Proposta di risoluzione - B6-0442/2007Proposta di risoluzione
B6-0442/2007

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

7.11.2007

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Harlem Désir, Robert Goebbels, Pervenche Berès, Jan Andersson, Anne Van Lancker e Udo Bullmann
a nome del gruppo PSE
su L'interesse europeo: riuscire nell'epoca della globalizzazione

Procedura : 2007/2637(RSP)
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B6-0442/2007
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B6‑0442/2007

Risoluzione del Parlamento europeo su L'interesse europeo: riuscire nell'epoca della globalizzazione

Il Parlamento europeo,

–  vista la sua relazione preparatoria del 26 gennaio 2007 sugli orientamenti generali di politica economica per il 2007 (A6-0012/2007),

–  vista la comunicazione della Commissione "L'interesse europeo: riuscire nell'epoca della globalizzazione" (COM(2007)0581),

–  vista la comunicazione della Commissione "È ora di cambiare marcia: il nuovo partenariato per la crescita e l'occupazione" (COM(2006)0030),

–  viste le decisioni del Consiglio del 4 ottobre 2004, del 12 luglio 2005, del 18 luglio 2006 e del 10 luglio 2007 sugli orientamenti per le politiche occupazionali degli Stati membri,

–  vista la sua risoluzione legislativa sugli orientamenti per le politiche occupazionali degli Stati membri[1],

–  visto il Patto europeo per la gioventù adottato dal Consiglio europeo il 23 e 24 marzo 2005,

–  visto il Patto europeo per le pari opportunità adottato dal Consiglio europeo il 23 e 24 marzo 2006,

–  vista la comunicazione della Commissione: "Istruzione e formazione 2010: l'urgenza delle riforme per la riuscita della strategia di Lisbona" (COM(2003)0685),

–  vista la sua risoluzione sulla situazione delle persone con disabilità nell'Unione europea allargata: il piano d'azione europeo 2006-2007[2],

–  viste le conclusioni della riunione informale dei ministri per l'occupazione e gli affari sociali a Guimarães sui "12 punti chiave per far fronte alle sfide che ci attendono" del 5 e 6 luglio 2007,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che la politica economica fa riferimento alle iniziative che i governi devono prendere nel settore economico per produrre una crescita economica sostenibile e di lungo termine per soddisfare i fabbisogni dei cittadini dell'UE,

B.  considerando che se le politiche pubbliche in effetti favoriscano o meno la crescita dipende da fonti e da ostacoli alla crescita che predominano nell'economia e da una più ampia costellazione di vincoli e opportunità posta dalla situazione economica globale,

C.  considerando che è sufficientemente provato che tassi elevati di inflazione, squilibri macroeconomici eccessivi, investimenti insufficienti nel capitale umano ed elevati tassi di protezionismo non sono favorevoli ad una crescita economica efficiente e sostenuta,

D.  considerando che l'attuale instabilità finanziaria provoca incertezza e potrebbe aggravare una crescita già lenta e considerando che la modesta revisione delle previsioni autunnali della Commissione potrebbe prefigurare un'inversione di tendenza del ciclo economico a meno che la trasparenza dei mercati e reazioni adeguate da parte del mondo decisionale ripristinino la fiducia dei consumatori,

E.  considerando che la nuova UE rappresenta un insieme unico di economie industrializzate ed economie convergenti a basso costo, che rende possibile ridurre i costi e utilizzare economie di scala interne ed esterne resistendo a pressioni deflazionistiche e inflazionistiche da parte delle economie in via di sviluppo,

F.  considerando che l'UE ampliata, che con 500 milioni di cittadini rappresenta uno dei più grandi mercati del mondo, è diventata uno dei principali attori mondiali che definisce standard dello stesso livello,

G.  considerando che il profilo sempre più marcato e l'attrazione del mercato unico dell'UE incoraggiano l'immigrazione economica, la richiesta di aiuti finanziari e politici per la soluzione di problemi in tutto il mondo e favorisce l'afflusso di investimenti di fondi privati e di fondi sovrani,

H.  considerando che l'UE ampliata e il suo impatto sull'economia nonché sullo sviluppo politico e socioculturale dei suoi Stati membri rende necessarie riforme e una migliore cooperazione all'interno del sistema a livello decisionale politico,

