PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla ventiduesima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite
4.2.2013 - (2013/2533(RSP))
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento
Richard Howitt, Véronique De Keyser, Ana Gomes, Raimon Obiols, Pino Arlacchi, Joanna Senyszyn a nome del gruppo S&D
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0055/2013
B7‑0055/2013
Risoluzione del Parlamento europeo sulla ventiduesima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite
Il Parlamento europeo,
– visti la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e i relativi protocolli opzionali,
– viste la convenzione europea dei diritti dell'uomo e la carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– visti il quadro strategico dell'UE in materia di diritti umani e di democrazia e il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, adottati in occasione della 3179a riunione del Consiglio "Affari esteri" del 25 giugno 2012,
– vista la sua raccomandazione destinata al Consiglio, del 13 giugno 2012, sul rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani[1],
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC), comprese le priorità del Parlamento in questo contesto; vista in particolare la sua risoluzione del 16 febbraio 2012 sulla posizione del Parlamento europeo sulla 19a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani[2],
– viste la relazione della delegazione della sua sottocommissione per i diritti dell'uomo, recatasi alla 19a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, e la relazione della delegazione congiunta della commissione per gli affari esteri, della sottocommissione per i diritti dell'uomo e della sottocommissione per la sicurezza e la difesa, che hanno partecipato alla 67a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite,
– viste le sue risoluzioni d'urgenza concernenti questioni di diritti umani,
– vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2012 sulla revisione della strategia dell'UE in materia di diritti umani[3],
– vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2012 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2011 e sulla politica dell'Unione europea in materia[4],
– visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 5, e gli articoli 18, 21, 27 e 47 del trattato sull'Unione europea,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che il rispetto, la promozione e la salvaguardia dell'universalità e dell'indivisibilità dei diritti umani sono parte integrante dell'acquis etico e giuridico dell'Unione europea e costituiscono una delle pietre angolari dell'unità e dell'integrità europee[5];
B. considerando che l'attuazione efficace delle recenti revisioni della strategia dell'UE in materia di diritti umani dovrebbe rafforzare la credibilità dell'Unione in seno al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite grazie a una maggiore coerenza tra le sue politiche interne ed esterne;
C. considerando che l'UE dovrebbe ambire a pronunciarsi apertamente contro le violazioni dei diritti umani in posizioni comuni unite al fine di ottenere i migliori risultati possibili e dovrebbe in questo contesto continuare a rafforzare la cooperazione e migliorare le modalità organizzative tra gli Stati membri;
D. considerando che il Consiglio dell'Unione europea ha adottato un quadro strategico in materia di diritti umani e di democrazia e un piano d'azione per la sua attuazione affinché l'UE possa perseguire una politica più efficace, visibile e coerente in questo campo;
E. considerando che è stato nominato un rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, il cui ruolo è quello di migliorare l'efficacia e la visibilità della politica dell'UE in materia di diritti umani e contribuire a mettere in atto il quadro strategico e il piano d'azione per i diritti umani e la democrazia;
F. considerando che una delegazione della sottocommissione per i diritti dell'uomo del Parlamento europeo si recherà a Ginevra nel corso della 22a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, come avvenuto per le precedenti sessioni;
1. prende atto del processo in corso volto a confermare le priorità dell'UE per la 22a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite; plaude all'attenzione dell'Unione europea per la situazione in Siria, Birmania/Myanmar, Corea del Nord e Mali, nonché al suo sostegno a favore della proroga del mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran; approva inoltre l'attenzione dedicata a tematiche quali la libertà di pensiero, di religione e di credo, l'abolizione della pena di morte, i diritti dell'infanzia, la violenza contro le donne, le imprese e i diritti umani e i diritti delle persone LGBTI;
