Proposta di risoluzione - B7-0284/2012Proposta di risoluzione
B7-0284/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Guinea-Bissau

6.6.2012 - (2012/2660(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Véronique De Keyser, Ana Gomes, Liisa Jaakonsaari, Ricardo Cortés Lastra a nome del gruppo S&D

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0277/2012

Procedura : 2012/2660(RSP)
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B7-0284/2012
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B7‑0284/2012

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione in Guinea-Bissau

(2012/2660(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 12 e del 14 aprile 2012,

–   viste le conclusioni del Consiglio dell'Unione europea del 23 aprile, del 3 maggio e del 31 maggio 2012,

–   viste le dichiarazioni della presidenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 21 aprile e del 7 maggio 2012,

–   viste le decisioni dei vertici straordinari della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (CEDEAO) del 26 aprile e del 3 maggio 2012,

–   vista la riunione dei capi di Stato maggiore dei paesi membri della CEDEAO svoltasi il 14 maggio 2012,

–   viste le decisioni dell'Unione africana del 24 aprile 2012,

–   viste le risoluzioni della Comunità dei paesi di lingua portoghese (CPLP) del 14 aprile e del 5 maggio 2012,

–   vista la relazione della missione di esperti in materia elettorale dell'Unione europea,

–   visti gli obblighi in materia di rispetto della democrazia e dei diritti umani derivanti dall'accordo di Cotonou, del quale la Guinea-Bissau è parte,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.  considerando che il primo turno delle elezioni presidenziali, svoltosi a seguito del decesso del Presidente, ha avuto luogo il 18 marzo 2012;

B.  considerando che l'affluenza popolare è stata significativamente maggiore rispetto alle elezioni legislative del 2008;

C.  considerando che tutti gli osservatori internazionali hanno reputato affidabile lo scrutinio e che il Primo ministro, Carlos Gomes Júnior, ha ottenuto il 48,97% dei voti;

D.  considerando che il secondo turno era previsto per il 29 aprile;

E.  considerando il colpo di Stato militare sopraggiunto il 12 aprile, che ha deposto il Presidente ad interim Raimundo Pereira e il Primo ministro Carlos Gomes Júnior e sciolto l'Assemblea nazionale;

F.  considerando che la Guinea-Bissau ha avuto sei Presidenti in 13 anni, nessuno dei quali ha completato il proprio mandato;

G.  considerando che, a seguito di un ultimatum della CEDEAO, la giunta militare ha liberato il Presidente ad interim e il Primo ministro, i quali hanno dovuto lasciare il paese;

H.  considerando che, in uno Stato di diritto democratico, le forze armate devono obbedire alle autorità civili elette;

I.  considerando le segnalazioni di saccheggi e violazioni dei diritti umani, in particolare le detenzioni arbitrarie e la repressione violenta di manifestazioni pacifiche;

J.  considerando che la Guinea-Bissau è destinataria di 102 800 000 EUR a titolo del 10° Fondo europeo di sviluppo;

K.  considerando che l'economia della Guinea-Bissau è fra le più povere e maggiormente dipendenti della regione e che gli aiuti internazionali contribuiscono al bilancio dello Stato nella misura dell'80;

L.  considerando che la crisi politica sta sviando l'attenzione dai bisogni della popolazione e facendo precipitare la crisi umanitaria;

M.  considerando che un fermo sostegno da parte della comunità internazionale può aiutare la Guinea-Bissau a imboccare la via dello sviluppo e a ripristinare l'ordine costituzionale;

N.  considerando la decisione del Consiglio dell'Unione europea di prendere provvedimenti mirati nei confronti di sei persone "che minacciano la pace, la sicurezza e la stabilità della Guinea-Bissau";

O.  considerando la decisione della Banca mondiale e della Banca africana di sviluppo di sospendere i loro aiuti;

P.  considerando che l'Unione africana ha sospeso la Guinea-Bissau da tutte le sue istituzioni e minaccia di imporre sanzioni ai golpisti;

