Proposta di risoluzione - B10-0075/2025Proposta di risoluzione
B10-0075/2025

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla disinformazione e la falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina

20.1.2025 - (2024/2988(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione della vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 136, paragrafo 2, del regolamento

Rasa Juknevičienė, Michael Gahler, Andrzej Halicki, Sebastião Bugalho, David McAllister, Siegfried Mureşan, Željana Zovko, Isabel Wiseler‑Lima, Nicolás Pascual de la Parte, Mika Aaltola, Krzysztof Brejza, Daniel Caspary, Sandra Kalniete, Seán Kelly, Ondřej Kolář, Łukasz Kohut, Andrey Kovatchev, Miriam Lexmann, Antonio López‑Istúriz White, Danuše Nerudová, Mirosława Nykiel, Ana Miguel Pedro, Paulius Saudargas, Davor Ivo Stier, Michał Szczerba, Alice Teodorescu Måwe, Ingeborg Ter Laak, Matej Tonin, Pekka Toveri, Inese Vaidere, Milan Zver
a nome del gruppo PPE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B10-0074/2025

Procedura : 2024/2988(RSP)
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B10-0075/2025
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B10‑0075/2025

Risoluzione del Parlamento europeo sulla disinformazione e la falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina

(2024/2988(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti risoluzioni sull'Ucraina e la Russia,

 vista la sua dichiarazione sulla proclamazione del 23 agosto come Giornata europea di commemorazione delle vittime dello stalinismo e del nazismo, adottata il 23 settembre 2008[1],

 viste le sue precedenti risoluzioni sulla memoria storica, comprese le sue risoluzioni del 2 aprile 2009 su coscienza europea e totalitarismo[2], del 19 settembre 2019 sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa[3] e del 15 dicembre 2022 sul tema "90 anni dopo l'Holodomor: riconoscere l'uccisione di massa per fame come genocidio[4],

 vista la risoluzione 1481 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, del 26 gennaio 2006, relativa alla necessità di una condanna internazionale dei crimini dei regimi totalitari comunisti,

 vista la dichiarazione n. 3078-IX della Verkhovna Rada ucraina, del 2 maggio 2023, sul ricorso da parte del regime politico della Federazione russa all'ideologia del russofascismo e sulla condanna dei fondamenti e delle pratiche di tale ideologia in quanto totalitari e misantropici,

 vista la risoluzione concorrente n. 9 del Congresso degli Stati Uniti, del 7 febbraio 2023, dal titolo "Denouncing the horrors of socialism" (Denunciare gli orrori del socialismo),

 visto l'articolo 136, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che quest'anno ricorre l'86° anniversario del patto Molotov-Ribbentrop e dei suoi protocolli segreti, con cui Stalin e Hitler si sono impegnati a dividere l'Europa in sfere di influenza tra due regimi totalitari, la Germania nazista e l'Unione sovietica, e che hanno spianato la strada allo scoppio della seconda guerra mondiale, causando livelli di sofferenze umane senza precedenti e l'occupazione di paesi europei per molti decenni;

B. considerando che, ai sensi del diritto internazionale, i protocolli segreti del patto Molotov-Ribbentrop erano nulli ab initio, in quanto violavano gravemente il divieto di aggressione stabilito dal trattato generale per la rinuncia alla guerra come strumento di politica nazionale del 27 agosto 1928; che entrambi gli Stati firmatari ne hanno dichiarato l'invalidità nel 1989, in particolare il Congresso dei deputati del popolo dell'URSS il 24 dicembre 1989, e che ciò è accettato come un fatto giuridico e storico consolidato dalla comunità internazionale in generale, anche nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo;

C. considerando che la conclusione dei protocolli segreti del patto Molotov-Ribbentrop ha costituito un crimine internazionale contro la pace, come la pianificazione e l'avvio di una guerra di aggressione, che non trova alcuna giustificazione nel diritto internazionale;

D. considerando che dal 2009 il 23 agosto si celebra la Giornata europea della memoria delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari a livello di UE;

