Proposta di risoluzione - B7-0701/2010Proposta di risoluzione
B7-0701/2010

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul programma di lavoro della Commissione europea

8.12.2010

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Lothar Bisky a nome del gruppo GUE/NGL

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B7‑0701/2010

Risoluzione del Parlamento europeo sul programma di lavoro della Commissione europea

Il Parlamento europeo,

–   vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul programma di lavoro della Commissione per il 2011,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che in tutta Europa i cittadini stanno manifestando contro la politica di austerità dell'Unione europea e dei suoi Stati membri la quale si traduce in importanti tagli ai salari, alle prestazioni sociali e ai servizi pubblici; considerando che i cittadini sono restii a sostenere i costi di una crisi finanziaria causata dal comportamento irresponsabile, orientato al profitto delle banche e che essi non sono d'accordo con le politiche neoliberiste che hanno dato adito a tale sviluppo,

B.   considerando al contempo che i principali Stati membri e le istituzioni europee stanno imponendo ulteriori restrizioni ai bilanci nazionali e rafforzando il patto di stabilità, e che tale politica comporterà una contrazione della domanda e una riduzione dei salari e aprirà la via all'introduzione di un programma di liberalizzazione radicale, creando in tal modo le condizioni per una nuova crisi economica; considerando che la Commissione sta preparando il terreno per l'attuazione di una politica di austerità, proponendo nuove riforme delle pensioni nel 2011, altre riforme del sistema di protezione del lavoro e degli aiuti di Stato nonché un'ulteriore liberalizzazione e privatizzazione,

C.  considerando che le banche stanno di nuovo generando notevoli profitti, e che l'UE e gli Stati membri hanno dimostrato di non essere disposti ad applicare restrizioni e regolamentazioni alle attività delle banche, e che, così facendo, non affrontano la crisi alla radice;

D.  considerando il protrarsi, nell'UE, della crisi finanziaria ed economica, accompagnato da un boom economico in alcuni Stati membri, soprattutto in Germania, e dalla stagnazione o addirittura da un calo nelle economie di altri paesi, ad esempio Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo,

E.   considerando che nell'UE un totale di 84 milioni di persone vive in condizioni di povertà, e che, fatto scandaloso, tra questi si contano 19 milioni di bambini; considerando al contempo che si registra un incremento sia nel numero di persone ricche sia nel valore della loro ricchezza;

F.  considerando che il programma di lavoro della Commissione per il 2011 non riesce a rispondere a queste sfide e che la crescente polarizzazione nell'Unione europea e la prosecuzione di politiche neoliberiste mettono a repentaglio l'integrazione europea e l'UE in quanto tale,

1.   è del parere che il programma della Commissione per il 2011 si concentri sulle priorità sbagliate e si basi sugli approcci di politica neoliberista che hanno provocato la crisi economica e finanziaria, e chiede un cambiamento radicale della politica che privilegi l'espansione della domanda macroeconomica e la promozione della piena occupazione;

2.   deplora che le nuove procedure, in virtù delle quali la Commissione non presenta una strategia politica annuale in preparazione del suo programma di lavoro, riducano l'ambito di influenza del Parlamento europeo sul programma di lavoro nelle sue fasi iniziali; invita la Commissione a porre rimedio a questa situazione;

3.   rileva con preoccupazione che il primo anno del trattato di Lisbona è stato segnato da forti scontri tra le istituzioni europee sulla partecipazione democratica e il diritto di controllo del Parlamento europeo; sottolinea che la democratizzazione dell'Unione europea è indispensabile per la sopravvivenza della stessa e che il rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo è un aspetto importante di tale sfida;

Governance economica e regolamentazione del settore finanziario

4.   respinge le proposte della Commissione sulla governance economica che non riflettono adeguatamente i profondi squilibri in seno all'UE; è critico del fatto che tali proposte siano volte a rafforzare i rami preventivo e correttivo dello screditato patto di stabilità e crescita, il quale tende a sommergere le economie di numerosi Stati membri in una recessione profonda e a creare ripercussioni decisamente negative per la maggior parte delle economie europee;

5.   sottolinea la necessità di revocare il patto di stabilità e crescita parallelamente all'istituzione di un patto per l'occupazione e la crescita che promuova gli investimenti pubblici, rilanci la domanda interna, sostenga le micro-, piccole e medie imprese e stabilisca specifici criteri economici, sociali e ambientali creati su misura per le esigenze particolari di ciascuno Stato membro, mirati in particolare alla disoccupazione e alla riduzione della povertà;

6.   ribadisce la sua forte critica del nuovo quadro di vigilanza finanziaria dell'Unione; deplora il fatto che esso lasci intatte le vere fonti dei rischi finanziari e che le banche che operano in tutta Europa continueranno ad essere sorvegliate da autorità nazionali dotate di scarsi poteri;

7.   chiede regole severe che impediscano alle banche l'assunzione di rischi eccessivi e l'esternalizzazione dei rischi al settore bancario ombra; ritiene necessario promuovere il settore bancario pubblico e le banche cooperative e che almeno una grande banca pubblica garantisca il finanziamento di progetti socialmente ed ecologicamente auspicabili;

8.   critica la mancanza di disponibilità dell'UE a regolamentare e ridurre i fondi speculativi e i fondi di investimento privati (private equity) che hanno contribuito notevolmente alla crisi aumentando i rischi macro-prudenziali; sottolinea che i fondi di investimento privati sono la causa di importanti spoliazioni delle attività, di innumerevoli perdite di posti di lavoro nonché della liquidazione di molte imprese nell'UE; è fortemente critico del fatto che il nuovo regolamento UE sui fondi speculativi e i fondi di investimento privati sia finalizzato alla normalizzazione di questi prodotti nocivi e a garantirne la certezza giuridica invece di ridurli;

9.   sottolinea la necessità di rafforzare le regole che disciplinano le agenzie di rating e migliorare la vigilanza di queste ultime a livello mondiale; chiede l'istituzione di un'agenzia pubblica europea di rating del credito per superare i conflitti d'interesse che ostacolano la procedura di rating del credito;

10. condanna fermamente il rifiuto di qualunque tipo di tassazione delle operazioni finanziarie da parte della Commissione e della maggior parte degli Stati membri; ritiene che vadano introdotte a livello dell'UE tasse sulle transazioni in valuta (Tobin Tax) e sulle operazioni di borsa (comprese le operazioni fuori borsa);

Piattaforma europea di lotta contro la povertà

 

11. deplora vivamente che il 2010, "Anno europeo di lotta alla povertà e all'esclusione sociale", non abbia portato risultati concreti; rileva che la nuova strategia prevede un unico obiettivo di riduzione della povertà, vale a dire ridurre il numero delle persone colpite di 20 milioni, senza tuttavia proporre politiche efficaci; critica fortemente il fatto che la lotta contro la povertà sia soltanto un programma faro che si baserà sul cosiddetto "metodo di coordinamento aperto".

