Proposta di risoluzione - B7-0129/2012Proposta di risoluzione
B7-0129/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla relazione 2011 sui progressi compiuti dalla Bosnia-Erzegovina (2011/2888(RSP))

6.3.2012

presentata a seguito di dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Doris Pack a nome della commissione per gli affari esteri


Procedura : 2011/2888(RSP)
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Ciclo del documento :  
B7-0129/2012

B7‑0129/2012

Risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione 2011 sui progressi compiuti dalla Bosnia Erzegovina (2011/2888(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   visto l'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, firmato il 16 giugno 2008 e ratificato da tutti gli Stati membri dell'UE e dalla Bosnia-Erzegovina,

–   vista la decisione 2008/211/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato europeo con la Bosnia-Erzegovina e che abroga la decisione 2006/55/CE[1],

–   vista la decisione 2011/426/PESC del Consiglio, del 18 luglio 2011, che nomina un rappresentante speciale dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina[2],

–   viste le conclusioni del Consiglio sulla Bosnia-Erzegovina del 21 marzo 2011, del 10 ottobre 2011 e del 5 dicembre 2011,

–   viste la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio intitolata "Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012" (COM(2011)0666) e la relazione 2011 sui progressi compiuti dalla Bosnia-Erzegovina, approvata il 12 ottobre 2011 (SEC(2011)1206 definitivo),

–   vista la propria risoluzione del 17 giugno 2010 sulla situazione in Bosnia-Erzegovina[3],

–   vista la dichiarazione congiunta della 13ª riunione interparlamentare tra il Parlamento europeo e l'Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina, tenutasi a Bruxelles il 19 e 20 dicembre 2011,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che l'impegno dell'Unione europea a favore di uno Stato sovrano e unito in Bosnia-Erzegovina rimane forte; che uno degli obiettivi strategici dell'UE è di accelerare i progressi del paese verso l'adesione, contribuendo in tal modo a migliorare la qualità della vita per tutti i cittadini; e che, per avanzare in questa direzione, sono necessarie istituzioni funzionanti a tutti i livelli e un impegno da parte dei leader politici del paese;

B.  considerando che il futuro della Bosnia-Erzegovina è all'interno dell'Unione europea e che la prospettiva di divenire uno Stato membro dell'UE costituisce uno dei fattori che maggiormente uniscono la popolazione del paese;

C. considerando che la responsabilità primaria del successo del processo di adesione all'UE spetta al potenziale candidato e che i preparativi dovrebbero competere in primo luogo a coloro che vengono eletti dai cittadini e che sono responsabili dinanzi ai medesimi, e secondo una visione comune condivisa dei pressanti problemi politici, economici e sociali del paese; e considerando che la Bosnia-Erzegovina può aspirare all'adesione all'UE solamente come paese singolo e che l'indebolimento delle istituzioni dello Stato impedirà ai cittadini di ottenere i benefici dell'integrazione europea;

D. considerando che i leader dei partiti politici sono riusciti a trovare un accordo di principio su un nuovo governo, successivamente costituito, dopo uno stallo politico durato circa quindici mesi;

E.  considerando che la situazione di stallo politico e istituzionale ha impedito al paese di portare avanti le riforme indispensabili al suo avvicinamento all'UE, in particolare in settori fondamentali quali la costruzione dello Stato, la governance, lo Stato di diritto e l'allineamento alle norme europee; e che la mancanza di un governo ha ostacolato anche la capacità di adottare politiche economiche e fiscali coerenti;

F.  considerando che la riforma costituzionale rimane la riforma essenziale per trasformare la Bosnia-Erzegovina in uno Stato effettivo e pienamente funzionante;

G. considerando che in un paese con diversi livelli di governance occorrono un forte coordinamento tra i vari attori e una sincera cooperazione per migliorare la capacità di esprimersi con una sola voce; che, tuttavia, nessun meccanismo di coordinamento può sostituire un'indispensabile volontà politica; e che la cooperazione può portare a risultati tangibili a beneficio di tutti i cittadini, come dimostrato dalla liberalizzazione dei visti, sebbene in molti casi manchi il coordinamento necessario;

H. considerando che gli obiettivi politici del Rappresentante speciale dell'UE (RSUE) e capo delegazione (HoD) con poteri rafforzati sono di offrire la consulenza dell'UE, facilitare il processo politico e assicurare la coerenza dell'azione dell'Unione;

