Proposta di risoluzione - B6-0186/2009Proposta di risoluzione
B6-0186/2009

PROPOSTA DI RISOLUZIONE

16.4.2009

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 103, paragrafo 2 del regolamento
da Daniel Cohn-Bendit, Monica Frassoni and Pierre Jonckheer
a nome del gruppo Verts/ALE
sul Vertice del G20 a Londra del 2 aprile 2009

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B6-0186/2009
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B6‑0186/2009

Risoluzione del Parlamento europeo sul Vertice del G20 a Londra del 2 aprile 2009

Il Parlamento europeo,

–  viste le conclusioni del Vertice del G20 tenutosi a Londra il 2 e 3 aprile 2009,

–  vista la riunione tenutasi a Berlino il 22 febbraio 2009 tra la Francia, il Regno Unito, l’Italia e la Germania, in presenza dei leader olandesi e spagnoli e con la partecipazione del Primo ministro ceco e dei Presidenti della Commissione, dell'Eurogruppo e della Banca centrale europea, sulla preparazione del vertice del G20 a Londra il 2 e 3 aprile 2009,

–  viste le conclusioni della riunione del Consiglio europeo del 19 e 20 marzo 2009,

–  vista la relazione del PNUA del 16 febbraio 2009 intitolata “Uscire dalla crisi – Opportunità”, che esorta il G20 a proporre un “New Deal verde globale”,

–  vista la relazione dell’OIL intitolata “La crisi finanziaria ed economica: una prospettiva per il lavoro dignitoso”, del 24 marzo 2009, che esorta il G20 a presentare un pacchetto di incentivi coordinati volto a rafforzare la protezione sociale e a creare posti di lavoro,

–  visto il progetto di conclusioni della commissione di esperti delle Nazioni Unite su “La crisi economica e finanziaria mondiale e il suo impatto sullo sviluppo”, del 19 marzo 2009, che esorta a realizzare una riforma sistemica dei meccanismi di governance economica mondiali,

–  visto l'articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che il crollo del credito subprime ha messo in evidenza l’esposizione al rischio in numerosi ambiti e scatenato l’improvvisa chiusura delle posizioni speculative sui mercati azionari e sui mercati delle materie prime e delle valute,

B.  considerando che lo sviluppo e lo scoppio della crisi mondiale nel sistema finanziario sono stati accompagnati da un rialzo insolitamente brusco e dalla successiva inversione dei prezzi delle materie prime a livello internazionale; considerando che l’aumento forte e sostenuto dei prezzi delle materie prime tra il 2002 e il primo semestre 2008 è stato accompagnato da una presenza crescente di investitori finanziari sui mercati a termine delle materie prime,

C.  considerando che l’aggravamento degli squilibri commerciali a livello mondiale e una crescente disgiunzione dei movimenti di tassi di cambio nominali dal differenziale d’inflazione tra paesi sono stati le cause principali dell’attuale crisi finanziaria ed economica,

D.  considerando che i centri offshore consentono l’elusione abusiva e l'evasione tanto a livello fiscale quanto di regolamento finanziario e considerando che l'elusione e l'evasione fiscali a livello internazionale costituiscono un forte ostacolo al conseguimento degli Obiettivi del Millennio,

E.  considerando che la globalizzazione rende essenziale la cooperazione economica e finanziaria e richiede risposte globali in ambiti quali gli adeguamenti della bilancia dei pagamenti, la regolamentazione e la supervisione finanziarie, la gestione e la risoluzione del debito; considerando che il coordinamento internazionale dovrebbe essere orchestrato da organismi che soddisfino quattro criteri tradizionali: efficacia, legittimità, rappresentatività e obbligo di rendiconto,

Ristabilire la fiducia e creare una crescita e posti di lavoro verdi

1.  si rammarica del fatto che gli squilibri globali, che sono alla radice della crisi finanziaria non siano stati trattati durante il Vertice del G20; ricorda che, per evitare che in futuro si verifichino crisi finanziarie, è necessario affrontare le cause soggiacenti (per esempio, un deficit eccessivo degli USA finanziato da surplus commerciali cinesi eccessivi), il che ha implicazioni che vanno ben oltre la sfera della regolamentazione bancaria e finanziaria e della governance istituzionale;

