PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla preparazione del programma di lavoro della Commissione per il 2012
29.6.2011
a norma dell'articolo 35, paragrafo 3, del regolamento
Lothar Bisky a nome del gruppo GUE/NGL
B7‑0386/2011
Risoluzione del Parlamento europeo sulla preparazione del programma di lavoro della Commissione per il 2012
Il Parlamento europeo,
– visto l'allegato IV dell'accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento europeo e la Commissione europea che conferisce al Parlamento il diritto di proporre alla Commissione di compilare un elenco delle sue proposte e dei suoi i commenti per il programma di lavoro per l'anno successivo,
– visto il nuovo elemento introdotto nell'accordo quadro riveduto, che consiste nell'elaborazione di una relazione di sintesi che contenga non solo le priorità del Parlamento, ma anche una valutazione del programma di lavoro della Commissione per l'anno in corso,
– vista la relazione di sintesi della Conferenza dei presidenti di commissione, del 7 giugno 2011,
– vista la sua precedente risoluzione del 15 dicembre 2010 sul programma di lavoro della Commissione europea per il 2011,
– visto l'articolo 35, paragrafo 3, del suo regolamento,
A. considerando che l'Unione europea si trova di fronte a una situazione molto critica per quanto riguarda la sua stabilità finanziaria ed economica, a seguito delle conseguenze drammatiche della crisi economica e finanziaria mondiale per alcuni membri della zona euro, in particolare la Grecia, il Portogallo e l'Irlanda, che devono affrontare forti deficit di bilancio e la speculazione nei mercati finanziari internazionali sulla solvibilità delle loro finanze pubbliche,
B. considerando che tutte le misure finora adottate dal Consiglio, dalla Commissione e dalla Banca centrale europea per stabilizzare la situazione, in particolare l'irrigidimento del patto di stabilità, hanno peggiorato la situazione dal momento che non hanno eliminato la causa principale, ovvero la speculazione finanziaria, ma hanno invece imposto una politica di severa austerità negli Stati membri, riducendo drasticamente i salari, i benefici sociali e la spesa pubblica in generale, come se la crisi fosse solo conseguenza di politiche nazionali sbagliate,
C. considerando che vi è una forte e crescente resistenza popolare contro questa politica di austerità, come testimoniano le proteste di massa, gli scioperi generali e varie altre forme di resistenza,
D. considerando che il livello di povertà nell'UE, già molto elevato, è aumentato a causa della profonda crisi economica e finanziaria iniziata nel 2009 e che i poveri sono 84 milioni, cifra senza precedenti, 19 milioni di essi sono bambini e che tutto ciò concerne una delle aree più ricche del mondo; considerando che il volume della ricchezza è aumentato ed è più elevato rispetto ai tempi prima della crisi mondiale, ma che al contempo è aumentata anche la sua distribuzione non uniforme,
1. critica il fatto che il programma di lavoro della Commissione per il 2011 ha aggravato la politica neoliberalista dell'UE, che non è riuscita ad evitare la crisi, né ha portato i promessi miglioramenti in materia di occupazione, riduzione della povertà, efficienza energetica, sviluppo di R&S, bensì ha rafforzato le politiche di liberalizzazione, ha diminuito i servizi pubblici e indebolito i regimi di sicurezza sociale, con il pretesto della riforma; tale orientamento si traduce in una crescente polarizzazione sociale e mette a repentaglio la stabilità delle nostre società;
Crescita e occupazione
2. respinge i principi e le regole della governance economica dell'Unione europea che non riflettono adeguatamente i profondi squilibri all'interno della stessa; critica il fatto che queste proposte siano volte a rafforzare i rami preventivo e correttivo dello screditato patto di stabilità e di crescita, a sommergere le economie di molti Stati membri in una profonda recessione e a creare ripercussioni molto negative per la maggior parte delle economie europee;
3. sottolinea la necessità di revocare il patto di stabilità e crescita, parallelamente all'istituzione di un patto per l'occupazione e la crescita che promuova gli investimenti pubblici;
4. ribadisce le sue forti critiche nei confronti del nuovo quadro di vigilanza finanziaria nell'Unione; deplora il fatto che esso lasci intatte le vere fonti dei rischi finanziari;
5. critica la mancanza di disponibilità dell'UE a regolamentare e a ridurre i fondi speculativi e quelli di investimento privati che hanno contribuito notevolmente alla crisi aumentando i rischi macro-prudenziali; sottolinea che i fondi di investimento privati sono responsabili di grandi spoliazioni delle attività, di innumerevoli perdite di posti di lavoro nonché della liquidazione di molte aziende nell'UE; critica fortemente il fatto che il nuovo regolamento UE sui fondi speculativi e i fondi di investimento privati sia finalizzato alla normalizzazione di questi prodotti nocivi e a garantirne la certezza giuridica, anziché a ridimensionarli;
