PROPOSTA DI RISOLUZIONE
20.10.2008
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Daniel Cohn-Bendit e Monica Frassoni
a nome del gruppo Verts/ALE
sul Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2008
B6‑0560/2008
Risoluzione del Parlamento europeo sul Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2008
Il Parlamento europeo,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2008,
– visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che molti dei problemi sottolineati dalla crisi sono dovuti alla complessità e alla crescente opacità degli strumenti finanziari;
B. considerando che l'innovazione finanziaria ha avuto conseguenze negative sulla stabilità finanziaria, dato che dalla creazione di strumenti finanziari complessi che permettono alle banche di scaricare i rischi deriva a una minore attenzione dedicata agli attivi soggiacenti e alle basi economiche reali;
C. considerando che il sistema di remunerazione dei dirigenti nelle istituzioni finanziarie è una delle cause principali dell'attuale crisi in quanto ha contribuito a concentrarsi sul rischio e sui profitti a breve termine;
D. considerando che il ruolo delle agenzie di rating creditizio è valutare adeguatamente i rischi connessi con la crescente complessità dei nuovi prodotti finanziari e considerando che i prodotti tossici, quali i mutui "subprime", hanno ricevuto un rating alto, facendo erroneamente credere che i rischi per gli investitori, le imprese finanziarie e gli altri utenti fossero ridotti;
E. considerando che la deregolamentazione del mercato finanziario ha aperto la strada a nuovi strumenti finanziari che non presentano alcuna relazione con la realtà economica; considerando che l'accumulazione di rischi reali (quali la maggiore povertà dei prestatari e la crisi nel settore energia/clima) è stata quindi occultata e la crisi finanziaria è divenuta una recessione, con conseguenze drammatiche per le persone e le piccole e medie imprese che devono affrontare la contrazione del credito;
F. considerando che l'UE deve essere un modello esemplare nella promozione degli investimenti a lungo termine, in particolare ai fini del conseguimento del pacchetto energia/clima;
G. considerando che gli obiettivi della strategia di Lisbona-Göteborg e il pacchetto energia/clima necessitano di investimenti a lungo termine per essere conseguiti; considerando che il ruolo della Banca europea di investimento deve essere ulteriormente rafforzato in questo campo, congiuntamente con la BCE che ha adottato una prassi di rimborso durante questa crisi finanziaria;
H. considerando che la ricapitalizzazione delle banche richiede finanziamenti pubblici e considerando che le misure adottate dallo Stato devono essere soggette a rigorose condizioni in materia di governance, regimi di compensazione, strategie di investimento, norme di contabilità realistiche, adeguato cambiamento dei modelli commerciali e un grado elevato di responsabilità delle autorità pubbliche;
I. considerando che sussiste una grande interdipendenza tra tutti gli attori finanziari e che la coesistenza di mercato leggermente, o affatto, regolamentati (come nel caso dei fondi hedge e di private equity) con istituzioni rigorosamente regolamentate ha causato l'aumento dell'instabilità finanziaria;
J. considerando che per vigilanza si intende l'osservazione dell'intero mercato al fine di identificare le tendenza preoccupanti e di ottenere informazioni sufficienti sulle transazione esterne ai mercati organizzati;
K. considerando che gli strumenti attualmente a disposizione dell'UE non sono più adatti per contenere l'impatto delle crisi finanziarie in modo tale da limitare al minimo i costi collettivi e da evitare il rischio morale; considerando che in Europa tuttora manca un approccio all'esposizione ai rischi, un organo di sorveglianza prudenziale e una struttura che consenta il rapido scambio delle informazioni e una chiara ripartizione delle responsabilità di sorveglianza;
Situazione economica e finanziaria
