PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulle priorità del Parlamento europeo per il programma di lavoro della Commissione per il 2013
27.6.2012 - (2012/2688(RSP))
a norma dell'articolo 35, paragrafo 3, del regolamento e dell'accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento europeo e la Commissione europea
Malcolm Harbour a nome del gruppo ECR
B7‑0345/2012
Risoluzione del Parlamento europeo sulle priorità del Parlamento europeo per il programma di lavoro della Commissione per il 2013
Il Parlamento europeo,
– visto l'accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento europeo e la Commissione europea[1], in particolare il suo allegato IV,
– viste le conclusioni del Consiglio europeo di marzo e la lettera intitolata "Un piano per la crescita in Europa" firmata da dodici Capi di governo,
– vista la strategia Europa 2020,
– visto l'articolo 35, paragrafo 3, del suo regolamento,
A. considerando che la crisi della zona euro continua a minacciare il futuro economico di tutti gli Stati membri dell'Unione europea e che si tratta di una crisi del debito sovrano e del settore bancario;
B. considerando che l'Unione europea sta affrontando una profonda crisi di competitività; che la maggior parte delle altre regioni del mondo registrano una crescita più rapida, accompagnata da un aumento dei livelli di produttività e innovazione, e supereranno l'Unione se non vengono adottati interventi decisivi;
C. considerando che la Commissione dovrebbe tentare di concentrare in via prioritaria le sue energie e risorse nel sostegno a favore degli Stati membri affinché possano far fronte alle summenzionate crisi, evitando nel contempo la burocrazia e la centralizzazione; che il programma di lavoro per il 2013 nel corso di tutto l'ultimo anno dell'attuale mandato della Commissione deve considerare come una priorità le iniziative che stimoleranno la crescita e miglioreranno la competitività;
1. invita la Commissione a utilizzare il programma di lavoro per il 2013 al fine di:
– stabilire un'agenda dettagliata per la crescita dell'Unione europea che si prefigga in primo luogo di incentivare le imprese e gli imprenditori a sviluppare i settori industriali e i servizi che garantiranno un'occupazione di lunga durata e la prosperità,
– intraprendere azioni volte a modernizzare la stesura e l'attuazione del bilancio onde consentire all'Unione europea di creare valore aggiunto a un costo ragionevole,
– adottare provvedimenti volti a modernizzare le politiche interne per soddisfare le esigenze del nuovo secolo e non quelle del secolo scorso e per rispettare il principio di sussidiarietà;
I. Rilasciare l'energia della libera impresa per creare crescita, occupazione e prosperità
2. osserva che al Consiglio europeo del marzo 2012 è stato presentato un piano per la crescita in Europa volto a potenziare l'economia europea tramite:
– il passaggio alla fase successiva di sviluppo del mercato unico, estendendolo pienamente al settore dei servizi,
– la creazione di un autentico mercato unico digitale entro il 2015,
– la creazione di un autentico mercato interno dell'energia efficiente ed efficace entro il 2014 e il conseguimento di progressi verso l'istituzione di uno spazio unico europeo dei trasporti,
– la creazione dello spazio europeo della ricerca,
– l'apertura dei mercati mondiali,
– la riduzione dell'onere della regolamentazione UE,
– la promozione del buon funzionamento dei mercati del lavoro, nonché
– la costruzione di un settore dei servizi finanziari solido, dinamico e competitivo
Passaggio alla fase successiva di sviluppo del mercato unico, estendendolo pienamente al settore dei servizi
3. è del parere che il mercato unico rappresenti una delle priorità assolute dell'Unione europea, trattandosi del vettore più importante per la crescita e la creazione di posti di lavoro;
4. accoglie con favore l'impegno del Consiglio europeo di marzo di monitorare i progressi conseguiti sulle proposte presentate nel quadro della legge sul mercato unico e di chiedere un maggiore slancio sulla normalizzazione, gli appalti pubblici e la risoluzione alternativa delle controversie affinché possano essere rispettati i termini per il raggiungimento di un accordo fissati alla fine di questo anno;
5. accoglie con favore la pubblicazione della relazione 2012 del Presidente del Consiglio europeo in occasione del Consiglio europeo di giugno che espone lo stato di avanzamento dei lavori di tutti i fascicoli pertinenti all'agenda dell'Unione per la crescita e sottolinea l'importanza di concentrarsi su una regolamentazione intelligente onde ridurre l'onere amministrativo superfluo;
6. attende con interesse la pubblicazione della legge sul mercato unico II, che dovrebbe trattare in particolare le misure per rilanciare la crescita e l'occupazione; sostiene fermamente l'organizzazione di una settimana del mercato unico nell'ottobre 2012 per migliorare la promozione dei benefici del mercato unico tra i cittadini; invita gli Stati membri e la Commissione a sostenere con determinazione la promozione del 20° anniversario del mercato unico tra i cittadini e a impegnarsi a stanziare risorse sufficienti a tale scopo;
7. esorta la Commissione a rendere la legge sul mercato unico un programma modulato da rivedere e aggiornare periodicamente onde garantire il completamento del mercato unico;
8. invita il Consiglio e la Commissione a rafforzare ulteriormente l'attuazione e l'applicazione della legislazione esistente in materia di mercato unico, in particolare per quanto riguarda il mercato dei beni e la semplificazione del settore della normalizzazione;
9. ritiene che debba esistere una presunzione esplicita di conformità degli Stati membri con tutte le proposte relative al mercato unico; segnala che è venuto il momento di introdurre una siffatta presunzione di conformità nella legislazione degli Stati membri nel senso che, per difetto, ogni singolo Stato membro si conforma alla legislazione relativa al mercato unico a meno che non riesca ad addurre ragioni valide per il mancato rispetto degli obblighi a suo carico;
10. deplora l'approccio seguito dalla Commissione per il diritto comune europeo della vendita che propone un regolamento molto complesso, costoso e ambizioso; propone piuttosto di sostituirlo con il concetto di contratto modello, che sarebbe sostenuto dai colegislatori e facilmente compreso dai consumatori e che si baserebbe sulla codificazione della legislazione esistente in materia di consumatori e delle direttive di armonizzazione minima in vigore, trattandosi di una soluzione molto più logica, pratica ed efficace;
