Proposta di risoluzione - B10-0125/2025Proposta di risoluzione
B10-0125/2025

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull'escalation di violenza nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo

10.2.2025 - (2025/2553(RSP))

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 136, paragrafo 2, del regolamento

Hilde Vautmans, Abir Al‑Sahlani, Barry Andrews, Petras Auštrevičius, Malik Azmani, Dan Barna, Benoit Cassart, Olivier Chastel, Engin Eroglu, Karin Karlsbro, Ľubica Karvašová, Ilhan Kyuchyuk, Jan‑Christoph Oetjen, Urmas Paet, Marie‑Agnes Strack‑Zimmermann, Yvan Verougstraete, Sophie Wilmès, Lucia Yar
a nome del gruppo Renew

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B10-0102/2025

Procedura : 2025/2553(RSP)
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B10‑0125/2025

Risoluzione del Parlamento europeo sull'escalation di violenza nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo

(2025/2553(RSP))

Il Parlamento europeo,

 viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo (RDC),

 visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e gli altri trattati e strumenti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani,

 visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici,

 vista la relazione del gruppo di esperti delle Nazioni Unite sulla RDC,

 viste le recenti dichiarazioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

 viste le recenti dichiarazioni rilasciate dall'alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, a nome dell'UE, sull'ultima escalation nella parte orientale della RDC,

 vista la dichiarazione rilasciata il 3 febbraio 2025 dai ministri degli Esteri del G7 sull'escalation di violenza nella parte orientale della RDC,

 visto l'articolo 136, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che negli ultimi due anni le forze del Movimento del 23 marzo (M23) hanno ampliato la loro presenza nella parte orientale della RDC; che l'M23 ha istituito nuovi organi di governance e nuovi sistemi fiscali, creato campi di addestramento militare ed esportato minerali direttamente in Ruanda;

B. considerando che il 23 e il 24 gennaio 2025 l'M23 ha aperto il fuoco contro postazioni della missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della RDC (Monusco), causando la morte di 13 operatori della Monusco e della missione di pace guidata dalla Comunità di sviluppo dell'Africa australe (Southern African Development Community – SADC);

C. considerando che dall'inizio del 2025 nella parte orientale della RDC si è assistito a una significativa escalation di violenza, che ha portato a una drammatica crisi umanitaria e a violazioni dei diritti umani e dell'integrità territoriale; che il 27 gennaio 2025 sono avvenuti scontri a Goma tra l'M23 e le Forze armate della RDC (FARDC) e i loro alleati; che in quel momento circa 800 000 sfollati interni si rifugiavano in campi per sfollati densamente popolati intorno alla città;

D. considerando che il 30 gennaio alcune zone di Goma, fra cui l'aeroporto, sono cadute sotto il controllo dell'M23, che ha dichiarato la sua intenzione di avanzare fino a Kinshasa; che nel Kivu meridionale le forze dell'M23 hanno continuato ad avanzare verso Bukavu e il 5 febbraio hanno conquistato Nyabibwe; che il 3 febbraio l'M23 ha dichiarato un "cessate il fuoco per motivi umanitari", ma l'aeroporto di Goma è ancora chiuso e non vi è ancora alcuna possibilità di accesso per gli aiuti umanitari; che l'occupazione parziale di Goma da parte dell'M23 sta avendo conseguenze umanitarie di vasta portata sui civili, che non hanno alcun accesso all'acqua corrente, all'elettricità o a Internet; che, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs – Unocha), più di 3 000 persone hanno perso la vita; che alcune di esse sono già state sepolte in fosse comuni, mentre altre si trovano attualmente negli obitori ospedalieri a Goma e nei dintorni;

E. considerando che l'8 febbraio 2025, durante il vertice tra la SADC e la Comunità dell'Africa orientale (East African Community – EAC) svoltosi in Tanzania, i leader di venti paesi dell'Africa orientale e australe hanno chiesto un cessate il fuoco immediato nella RDC; che essi hanno sottolineato l'importanza cruciale di salvaguardare l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale del paese e hanno sollecitato la creazione di corridoi umanitari per fornire aiuti essenziali alle vittime del conflitto in corso;

F. considerando che il gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha concluso, nella sua relazione del giugno 2024, che lo spiegamento delle Forze di difesa ruandesi (FDR) viola la sovranità e l'integrità territoriale della Repubblica democratica del Congo e che il fatto che le FDR controllino e dirigano, de facto, le operazioni dell'M23 rende anche il Ruanda responsabile delle azioni dell'M23;