6. sottolinea la necessità di rafforzare le regole che disciplinano le agenzie di rating e di migliorare la vigilanza di queste agenzie a livello mondiale; chiede l'istituzione di un'agenzia pubblica europea di rating del credito al fine di superare i conflitti di interesse che ostacolano la procedura di rating del credito;
7. critica severamente il fatto che, nel contesto dei "pacchetti di salvataggio" UE-FMI, la Commissione e il Consiglio abbiano adottato misure che condizionano l'erogazione dei finanziamenti a tagli delle retribuzioni minime, alla riduzione delle "rigidità" retributive, a tagli dei diritti pensionistici, a una maggiore flessibilità dei mercati del lavoro e a un maggiore "allineamento delle retribuzioni alla produttività aziendale, compresa una riforma dei sistemi di arbitrato e di contrattazione collettiva"; sottolinea che queste politiche rappresentano una grave violazione dei diritti di dialogo sociale e di contrattazione collettiva;
8. sottolinea che qualsiasi sostegno finanziario agli Stati membri deve essere collegato ai principi del modello sociale europeo, evitare rigorosamente tagli al settore pubblico e congelamenti salariali deflazionistici, ecc. ed essere programmato nel tempo in modo da evitare restrizioni di bilancio procicliche;
Occupazione e affari sociali
9. chiede con insistenza che, in occasione della prossima modifica del trattato, sia introdotta una clausola di progresso sociale nel diritto primario dell'UE,
10. chiede alla Commissione di astenersi dal proporre una revisione della direttiva sull'orario di lavoro, ancora una volta intesa ad annacquarne le disposizioni, nello spirito della sua comunicazione sulla seconda fase della consultazione delle parti sociali;
11. invita la Commissione ad avviare senza indugio procedure di infrazione contro gli Stati membri che non hanno pienamente attuato la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea sul servizio di guardia e i periodi di riposo compensativo, nonché contro gli Stati membri che non rispettano la legislazione dell'UE in materia di orario di lavoro nel trasporto stradale;
12. pone l'accento sul fatto che la strategia europea per l'occupazione e gli Orientamenti integrati per il prossimo ciclo programmatico (2013-2016) non devono essere basati sullo schema della flessicurezza, ma prendere invece avvio dall'idea di "lavoro giusto" in quanto riferimento centrale, con rilevanza per la promozione della qualità sul lavoro, una migliore sicurezza sociale e inclusione sociale, il potenziamento dei diritti attuali dei lavoratori e l'introduzione di nuovi diritti, una migliore gestione del rischio sociale e la conciliazione tra vita professionale e vita extralavorativa; insiste sul fatto che gli Stati membri devono prendere misure adeguate per eliminare gradualmente il lavoro precario e atipico;
13. reputa che il modo migliore per favorire lo sviluppo di abilità e competenze durante l'intero arco della vita consista in un approccio basato sui diritti nei confronti di politiche attive del mercato del lavoro e apprendimento permanente, salute e sicurezza generale sul lavoro, pari e universali diritti sociali e dei lavoratori per tutti, equilibrio lavoro/vita e conciliazione della vita lavorativa e non, miglioramento della qualità del lavoro e del benessere sul lavoro, anziché un approccio che si limiti a stimolare la mobilità della manodopera e a promuovere la flessicurezza; insiste sul fatto che l'agenda UE per le competenze e l'occupazione deve essere strettamente collegata a energiche misure sotto il profilo dell'offerta e della domanda volte a promuovere un'economia sociale e verde nonché politiche industriali e regionali finalizzate allo sviluppo sostenibile, anziché una strategia che consista semplicemente nell'"anticipare i cambiamenti"; invita la Commissione ad avviare una strategia comunitaria che proponga misure volte a incoraggiare la creazione di posti di lavoro sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale nell'economia "verde" e nell'economia "bianca";
14. sottolinea l'importanza dei servizi sociali, sanitari, di assistenza e di istruzione per colmare il divario di competenze, promuovere l'integrazione sociale e per combattere contro la povertà e l'esclusione sociale; rammenta il loro potenziale di creare nuova occupazione e chiede investimenti sostanziali e sostenibili in questi servizi e infrastrutture fondamentali e nel loro sviluppo; invita la Commissione a presentare un piano d'azione volto a colmare il divario nella fornitura di operatori sanitari;
15. invita la Commissione a presentare una proposta relativa a una garanzia europea per i giovani che assicuri a ogni giovane dell'Unione il diritto a un lavoro adeguato e ben retribuito in linea con le sue qualifiche e competenze, a un apprendistato, a una formazione supplementare o a una combinazione di formazione e lavoro non appena si trovi in condizione di disoccupazione, nonché una piano d'azione comunitario volto a combattere la disoccupazione giovanile;