I.  considerando che l'interdipendenza nella zona euro è più forte che nell'UE nel suo complesso e considerando che ciò non si traduce ancora in processi politici efficaci e coerenti, in particolare per quanto riguarda il collegamento fra finanze pubbliche sane, spese e investimenti di elevata qualità in strategie di crescita della produttività,

J.  considerando che nel definire gli orientamenti generali di politica economica dell'UE, il livello decisionale deve identificare, definire chiaramente e affrontare le sfide comuni che le economie dell'UE affrontano e affronteranno negli anni a venire,

K.  considerando che nel 2006 l'economia europea ha raggiunto risultati migliori che negli anni precedenti; considerando tuttavia che dopo l'insorgere della volatilità finanziaria e a causa dell'aumento dei rischi, la Commissione ha ridimensionato leggermente al ribasso le previsioni delle crescita economica del 2007 passando al 2,5% per l'area euro e al 2,8% per l'UE,

L.  considerando che sensibilizzare i cittadini UE per averne l'attivo sostegno è un prerequisito per la riuscita attuazione di misure di politica economica,

M.  considerando che la possibilità di riesaminare lo strumento di Lisbona dovrebbe essere utilizzata per adeguare gli orientamenti integrati in modo che essi riflettano le nuove sfide e affrontino le lacune e la mancanza di coerenza esistenti negli impegni attuali,

N.  considerando che la strategia occupazionale europea (EES) ha bisogno di maggiore visibilità, capacità di controllo e slancio di partecipazione nel quadro della rinnovata strategia di Lisbona, con particolare riguardo ai programmi di riforma nazionali (NRP) e alle relazioni di attuazione di detti programmi,

O.  considerando che le relazioni sull'attuazione degli NRP mostrano che l'attuazione è più modesta nei settori volti a migliorare l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese e a aumentare gli investimenti nell'educazione e nella formazione,

P.  considerando che esiste una forte correlazione tra crescita economica, occupazione, lotta alla povertà e integrazione sociale; considerando che la povertà dei lavoratori viene sempre più identificata quale sfida chiave per le politiche occupazionali e di integrazione sociale; considerando che pertanto è essenziale riequilibrare gli orientamenti integrati perché possano raggiungere i loro obiettivi sociali ed ambientali e prendere in esame le sinergie tra i vari settori,

Q.  considerando che la suddetta riunione informale dei ministri occupazione e affari sociali a Guimarães ha concluso che l'integrazione sociale rappresenta una dimensione fondamentale delle strategia di sviluppo sostenibile in Europa in quanto fornisce gli strumenti per creare possibilità per tutti e incide positivamente sull'occupazione, le capacità e lo sviluppo umano,

R.  considerando che molte misure del processo NRP hanno effetti evidenti sulle politiche di integrazione sociale, soprattutto le misure che hanno come obiettivo l'occupazione, mentre gli obiettivi e le politiche di integrazione sociale spesso sono ancora assenti dal processo NRP,

Politiche esterne

1.  nota che la globalizzazione dell'economia crea nuove opportunità per le economie UE che sicuramente svolgeranno un ruolo importante nei decenni a venire e porteranno benefici aggiuntivi permettendo di conseguire economie di scala, capacità, globalizzazione, reti e una immagine positiva;

2.  sottolinea che l'UE può raggiungere i propri obiettivi di Lisbona nel proprio interno solo con un comportamento attivo e unito sulla scena globale; si compiace pertanto dell'intenzione di sviluppare una dimensione esterna coerente della strategia di Lisbona; ritiene che un approccio globale della politica esterna che si concentri sulla cooperazione nel campo della regolamentazione, su una convergenza di criteri e sull'equivalenza delle norme deve promuovere sia la concorrenza equa che gli scambi; ricorda tuttavia in questo contesto che non bisogna sottovalutare l'importanza di ulteriori miglioramenti della cooperazione interna e dei processi di riforma;

3.  sottolinea che l'importanza crescente dell'UE quale attore globale e uno dei principali beneficiari dell'economia mondiale aperta, quale principale esportatore e importatore mondiale di beni, quale principale esportatore mondiale di servizi e secondo luogo di destinazione e di origine degli investimenti diretti esteri; ritiene che quindi l'UE abbia una grande responsabilità e che debba affrontare i problemi a livello mondiale creando strumenti di politica economica esterna comune per gestire adeguatamente l'impatto esterno del mercato unico UE;