Politica di coesione e fondi strutturali

12. esprime la propria preoccupazione per il fatto che, nel suo programma di lavoro, la Commissione abbia menzionato la politica di coesione soltanto in quanto elemento secondario dell'iniziativa faro "Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse" e in connessione con l'adeguamento del quadro finanziario dell'UE;

13. ribadisce la sua posizione secondo cui la politica di coesione non dovrebbe essere subordinata alle priorità della neoliberale strategia UE 2020 che pone l'accento su "competitività", "deregolamentazione", "adattabilità" e "imprenditorialità"; sottolinea che la competitività non deve sostituire la convergenza negli Stati membri e nelle regioni in ritardo di sviluppo;

14. sottolinea che la politica regionale è uno strumento indispensabile ai fini della promozione della coesione economica e sociale, e che i suoi principali obiettivi sono la riduzione delle disparità regionali, la promozione della convergenza reale e l'incremento della crescita e dell'occupazione; insiste sul fatto che la politica di coesione deve essere portata avanti e rafforzata dopo il 2013 e che dovrebbe sempre rimanere una politica indipendente che preveda lo sviluppo sostenibile (economico, sociale, ambientale, territoriale), la riduzione delle disparità tra le regioni e del ritardo delle regioni più povere;

15. ritiene che i finanziamenti UE esistenti e le attuali risorse finanziarie dell'UE per la politica di coesione siano insufficienti a soddisfare le esigenze connesse ad una convergenza reale, alle disparità regionali, agli alti livelli di disoccupazione, alle disuguaglianze di reddito e alla povertà nell'Unione europea; evidenzia la necessità di rafforzare il bilancio dell'UE nel settore della politica di coesione e sottolinea che è importante che la gestione e la pianificazione territoriale restino di competenza dei singoli Stati membri;

16. ritiene che il PIL dovrebbe rimanere il criterio principale per determinare l'ammissibilità agli interventi di politica regionale, sebbene occorra integrarlo con altri indicatori che vadano oltre il PIL e comprendano le esigenze concernenti l'eliminazione della povertà e dell'esclusione sociale, le pari opportunità, l'equità e uguaglianza per tutti (inclusa la governance tra le diverse regioni europee e il superamento delle disuguaglianze basate sul reddito e il patrimonio), nonché l'energia, l'utilizzo delle risorse naturali e le pressioni sugli ecosistemi;

17. raccomanda che la politica di coesione sia adattata alle regioni ultraperiferiche di cui all'articolo 349 del TFUE attraverso l'adozione di misure specifiche; invita la Commissione a proporre misure su base permanente, congruamente finanziate, che possano essere adeguate alle esigenze delle regioni ultraperiferiche, aiutandole ad affrontare i vincoli permanenti che gravano su di esse;

Direttiva sul distacco dei lavoratori

 

18. prende atto dell'intenzione della Commissione di lanciare uno strumento legislativo che preveda norme sull'applicazione e l'attuazione della direttiva sul distacco dei lavoratori; sottolinea, tuttavia, che è necessaria una revisione approfondita di tale direttiva al fine di garantire l'applicazione del principio della pari retribuzione per lo stesso lavoro e lavoro di pari valore nello stesso luogo di lavoro, e di chiarire che le sue disposizioni sui salari minimi sono requisiti minimi che non possono essere interpretati come livelli massimi, come è stato fatto dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea;

 

19. insiste, in vista del dibattito sulle ulteriori modifiche del trattato nel quadro del prossimo ampliamento, sull'introduzione di una clausola di progresso sociale nel diritto primario dell'UE, che stipuli che i diritti fondamentali in genere e il diritto di sciopero e di azione industriale, di contrattazione collettiva, ecc. hanno sempre il primato sulle "libertà fondamentali" del mercato interno;

 

Revisione della direttiva sull'orario di lavoro

 

20. esprime viva preoccupazione per l'intenzione della Commissione di proporre una revisione della direttiva sull'orario di lavoro "per adeguare la direttiva alle nuove realtà" e di chiarire la sua attuazione "in particolare per quanto riguarda la questione del tempo di guardia"; ricorda alla Commissione che il Parlamento si era opposto alle proposte della Commissione e del Consiglio di indebolire la vigente direttiva sull'orario di lavoro e che di conseguenza la procedura di conciliazione su tale fascicolo non era giunta in porto nella passata legislatura per validi motivi; mette in guardia la Commissione contro qualunque tentativo di annacquare la direttiva sull'orario di lavoro al momento di proporre una nuova revisione della medesima;

 

21. invita la Commissione a proporre una revisione della direttiva sull'orario di lavoro in linea con l'obiettivo di conciliare la vita lavorativa e la vita privata, tra l'altro con la necessità perlomeno di:

 

· una chiara limitazione della durata massima dell'orario di lavoro settimanale a livello europeo (come primo passo mediante la riduzione dalle attuali 48 ore settimanali a 40 ore e sopprimendo tutte le deroghe e scappatoie esistenti nella direttiva in vigore), che fornirebbe agli Stati membri un incentivo a ridurre l'orario di lavoro a livello nazionale, contribuendo quindi anche alla lotta contro la disoccupazione;

