Proposta di risoluzione - B6-0106/2009Proposta di risoluzione
B6-0106/2009

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

22.1.2009

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2, del regolamento
da Erik Meijer
a nome della commissione per gli affari esteri
sulla relazione 2008 sui progressi compiuti dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia

Procedura : 2008/2693(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
B6-0106/2009

B6‑0106/0000

Risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione 2008 sui progressi compiuti dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia

Il Parlamento europeo,

–  viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Salonicco del 19-20 giugno 2003, nelle quali a tutti i paesi dei Balcani occidentali è stato promesso che diverranno parte integrante dell'Unione europea,

–  viste le risoluzioni 817 e 845 del 1993 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

–  viste la decisione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2005 di concedere all'ex Repubblica iugoslava di Macedonia lo status di paese candidato all'adesione all'UE, nonché le conclusioni della Presidenza dei Consigli europei del 15-16 giugno 2006 e del 14-15 dicembre 2006,

–  visto l'accordo interinale del 1995 tra la Repubblica ellenica e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia,

–  vista la dichiarazione di Salisburgo UE-Balcani occidentali dell'11 marzo 2006, approvata all'unanimità dai ministri degli Affari esteri di tutti gli Stati membri dell'UE e dai ministri degli Affari esteri dei paesi dei Balcani occidentali,

–  viste le conclusioni della quarta riunione del Consiglio di stabilizzazione e associazione UE-ex Repubblica iugoslava di Macedonia del 24 luglio 2007,

–  visti gli accordi di riammissione e facilitazione del visto stipulati il 18 settembre 2007 fra l'UE e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia,

–  vista la decisione 2008/212/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato di adesione con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia[1],

–  vista la dichiarazione di Brdo: nuova attenzione per i Balcani occidentali, rilasciata dalla Presidenza dell'UE il 29 marzo 2008, in cui si sottolinea la necessità di dare nuovo impulso all'Agenda di Salonicco e alla dichiarazione di Salisburgo,

–  vista la relazione 2008 della Commissione sui progressi compiuti dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia (SEC(2008)2695),

–  vista la sua risoluzione del 10 luglio 2008 sul documento di strategia di allargamento 2007 presentato dalla Commissione[2],

–  vista la sua risoluzione del 23 aprile 2008 sulla relazione 2007 sui progressi compiuti dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia[3],

–  viste le raccomandazioni della commissione parlamentare mista UE-ex Repubblica iugoslava di Macedonia del 29-30 gennaio 2007 e del 26-27 novembre 2007,

–  vista la sua risoluzione del 24 ottobre 2007 sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di facilitazione del rilascio di visti per soggiorni di breve durata tra la Comunità europea e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia[4],

–  vista la sua risoluzione del 24 ottobre 2007 sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di riammissione tra la Comunità europea e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia[5],

–  vista la decisione 2007/824/CE del Consiglio, dell'8 novembre 2007, relativa alla conclusione dell'accordo di facilitazione del rilascio di visti tra la Comunità europea e la ex Repubblica iugoslava di Macedonia - Scambio di lettere[6],

–  vista la decisione 2007/817/CE del Consiglio, dell'8 novembre 2007, relativa alla conclusione dell'accordo di riammissione delle persone in posizione irregolare tra la Comunità europea e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia - Scambio di lettere[7],

–  vista la dichiarazione finale della Quinta commissione parlamentare mista UE-ex Repubblica iugoslava di Macedonia, adottata il 28 novembre 2008,

–  viste la comunicazione della Commissione del 5 novembre 2008 dal titolo "Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2008-2009" e le conclusioni del Consiglio Affari generali e relazioni esterne del 9 dicembre 2008,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che il documento di strategia di allargamento 2007 presentato dalla Commissione attribuisce grande importanza, sin dalle fasi iniziali di tale strategia, allo Stato di diritto e al buon governo, con particolare riferimento alla lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, alla riforma amministrativa e giudiziaria e allo sviluppo della società civile,