16. propone che, in vista del nuovo regolamento del Fondo sociale europeo (FSE) per il periodo 2014-2020, la dotazione di risorse finanziarie per il fondo sia raddoppiata, in modo che i suoi compiti, sempre più numerosi, per quanto concerne la lotta contro la povertà e a favore dell'inclusione sociale, della creazione di nuove qualifiche e posti di lavoro, dell'offerta di istruzione e formazione di qualità, possano essere adeguatamente finanziati;
Trasporti
17. respinge qualsiasi ulteriore iniziativa di privatizzazione e liberalizzazione del settore dei trasporti con l'obiettivo di completare un'area del mercato unico, allorché non è ancora chiaro quali saranno le proposte per migliorare gli aspetti sociali in tutti i modi di trasporto, evitando il dumping sociale;
18. esprime preoccupazione relativamente al pacchetto "aeroporti", che è inteso a stimolare la concorrenza adottando disposizioni che sostengono blocchi funzionali di spazio aereo e il programma SESAR; ritiene che l'esperienza abbia dimostrato che privatizzazione e concorrenza non portano al miglioramento della sicurezza operativa e della sicurezza in senso lato, né al rafforzamento dei diritti dei passeggeri, ma si traducono invece in una minore sicurezza e nel deterioramento dei diritti sociali delle persone che lavorano in questo settore;
19. rifiuta il concetto della creazione di uno spazio ferroviario europeo unico che, con il pretesto di istituire un mercato interno e di una rifusione delle direttive, mira a rendere i trasporti pubblici soggetti alla concorrenza, a favorire la privatizzazione e a scindere le competenze nel settore ferroviario imponendo una vera e propria frammentazione delle mansioni e delle relative conoscenze in materia di sicurezza ferroviaria;
20. sottolinea che un'estensione delle competenze dell'Agenzia ferroviaria europea potrebbe migliorare le questioni di sicurezza e l'affidabilità della certificazione del materiale rotabile, solo se basata sulle pratiche migliori e sulle disposizioni già adottate dalle autorità nazionali di sicurezza, nel senso di un'armonizzazione delle loro esigenze ad alto livello, da non intendersi come un ostacolo al trasporto ferroviario;
Riforma della PAC
21. ritiene che la riforma in corso della PAC debba dare la priorità al pagamento di prezzi equi ai piccoli e medi agricoltori e alle aziende a conduzione familiare, assicurare una catena alimentare trasparente e adoperarsi per porre fine all'abuso del potere d'acquisto delle multinazionali; l'aiuto dovrebbe essere legato il più strettamente possibile alla produzione e ripartito equamente fra i produttori e i paesi, soggetto a massimali e a modulazione; il principale obiettivo della PAC dovrebbe essere quello di aumentare la produzione alimentare in tutto il territorio degli Stati membri, ai fini della sicurezza e della sovranità alimentare, rispettando al contempo le norme di benessere animale più elevate possibile, di protezione dell'ambiente e di sicurezza alimentare; reputa inoltre che qualsiasi riforma della PAC non debba intralciare le economie agricole di paesi terzi;
Riforma della politica comune della pesca
22. ribadisce che la nuova politica comune della pesca dovrebbe promuovere l'ammodernamento e lo sviluppo sostenibile del settore, garantendone la redditività socio-economica, la sostenibilità delle risorse, il mantenimento e la creazione di posti di lavoro e il miglioramento delle condizioni di vita degli addetti della pesca;
23. chiede con insistenza l'adozione di misure volte ad aumentare il prezzo della prima vendita di prodotti della pesca e il reddito dei lavoratori del settore, a creare meccanismi di sovvenzione o compensazione per gli addetti colpiti dalle ripercussioni economiche e sociali dei piani di ripresa, dalla gestione pluriennale e dalle misure per la protezione degli ecosistemi;
24. ribadisce la necessità per la politica comune della pesca di riconoscere le caratteristiche specifiche della pesca artigianale e costiera e analizzare in quale misura gli strumenti esistenti sono consoni alle esigenze del settore, adeguandoli di conseguenza;
25. chiede misure atte a garantire la sovranità nazionale sulla zona economica esclusiva degli Stati membri e le loro risorse di pesca, che consenta una gestione di prossimità; ritiene che si dovrebbe mantenere il limite di 12 miglia come zona di accesso esclusivo per la flotta nazionale di ogni Stato membro e propone di esaminare la possibilità di estenderla alle zone adiacenti, seguendo le piattaforme continentali;
26. respinge ogni forma di privatizzazione delle risorse della pesca compresa la trasferibilità delle quote di pesca, con la conseguente creazione di mercati di quote negli Stati membri che ostacolerebbe seriamente la pesca tradizionale;
Cambiamento climatico
