Proposta di risoluzione - B7-0169/2009Proposta di risoluzione
B7-0169/2009

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul vertice mondiale della FAO sulla sicurezza alimentare - debellare la fame dalla faccia della Terra

23.11.2009

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Véronique De Keyser, Thijs Berman, Luis Manuel Capoulas Santos, Ricardo Cortés Lastra a nome del gruppo S&D

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0168/2009

Procedura : 2009/2776(RSP)
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B7-0169/2009
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B7-0169/2009
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B7‑0169/2009

Risoluzione del Parlamento europeo sul vertice mondiale della FAO sulla sicurezza alimentare - debellare la fame dalla faccia della Terra

Il Parlamento europeo,

–   visti le conclusioni del Vertice mondiale sull'alimentazione del 1996 e la Dichiarazione del Millennio sull'obiettivo di dimezzare, entro il 2015, il numero delle persone che soffrono la fame,

–   visti gli obblighi contenuti nel Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali, di cui tutti gli Stati membri dell'Unione europea sono firmatari, e segnatamente l'articolo 11 che sancisce il diritto al cibo,

–   vista la sessione speciale del Consiglio sui diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, svoltasi 22 maggio 2008 a Ginevra, dedicata a "L'impatto negativo sulla realizzazione del diritto al cibo dell'aggravarsi della crisi alimentare mondiale dovuta, tra l'altro, all'impennata dei prezzi dei prodotti alimentari",

–   viste le relazioni del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC),

–   visti gli attuali negoziati nell'ambito del ciclo di sviluppo di Doha,

–   vista la Dichiarazione di Kigali del 22 novembre 2007 per gli accordi di partenariato economico (APE) orientati allo sviluppo, adottata dall'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE,

–   vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2007 sull'aumento dei prezzi dei mangimi e dei prodotti alimentari,

–   vista la sua risoluzione del 22 maggio 2008 sull'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nell'Unione europea e nei paesi in via di sviluppo,

–   visto il regolamento (CE) n. 1337/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, che istituisce uno strumento di risposta rapida all'impennata dei prezzi alimentari nei paesi in via di sviluppo,

–   vista la dichiarazione comune sulla sicurezza alimentare rilasciata all'Aquila il 10 luglio 2009,

–   vista la dichiarazione del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare tenuto a Roma il 16-18 novembre 2009,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento,

A. considerando che circa 1,02 miliardi di persone soffrono duramente la fame e oltre 17 000 bambini muoiono di fame ogni giorno per un totale di sei milioni di bambini all'anno,

B.  considerando che, come conseguenza diretta delle crisi dei prezzi alimentari e dei carburanti, 130-155 milioni di persone in più vivono in condizioni di povertà rispetto al 2008,

C. considerando che fenomeni quali il cambiamento climatico, la scarsità idrica, l'incremento demografico e la migrazione dalle campagne verso le aree urbane non faranno che aggravare l'attuale situazione,

D. considerando che la quota dell'assistenza agricola rispetto all'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) è scesa dal 17% nel 1980 al 3,8% nel 2006 e che lo stesso andamento è stato osservato nei bilanci nazionali,

E.  considerando che, in base alle stime della Banca mondiale, la crescita nel settore agricolo è doppiamente efficace nel ridurre la povertà rispetto alla crescita registrata in altri settori,

1.  riafferma che l'accesso a cibo sufficiente e sano è un diritto umano fondamentale sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e deve essere garantito mediante azioni comuni da parte di governi, organismi internazionali e imprese; sottolinea che il mancato soddisfacimento o la negazione di tale diritto vanno considerati una violazione di questo diritto umano universale;

2.  si compiace degli impegni in linea di principio assunti al Vertice di Roma; si dichiara tuttavia deluso per l'assenza di specifici impegni finanziari e per la scarsa partecipazione da parte dei rappresentanti di primo piano del G8; chiede, in tale contesto, a tutti gli Stati membri di raddoppiare il loro impegno a favore degli obiettivi del Millennio 1 (dimezzare la fame entro il 2014) e di appoggiare l'obiettivo mondiale di debellare la fame e la malnutrizione entro il 2025 o quanto prima possibile;

