Proposta di risoluzione - B7-0141/2013Proposta di risoluzione
B7-0141/2013

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulle partite truccate e la corruzione nello sport

11.3.2013 - (2013/2567(RSP))

presentata a seguito di una dichiarazione della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Marie-Christine Vergiat, Jacky Hénin, Willy Meyer, Takis Hadjigeorgiou a nome del gruppo GUE/NGL

Procedura : 2013/2567(RSP)
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B7-0141/2013
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B7‑0141/2013

Risoluzione del Parlamento europeo sulle partite truccate e la corruzione nello sport

(2013/2567(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   vista la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea e del Tribunale, con particolare riferimento alla sentenza dell'8 settembre 2009 sulla "Domanda di pronuncia pregiudiziale — Art. 49 CE — Restrizioni alla libera prestazione di servizi — Esercizio del gioco d'azzardo su Internet", nonché le decisioni della Commissione in materia di sport,

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio che stabilisce una strategia per combattere la manipolazione dei risultati sportivi del 26 e 27 novembre 2012,

–   vista la relazione del Consiglio d'Europa del 5 aprile 2012 sulla necessità di lottare contro le partite truccate,

–   visto il Libro bianco della Commissione sullo sport (COM(2007)0391),

–   vista la sua risoluzione del 14 aprile 2005 sulla lotta contro il doping nello sport,

–   vista la sua risoluzione del 29 marzo 2007 sul futuro del calcio professionistico in Europa,

–   vista la sua risoluzione del 13 novembre 2007 sul ruolo dello sport nell'educazione,

–   vista la sua risoluzione dell'8 maggio 2008 sul Libro bianco sullo sport,

–   vista la dichiarazione (allegato 4 delle conclusioni) del Consiglio europeo di Nizza del dicembre 2000 sulle caratteristiche specifiche dello sport e sulla sua funzione sociale in Europa da prendere in considerazione nell'attuazione delle politiche comuni,

–   vista la sua relazione sulla dimensione europea dello sport del novembre 2011,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che le attività fisiche e sportive sono essenziali alla formazione e alla salute dell'essere umano in tutte le fasi della sua vita, che contribuiscono alla sua crescita sociale, fisica e mentale e che sono quindi essenziali all'emancipazione di ognuno e devono pertanto essere considerate come un diritto;

 

B.  considerando che la liberalizzazione di numerose attività sportive attraverso la concorrenza instaurata tra i club, la trasformazione dello status di agente sportivo in semplice intermediario e il rapido aumento delle scommesse on-line registratosi in questi ultimi anni nuocciono allo spirito di questo settore favorendo le partite truccate e la corruzione;

C. considerando che nella sua relazione del 5 aprile 2012 il Consiglio d'Europa ritiene che "la manipolazione dei risultati sportivi ha assunto un'ampiezza inquietante; le cospicue somme di denaro puntate nelle scommesse sportive hanno favorito lo sviluppo di nuove forme di corruzione, mentre le organizzazioni criminali vi hanno trovato una fonte di profitti illeciti e un mezzo per riciclare il denaro proveniente da altre attività illegali. Non si tratta pertanto di arrecare un vulnus ai valori dello sport o agli interessi dei movimenti sportivi e degli scommettitori: tale fenomeno minaccia l'ordine pubblico e la preminenza del diritto.";

D. considerando che in base alla sentenza dell'8 settembre 2009 della CGCE, il settore dei giochi è un settore in cui divergenze di ordine morale, religioso o culturale possono esistere, il che implica che l'attività di un operatore di giochi on-line in un dato paese non è un fattore sufficiente per autorizzarlo a esercitare in un altro Stato membro in assenza di un'armonizzazione comunitaria; che non solo uno Stato può regolamentare i giochi, ma che l'adozione di un sistema di divieto generale per poter proteggere la popolazione è accettabile e non crea distorsioni di concorrenza; che il ricorso al monopolio è proporzionato all'obiettivo di lottare contro la criminalità e ha inoltre il "vantaggio di incanalare la gestione" dei giochi e di "prevenire i rischi di siffatta gestione a fini fraudolenti e criminali";

E.  considerando che lunedì 4 febbraio 2013 Europol ha annunciato di aver scoperto una vasta rete criminale responsabile della manipolazione delle partite di calcio in tutta Europa e che secondo l'inchiesta da esso condotta 380 incontri svoltisi in Europa sono stati ritenuti sospetti; Europol ha inoltre rivelato che 425 fra arbitri, giocatori, dirigenti di club e responsabili di gravi reati sono sotto inchiesta e che finora 50 persone sono state arrestate;

1.  ribadisce il suo sostegno a una concezione dello sport quale fattore di crescita degli individui, siano essi dilettanti o professionisti; ribadisce l'unità del movimento sportivo, dilettantistico o professionistico, e la necessità di una solidarietà finanziaria in seno alle federazioni tra sport professionistico e sport di massa;

2.  sottolinea la necessità di far definitivamente uscire lo sport dalle logiche della concorrenza mercantile rafforzando il servizio pubblico dello sport e favorendo un intervento pubblico forte;

3.  sottolinea che la valorizzazione del volontariato nello sport e la protezione delle associazioni sportive sono necessarie per rispondere alle sfide educative e democratiche e che occorre quindi preservare la vita associativa da qualsiasi deriva commerciale;

4.  chiede agli Stati membri di adottare un'azione efficace volta a contrastare la corruzione e promuovere l'etica nello sport; giudica pertanto indispensabile che ciascun paese introduca norme rigorose di controllo finanziario delle società sportive;

5.  prende nota della volontà del Consiglio d'Europa di predisporre una convenzione sulla lotta contro la manipolazione delle partite nel secondo semestre 2014; auspica che l'Unione europea e i suoi Stati membri si impegnino appieno in tale processo;

6.  ritiene che le scommesse sportive costituiscano una forma di sfruttamento commerciale delle gare e chiede alla Commissione e agli Stati membri di proteggerne l'integrità sanzionando qualsiasi utilizzazione non autorizzata e riconoscendo in particolare un diritto di proprietà intellettuale degli organizzatori sulle gare; sostiene l'abolizione delle scommesse sportive e ritiene che l'Unione europea e i suoi Stati membri dovrebbero operare come minimo per far sì le scommesse sportive divengano monopolio di Stato, come sottolineato dalla sentenza dell'8 settembre 2009 della CGCE;

7.   chiede agli Stati membri di garantire l'applicazione della dichiarazione "sulle caratteristiche specifiche dello sport e sulla sua funzione sociale in Europa da prendere in considerazione nell'attuazione delle politiche comuni" approvata al Consiglio europeo di Nizza del dicembre 2000;

8.  è del parere che l'imposizione di un limite massimo alle retribuzioni degli sportivi contribuirebbe sia alla buona governance e all'etica sportiva sia alla lotta contro la corruzione;

9.  sottolinea che lo sport professionistico, le sue manifestazioni e la sua diffusione mediatica (campionati, spettacoli, eventi sportivi nazionali e internazionali), il reclutamento dei giovani e il carico di lavoro cui sono sottoposti così come il ricorso a giocatori stranieri devono perseguire obiettivi umanistici di progresso per tutti;

10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e alle federazioni sportive europee, internazionali e nazionali.