PROPOSTA DI RISOLUZIONE
23.10.2006
a norma dell'articolo 108, paragrafo 5, del regolamento
da Karl-Heinz Florenz
a nome della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare
sulla strategia UE per la Conferenza di Nairobi sul cambiamento climatico (COP 12 e COP/MOP 2)
B6‑0543/2006
Risoluzione del Parlamento europeo sulla strategia UE per la Conferenza di Nairobi sul cambiamento climatico (COP 12 e COP/MOP 2)
Il Parlamento europeo,
– visti la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il Protocollo di Kyoto all'UNFCCC e le procedure di applicazione per la sua attuazione che sono state adottate nel corso delle Conferenze di Bonn (luglio 2001), Marrakech (novembre 2001), Nuova Delhi (novembre 2002), Milano (dicembre 2003), Buenos Aires (dicembre 2004) e Montreal (dicembre 2005),
– viste l'imminente dodicesima Conferenza delle parti (COP 12) all'UNFCCC e la seconda Conferenza delle parti che funge da incontro delle parti al Protocollo di Kyoto (COP/MOP 2), che si terrà a Nairobi, in Kenya, dal 6 al 17 novembre 2006,
– viste le sue precedenti risoluzioni in materia di cambiamenti climatici, e in particolare quelle del 16 novembre 2005 su "Vincere la battaglia contro i cambiamenti climatici"[1], del 18 gennaio 2006 sui cambiamenti climatici[2] e del 4 luglio 2006 sulla riduzione dell'impatto del trasporto aereo sui cambiamenti climatici[3],
– viste l'interrogazione orale B6-0440/2006, presentata dalla commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare a norma dell'articolo 108 del regolamento, e le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione,
– viste le ultime risultanze scientifiche, tra cui le recenti relazioni sulla fusione della crosta di ghiaccio della Groenlandia, del ghiaccio marino perenne dell'Artico, del permafrost in Siberia, nonché le nuove risultanze sull'entità dell'aumento del livello dei mari provocato dai cambiamenti climatici,
– vista la priorità pubblicata dalla Presidenza finlandese in materia forestale, secondo cui saranno altresì tratte conclusioni del Consiglio sui preparativi dell'UE alla prossima sessione del Forum delle Nazioni Unite sulle foreste (UNFF), che si spera approverà uno strumento globale di protezione delle foreste,
– visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che l'attuazione integrale dell'UNFCCC e del Protocollo di Kyoto ad opera delle parti è fondamentale per affrontare il cambiamento climatico, anche se le misure non saranno autenticamente efficaci finché non si troverà una soluzione globale che comprenda i grandi blocchi economici responsabili di gran parte delle emissioni inquinanti,
B. considerando che l'undicesima Conferenza delle parti (COP 11) all'UNFCCC e la prima Conferenza delle parti che funge da riunione delle parti al Protocollo di Kyoto (COP/MOP 1), riunita a Montreal nel dicembre 2005, hanno deciso di avviare un processo per esaminare ulteriori impegni delle parti dell'Allegato I per il periodo successivo al 2012 e di impegnarsi in un dialogo inteso a scambiare esperienze ed analizzare gli approcci strategici per un'azione di cooperazione a lungo termine sui cambiamenti climatici, creando un workshop UNFCCC sulla riduzione delle emissioni provocate dalla deforestazione nei paesi in via di sviluppo,
C. considerando che saranno indispensabili nuove tecnologie per affrontare i cambiamenti climatici in modo efficace sotto il profilo dei costi con un nuovo accento su una maggiore efficienza energetica,
D. considerando che occorre stabilire rapidamente ulteriori obiettivi per evitare che i cambiamenti climatici sfuggano di mano e fornire sufficienti incentivi per rapidi investimenti nell'ulteriore sviluppo e affermazione di tecnologie in materia di energie rinnovabili e di efficienza energetica e che occorre evitare investimenti nelle infrastrutture energetiche che siano incompatibili con gli obiettivi della politica del clima,
E. considerando che le emissioni di gas a effetto serra continuano ad aumentare in vari Stati membri, il che evidenzia che l'Unione europea necessita di una forte azione, di una ridefinizione delle misure e di nuove iniziative per essere in grado di far fronte agli obblighi di Kyoto,
F. considerando che il contributo dell'aviazione al cambiamento climatico è sostanziale e in rapida crescita mentre l'aviazione internazionale non è soggetta ad alcun impegno derivante dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e dal suo Protocollo di Kyoto,
