Proposta di risoluzione - B6-0272/2007Proposta di risoluzione
B6-0272/2007

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

4.7.2007

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Brian Crowley, Cristiana Muscardini, Roberta Angelilli, Inese Vaidere, Guntars Krasts, Adam Bielan, Hanna Foltyn-Kubicka, Ryszard Czarnecki e Michał Tomasz Kamiński
a nome del gruppo UEN
sulla Palestina

Procedura : 2007/2560(RSP)
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B6-0272/2007
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B6-0272/2007
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B6‑0272/2007

Risoluzione del Parlamento europeo sulla Palestina

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Medio Oriente, in particolare quella del 7 settembre 2006 sulla situazione in Medio Oriente,

–  vista la sua risoluzione del 26 aprile 2007 sulla vicenda del giornalista della BBC Alan Johnston,

–  viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1757(2007), 1748(2007), 1747(2007), 1701(2006), 1559(2004), 520(1982), 426(1978), 338(1973) e 242(1967),

–  visto il discorso rivolto del Presidente del Parlamento europeo alla Knesset israeliana il 30 maggio 2007,

–  visti gli accordi di vicinato fra l'UE e Israele e fra l'UE e la Palestina,

–  viste le conclusioni del XIX Vertice della Lega araba, tenutosi a Riyad dal 29 marzo 2007,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che l'escalation del conflitto fra Israele e Palestina continua ad avere conseguenze negative per la situazione di tutto il Medio Oriente,

B.  considerando che il giornalista della BBC Alan Johnston, rapito a Gaza il 12 marzo 2007, è stato rilasciato da Hamas,

C.  considerando che l'Unione europea ha una speciale responsabilità per la pace e la sicurezza in Medio Oriente,

D.  considerando che nel luglio 2006 Hamas ha rapito un soldato israeliano, Gilad Shalit, la cui sorte è tuttora incerta e la cui liberazione è stata ripetutamente chiesta da numerose organizzazioni e istituzioni, come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'UE e l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM),

E.  considerando che il governo palestinese guidato da Hamas non ha finora soddisfatto i criteri stabiliti dal Quartetto (UE, ONU, Stati Uniti, Russia) riguardanti il riconoscimento di Israele, il ripudio della violenza e l'accettazione degli accordi internazionali,

F.  considerando che il bando decretato dall'UE contro Hamas in quanto organizzazione terroristica ha reso impossibile finanziare direttamente l'Autorità palestinese e ha costretto l'UE ad inviare denaro attraverso uno speciale "meccanismo internazionale temporaneo" (MIT),

G.  considerando che i lanci di missili contro Israele ad opera di Hamas nell'aprile 2007 hanno determinato la sospensione del cessate il fuoco di cinque mesi fra palestinesi e israeliani e hanno riattivato il circolo vizioso delle aggressioni contro gli insediamenti israeliani e delle azioni di rappresaglia dell'esercito e dell'aviazione israeliani,

H.  considerando che Hamas è costantemente impegnata nell'attività di introduzione illegale di armi e munizioni nella Striscia di Gaza al fine di mantenere vivo il conflitto all'interno della società palestinese,

I.  considerando che il Presidente e 40 membri del Consiglio legislativo palestinese sono stati arrestati da Israele e sono tuttora tenuti prigionieri,

J.  considerando che le minoranze cristiane in Medio Oriente si trovano in una situazione di pericolo a causa dell'attuale ondata di violenza,

1.  esprime la sua profonda preoccupazione per l'escalation del conflitto israelo-palestinese concretizzatasi nei recenti eventi di Gaza e della Cisgiordania, e invita la comunità internazionale a raddoppiare gli sforzi di pace nella regione in conformità delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;

2.  si compiace della dichiarazione rilasciata dal Quartetto dopo la conferenza del 15 giugno e del suo sostegno agli sforzi volti a far fronte alle necessità umanitarie dei palestinesi e a mobilitare l'assistenza internazionale in loro favore;

3.  plaude alla recente nomina dell'ex Primo ministro britannico Tony Blair ad inviato speciale delle Nazioni Unite per il conflitto israelo-palestinese;

