PROPOSTA DI RISOLUZIONE
7.3.2007
dagli onn. Vito Bonsignore, José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Tokia Saïfi e Simon Busuttil
a nome del gruppo PPE-DE
sulle relazioni euromediterranee
B6‑0094/07/2007
Risoluzione del Parlamento europeo sulle relazioni euromediterranee
Il Parlamento europeo,
– viste le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
– vista la dichiarazione del Quartetto del 21 febbraio 2007;
– visto il programma della Presidenza tedesca;
– viste le conclusioni dell'VIII Conferenza dei ministri degli affari esteri riuniti a Tampere il 27-28 novembre 2006;
– visto il documento sulla strategia dell'Unione europea concernente la lotta contro il terrorismo (doc.14469/4/05 del 30 novembre 2005) e la posizione comune del Consiglio del 29 maggio 2006 relativa all'applicazione di misure specifiche in vista della lotta contro il terrorismo;
– visti la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sullo sviluppo della politica europea di vicinato COM 726 (06), la comunicazione COM (2003)0104, il suo documento di orientamento sulla politica europea di prossimità COM(2004) 0373 e la sua proposta concernente uno strumento europeo di vicinato e partenariato COM (2004) 0628;
– viste le conferenze sulla questione dell'immigrazione, la Conferenza euroafricana di Rabat del 10-11 luglio 2006 e la Conferenza di Tripoli del 22-23 novembre 2006;
– viste le conclusioni del Vertice euromediterraneo del 27 e 28 novembre 2005 organizzato in occasione del X anniversario del partenariato euromediterraneo;
– vista la sua risoluzione del 27 ottobre 2005 sul "Processo di Barcellona rivisitato",
– visto l'articolo 103, paragrafo 2 del suo regolamento,
– vista la dichiarazione di Barcellona del 28 novembre 1995 che stabilisce il partenariato euromediterraneo,
A. considerando che a partire dal 1995 il processo di Barcellona ha rappresentato il contesto per un partenariato tra i paesi e i popoli delle due sponde del Mediterraneo,
B. considerando l'importanza strategica del Mediterraneo per l'Unione europea e la necessità di una politica mediterranea solidale per affrontare le molteplici sfide comuni e cioè la pace, la stabilità, il terrorismo e la sicurezza, la comprensione reciproca, la lotta contro la tratta degli esseri umani (ad es. l'immigrazione clandestina e illegale), nonché l'obiettivo di istituire una zona di prosperità condivisa,
C. considerando che la trasformazione del Foro parlamentare euromediterraneo in un'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) dotata di tre commissioni, rafforza la dimensione parlamentare del processo euromediterraneo, ormai investito di un'accresciuta responsabilità democratica; considerando che questo nuovo organismo dovrebbe intensificare il dialogo generale tra le due regioni,
1. ritiene opportuno e necessario rafforzare la dimensione politica del vicinato verso sud tenendo conto della sempre maggiore complessità delle relazioni con la regione del Mediterraneo, di cui il processo di Barcellona rappresenta una fase significativa;
2. ritiene essenziale che il dialogo politico venga completato mediante una cooperazione più intensa e che per essere più efficace la politica euromediterranea deve avere un bilancio all'altezza delle sue ambizioni;
3. riafferma la necessità di dare un nuovo slancio al processo di partenariato, in particolare rilanciando l'Assemblea parlamentare euromediterranea quale contesto democratico dell'azione parlamentare; ritiene che questa Assemblea debba essere dotata dei mezzi e delle strutture amministrative necessarie allo scopo di garantire la sua visibilità e di assicurare il suo buon funzionamento;
4. si compiace per la proposta della Commissione di dare alla politica europea di vicinato (PEV) una dimensione tematica, di continuare l'approfondimento degli accordi di libero scambio e di rafforzare il sostegno alle riforme che migliorano l'ambiente regolamentare e il clima per gli investimenti;
5. ritiene che sia nell'interesse dell'Unione europea contribuire all'evoluzione democratica dei suoi vicini e che lo sviluppo della PEV dipende in gran parte dalla volontà degli Stati vicini e dei loro popoli di condividere i valori che sono alla base dell'Unione; chiede all'Unione di intensificare il suo sostegno alla realizzazione delle necessarie riforme politiche, economiche e sociali che vengano realizzate in tali paesi.
