata all'acquirente, il che ha portato a un calo dei prezzi, a scadenze più stringenti e a condizioni di pagamento inadeguate; che tali condizioni di asimmetria del potere di mercato tra i fornitori e gli acquirenti globali favoriscono e aggravano il rischio di violazione dei diritti dei lavoratori negli stabilimenti che producono prodotti tessili, abbigliamento, articoli di pelletteria e calzature;

C. considerando la produzione e il consumo di prodotti tessili hanno anche gravi conseguenze sull'ambiente in termini di emissioni di gas a effetto serra, inquinamento chimico, utilizzo delle risorse e volume di rifiuti tessili conferiti in discarica;

D. considerando che circa il 60 % di tutti i capi di abbigliamento prodotti in Bangladesh è importato nell'UE; che il patto di sostenibilità con il Bangladesh del 2013 mira a promuovere progressi costanti sul fronte dei diritti dei lavoratori e della sicurezza degli stabilimenti nel settore dell'abbigliamento confezionato; che il patto di sostenibilità ha prodotto miglioramenti tangibili nel rafforzamento della sicurezza degli edifici e dei luoghi di lavoro, ma non si è rivelato uno strumento efficace ai fini della promozione dei diritti dei lavoratori;

E. considerando che l'UE svolge un ruolo chiave come produttore, investitore, acquirente/importatore, rivenditore e consumatore nelle catene del valore del settore dei prodotti tessili, dell'abbigliamento, della pelletteria e delle calzature, e pertanto esercita un effetto leva considerevole nell'affrontare le ripercussioni sociali e ambientali di tale settore;

1. accoglie con favore la proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile di prodotti sostenibili e, in particolare, la strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari quale passo avanti nella gestione delle sfide legate alla produzione di prodotti tessili e abbigliamento, ai modelli di consumo non sostenibili, ai rifiuti e al cosiddetto greenwashing; invita la Commissione a pubblicare la proposta legislativa sulla necessità di comprovare le dichiarazioni ambientali e ricorda che le dichiarazioni di sostenibilità nel mercato unico dell'Unione dovrebbero essere chiare, pertinenti e comprovate; sottolinea che le misure adottate in seguito alla presentazione della strategia dell'UE dovrebbero essere pienamente allineate con gli obiettivi climatici e ambientali dell'Unione, in particolare con l'obiettivo di conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050 e di arrestare e invertire il processo di perdita della biodiversità; plaude agli ulteriori sforzi profusi dall'UE per rispettare i suoi impegni in materia di obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite per il 2030, in particolare l'OSS 12 (consumo e produzione responsabili) e l'OSS 8 (lavoro dignitoso e crescita economica), tenendo conto nel contempo degli oneri amministrativi e finanziari che tali sforzi comportano per le imprese; incoraggia vivamente la promozione di tale approccio a livello internazionale, anche attraverso il rafforzamento della cooperazione con i paesi partner in via di sviluppo, al fine di limitare gli effetti negativi dell'industria tessile mondiale sui cambiamenti climatici e sulla biodiversità, ma anche di migliorare le condizioni lavorative e sociali in questo specifico settore di mercato;

2. denuncia il circolo vizioso generato dagli effetti dei cambiamenti climatici, che costringono i lavoratori agricoli ad abbandonare la loro terra in quanto non più adatta all'agricoltura e a recarsi nei centri industriali, dove sono sottoposti a forme di sfruttamento del lavoro nel settore dell'abbigliamento o in altri settori; ricorda che tali lavoratori migranti sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento, in quanto non dispongono di reti di assistenza sociale e poiché vi è un'assenza generale di infrastrutture sociali e di protezione giuridica; ricorda che i periodi di siccità e le inondazioni in aumento minacciano anch'essi i coltivatori di cotone in tutto il mondo; ricorda che il cotone costituisce un esempio particolarmente lampante di tale circolo vizioso, in quanto nuoce al suolo a causa dell'utilizzo eccessivo di acqua e ha altresì effetti nocivi sugli agricoltori e sull'ambiente per via dell'utilizzo di pesticidi;

3. ricorda il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS) e in particolare l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che stabilisce che l'Unione "tiene conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo"; sottolinea l'importanza di ridurre al minimo le possibili contraddizioni e di creare sinergie con la politica di cooperazione allo sviluppo nell'interesse dei paesi in via di sviluppo, al fine di accrescere l'efficacia della cooperazione allo sviluppo; evidenzia l'importanza della CPS per consentire un approccio integrato al conseguimento degli OSS;

4. sottolinea che la produzione di prodotti tessili e abbigliamento ha spesso luogo al di fuori dell'UE e che la maggior parte dei prodotti tessili e dell'abbigliamento commercializzati nell'Unione è importata da paesi in via di sviluppo, il che genera rischi per l'ambiente, i lavoratori e i diritti umani che devono essere individuati e affrontati; invita la Commissione a garantire condizioni di parità tra i prodotti fabbricati all'interno dell'Unione e quelli esportati o importati, al fine di promuovere catene del valore verdi ed eque attraverso i confini e i continenti; sottolinea che la transizione verso una produzione sostenibile e circolare di prodotti tessili e abbigliamento richiede un approccio globale e investimenti lungo tutta la catena del valore del settore tessile, al fine di creare opportunità per attività economiche circolari locali ad alto valore; evidenzia che occorre fare leva sul potere di mercato dell'UE per incoraggiare pratiche di produzione sostenibili nel settore dei prodotti tessili e dell'abbigliamento, anche attraverso l'attuazione, il monitoraggio e la valutazione del patto di sostenibilità quale strumento per promuovere i diritti dei lavoratori; ricorda la necessità di promuovere la circolarità e di attuare un approccio basato sul ciclo di vita che tenga conto dell'intera catena del valore, garantendo nel contempo la tracciabilità e sostenendo la produzione di prodotti tessili innovativi che siano più durevoli, riutilizzabili, riparabili, riciclabili ed efficienti sotto il profilo energetico; sostiene le azioni volte a contrastare il greenwashing e a sensibilizzare in merito alle ripercussioni che la "moda veloce" e il comportamento dei consumatori hanno sul pianeta;

5. pone l'accento sul fatto che le catene del valore del settore dei prodotti tessili e dell'abbigliamento sono spesso caratterizzate da rischi sociali e ambientali che interessano le società e le parti interessate lungo la catena del valore, ivi compresi gli agricoltori, i produttori e i lavoratori; plaude alla proposta della Commissione relativa a una direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità quale passo importante per affrontare problemi specifici nel settore dei prodotti tessili; evidenzia che le ripercussioni ambientali e sociali nei paesi fornitori non possono essere evitate solo attraverso una normativa sul dovere di diligenza; invita la Commissione a fornire sostegno supplementare ai paesi partner, in particolare agli attori locali; ricorda che la proposta relativa a una direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità mira a promuovere un comportamento delle imprese sostenibile e responsabile nelle catene globali del valore quale mezzo per tutelare i diritti umani e l'ambiente; sottolinea che, secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), l'attuale squilibrio di potere tra gli acquirenti e i fornitori di capi di abbigliamento – che si manifesta con fenomeni quali modifiche dell'ultimo minuto ai progetti o ai tempi di consegna, modifiche unilaterali dei contratti, pratiche di acquisto inaccettabili e annullamento di ordini all'ultimo minuto) – comporta una sovrapproduzione, uno spreco di risorse naturali e lo sfruttamento dei lavoratori del settore, accrescendo così il rischio di violazioni dei diritti dei lavoratori e dei diritti umani; sottolinea la necessità di contrastare le pratiche commerciali sleali nel settore dei prodotti tessili e dell'abbigliamento attraverso un approccio normativo, anche vietando le pratiche commerciali sleali per le società che operano nel mercato unico dell'UE mediante la revisione della legislazione vigente;

6. ricorda che l'artigianato autoctono è spesso oggetto di appropriazione, il che è legato al razzismo strutturale, ed è spesso utilizzato per l'abbigliamento destinato al consumo di massa; rammenta che l'artigianato tradizionale e i suoi produttori sono sacrificati, in quanto le comunità locali sono indotte a svolgere lavori a bassa retribuzione nel settore dell'abbigliamento[85];

