PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul libro bianco sul futuro della difesa europea
5.3.2025 - (2025/2565(RSP))
a norma dell'articolo 136, paragrafo 2, del regolamento
Reinier Van Lanschot, Mārtiņš Staķis, Ville Niinistö, Damian Boeselager, Hannah Neumann, Maria Ohisalo, Sergey Lagodinsky, Virginijus Sinkevičius
a nome del gruppo Verts/ALE
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B10-0146/2025
B10‑0147/2025
Risoluzione del Parlamento europeo sul libro bianco sul futuro della difesa europea
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina,
– vista la sua raccomandazione dell'8 giugno 2022 al Consiglio e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla politica estera, di sicurezza e di difesa dell'Unione europea dopo la guerra di aggressione contro l'Ucraina da parte della Russia[1],
– vista la Carta delle Nazioni Unite,
– vista la bussola strategica per la sicurezza e la difesa, adottata dal Consiglio il 21 marzo 2022,
– vista la relazione di Sauli Niinistö, consigliere speciale della Presidente della Commissione europea, del 30 ottobre 2024 dal titolo "Safer Together: Strengthening Europe's Civilian and Military Preparedness and Readiness" (Più sicuri insieme: rafforzare la preparazione e la prontezza dell'Europa nel settore civile e militare),
– visto l'articolo 136, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che la Presidente della Commissione europea ha incaricato il commissario per la Difesa e lo spazio e l'alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di presentare un libro bianco sul futuro della difesa europea;
B. considerando che il Parlamento e gli esperti chiedono da oltre un decennio un libro bianco sulla difesa;
C. considerando che la bussola strategica è stata principalmente redatta e negoziata prima del 24 febbraio 2022; che la bussola strategica è una strategia molto ampia che fornisce pochi orientamenti riguardo all'urgente necessità di garantire la prontezza alla difesa e di fornire capacità di deterrenza e difesa per prepararsi all'evenienza militare più urgente;
D. considerando l'urgente necessità di rafforzare il controllo parlamentare della difesa europea al fine di garantire una solida base democratica per questo settore d'intervento fondamentale;
E. considerando che gli attori dell'industria europea della difesa non stanno solo affrontando sfide, ma beneficiano di una domanda di prodotti per la difesa molto più elevata dal febbraio 2022, il che ha generato profitti record, in particolare per le imprese capocommessa;
F. considerando che le start-up e le piccole e medie imprese (PMI) innovative nel settore della difesa e del duplice uso non hanno potuto trarre profitto dai fondi dell'UE o dagli ordini e dai finanziamenti dei governi nazionali in misura comparabile rispetto alle imprese capocommessa;
G. considerando che gli sforzi combinati di spesa militare degli Stati membri dell'UE superano già quelli della Russia, ma risentono della mancanza di economie di scala e di concentrazione, evidenziando la necessità di maggiore efficienza e di razionalizzazione delle spese militari, oltre alla necessità di nuovi investimenti;
H. considerando che le numerose raccomandazioni concrete contenute nella relazione Niinistö dovrebbero guidare i lavori sul libro bianco, anche perché la relazione presenta un approccio globale e olistico alla preparazione e alla prontezza che copre tutti gli aspetti civili e militari; che la relazione sottolinea che l'UE non dispone di un piano su cosa fare in caso di attacco armato contro uno Stato membro e che attualmente l'UE manca della capacità globale per riunire tutte le risorse dell'UE necessarie in modo coordinato attraverso i compartimenti stagni istituzionali e operativi;
I. considerando che le minacce ibride sono concepite per operare nella zona grigia tra pace e guerra, combinando metodi convenzionali e non convenzionali come il sabotaggio, lo spionaggio e l'infiltrazione politica per minare la stabilità e la resilienza dell'UE; che gli attacchi informatici sono diventati un elemento centrale di tali campagne, sfruttando la crescente digitalizzazione di settori critici quali l'assistenza sanitaria, la finanza e l'energia, causando perturbazioni a cascata con conseguenze economiche e sociali potenzialmente gravi; che la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere integrano tali operazioni attraverso la diffusione di disinformazione e propaganda per erodere la fiducia nelle istituzioni democratiche e polarizzare l'opinione pubblica; che la complessità, la frequenza e intensità crescenti di tali minacce sottolineano l'urgente necessità di individuare e attuare soluzioni efficaci per salvaguardare la sicurezza e la resilienza dell'UE;
J. considerando che la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina rappresenta un campanello d'allarme per l'UE poiché costituisce una minaccia immediata per l'assetto di sicurezza europeo e globale e per la sicurezza dell'UE e dei suoi Stati membri; che tale conflitto mostra agli Stati membri l'urgente necessità di definire una percezione comune delle minacce e di mostrare una reale solidarietà nei confronti degli Stati membri che sono in prima linea;
K. considerando che la capacità dell'UE di agire con decisione in risposta alle minacce esterne è stata ripetutamente ostacolata dal requisito dell'unanimità, in quanto alcuni Stati membri bloccano o ritardano gli aiuti militari critici all'Ucraina, compromettendo in tal modo la sicurezza europea;
L. considerando che l'amministrazione Trump propone una normalizzazione dei legami con la Russia e ha minacciato di ritirare l'esercito statunitense dal continente europeo; che sembra che l'amministrazione statunitense abbia cessato di essere un alleato affidabile all'interno della NATO, il che ha ripercussioni negative sulla difesa territoriale collettiva dei suoi membri;
1. sottolinea la gravità delle minacce alla sicurezza del continente europeo, che hanno raggiunto un livello senza precedenti dalla seconda guerra mondiale; esprime profonda preoccupazione per l'aumento delle fratture geopolitiche, anche all'interno dell'Occidente, per le nuove e rinnovate ambizioni imperialiste di dominio da parte di potenze autoritarie, per la rivalità sistemica tra grandi potenze, per l'unilateralismo nazionalista, per l'uso primario e crescente della forza e della violenza da parte di alcuni Stati e attori non statali al fine di promuovere i propri interessi politici ed economici o di risolvere le controversie;
2. ricorda che l'UE è un progetto di pace e dovrebbe adoperarsi per la pace e la stabilità condannando nel contempo le aggressioni; sottolinea che, al fine di conseguire la pace e la stabilità, dobbiamo sostenere l'Ucraina e diventare noi stessi più resilienti;
3. ritiene che la guerra di aggressione contro l'Ucraina facesse parte del piano di Putin per rimodellare l'architettura di sicurezza euro-atlantica e che questo piano sia stato sventato grazie all'eroica difesa del popolo ucraino;