2. si compiace del fatto che l'ordine del giorno della 22a sessione ordinaria comprenda, tra l'altro, tavole rotonde concernenti l'integrazione dei diritti umani, l'impatto negativo della crisi finanziaria ed economica e della corruzione sul godimento dei diritti umani e la commemorazione del 20° anniversario dell'adozione della dichiarazione di Vienna e del programma d'azione, nonché dibattiti interattivi, ad esempio sui diritti delle persone disabili, e incontri estesi su vari temi, quali il diritto dei bambini a beneficiare dei più alti standard di salute possibili; invita gli Stati membri a contribuire attivamente a questi dibattiti e ad affermare inequivocabilmente che i diritti umani sono universali, indivisibili e interdipendenti;
3. accoglie con favore le relazioni che saranno presentate dai relatori speciali concernenti, tra l'altro, la situazione dei diritti umani in Iran, Myanmar e nei territori palestinesi occupati dal 1967, nonché una relazione scritta dell'alto Commissario per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani in Mali, in particolare nella parte settentrionale del paese, sul diritto a un alloggio quale componente del diritto a uno standard di vita adeguato e sul diritto alla non discriminazione a questo riguardo, sulla libertà di pensiero, religione o credo e sulla promozione e protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella lotta contro il terrorismo; attende con interesse la relazione orale dell'alto commissario sulla Libia;
L'attività del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite
4. rileva che nel settembre 2012 in seno al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sono stati eletti, con assunzione d'incarico il 1° gennaio 2013, 18 nuovi membri, ossia Argentina, Brasile, Costa d'Avorio, Estonia, Etiopia, Gabon, Germania, Irlanda, Giappone, Kazakhstan, Kenya, Montenegro, Pakistan, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Emirati arabi uniti, Stati Uniti d'America, e Repubblica Bolivariana del Venezuela; rileva inoltre che nove Stati membri dell'UE sono adesso membri del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite;
5. prende atto dell'elezione di un nuovo presidente per il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Remigiusz A. Henczel (Polonia), e di quattro vicepresidenti per il 2013, Cheikh Ahmed Ould Zahaf (Mauritania), Iruthisham Adam (Maldive), Luis Gallegos Chiriboga (Ecuador) e Alexandre Fasel (Svizzera);
6. sottolinea che le elezioni al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite devono essere competitive ed esprime la propria opposizione all'organizzazione di elezioni non competitive da parte di gruppi regionali; ribadisce l'importanza di requisiti per entrare a far parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite per quanto riguarda l'impegno e le prestazioni in materia di diritti umani; sottolinea che i membri del Consiglio per i diritti umani sono tenuti a mantenere i più alti standard di promozione e protezione dei diritti umani; ribadisce l'importanza di criteri forti e trasparenti per la reintegrazione dei paesi membri sospesi;
7. esprime preoccupazione per il fenomeno della "politica dei blocchi" e per il conseguente effetto sulla credibilità del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e sull'efficacia del suo operato;
8. riafferma una volta di più l'importanza per gli Stati membri dell'UE di adoperarsi in vista del conseguimento dell'indivisibilità e dell'universalità dei diritti umani nonché di sostenere i lavori dell'UNHRC, in particolare ratificando gli strumenti internazionali sui diritti umani istituiti da tale organismo; si rammarica nuovamente che tuttora nessuno Stato membro dell'UE abbia ratificato la Convenzione sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie; ribadisce altresì il proprio rammarico per il fatto che molti Stati membri non hanno ancora adottato e/o ratificato la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, e che solo due Stati membri hanno ratificato il Protocollo opzionale del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali; torna a invitare tutti gli Stati membri dell'UE a ratificare le convenzioni e i protocolli citati; incoraggia inoltre gli Stati membri dell'Unione a firmare e ratificare il recente Protocollo opzionale della Convenzione sui diritti del fanciullo riguardante l'istituzione di una procedura di comunicazione individuale, aperto alla firma a Ginevra (Svizzera) il 28 febbraio 2012;
9. accoglie favorevolmente la nomina di Navanethem Pillay, da parte dell'Assemblea generale dell'ONU, per un secondo mandato in qualità di Alto commissario per i diritti dell'uomo; ribadisce il proprio deciso sostegno a favore dell'Ufficio dell'Alto commissario nonché dell'indipendenza e dell'integrità dello stesso;
