Proposta di risoluzione - B7-0493/2010Proposta di risoluzione
B7-0493/2010

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione dei Rom e sulla libera circolazione nell'Unione europea

6.9.2010

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Hannes Swoboda, Monika Flašíková Beňová, Kinga Göncz, Rovana Plumb, María Muñiz De Urquiza, Claude Moraes, Sylvie Guillaume, Juan Fernando López Aguilar, Tanja Fajon, Rita Borsellino a nome del gruppo S&D

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0493/2010

Procedura : 2010/2842(RSP)
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B7-0493/2010
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B7-0493/2010
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B7‑0493/2010

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione dei Rom e sulla libera circolazione nell'Unione europea

Il Parlamento europeo,

–   vista la Carta dei diritti fondamentali dell'UE, in particolare gli articoli 1, 8, 19, 20, 21, 24, 25, 35 e 45,

–   visti gli articoli 2 e 3 del trattato sull'Unione europea che sanciscono i diritti e i principi fondamentali dell'Unione europea, compresi i principi di non discriminazione e di libera circolazione,

–   visti gli articoli 8, 9, 10, 16, 18, 19, 20, 21, 151, 153 e 157 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–   viste le sue risoluzioni del 28 aprile 2005 sulla situazione dei Rom nell'Unione europea, del 1° giugno 2006 sulla situazione delle donne rom nell'Unione europea, del 15 novembre 2007 sull'applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, del 31 gennaio 2008 su una strategia europea per i Rom, del 10 luglio 2008 sul censimento dei Rom su base etnica in Italia, dell'11 marzo 2009 sulla situazione sociale dei Rom e su un loro miglior accesso al mercato del lavoro nell'UE e del 25 marzo 2010 sul secondo vertice europeo sui Rom,

–   viste la direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, la decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio, del 28 novembre 2008, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale, la direttiva 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri nonché la direttiva 46/1995 relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati,

–   viste le relazioni sui Rom, il razzismo e la xenofobia negli Stati membri dell'UE nel 2009, pubblicate dall'Agenzia per i diritti fondamentali, e le relazioni del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg,

–   viste le conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2007 e di giugno 2008, le conclusioni del Consiglio "Affari generali" di dicembre 2008 e le conclusioni del Consiglio "Occupazione, politica sociale, salute e consumatori" sull'inclusione dei Rom, adottate a Lussemburgo l'8 giugno 2009,

–   visti il Decennio per l'inclusione dei Rom e il Fondo per l'istruzione dei Rom, istituiti nel 2005 da numerosi Stati membri dell'UE, paesi candidati e altri paesi in cui le istituzioni dell'Unione sono presenti in modo significativo,

–   viste le conclusioni del primo vertice europeo sui Rom (Bruxelles, 16 settembre 2008) e del secondo vertice europeo sui Rom (Cordoba, 8 aprile 2010),

–   vista la prossima relazione della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni sulla strategia dell'UE per l'inclusione dei Rom, prevista per la fine del 2010,

–   viste le raccomandazioni della Commissione delle Nazioni Unite per l'eliminazione della discriminazione razziale durante la sua 77a sessione (2-27 agosto 2010) relative a Danimarca, Estonia, Francia, Romania e Slovenia,

–   vista la relazione del Consiglio d'Europa, quarta relazione della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI) sulla Francia, pubblicata il 15 giugno 2010,

–   visti i dieci principi di base comuni sull'inclusione dei Rom,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che l'Unione europea è fondata sui principi sanciti dalla Carta dell'UE e dai suoi trattati, tra i quali figurano i principi della non discriminazione, i diritti specifici che definiscono la cittadinanza dell'UE e il diritto alla protezione dei diritti personali,

B.  considerando che detti principi sono applicati attraverso le direttive 43/2000, 78/2000, 38/2004 e 95/46 di cui sopra,

C. considerando che i 10-12 milioni di Rom europei continuano a subire discriminazioni sistematiche nei settori dell'istruzione (in particolare la segregazione), dell'alloggio (segnatamente le espulsioni forzate e condizioni di vita inferiori agli standard, spesso in ghetti), dell'occupazione (con un tasso di occupazione particolarmente basso) e della parità di accesso ai sistemi di assistenza sanitaria e ad altri servizi pubblici, come anche dinanzi al livello sorprendentemente basso della loro partecipazione politica,

D. considerando che una gran parte dei Rom europei sono divenuti cittadini dell'UE in seguito agli allargamenti del 2004 e del 2007 per cui, assieme ai loro familiari, godono del diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri,