· l'abolizione di tutte le possibilità di "opt out" (eccezioni) alla direttiva e la garanzia dell'esecuzione piena delle sentenze della Corte di giustizia (il servizio di guardia passato sul luogo di lavoro è da considerarsi tempo di lavoro; il periodo di riposo compensativo deve essere concesso immediatamente dopo il tempo passato sul lavoro) ;

· se il lavoratore ha più di un contratto di lavoro, devono essere prese misure per assicurare che l'orario di lavoro del lavoratore sia definito come la somma dei periodi di lavoro per ciascuno dei contratti;

 

Salute e sicurezza sul lavoro

 

22. accoglie con favore l'intenzione della Commissione di rivedere la direttiva 2004/37 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi associati all'esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro; sottolinea che il campo d'applicazione di tale direttiva deve essere esteso al fine di tenere in considerazione i fattori di rischio nuovi e le sostanze tossiche per la riproduzione, che il livello di protezione e di prevenzione deve essere radicalmente migliorato rendendo più restrittivi i valori limite di esposizione (OELV) per il benzene, il cloruro di vinile monomero e le polveri di legno duro e definendo valori limite di esposizione per un numero di sostanze cancerogene molto superiore a quello previsto dalla direttiva attualmente in vigore, in particolare per la silice cristallina;

 

23. si compiace dell'intenzione della Commissione di avviare un'iniziativa UE sui disturbi muscoloscheletrici (DMS) collegati al lavoro; critica tuttavia il fatto che la Commissione proponga un approccio ristretto mediante una "procedura di rifusione" che riunisce le disposizioni delle direttive 90/269/CEE e 90/270/CEE in un unico strumento legislativo; invita la Commissione a proporre una nuova direttiva, basata sui principi di prevenzione, secondo quanto prescritto nella direttiva quadro 89/391/CEE in materia di salute e sicurezza sul lavoro, al fine di contemplare tutte le situazioni di lavoro in un approccio olistico volto ad escludere i fattori di rischio DMS fin dall'inizio; ricorda che occorre affrontare non soltanto gli aspetti biomeccanici, ma anche i contenuti e l'organizzazione del lavoro, l'ambiente fisico e psicosociale e gli aspetti sensoriali ed emotivi, tra cui la "dimensione di genere" poiché donne e uomini vengono colpiti in modo diverso dai rischi dei DMS;

 

24. ritiene che la nuova strategia comunitaria per la salute e la sicurezza sul lavoro 2013-2020 debba abbandonare l'approccio della strategia precedente (2007 - 2012), che considerava la salute sul lavoro in primo luogo come una variabile della produttività e della competitività delle imprese; sottolinea che la nuova strategia dovrebbe concentrarsi sull'utilizzo delle potenzialità di REACH per migliorare la protezione dei lavoratori dai rischi chimici, in uno sforzo rinnovato per prevenire le malattie legate al lavoro e migliorare la qualità di vita dei lavoratori sul posto di lavoro, rafforzare le responsabilità di monitoraggio e di esecuzione degli ispettorati del lavoro e la partecipazione dei lavoratori nella progettazione, nel monitoraggio e nell'attuazione delle politiche di prevenzione, migliorando il riconoscimento delle malattie professionali e trattando la flessibilità, l'insicurezza, i subappalti ecc. come ostacoli a una corretta prevenzione dei rischi;

 

Informazione e consultazione dei lavoratori

 

25. prende atto dell'intenzione della Commissione di procedere a una revisione della direttiva 2001/86/CE (statuto della società europea, coinvolgimento dei lavoratori) e della direttiva 2003/72/CE (statuto della società cooperativa europea, coinvolgimento dei lavoratori); precisa che l'obiettivo della Commissione di semplificare le modalità di coinvolgimento dei lavoratori potrebbe già essere indice della sua volontà di piegarsi alle pressioni esercitate dai lobbisti dell'industria (la partecipazione dei lavoratori costituisce un onere per la società europea); sottolinea che la legislazione sulla società europea non era intesa come strumento per creare competizione tra le normative nazionali in materia di coinvolgimento e cogestione dei dipendenti, e che non si deve permettere che lo diventi; invita la Commissione a ritirare la sua proposta sullo statuto della società privata europea, che inficerebbe ulteriormente i diritti dei lavoratori in materia di partecipazione;

 

Libro bianco sulle pensioni e revisione della direttiva relativa alle attività e alla supervisione degli enti pensionistici aziendali o professionali (direttiva IORP)

 

26. ritiene che l'annunciato Libro bianco della Commissione sulle pensioni potrebbe servire soltanto da piattaforma di propaganda per l'ulteriore smantellamento dei regimi pensionistici obbligatori; critica fortemente il fatto che già il Libro verde della Commissione sulle pensioni indicasse che l'"adeguatezza" delle pensioni erogate a titolo di regimi pubblici, potrebbe dover subire un adeguamento al ribasso in considerazione dei deficit di bilancio, delle tendenze demografiche e del rallentamento della crescita che ci si attende per i prossimi anni, e che la durata della vita lavorativa dovrebbe essere estesa;

 

27. esprime forti critiche nei confronti dell'orientamento della Commissione secondo il quale si dovrebbe dare un nuovo impulso ai regimi a capitalizzazione mediante il rafforzamento del mercato interno delle pensioni, non soltanto per i regimi pensionistici professionali, ma anche per una vasta gamma di fondi pensione, assicurazioni sulla vita e simili nel settore privato, orientamento che ovviamente si rifletterà nella revisione proposta della direttiva relativa alle attività e alla supervisione degli enti pensionistici aziendali o professionali (direttiva IORP); critica con forza il fatto che la direttiva IORP abbia aperto alla concorrenza la prestazione di servizi nell'ambito dei regimi pensionistici professionali, liberalizzando pesantemente i requisiti relativi alle norme prudenziali;

 

28. rileva le conseguenze disastrose delle politiche di liberalizzazione e della parziale privatizzazione dei sistemi pensionistici; osserva che i sistemi a capitalizzazione non hanno mantenuto le promesse di fornire rendimenti più elevati e prestazioni pensionistiche sicure, come dimostrato dalle ingenti perdite (almeno il 20% del valore delle attività) registrate durante la crisi finanziaria, che hanno comportato i salvataggi ancora in atto da parte degli Stati membri, l'aumento delle contribuzioni e la riduzione delle prestazioni fornite da questi regimi;