B.  considerando che l'UE ha intrapreso azioni per migliorare la qualità del processo di allargamento,

C.  considerando che uno Stato membro - la Grecia - e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia sono impegnati in un processo negoziale sotto l'egida delle Nazioni Unite, finalizzato a trovare una soluzione per il nome del paese candidato che sia accettabile per entrambe le parti; che, conformemente alla dichiarazione di Salisburgo dell'11 marzo 2006, è di fondamentale importanza intrattenere relazioni di buon vicinato e pervenire a soluzioni negoziate reciprocamente accettabili per le questioni irrisolte con i paesi vicini,

1.  esprime apprezzamento per il fatto che i partiti di governo e l'opposizione dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, con il vasto consenso della società civile e dell'opinione pubblica, uniscano i loro sforzi al fine di adempiere ai criteri di Copenaghen per l'appartenenza all'UE e di aderire quanto più rapidamente possibile all'Unione; sottolinea a tale riguardo che l'obiettivo principale non è tanto il rispetto di requisiti imposti dall'esterno, bensì il miglioramento delle prospettive future del paese candidato;

2.  ribadisce il pieno supporto alla prospettiva europea dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e di tutti i paesi dei Balcani occidentali, che è essenziale per la stabilità, la riconciliazione e il futuro pacifico della regione;

3.  si compiace del fatto che, sette anni dopo l'accordo di Ohrid, il parlamento del paese abbia adottato una legge sull'uso delle lingue nell'amministrazione e nell'insegnamento; esprime particolare apprezzamento per le maggiori opportunità di istruzione superiore offerte dall'apertura in diverse città di nuove facoltà, alcune delle quali con corsi di laurea in più lingue; rileva una rappresentanza più equa dei membri di comunità non maggioritarie, in particolare nell'amministrazione pubblica, nella polizia e nelle forze armate;

4.  apprezza i progressi compiuti dal paese nel dialogo sulla liberalizzazione dei visti, in particolare l'elevato numero di documenti biometrici di viaggio e di identità emessi, l'attuazione del progetto di gestione integrata delle frontiere e l'introduzione di un sistema informativo nazionale sui visti; rileva con soddisfazione i progressi compiuti nella lotta contro il traffico di esseri umani, l'immigrazione clandestina e la corruzione ed invita il governo a continuare a impegnarsi in tali settori; accoglie con favore l'attuazione dell'accordo con l'UE in materia di riammissione e sollecita una più stretta cooperazione con Frontex, Europol ed Eurojust; rileva le difficoltà incontrate dai cittadini dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia a causa del non riconoscimento dei passaporti emessi nel paese da parte di uno Stato membro dell'UE; invita la Commissione, alla luce dei progressi compiuti, a raccomandare quanto prima al Consiglio la liberalizzazione dei visti per i cittadini dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia nonché l'abolizione dell'obbligo del visto;

5.  elogia gli sforzi profusi dal governo dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia nel settore economico, che hanno consentito significativi progressi verso il pieno rispetto dei criteri economici, avvicinando il paese a un'economia di mercato funzionante; esprime particolare apprezzamento per la semplificazione delle procedure di versamento delle imposte, la riforma della registrazione con sportello unico, le agevolazioni nel campo del commercio estero e lo snellimento burocratico; esorta il governo a portare avanti le politiche finalizzate a stabilizzare la crescita del PIL, a contenere il tasso d'inflazione, a conseguire una disciplina fiscale e a migliorare il clima imprenditoriale generale;

6.  sottolinea che, dopo una serie di tentativi di boicottare le elezioni parlamentari del 1° giugno 2008, in particolare nella zona nordoccidentale del paese, il governo ha adottato misure efficaci al fine di giungere, mediante una parziale ripetizione delle elezioni e un efficace controllo delle procedure, a un risultato elettorale regolare; plaude all'avvio di procedimenti giudiziari volti a condannare i responsabili delle irregolarità elettorali; elogia l'approvazione di modifiche al Codice elettorale, che rispettano sostanzialmente le raccomandazioni dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell'uomo; confida che si farà tutto il necessario per prevenire eventuali tentativi di boicottare le future elezioni, come quelle presidenziali e locali del marzo 2009;

