Proposta di risoluzione - B6-0518/2007Proposta di risoluzione
B6-0518/2007

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

10.12.2007

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Angelika Beer, Raül Romeva i Rueda e Frithjof Schmidt
a nome del gruppo Verts/ALE
sul decimo anniversario della Convenzione di Ottawa del 1997 per la messa al bando dell'uso, dello stoccaggio, della produzione e del trasferimento di mine antipersona e per la loro distruzione

Procedura : 2007/2676(RSP)
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B6-0518/2007
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B6‑0518/2007

Risoluzione del Parlamento europeo sul decimo anniversario della Convenzione di Ottawa del 1997 per la messa al bando dell'uso, dello stoccaggio, della produzione e del trasferimento di mine antipersona e per la loro distruzione

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulle mine terrestri, in particolare quella del 7 luglio 2005 su un mondo senza mine,

–  vista la Convenzione di Ottawa del 1997 per la messa al bando dell'uso, dello stoccaggio, della produzione e del trasferimento di mine antipersona e per la loro distruzione,

–  visto il Piano d'azione di Nairobi, adottato nel dicembre 2004,

–  vista l'8a riunione degli Stati firmatari della Convenzione di Ottawa, svoltasi in Giordania nel novembre 2007, e nella prospettiva della 9a riunione degli Stati firmatari della Convenzione prevista per il 2008 e della prima Conferenza di revisione prevista per il 2009,

–  vista la Campagna internazionale per la messa al bando delle mine terrestri, che opera in oltre 70 paesi di tutto il mondo,

–  visti il regolamento (CE) n. 1724/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1725/2001 del Consiglio,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che, nel novembre 2007, i paesi firmatari della Convenzione di Ottawa erano 156,

B.  considerando che alcuni parlamenti nazionali e il Parlamento europeo stesso hanno lanciato iniziative a favore dell'ulteriore sviluppo di azioni volte a controllare e vietare le mine terrestri,

C.  considerando che solo pochi paesi producono ancora mine antipersona (APM), che il commercio di APM ha registrato virtualmente un'interruzione e che dal 1999 circa 41,8 milioni di APM sono stati distrutti,

D.  considerando che, tra il 1999 e il 2004, si è proceduto allo sminamento di 4 milioni di APM e di 1 milione di mine anticarro (AVM) e che sono stati bonificati 2.000 km2 (pari alla superficie del Lussemburgo) di aree contaminate,

E.  considerando, tuttavia, che, a quanto risulta, più di 200.000 km2 a livello mondiale (pari alla superficie del Senegal) sono ancora contaminati da mine e ordigni inesplosi,

F.  considerando che ciò significa che in più di 90 paesi si trovano ancora mine e ordigni inesplosi; che 56 di tali paesi sono interessati dal problema delle AVM, e almeno 25 dal problema delle munizioni a frammentazione inesplose,

G.  considerando che il numero di vittime segnalate è passato da 11.700 nel 2002 a 5.751 nel 2006,

H.  considerando, tuttavia, che il numero ufficioso di vittime di mine terrestri e ordigni inesplosi è ancora valutato a 15.000-20.000 l'anno,

I.  considerando che, per la prima volta, sono state distrutte e smaltite più mine di quante ne siano state disseminate,

J.  considerando che l'uso governativo di mine antipersona si è ulteriormente ridotto, che solo il Myanmar/Birmania e la Russia continuano a disseminare nuove mine e che attori armati non statali ricorrono in misura minore alle mine antipersona o ad ordigni esplosivi improvvisati, sebbene ne facciano ancora uso in almeno otto paesi,

K.  considerando che, nel dicembre 2007, 35 attori armati non statali si sono impegnati a favore di un divieto totale dell'uso delle mine antipersona attraverso l'Atto di impegno ad aderire alla totale messa al bando delle mine antipersona e a cooperare nelle azioni antimine nell'ambito dell'Appello di Ginevra,

