RELAZIONE sulle relazioni con la Bielorussia

31.7.2023 - (2023/2041(INI))

Commissione per gli affari esteri
Relatore: Petras Auštrevičius


Procedura : 2023/2041(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A9-0258/2023
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A9-0258/2023
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle relazioni con la Bielorussia

(2023/2041(INI))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti risoluzioni sulla Bielorussia,

 viste le conclusioni del Consiglio del 12 ottobre 2020 e del 21 e 22 ottobre 2021 sulla Bielorussia,

 vista la dichiarazione congiunta del vertice del partenariato orientale tenutosi a Bruxelles il 15 dicembre 2021,

 vista la dichiarazione resa dai ministri degli Esteri del G7 il 4 novembre 2022 in merito alla Bielorussia,

 viste la dichiarazione del 3 marzo 2023 dell'alto rappresentante Josep Borrell sulla condanna di Ales Bialiatski e di altri difensori dei diritti umani e la dichiarazione del 17 gennaio 2023 dell'alto rappresentante Josep Borrell sui processi contro leader dell'opposizione e giornalisti in Bielorussia,

 visti le relazioni del 4 maggio 2022 e del 20 luglio 2022 della relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia, Anaïs Marin, indirizzate al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, nonché l'appello del 10 ottobre 2022 degli esperti delle Nazioni Unite per l'immediato rilascio del vincitore del premio Nobel per la pace Ales Bialiatski e di altri difensori dei diritti in Bielorussia, attualmente detenuti, e l'osservazione della portavoce delle Nazioni Unite per i diritti umani Ravina Shamdasani del 3 marzo 2023 sulla condanna dei difensori dei diritti umani in Bielorussia,

 vista la dichiarazione di indipendenza della Bielorussia dall'Unione sovietica del 25 agosto 1991,

 vista la dichiarazione di sovranità statale della Repubblica socialista sovietica bielorussa del 27 luglio 1990,

 visto l'accordo di Belavezha, ratificato il 10 dicembre 1991 dal Consiglio supremo della Bielorussia, che proclamava che l'Unione Sovietica aveva cessato di esistere,

 vista la Costituzione della Repubblica di Bielorussia, adottata il 15 marzo 1994,

 visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la Carta delle Nazioni Unite, il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti e tutte le altre convenzioni in materia di diritti umani di cui la Bielorussia è parte,

 visti la dichiarazione e il programma di azione di Vienna del 25 giugno 1993,

 visto il trattato di non proliferazione delle armi nucleari,

 visto il memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza,

 vista la relazione mondiale 2022 di Human Rights Watch sulla Bielorussia,

 vista la convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale,

 vista la seconda relazione di valutazione del gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta di esseri umani del Consiglio d'Europa, adottata il 28 giugno 2022, relativa all'attuazione della convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani da parte della Bielorussia,

 viste le relazioni dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani del 4 marzo 2022 e del 3 febbraio 2023 sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2020 e dopo la loro conclusione,

 vista la relazione del meccanismo di Mosca dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) dell'11 maggio 2023 sulle gravi minacce alla dimensione umana dell'OSCE in Bielorussia dal 5 novembre 2020,

 vista la relazione d'indagine della missione conoscitiva dell'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale del luglio 2022 dal titolo "Event involving Ryanair flight FR4978 in Belarus airspace on 23 May 2021" (Evento riguardante il volo Ryanair FR4978 nello spazio aereo bielorusso il 23 maggio 2021),

 vista la risoluzione 2495 (2023) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa del 27 aprile 2023 dal titolo "Deportations and forcible transfers of Ukrainian children and other civilians to the Russian Federation or to temporarily occupied Ukrainian territories: create conditions for their safe return, stop these crimes and punish the perpetrators" (Deportazioni e trasferimenti forzati di minori e altri civili ucraini verso la Federazione russa o territori ucraini temporaneamente occupati: creare condizioni per il loro ritorno in sicurezza, fermare questi crimini e punire i responsabili),

 viste la decisione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) GB.347/INS/14(Rev.1) del 20 marzo 2023 e la sua risoluzione del 12 giugno 2023 riguardante le misure raccomandate dal Consiglio di amministrazione a norma dell'articolo 33 della Costituzione dell'OIL relativamente alla Bielorussia,

 visto l'articolo 54 del suo regolamento,

 vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0258/2023),

A. considerando che, a tre anni dalle elezioni presidenziali fraudolente del 9 agosto 2020, il regime illegittimo di Aliaksandr Lukashenka sta inasprendo la sua repressione sistematica ai danni del popolo bielorusso, che si estende a tutti i segmenti della società, compresi gli individui vulnerabili ed emarginati; che i tribunali hanno condannato più di 3 000 persone a varie pene sulla base di accuse di matrice politica e che più di 1 500 persone rimangono imprigionate per motivi politici, mentre migliaia di altre sono torturate affinché non ammettano di trovarsi in tale situazione e vivono subendo costantemente la pressione di intimidazioni, minacce, un possibile arresto e accuse inventate; che il regime di Lukashenka ha emesso centinaia di condanne politiche sulla base di accuse penali, che hanno comportato tra l'altro la revoca delle licenze a quasi 100 avvocati bielorussi, la chiusura di centinaia di organi di stampa e la liquidazione di oltre 1 000 organizzazioni non governative (ONG); che numerosi imprenditori del settore dei media e giornalisti sono stati costretti a fuggire dalla Bielorussia e riavviare le proprie attività in esilio, principalmente in Lituania e in Polonia; che oltre 30 giornalisti e lavoratori del settore dei media rimangono in carcere per false accuse penali; che quattro importanti sindacati indipendenti e il Congresso bielorusso dei sindacati democratici sono stati chiusi e almeno 14 dei loro leader e membri sono stati incarcerati; che i prigionieri politici rilasciati sono vittime di una discriminazione estrema, con il regime che impedisce loro la libera circolazione e l'accesso al mercato del lavoro, ai conti correnti e ad altri beni finanziari; che le azioni del regime e il diniego di cure mediche e assistenza legale hanno portato alla morte di prigionieri politici come Vitold Ashurak, Dzmitry Dudoits, Aliaksandr Vikhor, Mikalai Klimovicz e, di recente, Dzmitry Sarokin; che solo negli ultimi anni circa 300 000 bielorussi sono fuggiti dal paese per paura di subire una sorte simile;

B. considerando che le relazioni dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione in Bielorussia hanno equiparato la repressione perpetrata dal regime di Lukashenka a crimini contro l'umanità;

C. considerando che a maggio e giugno 2023 è caduto il terzo anniversario rispettivamente dell'arresto del blogger bielorusso dell'opposizione Siarhei Tsikhanouski e di quello di Viktar Babaryka sulla base di accuse di matrice politica durante la loro corsa alla presidenza della Bielorussia; che Palina Sharenda-Panasiuk, prigioniera politica e attivista della campagna civica "Bielorussia europea", ha deciso di rinunciare alla cittadinanza bielorussa per protesta contro le terribili condizioni di detenzione e, dopo aver compilato una richiesta formale, è stata accompagnata a sottoporsi a un esame psichiatrico e da allora non è noto dove si trovi;

D. considerando che in Bielorussia almeno 1 300 minori con disabilità sono detenuti in istituti che hanno difficoltà a fornire una diagnosi, un'istruzione e una reintegrazione sociale adeguate e che mancano di responsabilità pubblica e trasparenza;

E. considerando che la comunità internazionale, compresa l'UE e i suoi Stati membri, non ha riconosciuto i risultati delle elezioni presidenziali fraudolente e non riconosce Aliaksandr Lukashenka come presidente della Bielorussia; che le autorità bielorusse non hanno condotto indagini efficaci rispetto alle diffuse accuse di tortura e altri maltrattamenti di manifestanti pacifici da parte di agenti delle autorità di contrasto nell'agosto 2020 in seguito alle elezioni presidenziali fraudolente;