4. sottolinea che gli atti di sabotaggio russi contro le infrastrutture critiche europee e la manipolazione e le ingerenze da parte della Russia nei paesi dell'UE e della NATO sono notevolmente aumentati; sottolinea che gli esperti ritengono che la Russia potrebbe intensificare ulteriormente i suoi atti di aggressione e attaccare gli Stati membri dell'UE con forze armate convenzionali negli anni a venire;
5. deplora il fatto che il Presidente degli Stati Uniti abbia suggerito che gli Stati Uniti potrebbero tentare di annettere la Groenlandia, il che violerebbe il diritto internazionale, creerebbe una notevole instabilità per il governo e la popolazione della Groenlandia e per l'intera regione, aggravando ulteriormente il deterioramento delle relazioni all'interno dell'Alleanza atlantica;
6. invita pertanto l'UE a intensificare gli sforzi per modificare la traiettoria della guerra della Russia contro l'Ucraina e creare le condizioni per una pace giusta, globale e duratura alle condizioni dell'Ucraina; sottolinea che sconfiggere la Russia in Ucraina e garantire il successo futuro dell'Ucraina sono gli investimenti più efficaci e più efficienti in termini di costi nella sicurezza europea a breve e medio termine;
7. esorta gli Stati membri a fornire più armi e munizioni all'Ucraina, nelle più grandi quantità e nei tempi più brevi possibili, per consentire all'Ucraina di liberare il proprio territorio e scoraggiare ulteriori attacchi russi;
8. chiede che un aumento rapido e significativo del finanziamento del sostegno militare all'Ucraina divenga una componente fondamentale e strutturale del libro bianco; invita gli Stati membri a incrementare gli investimenti diretti nella capacità dell'industria della difesa ucraina di produrre in serie materiali di difesa essenziali (modello danese), in particolare droni, sistemi di difesa aerea, artiglieria e capacità di attacco a lungo raggio; propone l'assegnazione di un bilancio specifico da più miliardi di euro allo strumento di sostegno all'Ucraina del programma per l'industria europea della difesa (EDIP – European Defence Industry Programme), riservato esattamente a tale scopo; sottolinea la necessità di esplorare vie legali per il sequestro integrale dei beni congelati dei cittadini russi e della Banca centrale russa da utilizzare come sovvenzioni per le spese dell'Ucraina per le sue esigenze di difesa e resilienza e per la sua ricostruzione, conformemente al diritto internazionale; condanna il veto imposto dal governo ungherese allo strumento europeo per la pace (EPF), che blocca oltre 6 miliardi di EUR e rende l'EPF quasi inutile; sottolinea inoltre l'urgente necessità di prendere in considerazione anche la possibilità di creare un accordo alternativo ad hoc per i paesi europei che desiderano sostenere militarmente l'Ucraina e finanziare congiuntamente tali aiuti;
9. chiede l'inclusione nel libro bianco di un piano che descriva in che modo l'integrazione dell'industria della difesa ucraina nella base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB – EU defence technological and industrial base) possa essere resa operativa nel modo più rapido ed efficace possibile; ricorda l'urgenza di finanziare adeguatamente lo strumento dell'EDIP per l'Ucraina; propone inoltre di fornire un'assicurazione di guerra per i progetti critici EDTIB all'interno dell'Ucraina; propone di includere regolarmente funzionari del ministero della Difesa ucraino con lo status di osservatori alle riunioni delle pertinenti formazioni del Consiglio;
10. si aspetta che il libro bianco sulla difesa dell'UE definisca un nuovo quadro e la misura in cui l'UE debba garantire la prontezza e la preparazione in materia di difesa, e che prepari l'UE, considerate le più gravi eventualità militari, a dissuadere potenziali aggressori, a difendersi e ad assistere gli alleati della NATO che sono anche Stati membri dell'UE a diventare un pilastro europeo credibile in seno alla NATO;
11. sottolinea che è giunto il momento di utilizzare il processo del libro bianco per definire chiaramente cosa si intende per un'autentica Unione europea della difesa; ricorda che l'adozione della bussola strategica è stata solo un punto di partenza, ma che la sua attuazione rimane necessaria e richiede un aggiornamento per riflettere gli obiettivi di deterrenza e prontezza della difesa;
12. deplora la riluttanza del Consiglio e degli Stati membri dell'UE ad affrontare le profonde sfide strutturali del panorama industriale europeo della difesa e la mancanza di ambizione per quanto riguarda la cooperazione tra le loro forze armate a livello dell'UE; invita gli Stati membri a unire le forze e a sostenere un avanzamento decisivo verso un quadro molto ambizioso e completo in materia di difesa;
13. accoglie con favore, in linea di principio, gli annunci fatti dalla Presidente della Commissione il 4 marzo 2025 in merito a un'iniziativa "riarmare l'Europa"; sottolinea, tuttavia, che gli investimenti previsti dovrebbero affrontare la mancanza di cooperazione e coordinamento tra gli Stati membri, comprese misure che garantiscano la piena interoperabilità e rendano gli appalti congiunti la norma;
14. esorta la Commissione, la vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) e gli Stati membri a utilizzare il processo del libro bianco per delineare un quadro globale composto almeno dai seguenti elementi chiave:
(a) una descrizione precisa degli scenari in cui l'UE e i suoi Stati membri utilizzerebbero strumenti militari e di sicurezza che integrano le più recenti valutazioni dei rischi e delle minacce e la cui portata va dalle eventualità militari più estreme alla gestione delle crisi all'estero,
(b) elementi di una dottrina militare che descrivono in dettaglio i compiti militari relativi ai diversi scenari, compresa la cooperazione con la NATO, in particolare attraverso una più precisa operatività ed esercitazioni di routine per gli scenari di cui all'articolo 42, paragrafo 7, del trattato sull'Unione europea (TUE),
(c) obiettivi militari primari riveduti e adattati, in stretto coordinamento con il processo di pianificazione della difesa della NATO, e una descrizione precisa della quantità e della qualità necessarie del personale militare, compresi i fabbisogni in termini di addestramento e le capacità militari essenziali pienamente sincronizzate con il nuovo modello di forza della NATO per quanto riguarda i paesi UE membri della NATO, come gli abilitanti strategici, ma anche le scorte di munizioni, al fine di conseguire gli attuali obiettivi di costituzione delle forze,