27. sottolinea che la crisi economica mondiale non può e non deve essere addotta a pretesto per giustificare l'inazione o per negare la giustizia climatica; ribadisce che lo sviluppo di un'economia sostenibile è un elemento essenziale del percorso verso il superamento dell'attuale crisi; chiede pertanto che l'innovazione ecologica funga da base per il processo di trasformazione dell'industria finalizzato alla crescita sostenibile, per la promozione di tecnologie rispettose dell'ambiente, per la riduzione della dipendenza energetica e per garantire occupazione e coesione sociale ed economica sia nei paesi sviluppati, sia in quelli in via di sviluppo;
28. chiede l'adozione in tempi brevi di misure ambiziose in materia di clima ed energia che consentano di evitare ulteriori costi generati dal cambiamento climatico; chiede quindi alla Commissione di rilanciare oltre il 40% l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2020 e di prevedere una riduzione di almeno il 95% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, in modo da limitare l'aumento medio della temperatura globale a 1,5° C al di sopra dei livelli preindustriali;
29. chiede che entro il 2020 il 20% dell'energia dell'UE provenga obbligatoriamente da risorse rinnovabili; chiede misure concrete e vincolanti che fissino orientamenti per attuare il miglioramento dell'efficienza energetica da fonti rinnovabili;
30. chiede un'iniziativa della Commissione volta a riesaminare il meccanismo di sviluppo pulito e il sistema di scambio di emissioni, che di fatto compromettono seriamente l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 nell'Unione europea e nel mondo; insiste sul fatto che si dovrebbero perseguire effettive riduzioni a livello interno, evitando di fare affidamento su strumenti di mercato o meccanismi di flessibilità;
31. esorta la Commissione a presentare progetti tramite i quali l'UE e il mondo sviluppato assistano i paesi in via di sviluppo nella messa a punto di tecnologie sostenibili ed efficienti mediante un adeguato sostegno in termini di sviluppo delle capacità sul piano finanziario, tecnico e tecnologico, senza vincolare detti paesi all'acquisto di costosi brevetti, oltre all'adozione di ambiziosi obiettivi di mitigazione;
32. esprime rammarico per il fatto che la proposta di revisione del regolamento sui gas fluorurati a effetto serra, inizialmente elencata come una proposta legislativa per dicembre 2011, sia stata declassata a una parte non legislativa del programma staffetta della Commissione; esorta la Commissione a presentare una revisione dei regolamenti sui gas fluorurati e ad avanzare proposte per una rapida riduzione della produzione e del consumo di idroclorofluorocarburi (HCFC) nonché una limitazione degli idroclorofluorocarburi nei vari prodotti e nelle varie applicazioni e per recuperare ed eliminare i gas a effetto serra responsabili dell'impoverimento dell'ozono stratosferico liberati da prodotti e da attrezzi rottamati;
33. chiede alla Commissione di presentare proposte legislative che affrontino il problema delle emissioni non CO2 dell'aviazione nonché proposte legislative volte a gestire le emissioni di CO2 del trasporto marittimo, in particolare sotto forma di misure che includano le emissioni del trasporto marittimo nell'impegno di riduzione di gas serra dell'UE;
Politica ambientale
34. chiede una valutazione del regolamento REACH che dovrebbe portare a proposte legislative a titolo della procedura di codecisione, compresa una revisione dell'ambito di applicazione del regolamento REACH (entro il 2012), una revisione dell'estensione dell'ambito di applicazione di requisiti di autorizzazione più rigorosi agli interferenti endocrini (entro il 2013), una revisione dell'obbligo di effettuare una valutazione della sicurezza chimica e di produrre una relazione sulla sicurezza chimica su talune sostanze che siano cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (entro il 2014);
35. invita la Commissione a presentare una proposta concernente una direttiva sulla decontaminazione dall'amianto che comprenda lo smaltimento controllato delle fibre di amianto e la decontaminazione o lo smaltimento degli apparecchi contenenti fibre di amianto, in vista della loro completa eliminazione; ricorda al riguardo la sua risoluzione su REACH del 7 maggio 2009 e, più specificamente, il paragrafo 8 della stessa;
36. esprime preoccupazione per il fatto che la proposta di rivedere la direttiva 98/83/CE del Consiglio concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, inizialmente prevista nel programma di lavoro della Commissione per il 2011, è stata rimossa dal programma staffetta, senza indicare ulteriori date;
37. insiste sulla necessità di un urgente monitoraggio della comunicazione sulla carenza idrica e le siccità e di un approccio più ambizioso rispetto a quello raccomandato nel programma di lavoro della Commissione per il 2011; chiede alla Commissione, alla luce delle interrelazioni tra siccità, incendi boschivi e desertificazione, di presentare una proposta per una direttiva analoga a quella sulle inondazioni, di promuovere l'adozione di una politica UE sulla carenza idrica, la siccità e l'adeguamento al cambiamento climatico; invita la Commissione a presentare e attuare, unitamente agli Stati membri, proposte e iniziative legislative in materia di protezione delle foreste e protezione dagli incendi; invita la Commissione a presentare una direttiva sull'efficienza idrica degli edifici, unitamente a un modello per la salvaguardia delle risorse idriche dell'Europa;