F. considerando che il regime sta eliminando le ultime tracce di pluralismo politico nel paese, anche tramite la prossima cosiddetta riregistrazione dei partiti politici, che probabilmente comporterà l'eliminazione di tutti i partiti a eccezione di quelli che sostengono il regime; che la nuova Costituzione del febbraio 2022 crea nuove istituzioni non democratiche con la sola funzione di garantire che il regime mantenga la propria presa sul potere e priva il parlamento dell'ultima parvenza di influenza nel processo politico;

G. considerando che nel gennaio 2022 sono entrate in vigore le modifiche al codice penale bielorusso, che reintroducono la responsabilità penale per la partecipazione alle attività di organizzazioni non registrate; che allo stato attuale nessuna organizzazione per i diritti umani opera legalmente nel paese; che nel maggio 2022 sono entrate in vigore ulteriori modifiche al codice penale, mediante le quali le autorità hanno esteso l'applicazione della pena capitale ai tentati atti di terrorismo, un'accusa precedentemente utilizzata nei processi degli attivisti politici; che nel luglio 2022 Lukashenka ha firmato una legge che consente indagini e processi in contumacia a norma di 48 articoli del codice penale; che nel gennaio 2023 il regime di Lukashenka ha promulgato una legge che priva della cittadinanza le persone in esilio, accusandole di reati cosiddetti legati all'estremismo, un elenco in cui figurano attualmente oltre 2 000 persone;

H. considerando che il regime di Lukashenka sta mettendo gravemente a repentaglio la sovranità della Bielorussia, facendo di tale paese uno Stato satellite della Russia e consentendo che la Bielorussia sia assorbita dalla Russia all'interno di un cosiddetto Stato dell'Unione, rendendo il rischio di occupazione diretta estremamente elevato, contro la chiara volontà della maggioranza dei bielorussi; che Lukashenka ha proposto un patto dello Stato dell'Unione tra Bielorussia, Russia e Kazakhstan per la condivisione di armi nucleari;

I. considerando che il regime di Lukashenka sta procedendo ad annientare le manifestazioni dell'identità nazionale da parte dei bielorussi, incluse la lingua e la cultura nazionali; che porta avanti un'aggressiva politica di russificazione mediante detenzioni arbitrarie e in particolare il trattamento brutale degli esponenti del mondo della cultura, come scrittori, artisti e musicisti, e delle persone che parlano bielorusso in pubblico, mediante il divieto di usare i simboli nazionali e storici della Bielorussia, ad esempio la bandiera a strisce bianche e rossa e lo stemma Pahonia, nonché mediante la chiusura di case editrici, scuole private e corsi di lingua bielorussa;

J. considerando che il regime di Lukashenka continua a emarginare le minoranze etniche, religiose e sessuali, in particolare le comunità etniche lituane e polacche, perseguitandone i leader, tra cui Andrzej Poczobut, chiudendo gli istituti di istruzione lituani e polacchi, eliminando l'istruzione nelle relative lingue etniche e distruggendo i cimiteri memoriali polacchi; che continua inoltre a reprimere le comunità religiose e i fedeli, in violazione del diritto alla libertà di religione e di credo; che numerosi sacerdoti e pastori romano-cattolici, protestanti, ortodossi e greco-cattolici hanno subito diverse forme di persecuzione, dall'imposizione di sanzioni pecuniarie a lunghe incarcerazioni; che la Chiesa ortodossa bielorussa in molti casi serve gli interessi del regime, anche sostenendo la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina; che l'ex arcivescovo di Hrodna, Artemy Kishchanka, che è stato l'unico gerarca della Chiesa ortodossa bielorussa, l'Esarcato bielorusso, subordinato a Mosca, a condannare la violenza usata dal regime di Lukashenka contro i manifestanti pacifici nel 2020, è stato mandato in pensione e successivamente ha subito molestie che ne hanno compromesso la salute e affrettato la morte;

K. considerando che le persone LGBTI in Bielorussia sono vittime di ulteriori discriminazioni e violenze sistematiche; che la Bielorussia potrebbe introdurre una normativa sulla "propaganda" LGBTI simile a quella vigente in Russia; che i bielorussi che vivono, lavorano o cercano riparo in Russia sono tra quelli maggiormente vulnerabili alla repressione transnazionale da parte delle autorità bielorusse;

L. considerando che le autorità bielorusse ricorrono spesso alla sorveglianza, alla disinformazione e alla censura online, utilizzando le tecnologie per controllare la popolazione; che tale pratica repressiva rappresenta un altro passo verso l'autoritarismo digitale e la soppressione dei diritti digitali delle persone in Bielorussia, con la crescente intimidazione dei cittadini e la riduzione dello spazio civico che ne conseguono;

M. considerando che, nell'ottobre 2022, la Bielorussia si è ritirata dal primo protocollo opzionale al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici a partire dall'8 febbraio 2023, bloccando così il mandato del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani di ricevere ed esaminare le denunce in materia di diritti umani presentate da individui in Bielorussia; che ciò ha privato i bielorussi della protezione internazionale, impossibilitando il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite e la Corte europea dei diritti dell'uomo a considerare le denunce dei bielorussi;

N. considerando che il regime illegittimo di Lukashenka è attivo sostenitore ed è diventato totalmente complice dell'ingiustificata guerra di aggressione e dei crimini di guerra della Russia nei confronti dell'Ucraina; che il regime consente e sostiene direttamente l'aggressione militare russa nei confronti dell'Ucraina e l'uso di mezzi terroristici da parte della Russia, come dimostrato dal dirottamento del volo Ryanair FR4978 nel maggio 2021 e dall'accoglienza offerta all'organizzazione terroristica russa sponsorizzata dallo Stato, il gruppo Wagner; che la maggioranza dei bielorussi è contraria alla partecipazione del proprio paese a tale conflitto e lo ha dimostrato organizzando proteste pacifiche che hanno portato ad arresti, procedimenti giudiziari e abusi da parte delle forze di polizia, sabotando il trasporto di attrezzature militari russe e unendosi o fornendo sostegno ai reggimenti bielorussi che combattono a fianco delle forze armate ucraine; che, essendo l'unico paese dell'Europa e dell'Asia centrale in cui è ancora in vigore la pena di morte, il ricorso alla pena capitale serve a dissuadere qualsivoglia resistenza al coinvolgimento della Bielorussia nella guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina; che il coinvolgimento del regime di Lukashenka nella guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina è stato vigorosamente denunciato dall'UE e dalla NATO e ha portato a un approccio comune tra le organizzazioni basato su valutazioni simili o persino congiunte, e la cooperazione UE-NATO va rafforzata di conseguenza;

O. considerando che il 27 aprile 2023 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha denunciato all'unanimità la deportazione, la rieducazione e la russificazione di minori ucraini, alcuni dei quali sono stati portati al campo di Dubrava, di proprietà di Belaruskali; che questi crimini di cui il regime di Lukashenka è complice possono equivalere a genocidio;

P. considerando che il regime di Lukashenka rappresenta una minaccia diretta per l'UE e la sicurezza dei suoi cittadini; che ciò è evidenziato dalla sua accettazione del dispiegamento di armi nucleari tattiche russe sul proprio territorio, dal suo rifiuto di attuare i requisiti di sicurezza nucleare presso la centrale nucleare bielorussa di Astravyets, dal dirottamento da lui stesso orchestrato del volo civile Ryanair FR4978, dalla sua continua strumentalizzazione della migrazione e della tratta di esseri umani, dalla sua retorica di guerra aggressiva adottata a partire dall'agosto 2020 e dalla sua promozione di una maggiore presenza militare russa nel paese mediante manovre congiunte permanenti;

Q. considerando che il regime di Lukashenka continua a costringere migranti di paesi terzi ad attraversare le frontiere del paese con la Lettonia, la Lituania e la Polonia; che in Bielorussia i migranti affrontano torture e altri maltrattamenti da parte delle guardie di frontiera e di altri funzionari, ostacoli alla presentazione della domanda di asilo e il respingimento;

