PROPOSTA DI RISOLUZIONE
27.1.2006
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Daniel Marc Cohn-Bendit, Margrete Auken, Jill Evans, David Hammerstein Mintz, Caroline Lucas, Angelika Beer, Cem Ozdemir e Johannes Voggenhuber
a nome del gruppo Verts/ALE
sull'esito delle elezioni palestinesi e la situazione a Gerusalemme Est
B6‑0087/2006
Risoluzione del Parlamento europeo sull'esito delle elezioni palestinesi e la situazione a Gerusalemme Est
Il Parlamento europeo,
– vista le sue precedenti risoluzioni sul Medio Oriente e, in particolare, quella del 27 gennaio 2005,
– viste la dichiarazione sulle conclusioni e i risultati preliminari della Missione elettorale dell'Unione europea e la dichiarazione della delegazione di osservatori del Parlamento europeo sulle elezioni legislative palestinesi svoltesi il 25 gennaio 2006,
– visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che le elezioni legislative palestinesi, rinviate per troppo tempo, si sono finalmente svolte in maniera pacifica e ordinata e sono state caratterizzate da un'elevata percentuale di votanti e dal rispetto generale delle regole e delle norme europee, nonostante le difficili condizioni in cui hanno avuto luogo,
B. considerando che, stando alla Missione di osservazione elettorale dell'Unione europea, tali elezioni hanno rappresentato un'altra importante pietra miliare nella costruzione di istituzioni democratiche, sotto l'amministrazione efficiente, professionale e indipendente della Commissione elettorale centrale palestinese (CEC),
C. considerando che la campagna elettorale si è svolta in un clima per lo più calmo e positivo, nonostante le restrizioni imposte dalle forze israeliane alla libera circolazione di candidati ed elettori, che hanno limitato la possibilità di elezioni effettivamente libere e impedito lo svolgimento di una vera e propria campagna elettorale a Gerusalemme Est,
D. sottolineando che l'esito delle elezioni va considerato a tutti gli effetti l'espressione legittima e democratica del popolo palestinese, che deve essere pertanto pienamente accettato e rispettato da tutte le parti in causa e dalla comunità internazionale,
E. rilevando l'urgente necessità di rinnovare gli sforzi per far progredire la Road Map, al fine di conseguire una soluzione duratura e globale del conflitto israelo-palestinese,
F. considerando la decisione del Consiglio di non tener conto e, pertanto, di non pubblicare la relazione su Gerusalemme Est elaborata dai capi della Missione UE di Gerusalemme e Ramallah,
1. plaude allo svolgimento agevole e pacifico del processo elettorale e all'elevata percentuale dei votanti, che dimostrano una volta di più il profondo impegno e la determinazione del popolo palestinese di decidere in maniera libera e democratica il proprio futuro;
2. sottolinea che la campagna elettorale e le procedure dell'election-day sono state conformi alle norme internazionali e si compiace, a tale riguardo, del ruolo svolto dall'Unione europea, in particolare dalla sua Missione di osservazione elettorale, in tale processo;
3. esorta il Presidente dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ad agevolare in tempi brevi la formazione di un nuovo governo che, sulle orme del precedente, si impegni al rispetto dei principi democratici e al rifiuto della violenza e sia disposto a conseguire una soluzione negoziata del conflitto con mezzi pacifici; sottolinea che il nuovo governo andrà giudicato non in base a ciò che ha fatto in passato ma a ciò che farà;
4. invita le autorità israeliane a rispettare l'esito delle elezioni, ad astenersi da qualsiasi interferenza e a creare le condizioni che consentano il pieno funzionamento delle istituzioni palestinesi;
5. ribadisce che non vi sono alternative ai negoziati bilaterali diretti basati sul principio dell'esistenza di due Stati, con solide garanzie di sicurezza per ambo le parti e uno Stato palestinese funzionante e territorialmente contiguo, tracciato sui confini del 1967; invita il nuovo parlamento e il futuro governo palestinesi e il Parlamento e il governo di Israele ad assumersi le proprie responsabilità nel conseguimento di tali obiettivi;