I.   considerando che la complessità della struttura del sistema giudiziario, caratterizzato dalla mancanza di una corte suprema a livello statale, dall'assenza di armonizzazione tra le quattro giurisdizioni interne, dalle interferenze politiche e dalla messa in discussione delle competenze delle agenzie giudiziarie statali, pregiudica il funzionamento della magistratura e ostacola i tentativi di riforma;

J.   considerando che la missione di polizia dell'UE, istituita nel 2003, è stata prolungata fino al 30 giugno 2012 in vista di una transizione delle attività future al finanziamento a titolo degli strumenti dell'Unione e della creazione di una funzione consultiva strategica nel settore dell'applicazione della legge e della giustizia penale in seno all'ufficio dell'RSUE;

K. considerando che la Bosnia-Erzegovina sta fornendo assistenza nei processi e negli appelli in corso contro i crimini di guerra, e sta collaborando in relazione ai casi di deferimento;

L.  considerando che la corruzione continua a minare seriamente lo sviluppo socio-economico e politico del paese;

M. considerando che la tratta di esseri umani costituisce un grave reato e una palese violazione dei diritti umani; e che la Bosnia-Erzegovina è un paese d'origine, di transito e di destinazione della tratta di esseri umani, in particolare di donne e ragazze,

N. considerando che l'assenza di prospettive di occupazione, specialmente tra i giovani, ostacola il progresso del paese e contribuisce ad alimentare il malcontento sociale;

O. considerando che la cooperazione con altri paesi della regione è un pre-requisito per una pace duratura e la riconciliazione in Bosnia-Erzegovina e nei Balcani occidentali;

Considerazioni generali

1.  accoglie con favore la formazione del nuovo governo in seguito all'accordo dei leader dei partiti politici su una serie di importanti questioni; chiede che tale accordo venga pienamente attuato mediante la soluzione delle questioni rimaste in sospeso tra cui l'adozione del bilancio dello Stato per il 2012 e la nomina dei direttori delle agenzie statali; invita la classe politica a trarre spunto da tale sviluppo positivo, che può dare ulteriore impulso al processo di integrazione nell'UE, per riavviare un dialogo costruttivo anche su altre riforme di rilievo;

2.  esprime preoccupazione per i limitati progressi compiuti dalla Bosnia-Erzegovina, in quanto potenziale candidato all'adesione all'UE, nel suo percorso verso la stabilizzazione e lo sviluppo socio-economico; ritiene comunque possibile il progresso verso l'integrazione nell'UE a beneficio dei cittadini della Bosnia-Erzegovina, a condizione di adottare come principi guida per ulteriori azioni la determinazione, la responsabilità politica, una cultura del compromesso e una visione condivisa del futuro del paese; incoraggia le autorità della Bosnia-Erzegovina ad adottare ulteriori provvedimenti concreti affinché il paese sia messo in condizione di proseguire senza esitazioni il cammino verso l'adesione all'UE;

3.  ricorda a tutti i soggetti politici della Bosnia-Erzegovina che le riforme del percorso per l'integrazione nell'UE mirano a portare beneficio alla popolazione del paese e che essi sono responsabili nei confronti dei cittadini di giungere a compromessi, garantire un coordinamento efficace nonché accordarsi sulle riforme e attuarle; rammenta che il successo di una domanda di adesione all'UE dipende anche dal buon funzionamento dello Stato, del governo e dell'amministrazione; esorta tutti gli attori politici a intraprendere le necessarie modifiche costituzionali e portare avanti altre riforme fondamentali, nonché a concentrarsi sulla creazione delle condizioni per l'entrata in vigore dell'ASA; sottolinea che la responsabilizzazione e l'impegno politico a livello locale sono i pre-requisiti per il successo di qualsiasi tipo di assistenza finanziaria dell'UE; a tal fine, invita le autorità del paese a creare la struttura necessaria per la gestione decentrata (DIS) dello strumento di assistenza preadesione (IPA); sottolinea la necessità di rafforzare i meccanismi di coordinamento per la programmazione della futura assistenza finanziaria dell'UE, in particolare nel quadro del programma IPA;

4.  è fermamente convinto che il rafforzamento dello Stato centrale non significhi l'indebolimento delle entità, bensì la creazione delle condizioni necessarie per un'amministrazione centrale efficiente, in grado di preparare il paese all'adesione all'UE in stretta collaborazione con i vari livelli di governo; sottolinea pertanto la necessità di rafforzare le capacità amministrative a tutti i livelli di governo responsabili per le questioni relative all'UE nonché il coordinamento tra le autorità competenti nella programmazione dell'assistenza finanziaria dell'UE e in tutti i settori interessati dal recepimento della normativa UE;