(d) proposte relative alle strutture di cooperazione tra forze armate che vadano al di là di accordi ad hoc, come i gruppi tattici dell'UE, compresi una capacità di dispiegamento rapido (RDC – Rapid Deployment Capacity) rafforzata, abilitanti strategici con equipaggio multinazionale (basati sul modello del sistema aviotrasportato di allarme e controllo – AWACS, Airborne Warning and Control System) a livello dell'UE e unità militari multinazionali permanenti aggiuntive con capacità sufficienti a fornire deterrenza e difesa,
(e) una descrizione dei parametri fondamentali necessari per la creazione di un mercato unico della difesa efficiente e competitivo che aiuterebbe gli Stati membri a conseguire gli obiettivi principali in materia di capacità necessarie per la piena prontezza alla difesa e a equipaggiare i nostri alleati più stretti, come l'Ucraina;
15. sottolinea che l'UE deve adottare un approccio olistico e orizzontale alla sicurezza e alla difesa tenendo conto delle numerose sfide sociali e sistemiche che deve affrontare, come i cambiamenti climatici; sottolinea la necessità di una valutazione d'impatto delle politiche attuali e future dell'UE al fine di scoprire come sostenere meglio la sicurezza e la difesa dell'UE, anche attraverso altri obiettivi strategici dell'Unione, in particolare la transizione verso un'economia verde, digitale e giusta;
16. afferma che i grandi cambiamenti geopolitici, amplificati dal ritorno di guerre su vasta scala nel nostro vicinato, hanno minacciato e continuano a minacciare la sicurezza dell'UE e dei suoi cittadini, che andare avanti senza cambiare nulla non è un'opzione e che, per affrontare le minacce, l'UE e i suoi Stati membri devono stabilire come norma la cooperazione a livello dell'UE tra le loro forze armate e le loro industrie della difesa, al fine di creare un'Unione della difesa dell'UE basata sulle capacità, che sia in grado di superare le minacce e gli attacchi alla sicurezza dell'UE;
17. è fermamente convinto che occorra compiere progressi più sostanziali nel rendere operativo l'articolo 42, paragrafo 7, TUE e che sia necessario un piano su come rendere operativa tale politica di solidarietà nel libro bianco per quanto riguarda il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di certi Stati membri;
18. insiste sulla necessità di garantire una cooperazione e un coordinamento migliori facendo il punto sulla volontà dell'UE e del Regno Unito di diventare partner più stretti in materia di sicurezza; chiede con forza la creazione di un consiglio di sicurezza europeo per coordinare le azioni tra paesi che condividono gli stessi principi e che sono disposti a formare un'avanguardia nella cooperazione e nell'integrazione europee in materia di difesa; chiede che tale consiglio europeo di sicurezza funga da base per una nuova Unione europea della difesa, riunendo Stati membri che seguono gli stessi principi e partner strategici che condividono una visione comune della sicurezza e la fiducia reciproca;
19. ritiene che gli attuali documenti strategici, le proposte legislative e gli studi, come la bussola strategica, la strategia per l'industria europea della difesa e la relazione Niinistö, dovrebbero in ultima analisi ispirare una visione concreta e globale per il futuro della difesa europea, comprendente obiettivi, traguardi e tabelle di marcia specifici, che dovrebbe costituire il libro bianco;
20. invita l'UE a collegare meglio gli strumenti della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) agli strumenti di sicurezza interna e a rafforzare la cooperazione sui prodotti a duplice uso e la cooperazione civile-militare a livello dell'UE;
21. sostiene fermamente le numerose buone raccomandazioni formulate nella relazione Niinistö; sostiene pienamente l'obiettivo della relazione, che è quello di non limitare il nostro livello di preparazione a ciò che è politicamente conveniente, ma di affrontare ciò che è necessario per far fronte agli scenari più gravi; insiste sull'importanza della prossima strategia dell'Unione in materia di preparazione per mettere l'UE sulla buona strada per una preparazione globale, che comprenda una definizione delle funzioni sociali e governative vitali a livello dell'UE, lo sviluppo di requisiti basilari di preparazione a livello dell'UE per queste funzioni e la garanzia della coerenza dei piani settoriali di crisi a livello dell'UE; richiama in particolare l'attenzione sulle raccomandazioni della relazione Niinistö volte a conferire ai cittadini le capacità di far funzionare la resilienza della società, ispirandosi al concetto finlandese di difesa totale;
22. invita l'UE a elaborare una valutazione dei rischi dell'UE per individuare le minacce transettoriali e i rischi cui è esposta l'UE nel suo complesso, e sostiene l'integrazione del principio della "preparazione fin dalla progettazione" in tutta l'UE; insiste sulla necessità di sviluppare un controllo obbligatorio della sicurezza e della preparazione per le future valutazioni d'impatto e di sviluppare prove di stress per la legislazione esistente, come proposto dalla relazione Niinistö; ritiene necessario valutare se vi sono sfide specifiche che compromettono il completamento tempestivo dei progetti individuati come cruciali per un'efficace deterrenza militare e il rapido arrivo di capacità sul fianco orientale per le situazioni di emergenza militare;
23. invita la Commissione e gli Stati membri a valutare la fattibilità di un atto di preparazione dell'UE al fine di allineare gli sforzi dell'UE e nazionali, ove possibile;
24. invita l'UE e gli Stati membri a istituire e condurre un esercizio di preparazione globale dell'UE per testare il processo decisionale ad alto livello e il coordinamento operativo;
25. chiede che la PSDC sia guidata da un approccio alla sicurezza umana e si impegni a favore dell'agenda su donne, pace e sicurezza; sottolinea l'importanza di altri quadri multilaterali che mirano a costruire un futuro pacifico e stabile;
26. invita gli Stati membri a sollecitare la soppressione della regola dell'unanimità nella politica estera e di sicurezza in seno al Consiglio; chiede una modifica dell'articolo 46, paragrafo 6, TUE per consentire il voto a maggioranza qualificata anziché all'unanimità nella gestione della cooperazione strutturata permanente, ad eccezione delle decisioni che portano alla creazione di missioni o operazioni militari con un mandato esecutivo nell'ambito della PSDC, che devono rimanere all'unanimità;
27. propone di rafforzare il ruolo di supervisione e controllo del Parlamento in linea con l'ampliamento del ruolo dell'UE nel settore della difesa, anche mediante atti delegati per i programmi di lavoro sugli attuali e futuri programmi e strumenti industriali di difesa che consentano di esaminarne l'attuazione, in particolare le priorità stabilite dalla Commissione riguardo ai progetti sulle capacità prioritarie; chiede la nomina di un rappresentante del Parlamento in seno al nuovo consiglio per la prontezza industriale nel settore della difesa proposto nell'EDIP, in cui attualmente non è previsto alcun rappresentante;
