PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione dei cristiani nel quadro della libertà di religione
17.1.2011
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento
Heidi Hautala, Margrete Auken, Raül Romeva i Rueda, Nicole Kiil-Nielsen a nome del gruppo Verts/ALE
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0039/2011
B7‑0058/2011
Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione dei cristiani nel quadro della libertà di religione
Il Parlamento europeo,
– viste le sue relazioni annuali sulla situazione dei diritti umani nel mondo e le sue precedenti risoluzioni sulle minoranze religiose nel mondo,
– visto l'articolo 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo (ECHR) del 1950,
– visto l'articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966,
– vista la dichiarazione dell'ONU del 1981 sull'eliminazione di ogni forma di intolleranza e di discriminazione fondata sulla religione e sul credo,
– viste le relazioni del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o credo, in particolare le relazioni del 29 luglio 2010 e del 19 febbraio 2010,
– viste le conclusioni del Consiglio adottate l'8 dicembre 2009 sulla libertà di religione o credo in cui si sottolinea l'importanza strategica di tale libertà e di contrastare l'intolleranza religiosa,
– vista la dichiarazione del portavoce del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza in seguito all'attentato contro i fedeli presenti nella chiesa copta di Alessandria d'Egitto il 1° gennaio 2011,
– vista la dichiarazione del Presidente del Parlamento europeo, on. Buzek, sull'esplosione mortale occorsa il 1° gennaio 2011 in una chiesa egiziana,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che l'Unione europea ha ripetutamente espresso il suo impegno a favore della libertà di religione, della libertà di coscienza e della libertà di pensiero e ha sottolineato che i governi hanno il dovere di garantire tali libertà in tutto il mondo,
B. considerando che l'articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici dichiara che ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; che tale diritto include la libertà di avere o di adottare una religione o un credo di propria scelta, nonché la libertà di manifestare, individualmente o in comune con altri, sia in pubblico sia in privato, la propria religione o il proprio credo nel culto e nell'osservanza dei riti, nelle pratiche e nell'insegnamento,
C. considerando che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione vale per i credenti ma anche per gli atei, gli agnostici e le persone senza credo,
D. considerando che altri gruppi di persone come i rifugiati, gli sfollati interni, i richiedenti asilo, i migranti, le persone private della loro libertà, le minoranze etniche, religiose e linguistiche, sono anch'essi esposti a una serie crescente di violazioni del loro diritto alla libertà di religione o di credo; ricordando al riguardo il principio di non respingimento (non-refoulement) ai sensi dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato,
E. ricordando che il diritto internazionale non è volto a tutelare religioni, ideologie o valori astratti ma protegge un individuo, in quanto tale o nell'ambito di una comunità, che esercita, privatamente o pubblicamente, la sua libertà di pensiero, coscienza e religione,
F. considerando che il 1° gennaio 2011 l'attentato contro cristiani copti perpetrato ad Alessandria ha ucciso e ferito civili innocenti,
G. considerando che il 25 dicembre 2010 la celebrazione della messa di Natale nella chiesa locale di S. Sinesios nel villaggio di Rizokarpaso (Cipro settentrionale) è stata interrotta con la forza,
H. considerando che il 22 novembre 2010 due cristiani iracheni sono stati uccisi a Mosul; che il 10 novembre 2010 a Baghdad una serie di attentati aventi per oggetto zone cristiane hanno causato la morte di civili innocenti; che tali attentati si sono verificati dopo che il 31 ottobre 2010 militanti islamici avevano occupato la cattedrale cattolica siriaca a Baghdad uccidendo più di cinquanta fedeli,
I. considerando che l'assassinio di Salmaan Taseer, governatore del Punjab, il 4 gennaio 2011, nonché il caso di Asia Bibi in Pakistan hanno dato adito a proteste da parte della comunità internazionale,
J. considerando che l'Europa, come altre parti del mondo, non è esente da casi di violazione della libertà di religione e da attentati contro membri delle minoranze religiose a motivo del loro credo; ricordando in proposito la controversia sui minareti in Svizzera che concerne il divieto di nuove costruzioni di minareti da considerare un'espressione di intolleranza,
1. condanna fermamente tutti i tipi di discriminazione e intolleranza basati sulla religione e sul credo, nonché gli atti di violenza nei confronti di tutte le comunità religiose; sottolinea ancora una volta che il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione è un diritto umano fondamentale;
2. sollecita i governi e le autorità di tutti i paesi interessati a continuare ad adoperarsi al fine di proteggere da attacchi violenti le comunità religiose vulnerabili, comprese le minoranze cristiane, e a fare tutto il possibile per consegnare alla giustizia i responsabili di tali atti;
3. ricorda ai governi di tutti i paesi interessati il loro obbligo di garantire che i membri delle comunità religiose godano di tutti gli aspetti della libertà di religione e li invita a prevenire qualsiasi discriminazione nei loro confronti;
4. ribadisce che il rispetto dei diritti umani e delle libertà civili è un principio e un obiettivo fondamentale dell'Unione europea e costituisce una base comune nelle sue relazioni con i paesi terzi;
5. invita il Consiglio, la Commissione e il Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ad accordare maggiore attenzione alla questione della libertà di religione e alla situazione delle minoranze religiose negli accordi e nella cooperazione con i paesi terzi nonché nelle relazioni sui diritti umani;
6. ribadisce il proprio sostegno a tutte le iniziative volte a promuovere il dialogo, il rispetto reciproco tra comunità religiose e di altro tipo; incoraggia tutte le autorità religiose a promuovere la tolleranza e ad avviare iniziative contro l'odio e la radicalizzazione violenta ed estremista;
7. sottolinea la necessità di predisporre un meccanismo di verifica, compresa la nomina di un membro della commissione competente per seguire gli sviluppi in corso e le misure adottate dalle istituzioni dell'UE e dagli organi delle Nazioni Unite;
8. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione europea/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai parlamenti e ai governi degli Stati membri, al parlamento e al governo dell'Egitto, al parlamento e al governo dell'Iraq e al parlamento e al governo del Pakistan.