10. elogia l'Alto commissario per i diritti dell'uomo per gli sforzi profusi nel processo di rafforzamento degli organismi previsti dai trattati e si compiace della relazione in proposito dallo stesso pubblicata il 22 giugno 2012; riafferma il carattere multilaterale degli organismi stessi e pone l'accento sulla necessità di un costante coinvolgimento della società civile nei processi di cui trattasi; sottolinea inoltre che l'indipendenza e l'efficacia degli organismi in questione devono essere mantenute e potenziate; evidenzia la necessità di garantire finanziamenti sufficienti per far fronte al crescente carico di lavoro degli organismi previsti dai trattati; invita l'Unione europea ad assumere un ruolo guida per quanto concerne la garanzia di un efficace funzionamento del sistema dei citati organismi, anche in termini di adeguatezza dei finanziamenti;
Paesi della "Primavera araba"
11. stigmatizza la violenza crescente e indiscriminata mostrata dal regime di Assad nei confronti della popolazione siriana anche attraverso il ricorso all'artiglieria pesante e ai bombardamenti contro aree popolate; condanna in maniera perentoria le persistenti e sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime, dalle sue forze di sicurezza e dall'esercito in quanto potenziali crimini contro l'umanità; esprime grave preoccupazione per il persistente deterioramento della situazione della popolazione civile; condanna altresì le violazioni dei diritti umani ad opera dei gruppi e delle forze dell'opposizione; invita tutti gli attori armati a porre immediatamente fine alle violenze in Siria e rinnova il proprio appello al regime di Assad affinché abbandoni il potere con effetto immediato;
12. esprime preoccupazione per le ripercussioni sui paesi vicini e per l'impatto sulla sicurezza e la stabilità della regione; invita gli Stati membri a fornire assistenza ai paesi della regione impegnati nel soccorso umanitario ai rifugiati provenienti dalla Siria;
13. apprezza l'attenzione che l'UNHRC continua a dimostrare nei confronti della disastrosa situazione della Siria a livello umanitario e di diritti umani, ad esempio attraverso le risoluzioni delle Nazioni Unite sulla situazione nel paese adottate in occasione della 19a, della 20a e della 21a sessione dello stesso UNHRC, nonché mediante la sua sessione speciale sulla Siria tenutasi il 1° giugno 2012; ribadisce l'importanza di garantire che i responsabili di violazioni delle norme giuridiche internazionali in materia di diritti umani commesse durante il conflitto rispondano delle loro azioni;
14. esprime pieno sostegno per la commissione d'inchiesta indipendente sulla Siria e per la proroga del relativo mandato da parte dell'UNHRC; accoglie con soddisfazione la nomina dei due nuovi membri Carla del Ponte e Vitit Muntarbhorn nonché la nomina a relatore speciale sulla Siria di Paolo Pinheiro, che inizierà i suoi lavori al termine del mandato della commissione d'inchiesta; apprezza la relazione della Commissione in cui sono descritte le atrocità commesse in Siria;
15. si rammarica che finora non si sia raggiunto un accordo in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU in merito all'adozione di una risoluzione sulla situazione in Siria e che tale situazione stia in particolare compromettendo la possibilità di esercitare reali pressioni in vista della fine delle violenze nel paese; invita i membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a non dimenticare le loro responsabilità nei confronti del popolo siriano; elogia gli sforzi diplomatici profusi dal VP/AR e dagli Stati membri dell'UE per ottenere l'impegno di Cina e Russia in proposito e li invita a proseguire in tal senso; ricorda inoltre a tutti membri delle Nazioni Unite il principio riguardante la "responsabilità di proteggere" abbracciato dall'Assemblea generale dell'ONU; invita il Consiglio per i diritti umani a chiedere con insistenza al Consiglio di sicurezza di deferire la questione della Siria alla Corte penale internazionale; esorta l'alto rappresentante dell'UE a impegnarsi personalmente nella costituzione di una coalizione internazionale ampia e inclusiva che induca tutti i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a sostenere detto deferimento;
16. accoglie favorevolmente la relazione scritta finale della commissione d'inchiesta indipendente sulla Libia, presentata in occasione della 19a sessione dell'UNHRC, in cui sono evidenziate le violazioni dei diritti umani commesse nel paese; esorta l'UNHRC a esprimere preoccupazione per le violazioni tuttora in corso, a continuare a monitorare la situazione e a chiedere all'Alto commissario di riferire in merito alla situazione dei diritti umani in Libia;