7.  apprezza i progressi compiuti verso la creazione delle necessarie strutture per la gestione decentrata dello strumento di assistenza preadesione (IPA); sostiene gli sforzi profusi dal governo per sviluppare capacità amministrative che permetteranno di attuare la decisione della Commissione di affidare la gestione dell'assistenza IPA alle autorità nazionali;

8.  osserva che l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, come la maggior parte degli Stati membri dell'UE, a seguito di una decisione del Parlamento ampiamente sostenuta ha riconosciuto, insieme al Montenegro, l'indipendenza del vicino Kosovo, nonostante le difficoltà che tale decisione potrebbe comportare a breve termine per l'auspicato mantenimento delle buone relazioni con un altro paese vicino, la Serbia; plaude all'accordo concluso con le autorità del Kosovo sulla demarcazione della frontiera;

9.  osserva che l'accresciuto interesse per la Serbia, alla quale nel 2009 potrebbe essere riconosciuto lo status di candidato all'adesione all'UE, non deve tradursi all'interno dell'UE in una diminuzione dell'interesse per l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia oppure in ulteriori ritardi nel processo di adesione;

10.  rileva che l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia sta adottando misure per adempiere ai criteri di adesione all'UE e prende atto sia dei progressi compiuti nell'attuazione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione sottoscritto nel 2001 e dell'accordo quadro di Ohrid sia dei recenti sviluppi nell'attuazione dei parametri della Commissione; deplora tuttavia che, a tre anni dal conferimento dello status di candidato all'adesione, i negoziati di adesione non siano stati ancora avviati, creando una situazione insostenibile che demotiva il paese e rischia di destabilizzare la regione; ritiene auspicabile porre fine a questa situazione eccezionale; esorta ad accelerare il processo di adesione e ricorda che il 23 aprile 2008 il Parlamento europeo ha espresso l'auspicio che entro l'anno fosse presa una decisione sull'apertura dei negoziati, nella consapevolezza che gli ostacoli che tuttora impediscono una rapida adesione dovranno essere eliminati negli anni in cui si svolgeranno i negoziati; esorta il Consiglio ad accelerare tale processo fissando la data di inizio dei negoziati di adesione nell'anno in corso, previa la piena attuazione delle principali priorità del partenariato di adesione;

11.  ribadisce, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del 19-20 giugno 2008 e del Consiglio Affari generali e relazioni esterne dell'8-9 dicembre 2008, quanto sia importante che l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia continui, in quanto paese candidato all'adesione all'UE, a promuovere buone relazioni di vicinato e a cercare di risolvere le questioni pendenti con i paesi confinanti - pervenendo, tra l'altro, a una soluzione negoziata e reciprocamente accettabile sulla questione del nome - sulla base delle sue iniziative internazionali e dei suoi impegni ed obblighi bilaterali e multilaterali;

12.  approva gli sforzi profusi del mediatore Matthew Nimetz in seno alle Nazioni Unite, conformemente alle risoluzioni 817 e 845 del 1993 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, per risolvere le controversie sul nome costituzionale dello Stato, allo scopo di pervenire quanto prima a un accordo definitivo tra l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Grecia sulla base della sua proposta del 6 ottobre 2008 relativa alle modalità da seguire per chiarire a livello internazionale la distinzione tra i territori che appartengono a Stati diversi ma che condividono la denominazione di Macedonia; è consapevole del fatto che tale proposta sia accolta con riserve da entrambe le parti; prende atto della nomina del nuovo negoziatore macedone; invita entrambe le parti a mantenere l'impegno nei confronti dei colloqui sotto l'egida dell'ONU e a trovare una soluzione di compromesso affinché la questione non costituisca più un ostacolo all'adesione dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia a organizzazioni internazionali, come previsto dall'accordo interinale del 1995 tuttora in vigore; avverte che, se non si raggiungerà rapidamente un accordo tra i due Stati, il processo di adesione all'UE dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia potrebbe subire uno stallo a lungo termine; ritiene che le questioni bilaterali irrisolte nei Balcani non dovrebbero ostacolare l'adesione o avere la precedenza sul processo di integrazione europea;

