PROPOSTA DI RISOLUZIONE
7.10.2008
da Nirj Deva, Maria Martens, Alain Hutchinson, Thijs Berman, Thierry Cornillet, Johan Van Hecke, Frithjof Schmidt, Feleknas Uca, Luisa Morgantini e Ryszard Czarnecki,
a nome della commissione per lo sviluppo
sull'accusa e il processo di Joseph Kony dinnanzi al Tribunale penale internazionale
B6‑0536/2008
Risoluzione del Parlamento europeo sull'accusa e il processo di Joseph Kony dinnanzi alla Corte penale internazionale
Il Parlamento europeo,
– visto lo statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI), in particolare l'articolo 86, entrato in vigore il 1° luglio 2002,
– vista la ratifica dello statuto di Roma da parte dell'Uganda il 14 giugno 2002,
– visto il deferimento della questione dell'Esercito di resistenza del Signore (LRA) alla CPI da parte del Presidente dell'Uganda Yoweri Museveni nel 2003, primo caso di deferimento da parte di uno stato firmatario dello statuto della CPI dalla sua creazione,
– vista la decisione del procuratore della CPI del 29 luglio 2004 di avviare un'indagine sulla situazione dell'Uganda settentrionale,
– visto il mandato di cattura per Joseph Kony emesso dalla CPI l'8 luglio 2005, come modificato il 27 settembre 2005[1],
– visto l'accordo di partenariato tra i membri del gruppo di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giungo 2000, come emendato dall'accordo che modifica l'accordo di partenariato, firmato a Lussemburgo il 25 giugno 2005 ("Accordo di Cotonou"), in particolare il suo articolo 8 sul dialogo politico e l'articolo 11, paragrafo 6, sulla promozione della pace e della giustizia nel mondo,
– viste la decisione 2002/494/GAI del Consiglio giustizia e affari interni, del 13 giugno 2002, relativa all'istituzione di una rete europea di punti di contatto in materia di persone responsabili di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra e la sua risoluzione legislativa del 9 aprile 2002,
– vista la decisione 2003/335/GAI del Consiglio, dell'8 maggio 2003, relativa all'accertamento e al perseguimento del genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra e la sua risoluzione legislativa del 17 dicembre 2002,
– visti la posizione comune 2003/444/PESC del Consiglio, del 16 giugno 2003, sulla Corte penale internazionale e il successivo piano d'azione del Consiglio,
– visto l'accordo tra la CPI e l'UE di cooperazione e assistenza firmato il 10 aprile 2006 ed entrato in vigore il 1° maggio 2006,
– vista la relazione integrativa del 23 giugno 2008 del Segretario generale delle Nazioni Unite al Consiglio di Sicurezza sui bambini nel conflitto armato in Uganda,
– viste le linee direttrici sui diritti umani dell'UE in merito ai bambini nei conflitti armati,
– viste le sue precedenti risoluzioni, in particolare quella del 22 maggio 2008 sul Sudan e la CPI, quella del 3 luglio 2007 sulle violazioni dei diritti umani nel nord dell'Uganda e quella del 6 luglio 2001 sul rapimento dei bambini da parte dell'LRA,
– vista la decisione del 1° settembre 2008 del dipartimento del tesoro statunitense di imporre nuove sanzioni a Joseph Kony, inserendolo nella lista nera dei terroristi,
– visto lo scambio di opinioni sulla CPI durante la riunione del 15 settembre 2008 della commissione per lo sviluppo del Parlamento europeo,
– visti l'articolo 91 e l'articolo 90, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. considerando che a settembre 2005 la CPI ha emesso un mandato di cattura per Joseph Kony, presidente e comandante capo dell'LRA, per 33 capi di accusa per presunti crimini contro l'umanità e crimini di guerra; considerando che sono stati emessi mandati di cattura anche per gli altri principali comandanti dell'LRA, tra cui Vincent Otti, Okot Odhiambo e Domic Ongwen,
B. considerando che i 33 capi di accusa contro Joseph Kony comprendono 12 capi di accusa per crimini di guerra e crimini contro l'umanità, quali l'omicidio, lo stupro, la schiavitù, la schiavitù sessuale e atti inumani diretti a infliggere gravi lesioni personali e sofferenze, e 21 capi di accusa per crimini di guerra, ivi compresi l'omicidio, il trattamento crudele dei civili, gli attacchi intenzionali contro la popolazione civile, il saccheggiamento, l'istigazione allo stupro e l'arruolamento forzato dei bambini,
C. considerando che l'LRA lotta nella regione dal 1986, presumibilmente contro il governo ugandese,
D. considerando che dal 1986 la parte settentrionale dell'Uganda è colpita da una ribellione armata, attualmente indicata con il nome di LRA,
E. considerando che nell'agosto 2006 il governo dell'Uganda e l'LRA hanno firmato un accordo di cessazione delle ostilità,
