PROPOSTA DI RISOLUZIONE
8.3.2006
a norma dell'articolo 108, paragrafo 5, del regolamento
da Pierre Schapira Miguel e Angel Martínez Martínez
a nome del gruppo PSE
sul quarto Forum mondiale dell'acqua che si terrà a Città del Messico il 16-22 marzo 2006
B6‑0149/2006
Risoluzione del Parlamento europeo sul quarto Forum mondiale dell'acqua che si terrà a Città del Messico il 16-22 marzo 2006
Il Parlamento europeo,
– viste le dichiarazioni finali dei tre primi "Forum mondiali dell'acqua" a Marrakech (1997), L'Aia (2000) e Kyoto (2003),
– vista la dichiarazione interministeriale della Conferenza internazionale sull'acqua (Bonn, 2001) che sottolinea l'impellente necessità sia di incentivare nuovi finanziamenti provenienti da tutte le categorie possibili d'investitori sia di integrare il finanziamento pubblico dell'acqua con l'apporto di capitali privati pur promuovendo azioni a livello locale,
– vista la dichiarazione della Conferenza di Dublino (1992) che raccomanda una gestione integrata dell'acqua che riconosca il pregio dell'acqua nei suoi vari utilizzi,
– visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che il "Forum mondiale dell'acqua", convocato ogni tre anni dal "Consiglio mondiale dell'acqua", costituisce un luogo di discussione e di orientamento delle decisioni politiche mondiali in materia di gestione idrica e delle relative risorse,
B. considerando che, in occasione del Forum mondiale di Città del Messico il cui tema sarà "Azioni locali per una sfida mondiale", sono previste una "Conferenza interministeriale" oltre che "discussioni regionali per continente",
C. considerando che l'equa ripartizione dell'acqua può costituire un fattore positivo di integrazione regionale,
D. considerando che il Forum mondiale dell'acqua rappresenta un centro di decisioni cruciali nel cui ambito la Banca mondiale intende svolgere un ruolo di coordinamento a livello mondiale della futura gestione delle risorse idriche mondiali,
E. considerando che la Banca mondiale e l'FMI hanno svolto un ruolo decisivo in non pochi paesi in via di sviluppo spronandoli a privatizzare i loro sistemi di distribuzione idrica,
F. considerando che il 7° obiettivo del Millennio per lo sviluppo, fissato dalle Nazioni Unite, si prefigge di "dimezzare, entro il 2015, la proporzione della popolazione priva di accesso duraturo ad un approvvigionamento d'acqua potabile e ad un adeguato sistema di depurazione", essendo inteso che il conseguimento di tale obiettivo costituisce un elemento chiave per eradicare la povertà,
G. considerando che, in base alla sua risoluzione dell'11 marzo 2004 su una strategia per il mercato interno, priorità 2003-2006, "l'acqua è un bene comune dell'umanità e pertanto la gestione delle risorse idriche non deve sottostare alle norme del mercato interno"
H. considerando che il problema dell'acqua, risorsa limitata e vulnerabile, più che in termini di scarsità fisica si pone in termini di scarsità economica e di coordinamento nell'ambito di una complessa rete di operatori,
I. considerando che la distribuzione dell'acqua è tutto fuorché equa mentre dovrebbe costituire un servizio pubblico universale da definire e gestire nel modo più pertinente a livello locale,
J. considerando che il controllo dell'acqua, indispensabile allo sviluppo, ne condiziona l'esistenza specie allorquando la sua mancanza provoca l'insicurezza alimentare,
K. considerando che la "qualità" dell'acqua, indispensabile alla vita, rappresenta uno dei primi fattori di mortalità nei paesi in via di sviluppo causando 8 milioni di decessi all'anno, di cui la metà bambini, più di un miliardo di persone non dispongono di un accesso agevole e ad un prezzo abbordabile all'acqua potabile e due miliardi e mezzo non dispongono di alcun impianto di depurazione,
L. considerando che nei paesi meno sviluppati la privatizzazione del sistema di distribuzione idrica ha, non di rado, comportato la privatizzazione dell'acqua potabile per le popolazioni non solvibili a causa della concentrazione degli investimenti sulla fascia solvibile della popolazione urbana mentre gli esseri umani dovrebbero vedersi riconosciuto il diritto all'accesso all'acqua per sopperire ai loro bisogni essenziali ad un costo sopportabile ed equo,
M. considerando che, contestualmente ad una crescita urbana anarchica, il problema idrico e di depurazione nelle aree urbane rappresenta una componente chiave dello sviluppo poiché i servizi pubblici locali potrebbero far leva sulle buone prassi comunali in materia di governance democratica, stanti le immense difficoltà che incontrano gli enti locali dei paesi in via di sviluppo per ottenere finanziamenti e mobilitare le necessarie competenze,