L.  considerando che, secondo le stime, 78 paesi sono ancora in possesso di arsenali contenenti circa 250 milioni di mine terrestri, che è provato che più di 15 paesi possiedono arsenali di mine anticarro e che 13 Stati non firmatari della convenzione producono ancora o mantengono il diritto di produrre mine antipersona,

M.  considerando che gli arsenali di APM devono essere distrutti al più presto, preferibilmente entro il termine di quattro anni previsto dalla Convenzione di Ottawa,

N.  considerando che nove Stati firmatari della Convenzione per la messa al bando delle mine devono ancora distruggere i loro arsenali entro quattro anni dall'adesione alla Convenzione,

O.  considerando che ai paesi firmatari della Convenzione di Ottawa deve essere concesso un ulteriore sostegno al fine di incoraggiare il maggior numero possibile di paesi contraenti a ottemperare ai loro obblighi in materia di smaltimento di tutte le mine entro dieci anni dall'adesione alla Convenzione,

P.  considerando che, dagli inizi degli anni Novanta, la comunità internazionale ha destinato più di 3,4 miliardi di dollari ai programmi di azione antimine (sminamento e aiuti alle vittime), e che l'Unione europea ha speso circa 335 milioni di euro,

Q.  considerando, tuttavia, che la spesa per tali programmi a livello mondiale è scesa a 250 milioni di euro nel 2005 e che, nonostante sia aumentata a 316 milioni di euro nel 2006, il processo risulta senz'altro troppo lento,

R.  considerando che l'Unione europea si è impegnata ad assumere a lungo termine la leadership e a farsi carico del finanziamento delle azioni antimine al fine di realizzare un'universalizzazione e attuazione completa della Convenzione,

S.  considerando che, nel 2007, la Commissione ha impegnato un totale di 33 milioni per azioni antimine in 10 paesi (Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Cambogia, Cipro, Etiopia, Guinea-Bissau, Giordania, Libano, Senegal e Sudan),

T.  considerando che il documento strategico 2005-2007 sottolinea i vantaggi di una linea di bilancio specifica per le mine terrestri antipersona al fine di fornire la capacità di rispondere ad esigenze urgenti e impreviste, di rafforzare e promuovere l'efficienza e l'efficacia delle azioni antimine avviate nell'ambito di programmi umanitari e di sviluppo socio-economico a lungo termine nei casi in cui i CSP, i PIN o gli strumenti corrispondenti non possano sostenere giuridicamente attività relative alle mine terrestri antipersona o nei casi in cui siano in gioco la sensibilità politica o gli interessi della CE, nonché al fine di sostenere le organizzazioni non governative,

U.  considerando, tuttavia, che la linea di bilancio sulle mine terrestri antipersona della Commissione è stata ritirata dallo Strumento per la stabilità alla fine del 2006, che la strategia e la programmazione CE sull'azione antimine giungono a termine quest'anno e saranno sostituite da una programmazione effettuata quasi esclusivamente dalle delegazioni CE sulla base degli orientamenti elaborati dalla Commissione e integrando le azioni antimine nei documenti strategici per paese e regione; considerando inoltre che saranno i partner della CE interessati dal problema delle mine a decidere il livello di importanza da conferire alle azioni antimine nell'ambito del loro elenco generale di priorità in materia di assistenza nel quadro delle richieste di aiuto finanziario alla Commissione,

V.  considerando che, sebbene la Commissione affermi di continuare a sostenere fermamente la Convenzione di Ottawa, possono essere e sono state effettivamente espresse preoccupazioni in merito ai futuri livelli finanziari dell'azione antimine della CE,

W.  considerando che devono essere migliorati l'aiuto alle vittime delle mine e il loro inserimento socioeconomico, come previsto all'articolo 6 della Convenzione di Ottawa; considerando che al mondo vi sono circa 450.000-500.000 sopravvissuti e che il numero delle persone che sono sopravvissute ad una mina antipersona o ad un ordigno inesploso e necessitano di assistenza e riabilitazione è in aumento; considerando che tre quarti delle vittime ufficiali sono civili e il 34% delle vittime civili sono bambini,

