PROPOSTA DI RISOLUZIONE
9.7.2007
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Annemie Neyts-Uyttebroeck, Sajjad Karim, Marco Cappato e Marios Matsakis
a nome del gruppo ALDE
sul Pakistan
B6‑0279/2007
Risoluzione del Parlamento europeo sul Pakistan
Il Parlamento europeo,
– visto l’accordo di cooperazione tra la Comunità europea e la Repubblica islamica del Pakistan sul partenariato e sullo sviluppo, la cui conclusione è stata approvata dal Parlamento il 22 aprile 2004,
– vista la dichiarazione congiunta UE-Pakistan firmata a Berlino l’8 febbraio 2007,
– vista la sua relazione sul Jammu e Kashmir (relazione Nicholson of Winterbourne), approvata il 24 maggio 2007,
– vista la prima sessione della Commissione congiunta Pakistan-CE, tenutasi il 24 maggio 2007 a Islamabad,
A. considerando che almeno 16 persone sono morte e che decine sono rimaste ferite negli scontri tra studenti e forze di sicurezza intorno alla moschea Lal Masjid (moschea rossa) a Islamabad,
B. considerando che la moschea rossa è stata in prima linea nella vigile campagna volta all’introduzione della legge islamica Sharia in Pakistan;
C. considerando che sono passati più di cinque anni da quando il Presidente Pervez Musharraf ha dichiarato l'intenzione di regolamentare la rete di madrasse (scuole religiose) e che risulta evidente che le misure adottate non sono state efficaci quanto necessario;
D. considerando che la violenza correlata all’insurrezione è continuata in tutto il paese causando la morte di numerose persone,
E. considerando che le preoccupazioni per la sicurezza interna si sono acuite dopo l’attacco suicida del 28 aprile, che ha ucciso 30 persone e ferito il ministro degli interni, Aftab Ali Sherpao, durante un raduno politico a Peshawar; considerando che in tale occasione per la prima volta Islamabad ha ammesso un coinvolgimento militare,
F. considerando che l’indipendenza del potere giudiziario è stata minacciata dalla sospensione da parte del Presidente Musharraf del giudice della Corte suprema, Iftikhar Chaudhary, il 12 marzo, episodio che ha scatenato un’ondata di dimissioni e proteste concernenti l’indipendenza del potere giudiziario,
G. considerando che il paese continua ad essere guidato da un governo militare, nonostante le promesse di porre termine a tale situazione, e che il Presidente Musharraf ha escluso il ritorno degli ex primi ministri Benazir Bhutto e Nawaz Sharif prima delle elezioni previste per la fine del 2007,
H. considerando che gli USA stanno esercitando maggiore pressione sul Pakistan data la mancata applicazione da parte di quest’ultimo di misure rigorose di lotta al terrorismo;
I. considerando che l’Unione europea finora ha imposto clausole relative ai diritti umani negli accordi di scambio e cooperazione ove ciò potesse risultasse opportuno sul piano economico e politico,
J. considerando che l’Unione europea fornisce finanziamenti considerevoli al Pakistan per l’alleviamento della povertà e lo sviluppo del settore sociale,
1. esorta l’UE ad adottare una posizione salda nella difesa della clausola relativa alla democrazia e ai diritti umani negli accordi di cooperazione di terza generazione, ricercando un dialogo politico intenso sui diritti umani;
2. appoggia l’organizzazione di riunioni a livello di esperti in una serie di ambiti politici che includono: dialogo interconfessionale, lotta al terrorismo, lotta al traffico di droga, non proliferazione, diritti umani e buon governo, come stabilito nella dichiarazione congiunta UE-Pakistan firmata a Berlino l'8 febbraio 2007; chiede in particolare che venga esaminata la possibilità di instaurare un dialogo specifico sui diritti umani con il Pakistan e di istituire una sottocommissione che si occupi specificamente di diritti umani;
3. sottolinea che ogni iniziativa volta a disturbare il processo elettorale sarebbe inaccettabile e che va trovata una soluzione costituzionale alla crisi; invita la Commissione europea a inviare una missione elettorale dell’UE per monitorare le prossime elezioni, previste per la fine del 2007;
4. chiede alla comunità internazionale di esercitare pressione sul Presidente Musharraf affinché tenga fede ai suoi impegni, in particolare a quello espresso nel 1999 allorché affermò che le forze armate non hanno alcuna intenzione di restare al potere più di quanto sia assolutamente necessario per spianare la strada ad una vera democrazia in Pakistan, e in particolare affinché metta in atto controlli efficaci delle madrasse guidate da gruppi settari violenti, garantisca che le elezioni nazionali del 2007 saranno complete ed eque e ripristini con urgenza un governo civile;
5. accoglie con favore il consenso europeo sullo sviluppo e il chiaro impegno assunto dall’UE di concentrarsi sui paesi colpiti da conflitti o da fragilità dello Stato e di contribuire a raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio, inclusa la politica per l’universalità dell'istruzione; accoglie con favore il fatto che in Pakistan l’istruzione costituisca una priorità concordata congiuntamente tra la Commissione e le autorità pakistane e che nel Sindh e nelle province verso il confine nord-occidentale siano già stati preparati alcuni nuovi progetti in materia; chiede all’UE di continuare ad apportare il suo appoggio finanziario e tecnico al governo del Pakistan a tal riguardo; chiede al governo del Pakistan di aumentare significativamente il sostegno finanziario al sistema scolastico pubblico e di impegnarsi per la riforma del sistema, in particolare mediante la rimozione degli elementi settari e pro-jihad; chiede inoltre che vengano adottate misure immediate per ripristinare l’indipendenza del potere giudiziario;
6. attira l’attenzione sul processo delle elezioni generali del 2002, da più parti giudicato viziato;
7. deplora che l’esercito continui a dominare la scena politica e il governo in Pakistan, con l'appoggio implicito degli Stati Uniti e dell'Unione europea sin dal 2001; rimane estremamente turbato per le attuali gravi e frequenti violazioni dei diritti umani in Pakistan;
8. richiama l’attenzione sulla profonda preoccupazione della comunità internazionale per il ruolo del Pakistan nella proliferazione di armi nucleari;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e al governo del Pakistan.