G. considerando che le più recenti evidenze scientifiche indicano che una limitazione del riscaldamento a +2°C potrebbe non essere sufficiente per garantire l'obiettivo UNFCCC di evitare pericolosi cambiamenti climatici,
H. considerando che, nella sua risoluzione del 16 novembre 2005, il Parlamento europeo ha affermato che i paesi avanzati dovranno applicare forti riduzioni delle emissioni, del 30% entro il 2020 e del 60-80% entro il 2050,
I. considerando che nel 2005 il 24% delle emissioni di gas a effetto serra è stato provocato dagli incendi delle foreste e che le ultime evidenze scientifiche provenienti dall'Amazzonia dimostrano l'impatto della riduzione del mantello forestale e l'indebolimento del "serbatoio forestale" sul clima, il che comporta un aumento dell'intensità dei cicloni che nascono nel Nordatlantico meridionale e una riduzione delle precipitazioni nel Brasile meridionale, nell'Uruguay e in Argentina,
J. considerando che la sicurezza del clima e dell'energia devono andare di pari passo e che la sicurezza energetica e climatica dell'Europa dipendono in larga misura dalle scelte effettuate dalle grandi economie come la Cina e l'India; che l'attenuazione dei cambiamenti climatici può essere efficace solo se i paesi in via di sviluppo – soprattutto le grandi economie in rapida crescita, come la Cina e l'India – saranno attivamente coinvolte negli sforzi per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra,
1. sollecita l'Unione europea a mantenere il proprio ruolo guida nei negoziati nel corso della Conferenza COP 12-COP/MOP 2 di Nairobi e a mantenere un elevato livello di ambizioni nelle future discussioni con i suoi partner internazionali;
2. insiste sulla necessità che, in questa occasione, l'Unione europea proponga un'agenda ambiziosa per le discussioni sugli ulteriori impegni delle parti dell'Allegato I previsti dal Protocollo di Kyoto, per le nuove discussioni in materia di revisione di questo protocollo e per il dialogo UNFCCC sull'azione di cooperazione a lungo termine;
3. ricorda che, come stabilito nella sua risoluzione del 16 novembre 2005, la strategia UE sui cambiamenti climatici deve basarsi su un approccio articolato su sette punti:
- –basarsi su elementi chiave del protocollo di Kyoto, ossia obiettivi vincolanti per le emissioni di gas serra, un sistema globale di "cap and trade"(tetto per le emissioni e scambio di quote) e su meccanismi flessibili,
- –realizzare una forte riduzione delle emissioni del 30% entro il 2020, in vista di una ulteriore riduzione pari all'80% entro il 2050, applicando una combinazione di incentivi di mercato e di elementi di regolamentazione per stimolare gli investimenti in efficienza e/o in tecnologie senza emissioni di carbonio e a basse emissioni di carbonio,
- –adottare un approccio proattivo per coinvolgere altri attori principali, in particolare gli Stati Uniti,
- –sviluppare un partenariato strategico con paesi quali la Cina, l'india, il Sudafrica, il Brasile e il Messico per aiutarli finanziariamente a sviluppare strategie energetiche sostenibili che beneficino di fonti senza emissioni di carbonio e a basse emissioni di carbonio e garantire la loro partecipazione agli sforzi di attenuazione dei cambiamenti climatici,
- –promuovere risolutamente la ricerca e l'innovazione per le tecnologie energetiche sostenibili, agevolando lo scambio delle migliori pratiche tra Stati membri nonché università, centri di ricerca e industria, rimuovere incentivi "perversi" quali i sussidi a favore di combustibili fossili e internalizzare i costi esterni, compresi quelli dei cambiamenti climatici, nel prezzo della produzione energetica,
- –elaborare normative a livello europeo e nazionale atte a favorire un aumento dell'efficienza energetica e a diminuire il prezzo delle tecnologie che riducono l'impatto climatico,
- –incoraggiare una partecipazione diretta molto maggiore dei cittadini europei agli sforzi di attenuazione, attraverso campagne di sensibilizzazione, il che presuppone necessariamente la fornitura di informazioni dettagliate circa il tenore di carbonio di prodotti come le auto, gli aerei, le abitazioni nonché dei servizi e potrebbe comportare in futuro l'opzione di introdurre un sistema di scambio di quote individuali;
4. ricorda la sua richiesta di evitare scarti tra il primo e il secondo periodo di impegno previsto dal Protocollo di Kyoto e che la scadenza per ottenere l'accordo su futuri impegni in materia climatica sia la fine del 2008;
5. ribadisce il suo sostegno al costante uso di meccanismi flessibili e all'obiettivo a lungo termine di un mercato globale del carbonio basato sul "cap and trade";
6. invita le parti alla COP 12-COP/MOP 2 ad affrontare le conseguenze sui cambiamenti climatici dell'aviazione internazionale e chiede una discussione su un'imposta globale sui voli nei prossimi negoziati alla Conferenza COP 12-COP/MOP 2 di Nairobi;
7. ritiene che i paesi industrializzati debbano continuare a svolgere un ruolo vitale nell'affrontare il cambiamento climatico a livello mondiale; sollecita quindi le parti dell'Allegato I a far fronte agli attuali impegni e ad assumere ambiziosi obiettivi per un secondo periodo di impegno dopo il 2012; chiede inoltre ai paesi industriali che non hanno ratificato il Protocollo di Kyoto di riesaminare la propria posizione, di adottare rigorose misure interne e di svolgere un ruolo attivo nei futuri negoziati internazionali, in vista della loro partecipazione al futuro regime in materia di cambiamenti climatici;
8. sottolinea che lo sviluppo economico è un diritto di tutti i paesi in via di sviluppo; fa presente però che i paesi in via di sviluppo non devono ripetere le pratiche inquinanti dei paesi industrializzati e chiede quindi che si riservi una maggiore attenzione alla cooperazione in materia tecnologica e alla costruzione di capacità nel settore delle energie sostenibili;
9. invita la Commissione e il Consiglio a fare dell'accesso a tecnologie energetiche efficienti e a basse emissioni di carbonio una priorità nell'ambito della cooperazione allo sviluppo UE;
10. sottolinea l'importanza fondamentale di coinvolgere i paesi in via di sviluppo che si stanno rapidamente industrializzando in un futuro regime internazionale in materia di cambiamenti climatici, pur rispettando appieno le loro essenziali preoccupazioni in materia di promozione del proprio sviluppo economico e lotta alla povertà;
11. si compiace dei lavori del workshop UNFCCC sulla riduzione delle emissioni provocate dalla deforestazione nei paesi in via di sviluppo, tenutosi da ultimo in occasione della riunione di Roma del 30 agosto-1° settembre 2006, prende atto dell'ampio accordo ottenuto sull'esigenza di pagamenti per servizi di ecosistemi e chiede la rapida inclusione della deforestazione evitata, come contributo al conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, nel secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto;
12. rileva che l'Africa e altre regioni in via di sviluppo dovrebbero essere in grado di partecipare alla riduzione delle emissioni globali dei gas a effetto serra e che i negoziati internazionali dovrebbero comprendere incentivi per evitare la deforestazione; sollecita inoltre gli Stati membri a impegnarsi in progetti forestali sostenibili CDM;
13. ritiene che, per affrontare efficacemente il cambiamento climatico, la politica climatica globale debba creare parità di condizioni per l'industria, incoraggiando quindi le innovazioni e l'efficienza energetica ed evitando fughe di carbonio; suggerisce quindi che siano creati per le varie attività standard e obiettivi globali di prestazioni, compresi i prodotti di consumo e il trasporto a livello globale;
14. sottolinea che occorre capire meglio l'impatto dei cambiamenti climatici sulla società; invita quindi la Commissione ad esaminare in che modo organizzare meglio i workshop – in Europa e altrove con i soggetti interessati come le associazioni civiche, l'industria, le comunità agricole, gli esperti di sicurezza e gli economisti – per capire meglio nel dettaglio le conseguenze dei cambiamenti climatici;
15. insiste sulla necessità che i singoli paesi UE e l'Unione europea nel suo insieme facciano fronte ai loro attuali impegni previsti dal Protocollo di Kyoto e all'accordo di condivisione degli oneri, visto che la posizione guida dell'UE nei negoziati internazionali verrà pregiudicata se ciò non sarà conseguito;
16. ritiene che la delegazione UE svolga un importante ruolo in questi negoziati sui cambiamenti climatici e ritiene quindi inaccettabile che i deputati al Parlamento europeo che fanno parte di detta delegazione non siano stati in grado di partecipare alle riunioni di coordinamento UE alla precedente Conferenza delle parti; si attende che i partecipanti del Parlamento europeo abbiano accesso a queste riunioni a Nairobi, almeno in veste di osservatori con o senza diritto di parola;
17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché al Segretariato della Convenzione quadro ONU sui cambiamenti climatici, con richiesta di trasmetterla a tutte le parti contraenti extra-UE.
- [1] Testi approvati, P6_TA(2005)0433.
- [2] Testi approvati, P6_TA(2006)0019.
- [3] Testi approvati, P6_TA(2006)0296.