5.  condanna il ricorso a un linguaggio e ad azioni provocatorie che minano il processo di riconciliazione etnica e il funzionamento delle strutture statali;

Un'accresciuta presenza dell'UE

6.  accoglie con favore la strategia globale dell'UE nei confronti della Bosnia-Erzegovina che prevede il rafforzamento della presenza dell'UE nel paese attraverso la creazione di un rappresentante dell'UE con poteri rafforzati con il duplice mandato di rappresentante speciale dell'Unione europea (RSUE) e capo delegazione (HoD); loda l'RSUE/HoD per il sostegno fornito alla Bosnia Erzegovina su questioni inerenti all'UE e per aver facilitato l'adesione al processo di integrazione europea a livello locale; sostiene pienamente l'RSUE/HoD nel suo intento di aiutare le autorità della Bosnia-Erzegovina a collocare l'agenda dell'Unione europea al centro del processo politico garantendo la coerenza e il coordinamento delle azioni dell'Unione; a tale proposito, esorta tutti gli attori politici a lavorare in stretta collaborazione con l'RSUE; ribadisce la necessità di mettere in atto il rafforzamento della presenza dell'UE tramite strategie chiare e globali sulle varie problematiche e, al contempo, tramite un sostegno determinato e coerente da parte di tutti gli Stati membri dell'UE a favore dell'RSUE/HoD; osserva, a tale proposito, che l'UE deve allocare risorse sufficienti, anche in termini di personale, per consentirgli di essere presente in tutto il paese e di raggiungere gli obiettivi richiesti;

7.  invita la comunità internazionale a vagliare l'opportunità dello scioglimento dell'Ufficio dell'Alto rappresentante (OHR) e a trovare soluzioni in merito, in modo da consentire una maggiore assunzione di responsabilità a livello locale per le questioni proprie della Bosnia-Erzegovina, tenendo presente che qualsiasi iniziativa di questo genere non dovrebbe avere ripercussioni negative sulla stabilità del paese, sul ritmo e sui risultati delle indispensabili riforme; rammenta che le autorità della Bosnia-Erzegovina devono, a tale proposito, risolvere le questioni in sospeso riguardo a proprietà dello Stato e proprietà della Difesa;

8.  prende atto con soddisfazione del significativo contributo della missione di polizia dell'UE (EUPM) e dell'operazione Althea di EUROFOR alla stabilità e sicurezza della Bosnia-Erzegovina, che considera importanti elementi della strategia globale rafforzata dell'UE per la Bosnia-Erzegovina; loda i risultati ottenuti dalla EUPM nel contribuire alla lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione da parte delle forze dell'ordine e della magistratura della Bosnia-Erzegovina; prende atto dell'accordo inteso a smantellare l'EUPM entro fine giugno 2012; ribadisce la necessità di una transizione ordinata dall'operato della EUPM ai progetti di assistenza finanziati da IPA nonché a una funzione consultiva strategica nell'ambito delle misure di contrasto e della giustizia penale in seno all'ufficio dell'RSUE; si compiace del ruolo assunto dalla missione militare Althea a sostegno degli sforzi della Bosnia-Erzegovina finalizzati al mantenimento di un clima di sicurezza nell'ambito del nuovo mandato delle Nazioni Unite; sottolinea la necessità di migliorare ulteriormente le capacità e la professionalità delle forze di sicurezza della Bosnia-Erzegovina, nell'ottica di rafforzare la responsabilizzazione e la capacità a livello locale;

Criteri politici

9.  ribadisce la sua posizione secondo cui lo Stato dovrebbe disporre di poteri legislativi, di bilancio, esecutivi e giudiziari sufficienti per soddisfare i criteri di adesione all'UE;

10. accoglie con favore l'iniziativa sul Forum di coordinamento parlamentare che si occupa delle questioni legislative legate all'integrazione nell'Unione europea ai diversi livelli di governo, che dovrebbe contribuire a far sì che l'agenda europea diventi un'agenda nazionale; ritiene che, sebbene non sia stato ancora possibile raggiungere un accordo su modifiche concrete della Costituzione, il lavoro del comitato misto interinale rappresenti un significativo passo avanti in quanto per la prima volta i politici della Bosnia-Erzegovina hanno instaurato un dialogo istituzionalizzato sulle modifiche della Costituzione senza la presenza della comunità internazionale, con il coinvolgimento della società civile e in modo aperto e pubblicamente trasparente;