17. esprime preoccupazione per la situazione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti dell'opposizione politica in Bahrein; rinnova il proprio appello agli Stati membri dell'UE affinché si adoperino in vista dell'adozione di una risoluzione sulla situazione dei diritti umani in Bahrein in seno al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite;
18. rinnova il proprio appello all'UNHRC affinché adotti, durante la sua 22a sessione, una risoluzione volta a istituire un meccanismo internazionale per il controllo dell'attuazione del riesame periodico universale del Bahrein nonché delle raccomandazioni della commissione d'inchiesta indipendente per il Bahrein, ivi incluse quelle riguardanti i difensori dei diritti umani;
19. accoglie positivamente la risoluzione sull'assistenza tecnica e lo sviluppo di capacità per lo Yemen nel campo dei diritti umani, adottata nell'ottobre del 2012, nonché l'istituzione di un Ufficio dell'Alto commissario per i diritti dell'uomo nel paese; esorta l'UNHRC a continuare a monitorare la situazione nello Yemen;
20. esprime profonda preoccupazione per l'attuale recrudescenza delle violenze in Egitto; invita il governo egiziano ad astenersi da qualsiasi abuso nei confronti dei dimostranti e ricorda che lo stato di emergenza è una misura estrema, anch'essa da utilizzare nel rispetto dello Stato di diritto e dei principi internazionali, a tutela dei diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica; ribadisce l'opposizione dell'UE alla pena di morte e chiede, a tale proposito, una moratoria sull'esecuzione delle pene capitali in Egitto, anche per quanto concerne i 21 imputati recentemente condannati a morte per i tragici eventi verificatisi lo scorso anno nello stadio di Port Said;
21. esprime preoccupazione per le persistenti violazioni dei diritti umani nel Sahara occidentale; chiede la tutela dei diritti fondamentali della popolazione del Sahara occidentale, compresi la libertà di associazione e di espressione nonché il diritto a manifestare; chiede il rilascio di tutti i prigionieri politici sahraui; si compiace della nomina di un inviato speciale per la regione del Sahel e sottolinea la necessità di un monitoraggio internazionale della situazione dei diritti umani nel Sahara occidentale; appoggia una soluzione equa e duratura del conflitto basata sul diritto del popolo sahraui all'autodeterminazione, in conformità con le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite;
Questioni diverse
22 accoglie favorevolmente la decisione adottata dall'UNHRC in occasione della 20a sessione riguardante la nomina di un relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia e prende atto del sostegno interregionale per la risoluzione che ne definisce il mandato in quanto documento che dimostra come la disastrosa situazione dei diritti umani nel paese sia ormai riconosciuta da paesi di tutto il mondo;
23. si compiace della risoluzione adottata in occasione della 20a sessione dell'UNHRC con la quale è stato nominato un relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Eritrea; rileva che si tratta della prima volta che l'UNHRC affronta la questione e plaude al ruolo guida svolto dagli Stati africani in proposito;
24. accoglie positivamente la proroga dei mandati degli esperti indipendenti su Costa d'Avorio, Haiti e Somalia; esorta le autorità dei citati paesi a cooperare pienamente con i titolari dei mandati;
25. chiede una proroga del mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran;
26. invita a prorogare di un anno il mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica popolare democratica di Corea; si compiace del fatto che la risoluzione sulla Corea del Nord sia stata adottata all'unanimità in quanto indice dell'elevato livello di sostegno di cui gode il mandato; esorta il governo della Corea del Nord a cooperare pienamente con il relatore e ad agevolarne le visite nel paese; insiste affinché il Consiglio per i diritti umani accolga l'appello dell'Alto commissario per i diritti dell'uomo a istituire una commissione d'inchiesta internazionale che indaghi sui gravi reati che per decenni si sono verificati nel paese;
27. deplora le esecuzioni effettuate in Giappone nel 2012 a seguito della moratoria del 2011 in materia; condanna altresì, a tale proposito, le recenti esecuzioni di massa in Iran; ribadisce la sua decisa opposizione alla pena di morte in tutti i casi e le circostanze, nonché la sua piena determinazione ad adoperarsi in vista della definita abolizione della pratica in questione;
28. accoglie favorevolmente il fatto che l'UNHRC segua con attenzione la situazione in Mali e si compiace del ruolo guida svolto dagli Stati africani nel portare la questione all'attenzione dell'UNHRC; esorta l'UNHRC a sostenere il rapido impiego di capacità di controllo in Mali e a chiedere che l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti dell'uomo continui a riferire in merito alla situazione nel paese;
