PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull'aggravamento della crisi democratica in Georgia in seguito alle recenti elezioni parlamentari e alla presunta frode elettorale
22.11.2024 - (2024/2933(RSP))
a norma dell'articolo 136, paragrafo 2, del regolamento
Yannis Maniatis, Nacho Sánchez Amor, Sven Mikser, Tobias Cremer
a nome del gruppo S&D
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B10-0179/2024
B10‑0183/2024
Risoluzione del Parlamento europeo sull'aggravamento della crisi democratica in Georgia in seguito alle recenti elezioni parlamentari e alla presunta frode elettorale
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Georgia, in particolare quella del 9 ottobre 2024 sul regresso democratico e le minacce al pluralismo politico in Georgia[1],
– viste la dichiarazione sui risultati e le conclusioni preliminari della missione internazionale di osservazione elettorale condotta dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE/ODIHR) sulle elezioni parlamentari tenutesi in Georgia il 26 ottobre 2024 e la dichiarazione rilasciata il 27 ottobre 2024 dal capo della delegazione di osservazione elettorale del Parlamento europeo,
– viste la dichiarazione dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, del 29 ottobre 2024, sui recenti sviluppi a seguito delle elezioni parlamentari in Georgia e la dichiarazione congiunta dell'alto rappresentante e della Commissione, del 27 ottobre 2024, sulle elezioni parlamentari in Georgia,
– vista la dichiarazione congiunta di Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, Olaf Scholz, cancelliere della Repubblica federale di Germania, e Donald Tusk, primo ministro della Repubblica di Polonia, del 7 novembre 2024, sulla situazione in Georgia,
– vista la dichiarazione congiunta sulle elezioni parlamentari in Georgia rilasciata dal presidente della commissione per gli affari esteri, dal presidente della delegazione per le relazioni con il Caucaso meridionale e dal presidente della delegazione all'Assemblea parlamentare Euronest il 28 ottobre 2024,
– vista la dichiarazione congiunta dei ministri dell'UE del 28 ottobre 2024 sulle elezioni in Georgia,
– vista la dichiarazione comune del gruppo degli amici della Georgia, in rappresentanza dei parlamenti europei, del 6 novembre 2024, intitolata "On international inquiry commission to investigate irregularities of elections in Georgia" (Su una commissione d'inchiesta internazionale che indaghi sulle irregolarità delle elezioni in Georgia),
– visto lo status di paese candidato all'adesione all'UE concesso alla Georgia dal Consiglio europeo in occasione del vertice del 14 e 15 dicembre 2023,
– vista la comunicazione della Commissione del 30 ottobre 2024 intitolata "Comunicazione 2024 sulla politica di allargamento dell'UE" (COM(2024)0690), che include la prima relazione sui progressi compiuti dalla Georgia,
– visto l'articolo 136, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che il 26 ottobre 2024 in Georgia si sono svolte le regolari elezioni parlamentari; che le numerose segnalazioni attendibili di violazioni riferite dagli osservatori elettorali sollevano dubbi sui risultati delle elezioni, inducendo molte persone, sia all'interno che all'esterno della Georgia, a metterne in discussione la legittimità e a rifiutarsi di riconoscerne i risultati;
B. considerando che, secondo la dichiarazione sui risultati e le conclusioni preliminari della missione di osservazione elettorale, le elezioni parlamentari in Georgia, sebbene offrissero un'ampia scelta di liste di candidati e questi ultimi fossero generalmente in grado di fare campagna elettorale liberamente, si sono svolte in un contesto inficiato da una polarizzazione radicata, da una retorica elettorale altamente divisiva e da pressioni sugli elettori, nonché da preoccupazioni per la legislazione recentemente adottata e il suo impatto sulle libertà fondamentali e sulla società civile;
C. considerando che la missione di osservazione elettorale ha rilevato l'aggravarsi delle divisioni politiche e un significativo squilibrio nell'allocazione delle risorse finanziarie, così come i numerosi vantaggi di cui gode il partito al potere, che hanno reso le condizioni di concorrenza ancora più impari di quanto non fossero già; che l'efficacia del controllo finanziario della campagna è stata compromessa da un'applicazione limitata delle norme e da preoccupazioni circa l'imparzialità e la strumentalizzazione politica dell'organismo di vigilanza;