F. considerando che nel 2005, momento culmine delle violenze, nell'Uganda settentrionale si contavano circa 1.6 milioni di sfollati che vivevano in campi profughi mentre decine di migliaia di bambini dovevano dormire ogni notte nei centri urbani per ricevere protezione; considerando che, sebbene nel 2006 la metà degli sfollati interni abbia fatto ritorno ai propri luoghi di origine o nelle vicinanze, la situazione permane critica per molti di essi che sono scettici sul poter tornare alle proprie case prima del conseguimento di un accordo di pace definitivo,
G. profondamente preoccupato per le disastrose conseguenze di questo conflitto che ha provocato il rapimento di più di 20 000 bambini e causato enormi sofferenze umane, soprattutto per i civili, oltre a massicce violazioni dei diritti umani, esodi di massa delle popolazioni e il collasso delle strutture sociali ed economiche; considerando che il rapimento dei bambini per farne schiavi sessuali o soldati costituisce un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità;
H. considerando che l'LRA ha presumibilmente effettuato dai 200 ai 300 rapimenti nella Repubblica dell'Africa centrale, nel Sudan meridionale e nella Repubblica democratica del Congo, infliggendo le stesse violenze a una nuova generazione di vittime,
I. considerando nel luglio 2008 l'LRA ha attaccato l'esercito di liberazione sudanese a Nabaga, uccidendone 22 soldati,
J. considerando che Joseph Kony in più occasioni non si è presentato a Juba e, ad oggi, si rifiuta di firmare l'accordo di pace definitivo "fino a quando i mandati di cattura della CPI e le altre questioni affrontate dall'accordo non saranno risolte dal gruppo di collegamento congiunto"; considerando che l'accordo di pace definitivo è stato negoziato dall'inviato speciale per l'LRA del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Joaquim Chissano, ex Presidente del Mozambico,
K. considerando che Joseph Kony ha sfruttato il periodo di tregua del processo di pace per raggruppare e riorganizzare le forze dell'LRA nella Repubblica democratica del Congo,
L. considerando che, a causa dell'incapacità degli Stati firmatari di arrestare Kony e gli altri comandanti dell'LRA, detto esercito sta attualmente accrescendo le proprie file tramite i rapimenti,
M. considerando che secondo l'UNICEF, a settembre 2008, l'LRA ha presumibilmente rapito 90 bambini congolesi in età scolare dalle città di Kiliwa e Duru, nella Repubblica democratica del Congo, e ha attaccato varie altre località causando un esodo di massa nella zona,
N. considerando che la CPI svolge un ruolo fondamentale al fine di prevenire ed eliminare la perpetrazione dei gravi crimini che rientrano nella sua giurisdizione e costituisce uno strumento essenziale per la promozione del rispetto del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani, contribuendo in tal modo alla libertà, alla sicurezza, alla giustizia e allo Stato di diritto nonché al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza internazionale,
O. considerando che la giurisdizione della CPI si estende ai crimini più gravi che maggiormente preoccupano la comunità internazionale e, in particolare, il genocidio, i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra perpetrati dopo il 1° luglio 2002,
P. considerando che gli Stati si sono impegnati a perseguire detti crimini nelle loro giurisdizioni nazionali e a sostenere l'intervento della CPI nei casi in cui gli Stati nazionali non adempiono ai loro obblighi,
Q. considerando che tutti gli Stati membri dell'UE ad esclusione della Repubblica ceca hanno ratificato lo Statuto di Roma,
R. considerando che il 10 aprile 2006 l'UE ha firmato un accordo di cooperazione con la CPI in base al quale, tra l'altro, le parti hanno deciso di istituire i necessari contatti periodici tra la Corte e il punto focale dell'UE per la Corte, al fine di facilitare l'obbligo di cooperazione e assistenza,
S. considerando che l'Unione e i suoi Stati membri dovrebbero fare quanto in loro potere per garantire che il maggior numero possibile di Stati partecipi alla Corte penale internazionale, rammentando questo obiettivo in sede di negoziato (sia bilaterale che multilaterale) e di dialogo politico con i paesi terzi e le organizzazioni regionali,
T. considerando che la CPI dovrebbe essere integrata nelle relazioni esterne dell'UE e che la questione della ratifica e dell'attuazione dello Stato di Roma dovrebbe essere sollevata nei dialoghi politici e in materia di diritti umani (segnatamente nei vertici e nelle altre riunioni di alto livello) con i paesi terzi, anche nel contesto della cooperazione allo sviluppo, ad esempio nel quadro dell'accordo di Cotonou,
1. esorta il governo dell'Uganda e i governi dei paesi confinanti, in particolare la Repubblica democratica del Congo, a cooperare pienamente con la CPI nel corso delle sue indagini e procedimenti giudiziari; esorta in particolare a cooperare per l'arresto e la capitolazione di Joseph Kony e delle altre persone accusate dalla Corte con la massima urgenza;