7. evidenzia che i prodotti tessili e l'abbigliamento europei sono spesso esportati verso paesi in via di sviluppo a fini di smaltimento; sottolinea che, a causa di tale pratica dannosa, i problemi ambientali derivanti dallo smaltimento di prodotti tessili e abbigliamento causati dalla produzione e dal consumo eccessivi si spostano verso i paesi in via di sviluppo; raccomanda che sia instaurata una circolarità adeguata al fine di evitare questo tipo di pratiche dannose; raccomanda inoltre di potenziare la capacità di riparazione e riutilizzo dei prodotti tessili e dell'abbigliamento in Europa; sottolinea la necessità di sostenere altresì gli investimenti nelle infrastrutture di riciclaggio e di riparazione nei paesi in via di sviluppo e di potenziarne le capacità di riciclaggio e di riparazione dei capi di abbigliamento; esorta l'UE e i suoi Stati membri a rivedere radicalmente la natura lineare dell'industria tessile al fine di ridurre il consumo di risorse come l'acqua e di ridurre l'inquinamento e i rifiuti, in particolare migliorando il trattamento alla fine del ciclo di vita, onde affrontare l'enorme problema rappresentato dalle tonnellate di microplastiche rilasciate ogni anno, che finiscono per inquinare le acque, i mari, la terra e l'aria e per causare danni agli ecosistemi; esorta l'UE e i suoi Stati membri a utilizzare anche sostanze non pericolose, a creare posti di lavoro dignitosi nei settori della riparazione, del riciclaggio e della manutenzione, nonché ad adoperarsi per ridurre efficacemente la produzione eccessiva, in particolare al fine di difendere le norme in materia di ambiente e lavoro nei paesi terzi; invita l'Unione a istituire un meccanismo di controllo efficace per l'esportazione dei prodotti tessili usati al fine di prevenire le spedizioni illegali verso i paesi terzi, nonché a definire criteri dell'UE per l'etichettatura dei flussi di rifiuti come merci di seconda mano onde eludere i controlli;

8. ricorda che la raccolta differenziata dei prodotti tessili sarà obbligatoria nell'UE a partire dal 1º gennaio 2025; sottolinea che la revisione della direttiva quadro sui rifiuti prevista per il 2024 dovrebbe prevedere obiettivi specifici distinti per la prevenzione dei rifiuti tessili, il riutilizzo dei prodotti tessili, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio; sottolinea che una promozione incisiva del settore del riutilizzo è fondamentale per fornire ai consumatori opzioni sostenibili ed economicamente accessibili in materia di abbigliamento, il che a sua volta è un fattore chiave nella lotta contro la moda veloce;

9. pone l'accento sulla necessità di intensificare la ricerca di soluzioni innovative (quali macchinari, attrezzature e piattaforme digitali) per la cernita, il riutilizzo e la gestione dei rifiuti tessili raccolti fino alla fase di riciclaggio;

10. sottolinea che le condizioni di lavoro nell'industria tessile nei paesi in via di sviluppo sono spesso al di sotto della norma e hanno un'incidenza negativa diretta sul tenore di vita dei lavoratori a causa, tra l'altro, dei salari bassi, delle condizioni di lavoro precarie, delle norme di sicurezza inadeguate, delle violazioni dei diritti dei lavoratori, dell'orario di lavoro prolungato, delle restrizioni alla libertà di associazione e alla contrattazione collettiva, di pratiche dannose come l'utilizzo di sostanze chimiche pericolose o di altri rischi per la salute, nonché della violenza di genere e degli abusi psicologici e fisici; ricorda che le violazioni dei diritti umani associate alle catene del valore del settore dei prodotti tessili e dell'abbigliamento che avvengono nei paesi produttori possono spesso essere attribuite allo scarso rigore delle norme o alla mancata attuazione della legislazione vigente; sottolinea che, quando si verificano violazioni, i lavoratori incontrano numerosi ostacoli per ottenere la riparazione di tali danni o per accedervi; ricorda l'importanza di conseguire l'OSS 5 sulla parità di genere nel settore, dal momento che, secondo le stime, il 75 % dei lavoratori del settore dell'abbigliamento è costituito da donne e si trova in una posizione sociale ed economica ancora più vulnerabile; rammenta che le donne sono particolarmente colpite dalla povertà, dalle crisi economiche, dai conflitti, dalla violenza, dalle calamità ambientali e dai fenomeni climatici estremi; denuncia il divario retributivo di genere e la mancanza di donne nei ruoli dirigenziali di alto livello nel settore dei prodotti tessili e dell'abbigliamento a livello globale; condanna il persistere del lavoro minorile, del lavoro dei migranti irregolari, del lavoro forzato nonché della corruzione nel settore; sottolinea, a tal proposito, che l'UE deve promuovere la ratifica di tutte le convenzioni dell'OIL pertinenti per l'industria tessile nei paesi partner; ribadisce la responsabilità dell'UE nella progettazione di partenariati con gli attori locali che promuovano i diritti umani, i processi democratici, la buona governance, la parità di genere e la sostenibilità nel settore dei prodotti tessili;

11. ricorda che la produzione tessile globale è quasi raddoppiata tra il 2000 e il 2015, mentre meno dell'1 % di tutti i prodotti tessili nel mondo è riciclato in nuovi prodotti; sottolinea che circa due terzi del fatturato del settore dei prodotti tessili e dell'abbigliamento negli Stati membri provengono dalle importazioni e che una parte considerevole di tale fatturato è importata da paesi in via di sviluppo quali Bangladesh, India, Pakistan e Cambogia; osserva che la maggior parte dell'impatto ambientale del consumo di prodotti tessili dell'Unione si manifesta al di fuori dell'UE, ad esempio il 90 % dell'utilizzo del suolo, quasi il 90 % del consumo di acqua, l'80 % del consumo di materie prime e quasi il 75 % delle emissioni di gas a effetto serra; chiede un'informazione e una divulgazione più attendibili riguardo alle ripercussioni del settore dei prodotti tessili e dell'abbigliamento sull'ambiente e in particolare sulla biodiversità; ricorda che, poiché l'industria mondiale dei prodotti tessili e dell'abbigliamento è attualmente responsabile della produzione di 92 milioni di tonnellate di rifiuti all'anno, i paesi in via di sviluppo incontrano maggiori difficoltà nel mantenere norme sociali e ambientali adeguate nella produzione dei prodotti tessili e dell'abbigliamento;

12. plaude all'introduzione di un passaporto digitale dei prodotti per i prodotti tessili; mette in evidenza che il passaporto digitale dei prodotti dovrebbe contenere informazioni sul modo in cui le norme in materia di ambiente, lavoro e diritti umani sono rispettate lungo tutta la catena di approvvigionamento;

13. sottolinea che la transizione verso un'industria tessile più sostenibile e circolare offre l'opportunità di migliorare le condizioni di lavoro e la retribuzione dei lavoratori; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire la possibilità di una formazione e un'istruzione settoriali nel campo dei prodotti tessili sostenibili al fine di salvaguardare i posti di lavoro attuali, di migliorare la soddisfazione dei lavoratori e di garantire la disponibilità di una forza lavoro qualificata all'interno e all'esterno dell'UE;

14. incoraggia pertanto vivamente la Commissione a integrare la strategia con la relativa programmazione regionale e nazionale per i paesi in via di sviluppo nel quadro dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale e delle iniziative Team Europa, che dovrebbero promuovere e mettere in evidenza progetti sostenibili che favoriscono riforme della governance e una migliore applicazione della legislazione, in particolare in materia di lavoro, nonché progetti sostenibili che contribuiscono alla realizzazione di infrastrutture per la produzione e la distribuzione di prodotti tessili e abbigliamento che proteggano l'ambiente e i diritti sociali e dei lavoratori, anche attraverso il sostegno e la promozione delle piccole e medie imprese e delle imprese sociali;

