Proposta di risoluzione - B7-0350/2010Proposta di risoluzione
B7-0350/2010

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull'operazione militare israeliana contro la flottiglia umanitaria e blocco di Gaza

14.6.2010

presentata a seguito di una dichiarazione del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Véronique De Keyser, Adrian Severin, Hannes Swoboda, Corina Creţu, Proinsias De Rossa, Göran Färm, Richard Howitt, Ivailo Kalfin, Maria Eleni Koppa, Wolfgang Kreissl-Dörfler, Emilio Menendez del Valle, Maria Muniz De Urquiza, Pier Antonio Panzeri, Olga Sehnalová, Kristian Vigenin a nome del gruppo S&D

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0345/2010

Procedura : 2010/2735(RSP)
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B7-0350/2010
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B7-0350/2010
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B7‑0350/2010

Risoluzione del Parlamento europeo sull'operazione militare israeliana contro la flottiglia umanitaria e blocco di Gaza

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sul Medio Oriente, in particolare quelle del 16 novembre 2006 sulla situazione nella Striscia di Gaza, dell'11 ottobre 2007 sulla situazione umanitaria a Gaza, del 21 febbraio 2008 sulla situazione nella Striscia di Gaza e del 15 gennaio 2009 sulla situazione nella Striscia di Gaza,

–  vista la dichiarazione del Presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek, del 31 maggio 2010,

–   viste le Convenzioni di Ginevra,

–   viste le risoluzioni 1860 (dell'8 gennaio 2009) e 1850 (del 16 dicembre 2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

–  vista la dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1° giugno 2010,

–  vista la risoluzione adottata dall'UNHCR il 2 giugno 2010 sul grave attacco da parte delle forze israeliane contro il convoglio navale umanitario,

–  viste le dichiarazioni di Catherine Ashton, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione, del 28 e del 31 maggio 2010,

–   vista la risoluzione dell'Assemblea generale dell'OMS del 18 maggio 2010,

–   vista la relazione del Programma alimentare mondiale e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura sulla situazione a Gaza, del novembre 2009,

–   vista la Dichiarazione di Venezia del 1980,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che l'operazione militare compiuta da Israele in acque internazionali il 31 maggio 2010 contro una flottiglia che trasportava aiuti umanitari destinati a Gaza si è conclusa con la morte di nove civili e il ferimento di 38 civili e di sette soldati israeliani,

B.  considerando che i punti di transito da e verso Gaza sono chiusi dal gennaio 2007 e che il blocco imposto alla circolazione di beni e persone ha aggravato la povertà, paralizzato la ricostruzione e soffocato l'economia nella Striscia, creando un mercato nero sfrenato sotto il controllo di Hamas e di altri gruppi; considerando che il blocco non ha realizzato l'obiettivo politico prefissato di indebolire gli estremisti e che, colpendo in particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, ha avuto come risultato un'aggravarsi della crisi umanitaria fra i palestinesi della regione e ha dato origine a una radicalizzazione crescente,

C. considerando che il blocco di Gaza può essere visto come una punizione collettiva contraria al diritto umanitario internazionale,

D. considerando che l'80% della popolazione di Gaza è dipendente dall'aiuto alimentare, che oltre il 60% soffre di insicurezza alimentare, che il tasso di disoccupazione è circa del 50% e che le condizioni sanitarie e ambientali hanno conosciuto un grave deterioramento,

E.  considerando che solo 3.600 camion di aiuti alimentari sono entrati a Gaza nei primi tre mesi di quest'anno rispetto ai 36.000 dei primi tre mesi del 2007 e che soltanto 81 prodotti possono entrare a Gaza, mentre l'UNRWA valuta a 6.000 il numero minimo dei prodotti necessari per soddisfare le esigenze umanitarie di base,

F.  considerando che i territori palestinesi sono, fra i paesi terzi, il principale beneficiario di fondi dell'UE e che questo sostegno ha svolto un ruolo importante nel tentativo di contrastare il disastro umanitario a Gaza; considerando che l'Unione europea continua a fornire nella Striscia l'assistenza umanitaria essenziale, anche per il tramite dell'UNRWA,