4.  ritiene che la consolidazione globale delle industrie e acquisizioni delle società UE da parte di investitori di paesi terzi, e viceversa, diminuisca il costo effettivo del capitale; chiede che vengano prese misure per combattere il protezionismo sia all'interno che all'esterno dell'Unione europea; sottolinea tuttavia che senza un coordinamento appropriato per la creazione di un quadro di supervisione UE e la severa applicazione delle norme UE sulla concorrenza, i vantaggi del mercato unico e i benefici di scala, ottenuti mediante la partecipazione dell'UE a un mercato globale quale singola entità, potrebbero potenzialmente risultare minori;

5.  auspica l'indipendenza della BCE nella fissazione della politica monetaria e nella gestione della volatilità dei mercati finanziari mondiali; sottolinea che la valutazione del tasso di cambio dell'euro è il risultato dei crescenti squilibri dei paesi terzi e del rallentamento della domanda dell'UE, che aumenta la pressione competitiva sulle imprese UE, e ritiene che sia necessaria una risposta dell'UE mediante politiche economiche sane, accordi e cooperazione internazionali;

6.  ritiene che l'aumento della domanda di risorse naturali, di prodotti di base e di servizi occasionata dalla crescita delle economie in via di sviluppo possa esercitare una pressione inflazionistica sulle economie degli Stati membri UE che fino ad oggi è stata compensata dal loro contributo all'aumento dell'offerta mondiale; ritiene che gli Stati membri UE debbano risolvere questo problema con strumenti di politica economica antinflazionistica, in base a strategie di crescita tecnologica e all'interno di un quadro che contempli eventuali aggiustamenti macroeconomici e una maggiore coordinazione;

7.  si compiace dell'intenzione della Commissione di sviluppare la cooperazione in materia di regolamentazione, la convergenza degli standard e l'equivalenza delle norme nelle sue discussioni con paesi terzi; invita la Commissione a promuovere condizioni di lavoro e di vita lavorativa decenti e di qualità, a combattere il dumping sociale, a includere sistematicamente un capitolo sullo sviluppo sostenibile nei suoi accordi commerciali e di cooperazione con i paesi terzi, che richiedano la ratifica e l'applicazione degli standard essenziali dell'ILO e dei principi per un lavoro a condizioni decenti, e ad applicare sistematicamente i propri valori e principi sociali al momento di concludere accordi con i paesi terzi;

Politiche interne

Ponte tra le strategie per la protezione sociale e l'integrazione sociale e gli orientamenti integrati

8.  plaude alla dichiarazione della Commissione secondo la quale occorre dare più attenzione all'integrazione attiva e alle pari opportunità, promuovere una protezione sociale adeguata e rinforzare la lotta alla povertà, e che afferma che in tutta l'Europa sono necessari mezzi più efficaci per garantire e attuare gli esistenti diritti dei cittadini di accesso all'occupazione, all'istruzione, ai servizi sociali, alle cure sanitarie e ad altre forme di protezione sociale;

9.  sottolinea la necessità di garantire e migliorare l'integrazione e la visibilità della dimensione sociale nel prossimo ciclo della strategia di Lisbona e in particolare negli orientamenti integrati; ritiene che sia necessario con urgenza superare l'attuale squilibrio degli orientamenti per l'occupazione, che omettono di considerare taluni obiettivi sociali di base, quali quelli volti a ridurre il numero di lavoratori poveri ed aumentare l'accesso a lavori di qualità elevata, all'istruzione, alle cure sanitarie e ad altre forme di protezione sociale per tutti; invita la Commissione ad adeguare gli orientamenti integrati per confrontare le nuove sfide e superare queste carenze;

10.  invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare un approccio sistematico che garantisca l'effettiva coerenza tra il processo di NRP mirante alla crescita e a posti di lavoro più numerosi e migliori da una parte e al processo di integrazione sociale e protezione sociale dall'altra;

Attuazione degli orientamenti per l'occupazione

11.  invita la Commissione a tenere conto dell'ampia divergenza tra gli Stati membri per quanto riguarda l'applicazione e l'efficacia degli orientamenti per l'occupazione garantendo che gli Stati membri applichino in maniera più esauriente gli indicatori e gli obiettivi, gli strumenti per la formazione continua e le misure indicate nel Patto europeo per la gioventù, nel Patto europeo per le pari opportunità e il piano d'azione UE 2006‑2007 per i disabili; chiede che tutti questi impegni, obiettivi e criteri siano rapidamente incorporati negli orientamenti integrati per migliorare la coerenza e efficienza dell'EES;