E. considerando che, dopo la seconda guerra mondiale, metà dell'Europa è diventata libera e democratica, mentre l'altra metà è rimasta dietro la cortina di ferro controllata dalla totalitaria Unione sovietica e dai suoi regimi comunisti satellitari, che hanno diviso il continente per mezzo secolo fino al crollo dell'Unione sovietica; che le conseguenze di tale divisione si avvertono ancora oggi;

F. considerando che decine di milioni di persone sono state giustiziate, perseguitate politicamente e hanno subito le atrocità sovietiche durante e dopo la seconda guerra mondiale, tra cui 18-20 milioni di persone imprigionate nei campi di lavoro forzato conosciuti come Gulag, di cui 1,5-2 milioni non sono sopravvissute[5], 6 milioni di persone deportate con la forza e quasi 5 milioni di persone represse politicamente dalle strutture di sicurezza, almeno 1 milione delle quali è stato giustiziato[6]; che nel 1932 e nel 1933, sul territorio della Repubblica socialista sovietica ucraina, i leader del regime totalitario bolscevico hanno commesso un genocidio, noto come Holodomor, contro una parte del gruppo nazionale ucraino, provocando la morte di almeno 4,5 milioni di persone[7];

G. considerando che la Russia non ha riconosciuto il proprio ruolo nel dare il via alla seconda guerra mondiale e non si è assunta la propria responsabilità per le atrocità commesse nei territori occupati dall'Unione sovietica; che, contrariamente ai crimini commessi dal regime nazista, i crimini commessi dalle dittature comuniste in Europa nel XX secolo non sono stati oggetto di una valutazione e di una condanna piene sul piano giuridico e politico a livello internazionale e che ciò ha contribuito alla strumentalizzazione della storia sotto il governo di Vladimir Putin in Russia;

H. considerando che nel 2025 ricorre l'ottantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale; che la Federazione russa, in quanto Stato successore dell'URSS, sta cercando di monopolizzare la vittoria sul nazismo e ha creato un culto della "vittoria" per mobilitare ideologicamente i russi a proseguire la guerra di aggressione contro l'Ucraina; che la Giornata della vittoria del 9 maggio è stata trasformata in uno strumento di propaganda di guerra in Russia;

I. considerando che la Russia, in quanto Stato che asserisce di essere sia il continuatore che il successore dell'Unione sovietica e dell'impero russo, continua a pretendere di avere una sfera di influenza esclusiva nei confronti degli Stati vicini e nega attivamente la loro sovranità, la loro identità nazionale e il loro diritto di esistere, perpetuando così l'eredità del patto Molotov-Ribbentrop e rilanciando l'ambizione zarista di conquista imperiale; che l'invasione su vasta scala dell'Ucraina, avvenuta il 24 febbraio 2022, è stata preceduta dalla richiesta della Russia che gli Stati Uniti e i paesi della NATO riconoscano i suoi interessi esclusivi in Ucraina e in altri paesi che in passato erano paesi satelliti sovietici, occupati dai sovietici e sovietici;

J. considerando che la perdurante politica coloniale imperiale della Russia ha portato all'aggressione militare contro la Georgia nel 2008, all'occupazione della Crimea e all'inizio della guerra nel Donbas nel 2014, ed è culminata nella guerra di aggressione su larga scala illegale, non provocata e ingiustificata contro l'Ucraina che la Russia ha avviato il 24 febbraio 2022, terrorizzando sistematicamente la popolazione civile ucraina, distruggendo le infrastrutture strategiche del paese e commettendo crimini contro l'umanità e crimini di guerra con una chiara dimostrazione di un intento genocida nei confronti del popolo ucraino[8];

K. considerando che la Russia minaccia costantemente i paesi dell'UE con aggressioni militari, comprese le minacce nucleari, in particolare nei confronti dei paesi precedentemente occupati o indirettamente controllati da Mosca, e ha perpetrato attacchi contro individui sul territorio dell'UE; che la Russia ha lanciato attacchi ibridi contro gli Stati membri dell'UE e che sono state dimostrate sue ingerenze nei processi democratici dell'Unione europea; che vi sono prove di ingerenza e manipolazioni da parte della Russia in molte democrazie, nonché del suo sostegno pratico a forze estremiste ed entità radicali per promuovere la destabilizzazione dell'Unione;

