PROPOSTA DI RISOLUZIONE
9.7.2007
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Pasqualina Napoletano e Robert Evans
a nome del gruppo PSE
sul Pakistan
B6‑0283/2007
Risoluzione del Parlamento europeo sul Pakistan
Il Parlamento europeo,
– visto l'accordo di cooperazione tra la Comunità europea e la Repubblica islamica del Pakistan sul partenariato e sullo sviluppo, del 24 novembre 2001 (detto anche accordo di cooperazione di terza generazione), in particolare l'articolo 1 che sancisce che "il rispetto dei diritti dell'uomo e dei principi democratici (…) costituisce un elemento fondamentale del presente accordo"[1],
– vista la dichiarazione congiunta UE/Pakistan, dell'8 febbraio 2007, sull'accordo di cooperazione del 2004, nella quale le due parti si impegnano a sviluppare un dialogo politico formalizzato di ampio respiro che includa, tra l'altro, la lotta contro il terrorismo, la non proliferazione, i diritti dell'uomo e il buongoverno,
– visto che nel corso della seconda parte dell'anno è previsto lo svolgimento di elezioni parlamentari, provinciali e presidenziali,
– vista la visita in Pakistan della delegazione SAARC del Parlamento europeo nel dicembre 2006 e la riunione tenuta con il generale Musharraf a Lahore,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione dei diritti dell'uomo e della democrazia in Pakistan, in particolare le risoluzioni in data 10 febbraio 2004[2] e 22 aprile 2004[3],
– visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che una serie di modifiche apportate alla Costituzione sotto l'amministrazione Musharraf hanno sostanzialmente alterato l'ordinamento politico del Pakistan e trasformato il sistema di governo da sistema parlamentare a sistema presidenziale, nel quale il Presidente predomina sul Parlamento e ha facoltà di scioglierlo,
B. considerando che le forze militari e i servizi segreti continuano ad esercitare una forte influenza sulla politica, il governo e l'economia del Pakistan, una situazione che contraddice lo spirito del piano d'azione per il ripristino della democrazia, che prevedeva che i poteri tornassero a passare da un governo militare all'amministrazione civile,
C. considerando che i recenti avvenimenti, tra cui la sospensione di un giudice della Corte suprema del Pakistan il 9 marzo in base ad accuse ancora non dimostrate di comportamento improprio, e le continue proteste popolari scatenate da questa azione hanno rafforzato l'urgenza di affrontare la questione della democrazia e dello Stato di diritto nel Pakistan,
D. considerando che i recenti scontri nella Moschea Rossa e nelle sue vicinanze, che hanno comportato un elevato numero di vittime, costituiscono una palese dimostrazione di potere da parte del movimento islamico radicale, nei confronti del quale il Presidente Musharraf non ha reagito con sufficiente tempestività né decisione,
E. considerando che l'Unione europea assegna al Pakistan finanziamenti significativi per combattere la povertà e sviluppare il settore sociale;
1. esorta il governo del Pakistan a tornare alla democrazia svolgendo elezioni libere, eque e democratiche entro la fine dell'anno e mette in guardia contro l'imposizione dello stato di emergenza o di altre misure volte a sopprimere la libertà di espressione, di associazione, di riunione o di movimento;
2. incoraggia il Presidente Musharraf a rispettare la Costituzione, consentendo alle nuove assemblee di svolgere le elezioni presidenziali e lasciando il suo posto di capo dell'esercito;
3. esorta l'esercito del Pakistan a consentire il ritorno alla democrazia attraverso elezioni libere ed eque, tra l'altro permettendo il ritorno in Pakistan dei leader politici esiliati; chiede che siano prese misure per limitare l'influenza delle forze militari e di altri gruppi armati sull'attività politica;
4. accoglie favorevolmente il fatto che l'Unione europea sorveglierà le elezioni legislative in Pakistan e che il Parlamento europeo parteciperà alla missione di osservazione; è tuttavia preoccupato da una serie di aspetti nell'imminenza di tali elezioni, in particolare:
- -la neutralità del governo di garanzia che sarà formato tre mesi prima delle elezioni e che sarà nominato dal Presidente Musharraf;
