PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla situazione in Siria
10.9.2012 - (2012/2788(RSP))
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento
Véronique De Keyser, Ana Gomes, Saïd El Khadraoui, Pino Arlacchi, Emilio Menéndez del Valle, María Muñiz De Urquiza, Pier Antonio Panzeri, Boris Zala a nome del gruppo S&D
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0425/2012
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria, in particolare quella del 16 febbraio 2012 sulla situazione in Siria[1],
– viste le conclusioni del Consiglio europeo del 29 giugno 2012,
– viste le conclusioni del Consiglio sulla Siria del 23 luglio, del 25 giugno, del 14 maggio, del 23 aprile e del 23 marzo 2012,
– viste le numerose dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente/alto rappresentante Catherine Ashton sulla situazione in Siria, in particolare quelle espresse durante la telefonata del 5 settembre 2012 a Lakhdar Brahimi e quelle sulla nomina di Lakhdar Brahimi quale rappresentante speciale congiunto delle Nazioni Unite e della Lega degli Stati arabi per la Siria del 18 agosto 2012, sull'espulsione in Siria di cittadini siriani da parte delle autorità libanesi del 4 agosto, sul voto sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Siria del 20 luglio 2012, sulle incursioni delle forze siriane in territorio libanese dell'8 luglio 2012, quelle successive alla riunione degli Amici del popolo siriano del 6 luglio 2012, quelle sulla situazione attuale in Siria del 18 giugno 2012, sulla Siria del 3 giugno e del 27 maggio 2012, sulla situazione in Siria del 27 aprile 2012, quelle a favore della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Siria che autorizza l'invio di una squadra preparatoria di osservazione del 14 aprile 2012 nonché quelle che condannano il perdurare delle repressioni e della violenza in Siria e segnano l'anniversario della rivolta del 15 marzo 2012,
– viste le dichiarazioni del commissario Kristalina Georgieva sulla situazione in Siria del 29 agosto e del 31 e 17 luglio 2012,
– viste le risoluzioni 2059 del 20 aprile, 2043 del 21 aprile e 2042 del 14 aprile 2012 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,
– vista la dichiarazione universale dei diritti umani del 1948,
– visti il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali del 1966, la convenzione contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti del 1984, la convenzione sui diritti del fanciullo del 1989 e il protocollo opzionale concernente il coinvolgimento dei minori nei conflitti armati del 2000, dei quali la Siria è parte,
– viste le risoluzioni del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla Siria del 6 luglio, del 1° giugno e del 1° marzo 2012,
– vista la relazione del 15 agosto 2012 della commissione d'inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sulla Siria,
– visto il comunicato finale della riunione del gruppo di azione per la Siria del 30 giugno 2012,
– visti il "patto nazionale" e la "visione politica comune per la transizione in Siria", formulati a seguito della conferenza dell'opposizione siriana tenutasi sotto gli auspici della Lega degli Stati arabi al Cairo il 2 e il 3 luglio 2012,
– viste le conclusioni e le raccomandazioni del "Progetto per il domani: sostenere una transizione democratica in Siria" pubblicate nell'agosto 2012,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che da marzo 2011, quasi 20 000 persone sono state uccise e che molte altre ancora sono rimaste ferite nella brutale repressione ad opera del regime siriano contro la popolazione del paese; che 235 000 rifugiati provenienti dalla Siria sono stati registrati o sono in attesa di essere registrati nell'ambito dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati; che altre decine di migliaia di persone che fuggono dalla Siria nei paesi vicini non si registrano; che, secondo le stime dell'ONU, gli sfollati interni in Siria sono più di 1,2 milioni e le persone che necessitano con urgenza di assistenza umanitaria sono circa 3 milioni; che nell'agosto 2012 la crisi ha preso una svolta di particolare brutalità che ha comportato un rapido aumento di queste cifre;
B. considerando che continua il massacro ad opera del regime siriano contro il suo popolo, che ha portato il paese sull'orlo della guerra civile; che, secondo le conclusioni contenute nella relazione della commissione d'inchiesta internazionale indipendente dell'ONU sulla Siria, le forze di governo e i combattenti Shabbiha hanno perpetrato crimini contro l'umanità e crimini di guerra e commesso gravi violazioni dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario e che dette azioni hanno seguito la politica statale che coinvolgeva i massimi livelli delle forze armate e di sicurezza e del governo; che il commissariato delle Nazioni Unite ha segnalato che anche i gruppi armati non governativi hanno perpetrato crimini di guerra, sebbene non fossero pari ai crimini commessi dalle forze di governo e dagli Shabbiha in termini di gravità, frequenza e portata; che l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay ha chiesto in numerose occasioni al Consiglio di sicurezza dell'ONU di deferire la situazione in Siria al Tribunale penale internazionale;