L. considerando che la Russia fa ricorso alla falsificazione della storia per creare il casus belli, insabbiando sistematicamente i crimini sovietici e diffondendo disinformazione storica per giustificare l'aggressione della Russia contro Stati ad essa vicini; che il regime di Putin ha strumentalizzato la storia nel tentativo di assicurarsi la lealtà del popolo russo generando nostalgia per la presunta grandezza dell'impero sovietico, falsificando la storia della Russia e dell'Ucraina, respingendo la politica di Khrushchev di riconoscimento e condanna dei crimini stalinisti, rinnegando il riconoscimento e la condanna da parte di Gorbachev del patto Molotov-Ribbentrop e dichiarando che il crollo dell'Unione sovietica è stata la più grande tragedia del secolo scorso; che la Russia sta distruggendo i monumenti di Holodomor e sta ripristinando monumenti a Lenin decomunizzati nei territori occupati dell'Ucraina[9];

M. considerando che la Russia ha ostacolato la ricerca storica, negando l'accesso agli archivi sovietici e perseguitando le organizzazioni della società civile che si adoperano per indagare e valutare i crimini sovietici, nonché i crimini commessi dall'attuale regime; che coloro che tentano di raccontare la verità su tali crimini, tra cui il patto Molotov-Ribbentrop e la guerra di aggressione in corso contro l'Ucraina, sono perseguitati ai sensi della legislazione russa;

N. considerando che la riabilitazione e glorificazione dei crimini sovietici, compresa la piena giustificazione del patto Molotov-Ribbentrop e dei successivi atti di aggressione, le rivendicazioni di una zona d'interesse esclusivo comprendente tutto il territorio dell'ex Unione sovietica e dell'impero tsarista russo, insieme all'enfasi sulla superiorità e sulla missione esclusiva dello Stato russo e sul rifiuto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto in quanto valori occidentali presumibilmente estranei, sono diventati i principali pilastri dell'ideologia del russofascismo ("mondo russo"), che è alla base delle guerre di aggressione e delle politiche aggressive della Russia, nonché delle sue campagne di disinformazione e di atti di guerra ibrida contro l'UE e altri paesi occidentali;

O. considerando che in alcuni Stati membri le ideologie e i simboli comunisti e nazisti, come pure i simboli dell'aggressione russa in corso, sono vietati dalla legge;

P. considerando che dal 2023 il Parlamento tiene una commemorazione annuale delle vittime delle deportazioni di massa sovietiche, rendendo omaggio alle vittime e leggendo i nomi delle persone deportate dai territori occupati dai sovietici;

1. riconosce la responsabilità condivisa della Germania nazista e dell'Unione sovietica nello scoppio della seconda guerra mondiale con l'obiettivo di dividere l'Europa in due sfere di influenza esclusiva di entrambi i regimi totalitari, sulla base del patto Molotov‑Ribbentrop e dei suoi protocolli segreti;

2. denuncia le pratiche e le rivendicazioni riguardanti l'istituzione di zone d'interesse esclusivo a scapito della sovranità e dell'integrità territoriale degli Stati in quanto sono incompatibili con il diritto internazionale, secondo cui ciascuno Stato ha il diritto sovrano di scegliere le proprie garanzie di sicurezza, comprese le alleanze di difesa, e i mezzi per assicurare il benessere dei propri cittadini; ricorda che nessuna ragione di qualsivoglia natura – politica, economica, militare o di altro tipo – può giustificare l'aggressione;

3. ricorda che la seconda guerra mondiale è stato il conflitto più brutale e con il maggior numero di morti della storia umana; osserva che da essa derivarono l'occupazione sovietica e i crimini di massa contro le persone e le nazioni che finirono sotto il controllo dell'impero sovietico; sottolinea che l'assenza di impunità è una condizione chiave per l'efficace prevenzione di tali reati; osserva inoltre che l'impunità per i crimini non giudicati consente di ripeterli;

4. deplora il fatto che la Federazione russa non abbia riconosciuto a livello statale i crimini sovietici, che abbia abbandonato i precedenti tentativi di alcuni leader sovietici di riconoscere e condannare i crimini stalinisti, che non abbia rinnegato il proprio passato imperiale o l'approccio coloniale nei confronti degli Stati e delle nazioni confinanti, portando alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e alle minacce di guerra contro le democrazie occidentali;

