PROPOSTA DI RISOLUZIONE sul porre termine alle mutilazioni genitali femminili
11.6.2012 - (2012/2684(RSP))
presentata a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento
Marina Yannakoudakis, Konrad Szymański, Martin Callanan, Daniel Hannan, James Nicholson, Malcolm Harbour, Edvard Kožušník, Valdemar Tomaševski, Julie Girling a nome del gruppo ECR
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0304/2012
B7‑0304/2012
Risoluzione del Parlamento europeo sul porre termine alle mutilazioni genitali femminili
Il Parlamento europeo,
– viste le relazioni della Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) e il suo Protocollo facoltativo, la convenzione contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti,
– vista la propria risoluzione del 24 marzo 2009 sulla lotta contro le mutilazioni sessuali femminili nell'Unione europea[1],
– vista la relazione della OMS del 2002 "Strategia globale per fermare gli operatori sanitari acri dall'eseguire le mutilazioni genitali femminili",
– vista la relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite del 5 dicembre 2012 "Porre fine alle mutilazioni genitali femminili",
– vista la conclusione del Consiglio EPSCO, dell'8 marzo 2010, sulla eliminazione della violenza contro le donne nell'Unione europea e il suo appello per un approccio internazionale per combattere le mutilazioni genitali femminili,
– vista la sua risoluzione A7 065/2011 del 5 marzo sulle priorità nel delineare un nuovo quadro politico dell'UE per combattere la violenza contro le donne,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento,
A. considerando che le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono un abuso irreparabile e irreversibile che colpisce 140 milioni di donne e ragazze che vivono oggi; considerando che ogni anno altri 3 milioni di bambine sono a rischio di subire questa pratica;
B. considerando che 500 000 donne in Europa convivono con le mutilazioni genitali femminili e 180 000 bambine sono a rischio; considerando che, secondo gli esperti queste cifre sono sottostimate e non tengono conto della seconda generazione e degli immigrati irregolari;
C. considerando che qualsiasi forma di MGF è un atto di violenza contro le donne, perpetrato da uomini e donne indifferentemente, che costituisce una violazione dei loro diritti fondamentali, in particolare il diritto all'integrità personale e alla salute fisica e mentale;
D. considerando che le MGF provocano gravissimi danni irreparabili, a breve e a lungo termine, alla salute fisica e mentale delle donne e delle bambine che le subiscono, che costituiscono una grave aggressione alla loro personale integrità, e in alcuni casi può anche essere fatale;
1. invita l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ad adottare una risoluzione nella sua sessantasettesima sessione che vieti le mutilazioni genitali femminili in tutto il mondo, incoraggiando gli Stati membri a collaborare in modo che possano porre fine a questa pratica dannosa;
2. invita la comunità internazionale, i competenti organismi delle Nazioni Unite e la società civile a sostenere attivamente, attraverso l'assegnazione di risorse finanziarie, programmi mirati innovativi e a diffondere le prassi migliori per affrontare le esigenze e le priorità delle ragazze in situazioni vulnerabili, come le mutilazioni genitali femminili, che hanno difficoltà di accesso ai servizi e programmi;
3. dichiara che, poiché le mutilazioni genitali femminili sono per lo più perpetrate su bambine tra l'infanzia e 15 anni, costituiscono una violazione dei diritti del bambino; ribadisce che tutti i 27 Stati membri dell'UE si sono impegnati a proteggere i diritti dei bambini nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo;
4. insiste affinché la Commissione europea dia alle MGF un'attenzione particolare nel quadro di una strategia globale per combattere la violenza contro le donne e all'interno dell'agenda dell'Unione europea per i diritti dei minori; insiste affinché gli Stati membri agiscano con misure energiche per contrastare questa pratica illegittima;
5. insiste affinché gli Stati membri che non lo hanno ancora fatto, sanzionino come reato penale la pratica delle mutilazioni genitali femminili a livello nazionale, e perseguano coloro che effettuano la pratica delle mutilazioni genitali femminili o coloro che sono responsabili di aver portato bambine e ragazze in paesi terzi dove viene effettuata;
6. constata con preoccupazione che prove dimostrano ora che le dannose e talvolta fatali MGF sono eseguite da personale medico, come se si trattasse di un protocollo medico;
7. chiede al Segretario generale dell'ONU, di far sì che tutte le organizzazioni e gli organismi competenti dei sistemi delle Nazioni Unite, in particolare il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, l'United Nations Population Fund, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, il Fondo di sviluppo delle Nazioni Unite per le donne, il programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, singolarmente e collettivamente, tengano conto della protezione e promozione dei diritti delle ragazze contro le mutilazioni genitali femminili nei loro programmi nazionali, secondo il caso, e in conformità delle priorità nazionali, al fine di rafforzare ulteriormente i loro sforzi in questo senso;
8. sottolinea che sensibilizzazione, mobilitazione delle comunità, istruzione e formazione sono necessarie per far sì che tutti gli attori principali, i funzionari governativi, tra cui il personale giudiziario e delle forze dell'ordine, gli operatori sanitari, i leader religiosi e delle comunità, gli insegnanti, i datori di lavoro, i professionisti dei media e quelli che lavorano direttamente con le ragazze, così come i genitori, le famiglie e le comunità, si adoperino per eliminare gli atteggiamenti e le pratiche dannose che colpiscono negativamente le ragazze;
9. insiste affinché gli Stati membri rafforzino i propri sistemi informativi sanitari, in modo che possano monitorare il numero di ragazze e donne, viste in contesti sanitari europei, che hanno subito MGF;
10. pone l'accento sulla necessità di sostenere la società civile, e in particolare le organizzazioni delle donne, che lavorano all'interno delle loro comunità per porre fine alla violenza contro donne e bambini, tra cui le mutilazioni genitali femminili;
11. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Segretario generale delle Nazioni Unite, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
- [1] GU C 117 E del 6.5.2010, pag. 52.