C. considerando che una transizione politica inclusiva guidata dalla Siria che risponda alle legittime aspirazioni democratiche del popolo siriano rappresenta l'unica soluzione per costruire una Siria libera e democratica; che un'ulteriore militarizzazione del conflitto non può che arrecare ulteriori sofferenze alla popolazione siriana e alla regione nel suo complesso; che la commissione d'inchiesta internazionale indipendente sulla Siria dell'ONU ha osservato che entrambe le parti hanno adottato tattiche più brutali e dispiegato nuove capacità militari negli ultimi mesi; che la Siria continua a ricevere armi da vari canali;
D. considerando che il presidente Bashar al-Assad e il suo regime autoritario non possono far parte del futuro della Siria; che soltanto con le dimissioni del presidente sarà possibile evitare un'ulteriore esacerbazione della crisi e consentire una transizione pacifica e democratica nel paese; che numerosi ex leader politici e militari del regime e ambasciatori si sono rifugiati nei paesi vicini e oltre;
E. considerando che occorre un'alternativa credibile al regime attuale; che questa alternativa dovrebbe essere inclusiva e rappresentare la diversità della società siriana nonché rispettare pienamente i valori universali della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare i diritti delle minoranze etniche, culturali e religiose e quelli delle donne; che l'istituzione di un governo provvisorio, inclusivo e rappresentativo, da parte delle forze di opposizione può contribuire a questa alternativa;
F. considerando che i rappresentanti dell'opposizione si sono riuniti in varie occasioni nel corso degli ultimi mesi allo scopo di superare le divergenze interne e creare un fronte unito e che hanno elaborato un "patto nazionale" e una "visione politica comune per la transizione in Siria" nonché formulato conclusioni e raccomandazioni nel "Progetto per il domani: sostenere una transizione democratica in Siria"; che, nonostante gli sforzi profusi, l'opposizione continua ad essere divisa e a registrare tensioni al suo interno;
G. considerando che il veto della Russia e della Cina ha finora impedito al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di dare una risposta adeguata alla crisi in Siria; che, nella risoluzione approvata il 3 agosto 2012, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha deplorato l'incapacità del Consiglio di sicurezza di stabilire interventi volti a garantire il rispetto delle sue decisioni da parte delle autorità siriane; che, sulla base delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, sono stati inviati in Siria gli osservatori militari disarmati dell'ONU; che le operazioni della missione di osservazione in parola sono cessate il 20 agosto 2012;
H. considerando che il piano di pace in sei punti proposto da Kofi Annan in qualità di inviato congiunto delle Nazioni Unite e della Lega degli Stati arabi non ha avuto successo e che egli si è dimesso; che recentemente l'ex ministro degli Esteri algerino Lakhdar Brahimi è stato nominato quale nuovo rappresentante speciale congiunto per la Siria dell'ONU e della Lega degli Stati arabi;
I. considerando che, il 30 giugno 2012, i segretari generali dell'ONU e della Lega degli Stati arabi, i ministri degli Esteri di Cina, Francia, Iraq, Kuwait, Qatar, Russia, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti e l'alto rappresentante dell'UE si sono riuniti a Ginevra come gruppo di azione per la Siria, presieduto dal rappresentante speciale congiunto per la Siria dell'ONU e della Lega degli Stati arabi; che suddetto gruppo di azione ha concordato "i principi e gli orientamenti per una transizione guidata dalla Siria": una prospettiva per il futuro che nel paese può essere condivisa da tutti, che stabilisce fasi chiare in base a un calendario di attuazione rigoroso, che può essere posta in atto in condizioni di sicurezza per tutti, di stabilità e tranquillità, e che è raggiunta rapidamente senza ulteriori spargimenti di sangue e violenze, e che è credibile;
J. considerando che è stato istituito un gruppo di amici della Siria, che ha tenuto varie conferenze a livello di ministri degli Esteri con la partecipazione di rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali tra cui le Nazioni Unite, la Lega degli Stati arabi, l'UE, l'Organizzazione della Conferenza islamica, il Consiglio di cooperazione del Golfo, l'Unione del Maghreb arabo e l'Unione africana;