29. si compiace per l'adozione della risoluzione sulla Repubblica democratica del Congo, ma rimane profondamente preoccupato per le violazioni dei diritti umani nel paese, in particolare nella provincia del Kivu settentrionale, nella parte orientale del paese; condanna fermamente gli attacchi delle forze ribelli nella parte orientale del paese ai danni della popolazione civile, tra cui donne e bambini, in particolare gli attacchi del movimento M23; condanna fermamente il ricorso sistematico allo stupro quale arma di guerra; accoglie con favore gli sforzi profusi dagli Stati della Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi (ICGLR), dall'Unione africana e dalle Nazioni Unite, volti a trovare una soluzione politica pacifica alla crisi; invita nuovamente a ristabilire un esperto indipendente delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica democratica del Congo, al fine di stabilire un meccanismo affidabile volto a migliorare la situazione concernente le gravi e annose preoccupazioni riguardo ai diritti umani nel paese, nonché una relazione del rappresentante speciale delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale nei conflitti armati, Margot Wallström;
30. rileva con soddisfazione l'adozione della risoluzione dell'UNHRC sulla libertà di religione o credo; sottolinea l'importanza che l'Unione attribuisce alla questione; invita gli Stati membri a continuare ad adoperarsi in merito e attende con interesse i nuovi orientamenti previsti per l'inizio dell'anno; si congratula per il lavoro svolto dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo; sottolinea l'importanza di rinnovare tale mandato nel corso della 22a sessione dell'UNHRC;
31. accoglie con favore la risoluzione adottata in seno all'UNHRC su Birmania/Myanmar e invita a estendere il mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nel paese; rileva le azioni intraprese dal governo di Birmania/Myanmar fin dall'inizio del 2011 per ripristinare le libertà civili nel paese; esprime tuttavia seria preoccupazione per l'inasprimento della violenza intercomunitaria nello Stato di Rakhine nonché per i morti e feriti, la distruzione di proprietà e lo sfollamento delle popolazioni locali che ha provocato; ritiene che la causa di fondo della situazione risieda nelle annose politiche discriminatorie nei confronti della popolazione Rohingya; sottolinea la necessità di intensificare gli sforzi finalizzati a risolvere il problema alla radice; esorta il governo di Birmania/Myanmar ad accelerare l'attuazione dei suoi impegni concernenti l'istituzione di un Ufficio dell'Alto commissario per i diritti dell'uomo in Birmania/Myanmar e sottolinea la necessità di mantenere nell'attuale contesto il continuo monitoraggio e le continue relazioni del relatore speciale;
32. accoglie favorevolmente anche la risoluzione sullo Sri Lanka, che pone l'accento sulla riconciliazione e sulla responsabilità nel paese; ribadisce il suo sostegno a favore della raccomandazione, formulata dal gruppo di esperti del Segretario generale dell'ONU in merito allo Sri Lanka, che chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta dell'ONU in relazione a tutti i crimini commessi; esorta l'UNHRC a esprimere preoccupazione in merito alle violazioni in corso nello Sri Lanka e al fatto che il governo del paese non è stato in grado di svolgere indagini effettive e serie sui crimini commessi durante il conflitto da tutti i soggetti coinvolti, né di far sì che i responsabili rispondessero dei gravi abusi, nonché ad adottare misure per l'attuazione delle raccomandazioni formulate dal gruppo di esperti per il Segretario generale; è profondamente preoccupato per la grave influenza esercitata sulla magistratura, poiché la destituzione del presidente della Corte suprema potrebbe compromettere gli sforzi volti a perseguire i crimini di guerra;
33. esprime preoccupazione per la situazione della Repubblica centrafricana, dove gruppi armati hanno attaccato e occupato diverse città nella parte nordorientale del paese; accoglie favorevolmente gli accordi firmati l'11 gennaio 2013 a Libreville, comprendenti il cessate il fuoco e l'accordo politico sulla soluzione della crisi nel paese; sottolinea l'importanza di dare rapida attuazione a tali accordi; accoglie con favore la dichiarazione espressa l'11 gennaio dal VP/AR, in cui si invitano tutti i firmatari a tenere fede a tali accordi; esorta gli Stati membri a sollevare la questione in seno all'UNHRC al fine di mantenere tra le priorità dell'agenda internazionale la questione relativa alla situazione nella Repubblica centrafricana;