1. accoglie con favore le iniziative avviate dal Consiglio europeo per trovare soluzioni pratiche ed urgenti che permettano di affrontare le crisi finanziarie connesse con i depositi dei risparmiatori o il mercato interbancario; concorda sul fatto che tali misure fossero necessarie a frenare l'attuale crisi finanziaria e a ripristinare parzialmente la fiducia nei mercati finanziari; sottolinea tuttavia che altre misure a medio e lungo termine sono necessarie per opporsi ai rischi rimanenti e per evitare crisi sistemiche in futuro; reputa, ad esempio, essenziale un divieto permanente di talune prassi di mercato, quali la vendita allo scoperto;
2. sottolinea che l'Europa si trova ad affrontare una situazione di recessione, calo degli investimenti e aumento della disoccupazione a causa della crisi finanziaria; è del parere che occorre avviare indagini volte a determinare se si sono verificate violazioni (in particolare in termini di trasparenza) dell'attuale quadro di regolamentazione e vigilanza, per quanto limitato, e ad avviare i dovuti procedimenti giudiziari;
3. deplora l'incapacità della Commissione (Barroso, Kroes, Mc Creevy) di prevenire e affrontare adeguatamente la crisi finanziaria, come dimostrato dal fatto che ha promosso in modo sistematico l'autoregolamentazione piuttosto che la regolamentazione;
4. esprime profonda preoccupazione per gli effetti della crisi finanziaria sull'impegno dell'UE volto al conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio; esorta gli Stati membri e la Commissione a non ricorrere alla crisi finanziaria come pretesto per posporre il rispetto dei propri obblighi internazionali connessi con la lotta contro il cambiamento climatico e la povertà; sottolinea, al contrario, che l'impegno a fornire aiuti allo sviluppo deve essere sostanzialmente aumentato in vari forum e istituzioni internazionali (Nazioni Unite, Croce rossa internazionale, Oxfam, Brot fur die Welts, ecc.) per far fronte all'impatto della crisi finanziaria sulle condizioni di vita delle persone;
5. conviene con il Consiglio europeo sulla necessità di una riforma del sistema finanziario internazionale che sia autentica e globale; invita gli Stati membri ad adottare rapide iniziative volte a rafforzare l'architettura regolamentare mondiale;
6. chiede, in vista delle prossime riunioni sulla riforma delle istituzioni Bretton Woods, di rafforzare la cooperazione multilaterale al fine di stabilizzare i flussi di capitale, compresi obblighi di trasparenza più rigorosi e norme più rigide per gli attori istituzionali che investono nel campo degli alimenti e dell'energia; chiede l'elaborazione di norme sulla trasparenza delle informazioni relative alle entrate fornite delle società transnazionali e su una loro tassazione effettiva; chiede il rafforzamento della cooperazione fiscale globale e la creazione di un'organizzazione fiscale internazionale; chiede la creazione di uno strumento multilaterale all'interno del FMI volto ad aiutare le economie in via di sviluppo che devono affrontare l'uscita di grandi flussi di capitale nel contesto della crisi finanziaria mondiale, compreso un quadro multilaterale di garanzia; chiede la riforma della governance delle istituzioni Bretton Woods;
7. ritiene essenziale istituire una tassa speciale sulle transazioni finanziarie speculative, come la Tobin tax, i cui introiti saranno assegnati al finanziamento degli obiettivi comuni relativi al conseguimento degli obiettivi del pacchetto in materia di energia e cambiamento climatico o degli obiettivi di sviluppo del Millennio; invita la Commissione e gli Stati membri ad impegnarsi per concludere un accordo internazionale che impegni tutti i firmatari ad imporre suddetta tassa sulle transazioni finanziarie;
8. ritiene che l'obiettivo di evitare le crisi finanziarie e preservare la stabilità finanziaria nel lungo termine potrà divenire effettivo soltanto se gli Stati membri dimostrano la volontà di affrontare i problemi creati dai centri finanziari offshore (dove si trovano i fondi hedge, ad esempio, per motivi fiscali o di leggera regolamentazione), a tal proposito è del parere che occorre agire con determinazione per prevenire la frode e l'evasione fiscale in modo efficiente, chiudendo i paradisi fiscali all'interno dell'UE e esercitando pressioni su quelli al suo esterno; chiede il rafforzamento della direttiva sulle tasse e i risparmi al fine di includervi le persone giuridiche e tutte le fonti di reddito da capitale;