6. si compiace del fatto che la Libia si sia avvicinata al processo di Barcellona e attende misure concrete concernenti l'annunciata adozione dell'acquis di Barcellona, cosa che potrebbe condurre in futuro all'inclusione di tale paese nel processo della PEV;
7. chiede alla Commissione di definire meglio il rapporto tra la PEV e il partenariato euromediterraneo, che essa intende rilanciare;
MEDIO ORIENTE
8. riafferma la necessità di rilanciare il processo di pace in Medio Oriente, tenendo conto al contempo della gravità della situazione sui piani politico e umanitario;
9. prende atto della formazione del nuovo governo palestinese di coalizione e si compiace per l'iniziativa saudita conclusa con l'accordo firmato alla Mecca l'8 febbraio scorso;
10. chiede che tale governo rispetti i tre criteri richiesti affinché sia riconosciuto come interlocutore da parte della comunità internazionale, e cioè:
- -il rifiuto della violenza
- -il riconoscimento dello Stato d'Israele
- -l'accettazione degli accordi internazionali conclusi per tentare di porre fine al conflitto;
11. prende atto delle conclusioni dell'VIII Conferenza euromediterranea dei ministri degli affari esteri del 27 e 28 novembre 2006 a Tampere, in particolare di quelle in materia di dialogo politico e di sicurezza e riafferma che il conflitto in Medio Oriente potrà concludersi soltanto mediante la negoziazione di un accordo di pace stabile e definitivo, come previsto dalla road map, e cioè senza condizioni preliminari, basato sull'esistenza di due Stati democratici sovrani e vitali, che vivono in pace fianco a fianco, all'interno di frontiere internazionali sicure e riconosciute;
12. ritiene che la soluzione del conflitto in Medio Oriente, con la conseguente coesistenza pacifica di due Stati, rafforzerebbe considerevolmente la sicurezza sul piano regionale e internazionale;
TERRORISMO
13. ritiene che gli atti terroristici non sono mai giustificabili, quali che siano le circostanze, neppure per il perseguimento di obiettivi politici o religiosi e che la lotta contro il terrorismo non può giustificare la stigmatizzazione di nessuna cultura, civiltà o religione in particolare;
14. ritiene che la risposta politica di fronte al terrorismo deve basarsi su tre elementi:
- l'approfondimento del dialogo interculturale nella regione euromediterranea, con la partecipazione di tutti i movimenti che difendono le loro idee con mezzi non violenti allo scopo di promuovere la comprensione reciproca, i valori comuni e una visione condivisa del nostro futuro;
- uno sviluppo economico durevole ed equilibrato che deve accompagnare la democratizzazione e una buona gestione della cosa pubblica nei paesi di tutto il mondo, in particolare nella regione euromediterranea;
- il rafforzamento della cooperazione in materia di lotta contro il terrorismo tanto nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, quanto nel mondo intero;
15. raccomanda alla Conferenza ministeriale del partenariato euromediterraneo di programmare riunioni, quanto meno su base annuale, dedicate sia alla lotta contro il terrorismo che al seguito dell'attuazione del codice di condotta contro il terrorismo e di invitare l'Assemblea parlamentare euromediterranea a parteciparvi;
16. impegna tutti gli Stati membri del processo di Barcellona e gli organi specializzati dell'Unione europea a procedere a scambi d'informazione sul piano bilaterale e su quello regionale in modo da rendere più efficace la lotta contro il terrorismo, in particolare sostenendo la ratifica di una Convenzione delle Nazioni Unite su una banca di dati per i passaporti smarriti o rubati;
IMMIGRAZIONE
