PROPOSTA DI RISOLUZIONE
22.10.2007
a norma dell'articolo 108, paragrafo 5, del regolamento
da Diamanto Manolakou, Vincenzo Aita, Ilda Figueiredo, Willy Meyer Pleite, Marco Rizzo, Kyriacos Triantaphyllides e Dimitrios Papadimoulis
a nome del gruppo GUE/NGL
sull'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e la tutela dei consumatori
B6‑0402/2007
Risoluzione del Parlamento europeo sull'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e la tutela dei consumatori
Il Parlamento europeo,
– visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che negli ultimi anni sono stati registrati aumenti significativi, in seno agli Stati membri dell'Unione europea, dei prezzi dei prodotti alimentari di base che hanno provocato grande malessere tra i consumatori, i quali reclamano l'adozione di misure immediate,
B. considerando che l'impennata dei prezzi riguarda tutti i prodotti alimentari, siano essi di base, lavorati o industriali, e incide in particolare sui redditi più bassi gravando pesantemente sui bilanci familiari,
C. considerando che i prodotti alimentari occupano un posto importante nel bilancio delle famiglie, con un'incidenza del 20% se non 30% nei paesi meno sviluppati dell'UE e agisce negativamente sulla coesione sociale tra gli Stati membri e l'UE,
D. considerando che l'aumento particolarmente sensibile dei prezzi dei prodotti alimentari di base come il pane, il latte, le patate e gli ortofrutticoli è dieci volte maggiore rispetto al tasso d'inflazione,
E. considerando che gli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari riducono sensibilmente il livello di vita soprattutto per le famiglie a basso reddito, incrementando ancor di più il numero dei poveri e dei socialmente esclusi,
F. considerando che l'impennata dei prezzi dei prodotti di base destinati all'alimentazione animale negli ultimi mesi è quasi raddoppiata determinando una situazione di crisi nel settore zootecnico,
G. considerando le mobilitazioni degli allevatori di numerosi Stati membri dell'Unione europea contro una politica che spinge alla chiusura delle piccole e medie aziende zootecniche e porta a una concentrazione della produzione di carne e di latte,
H. considerando che il settore dei prodotti alimentari è sempre più concentrato sia alla produzione sia alla distribuzione e controllato dalle grandi imprese che registrano forti profitti imponendo prezzi ai consumatori che sono multipli dei prezzi corrisposti ai produttori,
I. considerando che le prime vittime dell'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari e di quella delle materie prime necessarie per la loro produzione sono i consumatori ma anche i piccoli e medi produttori che non possono sopravvivere nelle attuali condizioni del mercato, il che comporta un rischio crescente di abbandono delle colture e dell'allevamento e di esodo dalle campagne,
J. considerando che l'ultima revisione della PAC mira a diminuire la produzione agricola attraverso un ridotto sostegno della produzione in modo da rafforzare le pressioni all'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nonché le azioni speculative,
K. considerando che le ultime riforme della politica agricola comune (PAC), associate all'apertura progressiva del mercato, al progressivo indebolimento dei meccanismi di regolamentazione del mercato dei prodotti agricoli e alla globalizzazione dell'agricoltura, incidono sull'instabilità dei mercati europei che abbisognano di nuovi meccanismi di gestione della crisi,
L. considerando che la riforma della PAC realizzata a Maastricht si prefiggeva l'obiettivo di eliminare 1.700.000 imprese e che tale riduzione del numero delle aziende agricole ha causato un costante aumento dei prezzi dei prodotti alimentari,
M. considerando che le cause strutturali dell'impennata dei prezzi sono direttamente connesse al fenomeno dell'esodo rurale registratosi negli Stati meridionali dell'Europa e nei nuovi Stati membri, fenomeno che si aggraverà con l'entrata in vigore del regime del pagamento unico per azienda e che tali cause sono pertanto di ordine socioeconomico,
N. considerando che l'utilizzo sempre più massiccio per fini non alimentari dei prodotti agricoli tra cui, in primo luogo, i biocarburanti sostituisce la produzione agricola destinata all'ottenimento di prodotti alimentari che è realizzata senza uno studio effettivo delle conseguenze sull'autosufficienza e la sovranità alimentare,
O. considerando che la restrizione della produzione di prodotti agricoli e zootecnici crea condizioni propizie per il rapido aumento delle importazioni e delle attività speculative conferendo una posizione dominante alle società alimentari e incidendo direttamente sulla sovranità alimentare degli Stati membri,
P. considerando che gli effetti dei cambiamenti climatici cominciano già a mostrarsi soprattutto attraverso una riduzione della produzione cerealicola, il che ha già obbligato la Commissione a prevedere una deroga per il maggese dei cereali per la campagna 2008 e una prevista riduzione della produzione vitivinicola in Europa di circa il 18% a causa della necessità di anticipare la vendemmia in numerose zone, il che dimostra che la proposta della Commissione di estirpare 200.000 ettari di vigneti nell'ambito della riforma dell'OCM del settore vitivinicolo non ha alcun senso,
1. ritiene che le prime vittime dell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari sono le famiglie con bassi redditi che destinano gran parte del loro bilancio all'alimentazione e ritiene che occorre adottare misure dirette di calmieramento dei prezzi dei prodotti alimentari;