9. è del parere che sia necessario un nuovo accordo per rilanciare l'economia reale; sottolinea, a tal proposito, la necessità di un'azione concertata a livello europeo, in particolare sulla strategia di investimento volta a conseguire gli obiettivi di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni di CO2; considera che il ruolo della Banca europea per gli investimenti dovrebbe essere rafforzato affinché essa contribuisca al conseguimento di detti obiettivi; accoglie con favore, in questo contesto, la decisione della BEI di stanziare 30 miliardi di EUR al sostengo delle PMI e l'impegno di aumentare la sua capacità di intervenire in progetti di infrastrutture sostenibili; sottolinea che milioni di piccoli progetti, quali l'isolamento delle abitazioni e l'istallazione di dispositivi senza consumi di carbonio, costituiscono la forma più efficiente dal punto di vista dei costi e di creazione di posti di lavoro per nuovo accordo favorevole all'ambiente;
10. sottolinea il ruolo degli investitori a lungo termine nel finanziamento della strategia di Lisbona-Göteborg; esorta gli Stati membri e la Commissione a elaborare iniziative per incoraggiare le banche e le istituzioni finanziare ad attuare strategie a lungo termine e ad adottare misure per reindirizzare le liquidità verso gli investimenti a lungo termine;
11. esprime preoccupazione per i divari esistenti tra le transazioni non regolamentate (over the counter) e i mercati organizzati oppure tra gli enti regolamentati e non; invita gli Stati membri, se mossi dalla sincera volontà di ripristinare la fiducia nei mercati finanziari e di affrontare la crisi finanziaria a livello globale, a ripensare totalmente il funzionamento dell'attuale sistema finanziario, il che significa riconoscere l'interdipendenza delle economie nazionali, e a colmare il divario tra entri regolamentati e non, al fine di stabilire condizioni di parità per tutti gli attori finanziari;
12. è del parere che l'aumento della trasparenza dei mercati non regolamentati è uno dei principali problemi che devono essere affrontati per evitare nuove crisi finanziarie sistemiche; esorta gli Stati membri e la Commissione ad affrontare dette questioni efficacemente e ad adottare con urgenza le misure necessarie;
13. esorta la Commissione, in questo contesto, a presentare una proposta legislativa sui fondi hedge di private equity; ribadisce la propria convinzione sul fatto che tale normativa dovrebbe mirare, tra le altre cose, a creare un quadro comunitario per la registrazione e la concessione di licenze dei fondi speculativi e dei loro gestori e a creare un registro comunitario dei prodotti strutturati;
14. sottolinea che la crisi mette in evidenza la necessità di una maggiore vigilanza per quanto riguarda i prodotti finanziari complessi; prende atto, a tal proposito, che la cartolarizzazione, concepita come strumento di riduzione del rischio, ha invece provocato una diffusione arbitraria del rischio di credito in tutto il sistema finanziario;
15. appoggia la decisione del Consiglio europeo in merito all'accelerazione del lavoro sulla direttiva sui requisiti patrimoniali; reputa fondamentale che tutti gli enti o le attività che presentano lo stesso potenziale in termini di creazione di rischio sistemico siano soggette alle medesime norme prudenziali; sottolinea che la proposta della Commissione in materia di obblighi patrimoniali dovrebbe prevedere che gli emittenti detengano quote di prestiti cartolarizzati nel bilancio; ritiene di cruciale importanza, inoltre, che le banche siano obbligate a una solida gestione delle esposizioni esterne al bilancio e a riferire in merito;
16. accoglie con favore le decisioni del Consiglio europeo in merito ai regimi di retribuzione dei dirigenti delle aziende; condivide il parere che tali regimi dovrebbero essere conformi all'effettiva retribuzione dei dirigenti in funzione del successo dell'azienda e non dovrebbero incoraggiarli ad assumere rischi sconsiderati; esorta la Commissione a presentare con urgenza un'iniziativa legislativa in materia, al fine di garantire che le istituzioni finanziarie rendano pubbliche le loro politiche retributive, in particolare i pacchetti retributivi dei direttori e che le autorità di vigilanza prudenziale includano nella loro valutazione della gestione del rischio l'influenza della remunerazione, dei sistemi retributivi a premio e della tassazione, per assicurare che non inducano ad assumere rischi estremi;