11. è preoccupato per la persistente debolezza del dialogo sociale e per il carattere irregolare della consultazione delle parti sociali; esorta il governo della Bosnia-Erzegovina a potenziare la capacità amministrativa di cooperazione con le ONG e a sostenere ulteriormente lo sviluppo della società civile, rivedendo al rialzo le proprie ambizioni nel senso di stabilire un dialogo sociale con le parti interessate; sottolinea che occorre chiarire le norme per il riconoscimento e la registrazione delle parti sociali nonché adottare leggi a livello statale in materia di rappresentatività delle parti sociali;

12. rileva che la riforma costituzionale rimane la riforma essenziale per trasformare la Bosnia‑Erzegovina in uno Stato effettivo e pienamente funzionante; chiede alla commissione parlamentare di avanzare proposte concrete al riguardo;

13. reitera la sua richiesta di raggiungere un accordo e di rispettare pienamente la sentenza della CEDU nel caso Sejdić-Finci e l'articolo 2 dell'accordo di associazione e stabilizzazione, che prescrivono il rispetto dei principi democratici e dei diritti umani; ricorda che, oltre al caso Sejdić-Finci, vi è la generale esigenza di modificare la Costituzione in modo da consentire un sistema di governance e una struttura statale più pluraliste, democratiche ed efficienti;

14. invita tutte le autorità competenti a facilitare la revisione della loro pertinente legislazione e ad assicurare la costituzione di un sistema giudiziario indipendente, imparziale ed efficace, in linea con le norme dell'Unione e le norme internazionali al fine di rafforzare lo Stato di diritto nell'interesse di tutti i cittadini; accoglie con favore il fatto che, attraverso il dialogo strutturato sulla magistratura, siano stati compiuti alcuni progressi relativamente alla creazione di un equilibrio tra le competenze giurisdizionali a livello di Stato centrale e a livello di Entità; esorta comunque il governo ad attuare efficacemente la strategia di riforma del settore giudiziario e a evitare i tentativi di indebolire le istituzioni giudiziarie a livello statale, quale l'Alto consiglio giudiziario e della magistratura (High Judicial and Prosecution Council - HJPC);

15. reitera la richiesta di istituire una Corte suprema a livello statale e di inserirla saldamente nel quadro costituzionale, in modo che agisca da fattore unificante per la giurisprudenza del paese e provveda alla graduale armonizzazione dei quattro diversi sistemi giuridici della Bosnia-Erzegovina;

16. si compiace dei progressi nei preparativi in vista della cessazione della supervisione internazionale sul distretto di Brcko;

17. si compiace dell'adozione della legge sul censimento da parte di entrambe le Camere dell'Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina, in seguito all'accordo politico tra i leader dei partiti; chiede alle autorità della Bosnia-Erzegovina di procedere con urgenza ai preparativi tecnici necessari, dal momento che il censimento non costituisce solo una chiara precondizione per la prospettiva di adesione all'UE, ma rappresenta anche un elemento essenziale per lo sviluppo socio-economico del paese;

18. ribadisce al riguardo l'obbligo di attuare l'allegato VII dell'accordo di pace di Dayton al fine di garantire un rientro sostenibile così come soluzioni eque, globali e durevoli per gli sfollati interni, i profughi e le altre persone colpite dal conflitto;

19. invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a indagare e perseguire efficacemente i casi di corruzione nonché ad aumentare il numero degli autori di tali reati condannati; accoglie con favore l'intenzione di avviare un piano d'azione volto a combattere la corruzione nella pubblica amministrazione; sottolinea l'esigenza di sensibilizzare maggiormente i cittadini in merito alla legislazione e alle pratiche anticorruzione nonché la necessità di porre in essere un sistema che consentirà ai cittadini di segnalare i casi di corruzione; esorta altresì il governo a sviluppare e attuare programmi di formazione speciali, se necessario con l'assistenza dell'UE, destinati alle forze di polizia, ai pubblici ministeri, ai giudici e alle altre autorità interessate per migliorarne la consapevolezza e la conoscenza della legislazione e delle pratiche anticorruzione;