28. ritiene che l'UE debba acquisire una chiara comprensione di quale sia l'effettivo divario tra gli obiettivi di capacità e le capacità di difesa degli Stati membri; sottolinea la necessità di incrementare la produzione dell'industria della difesa, nonché di disporre di unità di produzione sempre pronte per rispondere agli attacchi stranieri o alle esigenze specifiche dei suoi partner strategici;
29. ritiene assolutamente necessario che siano effettuate analisi periodiche delle minacce e propone di sincronizzare il loro ciclo di pianificazione con analoghe analisi periodiche delle minacce condotte in seno alla NATO e dai principali partner non appartenenti alla NATO;
30. ribadisce il suo invito a rafforzare la cooperazione UE-NATO al fine di costruire una NATO più europea, in particolare allineando pienamente la bussola strategica dell'UE e il concetto strategico della NATO, il piano di sviluppo delle capacità dell'UE e gli obiettivi di capacità del processo di pianificazione della difesa della NATO, ad eccezione dei settori in cui vi sono chiari interessi particolari per la sola UE; propone la nomina di un rappresentante permanente dell'UE presso la NATO, anche presso il comitato militare per lo scambio di informazioni e le rispettive operazioni militari;
31. invita l'UE ad affrontare le lacune e le carenze critiche in termini di capacità di difesa e a concentrare gli sforzi su progetti specifici di comune interesse europeo che sono troppo costosi per essere realizzati da singoli Stati membri, in particolare abilitanti strategici e grandi scorte di attrezzature critiche, che potrebbero essere acquistati e gestiti congiuntamente in modo più efficiente mediante un quadro dell'UE a titolo di uno strumento specifico fuori bilancio, al fine di fornire un reale valore aggiunto dell'UE; propone, in particolare, la creazione delle seguenti capacità:
(a) sistemi integrati di difesa aerea e di attacco a lungo raggio, coordinando in modo ottimale lo sviluppo in corso dell'iniziativa per lo scudo aereo europeo (ESSI – European Sky Shield Initiative) con l'approccio europeo per l'attacco a lungo raggio (ELSA – European Long Range Strike Approach),
(b) soppressione delle difese aeree nemiche (SEAD – Suppression of enemy air defences),
(c) utilizzo di diversi tipi di droni (sistemi aerei a pilotaggio remoto, RPAS – Remotely Piloted Aircraft Systems),
(d) guerra elettronica,
(e) sistemi cibernetici di difesa e offesa,
(f) sistema aviotrasportato di allarme e controllo (AWACS – Airborne Warning and Control System), rifornimento in volo e trasporto a lungo raggio,
(g) capacità di comando, controllo, comunicazione e computer (C4), capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) e risorse spaziali critiche per l'allarme rapido, la navigazione, l'osservazione e la comunicazione,
(h) sistema principale di combattimento terrestre (MGCS – Main Ground Combat System),
(i) futuro sistema europeo di aerei da combattimento (FCAS – Future Combat Aircraft System);
32. esorta l'UE e gli Stati membri a passare da un approccio basato sul flusso a un approccio basato sulle scorte, con obiettivi obbligatori per i materiali critici di difesa; pone l'accento sulla necessità di garantire la fornitura sostenibile sul piano sociale e ambientale delle materie prime necessarie e di attuare politiche volte a colmare le lacune nella produzione e nel mercato del lavoro; sottolinea l'urgente necessità di rendere la produzione e le scorte di munizioni e altri prodotti per la difesa più rilevanti per la sicurezza, sviluppando piani su come avere una rete più decentrata e resiliente e scorte congiunte basate su "pool di prontezza" nelle regioni esposte a un livello di minaccia più elevato e al rischio di una guerra convenzionale su larga scala;
33. invita l'UE ad adeguare urgentemente i suoi strumenti alle nuove realtà progettando una capacità amministrativa che consenta di muoversi molto più rapidamente di fronte a guerre o ad altre crisi su vasta scala; sottolinea che ciò può essere realizzato elaborando e mettendo in atto norme vincolanti, che possono essere attivate in situazioni di emergenza per accelerare le procedure amministrative e legali, e adottando misure sul lato fornitore della catena di approvvigionamento per la produzione e la consegna rapide di beni militari o la costruzione di progetti infrastrutturali per la mobilità europea, ritenuti essenziali per la difesa;
34. esorta l'UE ad agire immediatamente per mettere in comune le risorse e le competenze nel settore della cibersicurezza, riconoscendo che i singoli Stati membri hanno capacità limitate in tale settore; sostiene con forza lo sviluppo di un approccio europeo unificato alle forze informatiche; insiste inoltre sulla rapida creazione di capacità informatiche europee congiunte per affrontare efficacemente le sfide comuni cui sono esposti tutti gli Stati membri nel panorama delle minacce in rapida evoluzione, rafforzando in tal modo la resilienza collettiva e l'autonomia strategica dell'UE nel settore digitale;
35. invita l'UE a utilizzare il libro bianco per descrivere un piano che contribuisca a rimuovere inutili ostacoli normativi nazionali che rallentano la mobilità militare, senza compromettere la sicurezza pubblica; ritiene che la definizione di mobilità militare dovrebbe applicarsi alle infrastrutture a duplice uso che coprono tutti gli aspetti logistici della mobilità e che sarebbe opportuno, per i progetti a duplice uso, applicare correttamente criteri adeguati in termini di disposizioni di finanziamento, in particolare a livello dell'UE; sottolinea la necessità di investimenti significativi in infrastrutture di mobilità militare per migliorare le capacità di trasporto aereo di merci e le capacità in quanto a campi, depositi, porti, piattaforme aeree, marittime e ferroviarie, linee ferroviarie, terminali ferroviari, vie navigabili, strade e ponti;
36. ribadisce il proprio pieno appoggio a che la capacità di dispiegamento rapido raggiunga la piena capacità operativa al più tardi nella prima metà del 2025, con almeno 5 000 soldati disponibili per compiti di soccorso ed evacuazione, operazioni iniziali di ingresso e stabilizzazione o rafforzamento temporaneo delle missioni; propone di potenziare la capacità di dispiegamento rapido trasformandola in una forza multinazionale permanente dotata di propri abilitanti strategici e di comando e controllo propri, traendo insegnamento dal fallimento dell'esperienza dei gruppi tattici ad hoc dell'UE;
37. invita la VP/AR ad avviare una discussione con gli Stati membri al fine di creare un maggior numero di unità multinazionali permanenti per rispondere al mutato panorama delle minacce a cui l'UE deve far fronte dopo la decisione di creare la capacità di dispiegamento rapido, in particolare alla luce del recente ravvicinamento di Trump nei confronti di Putin e delle sue dichiarazioni sulla Groenlandia, che hanno aumentato per l'Europa la necessità di una deterrenza e una difesa efficaci, in grado di anticipare le evenienze militari più estreme;