38. sottolinea che gli obiettivi dell'UE per il 2010 in materia di biodiversità non sono mai stati raggiunti e che già si avvertono le ripercussioni sociali ed economiche negative della perdita di biodiversità e del degrado dei servizi ecosistemici; sottolinea che nell'UE solo il 17% degli habitat e delle specie nonché l'11% degli ecosistemi principali godono di uno stato di conservazione soddisfacente; ritiene che la strategia dell'UE per il 2020 in materia di biodiversità non offra soluzioni sostanziali per salvaguardare la biodiversità e non raggiunga il suo obiettivo a causa di una carenza di impegni concreti; ribadisce l'importanza di interrompere la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici nell'UE entro il 2020 e chiede l'inserimento della tutela della biodiversità in altre politiche dell'Unione nonché finanziamenti adeguati;
Sicurezza alimentare
39. chiede alla Commissione di presentare una proposta legislativa per vietare l'immissione sul mercato di alimenti derivati da animali clonati e dalla loro progenie;
40. insiste sulla revisione del regolamento 882/2004 relativo ai controlli ufficiali lungo la catena alimentare; deplora il fatto che la Commissione non abbia annunciato alcuna proposta legislativa dalla pubblicazione della relazione sul funzionamento generale dei controlli ufficiali (COM(2010)441);
Il cittadino al primo posto
41. prende atto del successo degli attuali programmi nei settori dell'educazione, della gioventù e della cittadinanza e invita la Commissione a stanziare significative risorse di bilancio, al fine di rispondere alla crescente richiesta di partecipazione relativamente a un accesso più equo ai programmi da parte di tutte le categorie socioeconomiche;
42. sottolinea il fatto che un solido finanziamento pubblico è fondamentale per garantire un'istruzione di qualità a cui accedano in modo equo tutti i cittadini ed esorta dunque gli Stati membri a investire significativamente nel settore della pubblica istruzione; rileva che tale investimento dovrebbe essere accompagnato da un altro analogo in materia di politiche sociali, al fine di eliminare la discriminazione nell'accesso e garantire risultati equi per tutti i cittadini, soprattutto in termini di occupazione;
43. osserva che l'attuazione del processo di Bologna da parte degli Stati membri ha portato a un livellamento verso il basso della qualità dei titoli universitari e alla conseguente integrazione professionale poco soddisfacente dei laureati; è fermamente convinto che la modernizzazione dell'istruzione superiore debba concentrarsi sulla qualità, in particolare delle conoscenze scientifiche che sono globali, efficienti e facilmente aggiornabili mediante l'apprendimento permanente; ritiene, a tale proposito, che sia fondamentale un solido finanziamento pubblico a cui tutti i cittadini possano accedere in modo equo ed esorta dunque gli Stati membri a investire significativamente nel settore della pubblica istruzione; rileva che tale investimento dovrebbe essere accompagnato da un altro analogo in materia di politiche sociali, al fine di eliminare la discriminazione nell'accesso e garantire risultati equi per tutti i cittadini, soprattutto in termini di occupazione;
44. rileva l'importanza dei programmi attuali nel settore delle politiche audiovisive e della cultura in termini di creatività e capacità di innovazione; deplora i rilevanti tagli di bilancio attuati in questi settori da numerosi Stati membri e ritiene che la solida tradizione europea dei finanziamenti pubblici delle arti contribuisca ad accrescere la diversità, l'accessibilità e la qualità delle arti a disposizione dei cittadini;
45. ritiene che la diversità culturale sia un bene di portata mondiale ed è fermamente convinto che la cultura debba essere esonerata dalle norme in materia di libero scambio, poiché spesso i beni culturali includono fattori esterni difficilmente riscontrati dalle tariffe di mercato; chiede alla Commissione di adoperarsi a favore dell'attuazione e del rispetto dei principi della Convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali del 2005;
46. si rammarica della forte commercializzazione delle attività sportive e ribadisce che una dimensione europea dello sport dovrebbe concentrarsi sull'attività sportiva come strumento di sviluppo personale, sulla promozione di uno stile di vita più sano, sulla reciproca comprensione e l'inclusione sociale; ritiene altresì necessario il ruolo del volontariato nel settore dello sport;
Libertà civili