20. si compiace della nomina dei direttori dell'Agenzia per la prevenzione della corruzione e il coordinamento della lotta contro la corruzione e sottolinea al contempo l'urgenza di predisporre le risorse finanziarie e umane necessarie per assicurare che tale Agenzia divenga pienamente operativa; esorta a compiere ogni sforzo per giungere quanto prima alla firma di un accordo operativo con EUROPOL;

21. esprime preoccupazione per gli scarsi progressi registrati relativamente al problema del riciclaggio di denaro; esorta il Parlamento ad approvare le necessarie modifiche della legislazione che, tra le altre cose, miglioreranno la segnalazione delle transazioni bancarie sospette, permetteranno di aumentare i tassi di sequestro dei beni acquisiti illegalmente e potenzieranno l'efficienza delle competenti autorità; chiede il rafforzamento del dipartimento di intelligence finanziaria mediante l'aumento delle sue capacità investigative; sottolinea l'importanza di istituire strutture per la gestione e la conservazione dei beni confiscati;

22. rileva che la liberalizzazione dei visti non ha portato a un aumento delle richieste di asilo da parte dei cittadini della Bosnia-Erzegovina nell'area di Schengen, in Bulgaria e in Romania; esprime il proprio plauso alle autorità per aver istituito meccanismi a livello bilaterale e multilaterale nei casi in cui singoli Stati membri hanno rilevato un temporaneo aumento delle richieste di asilo;

23. invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a tutelare e promuovere attivamente i diritti di tutti i gruppi e cittadini, che dovrebbero essere protetti da discriminazioni e atti di violenza diretti o indiretti; rileva con preoccupazione che l'attuazione della legge antidiscriminazione resta debole e che le disposizioni giuridiche non sono all'altezza delle necessità; esorta il governo e il parlamento della Bosnia-Erzegovina ad adeguare il quadro istituzionale e giuridico del paese alle norme internazionali e unionali in materia di diritti delle persone LGBT; invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a rafforzare la società civile e a coinvolgerla attivamente nella definizione e attuazione delle politiche in materia di diritti umani;

24. prende atto dei progressi realizzati nell'attuazione della strategia a favore dei rom e dei piani d'azione su alloggi e occupazione; sollecita un ulteriore impegno su queste tematiche, dal momento che la popolazione rom si trova ancora a subire discriminazioni e ad avere condizioni di vita difficili;

25. sottolinea la necessità di contrastare efficacemente la tratta di esseri umani in cooperazione con la comunità internazionale, di perseguire i responsabili, di offrire protezione e indennizzi alla vittime e di realizzare campagne di sensibilizzazione per evitare che le vittime siano stigmatizzate di nuovo dalle autorità e dalla società; sollecita una cooperazione e collaborazione maggiori tra le autorità competenti nei vari settori e le ONG del paese e della regione; invita a sensibilizzare maggiormente le forze di polizia della Bosnia-Erzegovina in merito alla tratta di esseri umani mediante la messa a punto di speciali corsi di formazione; incoraggia un sostegno continuo da parte dell'UE per quanto riguarda la lotta alla tratta di esseri umani e chiede una maggiore cooperazione in materia tra la DG Allargamento, la DG Affari interni e il Coordinatore antitratta dell'UE;

26. riconosce l'esistenza di disposizioni giuridiche che garantiscono i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere, ma è preoccupato per gli scarsi progressi registrati in questo ambito; esorta il governo della Bosnia-Erzegovina ad adoperarsi per una maggiore partecipazione delle donne alla politica e al mercato del lavoro; esorta inoltre il governo a sostenere maggiormente le attività e iniziative volte a combattere le consuetudini, le tradizioni e gli stereotipi discriminatori che pregiudicano i diritti fondamentali delle donne;

27. invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a contrastare l'estremismo, l'odio religioso e la violenza in stretta cooperazione con la comunità internazionale; si dichiara preoccupato per l'estremismo dei wahabiti e di tutte le altre tendenze estremiste nella regione dei Balcani occidentali; valuta positivamente il sermone del venerdì pronunciato dal Gran Muftì di Bosnia nel novembre 2011, che ha condannato il terrorismo e la violenza quali atti ostili contrari all'Islam e ai suoi principi e valori, e invita tutte le autorità responsabili del paese a proseguire su questa strada; sollecita una presa di coscienza così come attività investigative e l'eliminazione di ogni sorta di minacce estremistiche nell'intera regione dei Balcani occidentali;

28. invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a rafforzare l'indipendenza dei media, la loro diversificazione e la loro libertà da interferenze politiche nonché a consentire loro di svolgere liberamente la propria attività informativa in ogni parte del paese; deplora la continua pressione politica sui media del paese così come le minacce contro i giornalisti; esorta, inoltre, ad affrontare il problema dell'elevata frammentazione politica ed etnica e della polarizzazione dei media;

Perseguimento dei crimini di guerra

29. si congratula con le autorità della Bosnia-Erzegovina, sia a livello centrale che a livello di Entità, per aver risposto prontamente e adeguatamente alle richieste del Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia (ICTY);

30. esorta tutte le autorità competenti a rafforzare le capacità delle procure e dei tribunali per perseguire i crimini di guerra in tutta la Bosnia-Erzegovina, onde ridurre l'importante arretrato di tali casi, ad affrontare la questione dell'applicabilità di codici penali diversi - che si traduce nell'incoerenza delle condanne - e ad accelerare i progressi per quanto riguarda la protezione dei testimoni e l'attuazione della strategia nazionale per i crimini di guerra; sottolinea che la procedura per il rinvio dei casi di crimini di guerra dalle istanze a livello nazionale alle altre istanze competenti deve essere garantita dall'applicazione di criteri oggettivi e trasparenti; condanna qualsiasi attacco di natura politica nei confronti delle sentenze della Corte della Bosnia-Erzegovina in casi riguardanti crimini di guerra; invita le autorità della Bosnia-Erzegovina ad accelerare i procedimenti nei casi di crimini sessuali commessi durante la guerra nonché a garantire giustizia e un adeguato risarcimento alle vittime;

31. plaude allo sviluppo di una strategia rivolta alle vittime di crimini di guerra di natura sessuale, intesa a fornire direttamente alle vittime un adeguato risarcimento e un sostegno economico, sociale e psicologico, fra cui i migliori servizi di assistenza possibili in materia di salute mentale e fisica; invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a sviluppare programmi e destinare risorse adeguate per la protezione dei testimoni; sottolinea in tale contesto la necessità di migliorare il coordinamento tra i diversi organi giudiziari e di accelerare i procedimenti penali relativi ai crimini di guerra di tipo sessuale; invita la Commissione e gli altri donatori internazionali a sostenere le autorità della Bosnia‑Erzegovina in tale sforzo con risorse finanziarie e consulenza a favore delle vittime di crimini di guerra di natura sessuale;

32. è preoccupato per il fatto che la Bosnia-Erzegovina sia tuttora priva di un centro di detenzione a livello statale che possa accogliere i detenuti condannati per reati gravi, inclusi i crimini di guerra; plaude all'arresto di Radovan Stanković, il quale era evaso dal carcere di Foča dopo essere stato condannato dalla Corte statale di giustizia della Bosnia‑Erzegovina a vent'anni di reclusione per crimini contro l'umanità, inclusi violenza sessuale, riduzione in schiavitù e tortura;

33. invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a promuovere e completare il rientro sostenibile di profughi e sfollati interni, nonché ad adottare una strategia in materia; incoraggia vivamente le autorità locali a garantire le infrastrutture per il buon esito del loro rientro; incoraggia le autorità della Bosnia-Erzegovina a portare avanti gli sforzi per l'attuazione del processo della Dichiarazione di Sarajevo sui rifugiati, affrontando problemi fondamentali quali la fornitura di assistenza sanitaria, l'occupazione e i servizi sociali;

34. ricorda, in tale contesto, l'importanza di attuare appieno la strategia di azione contro le mine; sottolinea la necessità che una futura legge in materia di azioni antimine affronti in modo adeguato le questioni delle responsabilità in merito alla raccolta di fondi, della capacità amministrativa e di gestione e del coordinamento delle misure di bonifica, come sottolineato dalla Commissione;

35. prende atto della sentenza della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina secondo cui la legge sulla cittadinanza viola la Costituzione; rinnova l'appello rivolto dalla Corte costituzionale all'Assemblea parlamentare affinché tale legge venga modificata entro sei mesi; chiede con urgenza l'attuazione della sentenza della Corte;

Istruzione

36. rileva alcuni progressi nel miglioramento del quadro generale relativo all'istruzione, ma invita comunque il nuovo governo a migliorare, tra l'altro, il coordinamento dei 13 ministeri dell'istruzione e del dipartimento per l'istruzione nel distretto di Brčko, a ridurre la frammentazione del sistema educativo e a rendere le scuole più inclusive;