11. incoraggia gli interventi in corso nel settore della risoluzione alternativa delle controversie, in particolare per le operazioni transfrontaliere online, dato che un maggiore accesso ai mezzi di ricorso incrementerà molto di più la fiducia dei consumatori nelle operazioni effettuate nel mercato unico rispetto all'introduzione di un regime ignoto in materia di diritto europeo dei contratti che non é stato né collaudato né sperimentato;
12. sottolinea il ruolo degli appalti pubblici nella promozione dell'innovazione e del fondamentale accesso ai mercati;
13. sostiene un'azione rapida e una forte volontà politica per quanto riguarda la proposta sulla gestione collettiva dei diritti di autore; chiede una semplificazione del processo di concessione di licenze multiterritoriali per tutelare i diritti di autore, incrementare la scelta dei consumatori e generare crescita;
14. prende atto delle proposte in materia di equa retribuzione e incoraggia la Commissione a mantenere il sistema flessibile attuale che lascia agli Stati membri la libertà di elaborare la rispettiva normativa in materia di diritti di autore in questo ambito in modo adeguato, al fine di promuovere la creatività e garantire la crescita economica;
15. invita la Commissione a lottare contro le barriere incontrate dalle PMI che ne ostacolano la crescita, compreso i costi da sostenere per diffondere la notorietà del marchio in vari paesi, i costi elevati di accesso al mercato, i rischi considerevoli di frode/mancato pagamento, le difficoltà nella gestione delle restituzioni e i problemi dell'infrastruttura di spedizione, i limiti dei sistemi informatici (gestione di varie lingue) e i costi maggiori da sostenere per la risoluzione delle denunce e dei conflitti transfrontalieri;
16. attende con interesse gli esiti dei test di efficacia della Commissione concernenti la direttiva sui servizi, che dovrebbero valutare in quale modo gli Stati membri potrebbero utilizzare meglio gli strumenti esistenti per migliorare e monitorare l'attuazione del mercato unico e in quale modo potrebbero essere utilizzati in altri ambiti della legislazione sul mercato unico;
17. invita la Commissione a sviluppare una prova di proporzionalità, connessa al processo di valutazione reciproca, per identificare le normative sproporzionate che frenano la prestazione di servizi e abrogarle, qualora un numero significativo di Stati membri lo reputi necessario;
18. suggerisce che il processo di "motivazione reciproca" sia esteso al mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali onde garantire che le professioni non siano disciplinate senza una debita motivazione;
19. esorta la Commissione a rafforzare il ruolo degli sportelli unici affinché possano rispondere a qualsiasi domanda che i prestatori di servizi possano avere quando si stabiliscono in un altro Stato membro, non solo quelle rientranti nella direttiva sui servizi, comprese le informazioni sul sistema fiscale;
20. chiede l'abolizione della prova delle necessità economiche che può essere utilizzata per limitare l'accesso ai mercati;
21. attende con impazienza gli esiti della prossima relazione della Commissione sulla valutazione economica e giuridica della direttiva sui servizi per stabilire se occorre perseguire un'ulteriore liberazione dei servizi per mezzo di un approccio specifico per settore;
Creazione di un autentico mercato unico digitale entro il 2015
22. sottolinea l'importanza dell'economia digitale per il miglioramento della crescita e della competitività ed esorta la Commissione a continuare a dare impulso allo sviluppo e all'adozione della banda larga per soddisfare gli obiettivi stabiliti nell'agenda digitale per l'Europa;
23. sostiene la richiesta del Consiglio europeo di rafforzare la governance del mercato unico e creare nuovi settori di crescita, quali il mercato unico digitale; invita la Commissione a presentare tutte le proposte in materia entro la fine dell'anno in corso, compresa la proposta relativa alle firme elettroniche;
24. sottolinea l'importanza di considerare le misure di crescita miranti a completare il mercato unico digitale come una priorità, compresi gli investimenti in Internet ad alta velocità e la proposta di pagamenti transfrontalieri; ritiene che lo spettro radio costituirà un fattore essenziale ai fini dell'accesso alla banda larga, in particolare nelle aree rurali, e invita la Commissione a garantire che il "programma relativo alla politica in materia di spettro radio", di recente approvazione, sia pienamente attuato dagli Stati membri;
25. ritiene che la sicurezza informatica costituisca un elemento fondamentale della prosperità a lungo termine e chiede alla Commissione di garantire che in tutta l'UE siano predisposte infrastrutture critiche sicure e resistenti; reputa che il concetto di "sicurezza" debba essere in grado di adattarsi alle sfide in continuo cambiamento; ritiene che il cloud computing offra notevoli benefici ai governi, alle imprese e ai consumatori ed esorta la Commissione a trovare il giusto equilibrio tra legislazione, privacy e opportunità di crescita del settore;
Creazione di un autentico mercato interno dell'energia efficiente ed efficace e conseguimento di progressi verso l'istituzione di uno spazio unico europeo dei trasporti
26. accoglie con favore le proposte della Commissione sul meccanismo per collegare l'Europa che riguardano gli orientamenti per le TEN-T, le TEN-E e le TCI, dato che lo strumento finanziario in parola svolgerà un ruolo importante nello sviluppo di una connettività migliore tra tutte le componenti del mercato unico integrato, ossia le reti dei trasporti, dell'energia e della banda larga; sottolinea l'importanza di sviluppare una rete globale e multimodale delle infrastrutture dei trasporti nell'UE, risolvendo anche il problema dell'assenza di infrastrutture adeguate, dell'accessibilità e della scarsa interoperabilità tra le varie parti dell'UE; sottolinea la necessità di aiutare gli Stati membri a soddisfare i principali obiettivi energetici relativi all'approvvigionamento, alla competitività e alla sostenibilità; mette altresì in evidenza la necessità di aiutare gli Stati membri a conseguire gli obiettivi fissati nell'agenda digitale per l'Europa e ritiene che gli investimenti nelle infrastrutture dell'energia e delle telecomunicazioni dovrebbero essere indotti dal mercato, prevedendo un contributo delle finanze pubbliche soltanto qualora si verifichi un reale malfunzionamento del mercato;
27. è del parere che un mercato dell'energia liberalizzato, interconnesso e pienamente competitivo comporterà un aumento della sicurezza energetica stimolando la partecipazione al mercato e l'ulteriore diversificazione dell'approvvigionamento europeo, in particolare con fonti di energia pulita e sostenibile; invita a tale proposito la Commissione a far rispettare rigorosamente il principio dell'"accesso di terzi" stabilito nel terzo pacchetto sull'energia quale motore verso un mercato interno dell'energia liberalizzato;