47. deplora il fatto che le misure adottate e attuate a titolo dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia e del programma di Stoccolma abbiano portato all'applicazione di un approccio eccessivo alla sicurezza, limitando diritti fondamentali, fra i quali la vita privata e la libertà d'espressione; respinge il carattere sproporzionato delle misure di sicurezza che comportano una crescente sorveglianza e definizione di profili, violazioni dell'integrità dell'uomo, sia a livello personale che collettivo, e che non affrontano le cause alla radice delle azioni di violenza;
48. ribadisce la propria opposizione all'approccio repressivo delle politiche dell'UE in materia di immigrazione; chiede quindi nuove iniziative che si concentrino maggiormente sui canali d'ingresso legali dei migranti e sulla definizione di una carta dei diritti di tutti i migranti, sostenendo al contempo la regolarizzazione dei migranti già residenti e operanti nell'UE;
49. si compiace della proposta di un nuovo quadro giuridico globale dell'UE per la protezione dei dati personali e sottolinea che esso dovrebbe eliminare l'attuale incoerenza dei regimi in materia di protezione dei dati tra le ex strutture a pilastri, ribadendo al contempo i principi fondamentali della protezione dei dati come la limitazione dell'obiettivo, la proporzionalità, la trasparenza, l'autodeterminazione in materia informativa, la minimizzazione dei dati, la custodia e il diritto di accesso;
Diritti delle donne e parità di genere
50. chiede che siano elaborate una strategia generale sulla violenza contro le donne e una direttiva in materia e istituito un Anno europeo contro la violenza nei confronti delle donne, come già sollecitato dal Parlamento europeo; ritiene che tale strategia dovrebbe includere tutte le forme di violenza contro le donne; reputa che non dovrebbe esistere un piano d'azione distinto, ad esempio, per la mutilazione genitale femminile ma che tutte le forme di violenza contro le donne dovrebbero essere inquadrate in una strategia complessiva ed efficace, basata su una prospettiva incentrata sui diritti delle donne, che adotti come punto di partenza la Piattaforma di azione di Pechino e gli altri documenti pertinenti delle Nazioni Unite; sottolinea la necessità di salvaguardare e aumentare i fondi del programma Daphne in futuro;
51. ritiene che in una prospettiva di genere sussistano gravi carenze nella politica dell'UE in materia di migrazione e asilo e che occorra affrontare numerose questioni, quali il diritto al ricongiungimento familiare e il diritto di asilo per motivi di persecuzione basata sul genere;
52. sottolinea che, a seguito della crisi economica e delle misure di austerità destinate al settore pubblico, la disoccupazione e il disagio sociale sono tuttora in aumento in diversi Stati membri, e che tali fenomeni colpiscono i giovani e gli anziani, gli uomini e le donne nonché le relative famiglie in modi diversi; invita pertanto l'Unione europea e gli Stati membri a rafforzare il proprio impegno e ad adottare misure specifiche volte a eliminare la povertà e a combattere l'esclusione sociale, con particolare riferimento alla povertà femminile e alle sue conseguenze dirette sui bambini, in quanto la povertà e l'esclusione sociale costituiscono esempi di violazione dei diritti umani e riguardano almeno un cittadino europeo su sei;
53. ribadisce la necessità che l'UE si impegni con maggiore determinazione a favore dell'attuazione delle risoluzioni n. 1325 e 1820 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che rappresentano due strumenti chiave sulle questioni di genere in tempi di guerra e di pace; ritiene che dette risoluzioni debbano essere attuate a tutti i livelli della politica dell'UE, e in particolare nello sviluppo degli strumenti e delle azioni nel quadro del SEAE e della politica comune di sicurezza e difesa;
Diritti di proprietà intellettuale
54. invita la Commissione a presentare una strategia completa sui diritti di proprietà intellettuale (DPI) che ne affronti tutti gli aspetti, compresa la loro attuazione; sottolinea che ogni misura adottata per far rispettare i DPI deve ottemperare alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, compresi gli articoli 6, 8 e 10, ed essere necessaria, proporzionata e adeguata all'interno di una società democratica;
55. invita la Commissione a elaborare una relazione sull'applicazione della direttiva 2004/48/CE, includendovi una valutazione dell'efficacia delle misure adottate, nonché una valutazione del suo impatto sull'innovazione e lo sviluppo della società dell'informazione, conformemente all'articolo 18, paragrafo 1, di tale direttiva;
56. invita la Commissione a riconoscere la condivisione non commerciale di file accompagnata da sistemi di compenso alternativo, compresa l'introduzione di una nuova eccezione o limitazione dei diritti di messa a disposizione e di riproduzione;
Affari esteri