R. considerando che le forze democratiche bielorusse guidate da Sviatlana Tsikhanouskaya hanno una struttura ben consolidata che gode di sempre maggiore riconoscimento internazionale, potendo contare tra l'altro sul Gabinetto unito di transizione di recente istituzione, sul Consiglio di coordinamento rinnovato e sulla Missione della Bielorussia democratica a Bruxelles; che il Gabinetto unito di transizione, i membri della diaspora di diversi partiti di opposizione democratici e altri bielorussi svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere costantemente e attivamente i prigionieri politici, le loro famiglie e gli attivisti ancora in Bielorussia;

S. considerando che Sviatlana Tsikhanouskaya e i leader dei partiti politici democratici hanno dichiarato pubblicamente le aspirazioni europee dei bielorussi;

T. considerando che, in risposta alla repressione in corso, l'UE e i suoi Stati membri hanno adottato una serie di misure restrittive contro il regime di Lukashenka, comprese sanzioni nei confronti di 195 persone e 34 entità colpevoli di essere direttamente coinvolte nelle violazioni dei diritti umani e di sostenere il regime; che l'UE e i suoi Stati membri hanno stanziato oltre 100 milioni di EUR per sostenere il popolo bielorusso e le sue aspirazioni democratiche;

U. considerando che il regime di Lukashenka sta limitando l'effetto delle sanzioni occidentali sulla Bielorussia tramite l'aiuto offerto dalla Russia, ad esempio utilizzando le infrastrutture portuali e dei trasporti russe per l'esportazione di merci bielorusse, l'accesso preferenziale al mercato russo e il rinvio dei pagamenti del debito alla Russia, nonché tramite l'aggiramento delle sanzioni;

V. considerando che, a seguito delle sanzioni occidentali, il PIL della Bielorussia è calato del 4,7 % nel 2022, una riduzione corrispondente soltanto alla metà di quanto previsto; che nel 2022 le importazioni della Bielorussia verso l'UE sono calate di più della metà rispetto agli anni precedenti, passando da 6,54 miliardi di EUR nel 2021 a 3,19 miliardi di EUR; che le esportazioni della Bielorussia verso la Russia sono aumentate di oltre il 40 %, da 16,3 miliardi di USD nel 2021 a 23 miliardi di USD nel 2022; che le esportazioni della Bielorussia verso la Cina sono quasi raddoppiate nel 2022;

W. considerando che il regime di Lukashenka sta ripristinando il modello dell'economia pianificata a livello centrale di epoca sovietica, in particolare mediante la regolamentazione dei prezzi al dettaglio, il mantenimento della produzione industriale delle imprese di proprietà statale a livelli elevati anche in assenza di domanda e la repressione ai danni delle imprese private, che include il divieto per gli investitori stranieri di vendere le proprie quote nelle imprese bielorusse e l'imposizione di normative che consentono la confisca delle proprietà private; che la Bielorussia non si è attenuta alle principali conclusioni cui era giunta la commissione di inchiesta dell'OIL del 2004, e il regime di Lukashenka ha continuato a perseguitare i sindacalisti;

X. considerando che, grazie al sostegno dell'UE, centinaia di bielorussi stanno attualmente beneficiando di borse di studio, mentre molti altri stanno partecipando a formazioni online per migliorare le proprie competenze professionali e saranno coinvolti in scambi professionali;

Protrarsi della repressione da parte del regime di Lukashenka e sostegno dell'UE alle persone che ne sono vittime

1. condanna con la massima fermezza l'incessante repressione e le sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani perpetrate incessantemente dal regime di Lukashenka, compresi i numerosi casi di maltrattamento, tortura, detenzione in isolamento e assistenza medica inadeguata ai danni di prigionieri politici e di altre persone incriminate per ragioni di matrice politica, tra cui giornalisti, difensori dei diritti umani, attivisti sindacali indipendenti e altri; condanna parimenti la pressione esercitata sulle persone incriminate mediante l'arresto e la condanna deliberati dei loro parenti e la revoca delle abilitazioni ai loro avvocati; continua a manifestare la propria solidarietà al popolo bielorusso e ai membri delle organizzazioni della società civile che si battono coraggiosamente per una Bielorussia sovrana, libera e democratica in cui prevalgano la giustizia, la pace e i diritti umani, mettendo a rischio la propria vita e libertà;

2. esige che il regime di Lukashenka ponga fine a questa spirale di propaganda, violenza, tortura e repressione contro le voci dissenzienti e le critiche percepite, rilasci immediatamente e senza condizioni tutti i prigionieri politici, i loro familiari e tutte le persone detenute arbitrariamente, dichiari un'amnistia globale per tutte le persone arrestate per motivi politici dal 2020 e consenta un passaggio di poteri pacifico a seguito dell'organizzazione di elezioni libere ed eque;

3. chiede alle autorità bielorusse di porre immediatamente fine al trattamento crudele, inumano e degradante riservato ai prigionieri politici detenuti in custodia cautelare o in seguito a condanna, compresi il diniego di trattamenti medici e prodotti di base per l'igiene e il rifiuto di avere accesso ad avvocati e familiari; condanna la pratica degli "arresti a catena" o l'ingiustificata estensione della custodia cautelare per reati di carattere minore o accuse infondate di "estremismo"; esprime profonda preoccupazione per il fatto che i leader dell'opposizione democratica Viktar Babaryka e Maria Kalesnikava, attualmente detenuti, siano stati segretamente trasferiti in ospedale senza che sia stata fornita alcuna informazione sul loro stato di salute; esprime altrettanta preoccupazione per la persistente mancanza di informazioni sulla condizione dei politici dell'opposizione Siarhei Tsikhanouski, Mikalai Statkevich e Maksim Znak, dei giornalisti Ihar Losik, Katsiaryna Bakhvalava (pseudonimo: Andreyeva) e Andrzej Poczobut, che è anche uno dei leader della minoranza polacca in Bielorussia, e di Palina Sharenda-Panasiuk, attivista della campagna civica "Bielorussia europea";

4. chiede al regime di Lukashenka di fornire immediatamente i trattamenti medici necessari e garantire una supervisione medica adeguata a tutti i prigionieri politici affetti da gravi malattie e problemi di salute, tra cui Maria Kalesnikava, Viktar Babaryka, Ales Bialiatski, Ryhor Kastusiou, Iryna Melkher, Halina Dzerbysh, Henadz Fiadynich, Marfa Rabkova, Vasil Berasneu, Viachaslau Areshka, Uladzimir Hundar, Uladzimir Matskevich, Mikalai Statkevich, Alena Hnauk, Andrei Voinich, Aliaksandr Fiaduta, Mikita Zalatarou, Dzmitry Zalomski, Aliaksei Hubich, Vadzim Hurman, Antanina Kanavalava, Andrei Skurko, Darya Afanasieva, Arsenii Maiseichyk, Ihar Mints, Pavel Hancharyk, Siarhei Batura, Viachaslau Dashkevich, Daniil Kastsiukevich, Mikhail Khamitsevich, Palina Sharenda-Panasiuk, Andrzej Poczobut, Kseniya Lutskina, Maryna Markevich, Yauhen Liulkovich, Volha Tsybulskaya, Volha Zalatar, Artsiom Bayarski, Pavel Kuchynski, Uladzimir Malakhouski, Ruslan Slutski, Alena Maushuk, Larysa Kuzmenka, Kiryl Palcheuski, Yury Prakharenka, Siarhei Verashchahin, Viachaslau Rahashchuk, Aliaksandr Kapshul, Raman Karanevich, Vital Melnik, Aksana Zaretskaya e Viktoryia Kulsha;

5. chiede alle autorità bielorusse di consentire ai diplomatici e alle organizzazioni internazionali, comprese le organizzazioni mediche indipendenti, in particolare il Comitato internazionale della Croce rossa (CICR), di visitare i prigionieri politici in modo da valutarne le condizioni e prestare assistenza; chiede alla Commissione europea, agli Stati membri dell'UE e a istituzioni internazionali come il CICR e l'UNICEF di continuare a fornire un'assistenza sistematica e globale ai prigionieri politici bielorussi e ai loro familiari che si trovano in una condizione di vulnerabilità economica, nonché ai prigionieri politici che hanno scontato la loro pena, tra l'altro mediante un aiuto finanziario e un'assistenza per la riabilitazione medica e psicologica;