13.  prende atto dell'istanza presentata dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia alla Corte internazionale di giustizia relativamente all'articolo 11 dell'accordo interinale; auspica che l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Grecia mantengano l'impegno a proseguire i negoziati nonostante il procedimento giudiziario avviato presso la Corte internazionale di giustizia in merito all'applicazione dell'accordo interinale; auspica che, in vista del nuovo ciclo di negoziati previsto nel quadro del "processo di Nimetz", il governo greco non eserciti più il diritto di veto contro l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e sostenga l'integrazione di tale paese nell'UE e nella NATO, contribuendo in tal modo alla stabilità e alla prosperità della regione;

14.  sostiene gli sforzi profusi dal governo dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia per collaborare con i vicini Stati membri dell'UE al fine di rivedere eventuali discrepanze ed errori di interpretazione storica suscettibili di causare disaccordi e sollecita a promuovere la celebrazione del patrimonio storico e culturale comune del paese insieme ai suoi vicini; esprime preoccupazione per la mancanza di progressi nella lotta contro la recrudescenza dell'"incitamento all'odio" nei confronti di paesi limitrofi, in particolare nei mezzi d'informazione e nel sistema d'istruzione; rinnova il proprio appello al governo affinché assicuri il pubblico rispetto degli standard dell'Unione europea e del Consiglio d'Europa in materia;

15.  sottolinea che, in una democrazia, l'interazione tra governo e opposizione lascia sempre spazio a opinioni divergenti, si prendono in considerazione soluzioni alternative ed è possibile conseguire maggioranze favorevoli a un cambiamento politico; evidenzia altresì l'importanza di garantire che in taluni settori della popolazione non sorga il timore di un venir meno della tolleranza nel caso in cui un partito disponga della maggioranza parlamentare, come è avvenuto nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia dopo le ultime elezioni parlamentari;

16.  insiste affinché i cittadini che presentano denunce per abuso di potere e/o corruzione ricevano un attestato che certifichi chiaramente l'azione intrapresa; esprime apprezzamento per la prassi di informare i cittadini sul seguito dato alla denuncia e sul risultato finale nonché per il fatto che tali denunce sono registrate dalla polizia e dalle autorità giudiziarie in modo uniforme e trasparente;

17.  invita il governo dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia a rafforzare la lotta ai legami esistenti fra la criminalità organizzata dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, del Montenegro, del Kosovo e dell'Albania;

18.  deplora che la nuova legge del 20 settembre 2007 concernente lo status giuridico di una chiesa, una comunità religiosa e un gruppo religioso non abbia ancora trasmesso ai membri delle varie comunità religiose la consapevolezza che, per quanto concerne la pratica e la diffusione della loro fede nonché il possesso, l'utilizzo e la costruzione di edifici religiosi, godono delle stesse opportunità delle due confessioni principali del paese, ossia la Chiesa ortodossa macedone e l'Islam; ricorda che le autorità hanno il compito di garantire la tolleranza nei confronti di credenze diverse nonché il diritto alla diversità religiosa;

19.  deplora le crescenti pressioni esercitate sui media dalle forze di governo, in particolare durante la campagna elettorale; insiste per il mantenimento di un'informazione radiotelevisiva indipendente e pluralista che consenta la visibilità delle varie opinioni esistenti nella società, preservando la libertà editoriale di chi fornisce informazioni ed evitando la creazione di stretti legami tra emittenti commerciali e taluni partiti o uomini politici; esprime inoltre preoccupazione per la forte dipendenza finanziaria delle testate giornalistiche e dei canali televisivi dalla pubblicità di Stato e dai relativi proventi, che rischia di scoraggiare un approccio critico da parte dei giornalisti;

20.  osserva che, anche dopo la modifica della legge sul lavoro del 2005, non è ancora chiaro quali modalità debbano seguire i vari sindacati coesistenti per concludere contratti legalmente validi con il governo e gli imprenditori, in particolare perché l'attuale obbligo per i sindacati di rappresentare il 33% dei lavoratori interessati per poter essere considerati parti contrattuali ostacola la diversità e induce le parti interessate a mettere costantemente in questione il numero di iscritti a tali sindacati;