38. propone di rafforzare l'attuale Eurocorps e di farne un corpo d'armata multinazionale dotato di propri abilitanti strategici e di proprie funzioni di comando e di controllo, cui possono essere collegate a titolo permanente le brigate nazionali dotate di attrezzature standardizzate e acquistate congiuntamente; sottolinea che tale corpo multinazionale europeo può consentire agli Stati membri più piccoli di raggiungere i loro attuali obiettivi di costituzione della forza, fornire all'industria la domanda aggregata attraverso ordini di attrezzature standardizzati e su larga scala e dotare l'UE di una propria capacità incentrata sulla deterrenza e sulla difesa, anche per i paesi candidati;
39. propone di creare abilitanti strategici di proprietà condivisa e dotati di equipaggio condiviso a livello dell'UE, sulla falsariga degli AWACS della NATO, che sono troppo costosi per i singoli Stati membri e importanti per la sicurezza dell'UE nel suo complesso;
40. chiede che il comando europeo di trasporto aereo sia trasformato in una "flotta aerea dell'UE di risposta alle crisi", comprendente aeromobili da trasporto militare di proprietà congiunta a livello europeo e messi a disposizione degli Stati membri per il dispiegamento di attrezzature o truppe, evacuazioni di emergenza o missioni di sicurezza civile;
41. ribadisce la richiesta che la capacità militare di pianificazione e condotta (MPCC) disponga di locali e personale adeguati, di un potenziamento della pianificazione, del comando e del controllo nonché di sistemi di comunicazione e informazione efficaci;
42. chiede che sia integrato nel piano d'azione del Libro bianco un concetto più ambizioso riguardo alla formazione militare e ai pertinenti aspetti di pianificazione, comando e controllo a livello dell'UE, come ad esempio un'MPCC completamente attrezzata e dotata di personale adeguato; ritiene che l'UE debba ampliare la formazione delle forze ucraine, in linea con le esigenze ucraine, per consentire un livello più elevato di coordinamento operativo tra le unità, permettere una costituzione della forza quanto più efficace possibile e creare le condizioni affinché le forze armate europee possano trarne insegnamenti;
43. esorta gli Stati membri dell'UE ad adottare una visione unitaria e chiara a medio e lungo termine per l'industria europea della difesa, volta a contribuire al raggiungimento degli obiettivi primari in materia di capacità;
44. sottolinea la necessità urgente di modificare le modalità di attuazione dei programmi industriali dell'UE nel settore della difesa; ritiene che sia di fondamentale importanza sincronizzare i programmi di lavoro con gli obiettivi primari riveduti, in modo da potersi focalizzare sulle carenze di capacità più urgenti e di maggiore rilevanza militare; sottolinea l'importanza di superare la grande dispersione delle scarse risorse finanziarie e la necessità di evitare che si verifichino, a livello dell'UE, ulteriori casi di "doppio approvvigionamento" o duplicazioni analoghe, che si aggiungerebbero al grande numero di duplicazioni in Europa e al basso tasso di efficienza della base industriale della difesa, che rimane frammentata;
45. sottolinea che occorre aumentare le capacità e le risorse nonché superare la frammentazione del mercato della difesa attraverso la creazione di un mercato unico della difesa, nel quale norme comuni vincolanti garantiscano una concorrenza leale e la piena interoperabilità dei prodotti della difesa; condivide l'opinione espressa nella relazione di Mario Draghi sul futuro della competitività europea, secondo cui l'UE deve urgentemente rafforzare la competitività del settore con vari mezzi, come le fusioni (ispirate alle migliori pratiche, come quella di Airbus) e una maggiore concorrenza tra imprese del settore della difesa tradizionalmente consolidate a livello nazionale, e concordare incentivi destinati all'industria della difesa dell'UE per attrarre investimenti pubblici e privati sufficientemente importanti nella sicurezza e nella difesa;
46. ritiene che il Libro bianco debba basarsi sulla strategia per l'industria europea della difesa (EDIS), in particolare sul programma per l'industria europea della difesa (EDIP), e debba inoltre sviluppare un concetto di piano di emergenza per la cooperazione economica in tempo di guerra al fine di prepararci a un sostegno reciproco in caso di crisi della sicurezza su vasta scala, nonché approfondire la comunicazione economica in tempo di guerra per diramare allarmi rapidi in caso di minacce fisiche, ibride e informatiche;
47. sottolinea che un mercato unico europeo della difesa rappresenta una priorità, in quanto la frammentazione e la mancanza di competitività ostacolano la capacità dell'UE di assumersi maggiori responsabilità come garante della sicurezza; deplora il fatto che né i programmi industriali dell'UE nel settore della difesa né l'aumento dei bilanci nazionali per la difesa abbiano portato a un'intensificazione della cooperazione industriale in materia di difesa a livello dell'UE che avrebbe consentito agli Stati membri di raggiungere i propri obiettivi di cooperazione per il 2007, quali stabiliti nel quadro dell'Agenzia europea per la difesa (AED); ricorda i livelli persistentemente bassi di collaborazione europea dopo il 24 febbraio 2022, che per la ricerca e lo sviluppo (R&S) si attestavano al 14 % nel 2022 e al 6 % nel 2023, e per gli appalti congiunti al 18 % nel 2023, mentre l'AED non è stata in grado di fornire dati relativi al 2023 (pur evidenziando che vi è stato un "rallentamento temporaneo"); sottolinea la necessità urgente di analizzare i motivi della riluttanza degli Stati membri a ricorrere alla cooperazione a livello dell'UE e di considerarla il principale strumento per gli investimenti nel settore della difesa;
48. sostiene fermamente l'idea di rendere la cooperazione a livello dell'UE la norma nel settore dell'industria europea della difesa e di impegnarsi a raggiungere obiettivi numerici concreti ai fini della cooperazione, come illustrato nel quadro dell'EDIS, concentrandosi in particolare sugli appalti congiunti (almeno il 40 % entro il 2030), sugli scambi intra-UE (almeno il 35 % entro il 2030) e sugli appalti di prodotti per la difesa fabbricati nell'UE (almeno il 50 % entro il 2030 e il 60 % entro il 2035);
49. esorta la Commissione e il Consiglio ad affrontare la duplice sfida della produzione congiunta di attrezzature militari e del loro utilizzo efficace in tutti gli Stati membri; chiede una strategia globale per garantire una maggiore interoperabilità attraverso la promozione di norme civili e militari concordate, come gli accordi di standardizzazione NATO, nell'ambito dei programmi per l'industria europea della difesa; chiede l'impegno a vincolare il finanziamento degli strumenti attuali e futuri alla standardizzazione e alla convergenza in materia di certificazione da parte degli Stati membri della NATO, nonché a rendere più precise le norme attuali; invita la Commissione a presentare piani concreti per superare gli ostacoli all'interoperabilità e garantire un uso efficiente delle apparecchiature prodotte congiuntamente da tutti gli Stati membri partecipanti;