28. ribadisce l'importanza fondamentale delle fonti interne di petrolio e gas al fine di garantire la sicurezza e la diversità energetiche; teme che le proposte della Commissione sulla sicurezza delle attività offshore di prospezione, ricerca e produzione nel settore degli idrocarburi, nella loro versione attuale, possano implicare una riduzione delle norme di sicurezza e imporre una moratoria di fatto su tutte le operazioni offshore; chiede che le proposte di regolamento siano modificate in proposte di direttiva in modo tale che le discipline istituite e comprovate in materia di sicurezza possano restare operative ed essere migliorate regolarmente per garantire un ampio uso delle migliori prassi;
29. sottolinea nuovamente la necessità di completare un mercato unico liberalizzato per tutti i modi di trasporto, con particolare attenzione per l'ulteriore liberalizzazione del settore ferroviario e del mercato del trasporto di merci su strada, cosicché sia garantita la libera circolazione di merci e servizi, con norme chiare e applicabili facilmente, ai fini di una concorrenza libera e leale e della riduzione degli oneri amministrativi per le PMI;
30. sottolinea la necessità di accelerare l'attuazione della legislazione sul cielo unico europeo, la costituzione dell'impresa comune per la realizzazione del sistema europeo di nuova generazione per la gestione del traffico aereo (SESAR) e l'iniziativa "Clean Sky", per garantire ingenti risparmi sul piano economico e ambientale grazie a una maggiore efficienza del trasporto aereo ed evitare un aumento della congestione con flussi di traffico aereo sempre più intensi e tecnologie obsolete; esprime preoccupazione per il ritardo accumulato nella creazione dei blocchi funzionali di spazio aereo in Europa (FAB) e sottolinea l'importanza di un intervento politico per compiere progressi in tale campo;
31. mette in evidenza i benefici economici prodotti dallo sviluppo di servizi aerei regionali e invita la Commissione a rispondere alle necessità specifiche degli aeroporti e dei servizi aerei regionali nelle nuove proposte legislative e a integrare i principali aeroporti regionali nel programma per le TEN-T;
32. incoraggia la Commissione a garantire l'efficace attuazione e applicazione della legislazione esistente in materia dei diritti dei passeggeri aerei e a presentare una proposta per restringere la norma sul "bagaglio unico" e garantire la trasparenza dei prezzi e le pratiche commerciali leali nell'acquisto dei biglietti aerei (nei pagamenti con carta di credito/debito, le compagnie aeree dovrebbero addebitare soltanto il costo reale dei servizi prestati);
33. prende atto della necessità di registrare progressi nella creazione di sistemi paneuropei integrati di prenotazione e pagamento online per promuovere la multimodalità; esorta la Commissione a presentare una comunicazione che incoraggi l'industria a sviluppare il trasporto multimodale mediante l'emissione di biglietti aerei e ferroviari combinati;
Creazione dello spazio europeo della ricerca e di opportunità nel campo della ricerca e dell'innovazione
34. ritiene che gli investimenti nella ricerca e nell'innovazione debbano costituire una quota maggiore della spesa totale dell'UE nel contesto di un bilancio generale dell'Unione europea minore; esorta la Commissione a ridurre gli stanziamenti a titolo delle voci di bilancio che sono regolarmente sottoutilizzate e ad assegnare tali importi alle linee di bilancio per la ricerca, l'innovazione e altri settori prioritari, quali il potenziamento degli strumenti di finanziamento destinati alle PMI;
35. accoglie con favore i provvedimenti ad oggi adottati dalla Commissione e la esorta a continuare ad adoperarsi per la semplificazione dei programmi di ricerca e innovazione dell'UE; ritiene che la riduzione dei tempi di concessione e dei tempi di pagamento nonché degli obblighi di comunicazione e revisione costituisca una questione prioritaria, in particolare per gli istituti accademici e le PMI;
36. ritiene che l'eccellenza dovrebbe costituire il primo criterio di assegnazione dei finanziamenti nell'ambito di Orizzonte 2020 e che qualsiasi requisito geografico ridurrebbe notevolmente la qualità e il valore aggiunto dei programmi; ritiene che la partecipazione possa essere ampliata tramite un uso più mirato dei fondi strutturali per sviluppare le infrastrutture di ricerca nelle regioni meno sviluppate dell'UE;
37. chiede un miglioramento dell'accesso al capitale per le imprese innovative in fase di avviamento e le imprese in rapida crescita e a tale proposito accoglie con favore le proposte della Commissione sul programma per la competitività delle piccole e medie imprese (COSME) e Orizzonte 2020, in particolare gli strumenti finanziari che permetteranno di migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti; esorta con fermezza la Commissione a garantire che la transizione dal programma quadro per la competitività e l'innovazione a COSME e Orizzonte 2020 non pregiudichi indebitamente la partecipazione ai programmi o le domande di partecipazione;
38. ritiene che i fondi di capitale di rischio dovrebbero poter operare su base transfrontaliera o paneuropea per finanziare la ricerca e l'innovazione, appoggiandosi al FEI e ad altri istituti finanziari e in collaborazione con altri operatori nazionali;
39. è del parere che gli appalti pubblici precommerciali possano essere utilizzati come motore per la ricerca e l'innovazione e accoglie con favore l'iniziativa di alcuni Stati membri consistente nell'adattare il modello di ricerca per l'innovazione delle piccole imprese (SBIR) al contesto dell'UE; chiede che venga sviluppato un programma su scala dell'UE che promuova sia il mercato interno che lo spazio europeo della ricerca;
Conseguire mercati mondiali aperti
40. riafferma che un obiettivo permanente deve essere la promozione di un commercio aperto e leale e la lotta contro il protezionismo a livello multilaterale e tramite tutti gli accordi commerciali con paesi terzi;
41. sottolinea che il sistema di commercio multilaterale regolamentato, stabilito dall'Organizzazione del commercio (OMC), costituisce il contesto più appropriato per regolamentare e promuovere un commercio aperto ed equo; rammenta che è essenziale intendere gli accordi multilaterali, plurilaterali e bilaterali come elemento di uno strumentario comune di affari internazionali e quindi elementi standard di relazioni politiche e commerciali equilibrate e complementari;