N. considerando che la Commissione ha proposto di destinare un miliardo di euro del 9° FES al "Fondo europeo per l'acqua", che il Consiglio si è dichiarato d'accordo per 500 milioni di euro e che tale Fondo ha statuito il principio degli inviti a presentare proposte offrendo pari opportunità a tutti gli operatori,
O. considerando che l'esito del primo invito a presentare proposte dimostra che appena il 3% dei progetti selezionati sono progetti presentati dagli enti locali costituendo meno dell'1% dell'importo globale assegnato (ossia 230 milioni di euro),
P. considerando che in occasione della sua precedente riunione a Kyoto, il "Forum mondiale dell'acqua" ha fatto ascendere a 180 miliardi di $, ossia il doppio degli attuali aiuti complessivi, gli investimenti necessari per reperire soluzioni al problema dell'acqua nel mondo,
1. deplora la mancata legittimità democratica del Forum mondiale dell'acqua;
2. chiede che siano compiuti tutti gli sforzi per consentire l'accesso all'acqua alle popolazioni più povere dei paesi più poveri;
3. sottolinea che qualsiasi politica di gestione idrica deve altresì farsi carico della tutela della salute pubblica e dell'ambiente, essendo inteso che il Forum mondiale dovrebbe contribuire a sviluppare strategie promotrici di modi di sviluppo economico ed agricolo compatibili con il mantenimento o il recupero di un elevato livello qualitativo dell'acqua, a cominciare dalle acque sotterranee fino all'acqua fornita all'utente finale;
4. sollecita il potenziamento delle risorse del "Fondo europeo per l'acqua" a favore dei paesi ACP nell'ambito del 10° FES nonché lo sviluppo di modi di finanziamento, privati o misti, pubblico/privato e di partnership innovatrici, con specifico riferimento al finanziamento solidale; si augura che le istituzioni internazionali aumentino nell'ambito dei loro impegni la quota dell'acqua e che le riduzioni del debito giovino agli investimenti in campo idrico;
5. chiede che i poteri locali dell'Unione europea siano spronati a destinare ad azioni di cooperazione decentrate una quota dei canoni degli utenti per la fornitura dei servizi idrici e di depurazione;
6. invita la Commissione a promuovere e intensificare la cooperazione regionale contestuale ai bacini fluviali transfrontalieri onde migliorare la gestione integrata delle risorse idriche e garantire una gestione sostenibile ed equa delle risorse idriche transfrontaliere, in chiave preventiva dei conflitti;
7. insiste affinché la gestione delle risorse idriche si basi su un'impostazione decentrata partecipativa ed integrata che coinvolga gli utenti e i decisori nella definizione democratica delle politiche dell'acqua a livello locale, nella massima aderenza alle esigenze dei cittadini, con specifico riferimento al ruolo essenziale svolto dalle donne in sede di approvvigionamento, gestione e preservazione dell'acqua;
8. si augura il varo di perequazioni tariffarie che consentano l'approvvigionamento idrico dei più sfavoriti a prezzi abbordabili;
9. sollecita la promozione di azioni educative e di sensibilizzazione dei fanciulli, agenti essenziali del cambiamento dei comportamenti;
10. invita la Commissione e il Consiglio a riconoscere il ruolo fondamentale delle autorità locali nel tutelare e gestire l'acqua augurandosi che esse possano usufruire direttamente dei finanziamenti per assumere la responsabilità sulla gestione idrica e deplora che nell'ambito dei programmi europei di cofinanziamento non si faccia sufficientemente tesoro e non siano adeguatamente valorizzate le competenze, esperienze e risorse degli enti locali dell'Unione europea poiché, stanti le loro competenze tecniche, il loro know how e le loro esperienze, essi sono gli operatori più in grado di aiutare le collettività dei paesi in via di sviluppo;
11. chiede che la Commissione rappresenti l'Unione europea al Forum di Città del Messico con il mandato di:
- -considerare l'accesso all'acqua potabile come un diritto vitale, fondamentale dell'uomo e non come un bene economico mercantile soggetto alle sole regole del mercato,
- -difendere gli orientamenti enucleati nella presente risoluzione;
12. si augura che nell'ambito dell'ONU siano intavolati negoziati finalizzati ad un trattato internazionale che riconosca tale diritto;
13. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio ed alla Commissione dell'Unione europea.