50. insiste sull'importanza dei progetti europei di interesse comune nel settore della difesa presentati nell'EDIP, che sono fondamentali per la prontezza e la preparazione alla difesa europea; ritiene che essi debbano sostenere le capacità industriali e tecnologiche che sono alla base delle priorità comuni in materia di capacità e che non possono essere attuate da sole, come gli abilitanti strategici; propone che, sulla base degli obiettivi primari in materia di capacità, il commissario per la Difesa elabori un "piano di produzione" chiaro in cui siano elencati obiettivi quantificati pertinenti non solo per gli abilitanti strategici, ma anche per le esigenze più critiche in termini di attrezzature su larga scala, quali l'MGCS, l'FCAS, l'ESSI e l'ELSA, che sarebbero quindi oggetto di acquisizione e manutenzione congiunte per l'intero ciclo di vita del prodotto, in modo da conseguire economie di scala e garantire l'interoperabilità nel modo più efficace e rapido possibile;
51. ritiene che un'industria europea della difesa competitiva e resiliente comporterà inoltre una trasformazione del panorama industriale, anche attraverso fusioni, il che ridurrebbe, tra l'altro, il numero di programmi paralleli che sprecano risorse finanziarie, nonché una migliore distribuzione regionale dei siti di produzione; ritiene che le nostre politiche di difesa debbano incoraggiare la crescita dei centri di eccellenza dell'UE, anche in base ai criteri di decentramento, sicurezza e resilienza; evidenzia la necessità di dare un forte impulso alle start-up, alle scale-up e alle PMI del settore in via prioritaria, quale elemento strutturale della sezione del Libro bianco dedicata al mercato unico della difesa; sottolinea che, per gli attori consolidati o sistemici nel settore della difesa, gli investimenti pubblici dovrebbero essere accompagnati da garanzie supplementari per garantire che il denaro pubblico sia reinvestito e non utilizzato per generare utili per gli azionisti, ad esempio mediante imposte sui proventi straordinari;
52. propone di creare poli regionali europei dell'EDTIB che riuniscano gli impianti di ricerca, sviluppo, produzione e manutenzione al fine di creare economie di scala regionali e settori prioritari di specializzazione tecnologica; chiede che tali poli siano distribuiti strategicamente in tutta l'UE per consentire il proseguimento della produzione in tempi di crisi e distribuire in modo più uniforme le opportunità economiche per le PMI e per gli Stati membri che hanno industrie della difesa relativamente piccole; chiede che tali poli siano allineati alla proposta dell'EDIP relativa alla struttura per un programma europeo di armamento;
53. chiede di migliorare la coerenza del sostegno alle imprese riducendo gli oneri amministrativi superflui e la burocrazia e garantendo, nel contempo, un accesso molto più agevole agli aiuti previsti per le società a piccola e media capitalizzazione;
54. chiede una strategia globale che sfrutti il potenziale degli strumenti attuali, come lo strumento di capitale proprio per la difesa, ma anche delle nuove iniziative, come il Fondo dell'EDIP per accelerare la trasformazione della catena di approvvigionamento della difesa; chiede impegni concreti ad aumentare l'importo dei finanziamenti per le PMI, garantendo nel contempo la trasparenza e la responsabilità; chiede l'attuazione di solidi meccanismi di monitoraggio per garantire che i fondi stimolino l'innovazione e la competitività tra le PMI senza distorsioni del mercato; chiede, inoltre, relazioni periodiche sull'impatto e sull'efficacia di tali strumenti finanziari a sostegno delle start-up e delle PMI nell'industria della difesa e nel settore dei prodotti a duplice uso;
55. invita la Commissione a progettare un successore del Fondo europeo per la difesa (FED) che sostenga la ricerca e l'innovazione comuni lungo tutta la catena di approvvigionamento e crei le condizioni per affrontare le sfide tecnologiche e fornire soluzioni europee alle principali carenze di capacità; chiede l'istituzione di un'agenzia della Commissione specificamente dedicata alla R&S con potenziale di duplice uso, sulla falsariga dell'Agenzia statunitense per i progetti di ricerca avanzata nel settore della difesa; sottolinea la necessità di porre fortemente l'accento sul sostegno a livello dell'UE a favore della tecnologia più dirompente e innovativa attraverso la creazione di un polo di accelerazione per la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di nuove tecnologie di difesa pionieristiche, il che contribuirebbe anche alla competitività economica, riunendo l'industria, i governi e la comunità di esperti; sottolinea che tale organizzazione dovrebbe favorire una cultura di assunzione del rischio ed essere estremamente flessibile fin dalla progettazione; propone, come primo passo, che l'assegnazione dei fondi si concentri su un numero limitato di progetti critici, tra cui la decarbonizzazione della difesa e nuove capacità di deterrenza;
56. chiede che, nell'ambito del fondo successore del FED, siano rafforzate la resilienza energetica e la dimensione della transizione climatica e ambientale, e che la difesa dell'UE sia decarbonizzata e resa "a prova di futuro" (il che comprende sia l'adattamento che la mitigazione) fin dalla progettazione e in tutte e cinque le dimensioni: operatività, pianificazione e sviluppo delle capacità, impegno multilaterale, governance e R&S, in modo da migliorare il rendimento delle prestazioni delle capacità militari, la resilienza delle forze armate e, quindi, la competitività dell'EDTIB;
57. è profondamente convinto che gli strumenti a livello dell'UE dovrebbero dare priorità e aumentare in modo massiccio il sostegno alle PMI e alle start-up nel settore dei prodotti a duplice uso e della difesa; sottolinea la necessità di sostenere le PMI e le start-up nell'immissione sul mercato dei prototipi collaudati con successo, anche intensificando la produzione; sottolinea la necessità di colmare l'attuale deficit di finanziamento per quanto riguarda questi importanti passi che rafforzerebbero l'EDTIB, anche in stretta cooperazione con la base industriale di tecnologia e di difesa ucraina;
58. insiste sulla necessità di eliminare gli ostacoli all'ingresso sul mercato dei prodotti per la difesa in tutta l'UE, attraverso una revisione della direttiva sui trasferimenti per la difesa e della direttiva sugli appalti pubblici nel settore della difesa; invita la Commissione a proporre azioni per un migliore accesso al mercato, una cooperazione transfrontaliera più agevole e una maggiore sicurezza dell'approvvigionamento, anche armonizzando le politiche nazionali di esportazione;