G. considerando che la crisi ha raggiunto Kinshasa, dove le ambasciate, fra cui quelle di Ruanda, Belgio, Francia, Paesi Bassi e Stati Uniti, sono state attaccate da manifestanti;

H. considerando che nella RDC le donne e le ragazze devono far fronte a un aumento dei livelli di violenza sessuale e di genere tale per cui vi è una vittima di stupro ogni quattro minuti; che il personale dell'ospedale di Panzi a Bukavu, che accoglie numerose vittime di violenze sessuali, è allarmato per il peggioramento della situazione della sicurezza nella zona e persino per la sicurezza del personale e dei pazienti dell'ospedale di Panzi;

I. considerando che diversi depositi di organizzazioni umanitarie contenenti generi alimentari, medicinali e forniture mediche sono stati saccheggiati o distrutti durante i conflitti; che, senza un urgente rafforzamento delle risorse e dati i vincoli di sicurezza che limitano i movimenti delle organizzazioni umanitarie, la capacità di tali organizzazioni di rispondere alle esigenze della popolazione rimane gravemente compromessa; che l'accesso umanitario è stato limitato e continua a essere fonte di grave preoccupazione; che alcune organizzazioni internazionali hanno iniziato ad evacuare il personale non essenziale e a ridurre le attività, a causa dei maggiori rischi per la sicurezza;

J. considerando che, prima dei recenti sviluppi, la RDC ha dovuto affrontare una delle più gravi crisi di sfollamento in Africa, con 6,7 milioni di sfollati interni, di cui 4,6 milioni nelle province del Kivu meridionale e settentrionale; che la RDC ospita anche oltre 520 000 rifugiati e richiedenti asilo provenienti dai paesi vicini, mentre 1,1 milioni di rifugiati provenienti dalla RDC si trovano nei paesi vicini della regione, oltre la metà dei quali in Uganda; che la recente ondata di violenza ha portato a oltre mezzo milione di sfollati interni dall'inizio dell'anno; che, dato il grave sovraffollamento dei campi per sfollati in cui le persone continuano a rifugiarsi e la mancanza di acqua e strutture igienico-sanitarie, il rischio che scoppi un'epidemia di colera è estremamente elevato, oltre al rischio di una rapida diffusione dell'epidemia di vaiolo delle scimmie;

K. considerando che il Congo orientale è ricco di minerali, in particolare litio, coltan, cobalto e zinco, che sono risorse essenziali per l'economia e hanno usi che spaziano dall'elettronica alle infrastrutture per le energie rinnovabili; che, come confermato dal gruppo di esperti delle Nazioni Unite, l'M23 depreda ed estrae illegalmente tali minerali, alimentando la violenza e destabilizzando le catene di approvvigionamento globali; che ciò si ripercuote non solo sulla popolazione della RDC, ma anche sulla sicurezza economica dell'UE e sulle sue industrie, sulle sue imprese e sui suoi consumatori;

L. considerando che molti degli sfollati cercheranno rifugio nei paesi vicini e, potenzialmente, nell'UE;

M. considerando che l'ulteriore internazionalizzazione del conflitto sotto forma di scontro militare diretto tra la RDC e il Burundi, da una parte, e il Ruanda, dall'altra, e di una guerra per procura tra i paesi africani è allarmante;

N. considerando che il Ruanda è il terzo paese donatore, per entità dei contributi, di forze di mantenimento della pace alle Nazioni Unite, come ad esempio la missione delle Nazioni Unite per l'assistenza al Ruanda (Minuar);

O. considerando che sia il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana hanno convocato riunioni di emergenza, che si sono svolte a New York e ad Addis Abeba il 28 gennaio 2025;

P. considerando che, tra il 2021 e il 2024, l'UE ha fornito 260 milioni di EUR di finanziamenti al Ruanda e che altri 900 milioni di EUR sono stati promessi nell'ambito della strategia Global Gateway; che una parte significativa di tali aiuti è destinata alla "buona governance", ma che le azioni del Ruanda stanno dimostrando l'esatto contrario;

Q. considerando che, a seguito degli ultimi sviluppi nella parte orientale della RDC, l'UE si è dichiarata pronta a potenziare l'assistenza emergenziale, in particolare a favore delle popolazioni recentemente sfollate a Goma e nei dintorni, e che il 28 gennaio la Commissione ha annunciato un nuovo sostegno umanitario a favore della RDC con un importo iniziale di 60 milioni di EUR per il 2025;