Q.  considerando che l'Organizzazione internazionale della francofonia ha sospeso l'adesione della Guinea-Bissau all'organizzazione;

R.  considerando che, sin dal 2007, l' Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (ONUDC) ha evidenziato il ruolo della Guinea-Bissau come luogo di transito per il traffico di cocaina proveniente dall'America latina e diretta in Europa;

S.  considerando che i dirigenti politici e militari si sono accusati reciprocamente di partecipare al commercio illegale di stupefacenti;

T.  considerando che il Presidente della Guinea (Conakry) ha descritto i militari golpisti come "narcotrafficanti pericolosi per la regione";

U.  considerando i rischi che l'assunzione del potere da parte militare comporta in termini di intensificazione del traffico di stupefacenti diretti in Europa;

V.  considerando la decisione della CEDEAO di inviare un contingente da 500 a 600 uomini che dovrebbe preparare l'avvio della missione angolana;

W.  considerando che la Nigeria si è dichiarata disponibile a fornire un contingente di 320 uomini; che il Senegal, la Côte d'Ivoire e il Togo sono disposti a fornire contingenti supplementari;

X.  considerando che il costo dell'operazione è stimato a 127 000 000 USD per un periodo di sei mesi e che agli Stati uniti e all'Unione europea è stato chiesto di garantirne il finanziamento;

Y.  considerando che i militari golpisti hanno acconsentito all'arrivo di forze della CEDEAO;

Z.  considerando che la CPLP, sotto la presidenza angolana, propone la creazione di una forza d'interposizione sotto l'egida delle Nazioni Unite, di concerto con la CEDEAO, l'Unione africana e l'Unione europea;

AA.  considerando che non è ancora iniziato il ritiro delle truppe angolane, presenti dal marzo 2011 nel quadro di un accordo bilaterale dell'ottobre 2010;

BB.  considerando che tale accordo è stato concluso dopo che l'Unione europea ha posto fine ai propri aiuti alla riforma delle forze di sicurezza;

CC.  considerando la risoluzione 2048 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che impone sanzioni ai responsabili del colpo di Stato;

DD.  considerando che l'attuale Presidente della Repubblica ad interim, Raimundo Pereira, e il Primo ministro, Carlos Gomes Júnior, si sono rifiutati di rinunciare al loro mandato nonostante siano stati obbligati a lasciare il paese;

EE. considerando che l'accordo di transizione appena negoziato fra la CEDEAO, la giunta militare golpista e i partiti dell'opposizione, e che prevede la nomina di un Presidente e di un governo, entrambi proposti dai golpisti, viola la legalità costituzionale e legittima il golpe;

1.  condanna il colpo di Stato in Guinea-Bissau e raccomanda di non avere alcuna tolleranza nei confronti dei colpi di Stato; chiede il ripristino immediato dell'ordine costituzionale – il che comporta il reintegro incondizionato nelle loro funzioni del Presidente ad interim, del governo legittimo e dell'Assemblea nazionale, che hanno preso possesso delle loro cariche in esito a processi democratici – e il completamento del processo elettorale;

2.  si rifiuta di riconoscere le istituzioni di transizione che non sono state elette;

3.  chiede la liberazione immediata e senza condizioni di tutti coloro che sono detenuti illegalmente;

4.  condanna il fatto che il Presidente ad interim e il Primo ministro siano stati costretti a lasciare il paese;

5.  condanna tutte le aggressioni ai diritti umani, in particolare tutti gli atti di violenza nei confronti di responsabili politici o di ONG, e nutre preoccupazione per il rapido deteriorarsi delle condizioni di sicurezza umana in Guinea-Bissau, con particolare riferimento alla sicurezza alimentare e alle cure sanitarie;

6.  è preoccupato per le segnalazioni di ONG operanti in loco che riferiscono continue e crescenti violazioni dei diritti umani da parte del governo illegittimo costituito dai golpisti, segnatamente la repressione delle libertà civili come la libertà d'espressione, dei mezzi d'informazione, di movimento e di assemblea; condanna altresì gli arresti arbitrari, le detenzioni e i casi di persecuzione di attivisti e politici che manifestano il proprio dissenso contro il governo autoproclamato dei golpisti;

