PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Kyrgyzstan
5.7.2010
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento
Marie-Christine Vergiat a nome del gruppo GUE/NGL
B7‑0424/2010
Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Kyrgyzstan
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Kirghizistan e l'Asia centrale,
– visto l'accordo di partenariato e cooperazione (APC) tra l'UE e il Kirghizistan entrato in vigore nel 1999,
– visto il documento di strategia regionale della Comunità europea per l'assistenza all'Asia centrale nel periodo 2007-2013,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che l'anno scorso Kurmanbek Bakiyev, arrivato al potere per la prima volta nel luglio 2005, è stato rieletto presidente per un nuovo mandato con elezioni che, secondo gli osservatori indipendenti, sono state alterate da massicci brogli; considerando che, dopo una prima serie di misure democratiche, il governo di Bakiyev è diventato autoritario e repressivo e il suo regime è stato ampiamente percepito come corrotto e contrassegnato da abusi di potere,
B. considerando che il governo precedente ha ritardato per mesi il pagamento di stipendi e pensioni mentre, nello stesso periodo, il clan Bakiyev trasferiva milioni di dollari su conti bancari offshore,
C. considerando che 84 persone hanno perso la vita e più di 500 sono rimaste ferite quando il 7 aprile le truppe kirghise sono intervenute in reazione alle proteste contro il drastico aumento dei prezzi dell'elettricità e del riscaldamento,
D. considerando che circa 2000 persone sono state uccise in combattimenti tra kirghisi e uzbeki nel sud del Kirghizistan, nel giugno 2010,
E. considerando che non solo la situazione politica in Kirghizistan è tuttora instabile, ma anche quella sociale ed economica; considerando che, deplorabilmente, il Kirghizistan è caratterizzato in larga misura da povertà e da numerose gravi minacce alla sicurezza delle persone,
F. considerando che il referendum sulla nuova costituzione ha avuto luogo il 27 giugno e il leader provvisorio Roza Otunbayeva si è insediata come presidente e formerà un governo,
G. considerando che l'UE è essenziale come donatore di aiuti presente in Kirghizistan,
H. considerando che sia gli Stati Uniti che la Russia hanno basi militari nel paese e che, in seguito a una decisione del parlamento di chiudere la base militare statunitense, il governo degli Stati Uniti ha aumentato in modo considerevole i pagamenti, ottenendo così una proroga fino all'estate 2010; che il governo Bakiyev aveva intensificato i nuovi negoziati con gli Stati Uniti in merito a un accordo a lungo termine e che la base militare statunitense in Kirghizistan riveste grande importanza per i rifornimenti militari alle truppe in Afghanistan,
I. considerando che la Federazione russa ha concesso un pacchetto di 50 milioni di dollari di assistenza economica al Kirghizistan oltre a rifornimenti di benzina e diesel,
1. è profondamente preoccupato per la situazione in Kirghizistan ed esprime il proprio cordoglio alle famiglie di tutte le vittime dei tragici eventi;
2. chiede un'indagine approfondita su quanto accaduto; sottolinea l'importanza di garantire che i responsabili delle violenze indiscriminate siano chiamati a rispondere in giudizio con un giusto processo e che le vittime e le loro famiglie ricevano assistenza e un risarcimento;
3. invita tutti gli attori internazionali a contenere e ad evitare ogni interferenza negli affari interni del Kirghizistan e a rispettare i diritti del Kirghizistan indipendente, chiede la chiusura di tutte le basi militari straniere nella regione, in particolare quelle usate dalla forze Usa per la guerra in Afghanistan;
4. sollecita il governo a compiere ogni sforzo per mantenere la pace nel sud del Kirghizistan;
5. difende le aspirazioni del popolo kirghiso a migliorare i propri standard di vita; ribadisce che è il popolo del Kirghizistan ad aver sofferto per un aumento dei prezzi degli alloggi e per la privatizzazione delle industrie principali, a beneficio, di una minoranza oligarchica; condanna le misure repressive attuate dal precedente governo che ha censurato siti Internet e il portale internet della Stan TV, e protesta anche contro l’arresto dei leader dell'opposizione;
6. prende atto dei risultati del referendum sulla nuova Costituzione tenutosi il 27 giugno e dell’annuncio di nuove elezioni generali il 10 ottobre;
7. sollecita il governo provvisorio a fare tutto il possibile per creare le condizioni per un sistema efficace e trasparente in grado di limitare il predominio della politica dei clan e promuovere lo sviluppo politico, sociale ed economico; sottolinea che in questo momento l'impegno deve concentrarsi sul miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini attraverso lo sviluppo del paese e la loro presa di coscienza del proprio potere;
8. sottolinea la necessità di assistere il Kirghizistan a superare i problemi sociali ed economici che sta affrontando; invita la Commissione ad elaborare proposte relative alla riassegnazione dei fondi dello strumento di cooperazione allo sviluppo, per garantire che la risposta a breve e medio termine dell'Unione europea alla nuova situazione in Kirghizistan possa essere di portata adeguata; sottolinea che la risoluzione dei problemi nei settori dell'istruzione, della sanità e della fornitura idrica dovrebbe avere carattere prioritario;
9. plaude agli sforzi tesi a convocare una conferenza internazionale sotto gli auspici delle Nazioni Unite in cui affrontare i problemi umanitari e le esigenze di base del Kirghizistan e fornire gli aiuti necessari allo sviluppo sostenibile del paese; esorta la Commissione e il Consiglio a lanciare un nuovo programma di aiuti per il Kirghizistan;
10. plaude all'impegno dell'OSCE, attualmente presieduta dal Kazakistan, nel processo di gestione dei conflitti e di stabilizzazione della regione;
11. incarica il suo presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio e alla Commissione, all'OSCE, nonché ai parlamenti della Federazione russa, degli Stati Uniti e del Kazakistan.