1. condanna con forza l'occupazione di Goma e di altri territori nella parte orientale della RDC da parte dell'M23 e delle FDR in quanto violazione inaccettabile della sovranità e dell'integrità territoriale della RDC; esorta l'M23 e le FDR ad arrestare la loro avanzata e a ritirarsi immediatamente; condanna le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario che hanno portato a uno sfollamento di massa di civili a seguito delle rinnovate ostilità che hanno coinvolto l'M23, le FARDC e diversi altri gruppi armati dalla fine del 2021;

2. condanna fermamente gli attacchi indiscriminati con armi esplosive in zone abitate del Kivu settentrionale da parte di tutte le fazioni, anche nei campi di sfollati e in altre zone densamente popolate nei pressi di Goma, nonché le uccisioni illegali, gli stupri e altri palesi crimini di guerra, il lavoro forzato, il reclutamento forzato e altre pratiche abusive commessi dall'M23, con il sostegno delle FDR, e dalle FARDC;

3. condanna fermamente il fatto che le FDR abbiano schierato truppe nel Congo orientale e abbiano fornito sostegno militare diretto all'M23, aiutandolo ad ampliare il suo controllo nella parte orientale della RDC;

4. condanna fermamente tutti gli attacchi contro le missioni diplomatiche a Kinshasa; esorta le autorità della RDC ad adottare tutte le misure appropriate per proteggere i diplomatici e i locali delle missioni diplomatiche, in linea con la responsabilità che incombe loro a norma del diritto internazionale;

5. chiede di porre immediatamente fine agli atti di violenza, in particolare alle uccisioni di massa e al ricorso allo stupro come arma di guerra strategica; invita la RDC e il Ruanda a indagare e perseguire adeguatamente i responsabili di crimini di guerra, compresa la violenza sessuale, secondo il principio della responsabilità di comando;

6. chiede l'immediata riapertura dell'aeroporto di Goma; esorta le FDR e l'M23 a garantire con urgenza l'accesso agli aiuti umanitari e ad agevolarne la fornitura alla popolazione di Goma nella parte orientale della RDC, anche garantendo che i civili e gli sfollati non si vedano negato l'accesso a beni essenziali per la loro sopravvivenza, come acqua, cibo e medicinali, e che i sopravvissuti alla violenza sessuale abbiano accesso all'assistenza legale, sociale e medica;

7. chiede che i corridoi umanitari siano immediatamente aperti, ove opportuno, e che sia consentito l'accesso umanitario fondato su principi; chiede che venga preservata la sicurezza del personale umanitario, degli operatori sanitari e delle strutture mediche;

8. esorta il governo del Ruanda e della RDC a porre fine al loro sostegno militare ai gruppi armati non statali che compiono abusi, tra cui l'M23, in quanto ciò può renderli complici di crimini di guerra;

9. esprime preoccupazione per le conseguenze dell'ingerenza russa nel conflitto e, più in generale, nella regione;

10. deplora il fatto che, da quando l'M23 è riemerso con il sostegno del Ruanda, l'UE non sia riuscita ad adottare misure adeguate per affrontare in misura sufficiente la crisi ed esercitare in modo efficace pressioni sul Ruanda affinché cessi di sostenere l'M23, ma abbia invece adottato misure – tra cui la firma, nel febbraio 2024, di un memorandum d'intesa relativo a catene del valore sostenibili delle materie prime critiche e la decisione di integrare il sostegno al dispiegamento del Ruanda in Mozambico nell'ambito dello strumento europeo per la pace (EPF) – che non hanno apportato garanzie sufficienti e hanno contribuito a inviare un messaggio incoerente alle autorità ruandesi;

11. esorta la Commissione e il Consiglio a sospendere immediatamente il memorandum d'intesa UE-Ruanda relativo a catene del valore sostenibili delle materie prime critiche fino a quando il Ruanda non dimostrerà che sta ponendo fine alla sua ingerenza e che sta cessando di esportare minerali estratti da zone controllate dall'M23; invita tutti gli attori ad accrescere la trasparenza e a vietare in modo effettivo l'ingresso nell'UE di tutti i minerali insanguinati;

