Proposta di risoluzione - B7-0259/2011Proposta di risoluzione
B7-0259/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla Côte d'Ivoire

4.4.2011

presentata in risposta ad una dichiarazione del vicepresidente della Commissione / Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2 del regolamento

Véronique De Keyser, Harlem Désir, Miguel Angel Martínez Martínez a nome del gruppo S&D

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0256/2011

Procedura : 2011/2656(RSP)
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Ciclo del documento :  
B7-0259/2011
Testi presentati :
B7-0259/2011
Testi approvati :

B7‑0259/2011

Risoluzione del Parlamento europeo sulla Côte d'Ivoire

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni,

–   viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nonché le decisioni dell'Unione africana e della CEDEAO,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2 del regolamento,

A. considerando che tutta la comunità internazionale a cominciare dalla CEDEAO, dall'Unione africana e dall'ONU hanno riconosciuto Alassane Ouattara quale vincitore dell'elezione presidenziale considerata libera e giusta sul piano internazionale,

B.  considerando che l'unica legittimità democratica è quella derivante dal suffragio universale e che il presidente uscente, Laurent Gbagbo, aveva la responsabilità di permettere una transizione pacifica che garantisse la pace,

C. considerando che sin dal 7 dicembre la CEDEAO ha chiesto al presidente uscente di "restituire il potere senza indugio",

D. considerando che sin dall'8 dicembre l'Unione africana ha chiesto a Laurent Gbagbo di "rispettare la volontà del popolo espressa dalle urne e rendere pacificamente il potere per evitare un bagno di sangue",

E.  considerando gli sforzi dell'Unione africana volti a evitare una logica di scontro e i suoi numerosi tentativi di mediazione,

F.  considerando le sanzioni decise dall'Unione europea e dal Consiglio di sicurezza dell'ONU nei confronti di Laurent Gbagbo, dei suoi principali collaboratori e delle entità economiche che contribuiscono al finanziamento della sua amministrazione illegittima,

G. considerando che le violenze contro i civili hanno fatto parecchie centinaia di morti e provocato lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone e stante l'appello rivolto dal Segretario generale dell'ONU al presidente Ouattara affinché cessino le violenze contro i civili,

H. considerando che la democrazia impone norme di rispetto nei confronti di tutte le componenti della nazione e che la protezione dei civili resta all'ordine del giorno in quanto le rappresaglie, i regolamenti di conti e le atrocità proseguono in un contesto di tensioni estremamente vive, in particolare nelle zone controllate dal presidente Alassane Ouattara,

I.   considerando gli effetti economici estremamente negativi degli eventi di questi ultimi quattro mesi per la Côte d'Ivoire e l'insieme dell'Africa occidentale,

J.   considerando che i giovani che rappresentano i tre quarti della popolazione si scontrano con la mancanza di prospettive di occupazione,

1.  condanna il rifiuto del presidente uscente Laurent Gbagbo di riconoscere i risultati dell'elezione presidenziale, il che è costato al popolo ivoriano parecchie centinaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati e gli chiede ancora una volta di lasciare il potere che detiene in modo illegittimo;

2.  si rammarica che nessuna soluzione diplomatica, comprese quelle raccomandate dall'Unione africana, ha potuto essere trovata e deplora che la violenza e lo scontro armato siano utilizzati in questo conflitto di poteri;

3.  condanna l'atteggiamento di quanti, appartenenti alle forze armate, non hanno rispettato la legalità al termine del voto;

4.  condanna molto fermamente le atrocità e i massacri commessi attestati dalle Nazioni Unite e da numerose organizzazioni umanitarie o di difesa dei diritti dell'uomo;

5.  condanna in particolare l'utilizzo di armi pesanti contro le popolazioni civili, come pure le aggressioni contro le forze dell'ONU, le esecuzioni extragiudiziarie e gli stupri e tutti quanti gli atti di violenza commessi da tutte le parti che potrebbero costituire crimini contro l'umanità passibili di essere condannati dalla Corte penale internazionale;

6.  esprime piena solidarietà ai feriti e alle famiglie delle vittime e dei dispersi;

7.  ricorda che il presidente eletto è responsabile della sicurezza degli ivoriani, in particolare nelle zone controllate dalle truppe che si pongono sotto la sua autorità e esorta i responsabili politici e militari a dare le istruzioni necessarie per porre immediatamente fine ai massacri, agli stupri, ai saccheggi e ad altre atrocità;

8.  chiede alle autorità legali della Côte d'Ivoire di provvedere con tutte le loro forze, sotto l'autorità del presidente Alassane Ouattara, al rapido ripristino dello Stato di diritto, in particolare proibendo e punendo le rappresaglie non legali e chiede che siano adottate sanzioni contro coloro che utilizzano illegalmente la violenza o incitano a porla in atto;

9.  invita il presidente Ouattara a operare per la pacificazione e la riconciliazione nazionale e garantire senza discriminazioni un ritorno alla sicurezza per tutti gli sfollati o i rifugiati all'estero;

10. invita i responsabili politici e religiosi di tutte le tendenze a lanciare appelli a por fine alle violenze e alla riconciliazione;

11. condanna il mancato rispetto dell'embargo sulle armi;

12. chiede che l'ONUCI che ne ha ricevuto il mandato agisca per proteggere le popolazioni civili, anche utilizzando la forza, in particolare per evitare le "punizioni collettive" su base etnica;

13. chiede che le persone responsabili dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità non godano di alcuna impunità; si compiace della decisione dell'ONU di creare una commissione d'inchiesta internazionale indipendente sulle violazioni dei diritti dell'uomo e i sospetti di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità commessi dalle forze in lotta; invita tutte le parti interessate a cooperare pienamente e auspica che la Corte penale internazionale sia investita dal Consiglio di sicurezza dell'ONU;

14. si compiace dell'efficacia delle sanzioni adottate dall'Unione europea e dall'ONU nei confronti di Laurent Gbagbo e dei principali responsabili della ostruzione al processo di pace nonché delle decisioni prese dalla Banca mondiale e dal FMI di rifiutare di lavorare con un governo non legittimo;

15. plaude alla Commissione europea per la sua capacità di reazione di fronte alla gravità della crisi umanitaria e la incoraggia a continuare i suoi sforzi fino al ritorno dei rifugiati e degli sfollati;

16. deplora profondamente che i donatori abbiano accordato solo 7 milioni di dollari sui 32 richiesti dal Programma alimentare mondiale;

17. chiede che le sanzioni dell'Unione europea nei confronti delle entità economiche siano revocate non appena le loro attività potranno rivelarsi benefiche per le autorità legittime e auspica che le autorità legittime della Côte d'Ivoire possano beneficiare di un alleggerimento del debito estero pari a 3 miliardi, come previsto nell'ambito delle iniziative PPTE, dei progetti FED, dell'aiuto della Banca mondiale e, all'occorrenza, dei fondi supplementari dell'Unione europea e degli Stati membri onde rilanciare al più presto l'economia ivoriana;

18. incarica il suo presidente a trasmettere la presente risoluzione all'alto rappresentante, al presidente ivoriano, all'Unione africana, al CEDAO, al Parlamento panafricano e all'Assemblea parlamentare paritetica ACP/UE.