2. esprime preoccupazione per l'impennata dei prezzi dei prodotti di base destinati all'alimentazione animale che tocca direttamente gli allevatori e quella dei prezzi dei prodotti alimentari le cui vittime sono i consumatori, in particolare quelli con bassi redditi;
3. manifesta solidarietà ai piccoli e medi agricoltori e allevatori e ritiene giuste le loro rivendicazioni per una diminuzione dei prezzi dei prodotti di base necessari alle loro produzioni e chiede l'adozione di misure appropriate;
4. ritiene che i prezzi dei prodotti agricoli e zootecnici che ricevono i produttori non corrispondono agli aumenti di prezzo delle materie prime di guisa che le piccole e medie aziende rischiano di sparire con conseguenze nefaste sul volume della produzione, sulla qualità e sulla concentrazione in un piccolo numero di imprese;
5. insiste in particolare sulla necessità di adottare misure per ridurre lo scarto tra i prezzi pagati dai consumatori e quelli ottenuti dai produttori, limitando movimenti speculativi e di controllo del mercato da parte di un piccolo numero di grosse imprese a livello europeo o internazionale;
6. ritiene che la decisione di revocare provvisoriamente l'obbligo del maggese per la campagna 2008 e la proposta della Commissione di sospendere i dazi all'importazione applicabili ai cereali costituisce una misura frammentaria che non corrisponde efficacemente alle esigenze degli allevatori e dei consumatori ed è priva di valenza sul lungo termine;
7. fa notare che la recente revisione parziale del mercato del settore lattiero non impedisce al prezzo del latte di aumentare per il consumatore e di restare basso per i produttori, mentre fa diminuire gli aiuti provocando le reazioni degli allevatori e dei consumatori, che sono vittime di accordi commerciali organizzati tra le grosse industrie della filiera del latte;
8. constata che le recenti misure a favore del settore di produzione di patate e di ortofrutticoli e le riduzioni degli aiuti alla produzione hanno già avuto risultati negativi sui prezzi di tali prodotti e comportano degli aumenti;
9. insiste sul fatto che scopo primario dell'attività agricola è la produzione alimentare; constata che l'utilizzo per fini non alimentari di prodotti agricoli, soprattutto i biocarburanti, non contribuisce necessariamente all'estensione dell'attività agricola e può non apportare soluzioni soddisfacenti alla desertificazione della campagna; rileva inoltre che può sostituire la produzione di prodotti alimentari e avere così un impatto negativo sul volume dei prodotti alimentari e sulla sovranità alimentare;
10. sottolinea che la raccolta dei resti di biomassa dovrà essere regolamentata in modo da non contribuire all'accelerazione della desertificazione grazie alla riduzione delle sostanze organiche e al depauperamento del suolo;
11. invita risolutamente la Commissione a riesaminare gli obiettivi della politica agricola comune ai fini di un aumento della produzione dei prodotti alimentari, del sostegno alle piccole e medie aziende agricole e dell'allevamento, del contenimento dei prezzi pagati dal consumatore, rafforzando i meccanismi d'intervento e garantendo prezzi d'intervento decenti;
12. fa notare che la diminuzione radicale delle risorse per la crescita rurale ostacola l'elaborazione di piani d'azione e chiede che sia data priorità ai progetti nazionali o regionali di sviluppo rurale che mirano a lottare contro l'erosione, nonché a lavori idraulici, ad azioni agricole e ambientali di risparmi idrici e, più in generale, al miglioramento delle condizioni atte a mantenere la capacità di produzione delle piccole e medie aziende agricole e dell'allevamento;
13. chiede alla Commissione di non cedere alle pressioni delle grandi imprese che controllano la produzione e la distribuzione di prodotti alimentari né a quelle degli Stati Uniti d'America e di altri paesi nell'ambito dell'OMC e di sostenere gli interessi degli agricoltori, degli allevatori e dei consumatori degli Stati membri dell'Unione europea e dei paesi meno sviluppati;
14. chiede alla Commissione di esaminare e proporre misure di breve termine e di lungo periodo per venire in aiuto alle piccole e medie aziende, tenendo conto del fatto che la situazione in cui attualmente versano tali aziende pone il problema della loro vitalità e ne favorisce l'abbandono, soprattutto quando si trovano in regioni svantaggiate dal punto di vista strutturale, con rischi sociali, ambientali ed economici;
15. chiede alla Commissione di esaminare altresì l'adozione di misure volte a far fronte ad altri fattori che influiscono negativamente sui prezzi dei prodotti alimentari, come l'aumento del prezzo del petrolio, il costo della gestione economica e del credito, ecc.;
16. invita gli Stati membri a prendere le misure necessarie per ostacolare le azioni speculative e il controllo dei mercati dei prodotti alimentari, nonché la creazione di cartelli di industrie agroalimentari che sfruttano la mancanza di appropriate infrastrutture, l'inesistenza di organizzazioni di produttori e consumatori e l'assenza di meccanismi di controllo e che si prefiggono soltanto di incrementare i propri profitti attraverso la compressione dei prezzi ai produttori e l'imposizione di prezzi elevati ai consumatori;
17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.