12.  sottolinea la grande importanza di promuovere le capacità strategiche delle politiche occupazionali; invita la Commissione e gli Stati membri a tenere in grande conto i rispettivi processi di coordinamento miranti alla qualità dei posti di lavoro, alla riconciliazione del lavoro, della famiglia e della vita personale, alla qualità e alla disponibilità dell'istruzione e della formazione per tutti, all'attuazione della legislazione antidiscriminazione, al rafforzamento delle politiche di pari opportunità per le donne e gli uomini, ai temi dell'immigrazione;

13.  sostiene l'adozione di una serie equilibrata di principi comuni riguardanti la "flexicurity", che combina la flessibilità e la sicurezza per i datori di lavoro e i lavoratori sul mercato del lavoro; incoraggia gli Stati membri a integrare questi principi comuni nella loro consultazione NRP con i partner sociali e sottolinea il ruolo centrale della formazione e della riformazione, di politiche attive dei mercati del lavoro, di un'adeguata protezione sociale e dell'abolizione della segmentazione del mercato del lavoro garantendo diritti all'occupazione per tutti i lavoratori;

Politiche economiche

14.  nota che l'UE deve fare uno sforzo per spiegare i vantaggi del mercato interno ai cittadini, preoccupati che un aumento della concorrenza causata dall'ampliamento, dall'integrazione e dalla mobilità del lavoro trascini i modelli lavorativi tradizionali verso modelli "flexicurity" e ritiene che queste preoccupazioni debbano essere affrontate mediante iniziative volte a estendere l'offerta e a migliorare la qualità dei beni e dei servizi pubblici che nel tempo possono contribuire ad aumentare la crescita della produttività e mediante politiche attive sui mercati del lavoro;

15.  si chiede con preoccupazione se la crescita europea sarà abbastanza forte da compensare la volatilità del mercato finanziario e dei tassi di cambio mondiali; ritiene che politiche economiche sane contribuiranno a rafforzare la fiducia e a ridurre l'incertezza nel contesto dell'attuale volatilità finanziaria; sottolinea che uno dei problemi fondamentali affrontati dall'economia europea negli ultimi anni è stata una domanda interna insufficiente;

16.  sottolinea che tra le economie degli Stati membri esistono notevoli effetti di spill-over; sottolinea in questo contesto che una maggiore coordinazione delle politiche fiscali sane e di finanze pubbliche di alta qualità, inclusi gli essenziali "investimenti di Lisbona" sia di importanza cruciale;

17.  ritiene che la trasparenza dei mercati finanziari, norme efficaci sulla concorrenza e un'adeguata regolamentazione e vigilanza continueranno ad essere di importanza vitale, tenendo conto della globalizzazione dei mercati finanziari e della necessità di garantire i diritti dei consumatori; invita pertanto la Commissione a concretizzare i temi riguardanti il mercato finanziario in altrettante iniziative a livello europeo nel quadro del programma comunitario di Lisbona;

18.  sottolinea che il rallentamento dell'aumento della produttività è una preoccupazione di politica economica, di dimensioni diverse all'interno dell'UE, che tuttavia mostra una tendenza globale comune ad indicare debolezze dei mercati, della distribuzione e dei servizi finanziari;

19.  sottolinea che le rigidità strutturali impediscono un uso efficiente delle nuove tecnologie e l'accessibilità delle reti nelle industrie che non tengono il passo; ritiene che gli orientamenti di politica economica dovrebbero includere iniziative che incidano sull'offerta, per creare un ambiente favorevole per operazioni transfrontaliere da parte delle imprese e per accelerare la comparsa di un mercato finanziario unico;

20.  riconosce che l'Europa ha bisogno di una più veloce trasformazione dell'innovazione in nuovi prodotti e servizi; sostiene pertanto la richiesta della Commissione di un "triangolo di conoscenze" nel campo della ricerca, dell'istruzione e delle innovazioni; si attende investimenti più efficaci in nuove capacità, nella formazione continua e in sistemi di formazione e di istruzione moderni;

21.  chiede un sostegno alla ristrutturazione dell'economia tramite l'innovazione nei processi e nelle procedure manageriali e nelle strutture organizzative; ritiene che le nuove società per far questo hanno bisogno di un maggiore accesso ai capitali e di maggiore creatività, e che esse offrano numerose opportunità alle piccole imprese e alle generazioni più giovani;