D. che la missione internazionale di osservazione elettorale ha inoltre rilevato che nel corso della campagna sono state segnalate frequenti pressioni sugli elettori, in particolare sui dipendenti del settore pubblico, e che tale aspetto, unito a un monitoraggio capillare degli elettori il giorno delle elezioni, ha sollevato preoccupazioni circa la capacità di alcuni di essi di votare senza timore di ritorsioni;
E. considerando che, in vista delle elezioni, numerose organizzazioni della società civile hanno denunciato l'impatto stigmatizzante della cosiddetta legge sulla "trasparenza delle influenze straniere" che, insieme a episodi di attacchi, intimidazioni e minacce di potenziali sanzioni per il mancato rispetto di tale legge, ha inciso sulla loro capacità di svolgere il proprio lavoro senza indebite pressioni;
F. considerando che durante le elezioni osservatori internazionali e locali hanno documentato violazioni sistemiche e organizzate, tra cui violenze, deposito di schede illegali nell'urna, acquisto di voti, voti multipli, violazioni diffuse della segretezza del voto, coercizione elettorale, pressioni indebite e intimidazioni nei confronti degli elettori, in particolare tra i dipendenti del settore pubblico e altri gruppi vulnerabili, frodi elettorali – compresa la confisca delle carte d'identità dei lavoratori statali, che sono state poi consegnate ad attivisti fedeli e utilizzate per il voto – incitamento all'odio, ostruzione sistematica degli osservatori, trasporto organizzato degli elettori e un'improbabile discrepanza nei livelli di affluenza alle urne tra donne e uomini nei distretti rurali;
G. considerando che in occasione delle elezioni parlamentari del 26 ottobre 2024 in Georgia è stato utilizzato per la prima volta un sistema completamente proporzionale, con dispositivi elettronici per l'identificazione degli elettori e lo spoglio dei voti; che l'uso di queste tecnologie ha suscitato preoccupazioni in merito alla trasparenza, alla segretezza del voto e alla mancanza di una verifica indipendente;
H. considerando che la presidente della Georgia, Salome Zourabichvili, si è rifiutata di riconoscere la validità dei risultati, adducendo gravi irregolarità e abusi che hanno minato la credibilità del processo elettorale e compromesso il diritto fondamentale dei cittadini a elezioni libere ed eque, e ha chiesto nuove elezioni;
I. considerando che gli osservatori elettorali nazionali georgiani hanno affermato che vi sono state diffuse violazioni della segretezza del voto e hanno chiesto l'annullamento dei risultati in tutti i distretti in cui è stato utilizzato il voto elettronico; che le organizzazioni della società civile georgiane hanno presentato denunce e chiesto indagini sui brogli elettorali, sebbene in molti casi gli organi inquirenti non abbiano avviato alcuna indagine e i tribunali non abbiano esaminato adeguatamente le violazioni; che la commissione elettorale centrale della Georgia si è finora rifiutata di pubblicare l'audit commissionato sul sistema di voto elettronico e ha certificato i risultati delle elezioni malgrado le suddette irregolarità;
J. considerando che le denunce presentate dalle organizzazioni della società civile georgiana sono state seguite da misure punitive da parte delle autorità nei confronti dei rappresentanti della società civile, tra cui convocazioni indebite a interrogatori e pesanti ammende per aver denunciato i brogli elettorali;
K. considerando che il 16 novembre 2024, nonostante numerose denunce e richieste di annullamento dei risultati da parte di osservatori elettorali indipendenti, la commissione elettorale centrale della Georgia ha comunicato il protocollo riassuntivo finale delle elezioni parlamentari del 26 ottobre 2024, che attribuisce la vittoria al partito Sogno georgiano al potere con il 54 % dei voti;
L. considerando che le quattro coalizioni di opposizione che hanno superato la soglia elettorale hanno respinto i risultati elettorali e si sono rifiutate di legittimare il parlamento così eletto; che tutti i blocchi dell'opposizione si sono rifiutati di partecipare all'11a convocazione del parlamento georgiano, sostenendo che le elezioni parlamentari del 26 ottobre 2024 sono state illegittime;
M. considerando che le violazioni elettorali sistematiche e organizzate hanno scatenato proteste di massa che perdurano in diverse città georgiane; che diversi manifestanti sono stati arrestati;