37. esorta tutti gli organi di governo della Bosnia-Erzegovina, in considerazione del ruolo centrale dell'istruzione nella creazione di una società multietnica tollerante, a promuovere un sistema educativo inclusivo e non discriminatorio e ad eliminare la segregazione dei diversi gruppi etnici (due scuole sotto lo stesso tetto) grazie allo sviluppo di programmi didattici comuni e alla creazione di classi integrate in tutto il paese; invita la Commissione a valutare se un sostegno mirato dell'UE potrebbe contribuire ad eliminare la segregazione nel sistema educativo;

38. esorta il nuovo governo e le autorità competenti a livello di entità, cantoni e distretto di Brčko, ad accelerare il piano d'azione sulle esigenze educative dei rom e a garantire congrue risorse finanziarie per la sua attuazione; invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a definire modalità per la registrazione alla nascita di tutti i bambini rom in modo che possano tutti essere iscritti a scuola;

39. sottolinea la necessità di migliorare la qualità complessiva dell'istruzione per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro; invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a rimediare alle carenze della formazione professionale al fine di attirare investimenti esteri diretti, nonché a garantire - anche per motivi economici – che venga avviato l'accreditamento degli istituti d'istruzione e che le agenzie incaricate del riconoscimento dei titoli e dei diplomi divengano pienamente operative;

40. esorta il nuovo governo ad adottare le misure necessarie affinché le parti interessate della Bosnia-Erzegovina colgano finalmente l'occasione di partecipare ai programmi di mobilità in campo educativo dell'Unione europea, cui possono accedere dal 2007;

41. invita le autorità a fare luce sul quadro giuridico per le istituzioni culturali di Stato quali il museo nazionale, la biblioteca nazionale e il museo di storia e ad assicurarsi che tali istituzioni siano preservate;

Questioni economiche e sociali

42. prende atto del deterioramento delle condizioni di vita e dell'aumento della disoccupazione, in particolare tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni; crede fermamente che la prosperità economica e la prospettiva di un'occupazione, soprattutto per i giovani, siano cruciali per l'ulteriore sviluppo del paese; invita il nuovo governo ad accelerare la crescita economica che è stata ostacolata dalla complessa struttura amministrativa, da una burocrazia eccessiva e onerosa e dall'annoso problema della criminalità organizzata e della corruzione;

43. incoraggia i leader politici e gli imprenditori a compiere ogni sforzo per ripristinare la fiducia degli investitori e creare un ambiente favorevole alle imprese dal momento che, nella regione, la Bosnia-Erzegovina è scesa all'ultimo posto in classifica per quanto riguarda il clima degli investimenti;

44. accoglie con favore l'attuazione dello "Small Business Act" e gli sforzi compiuti dal Consiglio dei ministri e dalle Entità per predisporre misure di sostegno finanziario a favore delle piccole e medie imprese (PMI); sottolinea altresì la necessità di istituire senza indugio un registro a livello statale per la produzione di statistiche sulle imprese e di introdurre un sistema di registrazione delle PMI unico per tutto il paese, inteso a favorire la creazione di PMI;

45. esorta il nuovo governo e i governi delle Entità ad affrontare in modo coordinato l'impatto della crisi economica, a sostenere politiche fiscali sane e ad adottare il bilancio dello Stato per il 2012 e il quadro globale per le politiche di bilancio 2012-2014; ritiene importante accelerare il ritmo della ristrutturazione economica, in particolare nella Federazione; invita il governo a garantire una dotazione finanziaria adeguata per le prossime elezioni comunali del 2012;

46. sollecita il nuovo governo a concentrare i suoi sforzi sulle riforme necessarie per l'adesione della Bosnia-Erzegovina all'Organizzazione mondiale del commercio, al fine di promuovere un contesto ancora più favorevole alle imprese e agli investimenti esteri;

47. invita nuovamente tutte le parti coinvolte a lavorare per completare lo spazio economico unico in tutto il paese rafforzando il coordinamento delle politiche economiche tra i governi delle Entità, rimuovendo gli ostacoli ad un quadro giuridico adeguato e stimolando la concorrenza in tutto il paese;

48. si compiace dell'adozione della legge sugli aiuti di Stato da parte di entrambe le Camere dell'Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina; nota che tale legge costituisce uno dei requisiti per consentire l'entrata in vigore dell'accordo di stabilizzazione e associazione; invita le autorità ad adottare le norme di attuazione di tale legge in linea con l'acquis;