6. esige un'indagine indipendente e una perizia in merito ai decessi di prigionieri politici avvenuti in custodia del regime e alla morte dell'attivista Raman Bandarenka nel novembre 2020, causata da un brutale pestaggio, apparentemente a opera di poliziotti in borghese o altre persone incaricate da questi ultimi;

7. chiede al regime di Lukashenka di astenersi da qualsivoglia molestia, anche ai danni di ex prigionieri politici ora rilasciati; esorta il regime a consentire a tali ex prigionieri di vivere la loro in vita in libertà e ad assicurare loro il pieno accesso al mercato del lavoro, alla vita sociale, ai loro conti correnti e ai loro beni; esprime profonda preoccupazione per il presunto ricorso al lavoro forzato dei detenuti nelle colonie penali bielorusse, in particolare da parte di fornitori di importanti società con sede nell'UE; chiede a tutte le società con sede nell'UE di porre fine ai rapporti con i fornitori bielorussi che ricorrono al lavoro forzato nelle loro catene di fornitura, anche quelli non ancora oggetto di misure restrittive, e chiede al Consiglio di imporre sanzioni alle società bielorusse che ricorrono al lavoro forzato nelle loro catene di fornitura; accoglie con favore la recente adozione della risoluzione dell'OIL riguardante le misure raccomandate dal Consiglio di amministrazione a norma dell'articolo 33 della Costituzione dell'OIL sulla violazione sistematica della libertà di associazione, la repressione del movimento sindacale democratico e la continua persecuzione di attivisti e leader di sindacati indipendenti in Bielorussia e chiede ai paesi membri dell'ILO di agire di conseguenza;

8. ribadisce che il ritiro unilaterale del regime di Lukashenka dalla politica del partenariato orientale, annunciato il 28 gennaio 2021, non ha alcuna legittimità in quanto non riflette la vera volontà del popolo bielorusso e le relative aspirazioni a uno Stato libero e democratico;

9. ribadisce la sua condanna della decisione del regime di Lukashenka di far recedere la Bielorussia dalla convenzione di Aarhus, un accordo internazionale che applica il diritto umano a un ambiente pulito, sano e sostenibile;

10. chiede alle istituzioni dell'UE e agli Stati membri di valutare la possibilità di consentire ai rappresentanti della società civile e delle forze democratiche bielorusse, in particolare Sviatlana Tsikhanouskaya, legittima rappresentante del popolo bielorusso, di occupare le cariche vacanti, a titolo bilaterale e multilaterale, in particolare nel quadro della politica del partenariato orientale, precedentemente rivestite da rappresentanti delle autorità bielorusse; chiede alla Commissione di coinvolgere esperti bielorussi indipendenti non affiliati al regime quali rappresentanti nazionali della Bielorussia in programmi di cooperazione come EU4Climate, EU4Environment e altre iniziative; esorta il Consiglio "Affari esteri" a rivolgere un invito permanente a Sviatlana Tsikhanouskaya, in quanto leader del Gabinetto unito di transizione bielorusso, a partecipare a qualsiasi sua riunione che riguardi la Bielorussia; chiede ai leader degli Stati membri e ai leader politici degli altri Stati che partecipano alla Comunità politica europea di includere le forze democratiche bielorusse nella Comunità politica europea, per esempio conferendo loro lo status di osservatore;

11. denuncia i "processi-farsa" di matrice politica e le accuse infondate, volti a incutere timore ai rappresentanti e ai sostenitori delle forze democratiche, della società civile, degli organi di informazione indipendenti, dei sindacati liberi, dei difensori dei diritti umani e delle minoranze nazionali, religiose e sessuali; denuncia inoltre, in particolare, la condanna a lunghe pene detentive del premio Nobel per la pace e vincitore del premio Sakharov Ales Bialiatski, di Valiantsin Stefanovich, Uladzimir Labkovich, Henadz Fiadynich, Vasil Berasneu, Viachaslau Areshka, Maryna Zolatava e Liudmila Chekina, nonché la condanna in contumacia di figure di spicco delle forze democratiche come Sviatlana Tsikhanouskaya, Pavel Latushka, Maryia Maroz, Volha Kavalkova, Siarhei Dyleuski, Valery Tsapkala, Stsiapan Putsila e Yan Rudzik con le accuse pretestuose di "cospirazione finalizzata alla presa di potere" o di "formazione di organizzazioni estremiste"; condanna il perdurare della detenzione dei leader dell'opposizione democratica Pavel Sevyarynets e Mikola Statkevich; condanna le azioni di repressione transnazionale condotte dal regime di Lukashenka contro i bielorussi all'estero, nonché l'agevolazione e la cooperazione attiva da parte della Russia in questa repressione; esorta il regime a smettere immediatamente di revocare la potestà genitoriale dei figli ai genitori, nonché di minacciare di farlo, quale modo di punire i genitori per la partecipazione a proteste o per l'attivismo politico; incoraggia il Consiglio e la Commissione a individuare nuove vie per lavorare al rilascio di tutti i prigionieri politici in Bielorussia;

12. esorta le autorità bielorusse a commutare immediatamente tutte le condanne a morte e a istituire una moratoria immediata sul ricorso alla pena di morte quale primo passo verso la sua completa e definitiva abolizione;

13. chiede alla Commissione e agli Stati membri di continuare a consentire ai difensori dei diritti umani, agli avvocati e alle organizzazioni della società civile di prestare servizi, in particolare assistenza sociale, assistenza sanitaria e patrocinio a spese dello Stato, ai prigionieri politici e alle loro famiglie; chiede ai diplomatici dell'UE e dei suoi Stati membri, nonostante le difficoltà esistenti, di coinvolgere e sostenere i rappresentanti della società civile, i difensori dei diritti umani, gli organi di informazione indipendenti, i gruppi per la democrazia e le famiglie dei prigionieri politici in Bielorussia;

14. invita la Commissione, gli Stati membri e il Servizio europeo per l'azione esterna a cooperare con partner internazionali quali il meccanismo di Mosca dell'OSCE e il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, come pure con i difensori dei diritti umani e i rappresentanti della società civile in loco, sul monitoraggio, la documentazione e la segnalazione delle gravi violazioni dei diritti umani e dei crimini contro l'umanità perpetrati in Bielorussia, al fine di garantire la successiva assunzione di responsabilità e la giustizia per le vittime; sottolinea il prezioso lavoro svolto, all'interno e al di fuori della Bielorussia, dalle ONG, le quali documentano i casi di tortura e svolgono così attività preparatorie importanti per il futuro perseguimento dei crimini commessi dal regime di Lukashenka; ribadisce il proprio sostegno alla piattaforma internazionale di responsabilità per la Bielorussia;

15. ribadisce l'invito agli Stati membri dell'UE a gettare le basi per perseguire penalmente i funzionari bielorussi responsabili o complici di frodi elettorali e di gravi violazioni dei diritti umani e crimini contro l'umanità, secondo i principi accettati della giurisdizione universale ed extraterritoriale; ribadisce l'appello rivolto dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite affinché considerino di lavorare in tal modo a un'assunzione di responsabilità; sostiene ulteriori discussioni sull'eventuale istituzione all'Aia di un tribunale internazionale per le violazioni dei diritti umani in Bielorussia;

Coinvolgimento del regime di Lukashenka nella guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina

16. condanna con la massima fermezza il coinvolgimento del regime di Lukashenka nella guerra di aggressione ingiustificata, illegale e non provocata della Russia nei confronti dell'Ucraina e la sua promozione dell'incitamento all'odio, della disinformazione e della propaganda che riecheggia la retorica bellicosa di Mosca; condanna, a tale proposito, la massiccia fornitura di munizioni e materiale militare da parte del regime agli aggressori russi, in particolare la fabbricazione di componenti per l'esercito russo, nonché lo stazionamento di truppe russe in Bielorussia e il loro addestramento da parte di istruttori bielorussi, l'accoglienza del gruppo Wagner, organizzazione terroristica illegale e sponsorizzata dallo Stato, la minaccia di aderire all'aggressione, unita allo stazionamento di truppe vicino al confine tra Bielorussia e Ucraina, che impone la presenza di truppe ucraine nella zona, e l'uso del territorio, dello spazio aereo e delle infrastrutture bielorussi come base per lanciare l'invasione, nonché i continui attacchi missilistici contro obiettivi militari e civili in Ucraina; osserva che la stragrande maggioranza dei bielorussi disapprova questo coinvolgimento multiforme nella guerra di aggressione della Russia; esprime il suo pieno sostegno agli attivisti bielorussi che resistono agli aggressori all'interno della Bielorussia, perturbando i collegamenti ferroviari e altre linee di approvvigionamento utilizzate dall'esercito russo, ai "cyber-partigiani" bielorussi e ai volontari, in particolare gli ex reggimenti "Kastuś Kalinouski" e "Pahonia", che stanno coraggiosamente combattendo a fianco delle forze armate ucraine per respingere gli aggressori; sostiene pienamente la fornitura di assistenza a tali oppositori;