42. sottolinea che l'UE deve continuare a impegnarsi nel rafforzamento di relazioni commerciali aperte e leali in quanto elemento dei negoziati su accordi di libero scambio con tutti i suoi partner strategici in campo commerciale, segnatamente i mercati in maggiore crescita in cui l'UE conserva interessi offensivi prioritari, tra cui, ma non solo, l'America settentrionale, i BRICS, l'ASEAN e le regioni dell'America centrale e latinoamericana, nonché per quanto riguarda gli accordi di partenariato economico con i paesi in via di sviluppo; sottolinea l'importanza di concentrarsi sulla soppressione delle barriere non tariffarie nel campo del commercio e degli investimenti, tra cui le numerose normative restrittive e le misure regolamentari per le imprese dell'UE che si affacciano in mercati esteri;
43. sottolinea che la Commissione e, se del caso, gli Stati membri dell'UE dovrebbero promuovere la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) ai mercati mondiali predisponendo misure mirate a consentire l'internazionalizzazione delle PMI, tra cui accesso più agevole al capitale e a informazioni aggiornate regolarmente sulle opportunità operative all'estero nonché sugli strumenti appropriati di tutela commerciale onde proteggerle da prassi sleali di dumping e sussidi e di salvaguardare la produzione legale nell'UE e la quota di mercato delle imprese dell'UE nei paesi terzi;
44. sollecita al riguardo la Commissione a difendere attivamente le imprese dell'UE, anche le PMI, ove risulti necessario, contro violazioni delle norme concordate, degli standard e dei principi dell'OMC da parte dei partner commerciali, attivando tutti gli strumenti disponibili, tra cui i meccanismi multilaterali e bilaterali di risoluzione dei contenzioni e gli strumenti di tutela commerciale compatibili con l'OMC;
45. evidenzia che l'UE deve proseguire il proprio impegno per conseguire un esito equilibrato dell'Agenda di Doha per lo sviluppo come impostazione preferita, che potrebbe sostenere l'integrazione dei paesi in via di sviluppo nel sistema commerciale internazionale, procedendo nel contempo con accordi commerciali bilaterali e plurilaterali con altri paesi industrializzati, con cui si possono realisticamente conseguire in un lasso di tempo più breve benefici reciproci e crescita economica;
46. ritiene altresì necessario, vista la persistente situazione di stallo che caratterizza l'architettura e gli obiettivi originari dell'Agenda di Doha per lo sviluppo, riavviare quanto prima il dibattito sulle modalità per rafforzare l'OMC e prepararla alle prossime sfide e pertanto chiede alla Commissione di presentare proposte pertinenti;
47. esprime profonda preoccupazione per l'approccio della Commissione per quanto riguarda la reciprocità dell'accesso di paesi terzi ai mercati degli appalti pubblici, che invia ai paesi terzi un segnale negativo e protezionista più che di mercato aperto;
48. invita la Commissione a intervenire affinché il gruppo di lavoro ad alto livello su crescita e occupazione, diretto del rappresentante USA Ron Kirk e dal Commissario del commercio dell'UE Karel De Gucht, esamini, tra le altre problematiche, non solo le barriere convenzionali al commercio di merci, come le tariffe e i contingenti tariffari, ma anche la riduzione, la soppressione e la prevenzione di barriere tecniche e regolamentari al commercio tra le due sponde dell'Atlantico, al fine di assicurare che gli scambi commerciali non siano ostacolati da eccessive barriere per le imprese
49. invita la Commissione a considerare le relazioni UE-USA come la partnership più rilevante in termini strategici per l'UE; chiede pertanto di intensificare nel 2013 il dialogo strategico UE-USA al fine di realizzare negli ambiti bilaterali e multilaterali l'impegno a lottare contro la tendenza globale al protezionismo;
50. invita la Commissione a modificare le sue priorità da una politica di sviluppo incentrata sui fondi erogati a una politica di sviluppo mirata ai risultati, con statistiche annuali specifiche sui risultati in termini di sviluppo con dati da cui si evinca il volume di mezzi del contribuente erogati; osserva che per potenziare l'efficienza resta essenziale garantire una maggiore coerenza politica e un maggiore coordinamento a livello nazionale, unionale e mondiale;
51. segnala che eventuali incrementi o modifiche nel Fondo europeo di sviluppo non devono essere automatici e vanno basati su uno schema complessivo orientato ai risultati concentrato sull'esito dell'azione più che sulla apporto di mezzi;
52. invita pertanto la Commissione a rilanciare la sua politica di aiuto e sostegno, avvalendosi con maggiore efficacia delle attuali strutture e operando per lo sviluppo assieme a interlocutori globali emergenti come Cina, India e Brasile, al fine di reagire in modo più efficace e flessibile alle nuove sfide dello sviluppo, compresi gli Stati in conflitto e fragili;
53. riconosce che l'UE rappresenta il 56% dell'aiuto pubblico allo sviluppo e che un maggiore impegno dell'UE a favore della trasparenza comporterebbe vantaggi rilevanti sia per i paesi donatori che per quelli destinatari; invita pertanto la Commissione a valutare i vantaggi di proporre una garanzia a livello dell'UE per la trasparenza dell'aiuto intesa a impegnare la Commissione e gli Stati membri a fornire dati tempestivi, accurati, comparabili e dettagliati sui flussi di aiuti sulla base dell'Iniziativa per la trasparenza degli aiuti internazionali (ITAI);
54. rileva che una premessa essenziale per lo sviluppo economico e la creazione di benessere è integrare in efficienti strutture giuridiche e nell'economia ufficiale il capitale e le attività imprenditoriali esistenti nei paesi in via di sviluppo; invita la Commissione a prefigurare priorità per la mappatura e la registrazione della proprietà immobiliare e intellettuale;
55. si compiace per l'operato e l'efficienza di ECHO in molte delle regioni esposte a situazioni di maggiori emergenza e vulnerabilità, confrontate con carestia, insicurezza alimentare e flussi di rifugiati; apprezza in particolare il coordinamento delle attività con gli Stati membri, i paesi di vicinato e l'ONU; invita la Commissione a sviluppare un approccio preventivo a tutti i livelli, invece di applicare l'attuale sistema ad hoc per la gestione dell'assistenza, da articolare in monitoraggio, individuazione e prevenzione delle catastrofi imminenti e di più rapida mobilitazione degli strumenti volontari;
Ridurre gli oneri della regolamentazione UE
56. accoglie con favore i passi compiuti dalla Commissione al fine di ridurre gli oneri regolamentari derivanti dalla legislazione dell'UE per le PMI e le microimprese, per esempio con l'introduzione della dimensione di microimpresa nel test sulle PMI e le deroghe da talune disposizioni legislative per le PMI; sollecita la Commissione a provvedere alla continuazione di tali azioni intese a migliorare il contesto regolamentare per le PMI e le microimprese, concentrandosi su una legislazione calibrata alle esigenze della PMI e promuovendo quindi l'introduzione di deroghe mirate;