12. invita la Commissione, gli Stati membri dell'UE e le istituzioni finanziarie internazionali a congelare completamente l'assistenza bilaterale al Ruanda, assoggettandola al rispetto di condizioni concernenti, tra l'altro, l'accesso umanitario e la rottura di tutti i legami con l'M23; esorta la Commissione e gli Stati membri dell'UE a congelare l'assistenza militare e di sicurezza alle FDR e alla parte delle forze armate congolesi che collabora con i ribelli dell'M23, al fine di garantire che tale assistenza non contribuisca, direttamente o indirettamente, a operazioni militari abusive nella parte orientale della RDC; chiede con forza, in particolare, una revisione del rinnovato sostegno dell'UE nell'ambito dello strumento europeo per la pace al fine di garantire che le truppe schierate nel Mozambico settentrionale e che beneficiano del sostegno dello strumento, inclusi i rispettivi comandanti, siano state sottoposte a opportune verifiche e non siano risultate coinvolte in violazioni dei diritti umani nella parte orientale della RDC o altrove, nell'ottica di sospendere il sostegno qualora venga accertato che esso contribuisce direttamente o indirettamente a operazioni militari abusive nella RDC orientale;

13. esorta la Commissione e tutti gli Stati membri dell'UE a vietare il trasferimento di armi alle forze ruandesi e all'M23 e a garantire una maggiore trasparenza del commercio di armi dell'UE;

14. esorta il Consiglio ad ampliare le sanzioni nei confronti dei comandanti di alto livello dell'M23, dei leader di altri gruppi armati e degli alti funzionari del Congo e del Ruanda, tra cui il maggiore generale Eugene Nkubito, comandante della terza divisione delle FDR, e il maggiore generale Ruki Karusisi, comandante delle forze speciali delle FDR, entrambi individuati nella relazione del giugno 2024 del gruppo di esperti delle Nazioni Unite e nelle relazioni di altri paesi della regione come responsabili o complici dei recenti gravi abusi commessi dalle rispettive forze o da quelle rispetto alle quali hanno responsabilità di comando;

15. invita la Corte penale internazionale a intensificare le indagini sui presunti crimini nella regione in modo che i responsabili siano assicurati alla giustizia;

16. ribadisce il suo pieno sostegno alle attività di protezione dei civili e stabilizzazione della regione svolte dalla Monusco; invita le Nazioni Unite ad adoperarsi per un mandato più forte della Monusco al fine di rendere possibile il processo di pace; invita le Nazioni Unite a garantire la protezione dei civili e il rispetto del diritto internazionale umanitario, in particolare alla luce del rischio accresciuto di violenza di genere, e a preservare la sicurezza del personale umanitario, degli operatori sanitari e delle strutture mediche;

17. invita le Nazioni Unite ad adottare misure immediate e specifiche per proteggere l'ospedale Panzi, i suoi pazienti e il suo personale;

18. invita le Nazioni Unite a utilizzare i partenariati per il mantenimento della pace con il Ruanda, come la Minuar, per esercitare pressioni sulle autorità ruandesi affinché pongano fine alla violenza, anziché consentire loro di utilizzare tali partenariati come leve per evitare le sanzioni;

19. chiede l'annullamento dei campionati mondiali di ciclismo su strada in programma a Kigali nel 2025 se il Ruanda non cambierà rotta;

20. accoglie con favore la sessione speciale del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite del 7 febbraio 2025 sulla situazione dei diritti umani nella RDC orientale ed è favorevole all'istituzione di una commissione d'inchiesta indipendente sulle gravi violazioni commesse dal gennaio 2022;

21. prende atto dei risultati della riunione congiunta dei ministri EAC-SADC, tenutasi il 7 febbraio 2025, e del vertice congiunto EAC-SADC dei capi di Stato e di governo, tenutosi l'8 febbraio 2025; accoglie con favore le raccomandazioni formulate;

22. ribadisce il suo pieno sostegno ai processi di pace di Luanda e Nairobi a guida africana, che rappresentano la via da seguire per risolvere il conflitto;

23. invita la comunità internazionale e tutti gli attori coinvolti a utilizzare l'accordo quadro di Addis Abeba e a organizzare una conferenza internazionale per la pace nel Congo orientale e nella regione dei Grandi Laghi; sottolinea che la peculiarità di questa conferenza "imprese per la pace" risiede nel fatto che porterà il settore privato al tavolo dei negoziati per la pace, giacché la guerra riguarda i minerali strategici; sottolinea che gli imprenditori possono esercitare notevoli pressioni sui rispettivi paesi affinché questi ultimi si adoperino per la pace; ritiene che l'approccio "imprese per la pace" possa contribuire ai progressi nella ricerca di una soluzione;

24. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al governo e al parlamento del Ruanda, al governo e al parlamento della Repubblica democratica del Congo, all'Unione africana e ad altri organismi internazionali competenti.

 

 

Ultimo aggiornamento: 12 febbraio 2025
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