17. denuncia il trasferimento illegale di oltre 2 150 minori, anche orfani, dai territori ucraini occupati dalla Russia a "campi ricreativi" in Bielorussia, dove sono sottoposti a russificazione e indottrinamento; sostiene le indagini dei pubblici ministeri ucraini riguardo al presunto ruolo della Bielorussia nelle deportazioni forzate e ritiene che le azioni dello stesso Lukashenka e del suo regime possano anche costituire il crimine contro l'umanità di deportazione o trasferimento forzato della popolazione di cui allo statuto di Roma della Corte penale internazionale; ritiene Lukashenka responsabile di tali crimini di guerra al pari di Vladimir Putin e di Maria Lvova-Belova e invita pertanto la Corte penale internazionale a valutare di emanare un mandato di arresto internazionale simile nei confronti di Lukashenka; invita il Consiglio a estendere l'elenco di persone fisiche oggetto delle sanzioni UE onde includere i soggetti coinvolti nelle deportazioni forzate di minori ucraini in Bielorussia;

18. chiede maggiori sinergie e coerenza tra la bussola strategica dell'UE e il concetto strategico della NATO, in particolare con riferimento alla loro attuazione, per contrastare l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e la complicità del regime di Lukashenka nel conflitto; sottolinea l'importanza di intensificare la cooperazione tra l'UE e la NATO nell'affrontare tutti gli aspetti pertinenti del coinvolgimento della Bielorussia nella guerra della Russia contro l'Ucraina; ritiene necessario elaborare una strategia comune per la salvaguardia dell'indipendenza della Bielorussia, comprensiva di garanzie internazionali in tal senso, e per la transizione della Bielorussia alla democrazia, con la partecipazione dell'UE e di istituzioni internazionali come l'OSCE, il Consiglio d'Europa e il G7;

19. ritiene che, favorendo la guerra di aggressione ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina, il regime di Lukashenka si sia reso complice dei crimini commessi dalla Russia, il che implica una responsabilità per la distruzione e i danni causati all'Ucraina; ritiene inoltre che il tribunale speciale internazionale sul crimine di aggressione perpetrato dalla Russia nei confronti dell'Ucraina debba essere competente a indagare non solo su Putin e sulla leadership politica e militare russa, ma anche sulla leadership bielorussa; invita pertanto le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a intraprendere tutte le azioni necessarie per consentire il perseguimento penale dei funzionari bielorussi che si sono resi complici del crimine di aggressione, dei crimini di guerra, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di genocidio commessi contro l'Ucraina; plaude a tale proposito ai passi intrapresi per aprire un ufficio di rappresentanza della Corte penale internazionale in Ucraina; invita l'UE e gli Stati membri a trovare vie legali per confiscare i beni della leadership bielorussa e delle entità bielorusse correlate, coinvolte nello sforzo bellico russo e, ove possibile, a utilizzarli per sostenere la ricostruzione dell'Ucraina;

20. esorta l'UE e i suoi Stati membri ad ampliare e rafforzare la portata delle loro sanzioni (misure restrittive) contro la Bielorussia e la Russia e le persone fisiche e giuridiche responsabili o complici di gravi violazioni dei diritti umani in Bielorussia, nell'ambito dei regimi di sanzioni nei confronti della Russia e della Bielorussia e del meccanismo globale di sanzioni dell'UE in materia di diritti umani (legge Magnitsky dell'UE), anche sanzionando i giudici, i pubblici ministeri, le forze dell'ordine, i funzionari delle carceri e delle colonie penali, i propagandisti e gli agenti del famigerato KGB e del principale direttorato per la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione (GUBOPiK/HUBAZiK);

21. chiede che le sanzioni applicate nei confronti della Russia siano applicate anche nei confronti della Bielorussia; insiste sul fatto che la potassa bielorussa, che rappresenta la principale fonte di reddito del regime, dovrebbe rimanere nell'elenco dei prodotti sottoposti a sanzioni e non dovrebbe transitare sul territorio dell'Unione , soprattutto considerato che il principale produttore di potassa, Belaruskali, è direttamente coinvolto nel trasferimento illegale, nella russificazione e nell'indottrinamento di minori ucraini; invita l'UE e i suoi Stati membri ad aumentare con urgenza la loro capacità di valutare l'effetto reale delle sanzioni e dei possibili danni collaterali, al fine di garantire la piena attuazione di tutte le misure restrittive concernenti la Bielorussia e cittadini bielorussi e di contrastare eventuali strategie di elusione, nonché a fornire un sostegno adeguato all'operato dell'inviato speciale dell'UE per l'attuazione delle sanzioni dell'UE, onde ovviare a tutte le scappatoie e migliorare l'effettiva attuazione di tutte le sanzioni;

22. chiede che la Russia e la Bielorussia siano inserite nell'elenco dell'UE dei paesi terzi ad alto rischio per quanto riguarda la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo; invita a stilare un elenco dei parenti diretti di persone legate al regime criminale di Lukashenka che godono dell'ospitalità di paesi dell'UE; chiede il riesame immediato del loro visto di ingresso e della loro situazione di soggiorno; esorta il Comitato olimpico internazionale e altre federazioni sportive internazionali a non consentire agli atleti della Bielorussia e della Russia, molti dei quali sostengono la guerra di aggressione ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina o vi hanno persino preso parte, di competere ai giochi olimpici di Parigi del 2024 o a qualsiasi altro evento sportivo internazionale;

23. deplora il fatto che alcuni Stati membri stiano esercitando pressioni per la revoca delle sanzioni nei confronti dei produttori bielorussi di potassa, tra cui Belaruskali, e invita gli Stati membri a individuare approcci comuni alle sfide poste dalle sanzioni; condanna i paesi terzi che stanno aiutando la Russia e la Bielorussia ad eludere le sanzioni in vigore e chiede alla Commissione e agli Stati membri di prendere in considerazione sanzioni secondarie nei confronti di tali paesi terzi; deplora la visita ufficiale del ministro ungherese per gli Affari esteri e il commercio a Minsk nel febbraio 2023, che è in contraddizione con la politica dell'UE nei confronti della Bielorussia, della Russia e della guerra di aggressione nei confronti dell'Ucraina; invita il Consiglio e il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a esaminare ulteriori misure al di là delle sanzioni e a sviluppare un approccio coerente e globale a lungo termine nei confronti della Bielorussia, in stretto coordinamento con i partner dell'UE;

Sovranità della Bielorussia e protezione della sua lingua e della sua cultura nazionale

24. prende atto con grande preoccupazione della crescente subordinazione politica, economica, militare e culturale della Bielorussia a Mosca; deplora il fatto che la Bielorussia sia diventata uno Stato satellite della Russia e condanna le azioni dei due regimi, che potrebbero portare in ultima istanza all'assorbimento e all'annessione della Bielorussia da parte della Russia; condanna il dispiegamento di armi nucleari tattiche russe sotto comando russo sul territorio bielorusso, in flagrante violazione dello status non nucleare della Bielorussia, revocato a seguito del referendum costituzionale fraudolento del 27 febbraio 2022; ribadisce la sua condanna di tale dispiegamento, che viola il trattato di non proliferazione delle armi nucleari e può innescare ulteriori nuovi dispiegamenti nucleari nella regione; invita l'UE, i suoi Stati membri e la NATO a intraprendere tutti i passi possibili onde affrontare tale dispiegamento; deplora la retorica minacciosa di Lukashenka sul possibile uso di armi nucleari; invita l'UE a cooperare con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica e il gruppo dei regolatori europei in materia di sicurezza nucleare per garantire la sicurezza nucleare nella centrale nucleare bielorussa di Astravyets e deplora il fatto che il secondo reattore della centrale nucleare bielorussa sia stato avviato senza che le preoccupazioni in materia di sicurezza nucleare sollevate dalla comunità internazionale siano state adeguatamente affrontate; invita le istituzioni dell'UE e gli Stati membri a non riconoscere alcun accordo sottoscritto dal regime di Lukashenka con la Russia che preveda di cedere la sovranità della Bielorussia contro la volontà del popolo;

