Proposta di risoluzione - B7-0349/2011Proposta di risoluzione
B7-0349/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul Sudan e il Sudan del sud: la situazione dopo il referendum del 2011

6.6.2011

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Ivo Vajgl, Charles Goerens, Louis Michel, Marielle De Sarnez, Marietje Schaake, Alexandra Thein, Kristiina Ojuland a nome del gruppo ALDE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0349/2011

Procedura : 2011/2717(RSP)
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B7-0349/2011
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B7-0349/2011
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B7‑0349/2011

Risoluzione del Parlamento europeo sul Sudan e il Sudan del sud: la situazione dopo il referendum del 2011

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sul Sudan,

–   visto l'accordo globale di pace (CPA – Comprehensive Peace Agreement) del 2005 in Sudan,

–   vista la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1978/2011,

–   vista la dichiarazione dell'Unione africana del 31 gennaio 2011,

–   vista la dichiarazione rilasciata dall'alto rappresentante dell'Unione europea il 24 maggio 2011,

–   vista la decisione 9953/11 del Consiglio dell'Unione europea del 17 maggio 2011,

–   vista la dichiarazione finale presentata dalla missione di osservazione elettorale dell'Unione europea il XXXX giugno 2011,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che il referendum nel Sudan del sud si è svolto dal 9 al 15 gennaio 2011 e che il 98% degli elettori del Sudan del sud si sono espressi a favore della separazione dal Sudan del nord,

B.  considerando che il Sudan del sud dovrebbe dichiarare ufficialmente la sua indipendenza il 9 luglio 2011,

C. considerando che il Sudan del sud sarà uno dei paesi più poveri e meno sviluppati al mondo, con un tasso di mortalità infantile tra i più alti e gli indicatori di istruzione più bassi a livello mondiale,

D. considerando che alcuni aspetti del CPA non sono stati avviati nei tempi previsti o non sono ancora stati attuati, tra cui le consultazioni popolari nel Kordofan meridionale e nel Nilo azzurro e il referendum di Abyei,

E.  considerando che rimangono aperte alcune questioni importanti, come la demarcazione dei confini, la cittadinanza (in particolare, per quanto riguarda il grande numero di abitanti del Sud che torna dal Nord), la condivisione degli introiti del petrolio e l'uso degli oleodotti e il debito pubblico,

1.  si compiace del comportamento pacifico e credibile del Sudan e del Sudan del sud in occasione del referendum svoltosi nel 2011 nel Sudan del sud; ritiene che si tratti di un passo fondamentale per l'attuazione dell'accordo globale di pace e di un segnale positivo di coesistenza pacifica dei due paesi;

2.  ribadisce l'impegno dell'Unione europea a rispettare la volontà della popolazione del Sudan del sud e si compiace dell'impegno del governo sudanese a fare altrettanto; sottolinea l'importanza dell'impegno costante dell'Unione europea per il Sudan e il Sudan del sud;

3.  esorta entrambe le parti del CPA a continuare a garantire la sicurezza di tutte le popolazioni del Sudan, in particolare nello Stato di Abyei; condanna le recenti violenze in questa regione e deplora la perdita di vite umane; chiede alle forze armate del Sudan e del Sudan del sud di ritirarsi da Abyei e a entrambe le parti di dare prova di moderazione impegnandosi in un dialogo costruttivo per giungere a una soluzione pacifica sulla situazione di Abyei nel quadro del CPA;

4.  sottolinea il suo sostegno agli sforzi messi in atto dal gruppo di attuazione di alto livello dell'Unione africana per il Sudan, presieduto da Thabo Mbeki, al fine di facilitare i negoziati tra le parti del CPA; ribadisce che l'Unione europea deve essere pronta a fornire ogni ulteriore assistenza che sia necessaria;

5.  esorta tutte le parti a risolvere rapidamente tutte le questioni in sospeso relative al CPA e al post referendum, tra cui la condivisione degli introiti del petrolio e l'uso degli oleodotti, le disposizioni sulla cittadinanza per i cittadini del Nord e del Sud e l'organizzazione di consultazioni popolari nel Nilo azzurro e nel Kordofan meridionale;

6.  si compiace dell'annuncio del Consiglio del 17 maggio 2011 di destinare 200 milioni di euro a favore del Sudan del sud in aggiunta ai 150 milioni di euro stanziati l'anno scorso per assistere le popolazioni più vulnerabili del Sudan; sottolinea che queste nuove risorse dovrebbero sostenere i servizi di base, in particolare l'istruzione, la sanità, l'agricoltura, l'approvvigionamento alimentare e lo sviluppo delle capacità istituzionali; ribadisce la necessità di accordare un'attenzione particolare al Sudan del sud per aiutarlo a progredire verso gli Obiettivi di sviluppo del Millennio;

7.  sottolinea che l'Unione europea deve svolgere un ruolo di guida in occasione della conferenza dei donatori per il Sudan del sud che si terrà nei prossimi mesi e incoraggiare attivamente altri donatori a seguire il suo esempio; invita i creditori internazionali a cancellare il debito internazionale del Sudan e del Sudan del sud;

8.  sottolinea che la governance e l'accesso equo alle risorse naturali saranno essenziali per la prosperità del Sudan del sud; sottolinea che tutte le società multinazionali e le imprese straniere che operano nella regione devono essere sufficientemente regolamentate e dichiarare in maniera trasparente le loro attività e i loro introiti;

9.  esorta il governo del Sudan del sud ad adottare un approccio trasparente, responsabile e inclusivo alla governance nel corso del processo di revisione costituzionale; sottolinea l'importanza che tutti i partiti politici cooperino per rappresentare pienamente tutti i cittadini del paese e contribuire a creare istituzioni politiche democratiche e stabili;

10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'alto rappresentante dell'Unione europea, al rappresentante speciale dell'Unione europea per il Sudan del sud, al governo del Sudan, al governo del Sudan del sud, alle istituzioni dell'Unione africana e al presidente del gruppo di alto livello dell'Unione africana per il Sudan.