59. sottolinea la necessità di sviluppare una politica efficace in materia di armamenti a livello dell'UE che comprenda l'istituzione di una dimensione commerciale esterna funzionante ed efficace che miri a sostenere i partner che si trovano ad affrontare minacce da parte di regimi autoritari aggressivi e che impedisca la fornitura di armi a regimi aggressivi non democratici e a regimi che ne facciano un uso illegale, conformemente al pertinente diritto internazionale umanitario e in materia di diritti umani, in linea con gli attuali otto criteri previsti dalla posizione comune del Consiglio sulle esportazioni di armi[2]; sottolinea la necessità di superare l'interpretazione molto restrittiva e nazionale dell'articolo 346 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) a tale riguardo;
60. invita gli Stati membri a partecipare attivamente a un meccanismo di definizione delle priorità per la produzione nel settore della difesa che si basi sulla mappatura delle capacità di sicurezza e di difesa per contribuire a mettere in ordine di priorità gli ordini, i contratti e l'assunzione di dipendenti in situazioni di emergenza;
61. è fermamente convinto che la preferenza europea debba essere la pietra angolare delle politiche dell'UE relative al mercato europeo della difesa, quale imperativo strategico volto a proteggere il know-how europeo; sottolinea che il principio della preferenza europea deve trovare riscontro nelle normative dell'UE in materia di difesa attraverso criteri di ammissibilità chiari e univoci; evidenzia, tuttavia, che tali criteri dovrebbero prevedere eccezioni per le emergenze militari e i progetti che rivestono un'importanza critica ai fini della prontezza alla difesa;
62. chiede uno strumento di risposta alle crisi per garantire la sovranità europea, ispirato al modello della legge statunitense sulla produzione per la difesa, affinché l'UE disponga di uno strumento che possa essere attivato per reagire rapidamente alle esigenze emergenziali in tempo di guerra o di crisi; chiede che tale strumento includa le seguenti componenti chiave:
(a) appalti congiunti di specifici prodotti per la difesa,
(b) attribuzione di priorità alla fornitura di materiali critici e agli ordini riguardanti specifiche catene di approvvigionamento, come le munizioni di artiglieria,
(c) procedure amministrative e giuridiche accelerate per il trasferimento di attrezzature e truppe militari e, ove possibile, la costruzione di progetti (infrastrutturali) critici per la mobilità militare o altri settori prioritari per la prontezza militare, evitando nel contempo di eludere le disposizioni in materia di tutela ambientale e adottando le necessarie salvaguardie;
63. deplora la mancanza di volontà da parte degli Stati membri di investire nella cooperazione a livello dell'UE e li esorta a conseguire gli obiettivi dell'UE in materia di sicurezza e difesa; sottolinea che il costo della mancata preparazione per le evenienze militari più estreme sarebbe superiore al costo di una preparazione decisiva dell'UE; ricorda che la spesa aggregata dell'UE per la difesa è insufficiente e che ben poco della spesa nazionale per la difesa è coordinato o addirittura messo in comune con altri Stati membri o investito in progetti collaborativi europei; invita l'UE e gli Stati membri a collaborare e a concordare misure e mezzi concreti per gli investimenti pubblici e privati a breve e lungo termine;
64. osserva che, secondo la Presidente della Commissione, il deficit di spesa per la difesa è attualmente pari a 500 miliardi di EUR per il prossimo decennio, ma che, se l'UE deve sviluppare le proprie capacità militari, gli esperti stimano che tale importo dovrà aumentare in modo significativo; evidenzia che il bilancio dell'UE da solo non può colmare tale divario, ma ha un ruolo importante da svolgere;
65. sottolinea che l'aumento degli investimenti nel settore della difesa non dovrebbe competere con altre priorità di investimento pubblico, tra cui la spesa sociale, la coesione territoriale e la transizione climatica, che sono tutte pertinenti per la nostra sicurezza europea; ribadisce che il modo più efficace per mantenere tali priorità è sbloccare nuovi investimenti per la difesa, anziché riassegnare i finanziamenti già stanziati; ricorda inoltre che gli orientamenti finanziari dovrebbero essere ancorati a un approccio alla resilienza per l'intera società e, pertanto, necessitano dell'ampio sostegno dei cittadini europei e che tale sostegno deve essere sostenibile nel lungo termine;
66. si oppone a qualsiasi proposta volta a riassegnare i fondi della politica di coesione sottraendoli ai loro obiettivi a lungo termine e ricorda che solo il rafforzamento del tessuto sociale ed economico dell'Europa e la riduzione delle disparità territoriali contribuiranno allo sviluppo equilibrato e alla stabilità di tutte le regioni dell'UE e, in definitiva, rafforzeranno la capacità dell'UE di difendersi dalla disinformazione e dall'influenza straniera;
67. sostiene l'annuncio della Presidente della Commissione riguardo alla creazione di un nuovo strumento finanziario dell'UE per aiutare gli Stati membri ad aumentare la loro spesa per la difesa attraverso prestiti sostenuti dal bilancio dell'UE; prende atto dell'intenzione di istituire tale nuovo strumento a norma dell'articolo 122 TFUE; ricorda che, mentre lo strumento dell'Unione europea per la ripresa, che ha assegnato fondi sotto forma di prestiti a vari programmi dell'UE, è stato istituito da un regolamento del Consiglio a norma dell'articolo 122 TFUE, vari programmi dell'UE ai quali sono state assegnate le risorse, tra cui il dispositivo per la ripresa e la resilienza, sono stati adottati mediante la "codecisione", sulla base dell'articolo 175 TFUE; invita la Commissione ad adottare una struttura giuridica analoga, rispettando la procedura legislativa ordinaria e garantendo la legittimità democratica di qualsiasi nuovo strumento di finanziamento dell'UE per la difesa;
68. si compiace del fatto che i criteri di ammissibilità del gruppo Banca europea per gli investimenti (BEI) siano stati ulteriormente ampliati per includere i beni a duplice uso; plaude all'iniziativa strategica per la sicurezza europea lanciata nel 2022 dal gruppo BEI, che mira a sostenere l'innovazione nella tecnologia a duplice uso; sottolinea che gli investimenti della BEI dovrebbero concentrarsi su progetti innovativi, ma non su prodotti di consumo, come le munizioni; sottolinea che un aumento degli investimenti della BEI nel settore della difesa può incoraggiare gli investimenti delle banche commerciali nel settore; invita il gruppo BEI a rivedere l'impatto dell'estensione della sua nuova politica in materia di beni a duplice uso e insiste sul fatto che un'eventuale ulteriore estensione dei prestiti nel settore dovrebbe avvenire solo in assenza di qualsiasi impatto negativo sui costi di finanziamento complessivi della banca o della sua riserva di investimenti, o sul contributo al finanziamento degli investimenti necessari per consentire all'UE di raggiungere i suoi obiettivi climatici;