22.  nota che la politica di concorrenza dovrebbe essere complementare alle politiche strutturali, impedire il sorgere di cartelli e garantire condizioni che impediscano l'esclusione in massa delle piccole imprese;

23.  ritiene che sia possibile migliorare il funzionamento dei mercati, della distribuzione e dei servizi finanziari coordinando maggiormente le riforme economiche dei diversi Stati membri, in particolare all'interno dell'area euro, e che sia possibile modernizzare l'economia investendo di più nella tecnologia; sostiene un approccio di governance economica integrata basata sul valore aggiunto dell'integrazione;

Meccanismi istituzionali

24.  ritiene che l'influenza della situazione economica sulla crescita di lungo termine non sia automatica e che dipenda dallo sviluppo di istituzioni reattive ai mercati se l'economia sia o meno capace di concretizzare il proprio potenziale strutturale di crescita; invita pertanto la Commissione a presentare orientamenti integrati 2008-2010 veramente aggiornati;

25.  ritiene che gli sviluppi istituzionali UE debbano facilitare il coordinamento efficiente delle politiche economiche e garantire la coerenza tra gli orientamenti integrati e i programmi di riforma nazionali: invita pertanto la Commissione a garantire che i programmi di riforma nazionale si basino maggiormente sugli orientamenti integrati formulando raccomandazioni specifiche agli Stati membri da basare sugli indicatori che ne misurino le le rispettive prestazioni;

26.  sottolinea che la trasparenza delle iniziative di Eurogroup, del Comitato economico e finanziario, del Comitato servizi finanziari e del Comitato politica economica sia vitale ai fini di un efficiente coordinamento e attuazione delle iniziative UE di politica economica;

27.  è convinto che al momento di decidere la strategia economica siano necessari maggiori comprensione e riappropriamento del programma di riforme a livello europeo e che il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali debba essere rafforzato, alla pari delle pertinenti formazioni del Consiglio dei ministri;

28.  ritiene che la governance di Lisbona dell'UE debba ancora essere migliorata, in particolare per quanto riguarda i seguenti aspetti: maggiore coordinamento tra le pertinenti formazioni del Consiglio dei ministri, in particolare per quanto riguarda l'adeguato coordinamento dei programmi di riforma nazionale, l'aggiornamento o la conferma degli orientamenti integrati già nell'annuale Consiglio di Primavera dell'UE in modo da dare agli Stati membri il tempo di redigere i rispettivi programmi di riforma nazionali e l'attribuzione di pieni diritti di consultazione per il Parlamento europeo;

29.  si rammarica ancora una volta che non sia stato ancora sottoscritto un piano chiaro e un codice di condotta tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione, a garanzia di un'adeguata cooperazione e della piena partecipazione delle tre istituzioni UE interessate a un'adeguata gestione ulteriore degli orientamenti di politica integrati quali strumenti chiave della strategia di Lisbona; chiede a questo proposito al Consiglio e alla Commissione di presentare subito proposte di stretta collaborazione tra le tre istituzioni UE per la prossima revisione degli orientamenti di politica integrati;

Partecipazione delle parti interessate

30.  invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere il coinvolgimento e la riappropriazione da parte dei parlamenti nazionali, degli enti locali e regionali, delle parti sociali, delle organizzazioni che rappresentano i disoccupati e di quei gruppi della società più distanti dal mercato del lavoro nel quadro della strategia di Lisbona e in particolare all'interno del processo NRP;

31.  è lieto che la Commissione intenda consultarsi con le piccole e medie imprese e loro rappresentanti e del relativo progetto di Legge per le piccole imprese per l'Europa; spera che la voce delle piccole imprese sia ascoltata nel dialogo sociale e che il principio di "innanzitutto pensa in piccolo" sia pienamente integrato nel processo decisionale;

Calendario

32.  aspetta di adempiere al proprio ruolo consultivo, quale definito all'articolo 128, paragrafo 2 del trattato, al fine di rivedere gli orientamenti per l'occupazione; invita la Commissione e il Consiglio a dare al Parlamento il tempo necessario e comunque non meno di cinque mesi per svolgere il suo compito;

33.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai parlamenti e ai governi degli Stati membri.