57. invita la Commissione ad assicurare che il test PMI sia applicato con rigore e coerenza in tutti i pertinenti settori politici e incorporato nella valutazione globale dell'impatto di una proposta e non limitato alla pubblicazione come scheda informativa supplementare distinta, al fine di assicurare che sulle PMI non ricadano oneri sproporzionati;
58. chiede alla Commissione di attuare l'accordo delle tre istituzioni in materia di realizzazione degli impegni riguardanti la migliore legiferazione, anche al livello di Stati membri, che la Commissione dovrebbe stimolare a procedere ai rispettivi test delle PMI e sollecita il Consiglio a istituire un'unità di valutazione dell'impatto con il compito di valutare l'incidenza sui propri emendamenti; sottolinea l'importanza di controlli di snellimento normativo nel programma "Regolamentazione intelligente";
59. ritiene che la Commissione dovrebbe applicare taluni principi della "Normativa sulle piccole imprese" nel suo approccio alle PMI;
60. si compiace dell'approccio dal basso verso l'alto adottato de diversi Stati membri per individuare la legislazione troppo onerosa e ritiene che il programma di riduzione degli oneri della Commissione dovrebbe proseguire oltre il 2012 anche in ambiti più ambiziosi e ampi e con l'introduzione della compensazione degli ostacoli regolamentari;
61. sostiene energicamente la proposta della Commissione secondo cui si presume che le microimprese sono esentate da norme gravose salvo in caso di esplicita menzione, al fine di stimolare la crescita;
62. ribadisce la posizione del Parlamento favorevole all'estensione e all'ampliamento dell'ambito di applicazione del programma di riduzione degli oneri amministrativi e sollecita la Commissione a inserire nel suo programma di lavoro 2013 un programma dedicato all'esigenza di ridurre gli oneri regolamentari generici e introdurre la compensazione degli ostacoli regolamentari;
63. invita la Commissione a confermare i suoi obiettivi di semplificazione amministrativa e a rafforzare il suo impegno a verificare se esista un effettivo valore aggiunto per un'azione a livello dell'UE prima di avviare i lavori su progetti di proposte;
64. accoglie con riserve il processo di riesame del regolamento REACH da parte della Commissione in vista del secondo termine di registrazione nel 2013; chiede alla Commissione di assicurare maggiore chiarezza e coerenza nel sistema della procedure di gestione del rischio e di promuovere il coinvolgimento dei soggetti interessati;
65. ritiene che la strategia di adattamento UE proposta sul cambiamento climatico dovrebbe concentrarsi su azioni con netto valore aggiunto UE; sottolinea al riguardo che mentre siffatta strategia dovrebbe essere incontestabilmente ecocompatibile e le misure proposte dovrebbero essere proporzionate, valutare le conseguenze della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e tenere pienamente in conto le ripercussioni potenzialmente nocive sui comparti che creano posti di lavoro;
Promuovere il buon funzionamento dei mercati del lavoro
66. invita la Commissione a predisporre misure appropriate per eliminare le attuali rigidità nei mercati del lavoro dell'UE, a sostenere e sviluppare condizioni per contratti di lavoro più flessibili, specialmente per lavoratori anziani e giovani, a promuovere la mobilità dei lavoratori e segnala l'importanza di riforme sistemiche mirate a lottare contro al disoccupazione giovanile e a far fronte all'invecchiamento sociale e ai rapidi cambiamenti tecnologici;
67. sollecita un riesame globale dell'attuale legislazione UE in materia di lavoro, con un approccio basato sull'equilibrio tra costi e benefici e mirato alla chiara finalità di accertare quali atti legislativi siano inefficaci o controproducenti e quali invece vadano ritirati o attuati meglio;
68. invita la Commissione a presentare un riesame realistico della direttiva sull'orario di lavoro al fine individuare una soluzione pragmatica atta a permettere alle imprese e ai lavoratori maggiore flessibilità, senza aggiungere oneri amministrativi inutili alle imprese, ma tutelando nel contempo la salute e la sicurezza dei lavoratori e migliorando l'equilibrio tra lavoro e vita privata;
69. accoglie con favore il pacchetto occupazionale inteso a prefigurare un ambiente dinamico propizio alla creazione di posti di lavoro riducendo il costo del lavoro e la burocrazia, sostenendo l'avvio di imprese, regimi di lavoro autonomo, promuovendo l'innovazione, la competitività e la creazione di nuove opportunità occupazionali; osserva che tale pacchetto non va inteso come un'opportunità per centralizzare ulteriormente le politiche occupazionali al livello dell'UE, tra cui eventuali tentativi di istituire una retribuzione minima dell'UE; sottolinea l'importanza di investire in capitale umano e in ricerca e sviluppo, in istruzione e formazione adeguate, onde facilitare la mobilità professionale;
70. sollecita un uso più efficiente del FSE e una limitazione del suo ambito di applicazione alle sole politiche attive per l'occupazione; sottolinea l'importanza di assicurare che il FSE apporti valore aggiunto alle politiche nazionali e fornisca un buon rapporto costi/benefici; sollecita la Commissione a provvedere a che agli Stati membri sia concessa la flessibilità necessaria per decidere e optare se detti fondi vanno erogati a programmi del FSE o del FESR, onde eliminare le strozzature che ostacolano la crescita UE 2020;
71. respinge la proposta della Commissione di nuovo schema per il FEG; rileva che il funzionamento del fondo si è rivelato estremamente problematico, burocratico e inefficiente in termini di reinserimento dei lavoratori in un'occupazione sostenibile; sottolinea che il FEG presenta uno scarso rapporto costi/benefici, non apporta sufficiente valore aggiunto alle politiche degli Stati membri, dissuade gli Stati membri da sforzi di riforma, tenta di affrontare problemi strutturali a lungo termine con soluzioni a breve termine e comporta riserve in quanto al suo uso per sovvenzionare grandi imprese che delocalizzano all'interno dell'UE;
72. plaude al Libro bianco della Commissione sulle pensioni, tuttavia esprime la preoccupazione per la varietà di iniziative proposte in un testo che potenzialmente potrebbe contrastare con la crescita e con l'obiettivo della Commissione stessa di un regime pensionistico sostenibile e adeguato, in cui le pensioni professionali svolgono un ruolo rilevante;
73. sottolinea l'importanza di assicurare che ogni iniziativa o revisione futura proposta dalla Commissione nel settore della salute e della sicurezza faccia riferimento a solide comprove scientifiche; invita la Commissione a esaminare i benefici a lungo termine di un approccio non legislativo mirato a perfezionare gli orientamenti, sensibilizzare i datori di lavoro e coinvolgere i lavoratori, onde conseguire una svolta sostenibile;