17. ricorda che l'immigrazione svolge un ruolo estremamente importante nelle relazioni euromediterranee e sottolinea la necessità di una cooperazione rafforzata e di un dialogo costruttivo da un lato tra gli Stati membri e dall'altro tra gli Stati membri dell'Unione europea e i paesi d'origine e di transito del Mediterraneo; chiede una intensa collaborazione operativa e un'assistenza tecnica tra gli Stati membri per sorvegliare le frontiere e per rafforzare l'azione di FRONTEX allo scopo di evitare ogni forma di immigrazione illegale;
18. incoraggia i parlamenti e i governi dei paesi di destinazione ad adottare politiche per favorire l'insegnamento agli immigrati della lingua del paese di accoglienza, evitando così i processi di emarginazione e favorendo una effettiva integrazione degli immigrati e il loro attivo contributo alla comunità che li ha accolti;
19. sottolinea che una politica coerente in materia di immigrazione deve essere accompagnata da una politica di integrazione che preveda, tra l'altro, una regolare integrazione sul mercato del lavoro, il diritto all'istruzione e alla formazione, l'accesso ai servizi sociali e sanitari nonché la partecipazione degli immigrati alla vita sociale, culturale e politica;
20. chiede l'adozione di un'impostazione basata sui principi di partenariato e di cogestione dei flussi migratori allo scopo di impedire l'immigrazione illegale e di lottare contro le organizzazioni mafiose che la incoraggiano;
21. ritiene che una parte essenziale di un eventuale accordo europeo di vicinato dovrebbe essere dedicata alla gestione comune delle frontiere tra ogni paese confinante e l'Unione, allo scopo di assicurare, non soltanto la sicurezza delle frontiere, ma anche lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera.
CULTURA
22. sottolinea l'opportunità che, nel quadro della programmazione del 2007-2013, concernente la nuova politica europea di vicinato (PEV), un ruolo di primo piano sia attribuito al settore culturale, conformemente alla finalità della PEV, al fine di "rafforzare le relazioni privilegiate basate sull'impegno reciproco e sulla condivisione di oneri comuni (…) mediante il rafforzamento dei rapporti tra i cittadini dell'Unione e dei paesi del vicinato e il consolidamento della comprensione reciproca tra le culture, le storie e i valori rispettivi",
23. sottolinea, a tale riguardo, la necessità di un ruolo fortemente incisivo dei ministri della cultura dei paesi della regione euromediterranea, chiamati a esercitare una funzione fondamentale di incoraggiamento e di sollecitazione presso tutte le autorità competenti, per fare in modo che il settore culturale sia una delle priorità fondamentali durante la fase di attribuzione e di negoziazione dei finanziamenti,
24. invita i Parlamenti dei paesi che hanno aderito alla dichiarazione di Barcellona a istituire un dialogo in materia di protezione dell'ambiente marino, anche sul piano bilaterale e multilaterale, per incoraggiare i rispettivi governi ad attuare gli impegni internazionali sottoscritti - e ad applicare pienamente gli impegni assunti - allo scopo di adottare le politiche che rendano possibile lo sviluppo nel rispetto totale dell'ambiente,
25. richiama l'attenzione sulla necessità di pervenire anche a un accordo in materia di controllo del traffico marittimo e di trasporto dei rifiuti tossici, allo scopo di regolamentarli in modo rigoroso e vincolante per tutti i paesi del bacino del Mediterraneo,
ECONOMIA
26. ritiene che la globalizzazione offre l'occasione di prendere iniziative nei settori economico, sociale, regionale e ambientale allo scopo di istituire una zona euromediterranea di libero scambio, da cui trarranno grandi benefici a lungo termine sia la UE che i suoi partner mediterranei;
27. ritiene che i negoziati nel contesto dell'OMC possano essere, per l'UE e i suoi partner mediterranei, una occasione da cogliere per ampliare le strategie comuni allo scopo di liberalizzare commercio e servizi;
28. rileva che la zona di libero scambio nella regione mediterranea abbia bisogno di vaste riforme economiche, giuridiche e politiche allo scopo di garantire la sicurezza degli investitori e aumentare l'efficacia dell'integrazione Sud-Sud;