- -il fatto che un diploma di laurea sia un requisito per candidarsi, il che impedirà al 70% delle donne pachistane di presentarsi alle elezioni, aggravato dal fatto inaccettabile che un diploma conferito dalla scuola islamica sia equiparato a un diploma di laurea;
- -la mancanza di legittimità del futuro Presidente del Pakistan qualora egli sia eletto dall'Assemblea uscente;
5. esorta il Consiglio e la Commissione a inviare un chiaro messaggio al Presidente Musharraf che una transizione verso la democrazia è la sola via d'uscita accettabile dalla crisi in corso;
6. esorta il Consiglio e la Commissione a prendere una posizione ferma a difesa della clausola per la democrazia e i diritti dell'uomo nei suoi accordi con il Pakistan; chiede sia svolto un intenso dialogo politico sui diritti dell'uomo e il buon governo;
7. chiede il rafforzamento delle istituzioni democratiche e il ritorno al governo civile in Pakistan, come previsto da precedenti impegni assunti dal Presidente Musharraf;
8. esprime profonda preoccupazione quanto alla sospensione del giudice della Corte suprema in base ad accuse di presunto comportamento improprio, un'azione largamente considerata come un tentativo del governo di mantenere il controllo sulla magistratura durante un anno elettorale; chiede il rispetto dell'indipendenza della magistratura e dello Stato di diritto ed esorta il governo del Pakistan a prendere le iniziative necessarie ad invertire l'attuale tendenza negativa a questo proposito, e ad astenersi da ogni interferenza politica nella causa attualmente in esame presso la Corte suprema;
9. deplora profondamente la morte di 41 civili durante dimostrazioni politiche a Karachi il 12 maggio; condanna il ricorso alla forza per il conseguimento di fini politici, sia da parte di forze filogovernativa che di membri di partiti politici d'opposizione;
10. esprime profonda preoccupazione per la sicurezza delle 1.800 o più persone che si ritiene siano attualmente all'interno della Mosche Rossa ed esorta il governo del Pakistan a fare tutto il possibile per porre fine all'assedio senza ulteriore spargimento di sangue;
11. è parimenti preoccupato da notizie secondo le quali tre lavoratori cinesi sarebbero stati fucilati da presunti militanti islamici a Peshawar, in un'azione possibilmente collegata all'assedio della Moschea Rossa;
12. condanna ogni tentativo del governo di controllare la libertà dei media apportando modifiche alle licenze di trasmissione, limitando la trasmissione dal vivo di eventi esterni ed emanando direttive governative alle associazioni di media e alle emittenti; condanna ogni tipo di minaccia, coercizione e intimidazione di giornalisti ed emittenti;
13. è preoccupato per i numerosi e ben documentati casi di "scomparsa" riguardanti persone sospettate di terrorismo, giornalisti, studenti, membri di movimenti nazionalisti Balochi e altri attivisti politici; sottolinea fermamente che rapimenti, assassini extragiudiziali e detenzione in assenza di processo violano i principi fondamentali del diritto internazionale, incluso il diritto alla vita e il diritto ad un processo legittimo;
14. è preoccupato dal fatto che, anche se il Presidente Musharraf si è impegnato a lottare contro il terrorismo e l'estremismo a livello internazionale, le alleanze politiche interne che esistono tra il governo, le forze militari e i fondamentalisti religiosi possono ostacolare la capacità del governo di affrontare la questione dell'estremismo e del fondamentalismo;
15. è preoccupato per la crescente instabilità e la proliferazione di violenza connesse a sommosse nelle regioni tribali, soprattutto nel Waziristan, e rileva in particolare l'incidenza di numerosi attentati suicidi, incluso un attentato nei confronti del Ministro degli Interni a Peshawar il 28 aprile;
16. chiede un maggiore dialogo con i leader provinciali e locali sulla possibilità di una maggiore autonomia provinciale o a favore di una maggiore rappresentanza degli interessi delle province a livello nazionale; condanna le politiche repressive del governo nel Balochistan, dove continuano le pressioni per una maggiore autonomia provinciale e un più ampio controllo regionale sulle importanti risorse naturali della regione;
17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e al governo del Pakistan.