 

29. raccomanda un graduale reintegro delle attività dei sistemi a capitalizzazione all'interno dei regimi pensionistici pubblici, come è avvenuto in Argentina, al fine di aumentare la redistribuzione in modo da promuovere il duplice obiettivo di scongiurare la povertà in età avanzata e mantenere il tenore di vita, per quanto concerne le componenti correlate al reddito dei sistemi pensionistici;

 

Agenda per nuove competenze e per l'occupazione

 

30. prende atto dell'intenzione della Commissione di istituire un "inventario delle competenze" dell'UE da svolgersi ogni due anni; reputa tuttavia che il modo migliore per favorire lo sviluppo di abilità e competenze durante l'intero arco della vita consista in un approccio basato sui diritti nei confronti di politiche attive del mercato del lavoro e apprendimento permanente, salute e sicurezza generale sul lavoro, pari e universali diritti sociali e dei lavoratori per tutti, equilibrio lavoro/vita e conciliazione della vita lavorativa e non, miglioramento della qualità del lavoro e del benessere sul lavoro, anziché un approccio che si limiti a stimolare la mobilità della manodopera e a promuovere la flessicurezza; insiste sul fatto che l'agenda per le competenze e l'occupazione deve essere strettamente collegata a energiche misure sotto il profilo dell'offerta e della domanda volte a promuovere un'economia sociale e verde nonché politiche industriali e regionali finalizzate allo sviluppo sostenibile, anziché una strategia che consista semplicemente nell'"anticipare i cambiamenti";

 

Gioventù in movimento

 

31. prende atto dell'intenzione della Commissione di modificare il regolamento (CEE) n. 1612/68 (Eures) onde istituire un programma finalizzato alla mobilità dei giovani lavoratori in tutta l'Unione europea; insiste sul fatto che la mobilità dei giovani lavoratori deve essere il frutto di una libera scelta di questi ultimi, e non di un'imposizione in virtù di condizioni stabilite;

 

32. ritiene che porre l'accento solamente sulla promozione della mobilità dei giovani sia troppo riduttivo per combattere efficacemente la disoccupazione giovanile; suggerisce quindi che la Commissione presenti una proposta relativa a una garanzia europea per i giovani che assicuri a ogni giovane dell'Unione il diritto a un lavoro adeguato e ben retribuito in linea con le sue qualifiche e competenze, a un apprendistato, a una formazione supplementare o a una combinazione di formazione e lavoro non appena si trovi in condizione di disoccupazione;

 

Diritti delle donne e politica dell'uguaglianza di genere

 

33. insiste sul fatto che la nuova strategia di uguaglianza di genere dell'UE dovrebbe costituire un programma di azione e di impegno politico basato sulla piattaforma d'azione di Pechino e sui suoi risultati, tenendo presente che i diritti umani di donne e ragazze formano parte integrante, inalienabile e indivisibile dei diritti umani universali;

 

34. chiede l'adozione urgente di misure concrete di lotta alle discriminazioni retributive, sia tramite la revisione della direttiva vigente, sia con l'elaborazione di piani settoriali articolati in tappe, con traguardi precisi − per esempio formulando l'obiettivo di ridurre il divario retributivo di genere allo 0-5% entro il 2020 − onde eliminare le discriminazioni dirette e indirette, o incentivando la contrattazione collettiva e la formazione di consulenti per la parità, affrontando la questione della ripartizione iniqua del lavoro non retribuito tra donne e uomini ed elaborando piani per la parità nelle imprese e negli altri luoghi di lavoro;

 

35. sottolinea l'importanza della lotta contro gli stereotipi in tutti gli ambiti e in tutte le fasi della vita, in quanto essi sono una delle cause più radicate della disparità tra uomini e donne poiché condizionano le scelte a livello di istruzione, formazione e occupazione, la suddivisione dei compiti domestici e familiari, la partecipazione alla vita pubblica e la partecipazione e rappresentazione nelle funzioni decisionali nonché le scelte a livello professionale; chiede una direttiva sulla prevenzione della violenza contro le donne;

 

Mercato interno

 

36. è dell'avviso che i diritti sociali e gli interessi dei cittadini europei dovrebbero essere al centro di qualsiasi politica relativa al mercato interno; rifiuta le proposte della Commissione concernenti un atto per il mercato unico, che sono finalizzate alla competitività e a un'accelerazione del ritmo della liberalizzazione; chiede, come primo passo, una moratoria sulle politiche di liberalizzazione e invita la Commissione a effettuare studi, in collaborazione con gli attori interessati, sulle conseguenze economiche e sociali delle politiche di liberalizzazione;

 

37. è profondamente preoccupato, in considerazione delle politiche di austerità, per il futuro dei servizi pubblici nell'Unione europea; sottolinea l'importanza dei servizi pubblici e della loro erogazione ai fini della promozione della coesione sociale, economica e territoriale nell'UE; critica fortemente l'atteggiamento di prevenzione contro lo Stato in quanto fornitore di servizi di interesse generale e chiede che i beni pubblici ricadano sotto la gestione pubblica; insiste sul rafforzamento del ruolo dello Stato riguardo alla partecipazione e all'intervento nel mercato e alla sua regolamentazione; sottolinea a tal proposito la necessità di una revisione della direttiva sui servizi;

 

38. ribadisce che la politica della Commissione nel settore degli aiuti di Stato non deve pregiudicare il rispetto degli interessi generali e degli interessi economici generali negli Stati membri; ritiene che l'aiuto pubblico alle imprese, a livello nazionale e dell'Unione, debba essere collegato a impegni a lungo termine da parte delle imprese interessate in termini di sviluppo regionale e di occupazione e che non si debba accordare alcun aiuto che possa essere usato per favorire le delocalizzazioni; chiede un rafforzamento del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori in seno ai comitati direttivi delle imprese e nelle decisioni riguardanti la loro gestione strutturale;

 