29. sottolinea che il modo migliore per lottare contro la povertà e l'instabilità è un'espansione reciprocamente utile del commercio e degli investimenti; ritiene che questo obiettivo esiga, a livello internazionale, un ambiente stabile affinché possano svilupparsi le relazioni economiche rendendole accessibili a tutti gli operatori economici;
30. invita i paesi partner del Mediterraneo, con il sostegno dell'Unione europea, a adottare misure per:
○ lottare contro l'evasione e la frode fiscale e perseguire le riforme amministrative,
○ sostenere l'integrazione delle imprese nell'economia ufficiale istituendo un sistema fiscale basato sugli incentivi che dovrebbe nondimeno essere rigorosamente attuato,
○ sostenere le riforme economiche per incoraggiare gli investimenti e lo sviluppo del settore privato, anche allo scopo di rafforzare il ruolo delle PMI, le quali assicurano tra il 50% e il 70% dei posti di lavoro in numerosi paesi,
○ facilitare le rimesse degli emigranti ai paesi d'origine a condizioni più favorevoli e assicurare che tali paesi tengano conto di questi importanti contributi nei piani nazionali di sviluppo economico,
○ porre l'accento sulla necessità che paesi donatori e paesi beneficiari formino partnership per lottare contro la corruzione e invitare i paesi che non lo hanno ancora fatto a ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione,
○ sostenere la proposta della Commissione europea di adattare la FEMIP allo scopo di fornire una base finanziaria di sostegno più solida per le PMI;
31. invita gli Stati membri e i paesi partner del Mediterraneo a promuovere iniziative comuni e a unire le forze nel settore dell'energia, secondo il modello degli accordi bilaterali conclusi tra Cipro, Libano ed Egitto concernenti la ricerca di potenziali risorse di petrolio e di gas nei fondali del Mediterraneo, nonché la costruzione del gasdotto Medgas e del gasdotto arabo;
FEMIP
32. invita gli Stati membri dell'UE e i loro partner del Mediterraneo a effettuare i necessari studi per la trasformazione del Fondo euromediterraneo di investimenti e partenariato (FEMIP) in una Banca euromediterranea di sviluppo, considerando l'importanza di tale banca nell'incoraggiare il settore privato e nello sviluppare investimenti nella zona;
DIRITTI DELLE DONNE
33. sottolinea la necessità di affrontare la questione dei diritti delle donne nell'ambito del dialogo euromediterraneo e sottolinea l'importanza di riforme legislative per sostenere la parità tra i due sessi; sottolinea l'importanza della partecipazione delle donne alla vita politica, economica e sociale, nonché della loro presenza nei media; chiede un miglioramento dell'accesso delle donne all'istruzione e alle cure sanitarie, in particolare nei paesi partner del Sud; pone inoltre l'accento sulla necessità di sostenere sia le organizzazioni governative che quelle non governative che promuovono i diritti delle donne;
34. invita la Commissione e il Consiglio a fare riferimento ai diritti delle donne e all'obbligo di attuare politiche che promuovano la parità tra uomini e donne negli accordi di associazione conclusi con i partner del Sud, a procedere regolarmente a una valutazione dei risultati e a far rispettare tale obbligo mediante il ricorso a meccanismi di avvertimento e persino di sospensione degli accordi in caso di non ottemperanza; prende atto che il Parlamento europeo potrebbe avere un maggior ruolo di controllo in questo contesto;
35. approva i fondi stanziati a tal fine nel contesto di MEDA I e II e l'Iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell'uomo, ma sarebbe anche favorevole a un programma regionale MEDA per promuovere in particolare i diritti delle donne;
36. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai Parlamenti nazionali dell'UE e ai Parlamenti dei paesi partner euromediterranei.