25. invita l'UE e gli Stati membri a mantenere l'unità nell'affrontare le molteplici minacce poste dal regime di Aliaksandr Lukashenka all'UE, in particolare la continua e crescente strumentalizzazione della migrazione, orchestrata dallo Stato, che provoca deliberatamente sofferenze umane alle frontiere bielorusse con la Lettonia, la Lituania e la Polonia e oltre; condanna fermamente il ricorso alla migrazione a fini politici da parte delle autorità bielorusse e ritiene che si tratti di una rappresaglia deliberatamente orchestrata dal regime di Lukashenka contro gli Stati membri dell'UE per il loro sostegno alle forze democratiche bielorusse, con l'obiettivo di destabilizzare tali Stati membri; esprime preoccupazione per la situazione umanitaria lungo le frontiere della Bielorussa con gli Stati membri dell'UE; invita gli Stati membri dell'UE in questione a rispettare il diritto unionale, dal momento che l'ottemperanza alle norme europee fondamentali, al diritto internazionale e al rispetto della dignità di ogni vita umana, in particolare in un contesto difficile, rappresenta il fulcro del progetto europeo democratico europeo cui anche la Bielorussia dovrebbe partecipare; sottolinea la necessità di garantire il diritto di asilo, offrendo nel contempo condizioni di accoglienza umane e dignitose, ai migranti e ai richiedenti asilo bloccati alla frontiera;

26. è del parere che l'arrivo in Bielorussia di Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner, una società militare privata russa, insieme ad altri membri di detto gruppo, crei potenziali rischi per la sicurezza dell'Ucraina, dei paesi vicini della Bielorussia e dell'UE nel suo complesso; ribadisce il suo invito al Consiglio ad aggiungere il gruppo Wagner all'elenco UE dei terroristi e invita l'UE e i suoi Stati membri a continuare a monitorare le attività del gruppo Wagner e di Yevgeny Prigozhin;

27. osserva la crescente dipendenza economica della Bielorussia dalla Russia e da altri paesi non democratici, compresa la Cina; deplora il fatto che la Bielorussia stia tornando al modello dell'economia pianificata a livello centrale di epoca sovietica, che isolerà ulteriormente il paese dal mercato mondiale e determinerà un ritardo in termini di innovazione e ammodernamento e una costante fuga di cervelli, il che è contrario agli interessi del popolo bielorusso, che negli ultimi anni ha dimostrato crescenti iniziative imprenditoriali;

28. ribadisce il suo invito a tutte le imprese dell'UE che operano in Bielorussia ad agire con particolare diligenza e ad adempiere alla propria responsabilità di rispettare i diritti umani, in linea con i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani; chiede a tali imprese di astenersi da qualsiasi nuovo investimento e di protestare pubblicamente presso le autorità bielorusse contro la continua repressione dei lavoratori e dei cittadini in generale;

29. invita la Commissione e gli Stati membri dell'UE a continuare a sostenere le piccole e medie imprese in Bielorussia, dato che esse hanno svolto un ruolo importante nel sostenere il movimento filodemocratico in Bielorussia, durante e dopo le elezioni presidenziali del 2020;

30. esprime solidarietà nei confronti dei bielorussi che cercano di salvaguardare e alimentare la loro identità nazionale, in particolare attraverso gli sforzi volti a diffondere l'uso della lingua bielorussa; deplora la recente condanna del direttore d'arte Pavel Belavus a 13 anni di reclusione per le sue attività di promozione della lingua e della cultura bielorusse; si impegna ad accrescere la sua comunicazione in bielorusso, in particolare traducendo le sue relazioni e risoluzioni sulle politiche legate alla Bielorussia e al partenariato orientale in tale lingua, e invita le altre istituzioni dell'UE a fare altrettanto;

31. esorta il regime bielorusso a porre fine alla discriminazione e alla violenza ai danni di tutte le minoranze, in particolare quelle etniche, religiose e sessuali; condanna le autorità bielorusse per aver preso di mira le comunità etniche lituana e polacca del paese, in particolare attraverso le recenti decisioni volte a liquidare le scuole lituane e polacche e a eliminare l'istruzione nelle lingue lituana e polacca; invita le autorità bielorusse a rispettare i diritti delle minoranze lituane e polacche, compreso il diritto all'istruzione nelle lingue lituana e polacca; condanna l'arresto di Andżelika Borys, Andrzej Poczobut e altri membri della comunità polacca; ritiene che le accuse di "incitamento all'odio" e di "riabilitazione del nazismo", che sono state mosse contro Andżelika Borys, siano politiche e prive di qualsiasi motivo o valore giuridico, e nota che quest'ultima è stata scagionata da tali accuse;

32. condanna fermamente la persecuzione delle comunità religiose in Bielorussia, nonché la persecuzione di sacerdoti e laici che, nell'ambito delle loro attività, si rifiutano di appoggiare la posizione del regime di Lukashenka ed esprimono disaccordo con le sue politiche; denuncia, a tale proposito, la condanna del sacerdote ortodosso Siarhei Rezanovich, di sua moglie e di suo figlio a 16 anni di reclusione, le pressioni sull'ex arcivescovo ortodosso, Artemy Kishchanka, ora defunto, nonché i regolari arresti di religiosi, tra cui l'arresto nel maggio 2023 dei sacerdoti cattolici Viachaslau Adamovich, Andrei Kulik e Aliaksandr Shautsou e del catechista Uladzislau Beladzied; condanna altresì la confisca di chiese ai cattolici di Minsk e il divieto di qualsiasi attività politica nel quadro dell'evangelismo protestante;

33. esorta il regime di Lukashenka a porre immediatamente fine alla persecuzione, alla discriminazione e alla violenza ai danni delle persone LGBTI e ad assicurarne la piena protezione e inclusione nella società; appoggia gli sforzi profusi dalle organizzazioni LGBTI in Bielorussia per chiedere riforme legali che assicurino pari diritti e protezione a tutti gli individui;

34. deplora l'assenza di una normativa antidiscriminazione per le persone con disabilità in Bielorussia e la chiusura forzata, nel 2021, della principale organizzazione per i diritti delle persone con disabilità del paese, ovvero l'Ufficio per i diritti delle persone con disabilità; deplora i problemi cui sono confrontati i minori con disabilità in Bielorussia per quanto riguarda diagnosi adeguate, istruzione e reinserimento sociale, nonché la mancanza di responsabilità pubblica e di trasparenza delle istituzioni in cui tali minori sono detenuti; sottolinea la necessità di una deistituzionalizzazione e dell'abrogazione della legge n. 183-Z della Repubblica di Bielorussia del 30 giugno 2022 sui diritti delle persone disabili e la loro integrazione sociale, che discrimina i minori e gli adulti con disabilità, limitandone l'accesso all'istruzione primaria, secondaria e superiore a seconda del livello di disabilità; è sconcertato per il fatto che le autorità bielorusse continuano ad assegnare persone con disabilità diverse alle stesse strutture, senza fornire ad alcun gruppo un'assistenza specializzata, che oltre 10 000 persone con disabilità che vivono in istituti "psiconeurologici" sono private dei loro diritti legali e che i tribunali hanno designato i direttori di tali istituti loro tutori legali; evidenzia la necessità di abrogare le disposizioni che consentono la privazione involontaria della libertà;