34. esprime preoccupazione per la situazione in Israele e a Gaza in seguito all'inasprimento del conflitto al termine del 2012 e condanna gli atti di violenza perpetrati da entrambe le parti; rinnova l'appello a revocare il blocco della Striscia di Gaza, tenendo conto nel contempo delle legittime preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza, e invita a intraprendere azioni a favore della ricostruzione e della ripresa economica della Striscia di Gaza;
35. condanna la decisione, presa il 2 dicembre 2012 dal governo israeliano, di costruire 3 000 nuovi insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, in particolare nella zona E1, i quali, se realizzati, taglierebbero la Cisgiordania in due; sottolinea che tale decisione minaccia di compromettere la soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati; plaude alla missione conoscitiva internazionale sugli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati, decisa in seno alla 19a sessione dell'UNHRC; si rammarica che da allora Israele abbia interrotto la cooperazione con l'UNHRC e non si sia presentato in occasione dell'annuncio di una nuova missione conoscitiva sugli insediamenti israeliani né dei procedimenti del riesame periodico universale (UPR);
36. accoglie favorevolmente il fatto che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite abbia adottato, il 29 novembre 2012, la risoluzione che concede alla Palestina lo status di osservatore non membro in seno alle Nazioni Unite; osserva che tale risoluzione è stata adottata ad ampia maggioranza, con 138 voti a favore, 9 voti contrari e 41 astensioni; rileva altresì che solo uno Stato membro dell'Unione ha votato contro; ribadisce il suo sostegno a tale sforzo; prende atto del sostegno espresso dall'Unione affinché la Palestina divenga membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, nell'ambito di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese; ribadisce che l'UE non accetterà alcun cambiamento dei confini precedenti al 1967, anche riguardo a Gerusalemme, che non sia concordato dalle parti;
37. accoglie favorevolmente il processo di follow-up in corso riguardante la relazione A/HRC/19/41 dell'Alto commissario sulle leggi e pratiche discriminatorie e gli atti di violenza contro singoli individui basati sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere; incoraggia il proseguimento dell'azione, anche mediante riunioni regionali, e l'attiva partecipazione degli Stati membri, del Consiglio e del Servizio europeo per l'azione esterna;
38. accoglie con favore il ruolo di guida svolto dal Segretario generale e dall'Alto commissario, sia all'interno dell'UNHRC che all'esterno, per quanto riguarda la discriminazione e la violenza contro le persone sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere; esprime rammarico per i tentativi in corso di indebolire l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani, in particolare mediante una risoluzione sui "valori tradizionali";
39. prende atto del primo forum annuale su imprese e diritti umani tenutosi a Ginevra dal 4 al 6 dicembre 2012, che ha riunito un ampio ventaglio di soggetti interessati per discutere dell'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite in materia; sostiene le consultazioni iniziali del forum concernenti le modalità con cui i governi e le imprese possono essere spinti ad adottare quadri normativi, politici e di attuazione per contrastare le violazioni dei diritti umani collegate alle imprese; sostiene gli sforzi profusi dalla Commissione per portare avanti la sua strategia rinnovata in materia di responsabilità sociale delle imprese; sottolinea la necessità di rendere tale politica ancora più ambiziosa;
40. accoglie favorevolmente l'attività del gruppo di lavoro intergovernativo aperto sulle imprese militari e di sicurezza private, incaricato di valutare la possibilità di un quadro normativo internazionale; riconosce la particolare attenzione accordata alla possibilità di elaborare uno strumento giuridicamente vincolante sulla regolamentazione, sul monitoraggio e sulla supervisione delle attività delle imprese militari e di sicurezza private ed esprime il suo sostegno a tale quadro normativo giuridicamente vincolante; sottolinea che esso deve includere una forte componente di responsabilità e invita le imprese militari e di sicurezza private che non hanno ancora sottoscritto il Codice di condotta dei fornitori di servizi di sicurezza privati (ICoC) ad aderirvi; attende con interesse che il gruppo di lavoro presenti la propria relazione;
Riesame periodico universale (UPR)
41. sottolinea la rilevanza dell'aspetto universale dell'UPR e ribadisce l'importanza di quest'ultimo per consentire di comprendere pienamente e valutare la situazione dei diritti umani sul campo in tutti i paesi delle Nazioni Unite;