5. condanna con la massima fermezza l'invasione russa dell'Ucraina, altri atti di aggressione quali l'occupazione e l'annessione del territorio ucraino, i crimini di guerra e contro l'umanità che la Russia ha commesso in Ucraina, il rapimento e la deportazione forzata nella Federazione russa di minori ucraini, la politica di disumanizzazione degli ucraini e la negazione della loro identità nazionale;

6. condanna la falsificazione e la distorsione sistematiche della storia commesse dal Cremlino e dai suoi mandatari, usate come arma nella guerra di aggressione russa contro l'Ucraina per giustificarne i propri crimini e promuovere la nostalgia dell'impero da parte della popolazione russa e dei suoi sostenitori a livello internazionale; condanna gli attacchi del Cremlino agli eventi commemorativi, culturali ed educativi dedicati alla memoria delle vittime dei crimini commessi dall'URSS[10];

7. riconosce ancora una volta le deportazioni di massa sovietiche e il sistema carcerario dei gulag come crimini contro l'umanità, e l'Holodomor come genocidio contro il popolo ucraino; considera genocidio la deportazione nel 1944 di tutti i tatari di Crimea; considera genocidio anche i crimini commessi nel 1945 durante l'incursione dell'Armata Rossa nell'Alta Slesia, nota come tragedia dell'Alta Slesia;

8. elogia le iniziative legislative, diplomatiche, della società civile e di altro tipo volte a studiare, valutare, riconoscere i crimini del totalitarismo in Europa, in particolare quelli commessi dai regimi nazisti e comunisti, nonché a sensibilizzare al riguardo; incoraggia la ricerca accademica e la didattica nell'ambito della storia e cultura dell'Europa orientale e del colonialismo russo dal XVIII al XXI secolo;

9. chiede di sensibilizzare sulla storia dei crimini totalitari nazisti e comunisti e di inserirla in modo sistematico nei programmi scolastici in tutti gli Stati membri dell'Unione europea; accoglie con favore l'Osservatorio sull'insegnamento della storia in Europa del Consiglio d'Europa e lo incoraggia a rispondere all'esigenza di accrescere la conoscenza dei crimini sovietici e comunisti in tutta Europa, alla luce della disinformazione storica diffusa dalla Federazione russa e dai suoi mandatari;

10. invita tutti gli Stati membri dell'Unione europea a giudicare in modo chiaro e netto i crimini e gli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal regime nazista; chiede la condanna a livello internazionale dei crimini comunisti sovietici, ad esempio in seno alle Nazioni Unite;

11. invita la Commissione a sostenere con efficacia i progetti di commemorazione e memoria storica negli Stati membri e a livello dell'Unione europea, a consolidare il sostegno alle istituzioni che si occupano di memoria storica e alle organizzazioni non governative, in particolare le piattaforme europee transnazionali (ad esempio la Piattaforma della memoria e coscienza europee e la rete europea Memoria e Solidarietà), a istituire la carica di inviato speciale per la memoria europea e la prevenzione del totalitarismo;

12. deplora il continuo utilizzo negli spazi pubblici di simboli dei regimi totalitari e chiede di vietare, all'interno dell'Unione, l'uso dei simboli nazisti e comunisti sovietici, così come dei simboli dell'attuale aggressione russa contro l'Ucraina; esprime sostegno alla costruzione, a Bruxelles, di un monumento paneuropeo che commemori le vittime dei totalitarismi del XX secolo;

13. risponde all'appello della Verkhovna Rada ucraina e condanna con la massima fermezza l'ideologia, la politica e le pratiche nazionaliste imperialiste dell'attuale regime russo (russofascismo), il quale mette in primo piano l'aggressione militare, gli sforzi per sfidare l'ordine e la sicurezza europei, le minacce di un'ulteriore aggressione contro l'Europa, l'annientamento dei valori europei della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto; sottolinea l'incompatibilità di questa ideologia, di questa politica e di queste pratiche con il diritto internazionale;