69. ritiene che gli ulteriori prestiti da destinare alla difesa, a integrazione del debito comune, dovrebbero essere trattati da una banca distinta, dato che, in linea di principio, gli investimenti nella difesa non possono essere assimilati agli investimenti ambientali, sociali e di governance; invita, pertanto, la Commissione e gli Stati membri a istituire con urgenza una nuova banca per la difesa, sul modello della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, che possa affrontare la prospettiva globale di garantire i prestiti destinati alla difesa, proteggendo nel contempo gli altri investimenti e dando agli alleati la possibilità di partecipare;
70. prende atto dell'annuncio della Presidente della Commissione riguardo all'attivazione della clausola di salvaguardia per gli investimenti nel settore della difesa; evidenzia che, in considerazione di altre priorità politiche urgenti, la clausola di salvaguardia deve essere applicata in modo da garantire che l'aumento della spesa per la difesa non comporti tagli in altri settori e sia subordinato alla spesa per lo sviluppo di progetti comuni dell'UE, fra cui infrastrutture a duplice uso come ad esempio ferrovie, sistemi satellitari e reti elettriche resilienti;
71. sottolinea che l'attuale contesto politico dimostra che il quadro di governance economica recentemente adottato dall'UE priva i governi delle risorse finanziarie necessarie per rispondere alle sfide attuali ed emergenti; evidenzia che dare la priorità a un settore politico rispetto a un altro aggrava, piuttosto che mitigare, le molteplici crisi che l'UE si trova ad affrontare; chiede una revisione del quadro delle norme di bilancio dell'UE che fornisca la certezza dei finanziamenti a lungo termine necessaria per investire nella promozione di una transizione giusta, nell'ampliamento delle capacità di produzione europee nel settore della difesa e nello sviluppo di infrastrutture a duplice uso, sostenendo così un approccio realmente coordinato della politica di investimento dell'UE;
72. insiste sul fatto che le necessità urgenti non possono attendere il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP); ritiene che, fintanto che gli Stati membri rifiuteranno di destinare maggiori risorse a un bilancio complessivo dell'UE più elevato, anche con la creazione di nuove risorse proprie, visto il requisito dell'unanimità per modificare sia il regolamento QFP[3] sia la decisione del Consiglio sulle risorse proprie[4], e data l'urgenza, sia necessario prendere in considerazione, senza indugio, soluzioni per finanziamenti alternativi, tra cui:
(a) l'avvio urgente di una discussione in vista dell'istituzione di un altro strumento finanziario fuori bilancio[5] che metta in comune ed "europeizzi" in misura sufficiente quote dei bilanci nazionali per la difesa a livello dell'UE e che affronti l'intero ciclo di vita delle capacità militari, dalla ricerca e sviluppo in collaborazione all'aggiudicazione congiunta e alla manutenzione, alla formazione e alla sicurezza dell'approvvigionamento comuni, e che, al pari dell'attuale EPF fuori bilancio, sia aperto a paesi terzi come la Norvegia e il Regno Unito; sottolinea pertanto la necessità di migliorare le procedure decisionali e di controllo rispetto all'attuale modello di governance dell'EPF;
(b) l'emissione, da parte della Commissione, di garanzie dell'UE contro i rischi al fine di abbassare i tassi di interesse per i partecipanti a progetti a livello dell'UE individuati come critici per la prontezza alla difesa;
(c) un nuovo programma di debito dell'UE ispirato a NextGenerationEU, sostenuto da autentiche risorse proprie, per rimborsare i prestiti contratti;
(d) la creazione di nuove autentiche risorse proprie dell'UE per creare ulteriori flussi di entrate destinate a finanziare gli investimenti nel settore della sicurezza e della difesa a livello dell'UE;
(e) una maggiore mobilitazione di capitale proprio e capitale privato; ribadisce, pertanto, la sua richiesta di maggiori investimenti privati nella difesa dell'UE;
(f) la creazione di specifici prodotti finanziari affinché le banche private investano maggiormente nel settore della difesa;
(g) l'elaborazione di procedure di emergenza per i progetti creati in risposta a gravi crisi o guerre;
73. ritiene che il prossimo QFP debba assegnare maggiori fondi alla sicurezza comune ed essere più flessibile per poter reagire a crisi ed emergenze impreviste;
74. accoglie con favore le proposte formulate nella recente relazione Niinistö per quanto riguarda il finanziamento della difesa europea; è favorevole all'istituzione di un meccanismo per la difesa dell'Europa e di un meccanismo per la sicurezza dell'Europa; accoglie con favore e sostiene altresì la proposta di istituire un programma di garanzia degli investimenti basato sul modello di InvestEU, con un'architettura aperta per stimolare gli investimenti del settore privato, e di istituire una "norma per le obbligazioni europee per la preparazione";
75. insiste affinché siano predisposti solidi meccanismi volti a garantire un utilizzo efficiente delle scarse risorse del bilancio dell'UE, come pure a evitare qualsiasi duplicazione degli sforzi nei progetti di difesa; chiede un riesame esaustivo delle attuali procedure di controllo e l'elaborazione di un quadro trasparente per il monitoraggio e la valutazione dell'efficacia delle iniziative di difesa finanziate dall'UE;
76. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al commissario per la Difesa e lo spazio, alla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio e alla Commissione.
- [1] GU C 493 del 27.12.2022, pag. 136.
- [2] Posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio, dell'8 dicembre 2008, che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari (GU L 335 del 13.12.2008, pag. 99) ELI: http://data.europa.eu/eli/compos/2008/944/oj.
- [3] Regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio, del 17 dicembre 2020, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 (GU L 433I del 22.12.2020, pag. 11), ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2020/2093/oj.
- [4] Decisione (UE, Euratom) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea e che abroga la decisione 2014/335/UE, Euratom (GU L 424 del 15.12.2020, pag. 1), ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2020/2053/oj.
- [5] In linea con il punto 1, lettera m), della sua raccomandazione dell'8 giugno 2022 al Consiglio e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulla politica estera, di sicurezza e di difesa dell'Unione europea dopo la guerra di aggressione contro l'Ucraina da parte della Russia (GU C 493 del 27.12.2022, pag. 136).