K. considerando che la crisi in Siria costituisce una grande minaccia alla fragile sicurezza e stabilità della regione nel suo complesso; che, nonostante le numerose difficoltà, i paesi vicini alla Siria ad oggi hanno accettato tutte le persone che hanno chiesto protezione, secondo l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati; che, a causa del rapido aumento nel numero di rifugiati e sfollati siriani, questi paesi sono soggetti a una pressione crescente e hanno bisogno di sostegno internazionale;
L. considerando che l'UE ha imposto alla Siria, in fasi successive, sanzioni mirate, tra cui il divieto di viaggio, il congelamento dei beni, il divieto di esportare verso tale paese beni di lusso e beni a duplice uso, e che ha rafforzato ulteriormente l'embargo sulle armi nei confronti del paese;
1. condanna con la massima fermezza il brutale massacro ad opera del regime siriano contro la popolazione del paese; plaude al coraggio del popolo siriano e esprime solidarietà e sostegno a quanti lottano per la democrazia, la dignità, i diritti umani e le libertà fondamentali;
2. esorta tutti i soggetti armati a porre immediatamente fine alle violenze in Siria; esorta il governo siriano a ritirare senza indugio l'esercito dai villaggi e dalle città sotto assedio; sottolinea nuovamente che il diritto umano internazionale deve essere pienamente rispettato da tutti i soggetti coinvolti nella crisi;
3. chiede che sia fornita assistenza umanitaria immediata a tutti coloro che ne hanno bisogno in Siria, in particolare i feriti, i rifugiati, gli sfollati interni, le donne e i bambini; elogia gli sforzi profusi dalla Croce rossa internazionale e da UNRWA in questo ambito; invita il governo siriano a concedere alle organizzazioni umanitarie il pieno accesso al paese;
4. esorta l'UE e i suoi Stati membri a intensificare il loro impegno volto a trovare soluzioni alternative per fornire assistenza umanitaria al popolo della Siria, nonostante tutti gli ostacoli e le difficoltà;
5. invita ancora una volta il presidente Bashar al-Assad e il suo regime a lasciare immediatamente il potere per consentire una transizione pacifica, inclusiva e democratica nel paese;
6. sottolinea nuovamente che i responsabili delle gravi violazioni dei diritti umani, commesse in Siria nel corso degli ultimi 18 mesi in modo diffuso e sistematico, devono essere assicurati alla giustizia; in detto contesto, sostiene con fermezza l'appello dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani di deferire la situazione in Siria al Tribunale penale internazionale;
7. prende atto dell'impegno dimostrato dai rappresentanti dell'opposizione siriana per creare un fronte unito tra le forze di opposizione e della recente pubblicazione del "patto nazionale, della "visione politica comune per la transizione in Siria" e delle conclusioni e raccomandazioni contenute nel "Progetto per il domani: sostenere una transizione democratica in Siria"; incoraggia l'opposizione siriana a continuare su questa strada allo scopo di creare un'alterativa credibile al regime;
8. plaude agli sforzi profusi dai paesi vicini alla Siria per accogliere i rifugiati siriani e fornire loro assistenza umanitaria e chiede un aumento del sostegno e dell'assistenza internazionale in detto contesto; sottolinea quanto sia importante trovare una risposta sostenibile alla crisi umanitaria sia all'interno della Siria che tra i rifugiati siriani nei paesi vicini; esorta i paesi vicini alla Siria a continuare a garantire la protezione dei rifugiati e degli sfollati siriani e ad astenersi, nel rispetto dei propri obblighi internazionali, dall'espellerli e rimpatriarli in Siria;
9. ribadisce il suo appello ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare alla Russia e alla Cina, affinché assumano le proprie responsabilità per porre fine alle violenze e alla repressione contro il popolo siriano; continua a sostenere gli sforzi dell'UE e dei suoi Stati membri in questo ambito;
10. incoraggia il nuovo rappresentante speciale congiunto per la Siria dell'ONU e della Lega degli Stati arabi ad adottare un approccio ambizioso e proattivo; esorta la comunità internazionale, compresa l'UE e i suoi Stati membri, a garantirgli un sostegno forte e unito;
11. continua a sostenere l'impegno attuale dell'UE e degli Stati membri per esercitare una pressione maggiore sul regime siriano tramite misure restrittive; chiede che le sanzioni mirate siano ulteriormente potenziate;
12. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché al governo e al parlamento della Repubblica popolare cinese, al governo e al parlamento dell'Iraq, al governo e al Parlamento della Giordania, al governo e al parlamento del Libano, al governo e al parlamento della Russia, al governo e al parlamento della Turchia, al Presidente e al Congresso degli Stati Uniti, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale della Lega degli Stati arabi e al governo e al parlamento della Siria.
- [1] Testi approvati, P7_TA(2012)0057.