4.  si compiace del fatto che la Commissione abbia destinato 43 milioni di euro ad aiuti umanitari per i palestinesi che si trovano in situazioni di vulnerabilità in Cisgiordania, a Gaza e in altri paesi della regione;

5.  sollecita le autorità israeliane a consentire l'accesso umanitario a Gaza e sottolinea la necessità di agire rapidamente per evitare un ulteriore deterioramento della situazione umanitaria e ulteriori sofferenze per la popolazione civile, che è la prima vittima della violenza;

6.  si compiace del fatto che al Vertice della Lega araba svoltosi a Riyad nel 2007 sia stato ripreso il "piano di Beirut" del 2002, e ne prende atto considerandolo un chiaro segnale del desiderio del mondo arabo di giungere ad una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese;

7.  riafferma il suo impegno per aiuti umanitari efficaci al popolo palestinese; sottolinea tuttavia che l'aiuto non deve fornire un sostegno diretto o indiretto a gruppi violenti o a strategie basate sulla violenza volte a distruggere lo Stato d'Israele;

8.  si rallegra della liberazione del giornalista della BBC Alan Johnston e invita le autorità palestinesi ad assumere ogni iniziativa necessaria ad evitare in futuro rapimenti di giornalisti, operatori umanitari ed altro personale straniero che lavora nei loro territori, e a garantire che i responsabili di sequestri di persona siano consegnati alla giustizia;

9.  invita il movimento di Hamas a riconoscere lo Stato d'Israele e i precedenti accordi internazionali di pace con Israele, e a rinunciare alla violenza contro questo paese;

10.  si rammarica del fatto che tutti gli sforzi compiuti dalla mediazione araba per la sospensione della guerra tra fazioni e l'instaurazione del governo di unità nazionale siano in questo momento palesemente vanificati dalla nuova e sanguinosa escalation di violenza che ha già causato la morte di 50 persone e il ferimento di molte altre;

11.  è particolarmente preoccupato dei possibili sviluppi politici di questi violenti disordini nei Territori, determinati principalmente dall'atteggiamento di Hamas che non ha voluto accettare alcun compromesso né gli sforzi del governo di unità nazionale di mantenere un dialogo con Israele; sollecita pertanto Hamas ad astenersi dal ricorso alla violenza e ad avviare colloqui per un immediato cessate il fuoco, che potrebbe rappresentare il primo passo verso un ritorno alla pace e alla legalità nei Territori;

12.  prende atto della recente coraggiosa decisione del Presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas di nominare, immediatamente dopo il cessate il fuoco, il nuovo Gabinetto d'emergenze guidato dal Primo ministro Salam Fayyad; spera che tale governo possa riaprire il dialogo con Israele, fermare la violenza a Gaza e rilanciare il difficile processo di pace;

13.  prende atto dell'impegno con cui la missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per il nuovo valico di Rafah al confine fra Gaza e Egitto (EU BAM Rafah) sta monitorando e valutando l'efficacia del controllo di frontiera svolto dall'Autorità palestinese; plaude all'adozione da parte del Consiglio di un'azione comune che proroga il mandato della missione fino al 24 maggio 2008;

14.  invita Israele a rimettere in libertà i membri del Consiglio legislativo palestinese;

15.  saluta l'elezione di Shimon Peres alla Presidenza di Israele; ritiene che nella sua nuova carica, dato il suo alto profilo politico e la sua esperienza negli affari del Medio Oriente, Shimon Peres possa continuare a svolgere un ruolo importante nel rilancio del processo di pace;

16.  si rallegra del successo dell'azione dell'UNIFIL, la Forza provvisoria delle Nazioni Unite in Libano, e osserva che la sua missione potrebbe valere come modello esemplare da seguire nel processo negoziale per una soluzione del conflitto israelo-palestinese;

17.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ai governi e ai parlamenti di Israele, Libano, Autorità palestinese, Siria, Iran, USA e Russia, e al Segretario generale della Lega degli Stati arabi.