57. critica il fatto che, dopo l'istituzione del Servizio europeo per l'azione esterna, la programmazione delle azioni esterne sia divenuta ancora meno trasparente in quanto il SEAE non è soggetto ad alcun controllo parlamentare; invita la Commissione a presentare al Parlamento europeo, a partire dal prossimo anno, l'agenda politica dettagliata della Politica estera e di sicurezza comune, parallelamente al programma di lavoro della Commissione;
58. rileva con preoccupazione che il 2010 ha evidenziato un'assenza di miglioramenti nel controllo democratico e nella consultazione preventiva del Parlamento europeo sulle azioni esterne dell'UE; invita la Commissione a rendere pienamente accessibili tutte le informazioni pertinenti;
59. accoglie con favore i movimenti per la democrazia sorti nel Nord Africa e in Medio Oriente e, alla luce di tali tendenze, esorta la Commissione a rivedere radicalmente l'approccio adottato verso queste regioni e ad impegnarsi nei loro confronti con misure di sostegno al commercio basate sulle necessità della maggioranza della popolazione;
Sicurezza e difesa
60. afferma che l'UE è un attore di natura civile e, pertanto, dovrebbe essere rigorosamente separata dalla NATO e che occorre mettere fine alla cooperazione civile-militare con la massima urgenza e utilizzare tutte le spese militari per scopi civili;
Commercio internazionale
61. osserva che la Commissione ha infine presentato una proposta di revisione del regolamento sul Sistema di preferenze generalizzate (SPG), ha rispettato il compresso che ha condotto all'introduzione del regolamento di rinnovo concernente i diritti di codecisione del Parlamento e ha incluso le pertinenti disposizioni sugli atti delegati nella nuova proposta; deplora che il nuovo progetto di regolamento non soddisfi le richieste del Parlamento in merito a norme di origine riviste e, in particolare, all'assistenza tecnica complementare; insiste sulla necessità di rafforzare il ruolo del Parlamento nelle decisioni relative ai paesi beneficiari; sottolinea che, contrariamente a quanto riportato nella proposta della Commissione, il SPG dell'UE dovrebbe mantenere una dimensione ambiziosa e che nessun paese in via di sviluppo dovrebbe esserne escluso soltanto per aver raggiunto un reddito annuo medio per capite di 4 000 dollari o più;
62. sottolinea che, in riferimento agli appalti pubblici all'estero, il Parlamento si attende che la Commissione presenti un nuovo strumento che garantisca la simmetria e la trasparenza, in particolare per le PMI, nelle procedure di appalti pubblici con i paesi industrializzati e le principali economie emergenti, rispettando appieno nel contempo la necessità di un trattamento speciale e differenziato per i paesi in via di sviluppo e la multifunzionalità delle politiche in materia di appalti; sottolinea l'importanza di escludere dai capitoli degli accordi commerciali internazionali relativi agli appalti pubblici qualsiasi disposizione che possa pregiudicare l'accesso ai servizi pubblici o limitarne lo sviluppo;
63. prende atto dell'annuncio della Commissione di presentare una comunicazione sul commercio e lo sviluppo; insiste sul fatto che i principali obiettivi della politica commerciale internazionale dell'UE dovrebbero essere quelli di contribuire allo sviluppo sociale, ecologico ed economico sostenibile nell'interesse di tutti i cittadini, basato su un commercio giusto e sullo sviluppo economico conformi ai massimi livelli di standard sanitari e ambientali, alla creazione di posti di lavoro dignitosi, agli standard sociali, ai diritti dell'uomo e alla diversità culturale;
64. sostiene gli sforzi della Commissione volti a includere capitoli in materia di sostenibilità in tutti gli accordi commerciali attualmente in fase di negoziato; chiede la sospensione degli accordi commerciali e dei negoziati con i paesi che violano i diritti democratici, umani e lavorativi di base; insiste fermamente sul fatto che il Parlamento e la società civile dovrebbero essere maggiormente coinvolti nei negoziati in corso e nella definizione dei mandati negoziali per gli accordi di investimento con la Cina, il Mercosur, la Russia e l'Ucraina;
65. invita la Commissione ad inserire nel suo programma di lavoro un'azione determinata contro l'aumento della speculazione sugli alimenti e sugli altri prodotti di base essenziali nonché contro la volatilità dei prezzi degli alimenti e dei beni di prima necessità che ne deriva; ribadisce che il diritto all'alimentazione e la sovranità alimentare devono essere rispettati;
Sviluppo
66. sollecita la Commissione a includere nella proposta legislativa per il rafforzamento della capacità europea di reazione alle catastrofi la necessità di mantenere una distinzione formale tra le competenze degli organismi militari e quelli umanitari; chiede che siano predisposte e potenziate unicamente le capacità di protezione civile e di assistenza umanitaria civile, al fine di perfezionare il coordinamento e l'applicazione della gestione UE delle catastrofi e poter quindi fornire un'efficace assistenza civile in caso di catastrofi e emergenze; chiede un aumento degli stanziamenti e un rafforzamento delle capacità e delle risorse al fine di garantire che l'aiuto umanitario e la protezione civile restino compiti prettamente civili;
67. accoglie con favore le due comunicazioni della Commissione sulla sicurezza alimentare e sull'assistenza alimentare; ribadisce la necessità di attuare in modo coerente e coordinato un quadro d'azione dell'UE per la sicurezza alimentare e nutrizionale, che abbia come nucleo il diritto all'alimentazione, onde affrontare le cause profonde della fame e dell'insicurezza alimentare; chiede che nel quadro d'azione dell'UE sia riconosciuto il concetto della sovranità alimentare, definito come la capacità di un paese o di una regione di attuare democraticamente politiche, priorità e strategie nel settore agricolo e alimentare; sollecita l'esecuzione di azioni concrete per affrontare con efficacia la speculazione finanziaria sul grano e sugli alimenti;
68. sollecita la Commissione a presentare un'iniziativa legislativa finalizzata a garantire la trasparenza nell'industria estrattiva attraverso misure giuridicamente vincolanti a livello dell'UE, nel rispetto degli impegni dell'UE relativi alla coerenza delle politiche per lo sviluppo; sottolinea che la strategia dell'UE per le materie prime non dovrebbe pregiudicare i diritti legittimi dei paesi in via di sviluppo; invita la Commissione a includere nella sua proposta legislativa misure vincolanti volte a rafforzare la responsabilità diretta e il dovere di diligenza delle società europee in riferimento alle attività che esercitano nei paesi in via di sviluppo;
Bilancio
69. deplora che la proposta della Commissione non consideri la coesione sociale e territoriale come una priorità per affrontare adeguatamente le necessità emerse a causa dell'attuale crisi sociale, economica e finanziaria e che non tratti in modo efficace la difficile situazione che vari Stati membri stanno attraversando; in tale contesto, insiste sulla necessità di potenziare le sinergie tra i diversi programmi e azioni dell'UE miranti a far fronte agli effetti della crisi e a promuovere l'occupazione e la crescita tramite lo sviluppo delle tecnologie che consentono un uso razionale delle risorse;
70. ribadisce la sua posizione secondo la quale il calo degli investimenti pubblici e la disgregazione di servizi pubblici fondamentali derivano dalle politiche di austerità dell'UE e degli Stati membri; insiste sulla necessità di invertire detta tendenza e ritiene fermamente che il rafforzamento degli investimenti debba essere garantito a livello di UE e nazionale; è del parere che occorre trovare un accordo in merito a una revisione del QFP, se si vuole che il quadro includa il fabbisogno supplementare di finanziamento di ITER; sottolinea che il finanziamento di ITER non deve pregiudicare la fornitura di programmi pluriennali di ricerca o sviluppo né il finanziamento di azioni preposte a far fronte agli effetti della crisi e a promuovere la crescita e l'occupazione, segnatamente dei giovani;
71. si rammarica profondamente del messaggio di rifiuto che la Commissione invia ai rifugiati con il sostanziale aumento degli stanziamenti destinati al Fondo per le frontiere esterne e al Fondo europeo per i rimpatri; ribadisce che l'UE deve potenziare il sostegno alla mobilità delle persone della sponda meridionale del Mediterraneo, in particolare alla luce delle rivolte popolari e della speranza di rivoluzione e modernità nel mondo arabo, segnatamente tramite un aumento sostanziale del sostegno a favore del Fondo di integrazione dei rifugiati e del Fondo di cooperazione e sviluppo, nonché adottare una posizione favorevole in merito a tali questioni;
72. ribadisce che l'UE ha bisogno di una dimensione parlamentare forte che possa migliorare la natura democratica e la trasparenza della procedura di bilancio dell'UE e sottolinea che il Parlamento europeo deve essere coinvolto nella procedura di negoziato del nuovo QFP sia per quanto riguarda la spesa che il dibattito generale sulla revisione del sistema delle risorse;
Affari costituzionali
73. accoglie con favore, quale primo passo, l'esito dei negoziati tra il Parlamento e la Commissione sul registro per la trasparenza e le prospettive di una sua rapida introduzione con l'auspicio che in futuro vi partecipi anche il Consiglio; invita la Commissione a concentrarsi sull'obiettivo di rendere il registro obbligatorio per tutti i rappresentanti interessati e a introdurre norme più rigorose sulla trasparenza finanziaria nella prossima revisione del registro;
74. ricorda alla Commissione la necessità di rivedere il codice di condotta dei commissari e in particolare di risolvere il problema della "porta girevole" in modo efficace; chiede inoltre che le disposizioni concernenti le dichiarazioni finanziarie dei commissari siano rese più rigorose;
75. ricorda nuovamente alla Commissione che si è impegnata a garantire una maggiore trasparenza e l'accesso ai documenti e la invita a presentare senza indugio una nuova proposta di modifica del regolamento (CE) n. 1049/2001;
76. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.