Proposta di risoluzione - B6-0091/2006Proposta di risoluzione
B6-0091/2006

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

30.1.2006

presentata a seguito di una dichiarazione del Consiglio
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Edward McMillan-Scott, Jana Hybášková e Antonio Tajani
a nome del gruppo PPE-DE
sul risultato delle elezioni in Palestina

Procedura : 2006/2507(RSP)
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Ciclo del documento :  
B6-0091/2006
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B6-0091/2006
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B6‑0091/2006

Risoluzione del Parlamento europeo sul risultato delle elezioni in Palestina

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Medio Oriente e in particolare quelle del 23 ottobre 2003[1] e del 27 gennaio 2005[2] sulle elezioni presidenziali,

–  viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU nn. 242, 338, 1373 e 1397,

–  visto il documento sul "Ruolino di marcia per la pace" del Quartetto, del 30 aprile 2003,

–  visti i risultati delle elezioni al Consiglio legislativo palestinese (CLP) del 25 gennaio 2006,

–  viste le conclusioni e i risultati preliminari della Missione di osservazione elettorale dell'UE,

–  vista la dichiarazione della Presidenza dell'UE sulle elezioni del CLP,

–  vista la dichiarazione sulle elezioni del CLP, del 28 dicembre 2005,

–  visti gli accordi di vicinato tra l'UE e Israele e tra l'UE e la Palestina,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che le elezioni del 25 gennaio 2006 al Consiglio legislativo palestinese allargato si sono svolte in maniera aperta e ben organizzata, nel rispetto dei più elevati standard internazionali, senza violazioni e incidenti di rilievo,

B.  considerando che la partecipazione al voto è stata abbastanza importante, con circa il 77% dei votanti registrati,

C.  considerando che, stando ai risultati preliminari, il movimento islamico di resistenza Hamas ha conquistato 76 dei 132 seggi del parlamento palestinese e che ciò gli conferisce il mandato di formare il governo,

D.  considerando che il primo ministro palestinese Ahmed Qurai e il suo gabinetto hanno presentato le dimissioni e che, secondo la legge, il partito che conquista la maggioranza deve formare il nuovo governo,

1.  riconosce gli sforzi e il lavoro compiuti dalle autorità palestinesi, in particolare dalla commissione centrale indipendente per le elezioni, nel garantire le condizioni in cui si sono svolte le elezioni;

2.  prende atto dell'impegno della Comunità internazionale, in particolare dell'UE, per agevolare il processo elettorale, che rappresenta un precedente nel mondo arabo;

3.  accoglie con favore l'elevato livello di partecipazione a riprova dell'impegno del popolo palestinese per la determinazione del loro futuro politico;

4.  condivide l'auspicio della Presidenza che queste elezioni possano rappresentare un passo importante nel rafforzamento della democrazia palestinese e nell'attuazione degli impegni del Ruolino di marcia;

5.  prende atto delle misure adottate dalle autorità israeliane per facilitare lo svolgimento regolare delle elezioni legislative palestinesi;

6.  ribadisce che il suo impegno a rimanere il maggiore donatore di aiuti all'Autorità nazionale palestinese e a continuare a contribuire allo sviluppo economico e al processo democratico della Palestina, dipenderà dalla disponibilità del nuovo governo a denunciare la violenza e a riconoscere Israele; riafferma altresì la propria determinazione a lavorare per la pace e cooperare con qualunque governo sia disposto a operare con mezzi pacifici;

7.  invita il futuro governo diretto da Hamas a rinunciare pubblicamente alla violenza, a riconoscere il diritto di Israele di esistere in condizioni di pace e sicurezza e a rispettare pienamente il diritto internazionale, al fine di mantenere i legami con l'Europa; ribadisce la propria convinzione secondo cui in politica non vi è spazio per gruppi o individui che propugnano la violenza, ed esorta tutte le parti al disarmo;

8.  ritiene che qualsiasi contatto con il nuovo governo dovrebbe essere finalizzato al riconoscimento di un accordo di pace definitivo, basato su una soluzione che comporti due Stati autosufficienti e la rinuncia alla violenza da parte dello stesso governo e dei gruppi che lo sostengono;

9.  si compiace del lavoro straordinario effettuato dai funzionari della Missione di osservazione elettorale dell'UE, dal suo capo osservatore e dalla delegazione del Parlamento europeo;

10.  ribadisce che in questo particolare momento una soluzione al conflitto mediorientale è possibile solamente attraverso la negoziazione di un accordo di pace solido e definitivo, quale quello profilato nel Ruolino di marcia tuttora valido, senza condizioni preliminari, basato sull'esistenza di due Stati democratici, sovrani e autosufficienti, che coesistano pacificamente fianco a fianco, entro frontiere sicure e riconosciute;

11.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'Autorità palestinese e al Consiglio legislativo palestinese, al governo israeliano e alla Knesset, nonché ai governi degli Stati Uniti e della Federazione russa e al Segretario generale dell'ONU.