X.  ribadendo la necessità di rafforzare il diritto umanitario internazionale (DUI) applicabile alle mine anticarro che dovrà essere stabilito dal Gruppo di esperti governativi (GGE) nel quadro della Convenzione su alcune armi convenzionali (CCW), tenendo conto che le mine anticarro dotate di sensori e dispositivi antimanipolazione che possono essere innescati da un atto involontario di una persona sono già vietate dalla Convenzione di Ottawa in quanto costituiscono una minaccia mortale per comunità vulnerabili e lavoratori del settore umanitario nonché per il personale preposto allo sminamento,

Y.  considerando con preoccupazione che sta per esaurirsi il tempo a disposizione dei 29 paesi che, entro il 2009 o il 2010, dovranno ottemperare alle scadenze in materia di sminamento previste dalla Convenzione e sottolineando, in particolare, che uno Stato membro dell'Unione europea non ha neanche iniziato le operazioni di sminamento nonostante l'obbligo, previsto dalla Convenzione, di completare tali operazioni entro il 2009 e che un altro Stato membro ha avviato tali operazioni solo nell'ottobre scorso,

Z.  rilevando con preoccupazione che al finanziamento dell'assistenza ai sopravvissuti è destinato solo l'1% degli stanziamenti totali dell'azione antimine e che i progressi realizzati per rispondere alle necessità dei sopravvissuti e per far valere i loro diritti devono essere considerati insufficienti; considerando che almeno 13 paesi hanno urgente bisogno di programmi di sensibilizzazione ai rischi rappresentati dalle mine, nuovi o supplementari,

1.  invita tutti gli Stati a firmare e a ratificare la Convenzione di Ottawa al fine di universalizzarla per raggiungere l'obiettivo comune di un mondo senza mine;

2.  sottolinea, in particolare, l'importanza che gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, il Pakistan e l'India firmino e ratifichino la Convenzione di Ottawa;

3.  invita i due Stati membri che non hanno ancora aderito alla Convenzione o terminato il processo di ratifica a procedere in tal senso prima della prossima Conferenza di revisione della Convenzione di Ottawa che si terrà nel 2009;

4.  invita tutti gli attori armati non statali a dimostrare il proprio rispetto per la norma umanitaria sancita dalla Convenzione di Ottawa interrompendo la produzione e l'uso di mine terrestri antipersona e firmando l'Atto d'impegno dell'Appello di Ginevra;

5.  invita il Consiglio e gli Stati membri dell'Unione europea ad avviare immediatamente i preparativi per la Conferenza di revisione della Convenzione di Ottawa che si terrà nel 2009 e a presentare, in tale prospettiva, una proposta relativa alla prevista "azione congiunta";

6.  invita gli Stati firmatari ad attuare integralmente e rapidamente tutti gli obblighi previsti dalla Convenzione di Ottawa;

7.  esorta tutti gli Stati membri e i firmatari della Convenzione di Ottawa a insistere sul fatto che qualsiasi mina che potrebbe essere fatta detonare dalla presenza, dalla prossimità o dal contatto di una persona è una mina antipersona vietata dalla Convenzione; rileva che ciò vuole dire concretamente che fili di inciampo, fili a strappo, asticelle inclinate, spolette a bassa pressione, dispositivi antimanipolazione e congegni simili sono vietati nei paesi firmatari della Convenzione;

8.  invita gli Stati membri ad adottare senza indugio misure per garantire che le mine anticarro che potrebbero essere fatte detonare dalla presenza, dalla prossimità o dal contatto di una persona vengano distrutte conformemente alle disposizioni della Convenzione di Ottawa;

9.  chiede con determinazione che, in nessuna circostanza o a nessuna condizione, truppe dell'UE utilizzino mine terrestri di qualsiasi tipo e che non partecipino, nel contesto della NATO o al di fuori di esso, ad operazioni in cui forze alleate che non appartengono all'UE facciano ricorso a tali armi;