6. riconosce l'importanza di mantenere la tregua in corso e chiede, a tale proposito, alle autorità israeliane di arrestare le esecuzioni extragiudiziali;
7. ritiene che il neoeletto governo palestinese debba prendere le distanze dalla violenza e dal terrorismo e impegnarsi chiaramente a combatterli perché l'Unione europea possa continuare a garantire assistenza e aiuti economici; rammenta che la fornitura di aiuti umanitari deve avvenire senza condizioni e invita il Consiglio e la Commissione a rafforzare i propri meccanismi di sorveglianza degli aiuti finanziari ed economici erogati all'Autorità palestinese;
8. esprime al riguardo la propria preoccupazione per la clamorosa vittoria elettorale di un partito che è favorevole alla violenza e che non accetta una soluzione pacifica basata sull'esistenza di due Stati;
9. plaude ciò nondimeno alla decisione di Hamas di partecipare alle elezioni ed esorta la leadership del partito a dare prova di coerenza e ad accettare pienamente le regole della democrazia, che ne richiedono la trasformazione integrale in una forza politica e lo scioglimento delle sue milizie armate;
10. è del parere che il risultato elettorale rappresenti un monito per gli Stati Uniti e l'Unione europea, che sono stati finora incapaci di rispondere alla crescente frustrazione della popolazione palestinese e al suo profondo desiderio di cambiamento reale e di garantire un effettivo sostegno ad ampi segmenti della società palestinese sinceramente impegnati per la pace e la lotta alla diffusa corruzione e, quindi, all'inefficiente gestione degli aiuti internazionali;
11. sollecita a tale proposito una forte e credibile iniziativa del Quartetto (ONU, USA, UE e Russia) volta a facilitare la ripresa del dialogo e dei negoziati tra le due parti; ritiene che la Road Map per la pace rappresenti a tutt'oggi una base costruttiva, pur sottolineando l'urgente necessità di risultati positivi e tangibili;
12. è convinto che le modalità di svolgimento delle elezioni in Palestina debbano rappresentare un modello esemplare per tutto il mondo arabo e per altri paesi della regione, onde far attecchire la democrazia e consolidare lo stato di diritto;
13. accoglie con soddisfazione l'avvio della missione PESD a Gaza volta a dare attuazione all'Accordo sulla circolazione e l'accesso firmato tra il governo israeliano e l'Autorità palestinese; sottolinea che ciò dimostra una volta di più la volontà dell'Unione europea di potenziare il proprio impegno diretto e affrontare i problemi concreti del processo di pace; è del parere che ciò rappresenti un ulteriore passo verso il rafforzamento del ruolo di mediatore dell'UE;
14. appoggia le conclusioni della relazione su Gerusalemme Est elaborata dai capi della Missione UE di Gerusalemme e Ramallah, secondo cui le attività condotte da Israele a Gerusalemme ignorano gli obblighi derivanti dalla Road Map e violano il diritto internazionale; deplora la decisione del Consiglio di non tener conto di tale relazione e di non intraprendere alcune iniziativa al riguardo; si rammarica di non essere stato informato del suo contenuto;
15. ammonisce che il processo in corso di annessione de facto di Gerusalemme Est e la costruzione del muro di separazione rappresentano un ostacolo per l'avvio di futuri negoziati per il raggiungimento di un accordo sullo status definitivo di questa parte della città e invita il Consiglio e la Commissione a conformarsi alle raccomandazioni formulate nella suddetta relazione e ad attuarle senza ulteriore indugio;
16. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Presidente dell'Autorità nazionale palestinese e al neoeletto parlamento, al Primo ministro israeliano e alla Knesset, nonché al Segretario generale delle Nazioni Unite.