Sostegno alla democrazia e alle aspirazioni europee

35. sottolinea che la Bielorussia ha legami storici con il resto d'Europa e condivide il patrimonio della cultura e dell'identità europee e, alla luce delle aspirazioni del popolo bielorusso, dovrebbe rimanere parte dello spazio politico, culturale ed economico europeo; esprime caloroso apprezzamento e sostegno per le dichiarazioni in merito alle aspirazioni europee dei bielorussi rilasciate da Sviatlana Tsikhanouskaya e dai leader dei partiti politici democratici bielorussi; invita le istituzioni e gli Stati membri dell'UE a elaborare una strategia più ambiziosa e globale, unita ad un ampio piano economico, per sostenere le forze democratiche bielorusse, inclusi i partiti politici di opposizione, gli attivisti della società civile, i difensori dei diritti umani, gli artisti indipendenti, i sindacati indipendenti e gli organi di informazione liberi sia in Bielorussia sia al di fuori di essa, onde promuovere una transizione democratica nel paese e sostenere l'indipendenza e la sovranità della Bielorussia; chiede programmi globali di sviluppo delle capacità, formazioni per acquisire le competenze legali per redigere progetti normativi e formazioni sulla sicurezza digitale e personale, iniziative di tutoraggio, tirocini e altre opportunità di istruzione, per rafforzare tali attori e alimentarne il potenziale;

36. chiede di migliorare la comunicazione dell'UE con la popolazione bielorussa per fornire informazioni e contrastare la disinformazione e la propaganda dei media controllati dallo Stato; esorta gli Stati membri dell'UE a promuovere i contatti tra le loro popolazioni e il popolo bielorusso, nonché ad agire in maniera coordinata per alleviare le difficoltà incontrate dalle forze democratiche e dai partiti politici di opposizione, dagli attivisti della società civile e da altri cittadini bielorussi in esilio, ad esempio nelle procedure per ottenere i permessi di soggiorno o aprire conti bancari e nel contesto delle procedure di richiesta dei visti in Bielorussia e nei paesi terzi, anche in seguito a un'applicazione non corretta del regime sanzionatorio; deplora l'espulsione deliberata dei diplomatici dell'UE, dei suoi Stati membri e di altri paesi o il mancato rinnovo del loro accreditamento da parte del regime di Lukashenka, al fine di limitare il loro sostegno ai bielorussi perseguitati e la loro capacità di rilasciare visti; riconosce quanto fatto dalle organizzazioni della società civile dell'UE per sostenere le controparti bielorusse e assistere i bielorussi nel processo di ricollocazione e invita l'UE e i suoi Stati membri ad agevolarne ulteriormente l'operato;

37. esorta gli Stati membri a semplificare ulteriormente le procedure per ottenere i visti e il permesso di soggiorno per coloro che fuggono dalla Bielorussia per motivi politici o per coloro che richiedono trattamenti medici a seguito delle violenze di cui sono stati vittime; invita la Commissione e gli Stati membri a elaborare norme e procedure per trattare i casi in cui i difensori dei diritti umani e altri attivisti della società civile sono privati della loro cittadinanza in Bielorussia, nonché per fornire sostegno ai bielorussi residenti nell'UE i cui documenti di identità stanno per scadere e che non dispongono di mezzi per rinnovarli, dal momento che non possono tornare in Bielorussia;

38. invita il Consiglio a riesaminare e aggiornare le sue conclusioni sulla Bielorussia, concentrandosi sulla prevenzione e il contenimento dei rischi posti dal regime di Lukashenka in termini di sicurezza, su una politica pubblica dell'UE efficace e un coinvolgimento proficuo dei cittadini bielorussi, compresi quelli in esilio, su una cooperazione strutturata con le forze democratiche e la società civile bielorusse e sul sostegno alle vittime del regime di Lukashenka;

39. plaude all'apertura a Bruxelles, il 1° marzo 2023, della Missione ufficiale della Bielorussia democratica; plaude altresì all'istituzione del Gabinetto unito di transizione quale organo esecutivo centrale del movimento democratico che, insieme al Consiglio di coordinamento, un organo rappresentativo unificato della società democratica bielorussa, dovrebbe essere trattato dalla comunità internazionale come il rappresentante democratico del popolo bielorusso; invita a sottoscrivere un accordo per formalizzare e sistematizzare la cooperazione tra il Parlamento europeo e le forze democratiche e la società civile bielorusse, compresi il Gabinetto unito di transizione e il Consiglio di coordinamento; sottolinea la necessità per il Consiglio e la Commissione di mantenere l'attenzione e il sostegno a livello internazionale al movimento per la democrazia in Bielorussia, che è cambiato a seguito della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina; invita il Consiglio e la Commissione ad essere preparati a diversi scenari, come la sostituzione (forzata) di Lukashenka oppure l'annessione de facto o l'occupazione della Bielorussia, nonché a consultare il Gabinetto unito di transizione riguardo a tali scenari;

40. plaude all'approvazione da parte della Commissione del programma di sostegno "EU4Belarus" per sostenere la resilienza sociale e lo sviluppo del capitale umano, volto ad appoggiare le aspirazioni democratiche in Bielorussia; ritiene che tale sostegno sia fondamentale per preservare i cambiamenti nella società bielorussa emersi dal movimento pacifico per la democrazia durante le elezioni presidenziali del 2020; insiste affinché i fondi del programma EU4Belarus siano strategicamente convogliati in attività a sostegno delle aspirazioni europee del popolo bielorusso;

41. invita la Commissione e gli Stati membri a continuare e a estendere l'appoggio alle attività culturali ed educative condotte dalla società civile e dalle istituzioni accademiche bielorusse, comprese quelle volte a sostenere la lingua bielorussa, e dai media indipendenti; sottolinea l'importanza di sostenere la digitalizzazione e la creazione di spazi per la partecipazione civica e politica filodemocratica dei bielorussi; invita la Commissione e gli Stati membri a continuare a sostenere i media indipendenti bielorussi, che sono stati decimati dopo le elezioni presidenziali del 2020 e sono stati costretti a trasferirsi e a ricostruire le loro attività; chiede alla Commissione e agli Stati membri, a tale proposito, di rafforzare la capacità dei mezzi di informazione in lingua bielorussa, comprese quelle di Charter 97, Radio Racyja, Euroradio, Belsat TV, Naša Niva e Novy Čas, e di prestare particolare attenzione a nuovi media quali NEXTA, Malanka e Zerkalo (ex TUT.BY); plaude alla delocalizzazione di Radio Free Europe/Radio Liberty e all'apertura del suo ufficio in Lituania, che garantisce una copertura mediatica credibile per il pubblico in Bielorussia;

42. sottolinea l'importanza di rafforzare costantemente i legami e la cooperazione tra la Bielorussia, da un lato, e i giovani e la comunità accademica nell'UE, dall'altro; accoglie con favore l'assegnazione di risorse finanziarie da parte dell'UE per fornire opportunità di istruzione agli studenti e ai professionisti bielorussi, in particolare attraverso il progetto EU4Belarus MOST + (programma di mobilità per contatti mirati tra le persone); si attende che tale sostegno sia mantenuto e che i cittadini bielorussi siano ampiamente inclusi nei programmi dell'UE, quali Erasmus + e Orizzonte Europa; chiede inoltre un sostegno continuo alle istituzioni accademiche indipendenti bielorusse, compresa l'Università europea di studi umanistici di Vilnius;

43. insiste sul fatto che una quota significativa dell'assistenza finanziaria dell'UE dovrebbe continuare a essere convogliata attraverso meccanismi dell'UE flessibili e imparziali, come il Fondo europeo per la democrazia, che assicurerebbe una buona focalizzazione e responsabilità rispetto alle organizzazioni della società civile, agli organismi di informazione indipendenti e ai gruppi per la democrazia; chiede maggiori finanziamenti a tassi ridotti per le ONG all'interno e al di fuori della Bielorussia; suggerisce che il Fondo europeo per la democrazia dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla Bielorussia, mentre gli Stati membri dovrebbero dotarlo di maggiori mezzi per sostenere le forze democratiche bielorusse;