G. considerando che la soluzione dei due Stati resta il fondamento essenziale per una pace duratura tra israeliani e palestinesi, e che pertanto andrebbe evitata qualsiasi iniziativa unilaterale suscettibile di pregiudicare tale prospettiva; considerando altresì che i colloqui di prossimità in corso possono portare alla ripresa dei negoziati di pace diretti, al fine di costituire uno Stato palestinese sostenibile, che viva accanto allo Stato di Israele in condizioni di pace e di sicurezza;

1.  esprime il suo cordoglio alle famiglie delle vittime;

2.  condanna l'attacco sferrato il 31 maggio 2010 in acque internazionali contro la flottiglia umanitaria, un'operazione che è costata la vita a nove civili e ne ha feriti altri, e deplora profondamente questa inaccettabile violazione del diritto internazionale, segnatamente della quarta Convenzione di Ginevra;

3. chiede che sia intrapresa al riguardo un'inchiesta internazionale, rapida e imparziale, e appoggia le dichiarazioni rilasciate e le iniziative prese dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dal Segretario generale delle Nazioni Unite e dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo in relazione a quanto avvenuto; insiste sulla necessità di sostenere il principio di responsabilità; sollecita l'Alto rappresentante dell'Unione/Vicepresidente della Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi per garantire che si compiano tutti i passi necessari per rendere concreta tale richiesta;

4.  sollecita Israele a porre fine in modo immediato, globale e permanente all'assedio di Gaza, che ha portato a un disastro umanitario e a una radicalizzazione crescente, cosa che a sua volta è diventata fonte di insicurezza per Israele e l'intera regione;

5. sollecita l'Alto rappresentante dell'Unione/Vicepresidente della Commissione e gli Stati membri dell'UE a prendere iniziative volte a garantire l'apertura sostenibile di tutti i punti di transito da e verso Gaza, con un adeguato monitoraggio internazionale dell'uso finale, e a consentire il libero afflusso delle merci destinate a scopi umanitari e commerciali che sono necessarie per la ricostruzione e per un'economia autonoma, nonché il flusso di valuta e la libera circolazione delle persone;

6. sostiene iniziative in vista della presentazione da parte dell'UE al Quartetto di un piano inteso a porre fine all'assedio di Gaza e ad affrontare le preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza, garantendo il controllo internazionale del valico di Rafah, ivi compresa la riattivazione della missione dell'UE di assistenza alle frontiere (EUBAM), e dispiegando una forza navale internazionale incaricata di monitorare la spiaggia di Gaza;

7.  invita l'Alto rappresentante dell'Unione/Vicepresidente della Commissione e gli Stati membri dell'UE a rivalutare il mandato dell'EUBAM, conferendogli eventualmente una dimensione marittima, in linea con il contesto politico e le condizioni di sicurezza attuali sul terreno;

8.  ricorda che, sebbene l'UE sia pronta ad estendere il suo pacchetto di aiuti ai palestinesi, questo impegno non è illimitato nel tempo, e insiste sul fatto che, mentre l'aiuto umanitario deve restare incondizionato, l'UE deve svolgere un ruolo politico accompagnato da risultati tangibili in vista della creazione di uno Stato palestinese sostenibile, che siano coerenti con la sua considerevole assistenza finanziaria e influenza economica nella regione;

9.  è convinto dell'urgente necessità di una ridefinizione globale della politica dell'UE nei confronti del Medio Oriente, al fine di esercitare un ruolo politico decisivo e coerente, corredato di efficaci strumenti diplomatici, a favore della pace e della sicurezza in questa regione vicina che riveste per l'UE un interesse strategico fondamentale;

10. sollecita il Consiglio a prendere iniziative in vista della convocazione immediata del Consiglio di associazione UE-Israele, al fine di discutere della situazione attuale alla luce delle relazioni UE-Israele;

11. ritiene encomiabile l'attività dell'UNRWA e, consapevole delle carenze finanziarie cui andrà incontro prima della fine dell'anno, invita l'UE e la comunità internazionale di donatori a onorare i suoi impegni attuali e ad accrescere i suoi contributi;

12. accoglie favorevolmente l'importante ruolo svolto dall'Egitto nella regione e incoraggia tutti gli altri paesi interessati, compresa la Turchia, a proseguire gli sforzi intrapresi in vista di una pace e di una stabilità durature in Medio Oriente;

13. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, all'inviato del Quartetto in Medio Oriente, al Segretario generale della Lega araba, al governo di Israele, alla Knesset, al Presidente dell'Autorità palestinese e al Consiglio legislativo palestinese.