74. invita la Commissione a effettuare una revisione del rapporto esistente tra i regolamenti in vigore sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e la libertà di circolazione, considerando sia i cittadini economicamente non attivi che i lavoratori, e a proporre modifiche legislative se necessario;
75. è convinto che il numero di professioni regolamentate andrebbe ridotto e che l'ambito del riconoscimento automatico delle qualifiche per le nuove professioni dovrebbe essere ampliato, con particolare attenzione ai settori innovativi e alle industrie digitali;
Costruire un settore dei servizi finanziari solido, dinamico e competitivo
76. osserva che la crisi finanziaria è in atto da quasi cinque anni e che l'Unione europea rischia di essere l'ultima regione economicamente significativa a uscirne; sollecita pertanto la Commissione a concentrarsi su misure per rilanciare la competitività dell'Unione europea e ad astenersi da politiche che comportino il rischio che attività generatrici di benessere siano trasferite in altre giurisdizioni;
77. segnala il rischio di arbitraggio normativo in caso di intervento legislativo nel settore dei servizi finanziari e chiede che siano esaminate in via prioritaria le misure già concordate a livello globale (come le norme di Basilea 3) rispetto a quelle da attuare a discrezione della Commissione;
78. segnala l'esile equilibrio tra responsabilità fiscale ed esigenza di crescita; ritiene, nel contesto del dibattito in atto, che i due elementi non si escludano a vicenda e sottolinea che attenuare gli oneri regolamentari e rilanciare il potenziale di crescita della PMI sono metodi assai proficui per ripristinare la fiducia nell'economia; chiede in particolare il potenziamento dei canali con cui le PMI possono crescere attraverso l'accesso ai mercati dei capitali;
79. osserva che la regolamentazione finanziaria presenta ripercussioni profonde e inattese sulle attività economiche degli utenti finali, fondi pensionistici e altri fattori dell'economia reale; sollecita maggiore vigilanza onde assicurare che la regolamentazione finanziaria sia articolata in modo tale a ridurre al minimo gli effetti sui costi soltanto a quelli veramente connessi al settore finanziario onde consentire un funzionamento operativo efficiente e competitivo;
80. prende atto delle proposte della Commissione del 6 giugno sui quadri di risoluzione per il settore bancario; sottolinea che resta essenziale per ogni giurisdizione bancaria avere un simile quadro e pertanto ogni proposta dell'Unione europea deve rispettare il ruolo e la discrezionalità degli enti nazionali di regolamentazione, che sono i soggetti meglio equipaggiati per valutare la situazione delle banche operanti nella rispettiva giurisdizione, nonché la sovranità degli Stati membri, che in ultima istanza devono rappresentare gli interessi dei propri contribuenti;
81. segnala che la carenze della tassa sulle transazioni finanziarie proposta dalla Commissione, ovvero gli oneri squilibrati tra i diversi Stati membri, le minacce che fanno incombere sulla competitività del settore dei servizi finanziari e le controversie su chi ne trarrebbe maggiore beneficio, hanno come unico risultato quello di inasprire l'opposizione alla stessa e quindi di evidenziare l'esigenza di ritirare la proposta stessa;
II. Verso un bilancio moderno che consenta all'Unione di realizzare un valore aggiunto a un costo ragionevole
82. deplora la proposta della Commissione di aumentare del 6,8% il bilancio annuale 2013 in un momento in cui gli Stati membri e in particolare l'Unione chiedono più che mai di affrontare il disavanzo e il debito; sostiene che per il futuro prossimo la strada più saggia sia quella di reindirizzare i fondi da settori con scarso o nessun valore aggiunto verso politiche mirate alla crescita restando sotto il livello di un congelamento complessivo del bilancio;
83. è convinto che ai fini della crescita a lungo termine il bilancio dell'UE debba concentrarsi maggiormente sulla ricerca e l'innovazione e sullo sviluppo del mercato interno, settori che occorre tutelare con ulteriori finanziamenti da reperire in rubriche del bilancio con scarso o nessun valore aggiunto;
84. sollecita la Commissione a privilegiare le iniziative intese a promuovere la crescita e l'occupazione, che sono fondamentali per la ripresa economica dell'Europa; invita a intraprendere maggiori sforzi di bilancio a sostegno della competitività, dell'innovazione e delle piccole e medie imprese (PMI), dato che il potenziale economico dell'UE risiede in gran parte nelle sue 23 milioni di PMI che sono la spina dorsale della nostra economia; ritiene che debba essere considerata una priorità chiave il rafforzamento del sostegno della Banca europea per gli investimenti (BEI) alle PMI e alle infrastrutture ;
85. invita a intensificare gli sforzi per garantire il corretto funzionamento del mercato unico, che sono fondamentali per migliorare le condizioni, la crescita e la creazione di posti di lavoro; sottolinea, in questo contesto, che il bilancio dell'UE deve privilegiare le iniziative che sostengono lo sviluppo del mercato unico, al fine di fare uscire l'Europa dalla recessione, tra cui:
• la deregolamentazione di norme inefficaci o obsolete, come la direttiva in materia di orario di lavoro;
• la liberalizzazione dei servizi all'interno del mercato unico;
• la promozione dell'economia digitale TIC;
• la garanzia dell'accesso ai capitali;
86. sottolinea che tale sostegno servirebbe a impedire il taglio degli investimenti da parte delle PMI, in particolare nell'ambito della ricerca e dello sviluppo, promuovendo nel contempo l'occupazione e garantendo la conservazione delle competenze, aiutando così le PMI a liberare il potenziale innovativo, che è fondamentale per la prosperità dell'UE e per la creazione di una società basata sulla conoscenza che sfrutti tutte le potenzialità della dimensione digitale;
87. invita la Commissione a prevedere un bilancio realistico e insiste affinché venga fatto tutto il possibile per analizzare il valore aggiunto europeo di tutti gli attuali programmi dell'UE; chiede la realizzazione di valutazioni sistematiche, periodiche e indipendenti, garantendo che tutte le spese raggiungano i risultati auspicati in modo efficiente sotto il profilo dei costi, contribuendo al tempo stesso al conseguimento della strategia UE2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità;
88. ritiene inoltre che gli stanziamenti per il 2013 dovrebbero essere basati su un'attenta analisi del tasso di esecuzione degli stanziamenti di pagamento nel 2011 e nel 2012, al fine di realizzare risparmi sulle linee in cui sono emersi problemi di esecuzione; reputa possibile realizzare risparmi concreti individuando le sovrapposizioni, le incongruenze e le inefficienze tra le linee di bilancio;