N. considerando che il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, si è recato a Tbilisi per congratularsi con il partito Sogno georgiano prima che fossero resi pubblici i risultati definitivi delle elezioni e senza prima consultare gli altri leader dell'UE, ed è stato l'unico leader dell'UE a farlo;
O. considerando che osservatori indipendenti hanno documentato e segnalato molteplici casi di disinformazione elettorale e di manipolazione delle informazioni da parte della Russia nel corso della campagna elettorale, come le dichiarazioni pubbliche rilasciate dal servizio di intelligence esterno russo;
P. considerando che la Georgia, in quanto paese candidato all'adesione all'UE, dovrebbe rispettare pienamente l'accordo di associazione e adottare le nove misure indicate nella raccomandazione della Commissione dell'8 novembre 2023; che la quarta misura consiste nel garantire un processo elettorale libero, equo e competitivo e nel dare pieno seguito alle raccomandazioni dell'OSCE/ODIHR;
Q. considerando che l'UE si aspetta che la Georgia rispetti pienamente gli impegni internazionali assunti e, in particolare, rispetti le raccomandazioni contenute nella raccomandazione della Commissione dell'8 novembre 2023, in base alla quale il Consiglio europeo ha deciso di concedere alla Georgia lo status di paese candidato;
R. considerando che il Consiglio europeo, nelle sue conclusioni del 27 giugno 2024, ha invitato le autorità georgiane a "chiarire le loro intenzioni invertendo l'attuale linea d'azione, che mette a repentaglio il percorso di adesione della Georgia all'UE, di fatto portando a un arresto del processo di adesione";
S. considerando che, il 15 novembre 2024, i cittadini hanno preso d'assalto edifici governativi nella regione dell'Abkhazia per protestare contro un accordo volto a favorire l'assorbimento della regione negli interessi economici della Russia;
1. esprime preoccupazione per il fatto che, il 26 ottobre 2024, la Georgia, paese candidato all'adesione all'UE, ha tenuto elezioni parlamentari non pienamente conformi né alle norme internazionali in materia di elezioni democratiche né al suo impegno, in quanto Stato partecipante all'OSCE, di condurre elezioni libere ed eque, tenuto conto delle gravi intimidazioni e pressioni nei confronti degli elettori, della mancanza di indagini sulle gravi irregolarità procedurali e di un significativo squilibrio delle risorse finanziarie a favore dell'amministrazione in carica; ritiene che lo svolgimento di tali elezioni non possa essere considerato conforme alle norme internazionali;
2. invita le autorità georgiane a condurre un'indagine tempestiva e completa su tutte le denunce presentate dalle organizzazioni di osservatori indipendenti e chiede un'indagine internazionale approfondita e indipendente su tutte le irregolarità, le violazioni e le accuse di frode e manipolazione segnalate in relazione alle elezioni;
3. invita le forze politiche e la società civile georgiane ad avviare un dialogo inclusivo per superare l'attuale crisi politica; è favorevole al rapido invio di una missione di informazione ad hoc in Georgia con la partecipazione del Parlamento europeo; sostiene, nell'attesa dei risultati della missione di informazione e del necessario chiarimento delle irregolarità, l'organizzazione tempestiva di nuove elezioni in un contesto elettorale migliorato, che preveda anche l'imparzialità dell'amministrazione elettorale e delle istituzioni statali;
4. esprime preoccupazione per il clima di intimidazione e polarizzazione alimentato dalle dichiarazioni di rappresentanti del governo e leader politici georgiani, nonché dagli attacchi contro il pluralismo politico, anche attraverso le minacce di vietare i partiti di opposizione e di arrestare i leader del partito "Gakharia per la Georgia" e persino i suoi sostenitori;
5. invita le autorità georgiane a dimostrare il loro impegno a favore dei valori e dei principi europei, a cominciare dalla piena trasparenza del processo elettorale; sottolinea che le violazioni dell'integrità elettorale sono incompatibili con gli standard attesi da un paese candidato all'adesione all'UE e, in particolare, con le misure definite dalla Commissione l'8 novembre 2023; esprime preoccupazione per il sequestro, da parte della Procura, dei dispositivi di verifica degli elettori e della documentazione elettorale; sottolinea l'importanza di salvaguardare tutti i dati relativi alle elezioni e di renderli accessibili alle parti interessate, in quanto potrebbero contenere prove chiave di eventuali irregolarità;