2.  ritiene che una risposta multilaterale efficace alla crisi esiga una riforma sistemica e pluridimensionale della regolamentazione in modo da far fronte alla volatilità dei tassi di cambio e dei prezzi delle materie prime; si rammarica che il Vertice del G20 a Londra non abbia sollevato tali questioni; invita pertanto il Consiglio europeo ad adottare una posizione comune al fine di trattare tali questioni in occasione del prossimo Vertice del G20 a New York;

3.  sostiene la creazione del G20 come sostituto del G7 considerandolo un primo passo per rafforzare l’efficacia e la legittimità della governance economica mondiale; si rammarica, tuttavia, del fatto che i paesi del “G172”, che sono i primi a subire le conseguenze della crisi finanziaria, alimentare, energetica ed ambientale, non abbiano potuto esprimersi al Vertice, che ha lasciato al margine le loro preoccupazioni riguardo alla progettazione di un nuovo ordine economico mondiale, come si può leggere nel progetto di relazione della commissione delle Nazioni Unite sulla crisi;

4.  propugna nuova forme di rappresentanza per il G20 e altri organismi internazionali, il che darebbe ai parlamenti dei rispettivi paesi un peso importante e permetterebbe loro di esercitare un controllo democratico sulle negoziazioni e sulle decisioni dei loro governi in detti organismi;

5.  ritiene che gli organismi che prendono decisioni a livello mondiale dovrebbero – a lungo termine – essere posti sotto l'egida delle Nazioni Unite, eventualmente attraverso l'ulteriore sviluppo degli organismi delle Nazioni Unite esistenti, come il Consiglio economico e sociale;

6.  accoglie con favore l’impegno di lanciare un programma di sostegno dotato di 1,1 miliardi di dollari americani per ripristinare la fiducia, la crescita e l’occupazione; si rammarica, tuttavia, del fatto che il G20 non sia stato in grado di coordinare gli incentivi fiscali o di cogliere l’importanza capitale di allineare le misure per rispondere ala crisi economica con gli imperativi della politica climatica; esorta le istituzioni finanziarie internazionali e altre banche di sviluppo multilaterali a tenere pienamente conto delle necessità dei paesi emergenti e in via di sviluppo, specialmente di quelle dei paesi a basso reddito, che subiscono maggiormente le conseguenze della crisi finanziaria, pur non avendone la responsabilità;

7.  si rammarica profondamente che nulla di concreto sia stato proposto per dare un reale impulso ad un “New Deal verde”, conformemente alla relazione del PNUA intitolata “Uscire dalla crisi – Opportunità”, del 16 febbraio 2009, che esorta il G20 a presentare un “New deal verde globale” come modo di far fronte globalmente alla “triplice stretta” (crisi economica, sociale e ambientale);

8.  si rammarica che le conclusioni del G20 non includano proposte specifiche sul modo di elaborare il programma di sostegno affinché privilegi in primo luogo la creazione di posti di lavoro e le necessità in termini di inclusione sociale, come specificato e richiesto dall’OIL;

Supervisione e regolamentazione finanziaria

9.  accoglie con favore, come primo passo verso un sistema più inclusivo di governance economica globale, la decisione di stabilire un nuovo Consiglio di stabilità finanziaria, con un mandato rafforzato, come successore del Forum di stabilità finanziaria (FSF); ritiene che il nuovo FSB, come nel caso di altre organizzazioni finanziarie quali il FMI o la Banca mondiale, debba essere aperto al controllo e lasciare la possibilità alle organizzazioni della società civile di apportare un contributo;

10.  ricorda la necessità di una riforma della governance delle istituzioni di Bretton Woods al fine di modificare i diritti di voto e stabilire un sistema a doppia maggioranza basato sugli Stati membri e le quote di capitale;

11.  esorta il Consiglio europeo ad appoggiare, alla prossima riunione del G20, la proposta del CNUCED, di creare un nuovo regime multilaterale per la gestione dei tassi di cambio al fine di evitare la speculazione monetaria e offrire il margine di manovra necessario a tutti i paesi affinché possano perseguire opportune politiche fiscali e monetarie espansionistiche per tutelare l'occupazione e l'economia nazionale a fronte di una recessione o di una crisi finanziaria;

12.  accoglie con favore la decisione del G20 di rafforzare i quadri internazionali di regolamentazione prudenziale e la sua intenzione di estendere la regolamentazione e la supervisione a tutte le istituzioni, strumenti e mercati finanziari sistematicamente importanti;