42. accoglie con favore l'avvio del secondo ciclo dell'UPR e l'adozione dei primi risultati; ribadisce l'importanza del secondo ciclo, incentrato sull'attuazione delle raccomandazioni accettate durante il primo ciclo; reitera tuttavia l'invito a riprendere in considerazione, nel proseguire il processo di riesame periodico universale, le raccomandazioni non accettate dagli Stati durante il primo ciclo;
43. considera l'attuazione un aspetto chiave nella realizzazione delle potenzialità del processo di riesame periodico universale; ribadisce pertanto che è importante che gli Stati membri dell'UE forniscano assistenza tecnica al fine di aiutare gli Stati oggetto di riesame ad attuare le raccomandazioni; incoraggia gli Stati membri a presentare aggiornamenti intermedi per contribuire a migliorare l'attuazione;
44. invita gli Stati membri dell'UE che partecipano ai dialoghi interattivi dell'UPR a presentare raccomandazioni più specifiche e misurabili, al fine di migliorare la qualità del seguito e dell'attuazione delle raccomandazioni accettate;
45. raccomanda di includere sistematicamente le raccomandazioni dell'UPR nei dialoghi e nelle consultazioni dell'UE in materia di diritti umani nonché nelle strategie dell'UE per paese in tale ambito, al fine di garantire che gli esiti dell'UPR abbiano un seguito; raccomanda, analogamente, che il Parlamento menzioni queste raccomandazioni durante le visite delle sue delegazioni nei paesi terzi;
46. si compiace delle misure che permettono la piena partecipazione di una vasta gamma di soggetti interessati al processo dell'UPR; valuta positivamente, al riguardo, le modifiche apportate all'elenco degli oratori, al fine di garantire a tutti gli Stati che lo desiderano l'opportunità di prendere la parola durante tale processo; ribadisce il suo apprezzamento per il rafforzamento del ruolo delle istituzioni nazionali per i diritti umani, in conformità dei principi di Parigi; si compiace della maggiore partecipazione delle parti sul campo grazie al crescente ricorso alle videoconferenze;
47. ritiene che si possa fare di più per coinvolgere la società civile nel processo dell'UPR, anche per quanto riguarda l'attuazione dei suoi risultati; condanna le ritorsioni nei confronti delle persone che partecipano e collaborano all'UPR; sottolinea che tale azione compromette l'intero sistema delle Nazioni Unite per i diritti umani; esorta tutti gli Stati a fornire una protezione adeguata contro tali atti di intimidazione;
Procedure speciali
48. riafferma il ruolo fondamentale delle procedure speciali per la credibilità e l'efficacia del lavoro dell'UNHRC e la loro centralità nel meccanismo delle Nazioni Unite per i diritti umani; ribadisce il suo fermo sostegno alle procedure speciali e sottolinea la fondamentale importanza dell'indipendenza di questi mandati;
49. esorta gli Stati a cooperare appieno con le procedure speciali, anche ricevendo senza indugio i titolari dei mandati nelle visite nei singoli paesi, rispondendo alle loro azioni urgenti e alle accuse di violazioni e assicurando che le loro raccomandazioni abbiano un seguito adeguato; sollecita i membri dell'UNHRC a dare l'esempio su tali questioni;
50. si compiace dell'azione intrapresa dall'UE per estendere congiuntamente un invito permanente a tutte le procedure speciali delle Nazioni Unite per i diritti umani, dando quindi l'esempio al riguardo; incoraggia gli altri Stati membri delle Nazioni Unite a fare altrettanto;
51. condanna tutte le forme di ritorsione nei confronti delle persone che cooperano con le procedure speciali; sottolinea che tali azioni compromettono l'intero sistema delle Nazioni Unite per i diritti umani; esorta tutti gli Stati a fornire una protezione adeguata contro tali atti di intimidazione;
Partecipazione dell'Unione europea
52. non si stancherà mai di sottolineare l'importanza di una partecipazione attiva dell'UE nei meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani, compreso l'UNHRC; incoraggia gli Stati membri ad agire in tal senso attraverso risoluzioni promosse congiuntamente, la partecipazione attiva a dibattiti e dialoghi interattivi e il rilascio di dichiarazioni;
53. sottolinea l'importanza di garantire che il lavoro svolto a Ginevra nel contesto dell'UNHRC sia integrato nel lavoro dell'UE in generale e, in particolare, nel lavoro del Parlamento;
54. si compiace della nomina di Stavros Lambrinidis in qualità di rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani; incoraggia il rappresentante speciale ad adoperarsi per l'efficacia, la coerenza e la visibilità della politica dell'UE in materia di diritti umani nel contesto dell'UNHRC e a sviluppare una stretta cooperazione con l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti dell'uomo e con le procedure speciali; si rallegra della prospettiva di cooperare con il rappresentante speciale su tali questioni;
55. si compiace della partecipazione del rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani al forum sulle imprese e i diritti umani tenutosi a Ginevra il 4 e 5 dicembre 2012;