6. esprime profonda preoccupazione per il calo significativo della rappresentanza politica femminile in Georgia, aggravato dall'abolizione delle quote di genere, e chiede modifiche legislative per incoraggiare la parità di genere in politica;
7. condanna fermamente l'ingerenza sistematica della Russia nei processi democratici in Georgia, anche mediante l'intimidazione degli elettori, l'acquisto di voti e la disinformazione; invita le autorità georgiane a garantire un'informazione e una comunicazione basate sui fatti, ad astenersi dalla propaganda anti-UE contraria all'obiettivo dichiarato di adesione all'UE e a rafforzare la resilienza della società georgiana dinanzi alla disinformazione e alla propaganda russe;
8. condanna la visita isolata e contraddittoria del primo ministro ungherese, Viktor Orbán, in Georgia, che costituisce una violazione della posizione dell'UE e un nuovo tentativo di minare la politica estera e di sicurezza comune dell'UE; sottolinea che, ancora una volta, il primo ministro Orbán non ha parlato a nome dell'UE;
9. ribadisce la sua ferma condanna dell'adozione della cosiddetta legislazione sulla "trasparenza delle influenze straniere" e sui "valori della famiglia e la protezione dei minori", nonostante le proteste di massa dei cittadini georgiani e i ripetuti appelli dei partner europei della Georgia a ritirare il progetto di legge che, nello spirito e nei contenuti, è incompatibile con le norme e i valori dell'UE; ribadisce il suo invito al parlamento georgiano a ritirare tali leggi e ad astenersi dal presentare ulteriori proposte legislative incompatibili con i principi della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, che comprometterebbero direttamente il percorso verso l'adesione all'UE auspicato dal popolo georgiano;
10. ricorda che il Consiglio europeo, in occasione del vertice del 14 e 15 dicembre 2023, ha concesso alla Georgia lo status di paese candidato a condizione che fossero adottate le pertinenti misure indicate nella raccomandazione della Commissione dell'8 novembre 2023; sottolinea che tali raccomandazioni invitavano, tra l'altro, la Georgia a garantire la libertà di azione della società civile e a combattere la disinformazione contro l'UE e i suoi valori;
11. esorta il governo georgiano a mantenere gli impegni assunti nei confronti del suo popolo relativi al rafforzamento e alla promozione della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali e a impegnarsi realmente per la piena attuazione delle misure necessarie per soddisfare le condizioni per ottenere lo status di paese candidato e l'adesione all'UE, conformemente ai criteri di Copenaghen, in uno spirito di impegno e cooperazione con la società civile e l'opposizione politica della Georgia;
12. esprime solidarietà nei confronti del coraggioso popolo georgiano che lotta per i suoi diritti democratici e per il futuro europeo del suo paese; ribadisce il suo fermo sostegno alle legittime aspirazioni europee del popolo georgiano e al suo desiderio che il paese si unisca alla famiglia europea; ricorda che l'UE è un'Unione basata sui valori e che il progetto europeo si fonda su un impegno volontario, contrariamente alle autocrazie come la Russia;
13. sostiene il popolo della regione dell'Abkhazia nella sua protesta contro un accordo volto a incrementare ulteriormente l'assorbimento della regione negli interessi economici della Russia;
14. ricorda che, a seguito del generale regresso democratico, compresa l'adozione di una nuova legislazione antidemocratica come la cosiddetta legge sulla "trasparenza delle influenze straniere", il processo di integrazione georgiano è stato di fatto interrotto e l'assistenza finanziaria dell'UE alla Georgia è stata ampiamente sospesa; invita la Commissione a mantenere il sostegno dell'UE alla società civile e ai media indipendenti della Georgia;
15. esorta il governo georgiano a invertire l'attuale rotta politica e a tornare a realizzare la volontà del popolo georgiano di proseguire le riforme democratiche che apriranno la prospettiva di una futura adesione all'UE;
16. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio d'Europa, all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, nonché alla presidente, al governo e al parlamento della Georgia.
- [1] Testi approvati, P10_TA(2024)0017.