49. invita il nuovo governo a mettere a punto un regime di protezione sociale efficace e sostenibile e a strutturare in modo più mirato le prestazioni sociali; invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a impegnarsi in modo più risoluto a favore delle politiche per l'occupazione, la coesione sociale e la parità di genere; ritiene essenziale migliorare il coordinamento tra il settore dell'istruzione e il mercato del lavoro per poter meglio rispondere alle esigenze del mercato del lavoro;

50. invita il governo centrale e le Entità a rimuovere gli ostacoli che contribuiscono alla scarsa mobilità del lavoro nel paese, armonizzando le disposizioni delle legislazioni giuslavoristiche e dei regimi pensionistici e previdenziali delle varie Entità come anche dei vari Cantoni, incoraggiando in tal modo una più ampia mobilità e trasferibilità delle prestazioni in tutto il paese;

51. sottolinea che la Bosnia-Erzegovina ha ratificato le principali convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sui diritti dei lavoratori nonché la Carta sociale europea riveduta; richiama l'attenzione sul fatto che i diritti dei lavoratori e i diritti sindacali restano ancora limitati ed invita il governo della Bosnia-Erzegovina a rafforzare ulteriormente tali diritti e ad operare per l'armonizzazione del relativo quadro giuridico in tutto il paese;

52. invita la Commissione a proporre una tabella di marcia dettagliata per promuovere la mobilità e l'accesso di studenti, tirocinanti e lavoratori al mercato del lavoro e ai servizi educativi nello Spazio economico europeo, inclusi i programmi per la migrazione circolare del lavoro;

Cooperazione regionale

53. si congratula con la Bosnia-Erzegovina per il suo ruolo pro-attivo nel processo avviato dalla Dichiarazione di Sarajevo, nonché nell'adozione della Dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri di Bosnia-Erzegovina, Serbia, Croazia e Montenegro sul completamento del reinsediamento e la messa a punto di soluzioni durature per i profughi e gli sfollati interni vulnerabili;

54. si compiace degli sforzi intrapresi per risolvere le questioni in sospeso tra Bosnia‑Erzegovina, Serbia e Croazia, e del fatto che questi sforzi siano stati intensificati negli ultimi mesi; incoraggia tutte le parti, comprese le autorità della Bosnia-Erzegovina, a prestare particolare attenzione alla cooperazione bilaterale e regionale nel campo della giustizia e della sicurezza;

55. rileva che la Bosnia-Erzegovina e la Serbia hanno stabilito rapporti di buon vicinato, ma invita comunque la Bosnia-Erzegovina a non rinviare la firma del protocollo sullo scambio di prove nei casi di crimini di guerra e a instaurare una più stretta cooperazione in questo settore sensibile; plaude nondimeno all'accordo bilaterale tra la Bosnia-Erzegovina e la Serbia sulla cooperazione in materia di scambio di informazioni nella lotta contro la criminalità organizzata, il contrabbando e il traffico di droga e di organi umani, l'immigrazione clandestina e il terrorismo;

56. invita il governo della Bosnia-Erzegovina e i paesi vicini a fare tutto il possibile per risolvere mediante accordi bilaterali o con altri mezzi le proprie controversie con i paesi limitrofi in merito ai confini; sottolinea che le parti interessate devono risolvere le questioni bilaterali con determinazione, in uno spirito di buon vicinato e tenendo conto degli interessi globali dell'UE;

57. invita le autorità della Bosnia-Erzegovina – in considerazione del fatto che l'adesione della Croazia all'UE avrà anche conseguenze bilaterali – ad adoperarsi con ogni mezzo per allineare la pertinente normativa della Bosnia-Erzegovina, ai vari livelli di governo, con la legislazione dell'UE in campo veterinario e fitosanitario nonché in materia di sicurezza alimentare, così come a potenziare o creare le infrastrutture necessarie presso una serie di valichi di frontiera con la Croazia per facilitare i controlli alle frontiere richiesti dall'UE;

58. esprime preoccupazione per il fatto che la Bosnia-Erzegovina sia il solo paese della regione che non consente ai cittadini del Kosovo di entrare nel suo territorio; esorta dunque le autorità della Bosnia-Erzegovina ad accettare per l'ingresso nel paese i necessari documenti di viaggio dei cittadini kosovari, come già fanno la Serbia e altri paesi;

 

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59. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione all'Alto Rappresentante dell'Unione per la politica estera e di sicurezza/Vicepresidente della Commissione, al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti della Bosnia-Erzegovina e delle sue Entità.