14. chiede ancora una volta di istituire un tribunale speciale internazionale per la condanna del crimine di aggressione contro l'Ucraina, così da porre fine all'impunità e alla mancanza di un chiaro giudizio sulle ripetute aggressioni e atrocità imperialiste sovietiche e russe contro i paesi vicini, compresa l'intera ideologia alla base di tali atti;

15. esprime sostegno per gli sforzi della Corte penale internazionale (CPI) volti a perseguire i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità ed eventualmente il crimine di genocidio nell'ambito della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina; condanna fermamente i casi di mancata cooperazione con la CPI nell'esecuzione dei mandati d'arresto;

16. chiede che l'Unione europea intensifichi la ricerca sulle nuove tecnologie di influenza ibrida utilizzate dalla Russia come Stato aggressore e che adotti misure concrete per contrastare tali tecnologie; chiede con fermezza che l'Unione europea completi la mappatura delle sue attuali attività di contrasto alla disinformazione e alla comunicazione strategica per garantire l'uso efficiente delle risorse e il coordinamento, nonché per individuare potenziali punti deboli nel nostro approccio di contrasto alla disinformazione russa;

17. ricorda che le ingerenze straniere sono una minaccia sistemica che va contrastata con determinazione; sottolinea che la guerra ibrida, la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere non sono soltanto questioni di politica estera e di sicurezza, ma minacciano di fatto la base vera e propria delle nostre democrazie; esorta le istituzioni dell'Unione europea ad adottare un approccio trasversale permanente per combattere con maggior efficacia la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere; sottolinea, in tale contesto, che una cooperazione e un coordinamento rafforzati con gli Stati Uniti e altri partner che condividono gli stessi principi sono fondamentali per combattere la strumentalizzazione della storia e la diffusione della disinformazione;

18. sottolinea che la Russia e i suoi mandatari non dovrebbero poter strumentalizzare gli aspetti irrisolti di un passato storico bilaterale e regionale per ostacolare la volontà di un'autentica riconciliazione; accoglie con favore e incoraggia qualsiasi tentativo dell'Ucraina e degli Stati membri di affrontare tali questioni irrisolte (ad esempio il massacro in Volinia) con uno spirito di riconciliazione autentica e sincera, di dignità umana, verità storica e buone relazioni con i paesi vicini; ritiene che, con la buona volontà di entrambe le parti interessate, un paziente processo di conciliazione saprà guarire le ferite del passato; accoglie con favore, alla luce dei suddetti principi, le recenti dichiarazioni del governo polacco e ucraino relative al consenso dell'Ucraina a proseguire lo scavo delle fosse polacche in territorio ucraino e dare alle vittime una degna sepoltura; auspica che gli scavi possano riprendere già nella primavera del 2025;

19. ritiene che l'eredità distruttiva del patto Molotov-Ribbentrop potrà cessare solo quando le nazioni sovrane confinanti con la Russia che hanno aspirazioni euro-atlantiche come l'Ucraina, la Moldova e la Georgia, saranno in grado di fare liberamente le proprie scelte di politica estera senza interferenze e ostacoli;

20. ritiene che la rapida integrazione euro-atlantica dell'Ucraina e di altri paesi della regione avrebbe un effetto positivo sulla trasformazione della Russia poiché dimostrerebbe alla popolazione russa che quei paesi non appartengono più alla sfera d'influenza russa e darebbe un ottimo esempio di prosperità e sviluppo democratico in base ai valori europei dei diritti umani e della pace; ritiene che ciò potrebbe sostituire la ricerca di una nostalgica gloria imperiale con quella del benessere economico e sociale;

21. sostiene che la piena vittoria militare dell'Ucraina è l'unica via verso una pace sostenibile in Europa e verso la fine del revanscismo aggressivo della Federazione russa, poiché non porrà solo fine alle sofferenze ucraine, ma aiuterà anche la Russia a rinunciare alla sua mentalità e ideologia imperialista, aprendo possibilità di cambiamento democratico in Russia e in altri paesi autoritari come la Bielorussia;

22. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Presidente, al governo e alla Verkhovna Rada dell'Ucraina nonché alle autorità russe.

 

 

Ultimo aggiornamento: 22 gennaio 2025
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