10.  invita la Commissione a garantire pienamente la propria determinazione e continuità negli sforzi volti ad assistere finanziariamente le comunità e gli individui interessati dal problema delle mine antipersona con tutti gli strumenti disponibili, anche nei territori sotto il controllo o l'influenza di attori armati non governativi, e le chiede di presentarsi al Parlamento all'inizio del 2008 per chiarire la sua azione in tale contesto;

11.  invita la Commissione a ripristinare una linea di bilancio specifica in materia di mine antipersona per il finanziamento delle azioni antimine, dell'assistenza alle vittime e della distruzione degli arsenali richieste agli Stati contraenti che non possono essere finanziate a titolo dei nuovi strumenti di finanziamento; invita la Commissione europea a garantire la disponibilità di risorse sufficienti dopo il 2007;

12.  invita la Commissione a mantenere posti sufficienti a livello di organico per garantire una efficace attuazione della sua politica in materia di divieto delle mine antipersona, anche garantendo che l'azione antimine sia espressamente inserita nei documenti strategici nazionali e nei programmi indicativi nazionali degli Stati contraenti interessati dal problema delle mine e monitorando il finanziamento totale destinato alle azioni antimine attraverso i vari strumenti di finanziamento;

13.  invita gli Stati firmatari della Convenzione, segnatamente gli Stati membri dell'Unione europea, a garantire che i finanziamenti da essi destinati alle operazioni di sminamento contribuiscano allo sviluppo di una capacità nazionale in materia, onde garantire che le operazioni proseguano fino alla bonifica totale di tutte le aree minate, note o presunte;

14.  invita il Consiglio e la Commissione a continuare a sostenere gli sforzi volti a far impegnare gli attori armati non statali a favore del divieto delle mine antipersona, il che non implica un sostegno o un riconoscimento in relazione alla legittimità di tali attori armati non governativi o delle loro attività;

15.  invita i paesi interessati dal problema delle mine e i donatori internazionali a conferire maggiore priorità alla riabilitazione fisica ed economica dei sopravvissuti, poiché non si tiene adeguatamente conto delle loro esigenze;

16.  invita le commissioni competenti a monitorare attentamente e a partecipare alle riunioni della CCW, a riferire sulle iniziative degli Stati membri in materia di mine terrestri e su altre misure internazionali concernenti tali armi;

17.  ricorda che ogni paese firmatario della Convenzione di Ottawa si impegna ad astenersi sempre e in qualsiasi circostanza dall'assistere, incoraggiare o indurre, in qualunque modo, chiunque ad impegnarsi in attività proibite agli Stati firmatari in virtù della Convenzione;

18.  invita gli Stati contraenti a garantire che non permetteranno alle istituzioni finanziarie presenti sul loro territorio e/o che rientrano nella loro giurisdizione di effettuare investimenti in imprese coinvolte nella produzione, nello stoccaggio o nel trasferimento di mine terrestri;

19.  invita l'Unione europea e i suoi Stati membri a vietare ogni tipo di sostegno finanziario diretto e indiretto da parte di istituzioni finanziarie pubbliche o private, presenti sul loro territorio o che rientrano nella loro giurisdizione, a favore di imprese coinvolte nella produzione, nello stoccaggio o nel trasferimento di mine terrestri; ritiene che questo divieto dovrebbe essere inserito nelle legislazioni europea e nazionale;

20.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale dell'OSCE, al Comitato internazionale della Croce Rossa, al Gruppo d'azione "Landmine.de" (Aktionsbündnis Landmine.de), alla Campagna internazionale per la messa al bando delle mine terrestri (CBL), all'Appello di Ginevra, all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE, ai governi degli Stati Uniti d'America, della Federazione russa, della Repubblica popolare cinese, del Pakistan e dell'India, e al Presidente designato della 9a Riunione degli Stati firmatari della Convenzione e della prima Conferenza di revisione.