56. ribadisce che l'azione dell'UE è più efficace se si sfrutta il peso collettivo dell'Unione e dei suoi Stati membri; sottolinea l'importanza di continuare a rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra gli Stati membri a tale riguardo, al fine di trovare una base comune sulle questioni relative ai diritti umani; sostiene tutti gli sforzi volti a trasmettere "un messaggio, con molte voci"; chiede nuovamente un'azione più audace e ambiziosa, anziché l'accettazione del minimo comune denominatore; incoraggia a tale riguardo il SEAE, in particolare attraverso le delegazioni dell'UE a Ginevra e a New York, ad aumentare la propria coerenza, sulla base di consultazioni tempestive e sostanziali;
57. sottolinea l'importanza della ratifica della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità quale prima occasione in cui l'UE ha ratificato una convenzione delle Nazioni Unite come soggetto giuridico; invita inoltre l'UE a firmare e ratificare la convenzione del Consiglio d'Europa sulla violenza contro le donne;
58. ribadisce l'importanza per l'UE di difendere l'indipendenza dell'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti dell'uomo, considerata la necessità che l'Ufficio eserciti i propri compiti in maniera imparziale; rammenta inoltre l'importanza di garantire finanziamenti sufficienti per mantenere aperti gli uffici regionali dell'OHCHR;
59. osserva che la protezione dei difensori dei diritti umani è una priorità fondamentale della politica dell'UE in materia di diritti umani; sottolinea che le ritorsioni e intimidazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani che cooperano con i meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani minacciano di compromettere tale sistema; apprezza pertanto il sostegno pratico e finanziario fornito nel quadro dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) per la protezione urgente e il sostegno dei difensori dei diritti umani;
60. si compiace dell'istituzione del gruppo di lavoro del Consiglio sui diritti umani (COHOM) con sede a Bruxelles; valuta positivamente gli sforzi del COHOM per migliorare la preparazione e il coordinamento delle posizioni dell'UE per le sessioni dell'UNHRC, compresa l'organizzazione delle riunioni del COHOM a Ginevra; ribadisce l'auspicio che il COHOM permetterà di risolvere la questione della coerenza tra le dimensioni esterna e interna della politica dell'UE in materia di diritti umani;
61. auspica che lo sviluppo delle strategie dell'UE per paese in materia di diritti umani sia debitamente coordinato con l'azione dell'Unione nell'ambito delle Nazioni Unite; ribadisce la sua raccomandazione che le strategie dell'UE per paese in materia di diritti umani siano pubblicate, al fine di conferire visibilità all'impegno dell'Unione a favore dei diritti umani nei paesi terzi e di permettere a quanti lottano per il riconoscimento dei propri diritti umani di trovare sostegno in tali documenti;
62. sottolinea l'importanza di evidenziare la questione dello spazio sempre più ristretto delle ONG in seno all'UNHRC; incoraggia gli Stati membri dell'UE a unire i propri sforzi per sollevare tale questione;
63. invita nuovamente il VP/AR, alla luce di nuove segnalazioni riguardanti la presunta complicità di imprese dell'UE in violazioni dei diritti umani commesse nei paesi terzi, ad attirare l'attenzione su tale questione; ribadisce, a questo proposito, l'importanza di rafforzare la coerenza tra le politiche interne ed esterne e di garantire il pieno rispetto dei diritti umani nelle politiche interne nell'ottica di evitare l'applicazione di un approccio diversificato a seconda dei casi;
64. incarica la sua delegazione alla 22a sessione dell'UNHRC di esprimere le preoccupazioni e le opinioni formulate nella presente risoluzione; invita la delegazione a riferire alla sottocommissione per i diritti dell'uomo in merito alla sua visita; ritiene indispensabile continuare la prassi di inviare una delegazione del PE alle pertinenti sessioni dell'UNHRC e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite;
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65. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente della 67a Assemblea generale delle Nazioni Unite, al presidente del Consiglio per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, all'Alto commissario per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite e al gruppo di lavoro UE-ONU istituito dalla commissione per gli affari esteri.
- [1] Testi approvati, P7_TA(2012)0250.
- [2] Testi approvati, P7_TA(2012)0058.
- [3] Testi approvati, P7_TA(2012)0504.
- [4] Testi approvati, P7_TA(2012)0503.
- [5] Articolo 2, articolo 3, paragrafo 5, e articolo 6 del trattato sull'Unione europea.