89. invita il presidente della Commissione, in occasione del rimpasto dei portafogli della Commissione con l'adesione della Croazia nel luglio 2013, a istituire il posto di Commissario per il controllo di bilancio, secondo quanto previsto nella risoluzione del Parlamento europeo del 10 maggio 2012; ricorda che tale risoluzione propone di istituire un Commissario specifico che abbia la responsabilità di quanto segue:
– controllo interno;
– lotta antifrode;
– interazione con la Corte dei conti e la commissione competente del Parlamento europeo;
– contatti con le competenti autorità di bilancio e di audit negli Stati membri e sviluppo di un quadro generale di controllo interno;
– supervisione e miglioramento dell'utilità della relazione annuale di sintesi, tra cui un riesame dei sistemi di gestione e di controllo degli Stati membri;
– disporre l'elaborazione e procedere all'analisi delle valutazioni indipendenti dei programmi e trasformare la relazione di valutazione di cui all'articolo 318 del TFUE in un valido strumento per il miglioramento delle prestazioni;
90. chiede alla Commissione di preparare una relazione che esamini l'efficacia del proprio sistema di valutazioni, in particolare il rapporto tra l'attività di valutazione in corso e la relazione di valutazione prevista dall'articolo 318 del TFUE; invita la Commissione a pubblicare una rassegna dell'attuazione dell'articolo 318 a partire dalla sua entrata in vigore;
91. invita la Commissione a ridare slancio al dialogo con gli Stati membri sulla "gestione condivisa" quale priorità nel 2013 e a presentare al Consiglio europeo proposte al fine di migliorare la gestione nazionale dei fondi del bilancio dell'UE, ivi compresa l'introduzione di dichiarazioni di gestione nazionali obbligatorie e l'istituzione di un modello comune per le dichiarazioni di gestione nazionali;
92. ribadisce la richiesta del Parlamento alla Commissione di istituire un sistema online unico, completo e di facile uso, in modo che il pubblico possa accedere a informazioni dettagliate e complete sulle spese dell'Unione europea per linea di bilancio e per beneficiario; invita pertanto la Commissione a includere nel programma di lavoro per il 2013 il completamento di questo sistema;
93. chiede alla Commissione di avviare un programma interno volto a garantire che tutto il suo personale conosca bene il "Titolo II – doveri e diritti del funzionario" dello statuto dei funzionari, e in particolare gli obblighi di cui all'articolo 22 bis (96); invita la Commissione a pubblicare un piano dettagliato sui modi per incoraggiare il pubblico a segnalare pagamenti irregolari o illegali;
94. esorta la Commissione ad astenersi dal presentare proposte volte a istituire un Pubblico ministero europeo, dato che l'opposizione finora espressa è sufficiente e potrebbe vanificare ogni sforzo in tale direzione;
III. Ammodernamento delle politiche
Verso un effettivo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia
95. è del parere che, al fine di creare un effettivo spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia, l'Unione europea debba elaborare un sistema articolato che tenga conto delle peculiarità a livello giuridico e politico dei singoli Stati membri, e che pertanto sia opportuno introdurre strumenti solo laddove necessario e nel rispetto della sovranità di ciascuno Stato membro; auspica che ogni eventuale atto legislativo si concentri sulle modalità con cui gli Stati membri possano cooperare in modo snello ed efficiente, evitando di imporre politiche armonizzate che ignorano le differenze tra gli ordinamenti penali negli Stati membri;
96. riconosce che l'Unione europea può svolgere un ruolo forte e dinamico nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata e sollecita la Commissione a proseguire il lavoro sulle questioni cruciali per la sicurezza dei cittadini europei, e che, nel farlo, siano rispettati appieno i diritti e le libertà dei cittadini dell'UE e che la protezione dei dati e il diritto di riparazione legale sono fondamentali nel realizzare una politica di sicurezza credibile ed efficace;
97. insiste sulla necessità che tutte le agenzie GAI siano efficaci, efficienti e responsabili nei confronti del Parlamento europeo, della Commissione e dei governi nazionali;
98. afferma che il gruppo ECR sostiene fermamente il principio dell'uguaglianza di genere e ribadisce l'importanza di promuovere la parità dei diritti tra uomini e donne e tra bambini sia femmine che maschi;
99. plaude all'approvazione della direttiva per combattere la tratta degli esseri umani e sottolinea l'urgente necessità di contrastare la tratta di esseri umani; attende con vivo interesse la strategia relativa alla tratta degli esseri umani da parte del coordinatore antitratta, attesa nel maggio 2013, e chiede che siano affrontate le tematiche pertinenti;
100. sostiene che i gravi episodi dovuti alle violenze domestiche aumentano in Europa anno dopo anno e sollecita la Commissione a continuare la sua attività intesa a contrastare tale problematica attraverso l'adozione di una strategia non legislativa; ribadisce il sostegno al Programma Daphne, ma sottolinea che la Commissione deve adoperarsi affinché i finanziamenti siano destinati a campagne di base e non a studi accademici in materia;
101. sostiene l'attività della Commissione in materia di tutela dell'infanzia e chiede alla Commissione di provvedere affinché, entro il novembre 2013, sia attuata in maniera completa e corretta da parte di tutti gli Stati membri la direttiva concernente la lotta allo sfruttamento, all'abuso e alla pornografia infantile;
102. sottolinea che in Europa le donne soffrono ancora di pratiche dannose "occulte" e sollecita la Commissione a coadiuvare gli Stati membri nell'estirpare la mutilazione genitale femminile e il matrimonio forzato di bambine e giovani donne;
103. esorta la Commissione a tenere conto delle preoccupazioni degli Stati membri riguardo alla direttiva concernente la salute e la sicurezza delle lavoratrici in gravidanza e sottolinea che tale proposta di direttiva non dispone del sostegno o del parere favorevole del Consiglio;
104. afferma che le proposte per una direttiva su obiettivi e quote di donne nei consigli di amministrazione sono mortificanti per le donne e inutili per le imprese nell'attuale congiuntura economica; esorta vivamente la Commissione a riesaminare e sospendere tali proposte e a puntare sulla collaborazione con gli Stati membri all'interno di un quadro legislativo;
105. sollecita la Commissione a riesaminare e sospendere le proposte per una direttiva sulla parità di retribuzione tra uomini e donne e chiede invece alla Commissione di collaborare con gli Stati membri per valutare modi efficaci e non legislativi per affrontare le disparità retributive, che dovrebbero essere affrontate a livello di Stati membri;