21.  invita il governo dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia a creare rapidamente nuove discariche nonché a chiudere e bonificare quelle vecchie, elaborando al contempo misure concrete per modernizzare il ciclo integrato dei rifiuti, inclusa la raccolta differenziata anche mediante consorzi, e per realizzare impianti di termovalorizzazione e impianti per la produzione di combustibile da rifiuto;

22.  esorta a migliorare e mantenere la qualità e il livello delle acque dei laghi di frontiera di Ocrida, Prespa e Doirani nonché a concludere accordi effettivi in materia con gli Stati vicini di Albania e Grecia; accoglie con favore la presentazione di un progetto di legge sulla gestione delle acque e ne chiede una rapida trattazione in sede parlamentare;

23.  prende atto con preoccupazione degli effetti negativi sull'uomo e sull'ambiente della raffineria di petrolio OKTA, operante nel comune di Ilinden (Skopje), che viene considerata come l'impianto più inquinante del paese;

24.  ricorda che, senza nuovi investimenti in materia di stoccaggio, trattamento e trasporto dell'acqua, si rischia di pregiudicare la continuità nell'approvvigionamento idrico dei centri urbani;

25.  chiede al governo dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia di rilanciare il processo di liberalizzazione e di privatizzazione dei servizi pubblici locali, con particolare attenzione al settore della produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica;

26.  deplora che negli ultimi anni il funzionamento della rete ferroviaria sia peggiorato; osserva in particolare che la frequenza dei treni passeggeri all'interno del paese nonché dei collegamenti con i paesi vicini è stata ridotta al minimo, che il materiale utilizzato non è adeguato ai servizi passeggeri su distanze relativamente corte e che sono quindi necessari nuovi investimenti per garantire in futuro il trasporto ferroviario di passeggeri; deplora l'assenza di progressi nella costruzione del collegamento ferroviario tra l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Bulgaria, che contribuirebbe allo sviluppo economico e alla stabilità dell'intera regione;

27.  esorta il governo ad accelerare la pianificazione e la produzione di energia da fonti rinnovabili, con specifico riguardo all'energia solare ed eolica; invita in proposito il governo di Skopje ad adoperarsi al massimo per sviluppare una politica energetica in linea con gli obiettivi dell'Unione europea e a sostenere la posizione dell'UE alla prossima conferenza di Copenaghen su un trattato post-Kyoto;

28.  esprime preoccupazione per l'elevato e crescente numero di casi di violenza domestica registrati e sollecita ad approvare una legge speciale contro tale violenza, in aggiunta al diritto di famiglia vigente, che consenta al pubblico ministero di perseguire gli autori di tali reati;

29.  esprime preoccupazione per la situazione sfavorevole della minoranza rom nel paese, anche alla luce dell'ultimo rapporto di Amnesty International, secondo cui il 39% delle donne rom non ha praticamente ricevuto alcuna istruzione, l'83% di loro non ha mai avuto un regolare rapporto di lavoro retribuito e il 31% soffre di malattie croniche - percentuali strutturalmente superiori alle medie che si registrano per le donne non rom;

30.  plaude ai progressi sinora compiuti riguardo alla rappresentanza politica dei rom; sollecita al tempo stesso il governo ad accelerare e a finanziare adeguatamente l'attuazione delle politiche esistenti per i rom;

31.  si compiace con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) per il fatto che finora nessuna delle minoranze fuggite dal Kosovo e i cui membri non hanno ottenuto il permesso di soggiorno permanente sia stata costretta a lasciare il paese; auspica che il governo e l'UNHCR possano concludere rapidamente un accordo circa la responsabilità del sostegno finanziario di tali persone;

32.  dal momento che la crisi finanziaria internazionale ha raggiunto l'Europa e potrebbe avere effetti indiretti sul commercio e gli investimenti esteri nei Balcani occidentali, invita la Commissione a vigilare e, se necessario, ad adottare misure adeguate per garantire il buon proseguimento del Processo di stabilizzazione e associazione sia per l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia sia per gli altri paesi dei Balcani occidentali, che costituisce un importante fattore di stabilità nella regione ed è nel migliore interesse dell'Unione stessa;

33.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia.