Proposta di risoluzione - B7-0068/2012Proposta di risoluzione
B7-0068/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Siria (2012/2543(RSP))

13.2.2012

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Charles Tannock, Sajjad Karim, Ryszard Antoni Legutko, Tomasz Piotr Poręba, Ryszard Czarnecki, Valdemar Tomaševski a nome del gruppo ECR

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0068/2012

Procedura : 2012/2543(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
B7-0068/2012
Testi presentati :
B7-0068/2012
Discussioni :
Testi approvati :

B7‑0068/2012

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Siria (2012/2543(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria,

–   visti la decisione 2011/523/UE del Consiglio che sospende parzialmente l'applicazione dell'accordo di cooperazione tra la Comunità economica europea e la Repubblica araba siriana, il regolamento (UE) n. 36/2012 del Consiglio concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Siria, la decisione di esecuzione 2012/37/PESC del Consiglio che attua la decisione 2011/782/PESC relativa a misure restrittive nei confronti della Siria,

–   viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/HR) sulla Siria dell'8 e del 31 luglio, del 1°, del 4, del 18, del 19, del 23 e del 30 agosto, del 2 e del 23 settembre, del 12 ottobre 2011, del 3 e del 28 novembre, del 2 e del 13 dicembre 2011, dell'11 e del 23 gennaio, del 1° e del 4 febbraio 2012,

–   viste le conclusioni sulla Siria del Consiglio del 18 luglio, del 10 ottobre, del 1° dicembre 2011 e del 23 gennaio 2012,

–   vista la comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Аlto rappresentante al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 25 maggio 2011, dal titolo "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento",

–   vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Siria, del 22 novembre 2011,

–   vista la dichiarazione presidenziale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 3 agosto 2011,

–   vista la risoluzione dell'UNHRC sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica araba siriana, del 2 dicembre 2011,

–   vista la relazione della commissione internazionale indipendente d'inchiesta sulla Repubblica araba siriana presentata all'UNHRC il 23 novembre 2011,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, del 1948,

–   visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR), del 1966, di cui la Siria è firmataria,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che vi sono stati undici mesi di continui disordini e spargimenti di sangue da quando, nel marzo 2011, hanno avuto inizio importanti dimostrazioni contro il regime siriano;

B.   considerando che le Nazioni Unite hanno smesso di fornire stime circa il numero di decessi avvenuti in Siria a causa dell'acuirsi delle violenze; che, secondo i più recenti dati forniti dall'ONU in gennaio, oltre 5.400 persone, per la maggior parte civili, sono state uccise e che ancora più elevato è il numero dei feriti;

C.  considerando che la missione conoscitiva effettuata dall'Alto Commissario il 19 agosto ha acquisito prove concernenti centinaia di esecuzioni sommarie, l'uso di munizioni vere contro i dimostranti, il diffuso impiego di cecchini durante le proteste, la detenzione e la tortura di persone di ogni età, il blocco di città e villaggi da parte delle forze di sicurezza e la distruzione delle condotte idriche;

D.  considerando che i cittadini siriani sono vittime di arresti arbitrari e reclusioni senza processo o su sentenze della corte marziale, non dispongono di una magistratura indipendente che li difenda e non godono della libertà di espressione e del diritto a manifestare garantiti dalla legge;

E.   considerando che, secondo quanto riferito, villaggi e città in tutta la Siria sono sotto l'assedio di forze governative e non vi è accesso a cibo, forniture mediche o mezzi di comunicazione;

F.   considerando che, nonostante l'impegno a favore delle riforme politiche espresso in numerose dichiarazioni pubbliche, il presidente Bashar al-Assad non ha attuato un piano specifico che salvaguardi le libertà pubbliche e l'indipendenza della magistratura e impedisca al governo siriano di ledere i diritti umani;

G.  considerando che il governo siriano ricorre alla Corte suprema di sicurezza dello Stato, un tribunale speciale che non fa parte del sistema ordinario della giustizia penale, per processare attivisti politici e difensori dei diritti umani;

H.  considerando che il Consiglio di cooperazione del Golfo collaborerà con le autorità siriane per avviare la transizione verso libere elezioni e la resa del potere da parte del presidente Assad;

I.    considerando che il 2 settembre, il 13 ottobre e il 1° dicembre 2011 e il 23 gennaio 2012 gli Stati membri dell'UE hanno deciso sanzioni più estese, in aggiunta alle restrizioni già applicate alla Siria;

J.    considerando che il Presidente Assad ha ignorato innumerevoli appelli della comunità internazionale a porre fine alle terribili violenze in Siria;

K.  considerando che i disordini civili e la brutale repressione esercitata dalle autorità siriane contro il popolo siriano minacciano ormai di trascinare il paese in uno stato di aperta guerra civile, che rischia a sua volta di scatenare un conflitto regionale;

1.  condanna la decisione di Cina e Russia di porre il veto ai più recenti tentativi operati in sede di Nazioni Unite di redigere una risoluzione che condanni la violenta repressione delle proteste antigovernative in Siria; esprime rammarico per la mancanza di una risposta comune da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in merito alle brutali azioni delle autorità siriane e invita la comunità internazionale a essere unita nella condanna della risposta del regime siriano alle dimostrazioni;

2.  condanna con forza il ricorso alla violenza da parte di tutti gli attori in Siria;

3.  deplora la brutalità dimostrata dal regime siriano in occasione dell'assalto alla città di Homs e lo invita a ritirare tutte le forze siriane dai villaggi e dalle città della Siria; invita altresì il regime siriano ad autorizzare un accesso immediato e incondizionato agli organismi per i diritti umani e agli operatori umanitari; sottolinea che non si devono negare le cure mediche alle persone ferite nel corso delle violenze;

4.  plaude ai tentativi dei vertici della Lega araba di porre fine alle terribili violenze perpetrate in Siria; si rammarica per la sospensione della missione di osservazione della Lega araba e per l'incapacità del regime siriano di dare piena attuazione al piano di pace concordato; accoglie con favore l'ulteriore iniziativa della Lega araba di elaborare un nuovo piano di pace ed esorta il regime siriano ad adottalo e attuarlo senza indugio;

5   valuta positivamente la condanna del regime siriano da parte della Turchia e dell'Arabia Saudita e il ruolo svolto dalla Turchia nell'accogliere i rifugiati; deplora il fatto che l'Iran continui ad appoggiare la posizione intransigente del presidente Al Assad e la brutale repressione del suo popolo;

6.  accoglie con favore le conclusioni del Consiglio del 23 gennaio e appoggia l'estensione delle sanzioni nei confronti del regime siriano;

7.  insiste affinché il governo siriano assicuri la protezione dei manifestanti contro le aggressioni, difenda il diritto di questi ultimi a partecipare a manifestazioni pacifiche e garantisca la libertà di espressione; invita pertanto il governo siriano a cessare immediatamente l'uso della forza contro i manifestanti pacifici;

8.  osserva che il Presidente Assad, in quanto capo costituzionale e legale dello Stato siriano, ha la responsabilità ultima di tutte le azioni intraprese dalle forze armate; esorta il Presidente Assad a riconoscere che il popolo siriano respinge il suo regime e a dimettersi nell'interesse superiore della Siria e dell'unità del suo popolo;

9.  chiede al governo siriano di avviare un'inchiesta indipendente, efficace e trasparente sull'operato delle forze di sicurezza, in particolare sulle attività del fratello del Presidente al comando delle forze speciali, e di accertare le responsabilità di tutti i membri dei servizi di sicurezza che hanno sparato o ordinato di sparare con proiettili veri su manifestanti disarmati;

10. esprime preoccupazione per le notizie relative alla presenza tra i manifestanti di gruppi islamisti armati, dotati di armi di contrabbando, che incitano alla jihad e sparano contro le forze di sicurezza, con il pericolo di provocare una vera e propria guerra civile a carattere settario;

11. chiede al governo siriano di porre fine alle detenzioni e agli arresti arbitrari di cui sono oggetto attivisti politici, difensori dei diritti umani e giornalisti e di rilasciare tutti i prigionieri di coscienza; invita le autorità siriane a rendere pubblicamente conto di tutte le persone uccise, ferite o che risultano disperse;

12. esprime la viva preoccupazione che le intimidazioni delle autorità siriane possano estendersi agli oppositori in esilio;

13. chiede l'instaurazione di un dialogo aperto e pacifico tra il governo e il popolo siriano; esorta fermamente il governo siriano a dare seguito agli impegni assunti pubblicamente e ad attuare senza indugio le riforme democratiche, rispettando pienamente tutte le minoranze;

14. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio supremo delle Forze armate d'Egitto e al Segretario generale della Lega araba nonché al governo e al parlamento della Repubblica araba siriana.