39. rileva che la Commissione non ha presentato proposte sulla tutela dei consumatori, in un periodo caratterizzato dall'aumento dei prezzi dei prodotti di base; chiede pertanto alla Commissione di proporre un cambiamento fondamentale nel controllo dei prezzi, dando agli Stati l'opportunità di controllare i prezzi dei prodotti di base a vantaggio della popolazione;

 

40. sottolinea l'ulteriore necessità di mettere a punto condizioni di parità per le PMI, che continuano a subire svantaggi concorrenziali in taluni mercati, ad esempio nelle procedure relative agli appalti pubblici;

 

Cambiamento climatico

41. sottolinea che la crisi economica mondiale non può e non deve essere addotta a pretesto per giustificare l'inazione o per non tenere fede alla giustizia climatica; ribadisce che lo sviluppo di un'economia sostenibile è una parte essenziale del cammino verso il superamento dell'attuale crisi; chiede pertanto che l'innovazione verde funga da base per il processo di trasformazione dell'industria finalizzato alla crescita sostenibile, per la promozione di tecnologie rispettose dell'ambiente, per la riduzione della dipendenza energetica e per garantire occupazione e coesione sociale ed economica sia nei paesi sviluppati, sia in quelli in via di sviluppo;

42. chiede l'adozione in tempi brevi di misure ambiziose riguardanti il clima e l'energia che consentano di evitare ulteriori costi generati dal cambiamento climatico, mediante un'iniziativa della Commissione che rilanci oltre il 40% l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2020 e che preveda una riduzione di almeno l'80-95% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, in modo da limitare l'aumento medio della temperatura globale a 1,5° C al di sopra dei livelli preindustriali;

43. chiede che l'obiettivo "indicativo" dell'UE di aumentare del 20% l'efficienza energetica entro il 2020 diventi un obiettivo obbligatorio e che il 20% dell'energia dell'UE provenga da risorse rinnovabili; chiede misure concrete e vincolanti che fissino orientamenti per attuare il miglioramento dell'efficienza energetica da fonti rinnovabili; deplora il fatto che soltanto una delle iniziative della Commissione concernenti l'energia sia di carattere legislativo; chiede che la Commissione adotti la proposta legislativa in questione entro la fine del giugno 2011;

44. chiede un'iniziativa della Commissione volta a riesaminare il meccanismo di sviluppo pulito e il sistema di scambio di emissioni, che di fatto compromettono seriamente l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 nell'Unione europea e nel mondo; insiste sul fatto che si dovrebbero perseguire effettive riduzioni a livello interno, evitando di fare affidamento su strumenti di mercato o meccanismi di flessibilità;

45. esorta la Commissione a presentare progetti tramite i quali l'UE e il mondo sviluppato assistano i paesi in via di sviluppo nella messa a punto di tecnologie sostenibili ed efficienti mediante un adeguato sostegno in termini di sviluppo delle capacità sul piano finanziario, tecnico e tecnologico, senza vincolare detti paesi all'acquisto di costosi brevetti, oltre all'adozione di ambiziosi obiettivi di mitigazione;

46. sottolinea la necessità di promuovere fonti innovative e aggiuntive di finanziamento degli interventi in ambito climatico, nel quadro di un accordo complessivo che comprenda tasse sulle transazioni finanziarie internazionali e finanziamenti provenienti dai trasporti aerei e marittimi internazionali; sottolinea che un aspetto fondamentale sarà costituito da disposizioni esaustive e trasparenti in materia di finanziamenti a favore del clima, che assicureranno un contributo nuovo e supplementare in aggiunta ai bilanci attualmente destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo (APS), con un'assegnazione equilibrata tra adattamento e mitigazione;

47. evidenzia la necessità di presentare un futuro regime in materia di cambiamento climatico che poggi su norme rigorose concernenti la destinazione dei terreni, il cambiamento di tale destinazione, la conservazione, la gestione sostenibile delle foreste e il potenziamento dello stock di carbonio forestale nei paesi in via di sviluppo, e che assicuri l'adeguata attuazione del programma REDD+;

Politica energetica

48. rileva che la Commissione tratta le questioni energetiche come prioritarie; ritiene che tutte le strategie future dovrebbero mirare al raggiungimento degli obiettivi di efficienza e di risparmio energetici, sviluppo di forme di energia nuove e rinnovabili, promozione di reti di energia e sicurezza dell'approvvigionamento; insiste sul fatto che la politica energetica dell'UE dovrebbe contribuire all'accessibilità delle tariffe energetiche a vantaggio di tutti i consumatori, al potenziamento delle energie rinnovabili nel quadro di una produzione energetica sostenibile nonché allo sviluppo di reti energetiche interconnesse, integrate, interoperabili e intelligenti; rifiuta il concetto di subordinare la politica estera alla garanzia dell'approvvigionamento energetico;

49. si compiace della proposta della Commissione sulla gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi e ritiene che la Commissione dovrebbe intensificare il processo di adozione delle più rigorose norme in materia di sicurezza nucleare; invita la Commissione a includere anche nel programma di lavoro per il 2011 il regolamento sulla comunicazione di dati riguardanti i trasferimenti intracomunitari di materiali nucleari;

50. si compiace dell'iniziativa legislativa della Commissione che fornisce un quadro per l'attuazione di reti intelligenti onde aumentare l'efficienza energetica e la percentuale di elettricità proveniente da fonti energetiche rinnovabili, ed esorta la Commissione ad adottare tale legislazione nel 2011;

51. plaude all'impegno profuso dalla Commissione nel settore della ricerca e dell'innovazione, ma insiste sulla chiara distinzione esistente tra le politiche relative alla ricerca e quelle relative all'innovazione; osserva che la questione dell'innovazione sociale dovrebbe trovare più spazio nell'ambito della politica di innovazione dell'Unione;

Trasporti

52. rifiuta ogni ulteriore privatizzazione e liberalizzazione del settore dei trasporti; esprime particolare preoccupazione per i piani della Commissione nei settori del trasporto ferroviario e aereo;

 