17. sottolinea che parte della responsabilità della crisi ricade sulle agenzie di rating creditizio; accoglie con favore la richiesta del Consiglio europeo di accelerare l'imminente e tanto attesa proposta legislativa della Commissione intesa a rafforzare l'inquadramento delle agenzie di rating; reputa, a tal proposito, di vitale importanza garantire che le agenzie di rating siano registrate al fine di incoraggiare lo sviluppo di metodi alternativi e di garantire che le agenzie separino le loro attività di rating da ogni altro tipo di servizio (quale la consulenza sulla strutturazione delle transazioni) fornito per ogni obbligazione o soggetto valutato; ritiene che la Commissione dovrebbe istituire un'agenzia di rating creditizio comunitaria, pubblica ed indipendente, al fine di migliorare la trasparenza in questo settore;
18. approva la decisione del Consiglio europeo di consentire una maggiore flessibilità nell'attuazione delle norme relative al giusto valore, date le eccezionali circostanze di mercato; sottolinea, tuttavia, che occorre risolvere in futuro le varie debolezze connesse con il modo in cui i vari sistemi contabili assegnano un valore agli attivi di bilancio e trattare più genericamente la questione della volatilità del mercato creata dall'attuale sistema del "giusto valore";
19. deplora il fatto che le decisioni del Consiglio europeo in merito al rafforzamento della vigilanza del settore finanziario europeo, in particolare dei gruppi transnazionali, non sono affatto sufficienti per rispondere alle sfide poste dagli attuali rischi sistemici;
20. sottolinea, a tal proposito, che la vigilanza finanziaria, non essendo proceduta parallelamente all'integrazione del mercato, ha costituito un fattore aggravante nella diffusione della crisi, dato che gli organi di vigilanza nazionali non sono stati in grado di assumere una visione europea dei rischi creati da dette innovazioni finanziarie di natura complessa;
21. ribadisce, quindi, il proprio convincimento riguardo alla necessità di istituire un organo di vigilanza UE che copra le transazioni finanziarie transeuropee; sottolinea che detta autorità di vigilanza comunitaria dovrebbe essere autorizzata a raccogliere e analizzare i dati prudenziali micro e macroscopici con le banche centrali e dovrebbe operare come una forza di rapido intervento nelle situazioni di crisi che hanno un impatto sistemico sull'UE;
22. prende atto che, data l'eccezionalità delle circostanze attuali, un certo grado di flessibilità è necessario nell'attuazione della politica in materia di aiuti di Stato, ma sottolinea il bisogno di modificare gli incentivi per le grandi istituzioni finanziarie con potenziali rischi sistemici, prendendo in considerazione il fatto che se sono "troppo grandi per fallire" sono incoraggiate a massimizzare i rischi che si assumono;
23. esprime scetticismo in merito al ruolo che la Commissione ha svolto per prevenire la crescita di grandi istituzioni finanziarie con rischi sistemici; per quanto riguarda gli aiuti di Stato, reputa fondamentale attuare le dovute norme sul comportamento dei beneficiari al fine di prevenire ogni abuso del sostegno statale, come l'espansione e le strategie di mercato espansive, in particolare a scapito delle istituzioni dalle dimensioni più ridotte, in aggiunta alle garanzie di stato;
24. sottolinea, inoltre, che occorre un adeguato contributo da parte del settore privato, come controparte all'introduzione del sistema di garanzia dello Stato; ritiene che la Commissione dovrebbe consultare il Parlamento nell'applicazione di detti principi;
Trattato di Lisbona
25. riconosce che i cittadini europei sono sempre più scettici nei confronti dell'Unione europea; ribadisce, tuttavia, che il trattato di Lisbona contiene gli elementi necessari a dissipare lo scetticismo attraverso il rafforzamento della democrazia parlamentare, la trasparenza e lo Stato di diritto, custodendo i diritti fondamentali, sviluppando la cittadinanza e aumentando la capacità dell'Unione allargata di agire efficacemente in Europa e all'estero; riconosce anche che la crisi finanziaria ha dimostrato l'inadeguatezza degli strumenti comunitari nel quadro della politica economica e finanziaria;