44. sostiene i preparativi in vista dell'organizzazione di una conferenza internazionale dei donatori guidata dall'UE per fornire assistenza alle forze democratiche della Bielorussia; invita l'UE a impegnarsi a livello operativo con i rappresentanti delle forze democratiche bielorusse al fine di concludere i lavori per l'adozione di una tabella di marcia, volta ad attuare il pacchetto economico e d'investimento di 3 miliardi di EUR già previsto dalla Commissione per rispondere alle aspirazioni democratiche della popolazione bielorussa; chiede un dialogo politico tra l'UE e le forze democratiche bielorusse al fine di conseguire una visione comune in relazione al suddetto piano di sostegno; pone l'accento sulla necessità di una discussione pubblica approfondita per promuovere il sostegno pubblico nei confronti di un coinvolgimento sostanziale dell'UE;

45. esprime la sua preoccupazione per la trasparenza, la libertà e l'equità delle elezioni parlamentari e locali che si terranno in Bielorussia nel 2024, soprattutto alla luce di nuove restrizioni legali ai partiti politici e di dichiarazioni da parte della commissione elettorale centrale, che mettono in dubbio l'importanza dell'osservazione elettorale internazionale e il ruolo dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'OSCE; condanna la creazione di condizioni insostenibili e di restrizioni alle attività dei partiti democratici di opposizione in Bielorussia; condanna in particolare la nuova legge sui partiti politici adottata nel febbraio 2023, chiaramente volta a ostacolare e scoraggiare le attività delle forze democratiche, imponendo ulteriori restrizioni e l'obbligo di registrazione presso il ministero della Giustizia; è del parere che tale legge tenti deliberatamente di liquidare formalmente i partiti democratici e di impedire loro di partecipare alle elezioni parlamentari del 2024 e che porterà, in ultima istanza, a vietare di fatto qualsiasi partito politico di opposizione al regime; invita i partiti politici nazionali degli Stati membri e i partiti politici e le fondazioni europei a sviluppare ulteriormente la loro cooperazione con i partiti politici democratici in Bielorussia e il loro sostegno a questi ultimi;

46. invita i leader delle forze democratiche bielorusse a mantenere l'unità e a continuare a ricorrere a metodi innovativi per informare e coinvolgere il popolo bielorusso, soprattutto all'interno del paese, onde preservarne la fiducia e la fede nel cambiamento democratico e mobilitarlo nelle prossime elezioni;

°

° °

47. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, al segretario generale delle Nazioni Unite, all'Organizzazione internazionale del lavoro, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ai rappresentanti delle forze democratiche bielorusse, alla Croce rossa internazionale, al Comitato olimpico internazionale, all'Unione delle federazioni calcistiche europee, alla Federazione internazionale del calcio, alla Federazione internazionale di hockey su ghiaccio, alla Federazione internazionale del tennis, all'Associazione dei tennisti professionisti, all'Associazione delle tenniste professioniste e alle autorità di fatto della Repubblica di Bielorussia.


MOTIVAZIONE

Il Parlamento europeo valuta costantemente le relazioni dell'UE con la Bielorussia al fine di individuare la via da seguire e facilitare una trasformazione democratica del paese.

Nella relazione del 2023 il relatore valuta la situazione in settori chiave quali il sostegno alle forze democratiche bielorusse, le aspirazioni europee del popolo bielorusso e la responsabilità del regime di Lukashenka. Li colloca nell'attuale contesto geopolitico della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, del sostegno attivo del regime di Lukashenka alla guerra contro la volontà del popolo bielorusso e della pericolosa e crescente subordinazione bielorussa a Mosca.

La società bielorussa continua a essere esposta a sistematiche violazioni dei diritti umani e crimini contro l'umanità commessi dal regime di Lukashenka. Più di 1 500 persone sono detenute per motivi politici e circa 300 000 cittadini bielorussi sono fuggiti dal paese a causa di persecuzioni o per paura di queste ultime. Il monitoraggio, la documentazione e la segnalazione di tali reati sono necessari per garantire l'assunzione di responsabilità e giustizia per le vittime.

Il Parlamento europeo rimane un fervente sostenitore del popolo bielorusso, che appartiene all'Europa e continua a esprimere le proprie aspirazioni europee. L'UE continuerà a fornire un sostegno trasversale alle forze democratiche bielorusse, quali i partiti politici di opposizione, gli attivisti della società civile, i difensori dei diritti umani, i sindacati e i media indipendenti.

Le forze democratiche bielorusse dovrebbero essere coinvolte nelle attività riguardanti la politica del partenariato orientale dell'UE e i suoi leader dovrebbero essere presenti alle sessioni del Consiglio "Affari esteri" dell'UE riguardanti la Bielorussia. I contatti interpersonali tra le popolazioni degli Stati membri dell'UE e il popolo bielorusso dovrebbero essere intensificati, in particolare nei settori accademico e professionale.

Il relatore si avvale di riunioni periodiche con i leader dell'opposizione bielorussa e i rappresentanti della società civile, nonché con i rappresentanti della Commissione europea e del Servizio europeo per l'azione esterna, e desidera ringraziare tutti i soggetti coinvolti per il loro prezioso contributo alla presente relazione.


 

 

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

18.7.2023

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

49

3

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Alexander Alexandrov Yordanov, François Alfonsi, Maria Arena, Petras Auštrevičius, Traian Băsescu, Anna Bonfrisco, Susanna Ceccardi, Włodzimierz Cimoszewicz, Katalin Cseh, Michael Gahler, Kinga Gál, Klemen Grošelj, Dietmar Köster, Andrius Kubilius, Ilhan Kyuchyuk, Jean-Lin Lacapelle, David Lega, Miriam Lexmann, Leopoldo López Gil, Antonio López-Istúriz White, Lukas Mandl, Thierry Mariani, Pedro Marques, David McAllister, Vangelis Meimarakis, Sven Mikser, Alessandra Moretti, Matjaž Nemec, Gheorghe-Vlad Nistor, Kostas Papadakis, Tonino Picula, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Andreas Schieder, Dragoş Tudorache, Viola von Cramon-Taubadel, Witold Jan Waszczykowski, Charlie Weimers, Isabel Wiseler-Lima, Salima Yenbou, Željana Zovko

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Attila Ara-Kovács, Malik Azmani, Jakop G. Dalunde, Georgios Kyrtsos, Sergey Lagodinsky, Juozas Olekas, Nikos Papandreou, Giuliano Pisapia, Javier Zarzalejos

Supplenti (art. 209, par. 7) presenti al momento della votazione finale

Franc Bogovič, Gilles Boyer, Othmar Karas, Samira Rafaela

 


VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

49

+

ECR

Witold Jan Waszczykowski

ID

Anna Bonfrisco, Susanna Ceccardi

PPE

Alexander Alexandrov Yordanov, Traian Băsescu, Franc Bogovič, Michael Gahler, Othmar Karas, Andrius Kubilius, David Lega, Miriam Lexmann, Leopoldo López Gil, Antonio López-Istúriz White, David McAllister, Lukas Mandl, Vangelis Meimarakis, Gheorghe-Vlad Nistor, Isabel Wiseler-Lima, Javier Zarzalejos, Željana Zovko

Renew

Petras Auštrevičius, Malik Azmani, Gilles Boyer, Katalin Cseh, Klemen Grošelj, Georgios Kyrtsos, Ilhan Kyuchyuk, Samira Rafaela, Dragoş Tudorache, Salima Yenbou

S&D

Attila Ara-Kovács, Maria Arena, Włodzimierz Cimoszewicz, Dietmar Köster, Pedro Marques, Sven Mikser, Alessandra Moretti, Matjaž Nemec, Juozas Olekas, Nikos Papandreou, Tonino Picula, Giuliano Pisapia, Thijs Reuten, Nacho Sánchez Amor, Andreas Schieder

Verts/ALE

François Alfonsi, Jakop G. Dalunde, Sergey Lagodinsky, Viola von Cramon-Taubadel

 

3

-

ID

Jean-Lin Lacapelle, Thierry Mariani

NI

Kinga Gál

 

2

0

ECR

Charlie Weimers

NI

Kostas Papadakis

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 

 

Ultimo aggiornamento: 30 agosto 2023
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