3.  invita gli Stati membri a intensificare il loro impegno a favore del conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) ribadendo i loro impegni in materia di finanziamento; ritiene che l'UE debba individuare tappe e azioni specifiche da compiere entro tempi determinati in settori chiave quali il debellamento della fame in vista della riunione di verifica dei progressi compiuti sugli obiettivi di sviluppo del Millennio prevista nel settembre 2010;

4.  prende atto che soltanto 16 paesi hanno finora raggiunto l'obiettivo di dimezzare i livelli della fame entro il 2015; sottolinea tuttavia l'importanza di un clima economico favorevole, investimenti mirati e una programmazione razionale per poter vincere la lotta contro la fame;

5.  plaude al risultato del vertice UE-Stati Uniti del 9 novembre e segnatamente l'impegno a rilanciare il Gruppo di alto livello sullo sviluppo, che presterà particolare attenzione alla sicurezza alimentare, allo sviluppo dell'agricoltura e agli obiettivi di sviluppo del Millennio;

6.  si compiace del consenso generale in seno al Vertice mondiale sull'alimentazione circa il fatto che i piccoli coltivatori sono l'elemento cardine per combattere la fame e la povertà e chiede che tale conclusione si rifletta adeguatamente sulle future politiche dell'UE in materia di sviluppo, agricoltura e commercio;

7.  sottolinea la necessità di riformare il Comitato per la sicurezza alimentare mondiale affinché diventi il pilastro politico di alto livello al centro della governance mondiale della sicurezza alimentare, associandovi un'ampia gamma di soggetti interessati del settore pubblico e privato e delle organizzazioni non governative;

8.  sottolinea che tali meccanismi internazionali di finanziamento devono rispettare i principi essenziali in materia di governance; sottolinea l'importanza dei partenariati, nazionali, regionali e globali per far progredire l'agenda della sicurezza alimentare;

9.  permane preoccupato per una nuova possibile impennata dei prezzi alimentari, dato che la ripresa dell'economia mondiale lascia sul tappeto numerosi problemi strutturali irrisolti, tra cui la mancanza di investimenti, l'elevata domanda in talune regioni e l'uso non sostenibile dei terreni;

10. sollecita la Commissione e gli Stati membri a includere negli imminenti negoziati di Copenaghen meccanismi finanziari equi e il principio della ripartizione dell'onere degli adattamenti ai cambiamenti climatici, prestando particolare attenzione a fare dell'indispensabile sostegno a pratiche agricole compatibili con il clima uno strumento coerente di lotta alla fame concentrandosi sulle esigenze dei piccoli agricoltori e dell'agricoltura di sussistenza nel Sud del mondo;

11. reitera i suoi appelli affinché ci si adoperi immediatamente per fornire aiuti alimentari e accrescere la disponibilità di fattori della produzione agricola quali fertilizzanti, sementi ed altri strumenti per aiutare gli agricoltori a stimolare la produzione e a promuovere una gestione sostenibile delle risorse idriche;

12. ricorda che la crisi alimentare è strettamente correlata alla crisi finanziaria, nella quale le iniezioni di liquidità effettuate dalle banche centrali per impedire i fallimenti possono aver incrementato gli investimenti speculativi nei prodotti di base; invita l'FMI e il Forum per la stabilità finanziaria a valutare questo effetto collaterale e a tenerlo presente al momento di proporre rimedi globali; ritiene, alla luce di quanto sopra, che occorra sfruttare la buona occasione offerta dalla crisi finanziaria per riformare il sistema agricolo globale in modo da garantire la sicurezza alimentare e riformare le capacità di produzione agricola nel lungo periodo;

13. chiede alla Commissione di elaborare una completa valutazione dell'impatto delle politiche e dei programmi dell'UE nei settori della politica agricola comune e della politica commerciale e di sviluppo al fine di impostare un approccio politico coerente e sostenibile alla sicurezza alimentare globale;

14. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.

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