E.  considerando che numerosi Rom e numerose comunità rom che hanno deciso di stabilirsi in uno Stato membro dell'UE diverso da quello di cui sono cittadini si trovano in una posizione particolarmente vulnerabile,

F.  considerando che in vari Stati membri stanno avendo luogo rimpatri e rientri di cittadini rom e, recentemente, anche in Francia, dove il governo ha adottato una politica di espulsione o di rientro "volontario" per centinaia di cittadini rom dell'UE, tra i mesi di marzo e agosto 2010,

G. considerando che tale comportamento è affiancato dalla stigmatizzazione dei Rom e da una generale ostilità nei loro confronti a livello di discorso politico,

H. considerando che il Parlamento europeo ha invitato in più occasioni la Commissione ad elaborare una strategia dell'UE per i Rom che promuova i principi delle pari opportunità e dell'inclusione sociale in Europa,

I.   considerando che l'UE dispone di diversi strumenti da utilizzare nella lotta contro l'esclusione dei Rom come la nuova opportunità offerta nel quadro dei Fondi strutturali di destinare fino al 2% della dotazione complessiva del Fondo europeo di sviluppo regionale alle spese per l'alloggio a favore delle comunità emarginate, che avrà effetto nel corso del 2010, o le possibilità esistenti nel quadro del Fondo sociale europeo,

J.   considerando che i progressi compiuti nella lotta alla discriminazione dei Rom garantendo i loro diritti all'istruzione, all'occupazione, all'assistenza sanitaria, all'alloggio e alla libera circolazione negli Stati membri sono stati discontinui e lenti; che la rappresentanza dei Rom nelle strutture governative e nella pubblica amministrazione degli Stati membri dovrebbe essere incrementata,

1.  ribadisce che l'Unione europea rappresenta innanzitutto una comunità basata su valori e principi miranti a mantenere e promuovere una società aperta e inclusiva, in particolare attraverso il divieto di tutte le forme di discriminazione e la definizione di cittadinanza dell'UE;

2.  sottolinea il diritto di tutti i cittadini dell'UE e dei loro familiari a circolare e soggiornare liberamente all'interno dell'UE, diritto che costituisce un pilastro della cittadinanza dell'UE quale definita dai trattati ed è attuato nella direttiva 38/2004, che tutti gli Stati membri sono chiamati ad applicare e rispettare;

3.  esprime profonda preoccupazione in riferimento alle recenti misure adottate dal governo francese per il rimpatrio e il rientro di centinaia di cittadini rom dell'UE nei rispettivi paesi di origine, avvalendosi del pretesto di assistenza umanitaria, ed esorta le autorità francesi a porre immediatamente fine a tali prassi;

4.  esprime profonda inquietudine in particolare per la retorica apertamente discriminatoria e provocatoria che ha caratterizzato il discorso politico nel corso del rimpatrio dei Rom, sfociando in toni razzisti e provocando azioni di gruppi di estrema destra; richiama pertanto i politici alle proprie responsabilità e respinge qualsiasi dichiarazione che accomuni le minoranze e l'immigrazione alla criminalità e crei stereotipi discriminatori;

5.  ricorda a tal proposito che la direttiva 2004/38 considera le limitazioni alla libera circolazione dei cittadini dell'UE e il loro allontanamento come eccezioni e le circoscrive entro limiti chiari e specifici; in particolare i provvedimenti di allontanamento devono essere valutati e decisi singolarmente tenendo conto delle circostanze personali, assicurando garanzie procedurali e mezzi di impugnazione (articoli 28, 30 e 31);

6.  sottolinea altresì che, secondo la direttiva 2004/38, la mancanza di mezzi economici non può in nessun caso giustificare l'allontanamento automatico di cittadini dell'UE (considerando 16 e articolo 14), e che le limitazioni della libertà di circolazione e di residenza per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica sono adottate esclusivamente in relazione al comportamento personale e non in base a considerazioni di prevenzione generale o all'origine etnica o nazionale;

7.  esprime preoccupazione sulla proporzionalità della raccolta di dati biometrici sui cittadini dell'UE che non è giustificata da ragioni di sicurezza o di applicazione della legge e ricorda che la creazione di basi nazionali di dati biometrici dei cittadini dell'UE, così come tutte le procedure di identificazione dei cittadini dell'UE, devono essere effettuate su base individuale e non discriminatoria, rispettando le garanzie e i principi di protezione dei dati, conformemente alle direttive 43/2000 e 95/45;