53. esprime preoccupazione relativamente al pacchetto "aeroporti", che è inteso a stimolare la concorrenza; ritiene che l'esperienza abbia dimostrato che privatizzazione e concorrenza non portano al miglioramento della sicurezza operativa e della sicurezza in senso lato del settore aereo, né al rafforzamento dei diritti dei passeggeri, ma si traducono invece in una minore sicurezza e nel deterioramento dei diritti sociali delle persone che lavorano in questo settore;

 

54. rifiuta il concetto della creazione di uno spazio ferroviario europeo unico che, con il pretesto di istituire un mercato interno e di una rifusione della direttiva, mira a rendere i trasporti pubblici soggetti alla concorrenza, a favorire la privatizzazione e a scindere le competenze nel settore ferroviario imponendo una vera e propria frammentazione delle mansioni e delle relative conoscenze in materia di sicurezza ferroviaria;

 

55. critica con vigore il fatto che la Commissione europea, in assenza di una valutazione esaustiva dell'impatto sociale ed economico della deregolamentazione già in atto, insista sulla scissione dei trasporti pubblici in vari settori di attività: stazioni, materiale rotabile, officine di manutenzione, unità di approvvigionamento, sortendo così l'effetto di moltiplicare gli oneri amministrativi, indebolire le disposizioni in materia di sicurezza e diminuire l'affidabilità dei servizi al cliente;

 

Politica ambientale

56. insiste sulla revisione del regolamento (CE) n. 2150/2002 relativo alle statistiche sui rifiuti, al fine di semplificare detto regolamento e allinearlo agli altri oneri di informazione previsti dalla legislazione dell'Unione in materia di rifiuti, dato che tale revisione era stata annunciata nel programma di lavoro della Commissione per il 2010, ma era rimasta priva di un seguito concreto;

57. invita la Commissione a presentare una proposta relativa all'ulteriore sviluppo del programma LIFE+ (strumento finanziario per l'ambiente); rileva con inquietudine che, in diversi Stati membri, il numero di progetti finanziati ogni anno a titolo del programma LIFE+ è inferiore alla dotazione indicativa; invita la Commissione a valutare le ragioni di tale sottoesecuzione e, all'occorrenza, a proporre modifiche del regolamento che disciplina il programma, in particolare per quanto concerne i livelli di cofinanziamento;

58. chiede una valutazione del regolamento REACH che dovrebbe portare a proposte legislative a titolo della procedura di codecisione, compresa una revisione dell'ambito di applicazione del regolamento REACH (entro il 2012), una revisione dell'estensione dell'ambito di applicazione di requisiti di autorizzazione più rigorosi agli interferenti endocrini (entro il 2013), una revisione dell'obbligo di effettuare una valutazione della sicurezza chimica e di produrre una relazione sulla sicurezza chimica su talune sostanze che siano cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (entro il 2014);

59. invita la Commissione a presentare una proposta concernente una direttiva sulla decontaminazione dall'amianto comprendente lo smaltimento controllato delle fibre di amianto e la decontaminazione o lo smaltimento degli apparecchi contenenti fibre di asbesto, in vista della loro eliminazione completa; ricorda al riguardo la sua risoluzione su REACH del 7 maggio 2009 e, più specificamente, il paragrafo 8 della stessa;

60. insiste sulla revisione del regolamento 882/2004 relativo ai controlli ufficiali lungo la catena alimentare; deplora che la Commissione non abbia annunciato alcuna proposta legislativa dalla pubblicazione della relazione sul funzionamento generale dei controlli ufficiali (COM(2010)441);

61. insiste su un urgente monitoraggio delle risoluzioni del Parlamento europeo sulla qualità dell'aria negli ambienti chiusi; ricorda la propria risoluzione del 4 settembre 2008 sul piano d'azione per l'ambiente e la salute, in particolare il paragrafo 14, e la sua risoluzione del 10 aprile 2008 sul sesto programma comunitario d'azione in materia di ambiente e, in particolare, il paragrafo 11; deplora che la Commissione abbia rifiutato di tenere conto di queste richieste all'atto della presentazione di atti legislativi;

62. deplora l'omissione dal programma di lavoro di varie relazioni di monitoraggio citate in numerosi atti legislativi che rientrano nell'ambito di competenza della commissione per l'ambiente, la salute e la sicurezza alimentare, come la proposta di modifica della direttiva 96/82/CE del Consiglio sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (direttiva Seveso II), la revisione della deroga al divieto di usare cadmio di cui beneficiano le batterie e gli accumulatori portatili destinati ad essere utilizzati in utensili elettrici senza fili, una proposta di direttiva che tratti le emissioni di NOx provenienti dall'aviazione e la rifusione delle direttive sui materiali e oggetti di plastica a contatto con gli alimenti in un unico regolamento della Commissione;

63. insiste su un urgente monitoraggio della comunicazione sulla carenza idrica e le siccità e su un più ambizioso approccio rispetto a quello raccomandato nel PLC del 2011; chiede alla Commissione, alla luce delle interrelazioni tra siccità, incendi boschivi e desertificazione, di presentare una proposta per una direttiva analoga a quella sulle inondazioni, di promuovere l'adozione di una politica UE sulla carenza idrica, la siccità e l'adeguamento al cambiamento climatico; invita la Commissione a presentare e ad attuare, unitamente agli Stati membri, proposte e iniziative legislative nel settore della protezione delle foreste e della protezione dagli incendi; invita la Commissione a presentare una direttiva sull'efficienza idrica degli edifici, unitamente ad un modello per la salvaguardia delle risorse idriche dell'Europa (annunciato per il 2012);

 

Politica agricola comune

64. ritiene che sia necessaria una riforma della PAC con prezzi equi per gli agricoltori delle piccole e medie aziende e le imprese familiari in particolare, con un aiuto che sia collegato quanto più strettamente possibile alla produzione e distribuito equamente tra produttori, prodotti e paesi, soggetto a massimali e a modulazione, con il principale obiettivo di rafforzare la produzione alimentare nell'intero territorio dei paesi UE, a fini di sicurezza e autonomia alimentare;

Politica della pesca

65. ribadisce che la nuova politica comune della pesca dovrebbe promuovere l'ammodernamento e lo sviluppo sostenibile del settore della pesca, garantendone la redditività socio-economica, la sostenibilità delle risorse, il mantenimento e la creazione di posti di lavoro e il miglioramento delle condizioni di vita degli addetti della pesca;