2. si rammarica profondamente a causa dell'interruzione degli sforzi profusi per promuovere l'arresto di Joseph Kony e delle altre persone accusate dalla Corte; rammenta al governo dell'Uganda che, in qualità di Stato firmatario dello Statuto di Roma della CPI, è chiamato a cooperare pienamente con la Corte;
3. prende atto del fatto che lo Statuto di Roma prevede la possibilità che, una volta consegnate le persone alla Corte penale internazionale, il governo dell'Uganda possa chiedere che i casi siano nuovamente deferiti ai tribunali ugandesi, a condizione che la CPI concluda che i tribunali ugandesi abbiano le capacità, oltre che la volontà, di svolgere indagini reali e di perseguire gli indagati dell'LRA citati nei mandati di cattura ;
4. esorta il governo ugandese ad astenersi dal concludere qualsiasi accordo con l'LRA che eluderebbe il diritto internazionale;
5. esorta gli Stati membri dell'Unione europea, l'Unione africana (UA) e, in particolare, i paesi confinanti con l'Uganda a gestire l'attuazione dei mandati di cattura in modo coerente;
6. chiede il rilascio incondizionato ed immediato di tutte le persone rapite dall'LRA, in particolare i bambini, che rischiano di diventare schiavi sessuali o di essere obbligati a combattere per l'LRA;
7. esorta la comunità internazionale a indagare sulle presunte violazioni recentemente perpetrate dall'LRA nella Repubblica dell'Africa centrale, nella Repubblica democratica del Congo e nel Sudan meridionale e sulle poco conosciute inchieste svolte dall'ONU sulle violazioni nella Repubblica dell'Africa centrale, e di divulgarne i risultati;
8. chiede ai governi della regione, alla MONUC e agli altri osservatori internazionali ai negoziati di pace di seguire i movimenti dell'LRA grazie a un maggiore controllo delle frontiere della regione e di renderli pubblici nonché di monitorare e vietare il flusso di armi e di altri rifornimenti all'LRA; chiede l'elaborazione di piani efficienti per dar corso ai mandati di cattura della CPI, riducendo contemporaneamente al minimo il rischio per le vite dei civili e senza ricorrere all'uso eccessivo della forza, anche attraverso la MONUC;
9. esorta gli Stati membri dell'UE, in particolare quelli che sono stati coinvolti in Uganda e nel processo di pace di Juba, a coordinarsi con i governi della regione, il segretariato dell'ONU e le forze di mantenimento della pace al fine di dar corso ai mandati di cattura della CPI contro i capi dell'LRA;
10. richiama l'attenzione sul fatto che la giustizia costituisce un obiettivo comune che l'UE e l'UA condividono;
11. ribadisce che, con lo Statuto di Roma, gli Stati si sono impegnati a porre fine alle impunità per i crimini più gravi, fonte di maggiore preoccupazione per la comunità internazionale, e a contribuire alla prevenzione di tali crimini; ritiene fermamente che la CPI e i tribunali ad hoc contribuiscono al processo di riconciliazione e di pace;
12. esprime preoccupazione in merito alla mancanza di un chiaro impegno volto ad evitare la deviazione degli aiuti internazionali a favore dell'LRA, consentendo in tal modo a Joseph Kony di riarmarsi; chiede che le reti di approvvigionamento dell'LRA siano bloccate; esorta il governo del Sudan a cessare di fornire sostegno finanziario e militare all'LRA;
13. chiede all'UE e ai donatori internazionali di sostenere il disarmo, la smobilitazione e il reinserimento degli ex combattenti dell'LRA, il ritorno degli sfollati interni e la compensazione delle vittime;
14. accoglie con favore gli stretti e periodici contatti che si svolgono tra gli alti funzionari della CPI e l'UE; prende atto del notevole impegno dell'UE per la partecipazione allo Statuto di Roma e per la sua attuazione; sottolinea che la leadership dell'UE è essenziale ai fini dell'attuazione del mandato della CPI;
15. è fermamente convinto che, a lungo termine, la CPI contribuirà a prevenire il verificarsi di nuove atrocità; sottolinea che dall'insuccesso dei tentativi di arresto di Joseph Kony deriva la continuazione delle atrocità e delle violazioni dei diritti umani; sottolinea che la pace e la riconciliazione non possono essere conseguite senza la giustizia per le vittime;
16. raccomanda che l'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE segua da vicino la situazione nell'Uganda settentrionale e le violazioni dei diritti umani perpetrate dall'LRA;
17. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Rappresentante speciale dell'UE per la regione dei Grandi laghi, al Rappresentante speciale dell'UE per l'Unione africana, al governo dell'Uganda, ai governi degli Stati membri dell'UE e ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, alle istituzioni dell'Unione africana e al procuratore della CPI.
- [1] N. : ICC-02/04-01/05.