13.  ritiene che le decisioni e gli impegni presi al Vertice del G20 rappresentino un minimo e non un massimo; esorta, pertanto, l’UE ad aspirare a politiche più ambiziose in termini di regolamentazione e di supervisione all’interno dell’Unione, specialmente per quanto riguarda i fondi di investimento speculativo e le agenzie di rating creditizio;

14.  ricorda inoltre che è necessaria una struttura di supervisione dell’UE per raccogliere ed analizzare l’informazione tanto microprudenziale quanto macroprudenziale in collaborazione con le banche centrali e che funga da forza di reazione rapida in situazioni di crisi aventi un impatto sistemico sull'UE;

15.  è del parere che il sistema di remunerazione per i dirigenti e gli operatori nel settore finanziario sia una questione fondamentale da affrontare al fine di garantire la stabilità finanziaria; si compiace, in tale contesto, della volontà del G20 di garantire che le tabelle salariali siano compatibili con gli obiettivi a lungo termine dell’impresa e con un’assunzione prudente del rischio; insiste affinché il Comitato di Basilea sulla supervisione bancaria presenti proposte concrete al riguardo entro l’autunno 2009;

Paradisi fiscali e giurisdizioni non disposte a collaborare

16.  prende atto dell’intenzione di risolvere il problema dei paradisi fiscali e delle giurisdizioni non disposte a collaborare; ritiene, tuttavia, che le conclusioni del G20 non siano altro che una critica inutile e retorica dei paradisi fiscali e dei centri offshore che non cooperano;

17.  sottolinea la necessità di un sistema globale di cooperazione e di scambio di informazioni sulle questioni fiscali; si rammarica vivamente che non sia stato stabilito un calendario di meccanismi sanzionatori concreti in modo da dare mordente alla cosiddetta lotta contro i paradisi fiscali; ricorda, in tale contesto, che è di primaria importanza porre fine alla pratica di utilizzare persone giuridiche fittizie per evitare la tassazione; sottolinea altresì che, in luogo del segreto bancario, lo scambio automatico di informazioni dovrebbe essere predominante in tutte le circostanze, e in tutti i paesi dell’UE e territori dipendenti;

18.  invita l’UE ad adottare misure per eliminare i paradisi fiscali, l’evasione fiscale e la fuga illegale di capitali dai paesi in via di sviluppo; chiede, pertanto, un nuovo accordo vincolante a livello mondiale che obblighi le società transnazionali a rivelare automaticamente i loro profitti e le imposte pagate in tutti i paesi in via di sviluppo in cui operano;

19.  accoglie con favore e sostiene pienamente la richiesta presentata dall’Assemblea parlamentare EUROLAT l’8 aprile 2009 ai paesi UE-ALC “di agire immediatamente per abolire tutti i paradisi fiscali sul loro territorio e di lavorare a livello internazionale per eliminare i restanti e per imporre sanzioni contro le imprese e le persone che facciano ricorso ai loro servizi”;

Norme contabili

20.  accoglie con favore la decisione di rivedere le norme contabili per la valutazione degli strumenti finanziari e di adottare misure, entro la fine del 2009, per migliorare la partecipazione delle parti interessate attraverso la revisione costituzionale dell'IASB;

21.  ricorda, in questo contesto, che l’Organismo internazionale di normalizzazione contabile (IASB) dovrebbe includere nelle sue Norme internazionali di informativa finanziaria relative alle informazioni settoriali l’obbligo per tutte le società multinazionali di informare, paese per paese, su tutte le loro transazioni (costi del lavoro, costi finanziari, utili al lordo delle imposte, ecc.); ritiene che ciò permetterebbe agli investitori, alle parti interessate e alle autorità fiscali, di avere una visione globale di ogni gruppo, facilitando così una ripartizione più efficace e trasparente a livello internazionale della base imponibile;

22.  ritiene che la costituzione dell’IASB debba essere riformata in modo che tale organizzazione cessi di essere una compagnia di proprietà privata le cui finanze sono controllate dalle grandi società contabili, e diventi invece un’agenzia internazionale in veste di commissione specializzata del Consiglio economico e sociale;