66. insiste su misure volte a migliorare il prezzo della prima vendita di prodotti della pesca e il reddito degli addetti della pesca, sui meccanismi di sovvenzione o compensazione per gli addetti interessati dalle ripercussioni economiche e sociali dei piani di ripresa, la gestione e misure pluriennali per la protezione degli ecosistemi;

67. chiede misure per garantire la sovranità nazionale sulla zona economica esclusiva degli Stati membri e le loro risorse di pesca, che consenta una gestione di prossimità; ritiene che si dovrebbe mantenere il limite di 12 miglia come zona di accesso esclusivo per la flotta nazionale di ogni Stato membro e propone di esaminare la possibilità di estenderla alle zone adiacenti seguendo le piattaforme continentali;

68. respinge ogni forma di privatizzazione delle risorse della pesca compresa la trasferibilità delle quote di pesca, con la conseguente creazione di mercati di quote negli Stati membri che ostacolerebbe seriamente la pesca tradizionale;

Programma di Stoccolma

69. deplora che le misure adottate e attuate a titolo dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia e del programma di Stoccolma abbiano portato all'applicazione di un approccio eccessivo alla sicurezza, limitando diritti fondamentali, fra i quali la vita privata e la libertà d'espressione; respinge il carattere sproporzionato delle misure di sicurezza che comportano una crescente sorveglianza e definizione di profili, violazioni dell'integrità dell'uomo - sia a livello personale che collettivo - e che non affrontano le cause alla radice delle azioni di violenza;

 

Asilo e migrazione

 

70. chiede un effettivo e ambizioso programma di ricollocazione dei profughi a livello UE che garantisca la qualità e l'efficacia della ricollocazione, con orientamenti specifici su un nuovo modello di prioritarizzazione, incentivi per indurre più Stati membri a ricollocare i profughi, coerenza della ricollocazione con altre politiche UE in materia di asilo nonché norme di accoglienza e misure di monitoraggio da adottare in ogni iniziativa di ricollocazione;

 

71. ribadisce la sua opposizione all'approccio repressivo delle politiche UE in materia di immigrazione; chiede quindi nuove iniziative che dovrebbero concentrarsi maggiormente sui canali d'ingresso legali dei migranti e sulla definizione di una carta dei diritti di tutti i migranti, sostenendo ad un tempo la regolarizzazione dei migranti già residenti e operanti nell'UE;

 

72. chiede la presentazione di una direttiva specifica che contenga e traduca in diritto UE tutte le disposizioni della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei loro familiari, approvata dall'Assemblea generale dell'ONU il 18 dicembre 1990;

 

73. ritiene che lo sviluppo e il rafforzamento di Eurojust debbano essere effettuati sulla base di controlli democratici rafforzati, il diritto all'informazione, la protezione dei dati personali e il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;

 

Protezione dei dati

 

74. si compiace della proposta di un nuovo quadro giuridico globale UE per la protezione dei dati personali e sottolinea che esso dovrebbe eliminare l'attuale incoerenza dei regimi in materia di protezione dei dati tra le ex strutture a pilastri, ribadendo ad un tempo i principi fondamentali della protezione dei dati come la limitazione dell'obiettivo, la proporzionalità, la trasparenza, l'autodeterminazione in materia informativa, la minimizzazione dei dati, la custodia e il diritto di accesso;

 

75. sottolinea che il futuro accordo generale UE-USA sulla protezione dei dati va considerato come un cosiddetto "accordo ombrello" che dovrebbe essere applicabile in modo retroattivo e coprire quindi tutti gli attuali accordi multilaterali e bilaterali tra l'UE e/o i suoi Stati membri e gli USA, nonché i futuri accordi e che non può essere assolutamente considerato in sé come base giuridica della condivisione dei dati;

 

76. esprime il convincimento che tale accordo dovrebbe rispettare appieno e nella sua totalità la Carta dei diritti fondamentali e gli standard europei in materia di protezione dei dati;

 

L'agenda esterna

 

77. critica il fatto che, a seguito della creazione del Servizio europeo per l'azione esterna, la programmazione delle azioni esterne sia divenuta meno trasparente; invita l'AR/VP a presentare al Parlamento europeo a partire dal prossimo anno, parallelamente al programma di lavoro della Commissione, l'agenda politica della Politica comune e di sicurezza;

 

78. rileva con preoccupazione che il 2010 ha evidenziato che non esistono miglioramenti nel controllo democratico e nella consultazione preventiva del Parlamento europeo sulle azioni esterne dell'UE; invita l'AR/VP a migliorare la cooperazione con il Parlamento;

 

Commercio internazionale

 

79. prende atto dell'intenzione della Commissione di presentare una comunicazione sul commercio e lo sviluppo; insiste sul fatto che i principali obiettivi della politica commerciale internazionale dell'UE dovrebbero essere quelli di contribuire allo sviluppo sociale ed economico sostenibile nell'interesse di tutti i cittadini - basato sul commercio equo e lo sviluppo economico in conformità con i massimi livelli degli standard sanitari e ambientali, la creazione di posti di lavoro, standard sociali e diritti dell'uomo; invita la Commissione a rispettare il proprio obbligo di garantire la coerenza delle politiche commerciali internazionali dell'UE con gli obiettivi sopra citati, condividendo la responsabilità nella lotta contro il cambiamento climatico e l'eradicazione della povertà;

 

80. ritiene che la creazione di posti di lavoro dignitosi e la protezione dell'industrializzazione che consenta i massimi livelli in materia di standard sanitari e ambientali debba formare parte integrante di una politica commerciale UE sostenibile; sottolinea quindi che tali problemi devono essere affrontati e inclusi negli accordi commerciali;

 

81. sottolinea l'importanza di includere capitoli in materia di sostenibilità formulati in termini decisi in tutti gli accordi commerciali negoziati nel 2011 e negli anni successivi; sottolinea l'importanza di rispettare tutti gli standard OIL; chiede la sospensione degli accordi commerciali con i paesi che violano i diritti democratici, umani e lavorativi di base;