26. accoglie con favore l'analisi esaustiva svolta dal governo irlandese sulle cause del risultato negativo al referendum, ma esprime preoccupazione riguardo al ritardo; sollecita il governo irlandese a compiere tutti gli sforzi in suo potere per presentare una proposta concreta che fissi le condizioni che permetterebbero di riavviare la procedura di ratifica in tempo per l'entrata in vigore del trattato di Lisbona prima delle elezioni europee del 2009;
27. invita le autorità competenti della Svezia e della Repubblica ceca a completare le rispettive procedure di ratifica prima della fine di quest'anno;
Energia e cambiamento climatico
28. è convinto che le ragioni economiche per lottare contro il cambiamento climatico siano chiare e che ogni ritardo nell'intraprendere le dovute azioni condurranno in ultima analisi a costi maggiori; ritiene, inoltre, che il miglioramento dell'efficienza energetica e il cambiamento alle fonti di energia rinnovabili e ad un'economia rispettosa del clima provocheranno un risparmio di denaro, una diminuzione della dipendenza dell'UE dalle importazioni di energia e conseguenze positive sulla creazione di posti di lavoro in Europa in un periodo così delicato;
29. accoglie con favore i progressi conseguiti in seno al Parlamento e il consenso raggiunto sull'avvio dei negoziati con la prospettiva di conseguire un accordo in prima lettura con il Consiglio prima della fine dell'attuale legislatura;
30. condanna con determinazione il tentativo del Consiglio europeo di dirottare il pacchetto energia/clima tramite la sua rimozione dall'ambito della normale procedura di codecisione per renderlo soggetto alla norma dell'unanimità al Consiglio; esprime preoccupazione in merito alle gravi conseguenze che tale intervento potrebbe avere nuocendo all'integrità del pacchetto e vanificando gli sforzi dell'UE di conferire slancio a un futuro accordo internazionale in materia di clima;
Sicurezza energetica
31. riconosce che attualmente l'UE importa l'82,5% del petrolio e che se la Comunità dovesse smettere di importarlo in questo momento le scorte esistenti degli Stati membri potrebbero durare 15 mesi;
32. riconosce che circa il 70% dei consumi di petrolio in Europa sono attribuibili al settore dei trasporti, mentre i restanti 20% all'edilizia e il 10% per le materie prime; prende atto che la Commissione prevede che il fabbisogno energetico del settore dei trasporti cresca di almeno il 30% fino al 2030, con un aumento inaccettabile del 5% annuo per il trasporto aereo, che provoca maggiori emissioni di CO2 e una crescente dipendenza dall'energia importata;
33. sottolinea che le evoluzioni nel settore dei trasporti hanno un grande impatto sulla dipendenza dal petrolio e sul miglioramento dell'ambiente e deplora il fatto che il Consiglio europeo abbia appena menzionato la questione della dipendenza dal petrolio e completamente tralasciato di trattare il settore dei trasporti;
34. si dichiara fiducioso in merito all'aumento della sicurezza energetica, alla limitazione del aumento previsto dei prezzi energetici e alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra che deriveranno da un sostanziale progresso del settore dei trasporti; esorta la Commissione a considerare il risparmio e l'efficienza energetici e le fonti rinnovabili come misure chiave necessarie a conseguire gli obiettivi climatici dell'UE, aumentando al contempo la sicurezza dell'approvvigionamento comunitario;
35. ritiene che l'obiettivo di migliorare l'efficienza energetica di oltre il 20% entro il 2020, come già convenuto dal Consiglio europeo a marzo 2007, è totalmente fattibile dal punto di vista tecnico ed economico; deplora, quindi, che il Consiglio europeo non lo abbia reso obbligatorio;
36. esorta ancora una volta l'UE a adottare misure concrete per minimizzare la dipendenza della propria economia dai combustibili fossili e per massimizzare la sua efficienza energetica entro il 2020; esorta, per tanto, l'UE e i suoi Stati membri a realizzare urgentemente forti investimenti in misure di risparmio e di efficienza energetici e nello sviluppo di progetti congiunti UE per le energie rinnovabili, che non solo possono garantire la sicurezza dell'approvvigionamento dell'UE, ma possono anche creare un legame tra l'obiettivo in questione, l'obiettivo di Lisbona (sviluppo economico e sociale) e l'obiettivo di Göteborg (ambiente);