   Finanziare e riformare i sistemi finanziari internazionali per superare la crisi

23.  prende atto dell’interesse mostrato per un rafforzamento del ruolo del FMI come prestatore in ultima istanza e dell’aumento della capacità di prestito del FMI grazie alla concessione di circa 500 miliardi di dollari americani in fondi; si compiace, in particolare, per l’emissione di 250 miliardi di dollari americani in diritti speciali di prelievo (DSP); è, tuttavia, deluso che i nuovi DSP saranno accordati ai 186 membri del FMI in funzione delle loro quote o dei loro diritti di voto, il che dà luogo a un grave sottofinanziamento rispetto alle necessità dei paesi membri a reddito medio e dei paesi in via di sviluppo poveri, dato che sono stati assegnati soltanto 80 miliardi di dollari americani in DSP a tali paesi;

24.  considera una grave mancanza che il G20 non abbia insistito su una politica di riforma del FMI in parallelo al rafforzamento del suo ruolo di prestatore in ultima istanza; resta profondamente preoccupato per il fatto che il FMI, nelle sue recenti condizioni di prestito ai paesi colpiti dalla crisi (tra cui l’Ungheria e la Lettonia), abbia imposto politiche fiscali e monetarie completamente procicliche, come quelle che hanno sprofondato ancor di più i paesi asiatici nella crisi nel 1997-1998;

25.  manifesta la propria delusione per l’incapacità totale del Vertice del G20 ad aiutare i paesi in via di sviluppo ad evitare una crisi disastrosa del debito, mediante un sistema internazionale di moratoria del debito o di rinegoziazione del debito con scadenze precise, o mediante l’istituzione di un “meccanismo internazionale di bancarotta” o di uno strumento analogo che permetta di rimborsare soltanto le parti dei prestiti il cui valore di mercato è sceso, come si permette sempre più alle imprese o alle banche in difficoltà; chiede di ridefinire il quadro di sostenibilità del debito delle istituzioni finanziarie internazionali e di stabilire un quadro responsabile per la concessione di prestiti;

26.  è convinto che il FMI debba contribuire al conseguimento degli Obiettivi del Millennio; chiede, a tal riguardo, un migliore coordinamento e una maggiore coerenza delle politiche del FMI, delle agenzie delle Nazioni Unite (PNUS, PNUA, CNUCED, OIL, ecc.) nell’ambito della politica sociale ed economica, come pure dell’UE;

27.  ritiene che il maggiore fallimento del Vertice G20 sia quello di non essere riuscito a presentare alcun piano per regolamentare le attività transfrontaliere delle istituzioni finanziarie o i flussi finanziari transfrontalieri, o almeno per rafforzare la capacità dei paesi a regolare il flusso di fondi transfrontalieri;

Promuovere il commercio e gli investimenti del mondo

28.  accoglie con favore l’impegno del Vertice di Londra di fornire fino a 250 miliardi di dollari americani in garanzie per consentire agli operatori l’accesso al credito; si rammarica, tuttavia, che il piano non indichi come tali garanzie di credito all’esportazione possano essere estese ai paesi in via di sviluppo più bisognosi e, in particolare, all’Africa subsahariana, che quest’anno ha visto le sue esportazioni diminuire del 40% fino ad oggi, soprattutto a causa della restrizione dell’accesso ai crediti commerciali;

29.  prende atto del reiterato appello del Vertice del G20 a concludere i negoziati dell’Agenda di Doha per lo sviluppo dell’OMC; ribadisce la sua convinzione che i negoziati di Doha non offriranno una soluzione alle attuali crisi economica e finanziaria e che debbano essere rivisti in modo sostanziale al fine di ristabilire un sistema commerciale multilaterale equo e favorevole allo sviluppo; chiede all’OMC di presentare risposte dettagliate su un regime di congelamento nell’attuazione degli attuali impegni di liberalizzazione per quanto riguarda i servizi finanziari transfrontalieri, fintantoché non esistano strutture di supervisione a livello globale;

Garantire una ripresa giusta ed equa per tutti

30.  è convinto che la lotta contro la povertà si debba basare sul riconoscimento del diritto di un paese o di una regione alla sovranità alimentare e a definire democraticamente le proprie politiche, priorità e strategie per tutelare i mezzi di sussistenza e i diritti sociali, economici e culturali della sua popolazione e che tali principi dovrebbero prevalere sulla liberalizzazione degli scambi commerciali, la deregolamentazione e la privatizzazione;

31.  sollecita la Commissione a presentare proposte sull'introduzione, in tutta l'UE, di un'imposta sulle transazioni finanziarie, il che potrebbe contribuire a finanziare gli investimenti nei paesi in via di sviluppo, al fine di superare le peggiori conseguenze della crisi e proseguire verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.