 

82. deplora il fatto che gli attuali negoziati e accordi in materia di scambi internazionali si concentrino quasi esclusivamente sugli aspetti di competitività con gli Stati Uniti e il miglioramento della posizione delle imprese e degli investitori europei sul mercato globale; auspica che la prevista comunicazione della Commissione sul sostegno alle PMI nei mercati al di fuori dell'UE sia attuata in linea con le politiche commerciali internazionali dell'UE;

 

83. prende atto dell'annuncio della Commissione di presentare una proposta legislativa sull'accesso delle imprese e dei beni di paesi terzi al mercato UE degli appalti; è preoccupato che ciò possa seriamente pregiudicare il margine politico per convogliare spesa pubblica alle PMI e alle regioni più povere e promuovere retribuzioni dignitose e elevate condizioni ambientali e di lavoro nei contratti di appalto pubblico; è preoccupato che tale proposta legislativa derivi da accordi in materia di disposizioni di appalti pubblici conclusi dalla Commissione nel contesto di accordi di libero scambio recenti o attualmente in fase di negoziato;

 

84. si compiace del fatto che la Commissione presenterà infine il tanto atteso regolamento rivisto che applica il regime del Sistema di preferenze generalizzate (SPG); insiste sul fatto che il nuovo regolamento deve attuare le istanze del Parlamento europeo approvate nella relazione Markov il 5 giugno 2008, in particolare per quanto riguarda la trasparenza e il controllo democratico, le norme di origine riviste e l'assistenza tecnica complementare;

 

Politica di sviluppo

 

85. si compiace del fatto che l'efficacia dell'assistenza allo sviluppo costituisca un obiettivo fondamentale nel programma di lavoro della Commissione per il 2011; ricorda che ciò è fattibile solo rafforzando la coerenza di tutte le politiche dell'UE e se l'Unione tiene conto degli obiettivi di sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono probabilmente interessare i paesi in via di sviluppo;

 

86. deplora il fatto che non vi sia indicazione sul modo in cui la Commissione sta pianificando di ovviare alla situazione del grave declino nel contributo AUS da parte dell'UE e dei suoi Stati membri, onde garantire che, a prescindere dall'impatto della crisi finanziaria, l'Europa dimostri costanza nel raggiungere lo 0,7% del RNL entro il 2015;

 

87. denuncia gli APE che sono entrati finora in vigore; chiede l'istituzione di un nuovo mandato che si concentri sullo sviluppo nei negoziati su APE basati sulla solidarietà, e la costituzione di meccanismi volti a tutelare i mercati locali e regionali a vantaggio dei produttori locali; invita la Commissione a compiere ogni sforzo per garantire che questo nuovo mandato non consenta ricatti sull'assistenza allo sviluppo, pressioni in termini di tempo o di costi e che rispetti l'uguaglianza sovrana dei paesi ACP;

 

Risposta alle catastrofi

 

88. si compiace dell'intenzione di rafforzare la capacità di protezione civile dell'UE; chiede a tale riguardo agli Stati membri e alla Commissione di intendere la risposta alle catastrofi come una mansione rigorosamente civile e di effettuarla di conseguenza; insiste sul fatto che le catastrofi non devono condurre all'utilizzo o allo spiegamento di forze militari, all'interno o all'esterno dell'UE; occorre invece fornire le necessarie risorse alle forze di protezione civile affinché possano svolgere le loro mansioni in modo adeguato ed autonomo;

 

Regolamentazione intelligente

 

89. sottolinea che i principi di sussidiarietà e proporzionalità sono principi fondamentali del diritto primario e, nei settori in cui l'UE non è l'unica titolare del potere legislativo, devono essere rispettati ad ogni costo; ritiene che tali principi siano essenziali a legittimare l'idoneità e la portata dell'intervento UE in quanto consentono ai parlamenti nazionali di esercitare i propri poteri legislativi al fine di rispettare la sovranità popolare e garantire la certezza del diritto;

 

90. deplora l'uso della legislazione non vincolante da parte della Commissione quando si tratti di un surrogato legislativo; avverte che l'agenda sulla regolamentazione intelligente non dovrebbe essere sovvertita al fine di consentire all'esecutivo UE di legiferare effettivamente attraverso strumenti di legislazione non vincolante, pregiudicando quindi potenzialmente l'ordine democratico, eludendo la partecipazione del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali eletti, nonché il sindacato giurisdizionale da parte della Corte di giustizia, e privando i cittadini di rimedi giuridici;

 

91. esprime dubbi quanto all'opportunità di incoraggiare l'autoregolamentazione e la coregolamentazione che favorirebbero solo gruppi di pressione ed attori potenti sulla scena economica;

 

Revisione del bilancio       

 

92. ritiene che una chiara e trasparente presentazione del bilancio dell'Unione europea sia un'assoluta necessità per quanto riguarda l'esigenza di comunicare ai cittadini europei le modalità in cui vengono spese le risorse UE e come essa dovrebbe far fronte alle sue nuove competenze; deplora che le proposte della Commissione per la revisione del bilancio non diano priorità alla coesione sociale e non stimolino l'integrazione, considerate le esigenze poste dagli effetti dell'attuale crisi sociale, economica e finanziaria; raccomanda di stabilire coerenza tra le priorità politiche e le priorità di bilancio;

 

93. ribadisce le sue forti critiche alla revisione di bilancio presentata dalla Commissione; deplora che essa non dia priorità né fornisca i mezzi per finanziare l'effettiva convergenza, le politiche per lottare contro elevati livelli di disoccupazione, eradicare la povertà e l'esclusione sociale, conseguire la parità di genere, l'uguaglianza e la parità per tutti, sostenere la ricerca, l'innovazione e le politiche in materia d'istruzione nonché tutte le politiche e i programmi che creano e promuovono l'occupazione;

 

94. sottolinea che il Parlamento europeo deve essere pienamente coinvolto nel processo di revisione del bilancio nonché sui nuovi processi QFP per quanto riguarda la definizione sia delle spese che delle entrate;

 

95. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.