37. invita la Commissione, inoltre, a lanciare, nel rispetto del secondo esame strategico in materia di energia, un vasto programma di efficienza energetica, compresa una serie di nuove iniziative pertinenti, quali la revisioni delle direttive comunitarie in materia di edilizia, una nuova iniziativa sulla cogenerazione e nuovi strumenti di bilancio per investire nel risparmio e nell'efficienza energetici; sottolinea che il risparmio energetico, l'efficienza energetica e l'uso delle fonti di energia rinnovabili offrono le maggiori possibilità di riduzione di CO2 ai costi più ridotti, aumentando al contempo l'indipendenza geopolitica dell'UE; ribadisce che soltanto attraverso tali misure l'UE potrà offrire un aiuto a lungo termine ai cittadini e alle imprese nell'affrontare l'aumento dei prezzi dell'energia;
Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo
38. deplora il fatto che il patto sull'immigrazione e l'asilo si concentri sul controllo alle frontiere piuttosto che sull'attribuzione di priorità ai mezzi di migrazione legale; concentrandosi sui controlli alle frontiere e sul rimpatrio sistematico degli immigranti illegali si ostacola l'accesso all'asilo e alla riunificazione familiare;
39. pur accettando la proposta sulla carta blu come primo passo verso un programma in materia di immigrazione più ampio, rifiuta qualsiasi gerarchia dei diritti dei lavoratori migranti; esorta, a tal proposito, gli Stati membri a ratificare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e i loro familiari;
40. chiede che il mandato di FRONTEX includa esplicitamente l'obbligo di ottemperare agli standard internazionali per i diritti umani e il dovere verso i richiedenti di asilo, ad esempio in relazione alle operazioni di FRONTEX in alto mare;
41. attende con interesse una revisione ambiziosa delle direttive europee in materia di asilo, seguita da una loro attuazione efficiente, ivi compresa una revisione esaustiva del regolamento Dublino II;
Seguito alla crisi in Georgia
42. deplora che i colloqui internazionali sulla sicurezza e la stabilità in Abkhazia e nell'Ossezia meridionale (come sancito nel piano a sei punti del 12 agosto 2008) apertisi a Ginevra il 15 ottobre 2008 siano stati caratterizzati da controversie procedurali che hanno impedito alle parti di affrontare in modo sostanziale e diretto i punti all'ordine del giorno;
43. sottolinea la necessità impellente di risolvere il problema degli sfollati e, in particolare, chiede l'imminente ritorno, in sicurezza e dignità, di tutte le persone che vivevano nella regione Kodori Gorge settentrionale in Abkhazia e nella regione Akhalgori nell'Ossezia meridionale;
44. attende con interesse le conclusioni della Conferenza internazionale dei donatori sulla Georgia che si terrà il 22 ottobre 2008; plaude all'impegno della Commissione volto a fornire un massiccio sostegno politico, finanziario e pratico alla Georgia; chiede alla Commissione di presentare misure volte alla riabilitazione e alla ripresa delle aree di conflitto e ad attuarle rapidamente, oltre che a incrementare l'assistenza umanitaria al fine di effettuare il reinsediamento delle persone colpite dalla guerra e a garantire loro un rifugio prima dell'inverno;
45. accoglie con favore lo stanziamento di unità comunitarie di monitoraggio nelle zone cuscinetto, come misura che rafforzi il ruolo e le responsabilità dell'UE nella regione e apra la strada per un approfondimento delle relazioni con la Georgia; chiede alle autorità de facto dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale e alla Federazione russa di permettere alle operazioni di monitoraggio dell'UE di avere luogo all'interno dei territori secessionisti;
46. esorta il Consiglio e la Commissione a chiarire al Presidente russo, in sede del prossimo vertice UE-Russia del 14 novembre 2008, che non è possibile istaurare alcun partenariato strategico con i paesi che non rispettano il diritto internazionale e violano l'integrità territoriale dei paesi vicini;
47. esorta la Commissione a rendere la democrazia e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto parti integranti del futuro accordo di partenariato e cooperazione con la Federazione russa, dotato di un chiaro meccanismo per l'attuazione della clausola di sospensione;
48. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai parlamenti degli Stati membri.