15. ricorda che le politiche commerciali possono svolgere un ruolo fondamentale nel favorire catene del valore sostenibili del settore dei prodotti tessili, dell'abbigliamento, della pelletteria e delle calzature, segnatamente attraverso l'effettiva applicazione dei capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile degli accordi commerciali dell'UE, anche mediante meccanismi di reclamo che permettano di segnalare il mancato rispetto degli accordi multilaterali in materia di lavoro e ambiente nonché attraverso un utilizzo sistematico di valutazioni ex ante ed ex post dell'impatto sulla sostenibilità commerciale come pure una partecipazione rafforzata delle parti interessate; esorta inoltre l'UE ad attuare e monitorare efficacemente, in modo trasparente al pubblico e partecipativo, le condizioni sociali e ambientali legate al sistema di preferenze generalizzate (GSP, GSP+ e "Tutto tranne le armi");

16. incoraggia le autorità doganali e di mercato degli Stati membri, con il coordinamento e il sostegno dalla Commissione, a migliorare e aumentare la sorveglianza delle importazioni ed esportazioni di prodotti tessili e abbigliamento, al fine di evitare l'ingresso nel mercato unico di beni prodotti nei paesi in via di sviluppo in violazione delle norme lavorative, sociali e ambientali, nonché di impedire le esportazioni di prodotti tessili e di abbigliamento verso i paesi in via di sviluppo che sono etichettati come prodotti di seconda mano ma che sono in realtà rifiuti;

17. ricorda la necessità di migliorare la responsabilità e la trasparenza dei marchi nel settore dei prodotti tessili e dell'abbigliamento, al fine di garantire il diritto dei consumatori all'informazione;

18. invita l'UE a rafforzare il dialogo politico con i paesi produttori, anche sulla questione della riduzione dello spazio politico concesso alla società civile e ai sindacati per difendere condizioni di lavoro dignitose negli stabilimenti che producono prodotti tessili e abbigliamento;

19. ricorda che ogni anno vengono abbattuti oltre 200 milioni di alberi per essere trasformati in tessuti di cellulosa come la viscosa e il rayon, e che fino al 30 % della viscosa e del rayon utilizzati nell'industria della moda proviene da foreste a rischio e antiche che un tempo ospitavano piante e animali autoctoni[86]; ricorda inoltre che in Brasile il dissodamento ai fini dell'allevamento di bestiame, che è successivamente macellato per finalità alimentari e legate all'industria della moda, è responsabile dell'80 % della deforestazione dell'Amazzonia[87]; evidenzia che il nuovo regolamento dell'UE sui prodotti a deforestazione zero includerà anche il settore della pelletteria.


INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

1.3.2023

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

19

1

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Barry Andrews, Hildegard Bentele, Stéphane Bijoux, Dominique Bilde, Udo Bullmann, Catherine Chabaud, Elisabetta De Blasis, György Hölvényi, Beata Kempa, Karsten Lucke, Erik Marquardt, Michèle Rivasi, Eleni Stavrou, Tomas Tobé, Bernhard Zimniok

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Marlene Mortler, Maria Noichl, Carlos Zorrinho

Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale

Alexander Bernhuber, Katrin Langensiepen, Aušra Maldeikienė

 


VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

19

+

ID

Dominique Bilde, Elisabetta De Blasis

PPE

Hildegard Bentele, Alexander Bernhuber, György Hölvényi, Aušra Maldeikienė, Marlene Mortler, Eleni Stavrou, Tomas Tobé

Renew

Barry Andrews, Stéphane Bijoux, Catherine Chabaud

S&D

Udo Bullmann, Karsten Lucke, Maria Noichl, Carlos Zorrinho

Verts/ALE

Katrin Langensiepen, Erik Marquardt, Michèle Rivasi

 

1

-

ID

Bernhard Zimniok

 

1

0

ECR

Beata Kempa

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti


29.3.2023

PARERE DELLA COMMISSIONE PER IL MERCATO INTERNO E LA PROTEZIONE DEI CONSUMATORI

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sulla strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari

(2022/2171(INI))

Relatrice per parere: Anne‑Sophie Pelletier

 

 

SUGGERIMENTI

La commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

A. considerando che la produzione e il consumo di prodotti tessili in Europa hanno un notevole impatto ambientale e climatico, rappresentando la quarta maggiore impronta ambientale[88];

B. considerando che i consumatori sono sensibili agli aumenti dei prezzi; che, stando agli studi, i consumatori concordano sul fatto che è importante che i marchi condividano informazioni attendibili sull'impatto ambientale dei loro prodotti, e che la maggior parte dei consumatori è disposta a modificare i propri modelli di acquisto in favore di opzioni sostenibili, a condizione di disporre di etichette chiare e affidabili;

C. considerando che scelte ben informate sulla sostenibilità e l'origine dei prodotti possono contribuire a orientare la domanda verso indumenti di qualità meno dannosi per l'ambiente e la transizione verso una catena di approvvigionamento che rispetti la natura e i lavoratori;

D. considerando che l'Europa vanta una ricca tradizione e una lunga esperienza nel settore tessile; che tale settore comprende oltre 160 000 produttori, nella maggior parte dei casi PMI, che sono soggetti a un'ampia legislazione europea e nazionale; che numerosi produttori dell'industria tessile hanno manifestato il loro interesse a sviluppare prodotti tessili e tecnologie di produzione più sostenibili e durevoli per raccogliere le sfide poste dal Green Deal europeo;

E. considerando che la produzione tessile è raddoppiata tra il 2000 e il 2015[89] e che nello stesso periodo la durata di utilizzo degli indumenti è diminuita del 36 %[90]; che i modelli di "moda veloce" incoraggiano il consumo di massa di indumenti di scarsa qualità, spesso non riciclabili, il che fa nascere preoccupazioni quanto ai diritti sociali dei lavoratori e alle pratiche di greenwashing;

F. considerando che catene di approvvigionamento altamente complesse e frammentate nel settore dell'abbigliamento a livello globale complicano ulteriormente il lavoro delle autorità di vigilanza del mercato, delle associazioni dei consumatori e dei rivenditori, ad esempio ostacolando talvolta il rispetto del pertinente diritto dell'Unione in materia di qualità dei prodotti e condizioni di fabbricazione, anche per quanto riguarda il lavoro forzato; che il settore della produzione tessile, composto per lo più da PMI, era già soggetto a forti pressioni dovute al dumping sociale, a causa dei costi di produzione molto bassi in paesi non UE; che ciò è stato aggravato dalla pandemia di COVID-19 e che, sin dallo scoppio di quest'ultima, sono emersi alcuni casi di pratiche abusive che coinvolgono marchi internazionali e i loro fornitori e lavoratori;

1. ricorda che è di importanza fondamentale proteggere i consumatori affrontando le etichettature ingannevoli che non rispettano il diritto dell'Unione o nazionale in materia di protezione dei consumatori, come anche le pratiche di greenwashing e l'eccessiva dipendenza dalla plastica e dall'uso di sostanze chimiche nocive negli indumenti, e adottando immediatamente tutte le misure appropriate per trattare i prodotti che non rispettano il diritto dell'Unione; accoglie con favore, a tale proposito, la proposta della Commissione sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde[91], che contribuirebbe a proteggerli dalla pubblicità ingannevole e dal greenwashing; accoglie con favore, inoltre, le iniziative annunciate volte a rafforzare l'informazione dei consumatori in materia di durabilità, riutilizzabilità, riparabilità e riciclabilità dei prodotti tessili; chiede una proposta ambiziosa sulla giustificazione delle dichiarazioni ecologiche, al fine di responsabilizzare i consumatori e le imprese per la transizione verde e fornire la metodologia per informarli adeguatamente in merito alla sostenibilità dei prodotti che acquistano; sottolinea che i produttori dovrebbero fornire agli operatori a valle, compresi i dettaglianti e i mercati online, informazioni sulle specifiche di progettazione ecocompatibile, di modo che i consumatori possano essere debitamente informati;

2. accoglie con favore l'introduzione del passaporto digitale dei prodotti nel quadro della proposta di regolamento sulle specifiche di progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili[92] che, insieme alla proposta di direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità[93] e alla proposta sul lavoro forzato[94], può costituire un punto di partenza per migliorare la comprensione delle catene di approvvigionamento e aumentarne la trasparenza, anche per quanto riguarda i diritti dei lavoratori; chiede che questo importante strumento miri a garantire una maggiore trasparenza e l'affidabilità delle informazioni destinate ai consumatori, come anche agli intermediari nella catena di approvvigionamento; ritiene che, per essere pertinente, tale passaporto debba essere armonizzato, di facile lettura e disponibile sul prodotto stesso o, qualora ciò non sia possibile, sul relativo imballaggio; è favorevole a dati aperti, facilmente accessibili, regolarmente aggiornati e affidabili che garantiscano la tracciabilità lungo l'intera catena di approvvigionamento, fino al livello di fabbrica, anche per quanto riguarda i componenti e le sostanze utilizzati nei prodotti tessili, con particolare attenzione alle sostanze chimiche nocive; accoglie con favore la serie di norme sulla tracciabilità e la trasparenza delle catene di approvvigionamento sostenibili nel settore dell'abbigliamento e delle calzature, approvata dalla Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite nel 2021; incoraggia l'adozione di tali norme da parte delle imprese con sede nell'UE; ritiene che una migliore tracciabilità della catena di approvvigionamento potrebbe incoraggiare modelli circolari di vendita al dettaglio e di consumo, come la rivendita e il riutilizzo dei prodotti tessili; ritiene, tuttavia, che le catene di approvvigionamento siano non lineari e comprendano molti intermediari, compresi quelli che partecipano al commercio all'ingrosso di materie prime sulle borse dei prodotti di base, e che pertanto i requisiti di tracciabilità debbano essere applicabili a tali operatori così come ai produttori, e che occorra fornire sostegno per aiutare le PMI del settore ad adattarsi alle nuove norme; sottolinea, a tale proposito, che il passaporto digitale dei prodotti dovrebbe essere uno strumento che consente alle imprese, in particolare alle PMI e alle microimprese, di comunicare meglio le loro pratiche sostenibili, ma non deve diventare un requisito costoso e burocratico;

3. ritiene che il passaporto digitale dei prodotti vada di pari passo con la semplificazione delle etichette esistenti per garantire che i consumatori ricevano informazioni coerenti e affidabili sull'impronta ambientale e sociale dei prodotti così come sulla loro origine e il loro contenuto materiale e chimico; sottolinea che tale semplificazione delle etichette esistenti può essere intrapresa basandosi sui sistemi di certificazione e le metodologie standard attuali che coprono aspetti di sostenibilità quali le prestazioni in termini di circolarità, la riparabilità e la durabilità, garantendo nel contempo la trasparenza e la credibilità attraverso la responsabilità delle etichette e dei sistemi di certificazione; osserva che in passato talune iniziative multilaterali e alcuni sistemi di certificazione, nonché sistemi di marchi privati relativi alla sostenibilità, hanno mostrato carenze; osserva, inoltre, che alcuni dettaglianti sono stati recentemente sanzionati per pratiche di greenwashing nel contesto di tali regimi; sottolinea il potenziale dell'etichettatura elettronica, che fornirebbe ai consumatori informazioni dettagliate sui prodotti tessili, tra cui consigli per la cura e informazioni sulle opzioni di riparazione e riciclaggio; sottolinea, tuttavia, che le etichette elettroniche non possono sostituire le etichette fisiche, che dovrebbero continuare a fornire le informazioni di base sulla cura e la composizione dei capi;

4. ritiene che la domanda dei consumatori e il loro potere d'acquisto svolgano un ruolo nel modificare i modelli di consumo; incoraggia iniziative volte ad aiutare i consumatori a passare a modelli di consumo più sostenibili e responsabili, fornendo prodotti di alta qualità a un prezzo adeguato e riducendo i rifiuti, anche incentivando la progettazione e la produzione di capi di abbigliamento che utilizzano solo fibre e materie prime tessili naturali ed ecologiche, e che quindi durano più a lungo e sono più facili da riciclare; sottolinea l'importanza di proteggere i consumatori dall'aumento dei prezzi dovuto a cambiamenti della legislazione e alla necessità di adeguare i processi di produzione; sottolinea, inoltre, l'importanza di informare i consumatori in merito all'impatto positivo che essi possono avere sull'ambiente modificando le loro abitudini, ad esempio riciclando e riutilizzando i prodotti o limitandone il consumo; sottolinea, a tale proposito, l'importanza di campagne di informazione dei consumatori o di tutorial su come riutilizzare o riciclare i prodotti tessili; ricorda che è importante creare un ecosistema e un quadro di riciclaggio fattibile e sostenibile, che includa le PMI e altri attori economici, in cui i prodotti tessili e le fibre tessili siano riutilizzati e riciclati in modo sia classico che innovativo; ricorda che siffatti ecosistemi possono essere sostenuti con incentivi finanziari; sottolinea che l'aumento della durabilità dei prodotti tessili ha un impatto significativo sull'ambiente e crea nel contempo opportunità di risparmio per i clienti; chiede, a tale riguardo, misure che sostengano la ricerca su prodotti tessili sostenibili;

5. è del parere che i produttori e i marchi tessili dovrebbero essere motori della sostenibilità essendo trasparenti nelle loro pratiche in tutte le loro catene di approvvigionamento e rispettando i diritti umani e l'ambiente; ritiene che l'obiettivo del rispetto dei diritti umani e dell'ambiente potrebbe essere conseguito anche sostenendo i produttori e i marchi lungo la catena di approvvigionamento e favorendo prodotti europei di alta qualità, garantendo nel contempo una transizione giusta; ricorda, a tale proposito, che è importante agevolare la ricerca e l'innovazione nel settore tessile, anche offrendo maggiore flessibilità nella registrazione di nuove fibre e creando un quadro giuridico chiaro ed efficiente per le imprese e i consumatori;

6. osserva che il modello commerciale della "moda veloce" nelle catene di approvvigionamento e nei modelli di consumo esercita pressioni sui fornitori, che spesso sono PMI, e sulla loro forza lavoro attraverso pratiche commerciali sleali; sottolinea l'asimmetria di potere tra i marchi e i loro fornitori e il fatto che ciò ha portato a talune pratiche commerciali dannose nel settore tessile, come ritardi nei pagamenti, ridotti tempi di evasione degli ordini, annullamenti tardivi degli ordini e pagamenti che non sono sufficienti a coprire i costi di produzione; ritiene che tali pratiche abbiano effetti negativi sui fornitori e sulla loro forza lavoro e debbano essere vietate; invita la Commissione a valutare possibili modi per contrastare tali pratiche sleali a livello europeo, ispirandosi alla direttiva 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare[95]; ritiene, in tal senso, che andrebbe rilanciato il valore strategico della catena di approvvigionamento, favorendo il più possibile un modello di produzione sostenibile opposto al modello "usa e getta", che coniughi innovazione, capacità creativa e sistemi produttivi basati sulla qualità dei processi, dei materiali e delle finiture, incoraggiando nel contempo il riciclaggio dei prodotti invenduti anziché la loro distruzione; accoglie con favore l'introduzione, nella proposta sulla progettazione ecocompatibile, della possibilità per la Commissione di vietare la distruzione di determinate categorie di beni invenduti; si compiace del fatto che la strategia dell'UE nel settore tessile presentata dalla Commissione sia in linea con il Green Deal europeo e il piano d'azione per l'economia circolare; sottolinea che il settore della "moda veloce" porta a una bassa durata di vita dei prodotti e aumenta i rifiuti tessili, il che impone che si prendano in considerazione obiettivi di riciclaggio, aiutando nel contempo l'industria, con un sostegno sufficiente, ad adottare la classificazione facoltativa dei prodotti tessili basata sulla durabilità e la sostenibilità; accoglie con favore gli sforzi annunciati per promuovere modelli di business circolari, quali i servizi di "ritiro", le collezioni di seconda mano e la rivendita di capi di abbigliamento, il noleggio, lo scambio e i servizi di riparazione; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare lo sviluppo di siffatte soluzioni e pratiche di vendita innovative per promuovere la riparazione e il riutilizzo, promuovendo nel contempo le pertinenti competenze verdi e trasferibili, e le opportunità di apprendimento permanente;

7. ritiene che le autorità pubbliche dovrebbero guidare lo sviluppo di prodotti tessili più sostenibili e di modelli di business circolari e mirare a ridurre l'impatto ambientale dei prodotti tessili quando effettuano acquisti pubblici; chiede un'applicazione più ampia e più efficace dei criteri per appalti pubblici socialmente responsabili e sostenibili per i prodotti tessili, al fine di evitare la frammentazione del mercato; incoraggia la partecipazione delle imprese sociali agli appalti pubblici;

8. ricorda che è di importanza fondamentale garantire che le autorità di vigilanza del mercato dispongano di risorse adeguate, anche per quanto riguarda il personale, che deve essere adeguatamente formato, nonché in termini di mezzi e strumenti finanziari; invita gli Stati membri ad assicurare una vigilanza del mercato più rigorosa, controlli più frequenti e sanzioni dissuasive in caso di violazioni, al fine di garantire che tutti i prodotti immessi sul mercato dell'UE, anche dai mercati online di paesi terzi, rispettino gli standard ambientali minimi, ad esempio in relazione ai limiti per le sostanze chimiche negli indumenti, nonché le norme sociali; chiede una sorveglianza migliore e più armonizzata del mercato interno, con controlli doganali più severi per evitare l'importazione di prodotti tessili contraffatti o non sicuri che non rispettano i requisiti espressamente richiesti, proteggendo così il consumatore e l'ambiente; chiede di rafforzare la sorveglianza, in particolare per i trasgressori recidivi, compresi i commercianti; chiede una maggiore cooperazione tra le autorità di vigilanza del mercato e le autorità doganali, anche attraverso la revisione del codice doganale dell'Unione (regolamento (UE) n. 952/2013[96]);

9. ricorda la necessità di sostenere il settore tessile dell'UE, che contribuisce attivamente alla competitività di quest'ultima; incoraggia la Commissione a elaborare orientamenti e a fornire sostegno per garantire che i requisiti amministrativi per i prodotti tessili non diventino troppo onerosi, in particolare per le PMI; sottolinea l'importanza che rivestono un dialogo costante con il settore e soluzioni coordinate; sottolinea che le PMI sono spesso all'avanguardia nell'uso di tecnologie innovative e durature che promuovono comportamenti sostenibili da parte dei consumatori; sottolinea la necessità di creare un ambiente favorevole a tale azione; sottolinea, inoltre, la necessità di garantire la coerenza delle politiche e l'armonizzazione a livello dell'UE, anche per quanto riguarda i requisiti e le metodologie in materia di dati di tutte le iniziative di politica dell'UE annunciate nella strategia.



ALLEGATO: ELENCO DELLE ENTITÀ O DELLE PERSONE
DA CUI LA RELATRICE PER PARERE HA RICEVUTO CONTRIBUTI

L'elenco in appresso è compilato su base puramente volontaria, sotto l'esclusiva responsabilità della relatrice per parere. Nel corso dell'elaborazione del parere, la relatrice per parere ha ricevuto contributi dalle seguenti entità o persone:

Entità e/o persona

BEUC

Clean Clothes Campaign

Fair Trade Advocacy Office

The Good Goods

RREUSE

Fashion Revolution

Zero Waste Europe


INFORMAZIONI SULL’APPROVAZIONE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

28.3.2023

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

41

2

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Andrus Ansip, Pablo Arias Echeverría, Brando Benifei, Adam Bielan, Biljana Borzan, Markus Buchheit, Anna Cavazzini, Dita Charanzová, Lara Comi, David Cormand, Alexandra Geese, Sandro Gozi, Maria Grapini, Krzysztof Hetman, Virginie Joron, Eugen Jurzyca, Arba Kokalari, Kateřina Konečná, Andrey Kovatchev, Jean-Lin Lacapelle, Maria-Manuel Leitão-Marques, Antonius Manders, Beata Mazurek, Leszek Miller, Anne-Sophie Pelletier, Miroslav Radačovský, René Repasi, Christel Schaldemose, Andreas Schwab, Tomislav Sokol, Róża Thun und Hohenstein, Tom Vandenkendelaere, Kim Van Sparrentak, Marion Walsmann

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Marc Angel, Vlad-Marius Botoş, Malte Gallée, Ivars Ijabs, Tsvetelina Penkova, Romana Tomc, Isabella Tovaglieri, Kosma Złotowski

Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale

Miriam Lexmann, Jan-Christoph Oetjen

 


 

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

41

+

ECR

Adam Bielan, Beata Mazurek, Kosma Złotowski

ID

Virginie Joron, Jean-Lin Lacapelle

NI

Miroslav Radačovský

PPE

Pablo Arias Echeverría, Lara Comi, Krzysztof Hetman, Arba Kokalari, Andrey Kovatchev, Miriam Lexmann, Antonius Manders, Andreas Schwab, Tomislav Sokol, Romana Tomc, Tom Vandenkendelaere, Marion Walsmann

Renew

Andrus Ansip, Vlad-Marius Botoş, Dita Charanzová, Sandro Gozi, Ivars Ijabs, Jan-Christoph Oetjen, Róża Thun und Hohenstein

S&D

Marc Angel, Brando Benifei, Biljana Borzan, Maria Grapini, Maria-Manuel Leitão-Marques, Leszek Miller, Tsvetelina Penkova, René Repasi, Christel Schaldemose

The Left

Kateřina Konečná, Anne-Sophie Pelletier

Verts/ALE

Anna Cavazzini, David Cormand, Malte Gallée, Alexandra Geese, Kim Van Sparrentak

 

2

-

ECR

Eugen Jurzyca

ID

Markus Buchheit

 

1

0

ID

Isabella Tovaglieri

 

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti


10.3.2023

PARERE DELLA COMMISSIONE PER I DIRITTI DELLE DONNE E L'UGUAGLIANZA DI GENERE

destinato alla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare

sulla strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari

(2022/2171(INI))

Relatrice per parere: Alice Kuhnke

 

 

SUGGERIMENTI

La commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere invita la commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

 vista la risoluzione 70/1 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 25 settembre 2015, dal titolo "Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile",

 vista la sua risoluzione del 27 aprile 2017 sull'iniziativa faro dell'UE nel settore dell'abbigliamento[97],

A. considerando che l'uguaglianza di genere è un principio fondamentale dell'UE, sancito dall'articolo 2 e dall'articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE), dall'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e dall'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali; che la Commissione si è impegnata, nella sua strategia per la parità di genere 2020-2025, a includere una prospettiva di genere in tutti gli aspetti e a tutti i livelli dell'elaborazione delle politiche, interne ed esterne, anche affrontando le esigenze, le sfide e le opportunità in settori specifici;

B. considerando che le industrie tessili e dell'abbigliamento spesso dipendono da manodopera a basso costo; che le donne rappresentano circa l'80 % della forza lavoro mondiale nel settore dell'abbigliamento[98] e sono pertanto colpite in modo sproporzionato dagli effetti negativi che interessano l'industria dell'abbigliamento; che il basso livello dei salari[99], unitamente alla scarsità o all'assenza di protezione sociale, rendono le donne e i bambini particolarmente vulnerabili allo sfruttamento; che i salari minimi nei paesi produttori di tessili sono da due a cinque volte inferiori al salario di sussistenza; che i lavoratori dell'abbigliamento ricevono in media solo l'1-3 % del prezzo finale al dettaglio dei capi di abbigliamento[100]; che l'impiego femminile nel settore dell'abbigliamento nei paesi in via di sviluppo contribuisce in maniera significativa ad aumentare i redditi familiari e a ridurre la povertà; che la strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari contiene obiettivi ecologici, ma non è sufficiente per quanto riguarda altri aspetti chiave del settore, quali i diritti dei lavoratori e la prospettiva di genere;

C. considerando che i posti di lavoro tradizionalmente etichettati come "lavori femminili" o che rientrano in settori ad elevata prevalenza femminile, come quello dell'abbigliamento, tendono a essere sottovalutati; che le donne hanno generalmente accesso a una gamma ristretta di lavori e compiti e fanno fronte alla segregazione orizzontale e verticale e alla segregazione salariale di genere; che soffrono anche di malattie professionali e della mancanza di accesso a un'assistenza sanitaria adeguata e quanto mai necessaria; che le donne subiscono anche discriminazioni di genere dirette e indirette a causa degli squilibri di potere tra una forza lavoro prevalentemente femminile e strutture gestionali prevalentemente maschili, con un numero sproporzionato di uomini in posizioni apicali, dirigenziali e intermedie;

D. considerando che molte lavoratrici dell'industria dell'abbigliamento sono esposte alla costante minaccia di violenze e molestie sessuali sul lavoro; che i problemi connessi alle molestie e alla violenza di genere spesso vengono messi a tacere dalle gigantesche catene del valore globale e sono esacerbati dagli squilibri di potere;

E. considerando che molte delle violazioni dei diritti umani che hanno luogo nel settore tessile, compreso quello dell'abbigliamento, riguardano i diritti dei lavoratori; che l'abuso generalizzato nei confronti delle lavoratrici dell'abbigliamento si è intensificato durante la pandemia COVID-19, soprattutto al di fuori dell'UE; che, malgrado le diffuse violazioni dei diritti umani, generalmente le azioni correttive continuano a essere rare e le vittime incontrano molteplici ostacoli nell'accesso ai mezzi di ricorso giurisdizionali, tra cui ostacoli procedurali relativi all'ammissibilità e alla rivelazione degli elementi di prova, costi processuali spesso proibitivi, mancanza di norme chiare in materia di responsabilità in caso di coinvolgimento delle imprese nelle violazioni dei diritti umani e scarsa chiarezza per quanto riguarda l'applicazione delle norme dell'UE in materia di diritto privato internazionale nelle cause civili transnazionali; che i quadri elaborati su base volontaria per proteggere le lavoratrici dell'industria dell'abbigliamento dalla violenza e dallo sfruttamento sul posto di lavoro nei paesi coinvolti nel subappalto tessile si sono dimostrati inefficaci; che è necessario adottare misure vincolanti per far fronte a tali violazioni dei diritti umani;

F. considerando che l'obiettivo 5 degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite è definito come "parità di genere", l'obiettivo 8 come "lavoro dignitoso e crescita economica" e l'obiettivo 12 come "consumo e produzione responsabili"; che molti paesi stanno rimanendo indietro rispetto alle tappe prefissate per raggiungere questi obiettivi, che gli Stati membri si sono impegnati a conseguire entro il 2030;

G. considerando che 189 Stati hanno firmato e ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW), in cui si afferma che la discriminazione nei confronti delle donne "viola i principi di uguaglianza dei diritti e di rispetto della dignità umana";

H. considerando che l'industria tessile è una delle industrie più inquinanti[101], con una produzione di 1,2 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente l'anno; che gli europei consumano in media 26 kg pro capite di prodotti tessili all'anno, di cui una quota significativa proveniente da paesi non UE; che l'industria tessile, in particolare la produzione di calzature e abbigliamento, è una delle industrie in più rapida crescita e i suoi effetti sull'ambiente sono quindi in continua intensificazione; che le donne e le ragazze hanno maggiori probabilità degli uomini di dipendere finanziariamente da attività basate su risorse naturali minacciate o da settori vulnerabili ai cambiamenti climatici e di essere spesso esposte a ulteriori fattori e ostacoli specifici di genere che le rendono costantemente più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici e delle catastrofi;

I. considerando che le agende sociale, ecologica e femminista sono collegate e condividono l'obiettivo di garantire una distribuzione più equa delle risorse; che le donne, i lavoratori migranti e informali e la loro dirigenza sono fondamentali per la promozione di un'economia circolare, che è altresì necessaria per la realizzazione della transizione verde e di una transizione giusta; che il miglioramento della sostenibilità sociale non può pertanto essere compiuto attraverso un unico strumento, ma richiede un approccio olistico, integrato nei vari settori dell'industria, che tenga conto della progettazione, dell'acquisto, della produzione, del consumo e del riciclaggio;

1. osserva che, oltre ai suoi significativi impatti negativi sull'ambiente e sul clima, l'industria tessile ha anche un impatto sociale negativo; sottolinea che un numero sproporzionato di donne e gruppi emarginati è impiegato in lavori precari, con condizioni lavorative inumane e pericolose, con livelli elevati di lavoro a tempo parziale e di lavoro informale, salari di povertà notevolmente inferiori ai salari di sussistenza, lavoro forzato, condizioni di lavoro pericolose, danni alla salute connessi alle sostanze chimiche utilizzate e violenza di genere, comprese le molestie sessuali; deplora che la strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari non riconosca il valore del lavoro di tale industria, in particolare del ruolo delle lavoratrici;

2. evidenzia che le leggi sulle condizioni di lavoro e le leggi sul lavoro nei paesi non UE che forniscono prodotti tessili all'UE sono spesso estremamente carenti o non sono correttamente applicate; sottolinea in particolare le restrizioni alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti e le limitazioni poste al congedo di maternità retribuito; pone l'accento sul fatto che le donne e i gruppi svantaggiati lavorano spesso in modo informale e non hanno accesso alla sicurezza sociale; sottolinea che l'asimmetria di potere tra acquirenti e fornitori, che contribuisce a pratiche commerciali sleali, ha effetti negativi sulle condizioni di lavoro, sui salari e sulla sovrapproduzione, colpendo in maniera sproporzionata le donne, in particolare nei paesi extra-UE a basse retribuzioni ma anche nei paesi produttori all'interno dell'UE; invita la Commissione a includere la prospettiva di genere in qualsiasi legislazione che propone in materia di lotta contro le pratiche commerciali sleali nel settore tessile;

3. sottolinea che la violenza di genere è stata ampiamente denunciata nell'industria tessile; evidenzia che le donne e le ragazze nelle fabbriche di abbigliamento sono particolarmente a rischio di molestie e violenza di genere a causa della loro occupazione precaria e a basso reddito, nonché della limitata mobilità verso l'alto, dell'ubicazione dei luoghi di lavoro e degli alloggi in loco[102]; sottolinea che le vittime della violenza di genere possono incontrare ostacoli nella denuncia di violenze o molestie e invita i datori di lavoro del settore tessile a garantire che siano posti in essere a livello operativo solidi meccanismi sensibili alle questioni di genere per il trattamento delle denunce che consentano ai lavoratori di segnalare molestie, violenze o minacce di violenza in modo anonimo e confidenziale, senza timore di rappresaglie; chiede adeguati mezzi di ricorso; chiede l'inclusione delle donne nella progettazione delle misure di monitoraggio e valutazione; invita i datori di lavoro a fornire formazione e istruzione in materia di uguaglianza di genere e violenza di genere ai lavoratori e alle lavoratrici;

4. deplora che nella gran parte dei casi i processi di produzione nell'industria tessile e dell'abbigliamento siano stati delocalizzati in paesi non UE e lamenta la conseguente perdita di posti di lavoro e di opportunità imprenditoriali che questo rappresenta per le lavoratrici europee;

5. osserva che le donne nell'industria tessile sono spesso escluse dagli spazi decisionali; invita i datori di lavoro dell'industria tessile ad adottare misure per garantire la rappresentanza delle donne a livello gestionale e dirigenziale e nelle posizioni di medio livello, nonché per garantire la rappresentanza delle donne nei forum di consultazione;

6. accoglie con favore il fatto che il mercato dell'abbigliamento vintage da donna si sia rafforzato negli ultimi anni;

7. invita le imprese e le fabbriche acquirenti a elaborare codici di condotta che integrino la dimensione di genere con politiche in materia di violenza di genere e molestie, come pure meccanismi di applicazione chiari; invita le imprese acquirenti a includere la parità di genere negli accordi contrattuali con i fornitori;

8. esorta gli Stati membri a ratificare le pertinenti convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro e ad attuare le sue raccomandazioni, in particolare quelle volte a garantire la salute e la sicurezza sul lavoro e gli standard edilizi, anche in relazione al lavoro a domicilio in quanto prevalente nella catena di approvvigionamento di prodotti tessili e di abbigliamento, a ridurre la discriminazione di genere e la portata del lavoro precario, e a proteggere i lavoratori dalle cattive condizioni di lavoro e dagli effetti nocivi delle sostanze chimiche pericolose, per le quali purtroppo spesso mancano dati disaggregati per genere, nonché dalla violenza e dalle molestie sul luogo di lavoro; richiama in particolare l'attenzione sulla convenzione sull'eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro (n. 190), sulla convenzione sull'uguaglianza di retribuzione (n. 100), sulla convenzione sulla discriminazione (impiego e professione) (n. 111) e sulla protezione della maternità (n. 183); sottolinea che la produzione di prodotti tessili è ad alta intensità chimica ed espone le donne, tra l'altro, a sostanze chimiche cancerogene, interferenti endocrini e allergeni; sottolinea l'urgente necessità di adottare misure in materia di salute e sicurezza sul lavoro che includano un approccio sensibile alla dimensione di genere;

9. chiede che i sindacati delle lavoratrici siano autorizzati a stabilirsi e operare liberamente e chiede sia rispettato il diritto alla contrattazione collettiva;

10. sottolinea che l'acquisizione, l'aggiornamento e la riqualificazione delle competenze nel settore tessile svolgono un ruolo fondamentale per ridurre il divario di genere a livello occupazionale e garantire che le politiche e le iniziative nazionali e dell'UE siano sostenute da finanziamenti sufficienti; sottolinea che è importante che gli investitori aziendali garantiscano che i lavoratori a basso salario del settore tessile, in particolare le donne e altri gruppi emarginati, compresi quelli impegnati nelle forme di occupazione più precarie, abbiano accesso a opportunità di apprendimento e formazione permanenti di qualità, in particolare dopo periodi di assenza per motivi di assistenza, adottino misure incisive per superare la mancanza di tempo e di risorse dedicate a tali opportunità e affrontino i pregiudizi di genere e gli stereotipi di genere; sottolinea la necessità di informare i lavoratori in merito ai loro diritti, alla legislazione del lavoro e alle questioni relative alla sicurezza e alla salute, nonché la necessità di formare la dirigenza in materia di parità di genere e non discriminazione; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare programmi per promuovere la piena partecipazione delle donne nelle industrie tessili e dell'abbigliamento, concentrandosi su tutti gli aspetti legati a tali industrie, e a favorire un ambiente ospitale per la creazione, la promozione e lo sviluppo di attività guidate dalle donne;

11. invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure incisive per garantire l'accesso delle donne a una transizione digitale e verde equa e inclusiva nel settore tessile;

12. invita i datori di lavoro del settore tessile a garantire ai propri dipendenti una sicurezza sociale di base;

13. accoglie con favore la proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti tessili e la revisione del regolamento relativo all'etichettatura dei prodotti tessili[103]; chiede l'introduzione dell'obbligo di divulgazione delle informazioni a partire dalle maggiori imprese dell'Unione, anche per quanto riguarda il loro impatto negativo sui diritti umani e sull'ambiente; osserva che tali informazioni dovrebbero essere sensibili alla dimensione di genere; chiede che le norme sociali e del lavoro siano incluse sia nella proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile sia nell'ambito dei requisiti di etichettatura e che le informazioni sul rispetto di tali norme siano messe a disposizione nei passaporti digitali dei prodotti e siano rese obbligatorie per gli appalti pubblici; esprime preoccupazione per l'immagine frammentata e limitata dell'impatto dei prodotti che verrebbe a crearsi se l'elaborazione dei criteri per comprovare le autodichiarazioni ambientali non prendesse in considerazione gli impatti sociali e di genere; sottolinea che una visione così ristretta della sostenibilità dei prodotti non è in linea con gli impegni dell'UE a favore degli obiettivi di sviluppo sostenibile né con il Green Deal europeo; invita le imprese del settore tessile a fornire informazioni dettagliate sullo stato della parità di genere nelle imprese lungo le loro catene di approvvigionamento, conformemente alla proposta di direttiva sulla comunicazione societaria sulla sostenibilità e alla futura direttiva sul dovere di diligenza delle imprese in materia di sostenibilità;

14. accoglie con favore l'attesa proposta della Commissione di vietare l'ingresso nel mercato dell'UE ai prodotti ottenuti con il lavoro forzato, che riguarderà il ricorso al lavoro forzato lungo l'intera catena di approvvigionamento; ricorda l'importanza dell'integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche dell'UE; ribadisce che il rispetto degli obblighi in materia di dovere di diligenza deve essere applicato in modo rigoroso e uniforme in tutto il mercato unico e che le imprese operanti nel mercato interno che non rispettano i criteri in materia di ambiente e diritti umani stabiliti nella futura legislazione in materia di dovere di diligenza devono essere soggette a severe sanzioni; si rammarica del fatto che la proposta di direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità non tenga conto della dimensione di genere e chiede l'integrazione di una prospettiva di genere nel testo; sottolinea che gli impatti di genere negativi dell'esistente catena del valore del settore tessile non possono essere evitati solo attraverso la legislazione proposta in materia di dovere di diligenza; sottolinea che la legislazione in materia di dovere di diligenza proposta dalla Commissione copre soltanto l'1 % delle imprese dell'UE ma che l'industria dell'abbigliamento non è dominata dai più grandi marchi come invece avviene in altri settori altamente concentrati; sottolinea pertanto che le normative che si applicano solo ai marchi più grandi non consentiranno alla maggior parte delle lavoratrici del settore dell'abbigliamento, spesso donne, di beneficiare delle tutele che intendono fornire; esorta gli Stati membri a includere il maggior numero possibile di imprese nell'attuazione della legislazione in materia di dovere di diligenza;

15. sottolinea la necessità di intensificare gli sforzi per integrare le considerazioni sociali di genere negli appalti pubblici al fine di promuovere la sostenibilità nella produzione, nell'utilizzo e nella gestione della fine del ciclo di vita dei prodotti tessili; chiede a tale proposito la revisione della direttiva del 2014 sugli appalti pubblici[104], nonché l'inclusione di criteri di responsabilità sociale, oltre che ecologica, per gli appalti pubblici nel quadro del regolamento sulla progettazione ecocompatibile;

16. invita la Commissione e gli Stati membri a dialogare con i portatori di interessi della società civile, compresi gli attori del settore dell'istruzione, le organizzazioni per la parità di genere, le parti sociali e le organizzazioni di base che operano sul campo, al fine di sviluppare programmi di sensibilizzazione sugli impatti dell'industria tessile e dell'abbigliamento sull'ambiente, il clima, i diritti umani, comprese le condizioni di lavoro per le donne e le ragazze, nonché di promuovere un'economia circolare che includa lo sviluppo della sostenibilità e il rispetto dei diritti umani lungo l'intera catena del valore dei prodotti tessili;

17. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere e incoraggiare lo scambio di conoscenze e migliori pratiche in materia di circolarità e sostenibilità nel settore tessile; osserva che la sostenibilità e la circolarità dovrebbero avere carattere trasversale e dovrebbero essere integrate nei vari segmenti dell'industria; ricorda che una delle finalità della strategia dell'UE per i prodotti tessili sostenibili e circolari consiste nell'istituire un quadro globale per creare le condizioni e gli incentivi per rafforzare la competitività, la sostenibilità e la resilienza del settore tessile dell'UE; esorta la Commissione a garantire che tale finalità tenga conto del ruolo centrale delle donne in questo settore; invita la Commissione a integrare la prospettiva di genere, in particolare per quanto riguarda i diritti delle donne, nell'attuazione della strategia; ritiene che tale iniziativa dovrebbe promuovere la non discriminazione e affrontare la questione della violenza e delle molestie nei luoghi di lavoro, come già previsto nell'ambito di impegni dell'UE e internazionali;

18. sottolinea l'importanza di salvaguardare e preservare l'artigianato tradizionale, la manifestazione più tangibile di un patrimonio culturale intangibile, nonché di stabilire una prospettiva di genere attraverso la quale considerare il ruolo storico svolto dalle donne nel creare, mantenere e migliorare una lavorazione di alta qualità;

19. esorta gli Stati membri a utilizzare i fondi esistenti per sostenere gli strumenti finanziari, per sviluppare le competenze e le prestazioni attraverso l'istruzione, la formazione e i servizi di consulenza, nonché per accrescere la partecipazione ai gruppi di azione locali affinché possa essere meglio garantita la partecipazione delle donne all'imprenditoria nell'industria tessile e dell'abbigliamento;

20. si compiace del fatto che nell'industria tessile esistano esempi di donne che creano con successo prodotti commercialmente sostenibili a partire da sottoprodotti o prodotti di scarto provenienti dall'industria alimentare o da altri settori;

21. esorta la Commissione e gli Stati membri a elaborare strategie per garantire la sostenibilità commerciale di prodotti ecocompatibili per le donne e le ragazze; sottolinea la necessità di un obiettivo generale volto a ridurre i costi degli indumenti e delle calzature di alta qualità, durevoli e sostenibili, in modo da porre fine a una situazione in cui l'opzione più praticabile ed economicamente accessibile per le donne provenienti da contesti economici svantaggiati è rappresentata da capi d'abbigliamento scadenti e inquinanti provenienti da paesi non UE;

22. ricorda che nell'industria tessile quasi il 75 % delle donne ha un livello di istruzione medio-alto; deplora, in tale contesto, che le donne occupino solo il 38 % delle posizioni dirigenziali o di alto livello nell'industria tessile;

23. osserva che le donne di tutte le età hanno spesso un ruolo centrale nell'organizzazione, nel finanziamento, nella gestione e nella promozione di iniziative e organizzazioni di beneficenza incentrate sulla produzione e sulla vendita di prodotti tessili; sottolinea che tali organizzazioni rivestono storicamente grande importanza sociale, sia creando opportunità di lavoro per le donne sia fornendo aiuti, sostegno e assistenza caritativa alle donne bisognose;

24. invita la Commissione a comunicare e promuovere efficacemente, attraverso le piattaforme online, l'importanza delle piccole e medie imprese tessili sostenibili gestite da donne in tutta l'UE, dando loro maggiore visibilità e incoraggiando una maggiore consapevolezza sull'imprenditoria femminile rispettosa dell'ambiente;

25. invita gli Stati membri a promuovere l'apprendimento di scienza, tecnologia, ingegneria, arte e matematica per garantire più efficacemente che le donne svolgano un ruolo chiave in tutti gli aspetti dell'industria tessile, compreso l'utilizzo di macchinari ad alta tecnologia, che si rende spesso necessario in vari processi di fabbricazione, sottolineando in tal modo il legame tra donne, tecnologia e prodotti tessili;

26. invita gli Stati membri a promuovere l'indipendenza economica delle donne più anziane e a riconoscere che si tratta di un'altra sfida fondamentale per gli anni a venire;

27. chiede che vengano raccolti dati completi disaggregati per genere per verificare il coinvolgimento delle donne nell'industria tessile ed eventuali variazioni o discrepanze potenziali tra gli Stati membri.


INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

Approvazione

28.2.2023

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

24

2

3

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Simona Baldassarre, Vilija Blinkevičiūtė, Maria da Graça Carvalho, Margarita de la Pisa Carrión, Frances Fitzgerald, Lina Gálvez Muñoz, Arba Kokalari, Alice Kuhnke, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Radka Maxová, Karen Melchior, Maria Noichl, Carina Ohlsson, Samira Rafaela, Evelyn Regner, María Soraya Rodríguez Ramos, Christine Schneider, Michal Šimečka, Sylwia Spurek

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Michiel Hoogeveen, Ewa Kopacz, Elena Kountoura, Johan Nissinen, Katarína Roth Neveďalová, Pernille Weiss

Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale

Francisco Guerreiro, France Jamet, Łukasz Kohut, Ana Miranda

 


 

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE
IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER PARERE

24

+

ID

France Jamet

PPE

Maria da Graça Carvalho, Frances Fitzgerald, Arba Kokalari, Ewa Kopacz, Elżbieta Katarzyna Łukacijewska, Christine Schneider, Pernille Weiss

Renew

Karen Melchior, María Soraya Rodríguez Ramos, Michal Šimečka

S&D

Vilija Blinkevičiūtė, Lina Gálvez Muñoz, Łukasz Kohut, Radka Maxová, Katarína Roth Neveďalová, Maria Noichl, Carina Ohlsson, Evelyn Regner

The Left

Elena Kountoura

Verts/ALE

Francisco Guerreiro, Alice Kuhnke, Ana Miranda, Sylwia Spurek

 

2

-

ECR

Johan Nissinen

Renew

Samira Rafaela

 

3

0

ECR

Michiel Hoogeveen, Margarita de la Pisa Carrión

ID

Simona Baldassarre

 

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 

 


INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

27.4.2023

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

68

0

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Mathilde Androuët, Bartosz Arłukowicz, Margrete Auken, Marek Paweł Balt, Traian Băsescu, Aurélia Beigneux, Hildegard Bentele, Malin Björk, Michael Bloss, Delara Burkhardt, Pascal Canfin, Sara Cerdas, Mohammed Chahim, Tudor Ciuhodaru, Maria Angela Danzì, Bas Eickhout, Heléne Fritzon, Malte Gallée, Gianna Gancia, Andreas Glück, Catherine Griset, Teuvo Hakkarainen, Anja Hazekamp, Martin Hojsík, Pär Holmgren, Yannick Jadot, Karin Karlsbro, Ewa Kopacz, Joanna Kopcińska, Peter Liese, Liudas Mažylis, Marina Mesure, Tilly Metz, Silvia Modig, Dolors Montserrat, Alessandra Moretti, Ville Niinistö, Ljudmila Novak, Grace O’Sullivan, Jutta Paulus, Francesca Peppucci, Stanislav Polčák, Jessica Polfjärd, Erik Poulsen, Frédérique Ries, María Soraya Rodríguez Ramos, Maria Veronica Rossi, Silvia Sardone, Christine Schneider, Günther Sidl, Ivan Vilibor Sinčić, Maria Spyraki, Edina Tóth, Véronique Trillet-Lenoir, Alexandr Vondra, Mick Wallace, Pernille Weiss, Michal Wiezik, Tiemo Wölken

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Mercedes Bresso, Milan Brglez, Asger Christensen, Margarita de la Pisa Carrión, Billy Kelleher, Massimiliano Salini, Susana Solís Pérez

Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale

Attila Ara-Kovács, Colm Markey, Javier Moreno Sánchez

 


 

VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

68

+

ECR

Joanna Kopcińska, Margarita de la Pisa Carrión, Alexandr Vondra

ID

Mathilde Androuët, Aurélia Beigneux, Gianna Gancia, Catherine Griset, Maria Veronica Rossi, Silvia Sardone

NI

Maria Angela Danzì, Ivan Vilibor Sinčić, Edina Tóth

PPE

Bartosz Arłukowicz, Traian Băsescu, Hildegard Bentele, Ewa Kopacz, Peter Liese, Colm Markey, Liudas Mažylis, Dolors Montserrat, Ljudmila Novak, Francesca Peppucci, Stanislav Polčák, Jessica Polfjärd, Massimiliano Salini, Christine Schneider, Maria Spyraki, Pernille Weiss

Renew

Pascal Canfin, Asger Christensen, Andreas Glück, Martin Hojsík, Karin Karlsbro, Billy Kelleher, Erik Poulsen, Frédérique Ries, María Soraya Rodríguez Ramos, Susana Solís Pérez, Véronique Trillet‑Lenoir, Michal Wiezik

S&D

Attila Ara‑Kovács, Marek Paweł Balt, Mercedes Bresso, Milan Brglez, Delara Burkhardt, Sara Cerdas, Mohammed Chahim, Tudor Ciuhodaru, Heléne Fritzon, Javier Moreno Sánchez, Alessandra Moretti, Günther Sidl, Tiemo Wölken

The Left

Malin Björk, Anja Hazekamp, Marina Mesure, Silvia Modig, Mick Wallace

Verts/ALE

Margrete Auken, Michael Bloss, Bas Eickhout, Malte Gallée, Pär Holmgren, Yannick Jadot, Tilly Metz, Ville Niinistö, Grace O'Sullivan, Jutta Paulus

 

0

-

 

 

 

1

0

ECR

Teuvo Hakkarainen

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

Ultimo aggiornamento: 30 maggio 2023
Note legali - Informativa sulla privacy