Politica ambientale
106. plaude alle misure già adottate dalla Commissione verso una maggiore attenzione nei confronti dell'attuazione delle politiche ambientali e climatiche esistenti, senza aggiungere oneri legislativi supplementari;
107. prende atto delle proposte della Commissione per un riesame delle attuali politiche in materia di rifiuti e qualità dell'aria; sottolinea che eventuali revisioni delle direttive quadro sulla qualità dell'aria, sui limiti nazionali di emissione e sui rifiuti devono puntare a obiettivi pratici che possono essere conseguiti dagli Stati membri;
Agricoltura e pesca
108. prende atto con preoccupazione delle proposte già presentate dalla Commissione sul futuro della politica agricola comune; ribadisce che dette proposte non si fanno carico della principali sfide con cui è confrontata l'agricoltura europea e frenano lo sviluppo di un settore agricolo competitivo ed efficiente, essenziale se l'Unione europea si accinge a far fronte correttamente alla sfida della sicurezza alimentare nel contesto dell'incremento della popolazione mondiale e dell'aumento della domanda di prodotti alimentari;
109. invita la Commissione a dar prova di flessibilità nel processo negoziale per il futuro della PAC e ad essere pronta a ritirare o modificare considerevolmente i numerosi aspetti della proposta che minacciano un'agricoltura competitiva ed efficiente in Europa, in particolare le proposte riguardanti l'inverdimento dei pagamenti diretti e il massimale dei pagamenti diretti; osserva altresì che la Commissione non ha ancora proposto un quadro atto a consentire una distribuzione equilibrata dei pagamenti tra gli Stati membri dell'UE;
110. chiede alla Commissione di contribuire a porre rimedio all'attuale stallo tra il Parlamento europeo e il Consiglio in merito alla base giuridica relativa ai piani pluriennali per il settore della pesca, comprese, tra l'altro, le proposte per un piano pluriennale per lo stock di aringa presente ad ovest della Scozia e per le attività di pesca che sfruttano tali stock, nonché per un piano pluriennale per lo stock occidentale di sugarello e per le attività di pesca che sfruttano tale stock;
111. rammenta il pacchetto di proposte per la riforma della politica comune della pesca e, a tale proposito, esprime disappunto sulle limitate iniziative legislative intraprese a favore di un maggiore decentramento della politica della pesca; sollecita la Commissione a dar prova di flessibilità in merito al pacchetto di riforma della PCP e a sostenere il Parlamento europeo e il Consiglio nel cercare di rafforzare il decentramento della politica della pesca;
Politica regionale
112. prende atto dell'adozione anticipata dei contratti di partenariato tra la Commissione, gli Stati membri e le competenti autorità regionali e locali, intesi a sostenere gli obiettivi della strategia Europa 2020 in materia di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, con particolare impegno per potenziare la capacità economica nelle regioni più povere dell'UE;
113. esprime preoccupazione per la portata della natura vincolante di tali contratti proposti e sottolinea la necessità di concedere alle competenti autorità nazionali, regionali e locali la massima flessibilità in merito all'elaborazione dell'accordo di partenariato, consentendo in questo modo agli Stati membri di adattare gli strumenti della politica di coesione ai propri obiettivi specifici e alle regioni e ai territori con esigenze e problemi particolari;
114. ritiene che pur accettando la necessità di un accordo bilaterale di partenariato tra la Commissione e gli Stati membri al fine di pervenire a un quadro generale, eventuali future modifiche marginali all'orientamento di tali accordi di partenariato non vanno subordinate all'adozione da parte della Commissione, ma a un processo d'adozione meno lungo e più flessibile;
115. sottolinea che le autorità locali e regionali, in particolare i rappresentanti eletti, dovrebbero essere pienamente coinvolte nella preparazione e programmazione dei contratti di partenariato, così come in tutte le fasi di attuazione della politica di coesione;
Cultura
116. invita la Commissione a garantire che tutte le proposte legislative presentate in ambito culturale rispettino correttamente il principio di sussidiarietà; inoltre, alla luce delle misure di austerità che molti Stati membri dell'UE stanno adottando, esorta la Commissione ad astenersi dal presentare proposte relative a nuovi programmi culturali che comportino ulteriori spese o nuovi aumenti; sottolinea altresì che l'intervento della Commissione in questo campo dovrebbe limitarsi soltanto a settori che possono realmente aggiungere valore;
117. invita la Commissione a sostenere lo sviluppo della cooperazione con i paesi che rientrano nella politica europea di vicinato (PEV) nel campo dell'istruzione e della cultura, basandosi sul principio "meno per meno, più per più"; esorta la Commissione a mantenere un equilibrio tra la dimensione meridionale e quella orientale della politica europea di vicinato in tutte le attività concernenti l'istruzione e la cultura;
118. invita la Commissione a intensificare le attività concernenti lo sviluppo del partenariato orientale, segnatamente nel campo della cooperazione in materia di mobilità e istruzione;
119. esorta la Commissione a sostenere programmi che evidenzino la molteplicità degli Stati membri dell'UE e sottolineino l'importanza delle identità nazionali dell'UE;
IV. Accordo quadro sulle relazioni tra il Parlamento europeo e la Commissione europea
120. osserva che il dialogo strutturato tra la Commissione e il Parlamento europeo, quale definito nell'allegato IV dell'accordo quadro, non funziona in modo efficace; rileva che, inoltre, il processo di elaborazione dei contributi delle commissioni per la posizione del Parlamento sul programma di lavoro non riceve l'attenzione che merita; ritiene che la relazione di sintesi elaborata dalla Conferenza dei presidenti di commissione sia attualmente un esercizio inutile;
121. chiede la revisione dell'allegato IV dell'accordo quadro; propone alla Conferenza dei presidenti di commissione di invitare le commissioni a prendere maggiormente sul serio i propri contributi, deliberando secondo le stesse procedure previste per un parere o una relazione; invita la Conferenza dei presidenti di commissione ad adottare una relazione di sintesi in un formato il cui utilizzo sia pratico per i gruppi politici quando elaborano le proposte destinate all'Aula, chiedendo in particolare che siano elaborate in forma di progetto di paragrafi;
o
o o
122. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.
- [1] GU L 304 del 20.11.2010, pag. 47.