7.  chiede che i responsabili delle violazioni dei diritti umani siano chiamati a rendere conto del proprio operato, eventualmente dinanzi alla Corte penale internazionale (CPI) e che gli autori delle violazioni dell'ordine costituzionale siano assicurati alla giustizia;

8. è preoccupato per la possibilità di una crisi umanitaria in Guinea-Bissau e invita l'Unione europea, le Nazioni Unite, l'Unione africana, la CEDEAO e la CPLP a coordinare gli sforzi al fine di scongiurare questa eventualità, in particolare programmando azioni congiunte di sostegno, specialmente nel settore sanitario del paese, tra cui il sostegno al funzionamento del principale ospedale di Bissau, il quale manca del materiale indispensabile per provvedere alle esigenze quotidiane e non sarebbe in grado di far fronte a una crisi della salute pubblica aggravata dall'imminente stagione delle piogge;

9.  chiede alla CEDEAO, all'Unione africana, alla CPLP, all'Unione europea e alle Nazioni Unite di impegnarsi a fondo per il rispetto della democrazia e dei diritti umani in Guinea-Bissau e a coordinare gli sforzi per ripristinare la legalità internazionale e l'ordine costituzionale democratico in Guinea-Bissau;

10.  si compiace per le sanzioni adottate dall'Unione europea e auspica che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite metta in pratica le azioni che ha minacciato di intraprendere qualora non sia ristabilito l'ordine costituzionale;

11.  si augura che l'Unione europea partecipi al "Gruppo di contatto" di prossima istituzione, in qualità di partner non soltanto per lo sviluppo, ma anche per la sicurezza e la stabilità democratica;

12.  auspica lo schieramento di una forza di stabilizzazione e l'invio di una missione di riforma delle forze di sicurezza, sotto l'egida del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;

13.  chiede all'Unione europea, alle Nazioni Unite, all'Unione africana, alla CEDEAO e alla CPLP di coordinare le diverse forze militari dei paesi vicini già presenti sul posto, segnatamente quelle di Angola, Nigeria, Senegal e Burkina Faso; sollecita l'Unione europea a chiedere alle autorità dei paesi sopra citati, i quali forniscono forze armate e di sicurezza – tutti partner ACP vincolati dall'accordo di Cotonou – di garantire che queste ultime non servano a sostenere il regime illegittimo proclamato dagli autori del colpo di Stato, o a perpetrare violazioni dei diritti umani contro la popolazione della Guinea-Bissau;

14.  chiede al Consiglio di esaminare la possibilità di sostenere questa missione nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) e invita il vicepresidente /alto rappresentante a proporre il ritorno di una missione PSDC in Guinea-Bissau con un mandato rafforzato, al fine di contribuire alla riforma delle forze di sicurezza, al consolidamento delle capacità dell'amministrazione pubblica e al sostegno dello Stato di diritto, non appena le legittime autorità avranno recuperato l'esercizio dei pubblici poteri in Guinea-Bissau;

15.  chiede all'Unione europea di predisporre un sostegno al governo legittimo della Guinea-Bissau nella lotta contro il traffico di droga nel paese, che da anni corrompe le forze militari e interi settori dell'apparato statale; ricorda che il traffico di stupefacenti transita attraverso la Guinea-Bissau diretto al mercato europeo e stabilisce connessioni con altre reti criminali operanti nella regione, in particolare quelle terroristiche attive nel Sahel e in Nigeria;

16. chiede alla Commissione di continuare a fornire aiuti diretti alla popolazione;

17. chiede che la lotta contro l'impunità e la promozione dello sviluppo socioeconomico in Guinea-Bissau divengano obiettivi prioritari nel quadro di una strategia a lungo termine che tenga conto del contesto e delle sfide da affrontare a livello regionale;

18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché agli organi competenti della CEDEAO, dell'Unione africana e dei paesi ACP.