8.  prende atto con grande rammarico del ritardo e della limitatezza con cui la Commissione europea, quale guardiano dei trattati, ha reagito per verificare la conformità delle azioni degli Stati membri al diritto primario e alla legislazione dell'UE, in particolare le suddette direttive sulla non discriminazione, la libera circolazione e il diritto alla riservatezza dei dati personali; ribadisce le sue preoccupazioni in merito alle implicazioni dell'attuale distribuzione delle responsabilità concernenti le politiche in materia di Rom tra i membri della Commissione e chiede un coordinamento orizzontale forte per garantire una risposta puntale ed efficace in futuro;

9.  invita la Commissione a sostenere con determinazione i valori e i principi sanciti dalla Carta dell'UE e dai suoi trattati e a reagire con rapidità effettuando un'analisi completa della situazione in Francia e in tutti gli Stati membri con riguardo alla conformità delle politiche in materia di Rom alla legislazione dell'UE;

10. esprime profonda preoccupazione quanto al fatto che, nonostante il carattere urgente della questione, la Commissione non abbia ancora dato seguito alla sua richiesta di gennaio 2008 e marzo 2010 di elaborare, in cooperazione con gli Stati membri, una strategia europea per i Rom; esorta nuovamente la Commissione a varare una strategia europea di ampio respiro per l'inclusione dei Rom;

11. ritiene che l'UE e tutti gli Stati membri condividano la responsabilità di promuovere l'inclusione dei Rom; tale obiettivo richiede un approccio esaustivo a livello di UE da concretizzare con una strategia dell'UE per i Rom, fondata sugli impegni assunti durante il secondo vertice sui Rom svoltosi a Cordoba:

· promuovere l'integrazione delle tematiche legate ai Rom nelle politiche europee e nazionali in materia di diritti fondamentali e tutela contro il razzismo, la povertà e l'esclusione sociale;

· migliorare l'articolazione della tabella di marcia della piattaforma integrata sull'inclusione dei Rom e renderne prioritari i principali obiettivi e risultati;

· garantire che gli strumenti finanziari esistenti dell'UE siano accessibili ai Rom e contribuiscano a migliorare la loro integrazione sociale attraverso il monitoraggio dell'uso delle risorse; introdurre inoltre nuove condizioni volte a garantire che l'uso dei fondi sia maggiormente consono ad affrontare la situazione dei Rom;

12. ritiene essenziale creare un complesso programma di sviluppo che copra contemporaneamente tutti i settori politici correlati e renda possibile un intervento immediato nelle zone "ghettizzate" che devono far fronte a gravi svantaggi strutturali; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che le disposizioni in materia di pari opportunità siano rigorosamente osservate al momento dell'attuazione dei programmi operativi, cosicché i progetti non accentuino, direttamente o indirettamente, la segregazione e l'esclusione dei Rom; sottolinea che il 10 febbraio 2010 il Parlamento ha approvato una relazione sull'ammissibilità degli interventi nel settore dell'alloggio a favore delle comunità emarginate, che consente tali interventi a nome dei gruppi vulnerabili nel quadro del FESR, e chiede la rapida applicazione del regolamento rivisto affinché gli Stati membri possano attivamente ricorrere a tale opportunità;

13. esprime preoccupazione per il rimpatrio forzato di Rom nei Balcani occidentali dove potrebbero trovarsi in condizione di senzatetto e diventare vittime di discriminazioni; invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a provvedere affinché siano rispettati i loro diritti fondamentali, anche fornendo un livello adeguato di assistenza e monitoraggio;

14. raccomanda al Consiglio di adottare una posizione comune sul finanziamento a titolo dei fondi strutturali e di preadesione, in cui trovi riscontro l'impegno politico europeo per promuovere l'inclusione dei Rom e per garantire che i principi di base comuni sull'inclusione dei Rom siano tenuti in considerazione nel corso di un'eventuale revisione dei relativi programmi operativi, e quindi anche in vista del prossimo periodo di programmazione; sollecita la Commissione ad analizzare e a valutare quali sono state sino ad oggi le ricadute sociali degli investimenti dei fondi strutturali e di preadesione destinati ai gruppi vulnerabili, a trarne le debite conclusioni e a concepire, se necessario, nuove strategie e norme in questo settore;

15. incoraggia le istituzioni dell'UE ad associare le comunità rom – dal livello di base fino a quello delle ONG internazionali – al processo di sviluppo di una politica globale dell'UE nei confronti dei Rom, in tutti gli aspetti della pianificazione, dell'attuazione e della supervisione, nonché a fare tesoro delle esperienze del Decennio per l'integrazione dei Rom 2005-2015, del piano d'azione dell'OSCE e delle raccomandazioni del Consiglio d'Europa, delle Nazioni Unite e dello stesso Parlamento europeo;

16. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati, al Garante europeo per la protezione dei dati nonché al Consiglio d'Europa e all'OSCE.